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Autore: Stria93    27/12/2019    4 recensioni
(Fluff invernale in 594 parole)
Dal testo: "L'angelo si voltò verso la camera con aria stupita, dopodiché abbassò lo sguardo sui propri indumenti. - Trovi che mi sia vestito troppo leggero? -
- No, ma dovresti metterti almeno dei guanti, o una sciarpa. So che detesti l'idea di coprire il tuo bel farfallino tartan, ma non voglio vederti tornare mezzo congelato. - "
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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angel

- Devi proprio andare? - domandò Crowley dal letto, imbastendo una voce lamentosa.
Aziraphale era già sulla porta della stanza, intento a infilarsi il cappotto. - Ho paura di sì. - rispose, imboccando una manica e poi l'altra. - Quel libro è praticamente introvabile e non è stato facile rintracciare qualcuno disposto a vendermelo. -
Il demone gettò la testa all'indietro e si lasciò ricadere platealmente sui cuscini vaporosi. - Tu e i tuoi libri! A volte penso che tu tenga più a loro che a me. -
Aziraphale gli indirizzò un sorriso indulgente che però sapeva di scuse. - Ora non fare così, caro. Lo sai che non è affatto vero. -
- Mmh. - mugugnò Crowley, puntellandosi sui gomiti. - E va bene, angelo. Fingerò di crederti. - fece una pausa per osservare la figura di Aziraphale ormai nel corridoio. - Ma almeno mettiti qualcosa di caldo. Fuori si gela. -
L'angelo si voltò verso la camera con aria stupita, dopodiché abbassò lo sguardo sui propri indumenti. - Trovi che mi sia vestito troppo leggero? -
- No, ma dovresti metterti almeno dei guanti, o una sciarpa. So che detesti l'idea di coprire il tuo bel farfallino tartan, ma non voglio vederti tornare mezzo congelato. -
- Ma io non ce l'ho una sciar... -
Crowley non lo lasciò neppure terminare la frase. Scostò le coperte e scese dal letto ancora in pigiama, dirigendosi verso l'armadio. Aprì un'anta e ne estrasse una soffice sciarpona rossa ordinatamente ripiegata.
- Ecco, questa dovrebbe andare. - disse, raggiungendo Aziraphale.
L'angelo pose una mano sull'indumento che Crowley gli tendeva e accarezzò il tessuto morbido prima di prenderla dalle sue dita e svolgerla.
Fece qualche goffo tentativo di indossarla ma era molto lunga e finiva ogni volta per ingarbugliarsi nel complicato procedimento.
Il demone lo squadrò per un po', poi, temendo che l'angelo fosse sul punto di strangolarsi, srotolò la sciarpa dal suo collo e la riavvolse tra le proprie mani con gesti rapidi. - Lascia stare, faccio io. Guarda e impara, angelo. -
Crowley iniziò ad avvolgere il soffice serpentone di lana intorno alle spalle di Aziraphale. L'angelo lo lasciò fare e sentì che le fibre di tessuto erano impregnate del profumo del demone. Inspirò a fondo e quell'aroma famigliare che, unito al tepore e alla morbidezza dello scialle, gli suscitò una straordinaria sensazione di... casa.
A un tratto, il demone si avvicinò per spostare le braccia oltre il capo dell'angelo e incrociare i lembi della sciarpa. I loro visi quasi si sfioravano e Aziraphale ne approfittò per depositare un bacio leggero come un fiocco di neve sulla punta del naso di Crowley, che si bloccò di colpo, allontanando di un poco il volto da quello dell'angelo.
La sua espressione allibita, con la bocca leggermente aperta, le palpebre che sbattevano sugli occhi sgranati e un principio di rossore che iniziava a imporporagli le guance, fece ridacchiare Aziraphale.
- Perdonami, caro. Non ho saputo resistere. -
Crowley si riscosse, deglutì e terminò di sistemare la sciarpa. - Ecco fatto. -
- Ti ringrazio. - sorrise l'angelo, stringendosi nelle spire lanose. - A più tardi. -
- S... sì, a più tardi. - rispose meccanicamente l'altro mentre il Principato gli scoccava un ultimo sorriso luminoso prima di sparire oltre la porta dell'appartamento, le frange della sciarpa che svolazzavano dietro di lui con allegri guizzi rossi.
Il naso gli formicolava deliziosamente, come se l'impronta delle labbra di Aziraphale fosse ancora lì, e Crowley nemmeno si accorse della piega spontanea che gli angoli della sua bocca avevano preso verso l'alto.

  
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