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Autore: lmpaoli94    27/12/2019    1 recensioni
Dopo molti anni passati a guidare un Regno in una moltitudine di guerre che sembravano non avere fine, Artù si apprestava ad abdicare il trono per far spazio ad un individuo misterioso che avrebbe condotto il popolo verso vittorie agognate per un futuro prospero.
Ma il vecchio Artù non poteva mai immaginare che il nuovo Re sarebbe stato un impostore da non sottovalutare…
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sentiva mancarsi le forse ogni giorno che passava.
La vecchiaia era giunta togliendogli quasi tutto lo spirito che possedeva in gioventù.
La morte era vicina, ma Artù non voleva darsi per vinto.
Avrebbe combattuto e difeso il suo regno fino alla morte, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze.
“Ho bisogno di qualcuno che mi possa appoggiare. Ma chi? I miei consiglieri mi hanno tolto le spalle consigliandomi di farmi da parte e lasciare il mio regno che ho difeso con il sangue ad uno sconosciuto qualunque. Ma non accetterò mai questa fine. Nemmeno se non ci fossero altre possibilità. Il Regno verrà distrutto con me dentro. Questa è la mia volontà.”
Aveva sempre ripetuto al suo popolo e ai suoi consiglieri che non avrebbe mai abdicato, nemmeno se gli avessero promesso di rimanere a salvaguardare il regno.
Lui voleva essere in prima fila, come ha sempre fatto.
Ma ogni giorno che passava, i suoi problemi aumentavano sempre di più.
Gli invasori e i nemici del Re erano pronti per colpire il suo Regno in ogni momento, mettendo a dura prova il suo esercito che diminuiva sempre di più.
“Maestà, stiamo rischiando di rimanere senza difese. Dobbiamo arrenderci.”
“Non se ne parla nemmeno” aveva risposto Artù ad uno dei suoi consiglieri “Combatterò io in prima linea. Fosse l’ultima cosa che faccio.”
“Maestà, non siete in grado. È troppo pericoloso.”
“E chi l’ha detto? Ho combattuto guerre molto peggiori. Quei barbari non mi fanno paura.”
Tutto questo era successo all’incirca cinque anni fa’ e anche quella volta Artù, con i suoi pochi uomini, erano riusciti ad avere la meglio contro 10.000 anime.
“Le guerre non si vincono con gli uomini, ma con le strategie. Me l’ha insegnato Merlino.”
Già Merlino, ma che fine aveva fatto?
Da quando Artù era diventato Re, il vecchio mago si era ritirato a vita privata con il suo Anacleto ad Honolulu, senza mai fare più ritorno.
“Ormai sono quasi passati più di sessant’anni. La mia speranza di rivederti si è affievolita, Merlino… Ma continuerò sempre a combattere. Quell’istinto non me lo porterà via nessuno.”
E difatti stava ancora continuando a combattere nonostante le intemperie di corte.
Per quanto tempo il vecchio Artù sarebbe sopravvissuto?
< Maestà, posso disturbarvi? >
< L’hai già fatto, Sir Robert > rispose il Re con voce grave < Che cosa ti porta qui nella sala del trono? >
< Non so se per voi è una brutta o buona notizia maestà, ma credo che i consiglieri abbiano trovato un degno sostituto che prenderà il suo posto il mese prossimo. >
Ma Artù non rispose, facendo finta di nulla e continuando a fissare la vetrata.
< Maestà, avete sentito quello che vi ho detto? >
< Ho sentito benissimo, Sir Robert. Non sono né sordo, né sciocco e né stupido. >
< Maestà, non ho mai pensato tutto ciò… >
< Certo, come no… E sentiamo, da dove proviene il mio successore? >
< Fa parte del vostro Regno e ha vent’anni. Però ignoro ancora il suo nome. >
< Un ventenne che prende il mio posto? Ma non sa nemmeno come si guida un regno. >
< Nemmeno voi quando siete salito al trono sapevate come guidare un regno, maestà. >
Appena Artù si girò verso il suo consigliere, quest’ultimo capì di essere stato inopportuno.
< Maestà, non volevo mancarvi di rispetto… >
< Ma l’avete fatto. E non siete né il primo e né sarete l’ultimo… Vi siete tutti messi contro di me. E per cosa? Perché sono vecchio? Avete ragione: io sono vecchio! E non mi vergogno di ammetterlo! Però c’è una bella differenza tra essere vecchi ed essere inutili. >
< Maestà, se mi lasciaste spiegare… >
< Avete già parlato fin troppo, Sir Robert. Perché non tornate da quelle sanguisughe che ho per consiglieri e mandate avanti voi il Regno al posto mio visto che siete molto bravi? Avanti. Gli invasori si burlerebbero di voi e vi impiccherebbero una volta che il Regno cadrà. >
Non riuscendo a rispondere alle frecciate del suo Sovrano, Sir Robert si ritirò con la testa china.
“Questo consiglieri hanno rovinato i miei ultimi anni del Regno. Ma anche se le energie stanno venendo meno, non gli darò questo tipo di soddisfazione. Mai.”
Per Artù fissare il trono in cui aveva seduto per più di mezzo secolo era diventato una cosa quotidiana ma nell’ultimo periodo insopportabile.
“Questo trono appartiene a me più di chiunque altro. Non posso lasciarlo al primo che capita. Nemmeno se fosse il condottiero più bravo del mondo.”
Ma i suoi pensieri furono ancora interrotti da un altro dei suoi consiglieri.
< Sir Matthew, anche voi siete venuto a deridermi per la mia vecchiaia? >
< Non potrei mai, maestà. >
< Sareste il primo, sapete? >
< Noi non penseremo mai di mancare di rispetto alla maestà vostra. >
< Però continuate a farlo… Ma non vi preoccupate. Non gli do minimamente peso… Che cos’avete da dirmi? >
< Maestà, il nuovo condottiero di Camelot vorrebbe conoscervi personalmente il prima possibile, se voi acconsentite a questo desiderio. >
< Ho forse altra scelta, Sir Matthew? >
< C’è sempre una scelta, maestà. Potete anche non vederlo mai in vita vostra. >
< Sarebbe da maleducati, non credete? Perché io mi dovrei umiliare dinanzi ad un condottiero giovane e pieno di vita? Sarebbe da sciocchi, non credete? >
< Maestà, qualora voi crediate sia meglio non saperne nulla, noi del consiglio appoggeremo questa vostra scelta. >
< Sarebbe la prima volta che fareste ciò, sapete? Comunque non temete. Conoscerò il mio presunto successore… Ma questo non vuol dire che gli darò il mio trono e il mio Regno. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Maestà, sinceramente non so cosa pensare… >
< Vi confesso una cosa, Sir Matthew: se qui in nostra compagnia ci fosse il più grande mago di tutti i tempi, i vostri sotterfugi maligni finirebbero all’istante… Ma purtroppo, come ho detto prima, vi siete coalizzati contro di me. >
< Maestà, noi… >
< Adesso finiamola con le discussioni. Devo vedermi con i cavalieri della tavola rotonda. >
< A proposito dei cavalieri, credo che alcuni abbiano rifiutato l’invito, maestà. >
< E perché avrebbero fatto una cosa così meschina? >
Ma Sir Matthew non voleva parlare per non mettere di mezzo i suoi superiori.
< Parla! O ti taglio la lingua! >
< Sono i vostri consiglieri superiori che hanno obbligato i vostri cavalieri a non presentarsi oggi. Hanno pensato che sarebbe stato meglio fare da soli. >
< Vogliono impedire anche me di andare al consiglio? >
< No, non potrebbero mai… >
Mentre la rabbia stava aumentando sempre di più, Artù impugnò la sua spada che aveva tolto dalla roccia ormai tanti anni fa’.
< Questa spada sembra non avere più valore… Ma per me conta più di qualsiasi altra cosa… Conducimi dai miei consiglieri. >
< Maestà, io non so se è una buona idea… >
< Hai forse paura di loro, Sir Matthew? >
< Non ho detto questo, maestà. >
< Ma lo lasci ad intendere… Comunque non ti preoccupare. Sei sotto la mia personale protezione. È giunto il momento che i loro misfatti per tramare alle mie spalle finiscano alla svelta, altrimenti la situazione mi potrebbe sfuggire di mano personalmente. >
< Maestà, con tutto il dovuto rispetto, credo che stia già accadendo. >
< Sì, hai ragione. Hanno troppo potere… Ma il loro potere presto finirà. >
   
 
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