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Autore: Fiamma Drakon    03/08/2009    1 recensioni
Strane chiamate senza risposta ed ombre evanescenti sono alcuni degli strani avvenimenti che turbano il quieto scorrere dell'esistenza di Pride, che si ritroverà alle prese con le sue prime "cotte adolescenziali" e a confronto con qualcosa che supera anche le capacità degli Homunculus...
[dedicata a valerya90 e _Titti_]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Pride
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10_Oltre il cancello L’ombra lasciò andare Malice, sogghignando.
Quest’ultima ricadde a terra e osservò l’anima di Edward avvicinarsi a Pride lentamente, protendendo le braccia verso di lui, le grinfie aperte, pronte a ghermirlo.
Si avvinghiò a lui e lo morse al collo.
Pride avvertì un capogiro e fu abbagliato da una luce biancastra, mentre un dolore acuto e penetrante s’insediava in lui, fin dentro le ossa.
Malice lo fissò, terrorizzata, lo sguardo vitreo puntato sull’Homunculus e l’ombra che lo ghermiva.
- PRIIIIIIIIIIIDE! - gridò.
L’unica a svanire fu l’ombra ed il corpo di Pride ricadde a terra pesantemente, privo di sensi.
- PRIDE! - esclamò ancora Malice, camminando carponi fino al suo fianco, poggiando il capo sul suo petto.
Perché si era lasciato persuadere da quell’ombra?! Che cosa credeva di ottenere?
Non capiva, ma vederne il corpo steso a terra gli provocava un’ondata di dolore acuto, come fosse già morto.

Orgoglio si ritrovò dinanzi ad un immenso cancello di ferro battuto dall’aspetto solenne e lugubre al tempo stesso.
- Che... che posto è questo? - esclamò.
La sua domanda riecheggiò nel nulla che lo circondava, ritornandogli alle orecchie senza risposta.
È il tuo Portale Pride... qui ci uniremo di nuovo...
Il sibilo che gli aveva appena parlato era arrivato da dentro di lui, lo aveva percepito distintamente.
- Il mio Portale? - domandò ancora.
Oltre questo cancello, io e te diventeremo nuovamente una cosa sola, un essere completo...
- Un essere umano - disse l’Homunculus, lasciando trapelare dalla sua voce una triste rassegnazione.
Esatto. Non è ciò che hai sempre desiderato? Diventare un essere umano completo...
Ripensò a Malice, alla sera che avevano trascorso insieme, all’esistenza passata in sua compagnia.
Diventare umano era stato il suo sogno, ma in quel momento l’unica cosa che voleva era poter stare di nuovo con lei, per sempre, da essere imperfetto quale era nato.
Non gl’importava più di diventare un umano, se diventarlo significava dover dire addio a Malice, un giorno.
Perché la morte non guarda mai in faccia nessuno...
Pride... tu sei nato per divenire completo... ed ora, finalmente, potrai esserlo...
Non gl’importava più.
Avanti, attraversa il Portale...
Il cancello si aprì, sinistro e lui vi si gettò dentro, pensando un’ultima volta a Malice.
In esso, riconobbe l’Inferno dal quale era sorto.
Era il medesimo luogo infame dal quale Alphonse, due anni addietro, l’aveva liberato.
Alla fine, vi aveva fatto ritorno.
Aborriva quel luogo con tutto se stesso, eppure infine vi era tornato.
Dentro sentiva qualcosa sussultare, ribelle, finché non uscì fuori e si trovò a fissare di rimando quell’altro se stesso, quel Pride sconosciuto dall’aria familiare che era Edward Elric, il vero se stesso.
Perché lui, Pride, non era altro che il risultato di una trasmutazione umana fallita, l’essere imperfetto che rappresentava l’Orgoglio e che, se fosse stato portato a nuova vita da essere perfetto quale doveva essere, sarebbe stato identico ad Edward.
Perché lui era solo una patetica imitazione, un fantoccio malriuscito, una creatura che aveva mente e corpo, ma priva d’anima.
E quell’anima, che ora gli stava dinanzi, l’avrebbe reso completo, l’essere perfetto che tanto aveva desiderato essere.
Ma in quel momento, in quella circostanza, non desiderava più divenire umano, desiderava solo essere se stesso.
Desiderava solo essere Pride, l’incarnazione dell’Orgoglio.
E comprese che quello era il suo destino...

Si ridestò e avvertì qualcosa poggiato sul suo petto.
- Malice? - domandò di getto.
Malizia alzò lo sguardo su di lui, le lacrime che le rigavano il viso, mentre un sorriso di sollievo e felicità sostituiva una smorfia di dolore profondo.
- Pride? Pride sei davvero tu? - chiese, la voce rotta dall’emozione.
- Certo! - esclamò.
Malice sospirò, sollevata, prima di mollargli un ceffone sulla guancia.
- Ahio! Cos’ho fatto?! -
- Idiota! Credevo che saresti morto! - esclamò lei, indignata, prima di stringersi di nuovo al suo petto.
Lui rimase perplesso ad osservarla, prima di carezzarle amorevolmente i capelli.
- Ma l’ombra? - chiese ancora Malizia, guardandolo.
- Era fuggita per sbaglio dal Portale e, una volta rientrata, ne è stata nuovamente risucchiata... - s’interruppe un istante ed alzò lo sguardo a fissare il cielo che traspariva appena tra le fronde degli alberi che, come braccia, si protendevano verso la volta celeste - ... perché i morti, non possono tornare in vita. Mai... -.
   
 
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