Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: itsg4ia    27/12/2019    2 recensioni
La vita se ne frega se sei stanco, sudato o se arranchi nel tentativo di starle dietro. Va per i fatti suoi, al punto che se provi ad afferrarla non ci riesci e ti illudi di poter decidere per la tua vita ma è la vita che decide per te. Allora Galatea si guardava bene dal non tirare mai troppo la corda, di stare sempre attenta a quello che faceva per non rischiare il suo già precario equilibrio. Ma non sempre ci riusciva. Thomas invece era l'opposto. Innanzitutto non è il tipo che si nasconde, affronta la vita a testa alta e sguardo fiero, ha sempre la risposta pronta e sembra non interessarsi di nessuno. Non ha paura di mostrare al mondo chi è, perché lui è così e non desidera essere nient'altro: ha potuto vedere le più belle maschere e anche svelarne gli intrighi, ha lottato con coraggio contro la vita e ha imparato che questa é fatta di momenti più tristi che felici e che non si può controllare, ma si può vivere al meglio. E nel modo più intenso possibile. Perché non si può annientare il dolore, ma ci si può convivere. Ciò che conta è provarci.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tendiamo a indossare maschere che possano aiutarci ad andare avanti, ma allo stesso tempo essere invisibili. Ogni mattina scegliamo quale maschera indossare e spesso nel corso della giornata le cambiamo adeguandoci alla persona che abbiamo davanti. Forse per puro desiderio di piacere. Forse perché, a volte, è meglio non mostrare ciò che gelosamente nascondiamo per non permettere di distruggere quella piccola fiamma che ognuno di noi ha dentro di sé. E' un fuoco lieve, certo, ma c'è. E deve essere alimentato. Come quando durante la notte di San Lorenzo arrivava il momento di accendere il fuoco e andavi alla ricerca di pezzi di legno robusti, e non esili ramoscelli che bruciavano troppo velocemente, ma puntualmente non ne trovavi abbastanza ed eri costretto durante la serata ad alimentarlo continuamente. Ma lo facevi, con la consapevolezza che quello era un fuoco destinato a scaldarti in quella notte magica e a spegnersi man mano con il sopraggiungere del mattino. 

 

Ecco, noi siamo proprio come quella fiamma lieve che deve essere alimentata, altrimenti non ne resta altro che cenere. Galatea, la protagonista della nostra storia, lo sa bene. Sa bene che "nel lungo cammino della vita incontrerai tante maschere e pochi volti" e sa bene che quando lo spettacolo finisce e il sipario si chiude, le maschere sono destinate a cadere. Ma non sapeva che sarebbe stato un ragazzo conosciuto per uno strano gioco della vita -che muove i fili e ci mette davanti persone destinate a cambiarci profondamente- ad irrompere nella sua quotidianità e a distruggere tutte le sue maschere, dandole la possibilità di ardere di passione bruciante per la vita, come quegli incendi che divampano senza controllo e distruggono tutto. Ma poi si calmano. Il fuoco è destinato a spegnersi, certo, ma la fiamma non si esaurisce mai. 

Quando Galatea incontrò Thomas per la prima volta, era una mattina di dicembre e le temperature rigide rendevano tutti un po' tristi, avvolti in cappotti pesanti, con cappello e sciarpa che coprono il volto e un freddo che fa compagnia a quello nel cuore. Dicembre poi è un mese malinconico. E' il mese del Natale, dei sorrisi, della famiglia, ma anche delle mancanze, della fine. E' il mese che accompagna verso la fine di un anno bello, forse brutto, certo intenso, mai scontato, che nel bene o nel male lascia sempre qualcosa. E' quindi un mese di sintesi di quello che c'è stato e di preparazione per quello che sarà. Di certo è un mese magico, immerso in una certa dimensione fiabesca data dalle mille luci e colori che illuminano la città; dalle melodie natalizie che invadono le strade all'odore di dolci e zenzero che si respira nell'aria e quella sensazione di pace ed attesa, in bilico tra ciò che sei stato e quello che sarai. 

Galatea ogni anno aspettava il mese di dicembre e puntualmente scriveva una lista di cose che avrebbe voluto fare, ma che aveva sempre rimandato, sperando di trovare il coraggio di affrontare le sue paure. Chissà se tutte le sue aspettative, nel corso degli anni, sono state realizzate... Quello che so per certo però è che quando incontrò per la prima volta Thomas era dicembre e il loro primo incontro non fu uno dei più belli. Thomas era l'esperto di teatro che avrebbe curato la rappresentazione scolastica del Liceo Classico Giulio Cesare, Galatea la professoressa incaricata di affiancare l'esperto nella realizzazione dello spettacolo.

E come chi sa che è sbagliato ma lo fa comunque, Galatea quella mattina si svegliò di buon'ora e dopo il solita caffè del risveglio scelse quale maschera indossare. Non è una scelta facile: ci vogliono perfetti, impeccabili, sempre sorridenti. Tutti uguali. Non possiamo essere stanchi perché "non fai niente tutto il giorno", non possiamo essere tristi altrimenti "sei la vittima", non possiamo essere arrabbiati perché "non ci sei solo tu". E allora arriva il momento di scegliere e tu non sai se essere spavalda, intelligente, timida, distante, educata ma maliziosa, attraente ma non troppo. Il problema delle maschere è che quando inizi ad indossarle non riesci più a smettere perché scopri che alla fine ti piace quella sensazione di potere che credi di possedere, quella sfrontatezza necessaria ad affrontare il mondo. Ma così rischi di perdere la tua vera essenza.

Galatea si chiedeva spesso chi fosse davvero: si guardava allo specchio e non riusciva a riconoscersi, in bilico tra un lavoro che non la soddisfaceva completamente e una solitudine con cui oramai aveva imparato a convivere, e si chiedeva cosa fosse rimasto di quella ragazza, ormai trentenne, piena di sogni e speranze per il suo futuro. E mentre guardava i suoi occhi stanchi attraverso lo specchio decise quale maschera indossare: quel giorno avrebbe dovuto dare il meglio di sé ed essere pronta a tutto. 

Aveva finalmente ottenuto il permesso dal dirigente scolastico della sua scuola per finanziare il laboratorio di teatro, un progetto che aveva sempre sognato di realizzare fin da bambina e sui cui aveva investito tempo ed energie, ma Donato Tondi aveva ceduto alle richieste della bella insegnante a patto che venisse aiutata da un esperto del settore, un certo Thomas Helby, che avrebbe accompagnato la donna "nella difficile impresa di controllare un gruppo di giovani aspiranti attori e mettere in scena uno spettacolo di tutto rispetto per dare lustro alla scuola". Ripensando a quel pomeriggio in cui quell'uomo l'aveva umiliata credendola incapace di dirigere autonomamente un progetto e affibbiandole un uomo al solo scopo di controllarla, si arrabbiò al punto che indossò il sorriso più falso che possedesse e uscì di casa con occhi alteri e impassibili, ma con il cuore invaso dalle fiamme. Pronta ad affrontare a testa alta quel Thomas Helby, che ancora non conosceva, ma che già le stava tremendamente antipatico. 

 

Una volta raggiunto l'edificio scolastico, Galatea parcheggiò la macchina nel parcheggio riservato ai docenti e ammirando l'immensa struttura della sua scuola, decise di farsi coraggio e concludere quella giornata nel miglior modo possibile. Si diresse a passo spedito nell'aula docenti, fermandosi durante il tragitto a salutare i suoi studenti che si preparavano ad affrontare le prime lezioni di quel lunedì mattina. Mentre guardava i giovani ragazzi chiacchierare in giro per l'edificio, altri studiare prima dell'interrogazione, altri ancora a copiare compiti e appunti, non riuscì a far a meno di sentire un calore avvolgerle il petto. Anche lei era stata una di loro dieci anni prima e ricordava perfettamente come si sentisse prima di un'interrogazione o di un compito in classe, oppure quando lei e le sue amiche di quel tempo speravano di far breccia nel cuore del ragazzo più bello dell'istituto. Ricordando i bei momenti vissuti pochi anni prima ma che adesso sembravano così lontani, Galatea non riuscì a non commuoversi. Anche lei era stata un'adolescente, una sognatrice... fin da bambina aveva sempre amato le materie umanistiche, non a caso anche lei aveva frequentato il liceo classico e aveva proseguito con una laurea in Lettere e Filosofia, coltivando il sogno che prima o poi sarebbe riuscita a diventare una scrittrice e che avrebbe vissuto soltanto di emozioni e parole. 

Alla fine però, i suoi sogni con il procedere incessante del tempo le sembrarono irrealizzabili e dopo la laurea aveva deciso di mettere da parte, anche se a malincuore, i suoi desideri e di tentare la strada dell'insegnamento. E adesso si ritrovava a trent'anni, a svolgere una professione che non aveva mai considerato in passato e che nonostante fosse solo un ripiego, alla fine aveva finito con il piacerle. Certo non sempre è facile gestire classi pieni di ragazzi nel pieno dell'adolescenza, con i loro malumori e paure, ma anche con i loro desideri e ambizioni: non è facile, ma qualche volta ne valeva la pena.

Come quel giorno, quando avrebbe potuto finalmente dedicarsi ad un piccolo sogno nel cassetto, mettendo in scena un breve spettacolo ispirato al celebre romanzo di Luigi Pirandello "Uno, nessuno e centomila" in cui vengono affrontati i temi più cari all'autore, l'identità e la solitudine dell'uomo, quando il protagonista Vitangelo Moscarda giunge ad una terribile verità: gli altri ci vedono in modo diverso da come ci vediamo noi stessi. Questo libro aveva accompagnato la giovane Galatea fin dall'età di quattordici anni, quando sua madre gliel'aveva regalato prima di iniziare il liceo, e nel corso degli anni quella copia era stata custodita gelosamente e riletta più volte, al punto che ormai sentiva che quel romanzo fosse completamente suo, anche se al contrario del protagonista, lei non voleva essere vista per com'era davvero; per questo ogni giorno indossava una maschera diversa per preservarsi, ma non sapeva che in questo modo avrebbe finito per perdersi completamente.

Persa nei suoi pensieri, Galatea raggiunse l'aula in cui quel giorno avrebbe incontrato tutti gli alunni che avrebbero preso parte al progetto: era il 6 dicembre ed entro due settimane la scuola avrebbe chiuso per le festività natalizie, ma la donna ci teneva ad iniziare a lavorare, approfittando così anche di quei giorni in cui i ragazzi erano più liberi da compiti e ansie pre interrogazioni e avrebbero quindi potuto dedicarsi alla magnifica arte del teatro. Mentre sistemava i banchi in fondo all'aula e disponeva le sedie a cerchio, non si accorse che qualcuno era entrato nell'aula fin quando non sentì un colpo di tosse provenire da dietro le sue spalle e si girò di scatto, pronta ad iniziare, ma le parole le morirono in gola. Non erano i suoi studenti, ma un uomo alto e robusto, che la guardava con divertimento appoggiato allo stipite della porta e Galatea capì. Quell'uomo era Thomas Helby! Avrebbe dovuto immaginare che ci sarebbe stato anche lui... ma aveva sperato che almeno quel buono a nulla del dirigente scolastico la ritenesse abbastanza in gamba da accogliere da sola i suoi ragazzi. E invece, ancora una volta, era stata ritenuta incapace di svolgere il suo lavoro e avrebbe dovuto imparare a lavorare insieme a quell'uomo. 

Così, dopo un primo momento di smarrimento, Galatea indossò un sorriso ingannevole e a testa alta andò incontro all'esperto di teatro, porgendogli la mano.

"Buongiorno, lei deve essere il mio assistente! Prego, si accomodi. Non stia fermo sulla porta." Iniziò la donna. "Sono la Professoressa Galatea Mariani, docente di storia e filosofia." Si presentò, scrutando l'uomo per tentare di capire che tipo fosse.

"Lieto di conoscerla professoressa! Sono Thomas Helby e sono stato incaricato dal signor Tondi di controllare che tutto proceda liscio. Mi dispiace deluderla, ma non sono un assistente. Non il suo perlomeno. Sono qui per lavorare con i ragazzi e aiutarli a comprendere cos'è davvero il teatro..."

Galatea si indispettì nel sentire le parole di Thomas, credeva forse che lei non sapesse cosa fosse il teatro? O che non potesse occuparsi dello spettacolo? O forse credeva di essere migliore di lei, solo perché era un attore di successo e un regista altrettanto bravo ... ma si sbagliava! La professoressa non avrebbe permesso a nessuno di rovinare il progetto a cui lavorava da una vita e se questo Thomas pensava di essere lì per istruire lei e i ragazzi su cosa fare e cosa non fare, come il burattinaio tiene i fili delle sue marionette facendo far loro ciò che più gli aggrada, avrebbe capito presto che con Galatea non ci sarebbe riuscito.

E mentre finalmente suonava la campanella e i ragazzi iniziarono a prendere posto in aula, Galatea giurò a se stessa che non avrebbe permesso a quell'attore da strapazzo di dominare la scena, che non si sarebbe preso i meriti per un progetto grazie a lei, e che si sarebbe pentito amaramente di aver accettato quel lavoro.
 

Fin da bambino, Thomas era sempre stato un bambino attento e curioso, con lo sguardo furbo e due occhietti vispi e luminosi. Crescendo, non ha mai perso quella luce negli occhi, nonostante più volte in passato avesse perso la voglia di andare avanti. Ciò che lo portava a stringere i denti e a resistere era il ricordo di suo padre, che era sempre stato malato fin da che ricordava, ma che ogni giorno, nonostante le sofferenze della malattia, ringraziava Iddio per la vita che aveva vissuto e affrontava con fermezza e coraggio le intemperie della vita. Ripensando a suo padre, gli scappò una lacrima. 

Quel giorno avrebbe dovuto iniziare il suo nuovo lavoro: era stato scelto per dirigere lo spettacolo teatrale di una scuola della città e sperava che almeno questa fosse la volta buona. Dopo un'intensa carriera teatrale, prossimo ai quarantadue anni, aveva dovuto ripiegare su lavoretti secondari: ormai il teatro aveva perso la bellezza che aveva un tempo, oscurata dal cinema e dalla televisione, e Thomas non si sarebbe mai piegato a recitare in una banale telenovela o prendere parte a un programma tv. Avrebbe potuto, però. Era ancora un uomo affascinante, dai lineamenti delineati e una leggera barba che gli copriva il volto, dallo sguardo attento e sincero come quando era bambino e, proprio per questo, non avrebbe mai rinunciato alla sua anima. Non avrebbe mai rinunciato alla vita. Bisogna vivere per la vita e vivere della vita. Se ci pensate, è davvero così. Bisogna solo trovare qualcosa per cui lottare e aggrapparsi a essa. "Puntare in alto, oltre le nuvole." Ma per prendere il volo è necessario alimentare il motore. Il nostro motore è la nostra anima, che va preservata e alimentata e, quella di Thomas era viva solo grazie alla parola che è personificata ed entra a contatto con il pubblico, coinvolgendolo nella scena e facendolo entrare a contatto con la realtà, con tutte le sue sfaccettature, e accettarla per quello che è, cioè inalterabile. 

Sicuro delle sue idee e delle sue capacità, si assicurò di aver preso tutto ciò che gli sarebbe servito per la lezione e si diresse nell'aula in cui si sarebbe svolto il primo incontro con una certa professoressa Mariani, che avrebbe dovuto affiancarlo nel lavoro e di cui non conosceva né il volto né le idee. Giunto davanti all'aula si accorse che questa era già occupata da una donna, intenta a sistemare sedie e banchi che, presa com'era da ciò che stava facendo, non si era accorta del suo arrivo. Si prese un momento per ammirarla. Era sicuramente più giovane di lui, con lunghi capelli biondi raccolti sul capo, un fisico minuto e un'espressione vulnerabile. Era lì, riusciva addirittura a sentire il suo profumo leggermente fruttato, ma era come se lei non ci fosse, distratta da chissà quali pensieri, e sentì l'esigenza di richiamarne l'attenzione. La ragazza si girò di soprassalto e Thomas non riuscì più a vedere quell'espressione fragile e indifesa e quello sguardo inquieto che un attimo prima gli oscurava il viso... adesso vedeva soltanto un volto dai lineamenti rigidi e lo sguardo sicuro, vedeva una donna forte, capace di padroneggiare qualsiasi situazione. Galatea Mariani disse di chiamarsi, mentre appellandolo come semplice assistente, lo invitava ad accomodarsi e Thomas, sapete, non riuscì a fare a meno di stuzzicarla. 

Aveva capito subito il suo gioco, gli era bastato osservarla pochi secondi per capire che la sua era solo finzione. E che quell'espressione superba altro non era altro che una maschera. La maschera del controllo. Come se si potesse controllare la vita... D'altronde lui era bravo nell'indossare maschere, le aveva provate tutte perché per un po' puoi diventare qualcun altro, puoi essere nei suoi panni, pensarla in modo diverso, provare cose nuove. Le maschere sono l'altra faccia dell'umanità. "Quando l'uomo agisce, è una marionetta", diceva Oscar Wilde, "quando descrive, è un poeta". Io aggiungerei che quando l'uomo vive è un poeta, un'artista, un pittore, un architetto... E Thomas era un'artista, bravissimo nell'indossare maschere ma altrettanto bravo a farle cadere e a lasciar spazio al suo vero io, per non cadere in un baratro senza via di uscita che avrebbe annientato la sua identità. Perché non serve nascondersi, cercare di passare inosservati e desiderare di controllare le emozioni e i sentimenti, non puoi sfuggire alla vita. E allora tanto vale godersela appieno, nutrendosi di essa, respirandola a pieni polmoni e non nascondere il dolore dietro un sorriso di circostanza, ma affrontarlo e imparare ad amarlo. 

Il suono della campanella mise una pace momentanea tra i due: gli studenti affollavano l'aula mentre Galatea continuava a rivolgere a Thomas uno sguardo di sfida, nel frattempo che questi, dopo aver rivolto un simpatico occhiolino alla sua nuova collega, si preparava a presentarsi alla classe. Visti da fuori, quei due sarebbero potuti sembrare distanti anni luce: lei una donna schiva e resa dura e arida dalla vita, lui un sognatore, un'anima pura, amante della natura e di tutto ciò che esiste ed è. In un mondo in cui tutti indossano maschere, Thomas spiccava per la sua autenticità e forse era proprio la sua sincerità d'animo a indispettire Galatea, che da molto tempo la sua anima non la sentiva più.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: itsg4ia