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Autore: SimonaMak    26/12/2019    9 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5
IDEE FOLLI.
 

Anche questa notte non riesco a dormire. Effettivamente in questi giorni mi stavo preoccupando del fatto che mi stessi addormentando piuttosto facilmente, ma eccoci di nuovo punto e a capo.
Mi sono sempre chiesta che problemi avessi. Sistiana ipotizza che sia un fattore psicologico, come se la mia mente non voglia spegnersi nemmeno quando dovrebbe. Che poi, tutti questi pensieri non li ho. Passo più tempo a pensare al motivo per il quale non riesco a dormire che ad altro.
Alla fine sono una principessa, servita e riverita, come potrei avere pensieri che mi tengono sveglia? Beh, qualcuno magari c'è: i miei genitori che non mi considerano all'altezza del regno; io che mi devo sposare per forza con qualcuno che possa prendere il mio posto; ma soprattutto continuano a frullarmi in testa le parole di Dimitri:
"Altezza, credo che voi dobbiate sapere che il regno non è al sicuro".
Com'è che in diciannove anni di vita, io non sappia di possibili minacce? Sono io che non mi interesso abbastanza? In verità, credo che debbano essere loro ad avvertirmi. Se non fanno altro che impedirmi di partecipare alla vita politica e non mi mettono al corrente dello stato del regno, come potrei sapere o fare qualcosa? Magari se scoprissi di che si tratta, potrei dare una mano. Sarebbe la volta buona per dimostrare a tutti che posso farcela ad occuparmi del regno e del mio popolo. Ho provato a chiedere alla mia guardia ma, dopo quell'informazione che gli è sfuggita, non vuole dirmi altro. O forse vorrebbe, ma non si anima a farlo.
Le notti insonni, purtroppo o per fortuna, mi portano idee alquanto folli e pericolose: potrei introdurmi nello studio del Re per cercare di persona qualche informazione. Ma se quest'altra "spedizione notturna" andasse a finire male, come il mese scorso?
Mi giro e rigiro tra le coperte di lino e cantu che mi coprono fin sopra il collo, ricamate d'oro. Probabilmente la cosa migliore è organizzare il tutto con la mente lucida, appena sorge il sole, e farmi aiutare da qualcuno.


 
***


-"Non se ne parla, Ariadna! Se mi scoprono, posso dire addio a tutto questo!"- mi rimprovera Sistiana, mentre mi applica un prodotto per le mie occhiaie.
-"Shhh, parla più piano che Gilda e Margareth sono nella stanza da bagno e potrebbero sentirti"- l'ammonisco.
-"Capisci vero che è un'idea stupida? Non puoi semplicemente chiedere a tuo padre?"- propone.
-"Ma ogni volta che provo a chiedere qualcosa di poco conto, non vuole informarmi di nulla. Figurati se mi confida una cosa del genere!"- rifletto.
-"Non lo so tesoro, ho paura che finirai nel metterti nei guai e aumentare il loro disappunto"-
-"Io devo sapere, Sistiana. Come potrei diventare una buona regina, se nemmeno so cosa sta succedendo nel mio regno?"- protesto.
La mia dama di compagnia non può rispondermi, perché si avvicinano le altre due per comunicarmi che il bagno ristoratore è pronto. 
Mi disfo della camicia da notte di seta e mi immergo nell'acqua calda tinteggiata di viola grazie alla lavanda; aiuta a rilassarsi e a purificare la pelle.
Da sola non ce la farò mai. Ci sono troppe guardie poste vicino lo studio del Re, mi scoprirebbero subito e farebbero rapporto. L'unico aiuto che mi viene in mente, mi fa pentire subito di averlo pensato. Non solo mi costa ammettere che ho bisogno di lui, ma mi tormenterà ancora di più con la sua arroganza. Però è l'unica persona disposta a rischiare tutto soltanto per mettersi in mostra e creare casini.
Mi vesto con un abito bluette comodo e più corto del solito, dato che le temperature cominciano ad alzarsi. Sistemo i riccioli disordinati, anche se noto come le maschere ai capelli comincino a dare i loro frutti, mantenendoli morbidi e meno crespi del solito.
È sabato, il che vuol dire niente lezioni per oggi e posso dedicarmi al tempo libero. Anche se in realtà non ho molto da fare. Solitamente mi metto a leggere, faccio un giro a cavallo o sto in giardino. Se facesse più caldo andrei a nuotare in piscina.
Dimitri mi aspetta fuori dalla camera da letto, pronto a seguirmi per tutto il resto della giornata; splendido. 
Come faccio a parlare con Killian del mio "piano" se non posso rimanere da sola con lui? Ecco, un altro problema. A volte non mi sopporto io stessa, ho idee folli che portano ad altrettanti idee folli.
Cammino per i corridoi allungando il passo, in modo da aumentare la distanza tra me e la guardia. Tra l'altro, dove diamine potrebbe essere quell'insopportabile ragazzo? 
Vado verso la biblioteca, una delle parti più belle e antiche del palazzo. Potrebbe essere tra le più fornite al mondo; le librerie in legno massello si perdono a vista d'occhio, creando anche un'illusione ottica tra i vari piani. Grazie ai divani in velluto e ai caminetti, ci si può rilassare comodamente, prendendo una tazza di tè o cioccolata calda. Durante l'estate, è il luogo ideale perché fa più fresco che nelle altre stanze: per mantenere in buono stato il legno antico, si evita il contatto con il sole e il calore. 
In biblioteca non c'è l'ombra di Killian. Proseguo la mia ricerca verso il salone reale, e altre aree comuni, la sala da pranzo, la sala da ballo.
-"Principessa, se avete voglia di una passeggiata, posso accompagnarvi personalmente in città"- propone Dimitri, dopo aver percorso insieme a me quasi tutto il castello, senza un reale motivo, per ciò che sa lui.
-"Non preoccuparti, mi andava di fare un giro dentro il palazzo, non lo faccio spesso"- gli sorrido, sperando di sembrare credibile.
Esco in giardino e finalmente lo trovo qui, seduto su una panca sotto al gazebo, intento a leggere un libro. 
Credo sia anche il suo posto preferito. 
Gli ricadono i riccioli davanti agli occhi, nascondendo un'espressione seria e concentrata; raramente l'ho visto così.
Dimitri si tiene a distanza ma non abbastanza da rimanere escluso da una possibile conversazione. 
Killian alza gli occhi sentendo il rumore dei miei passi.
-"Principessa, quale onore!"- alle mie orecchie sembra una presa in giro, ma qualsiasi altra persona l'avrebbe sentito come un gesto cordiale.
-"Ascoltami attentamente"- sussurro, facendo finta di sorridere per non insospettire nessuno.
Per un attimo mi guarda confuso, ma subito afferra la mia intenzione.
-"Sono tutto orecchi"- bisbiglia di rimando, continuando a sorridere. Il suo però è autentico, divertito dalla situazione.
-"In biblioteca, c'è uno stanzino sul piano superiore, in fondo sulla destra. Va' lì e aspettami. Devo parlarti"- sbircio un secondo Dimitri, sicura che non stia sentendo niente.
Il sorriso di Killian si allarga ancora di più, mostrando le fossette.
-"Se vuoi rimanere sola con me, basta chiedere"- mi punzecchia, continuando la farsa a livello visivo.
-"Ripeto. Devo. Parlarti"- digrigno i denti, in modo da costringere il mio fintissimo sorriso.
-"E' sempre un piacere parlare con voi"- si alza e mi bacia la mano, parlando ad alta voce.
Lo vedo prendere una direzione opposta a quella che prenderò io per andare in biblioteca. 
Giro i tacchi e percorro i corridoi precedentemente visitati, più lentamente rispetto a prima, in modo da dare il tempo al ragazzo di raggiungere il posto concordato. 
Dimitri si avvicina a me, intento a rivolgermi la parola. Lo guardo con un po' di ansia: sarebbe stato impossibile sentire i nostri sussurri a quella distanza.
-"Perdonatemi, altezza, ma cosa è successo?"- mi chiede impassibile.
-"A cosa ti riferisci?"-
-"Avete camminato per tutto il castello; non appena avete visto il ragazzo, avete incominciato a parlare ma non ho potuto sentire la conversazione. Stavate di proposito bisbigliando?"- insinua, piuttosto intelligente.
-"Emh, Dimitri, devi sapere che da un mese a questa parte mi sento un po' controllata. Sì, ho parlato piano per non farmi sentire, però abbiamo solo accennato a quello che faremo lunedì per la prossima lezione"- cerco di essere convincente.
-"Mi dispiace se vi sto addosso, semplicemente lo faccio per il vostro bene"- nonostante la serietà in volto, i suoi occhi emanano affetto nei miei confronti.
Mi sta invadendo il senso di colpa: non si merita che gli nascondi le mie intenzioni, ma se non lo faccio, non scoprirò mai cosa sta succedendo. 
Una volta arrivati di nuovo in biblioteca, entro, e la mia guardia rimane all'ingresso, probabilmente per darmi un po' di spazio dopo la nostra conversazione. Perfetto. 
Faccio finta di cercare un libro tra gli scaffali del piano inferiore.
-"Accidenti, forse è sopra"- mi acciglio, salendo le scale.
Vado in fondo, sulla destra. Mi giro per accertarmi che non mi possa vedere nessuno ed entro nello stanzino, usato solitamente per contenere scaffali rotti, libri strappati, prodotti per il legno e poltrone malandate. Chiudo la porta alle mie spalle e, tastando il muro alla ricerca dell'interruttore, accendo la luce. Riesco a vedere il pulviscolo fluttuare nel piccolo spazio.
Killian é qui, appoggiato su un tavolino, con le braccia incrociate così come i piedi. Stampata sul viso l'immagine della soddisfazione e della curiosità. Già mi dà sui nervi.
-"A cosa devo questo incontro segreto?"- accenna un sorriso maledetto. 
-"Mi devi aiutare"- ammetto, guardando altrove.
-"Non dovresti indossare un vestito così corto"- ignora la mia richiesta.
Mi guardo le gambe scoperte e all'improvviso mi sento nuda. Perché deve farmi sentire sempre a disagio?
-"Quale sarebbe il problema?"- lo attacco.
-"Che poi ti devo guardare"- mi dice, con uno sguardo serio.
-"Non guardarmi, problema risolto"- incrocio le braccia, imitandolo.
Annuisce, ridendo amaramente, poco convinto.
-"In cosa avresti bisogno del mio aiuto?"- risponde, alla fine.
-"Devo introdurmi in una stanza in cui non potrei entrare. Stanotte"-
-"Hai proprio l'indole di cacciarti in faccende proibite?"-
Che posso farci. Mi piace il rischio.
-"E' necessario"- taglio corto.
-"E io cosa ci guadagno?"- chiede, accennando un ghigno.
-"La mia gratitudine?"- domanda retorica che causa la sua risata.
Mi prende dai polsi, con una delicatezza che non conosco, e mi avvicina a sé.
Entro nel panico e il cuore comincia a martellare furiosamente. Perché deve per forza avvicinarsi? Non può parlare a distanza?
Mi accarezza le braccia, facendomi rabbrividire. Non riesco a dire nulla, solo a guardarlo dritto negli occhi. Lui fa lo stesso mentre passa le sue mani calde lungo le mie braccia, incatenandomi nel verde delle sue iridi. Nemmeno lui sembra intenzionato a dire qualcosa. Quel tocco mi spaventa e al tempo stesso mi rassicura.
-"Facciamo che mi dovrai un favore"- sussurra alla fine.
-"Che genere di favore?"- balbetto.
-"Lo deciderò a tempo debito"-.
Questo mi preoccupa più del dovuto.
Arriva a toccarmi le spalle, il collo, i capelli, come se stesse studiando il mio corpo e analizzando le mie reazioni. Passa le mani fra i ricci, senza mai smettere di guardarmi.
-"Cosa hai in mente?"- mi chiede.
-"Sto pensando a quello che stai facendo"- farfuglio.
Sorride, un sorriso sincero. Mi avvicina ancora di più a sé dai fianchi.
-"Cosa hai in mente per stanotte"- precisa, trasformando il sorriso in un ghigno.
Che stupida. Che imbarazzo. Mi sta confondendo di proposito, sta cercando di mettermi a disagio per vedere se riesco a rimanere lucida.
-"Oh. Ecco, io..."- non completo la frase, perché dai fianchi passa a sfiorarmi le gambe, esternamente.
-"Continua"- mi incita, non smettendo di sorridere.
Non ricordo cosa stavo dicendo. Mi concentro solo sui suoi movimenti. Mi prende le mani e me le posiziona sulle sue spalle. Essendo appoggiato sul tavolino, è quasi alla mia altezza. Mi stringe dalla vita, quasi come se mi stesse abbracciando.
-"Devo introdurmi nello studio di mio padre"- deglutisco.
-"Per fare?"- sussurra a pochi centimetri da me.
-"Cercare qualcosa...qualcosa che non ti riguarda"- tento di essere più concentrata.
Non so nemmeno perché non riesco a spostare le mie mani dalle sue spalle.
-"E io ti servo per farti entrare ed uscire senza che nessuno se ne accorga?"- suppone.
Annuisco.
Una mano la lascia a circondarmi la vita, con l'altra mi sposta i capelli da davanti gli occhi e mi sfiora il viso. Mi sento ancora di più avvampare e temo di non poter più fermare il mio povero cuore. Mai avrei potuto pensare di associare la parola "delicatezza" a Killian; ma il suo tocco adesso è leggero, inopportuno e allo stesso tempo adatto, mi fa rabbrividire e provare calore, fermare il tempo e accelerare i battiti, mi confonde e mi dà sicurezza.
Con il pollice mi sfiora il labbro inferiore e solo adesso sposta lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca. La mia mente si dirige subito verso qualcosa che mi preoccupa al solo pensiero.
-"Alle tre di questa notte sarò nella tua camera"- mi dice, lasciando la presa su di me e rimettendosi composto.
Non riesco a dire altro, solo apro la porta dello stanzino e la richiudo dietro le mie spalle, non appena ne esco fuori. 
Mi sento talmente confusa mentre scendo le scale della biblioteca. Come se avessi immaginato tutto. Quello che è appena successo è talmente...
Ma in realtà non è successo niente. Eravamo vicini, tutto qui. Mi ha sfiorata, ma così delicatamente che forse è stata l'aria ad accarezzarmi. Ero nervosa, certo, ma qualsiasi ragazza non indifferente alla bellezza maschile lo sarebbe stata. Ha un viso spettacolare, spigoloso e morbido contemporaneamente, una leggera barba curata nei dettagli da quando vive qui a palazzo, e gli occhi...è normale essere agitati. E pensare persino che l'ho visto mezzo nudo nella mia stanza, la notte della mia fuga. Ecco. Nessuno può biasimarmi se mi rende nervosa, accaldata, rincretinita. La sua intenzione probabilmente era proprio quella di vedere come reagisco alla sua presenza, al suo tocco. Se è in grado di confondermi.
-"Tutto bene principessa?"- mi chiede Dimitri, non appena arrivo all'entrata della biblioteca.
-"Certo"- rispondo, poco convincente.
-"Mi auguro che abbiate trovato quello che cercavate"-

Anche di più.
   
 
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