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Autore: Mary Rosemary    26/12/2019    3 recensioni
Provava talmente tanto dolore da non sentire più nulla: il suo corpo era distante, freddo ed intoccabile, come lei era sempre stata.
La sua pelle era una lastra di ghiaccio sottile, rigida quanto fragile, ed il suo fiato aveva smesso di emettere calore contro il gelo del vento; respirava appena, ormai non si sarebbe potuta fermare in nessun modo.
La Fiamma del Drago si stava impossessando delle sue membra, ardendo la magia nera attraverso le sue vene, dandole la sensazione di non essere più nulla se non un'anima consumata, in procinto di andarsene: quando il suo potere si fosse esaurito, la morte sarebbe sopraggiunta.
Le stava andando incontro, a dire la verità.
Si permise di piegare le labbra all'insù nel percepirsi come potere puro, sospesa tra vita e morte per aver perso, all'apparenza, la propria forma, ma risultando allo stesso tempo tangibile, sensibile al suo tatto; non seppe dire se si stesse effettivamente concedendo di sorridere o meno, ma al momento non le importava, né le sarebbe importato in seguito.
Nessuno sarebbe stato in grado di fermarla; aveva vinto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trix, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Victory's Contagious'
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IV


It Doesn't Run in our Blood

We're bigger than we ever dreamed, and I'm in love with being queen
Life is great without a care, we aren't caught up in your love affair










L'aria era immobile, il sole non era ancora stato in grado di filtrare tra le spesse e candide nubi; per via della scarsa visibilità Stormy volava a poca distanza dal suolo, avvicinandosi di tanto in tanto al manto nevoso che lo copriva.
Il fatto che non ricordasse Whisperia in modo diverso non la rassicurava affatto. Le alternative che le balzavano alla mente erano due: Icy non aveva ancora concluso l'incantesimo, oppure il suo corpo non aveva retto fino alla conclusione.
Ovviamente preferiva di gran lunga la prima.
Accanto a lei, intente a guardarsi intorno attentamente, c'erano Flora e Musa; l'una controllava di tanto in tanto le condizioni della strega, l'altra cercava di individuare qualche traccia lasciata dalle altre due sorelle.

Certo che cercare un'albina in mezzo alla neve è come cercare un ago in un pagliaio.” commentò la fata della musica per rompere il ghiaccio, strappando a Stormy l'accenno di una risata.
In effetti.”
E tu non sai dove possa essere andata?” le giunse la voce di Tecna da dietro: volava a poca distanza da loro e lei, come le altre compagne che le stavano accanto, avevano il compito di coprire le altre da eventuali attacchi, oltre al fatto che dare una seconda controllata ai dintorni avrebbe giovato alla loro ricerca.
Non potevano fidarsi del tutto di ciò che Stormy aveva detto loro: non sapendo se le stesse portando dalle sorelle oppure dritte in una trappola, avevano deciso di agire con prudenza.

Non saremmo qui a mangiare freddo se l'avessi saputo – le rispose secca – E poi lo vedi anche tu: è una distesa di neve e alberi, potrebbe essere ovunque su sto fottuto pianeta.”
Qualche posto che le piace?” chiese Bloom, guardandosi alle spalle per un breve attimo.
Non lo so, l'ultima volta che sono tornata qui con lei avrò avuto quindici anni, e non è che mi abbia portata in qualche posto particolare. E quando ce ne siamo andate da qui ero troppo piccola per ricordarmi come fosse.” la cosa le aveva sempre dato piuttosto fastidio.
Le sorelle ricordavano qualcosa e per quanto, raramente, glielo raccontassero, lei non poteva far altro che immaginarsi quei paesaggi; del resto aveva solamente due anni quando l'esercito di Domino aveva attaccato la capitale, costringendo la loro madre a portarle in salvo a Magix.
Il viso di suo padre le era sconosciuto, così come la guerra che l'aveva strappata da tale terra; aveva visto per la prima volta la figura dei reali di Domino in un libro datole dalla madre, che continuava a ripeterle quanto dovessero pagare per ciò che avessero fatto.
Ed anche lei l'aveva sempre pensata così: ma ora che aveva inseguito la vendetta per più di un decennio e finalmente si trovava su Whisperia, ad un passo dal riavere almeno in parte ciò che le era stato tolto, rimuginava sul senso di tali parole.
Si sarebbe sentita appagata nel radere al suolo l'intera Dimensione Magica, eppure sospettava che non ne sarebbe stata soddisfatta, che distruggere ogni cosa sul suo cammino non sarebbe stato abbastanza. Non aveva mai pensato a quanto fosse vuoto il loro ostinarsi a rincorrere un obiettivo che si faceva sempre più lontano, sfuggendo giorno dopo giorno dalle loro dita.
Per sua fortuna Darcy se n'era accorta prima di lei e la strega delle tempeste aveva avuto almeno il buonsenso di seguirla.

Volevo chiedertelo anche prima – la riportò alla realtà Musa – ma come diavolo sei riuscita a farti una ferita del genere? Nessuno dei nostri incantesimi ne sarebbe stato in grado.”
Stormy si girò verso di lei, aggrottando le sopracciglia.
Che razza di domanda era?

E te lo dovrei dire perché?” rispose, ma il suo tono risultò meno tagliente del solito.
Tanto per fare conversazione: tutto questo silenzio mi sta rendendo nervosa. Ho visto che era una ferita profonda fatta da qualcosa come una spada, un coltello, oppure… una lama di ghiaccio?” si giustificò lei, interrompendo il contatto visivo solo per riprendere a pattugliare i dintorni.
Icy non avrebbe mancato un punto vitale.” sputò. Le fate parvero tenere il respiro, lanciandosi sguardi preoccupati.
Era una battuta.” disse subito, rendendosi conto che per loro l'eventualità non fosse così remota; ed effettivamente, esagerando un po', se qualche attacco che si scambiavano durante i loro litigi fosse andato a segno, non sarebbe stata lì a raccontarlo.
Non lo sembrava.” borbottò Stella, ricordando come le streghe si comportassero anche tra di loro; la sua interlocutrice le rispose con un'alzata di spalle.
Comunque è stato questo.” aprì la mano, facendo comparire un pugnale lungo una decina di centimetri sul palmo: l'aveva pulito in modo frettoloso ed era rimasto del sangue secco sulla punta. Flora si lasciò scappare un sussulto nel vedere l'arma dalla lama scura; la ferita netta che aveva curato sulla schiena della strega non poteva che esser stata causata da un taglio così affilato.
Doveva esser stata fortunata a sopravvivere senza riportare danni irreparabili.

Cazzo.” commentò Aisha, avvicinandosi per vedere meglio.
Però non ve ne dovrebbe fregare granché. Siamo nemiche dopotutto.” disse loro Stormy, visto l'insolito interesse che stavano mostrando nei suoi confronti: la stavano facendo quasi sentire a disagio.
Lo sappiamo anche noi, ma potevi morire per una cosa del genere.” le rispose Musa, abbassando per un attimo lo sguardo sul pugnale. Non sapeva fino a dove fosse affondato, ma la strega durante il combattimento aveva tossito del sangue: di certo non si trattava di un danno da poco.
L'immagine della sua schiena nuda, macchiata di scarlatto, con un taglio preciso e gonfio le tornò alla mente; se il suo opponente avesse colpito leggermente più a destra, le avrebbe forato un polmone.

E volete dirmi che non vi farebbe comodo?” chiese lei scettica.
Vogliamo solo fermarvi, non uccidervi. Siete delle persone anche voi e la vostra vita vale esattamente come la nostra.” intervenne Flora, conscia che non tutte le sue compagne la pensassero come lei; forse addirittura nessuna di loro.
Ma aveva colpito nel segno: le fate si zittirono e la strega rivolse a lei la sua attenzione, sbattendo un paio di volte le palpebre per capire se avesse sentito veramente una cosa del genere pronunciata da una delle sue nemiche.
Per qualche verso non riusciva nemmeno a comprenderla appieno; pertanto non commentò, cercando di non pensare per più di un minuto alla frase della fata dei fiori.

Ragazze, fermatevi un momento – Stormy avrebbe voluto quasi ringraziare Bloom per aver distolto l'attenzione da lei – Non è normale quello che sta succedendo qui dietro.”
Hai visto qualcosa?” chiese Musa, prima di voltarsi e vedere lei stessa.
La neve, che fino ad allora avevano visto scendere in copiosi fiocchi, aveva preso a salire verso il cielo.
Davanti ai loro occhi, lo spesso manto bianco che celava il suolo si staccava, sublimando lentamente: il vapore nel quale si trasformava sfiorava le loro ali, dissolvendosi con le nuvole per lasciare, piano piano, il posto all'azzurro del cielo. Sotto di esso, l'erba ingiallita dalle basse temperature risollevava i propri fili; le colline, punteggiate di foreste, riprendevano la propria forma originaria, riacquistando la fisionomia del regno che la strega non riusciva a ricordare, ma che percepiva come l'unico posto a cui apparteneva.
Il freddo andava facendosi meno presente, permettendo al sole di illuminare le fate in volo in uno spettacolo unico; eppure nessuna di loro lo stava trovando meraviglioso, incapaci di capire se ciò a cui stessero assistendo fosse positivo o negativo.
A Stormy, invece, parve togliere un grosso peso dal petto: l'incantesimo avanzava verso la sua conclusione, e la dimostrazione che stesse funzionando la rassicurava sulle condizioni della sorella. Con ogni probabilità Darcy l'aveva trovata ed era stata in grado di evitare la peggiore delle ipotesi.

Cosa sta succedendo?!” Stella si avvicinò alla strega con fare piuttosto aggressivo, guadagnandosi un'occhiataccia dalla suddetta.
Mia sorella sta per finire.” rispose seccata, allargando le braccia ad indicare i dintorni: le fate continuarono a non capire, ma di certo non sarebbe stata lei a fornir loro spiegazioni.
Allora ci attaccherà, dobbiamo prepararci.” commentò Bloom, facendo sensibilmente crescere il suo potere: la Fiamma del Drago che le era stata da poco sottratta si era già rigenerata dentro di sé; avere la possibilità di restituire il colpo ad Icy la rendeva impaziente.
Continua pure a pensare che sarà in grado di combattere dopo un incantesimo del genere, fatina.” avrebbe preferito non dirglielo, ma se alla fulva fosse venuto in mente di attaccare sua sorella con la convinzione che ella potesse rispondere o difendersi, sarebbe potuta finire molto male.
Conosceva bene la natura dell'incantesimo e sapeva quanto fosse alto il rischio di manomettere seriamente i propri poteri: se, e lo sperava più di ogni altra cosa, l'albina fosse stata abbastanza fortunata da sopravvivere alla conclusione del rituale, non sarebbe stata in grado di attingere alla propria magia per un lungo periodo di tempo.

Ci stai dicendo che potrebbe...” le chiese Flora, senza avere il coraggio di concludere la frase.
Non lo so.” tagliò corto Stormy, desiderosa di concludere quella scomoda conversazione più di ogni altra cosa; ma non era stata abbastanza attenta da tenere d'occhio Tecna, intenta a studiare lo schermo di un dispositivo elettronico grande quanto il suo palmo.
La magia era troppo diffusa per essere ricondotta ad un punto preciso di Whisperia, ma la fata era riuscita almeno a captarne la natura: la cosa l'aveva stupita non poco.

Avrei una domanda per te, Stormy.” esordì, alzando lo sguardo dallo schermo per incontrare quello della strega delle tempeste.
Fa' pure, tanto mi state praticamente interrogando da tre ore.” rispose scocciata, curandosi di sbuffare prima di aprire bocca.
Perché tua sorella sta portando a termine un incantesimo di magia bianca?” le disse, preoccupandosi di essere più chiara e concisa possibile. L'altra si voltò immediatamente verso di lei e dalla sua espressione chiunque avrebbe potuto trarre una conferma di ciò che la fata avesse dichiarato.
Lo sguardo che le rivolse pareva chiederle in modo limpido come avesse fatto a scoprirlo.

Magia bianca? No Tecna, il tuo aggeggio deve essersi sbagliato. Le streghe non la sanno usare la nostra magia.” commentò Stella, indicando Stormy a dimostrazione della sua teoria; la strega delle tempeste non rispose alla provocazione, comportamento abbastanza insolito e quasi unico.
Non si sta sbagliando. Questa è magia bianca, molta magia bianca: dato l'apporto di potere, se fosse stata magia nera ne saremmo state indebolite. Invece possiamo muoverci come se non stia succedendo niente.” spiegò brevemente la zenithiana, concentrando di nuovo le sue attenzioni sulla strega ed aspettandosi una risposta.
E' un'altra di quelle cose che non posso dirvi.” ammise.
Vuoi dire che questo – cominciò Musa, mostrando i dintorni con un gesto – è un incantesimo di magia bianca fatto da tua sorella? Sul serio? Perché a me non sembra che stiamo parlando della stessa persona.”
Stormy alzò le spalle, concordando silenziosamente con la fata della musica: se non avesse saputo cosa ci fosse stato dietro sarebbe sembrato strano anche a lei. Tuttavia non aveva nessuna voglia di ridere dell'insolita situazione.

Spero di non essere l'unica stupita più dal fatto che possa usare il nostro stesso tipo di magia che di tutto questo.” dichiarò Aisha, seguendo a stento il discorso.
L'unica ipotesi che posso avanzare è che loro tre siano miste. Non è così?” l'uscita di Tecna fece concentrare le attenzioni delle compagne sulla strega delle tempeste.
Nessuna di loro ci aveva pensato, concentrate com'erano a vederle usare solo magia nera; il massimo che le streghe potevano fare era usare le arti curative, non sarebbero riuscita ad avere effetti simili su un territorio.
La strega delle tempeste si limitò ad annuire ignorando gli sguardi a lei diretti: il delinearsi di un villaggio nella sua liberazione dalla neve l'aveva attirata.
Le pareva di ricordarsi qualcosa legato al luogo, come se ci fosse già stata: ma non riusciva a visualizzare cosa. Una voce acuta, ovattata dal tempo, la stava chiamando a scendere tra quei prati.
Non sapeva di chi fosse, né da che memoria fosse emersa, ma era bastato averla sentita sussurrare nell'aria per creare in lei una profonda sensazione di disagio.
Proprio quando poteva dire di starsi rilassando un poco, convinta che le fate non si sarebbero permesse di uccidere sua sorella, entrò di nuovo in tensione. Come se sentisse che qualcosa non stesse andando affatto bene.

Quindi Icy è capace di padroneggiare la magia bianca?” la distrasse per un attimo Bloom, più interessata che scettica: in effetti l'eventualità la spaventava un po' in vista di uno scontro futuro.
No, cosa pensi che sia, una fata? – si permise una risata forzata al suo stesso scherzo – E' già un traguardo che stia funzionando e che mia sorella non sia morta provandoci. Che razza di troia incosciente.”
E perché rischiare tanto?” Stormy la guardò un attimo per capire perché le interessasse; ma era da tutto il giorno che le fate si comportavano in modo strano con lei, quindi non perse altro tempo a farsi domande inutili.
Perché è pazza e non prova niente se non rischia almeno di morire. Per quello le piace così tanto combattere contro di te, rischi di friggerla almeno una ventina di volte a scontro.
E poi diciamo che è una cosa che voleva fare da un po'.” le rispose, trovando la scusa perfetta per evitare il vero motivo, che non dovevano sapere. Soprattutto la fata della Fiamma del Drago, che ne era direttamente coinvolta.

Andiamo avanti, stiamo perdendo abbastanza tempo.” disse a mezza voce, con l'intento di chiudere il discorso e di raggirare altre domande che di sicuro la fatina stava per farle; ma per sua sfortuna non avrebbe tenuto le questioni lontane da sé per molto.
Qualcuno stava cercando di contattarla e poteva scommettere su chi fosse.
La strega delle tempeste deglutì a fatica.
Darcy poteva portare ottime o pessime notizie; nessuna via di mezzo.

Stormy, trova il modo di portare qui le fate. Soprattutto Bloom.” le comunicò in fretta, con un leggero tremolio nella voce che non le piacque per niente.
Cos'è successo?” chiese subito, ma la sorella non rispose.


Provava talmente tanto dolore da non sentire più nulla: il suo corpo era distante, freddo ed intoccabile, come lei era sempre stata.
La sua pelle era una lastra di ghiaccio sottile, rigida quanto fragile, ed il suo fiato aveva smesso di emettere calore contro il gelo del vento; respirava appena, ormai non si sarebbe potuta fermare in nessun modo.
La Fiamma del Drago si stava impossessando delle sue membra, ardendo la magia nera attraverso le sue vene, dandole la sensazione di non essere più nulla se non un'anima consumata, in procinto di andarsene: quando il suo potere si fosse esaurito, la morte sarebbe sopraggiunta.
Le stava andando incontro, a dire la verità.
Icy aveva firmato la sua condanna quando si era messa in testa di concludere tutte le questioni in sospeso senza l'aiuto delle sorelle: compresa la rinascita di Whisperia. L'aveva deciso ben consapevole dell'alto rischio di lasciarci la pelle; in parte l'aveva fatto anche di proposito.
Del resto non le era rimasto nulla d'importante da perdere, nulla per cui sarebbe valsa la pena vivere: aveva un appartamento, dei pacchetti di sigarette e qualche bottiglia; una bella vista su Magix, una città a cui non apparteneva; un cumulo di vestiti ed altri beni materiali che non avrebbero di certo salvato il suo animo, nel caso ne avesse avuto uno. Doveva restare nascosta a causa dei suoi crimini passati, mantenere un profilo basso e pertanto limitare le sue abituali uscite per “scaricare la tensione”. Era diventata un volto anonimo, la fama come strega più temuta della Dimensione Magica aveva smesso di giovare alla sua immagine da tempo.
Era rimasta sola: le sorelle se n'erano andate in un posto che non conosceva, ad un indirizzo che non sarebbe riuscita a trovare; si era stupita di essere sopravvissuta così tanto senza cercare in qualsiasi modo di tornare alla sua vecchia vita. Aveva bisogno della sua routine, rischiava seriamente di impazzire senza un po' degli eccessi che la riportavano sulla via che aveva scelto di seguire.
Allora sembrava tutto così facile: frequentava solo le feste alle quali aveva voglia di andare, combatteva con le fate più per diletto che per necessità, ed era ferma nel compiere il suo obiettivo insieme a Darcy e Stormy, come si erano ripromesse di fare. Tuttavia loro si erano stufate di rincorrere un sogno irrealizzabile, della sua forma di dittatura che regolamentava rigidamente le loro vite: e, per qualche giorno, lei stessa aveva rinunciato al suo fine ultimo, incapace di far finta che ogni cosa fosse come in precedenza. Per tre anni aveva provato a far suo e mantenere il potere custodito da Bloom, e per svariati motivi non ci era riuscita: cosa le assicurava che il quarto tentativo non si fosse rivelato in un altro fiasco?
Aveva trascorso la maggior parte delle sue ore a ripetersi e ripetersi il quesito, cercando una soluzione che fosse stata in grado di soddisfarla – e sapeva quanto sarebbe stato difficile trovarne una. S'era arrovellata tanto da non riconoscersi più nell'ambiziosa strega che aveva evocato l'Armata Oscura ed era stata in grado di controllarla abbastanza da creare danni quasi irreparabili: il suo specchio aveva riflesso per giorni una perfetta sconosciuta.
Poi aveva capito che una soluzione non le sarebbe stata di alcuna utilità: la sua esistenza non avrebbe avuto senso senza adempiere al suo compito.
Se le sorelle avevano deciso di mollare e lasciarla sola, avrebbe agito senza di loro.
L'attesa logorante del momento propizio l'aveva provata non poco; ma alla fine ci era riuscita: il paesaggio di Whisperia la circondava e nel suo corpo bruciava di potere la Fiamma del Drago per preparare la sua rinascita. Ogni cosa sarebbe tornata allo splendore di un tempo e finalmente un popolo esiliato sarebbe stato in grado di piangere le vittime della furia e della diffidenza dei reali di Domino.
Il fuoco e le guardie che l'avevano seguita durante la sua fuga, due decenni prima, evaporavano con la neve che giaceva sul terreno; scottavano come la magia che guidava il suo corpo alla conclusione dell'incantesimo.
Si permise di piegare le labbra all'insù nel percepirsi come potere puro, sospesa tra vita e morte per aver perso, all'apparenza, la propria forma, ma risultando allo stesso tempo tangibile, sensibile al suo tatto; non seppe dire se si stesse effettivamente concedendo di sorridere o meno, ma al momento non le importava, né le sarebbe importato in seguito.
Nessuno sarebbe stato in grado di fermarla; aveva vinto.
Era riuscita a distruggere le avversità e proseguire nel suo cammino, arrivando al fine ultimo: ogni sforzo compiuto aveva acquistato un senso. Se avesse avuto abbastanza forza si sarebbe occupata anche della vendetta che le grandi potenze della Dimensione Magica si meritavano di subire, ma conscia dell'impossibilità di un piano simile aveva dovuto tagliare quella parte.
Non che le dispiacesse particolarmente: stava provando ciò che mesi di isolamento avevano soffocato e messo a tacere.
Pensò che, tutto sommato, stesse procedendo verso una degna conclusione.
L'incantesimo si dissolse con lentezza, come una fiammella privata dell'ossigeno, rischiarandole gradualmente la visuale; i suoi piedi stavano toccando terra, iniziava a sentire la consistenza della terra sotto le suole; e con la ripresa sensibilità tornava il crescendo di dolore.
Veniva dal petto, interessava i suoi vasi sanguigni attraverso i quali scorreva la sua magia, s'irradiava nella sua mentre, dandole l'impulso di mordere a sangue le labbra per non smorzare il silenzio con le proprie urla.
Intorno a lei, Whisperia ricominciava a vivere; respirando affannosamente, si lasciò cadere sull'erba.
Il sole era tornato ad illuminarne i monti, le praterie, e tutti i suoi ricordi: i civili risparmiati dalla guerra sarebbero presto tornati alle loro antiche dimore, riprendendo la vita che erano stati costretti ad abbandonare. Le abitazioni della capitale sarebbero state ricostruite in fretta, i campi abbandonati avrebbero ripreso la loro passata fertilità; era convinta che presto il regno avrebbe superato lo splendore che vantava prima di cadere sotto il fuoco nemico.
E lei sarebbe rimasta esattamente lì, nell'unico posto in cui voleva essere.
Socchiuse gli occhi, esausta, permettendo al controllo di scivolare in secondo piano; la testa, leggera, riempiva di memorie i luoghi che emergevano dalla neve. Il volto di Eris comparve nella sua visuale, le labbra rosee tese in un dolce sorriso: era meravigliosa, come quando le portava nelle praterie durante le estati della loro prima infanzia. Tese la mano verso di lei, sfiorandole la pelle bollente delle guance; le stava parlando, ma Icy non riusciva a sentirla.
Le venne da pensare che fosse così realistica da sembrare vera, corporea.
Doveva essere così che si moriva, ripercorrendo in qualche maniera i propri rimpianti: in tale attimo, l'albina si pentì di aver assassinato la propria madre, lasciando sfumare la convinzione che se non l'avesse fatto, con ogni probabilità non sarebbe arrivata viva fino ad allora.
La guardò chinarsi per poggiarle un bacio sulla fronte, ed infine chiuse gli occhi, aspettando: sola nella sua mente, si ritrovò a chiedersi se si sarebbe spenta con lentezza, o se la sua fine sarebbe arrivata all'improvviso, come quando si risvegliava da un incubo. La Fiamma del Drago, diventata incontrollabile, la stava consumando; forse, per ironia della sorte, sarebbe arsa sul rogo creato dall'interno del suo stesso corpo.
Percepì una presa sulle sue spalle, non troppo forte ma nemmeno difficile da sentire, e si disse che era giunto il momento: chiunque la stesse afferrando, l'avrebbe condotta nell'aldilà. Non perse tempo a pensare cosa avrebbe visto una volta giunta, permise alla forza sconosciuta di sollevarle leggermente la schiena senza battere ciglio.
Una voce lontana la stava chiamando a sé, facendole tendere l'orecchio: era una voce nota, che Icy non riuscì ad identificare nell'immediato. Suonava come se la stesse raggiungendo da un lungo passaggio sotterraneo: rimbombava nella sua scatola cranica, addolcita dal riverbero della distanza.
La presa si fece più forte, la voce s'avvicinava.
Poteva vedere il buio delle mura che delineavano il passaggio in cui quelle mani la stavano portando, un forte profumo famigliare l'accompagnava, così come il segno sulla pelle di un tocco che conosceva. Sentiva i polpastrelli a contatto con l'epidermide: chiunque la stesse toccando teneva le unghie curate e lunghe, come usava fare anche lei prima di perderne l'interesse per mancanza di tempo; il calore altrui era fresco in confronto alla sua alta temperatura corporea, tanto da rendere piacevole il contatto e la vicinanza; il tono rompeva appena la sua idea di delicatezza ed eleganza, somigliando più ad una supplica che ad una voce guida: tuttavia le risultava strano essere ad un passo dall'identificarla.
Le pareva d'averla udita per anni: desiderosa di sapere, spalancò gli occhi.
Rimase per un paio di secondi accecata dalla luce del sole, delineando una figura dal capo chinato sul suo corpo: i lunghi capelli ricadevano sul suo petto e sulle mani che le stringevano le spalle. Nonostante fosse in controluce e l'albina stesse ancora cercando di metterla a fuoco, non mancò di riconoscerla.
Avrebbe voluto sapere come avesse fatto a raggiungerla così velocemente; ma conoscendola doveva aver sospettato qualcosa dal suo comportamento particolare; sarebbe dovuta stare più attenta.
Darcy la stava scuotendo per destarla, e si fermò solo quando vide che l'altra aveva aperto gli occhi: era visibilmente agitata. Non aveva pianto, ma Icy poteva dire che ci fosse mancato poco.

Icy – sussurrò con voce esitante, mentre le lasciava le braccia per sollevarla in un abbraccio stretto, il più stretto che le avesse mai dato – sei proprio una testa di cazzo.”
Era raro sentire la mezzana usare termini volgari, ma la strega dei ghiacci era ancora troppo stranita per considerarlo.
Non era in grado di comprendere se ciò che vedeva fosse reale oppure un'allucinazione; eppure la sentiva vicina, percepiva il suo potere attraverso il corpo. La sorella sarebbe dovuta entrare nel suo appartamento il giorno successivo, avrebbe dovuto ritirare i soldi: nel caso avesse trovato sospetta la copertura che aveva messo sugli arredi, non sarebbe riuscita a fermarla. Le venne da riflettere per qualche attimo su quale concatenazione di coincidenze l'avesse ricondotta su Whisperia.
Dischiuse le labbra per chiederle chiarimenti, riuscendo a far uscire solo un sussurro indistinto.

Non parlare, adesso ci sono io. Devi smetterla di fare tutto da sola, lo sai anche tu che poteva finire peggio di così. Potevo non trovarti in tempo.” le disse, accompagnandola al suolo con la sua forza. Ve la appoggiò delicatamente, liberandole la fronte dai capelli che dal movimento le erano scesi sul viso; la maggiore si concesse di pensare che le mancasse almeno un po' il contatto con la sorella.
Sei calda e stai sudando, di sicuro c'entra qualcosa la Fiamma del Drago. Riesci a liberarla?” chiese, nonostante avesse capito che l'altra non sarebbe stata in grado di risponderle a parole.
Icy cercò di scuotere la testa, ma il suo corpo non si muoveva; la sorella attese qualche secondo, prima di appoggiarle una mano sul petto.
Sentiva appena il suo respiro e temette il peggio; ma s'impose di controllare la sua paura di averla raggiunta con grande ritardo, in favore della concentrazione che doveva mantenere. Il suo Vacuum, la fine ampolla capace di influenzare il potere di Domino, le comparve accanto.

Va bene, ci provo io. Dammi una mano se riesci.” le strinse una mano, portandola vicino alla sua: la strega dei ghiacci si sfiorò il petto con le dita, lasciandosi guidare. La mano si distese sotto il tocco di Darcy, mantenendo il contatto.
Non poteva assicurarsi che la sorella non fosse un'illusione creata dalla sua mente delirante: il troppo dolore avrebbe potuto giocarle brutti scherzi, eppure l'albina decise di rinunciare a cercare un modo per smascherare l'inganno.
Pronta ad affrontare la fine, non le importava se fuori dal suo torpore la sorella non fosse presente; vivere il momento, fittizio o meno, le sarebbe bastato. Puntò il suo sguardo su quello della mezzana, provando ad usare più potere possibile, nonostante riuscisse a percepire solo il potere dell'altra isolare la Fiamma del Drago per separarla dalle sue membra.
La strega delle illusioni tenne la mano della maggiore sotto la sua, raggiungendo con l'altra il volto.

Cerca di stare sveglia, Icy. Se ti lasci andare giuro che trovo il modo di resuscitarti per ammazzarti con le mie mani.”
Cazzo Darcy, così la incoraggi di sicuro.” non avrebbe mai detto di gioire nel sentire la voce di Stormy, che atterrò subito accanto a lei. Le fate, che la stavano seguendo, mantennero la distanza nel toccare terra, ma Darcy poteva ben vedere quanto fossero curiose di sapere cosa fosse successo esattamente.
Falla avvicinare, faremo più in fretta.” disse alla minore, ignorando momentaneamente la sua battuta; quella annuì rapida e si voltò verso Bloom, facendole segno di avvicinarsi. La fulva non esitò neppure un attimo: era stata informata mentre raggiungevano il luogo che, qualsiasi cosa fosse andata storta con l'incantesimo, avrebbe avuto a che fare con il suo potere. Il modo migliore per arginare i danni sarebbe stato strapparlo dal corpo della rivale, come lei stessa ne era entrata in possesso; e di certo non avrebbe storto il naso a ripagarla con la stessa moneta.
Eppure era più che semplice ripicca: se così facendo le avrebbe salvato la vita, non si sarebbe persa a rimarcare la loro posizione da acerrime nemiche.
La principessa di Domino s'inginocchiò a fianco dell'albina, che assottigliò gli occhi.

Stai tranquilla – la rassicurò – sono solo qui per aiutare.” e, voltandosi verso Darcy, le permise di spiegarle cosa dovesse fare. Era una situazione delicata, Bloom lo sapeva bene: pertanto cercò di prestare più attenzione possibile nel seguire i movimenti della strega.
Quando la mano della fata si distese sul suo petto, Icy avrebbe voluto afferrarle il polso e toglierla con un movimento brusco; non voleva in nessun modo essere salvata proprio da lei.
Non voleva esserle debitrice.
Se solo avesse potuto muoversi l'avrebbe spinta lontano; ma, non riuscendoci, si limitò a sopportare il contatto con la fata e la fitta che provò nel sentire il potere staccarsi lentamente dal suo interno. Si sarebbe morsa le labbra, se avesse potuto, per soffocare il dolore in crescendo che l'affliggeva: la Fiamma del Drago s'era già radicata talmente tanto nelle sue membra, che sentiva la magia di Bloom scorticarla.
Avrebbe preferito morire che farsi vedere sofferente dalle nemiche, sua sorella lo sapeva.
Nonostante ciò, non se la sentiva di biasimarla per aver adottato dei rimedi così estremi; a quanto pareva, le importava ancora molto della sua vita.
Quando aveva pianificato l'impresa, Icy non aveva pensato che potesse essere un'opportunità per riallacciare con le sorelle: credeva fermamente di non averne bisogno. Avrebbero trovato Whsiperia pronta per essere ripopolata; forse l'avrebbero cercata e, dopo qualche tempo, ci avrebbero rinunciato.
Qualche goccia di gelido sudore le colò lungo le tempie; il suo petto s'appesantiva ad ogni respiro, come se la fulva stesse facendo un'eccessiva pressione su di lei.

Sei sicura che debba fare così? Sta male.” sussurrò la fata, non curandosi di farsi udire dalla rivale.
Cerca di concentrarti invece di fare domande inutili.” rispose lapidaria Darcy, senza nemmeno degnarla di uno sguardo: stava cercando di mantenere la concentrazione il più possibile anche lei, nonostante la situazione la stesse provando parecchio.
Alle sue spalle, Flora trovò il coraggio di farsi avanti e prendere posto accanto all'amica; l'albina la vide avvicinarsi e pregò di poter sprofondare nel terreno. Per sua sfortuna, ciò non accadde.

Per il dolore posso fare qualcosa io.” ed aspettò un cenno della mezzana prima di appoggiare le dita sulle tempie della maggiore e cominciare ad infondere il proprio potere. In mezzo a tali attenzioni, Icy non poteva dire di sentirsi a suo agio; la sofferenza data dalla separazione dalla forza che aveva così a lungo cercato, e che era essa stessa causa della sua distruzione, andava affievolendosi nell'incantesimo della fata della natura; il suo corpo cominciava a raffreddarsi, tornando alla bassa temperatura che amava vantare ed anche i nervi sembravano ricevere nuovamente gli impulsi di movimento, ma il suo ego stava subendo un colpo dopo l'altro.
Con sua stessa sorpresa l'indebolirsi della Fiamma del Drago otteneva una risposta immediata dalla sua magia, che tornava con prepotenza a riprendersi le sue carni; forse poteva sperare in conseguenze meno drastiche del previsto. Conscia di non dover tenere più alta l'attenzione, permise agli occhi di velarsi di stanchezza: le figure della sorella e delle fate divennero sfocate, mischiandosi con l'azzurro del cielo ed il bianco delle nuvole. Per la seconda volta, lasciò andare un po' l'eccessivo controllo, più per salvaguardarsi che per altro, sciogliendo i nervi sotto le cure che, tutto sommato, la stavano cullando verso la sua salvezza, o verso la sua fine.
Pensando a come preservare il proprio orgoglio, avrebbe preferito quest'ultima.
Si sforzò di non pensar troppo alla situazione in cui si era cacciata, mentre scivolava con lentezza in uno stato d trance: le sue palpebre si stavano chiudendo, se ne accorse appena nel notare la visuale farsi scura.
Non seppe quanto restò così, immobile e concentrata sul suo respiro, nella speranza di riposarsi almeno per un attimo; le sembrò un lasso di tempo interminabile, ed allo stesso modo molto corto.
Percepì le costole allargarsi come quando prendeva un profondo respiro; il suo sangue riprese a ribollire, mentre con un forte, ma breve dolore, la sua schiena s'inarcò. Strinse gli occhi, permettendo a quel potere che aveva gelosamente custodito di tornare dalla sua legittima proprietaria; il suo corpo si accasciò di nuovo, aderente al suolo, e l'albina lo sentì.
Riuscì a sentire di starsi adagiando tra le braccia di un sonno profondo, con ogni probabilità eterno. La sua testa si reclinò di lato, prima di venir afferrata da un paio di mani lisce e calde.
Al contatto, Icy aprì subito gli occhi.

Non addormentarti, potresti morire! Sei ancora debole.” avrebbe voluto fosse stata la sorella, invece a reggerle il viso, con i pollici premuti sui suoi zigomi, era stata Bloom. La strega pensò che peggio di così non sarebbe potuta andare.
Prendendo un paio di respiri, strinse i denti, guardandola dritta negli occhi.

Non toccarmi.” riuscì a sputare rauca, caricando la voce di tutta l'ingratitudine della quale fosse capace.


Quindi è per questo che avete sempre cercato di prendere la Fiamma del Drago.”
Una volta che le acque si fossero calmate e che le streghe fossero state in grado di prendersi qualche attimo di meritato riposo, Musa aveva avuto qualche minuto per guardarsi intorno. Era stata colta di sorpresa da come si fosse preservato l'ambiente, dopo esser stato soffocato per decenni da uno spesso manto nevoso.
Pareva fosse sempre stato pronto ad una rinascita.
Lei, come con ogni probabilità anche le compagne, era rimasta incredula davanti alla scoperta del vero obiettivo delle Trix. In passato aveva creduto che, nella peggiore delle ipotesi, una volta fosse stato realizzato il loro fine la Dimensione Magica sarebbe stata ridotta ad una landa desolata; s'era dovuta ricredere nel vedere un regno così prospero e fiorente riportato alla vita proprio da chi, a detta sua, non sapeva far altro che distruggere.
Doveva esserci una profonda connessione tra le streghe e Whisperia, e nonostante volesse solo rilassarsi dopo un'impresa simile, la fata della musica non era riuscita a frenare la propria curiosità.
Stormy, di fianco a lei, concentrava lo sguardo sul panorama, come a volerne catturare ogni fotogramma.

C'era anche la vendetta, ma sì. Per questo.” affondò le mani nelle tasche dei jeans, voltandosi verso le sorelle per l'ennesima volta: Darcy sedeva accanto ad Icy, sdraiata sulla schiena e finalmente in una condizione stabile; la minore aveva deciso di non svegliarla solo per avere il tempo di decidere quanti schiaffi le avrebbe dato.
Potevate anche dircelo, per una cosa del genere avremmo evitato tante battaglie.” rispose Musa, attirando la sua attenzione.
La strega delle tempeste la guardò, facendo spuntare un sorrisetto sul suo viso.

E poi dove sarebbe il divertimento?” le disse, facendole scappare una risata.
Ora che vi abbiamo 'aiutato' – e mimò le virgolette per evitare discussioni – ci meritiamo di sapere qualcosa di più su tutta questa storia, non credi?”
L'altra alzò le spalle.

Non lo so, fatina. Devo ancora capire se ne siete degne.”
Non avrebbe aperto bocca su niente che non avessero visto: la loro reputazione era stata intaccata a sufficienza dopo quel giorno atipico.
Inoltre doveva prepararsi mentalmente al risveglio della sorella: e non vedeva l'ora di usare il fatto che proprio Bloom l'avesse salvata a suo favore.

































Avvertimenti e condizioni per l'uso:
E' finita anche questa, ed oggi io sono fusissima, quindi vi prego di farmi notare errori che sono sfuggiti anche dopo trecento letture (ho scoperto che non sono mai abbastanza), grazie.
Siamo arrivati alla conclusione, ed io ringrazio molto Ghillyam ed Applepagly (a cui risponderò a breve) per il loro supporto con le stupende recensioni che mi lasciano.
Ad Applepagly: spero ti sia piaciuto tutto il ciclo che trova qui la sua conclusione, spero di aver risposto alle domande lasciate in sospeso ed aver dato una degna forma a sta cosa. So che aspettavi questa conclusione e volevo dartela come regalo di Natale (che festa orribile), ma purtroppo le riletture hanno richiesto più tempo del previsto. Spero che apprezzerai comunque.
Ringrazio infine tutti i lettori silenziosi che sono arrivati fino qui, grazie per la pazienza! Compreso quel pazzo del mio amico che si è preso le vacanze per leggere tutte le mie storie.
Sei fuori, ma ti voglio bene figliuolo.
Alla prossima missione, che uscirà fra qualche anno di questo passo.


Mary

   
 
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