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Autore: GladiaDelmarre    28/12/2019    5 recensioni
Scritta su Obbligo di Dakota per il gioco di "Obbligo Verità o Salvataggio" di Il giardino di EFP.
Un momento dolceamaro tra due giovani FP e Fred Andrews, tra il Natale e il Capodanno dei loro 13 anni.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tredici anni sono pochi per passare le feste di Natale fuori casa.

FP è stato sbattuto fuori di casa proprio quella mattina, e suo malgrado si trova a ringraziare che sia successo oggi e non proprio il giorno di Natale. Come se ci fosse qualcosa da ringraziare poi.

 

Calcia la neve con rabbia, perchè è tutto quello che può fare.

 

Si trova a camminare per le stradine tra le case di Riverdale, cercando quelle meno battute perchè non ha voglia di farsi vedere solo in quel modo, come un randagio, abbandonato. Ma in fondo è quello che è: un randagio senza arte né parte, che finirà male, esattamente come gli ripetono tutti, per primo suo padre.

 

Non si accorge del ragazzo che gli sbatte contro finchè non si trova col sedere per terra in mezzo alla neve, aggrovigliato insieme all'altro che gli è caduto sopra.

 

Fred Andrews.

 

“Che diamine ci fai qui Fred? E' mattino presto!” gli dice.

“La stessa cosa che ci fai tu qui, cammino”,

“Non credo proprio” gli dice FP indignato, spostandolo e alzandosi per scrollarsi di dosso la neve, con un'espressione aggressiva sul volto.

“Davvero?” dice l'altro, tirandosi su a sua volta, pronto a combattere.

 

Tredici anni sono pochi, se sei arrabbiato col mondo e coi genitori che non ti capiscono.

 

Per una volta è FP a capitolare per primo.

 

“Mi hanno cacciato di casa. Un'altra volta”. Scrolla le spalle, quasi accettando quel destino. Non è che un ragazzo, e tredici anni sono davvero troppo pochi per tutto quello che deve sopportare. Cela tutto dietro a un sorriso storto, che dalla bocca non arriva fino agli occhi. Ci si sta mascherando dietro, come decine di altre volte. Fred lo sa che non sta sorridendo davvero, conosce i suoi occhi quando giocano insieme, quando devono imporsi di smettere di ridere altrimenti gli verranno i crampi alla pancia.

 

Immediatamente si pente di essere stato aggressivo, si pente di aver pensato che la sua litigata futile col padre potesse stare al pari con quelle di FP e della sua famiglia.

 

“Che è successo a te?” gli chiede FP, affondando le mani nelle tasche.

“Niente... Beh mi sono svegliato presto e volevo fare una passeggiata” mente. Lui ha un padre che forse non è perfetto, ma che lo ama. E questo lo si vede in piccoli dettagli. Dalle scarpe vecchie di FP, inadatte alla neve, comparate con i suoi scarponcini ben ingrassati. Si vede dalla poca cura che FP ha per se stesso: non è mai sicuro di sé, crede di non valere abbastanza e aggredisce gli altri come reazione iniziale a qualsiasi cosa perchè quella è la sua dinamica familiare: semplicemente, non conosce altro. Fred va oltre tutto questo: è un ragazzo sensibile anche se ancora giovane e non si cura dei moti di rabbia dell'altro, perchè sa che, quando possibile, quella viene compensata da altrettanti sorrisi. Se solo si ha la pazienza di attendere.

 

Camminano insieme ora. Le braccia si sfiorano e iniziano a darsi sciocche gomitate per darsi fastidio a vicenda. Fred corre più avanti e quando si gira, una palla di neve gli arriva proprio al centro del petto. Si affretta a lanciarne un'altra, a sua volta. Battagliano per minuti interi, ore forse, e ridono, dimentichi di qualunque altra cosa.

 

Alla fine, se hai tredici anni, puoi dimenticare ogni tanto il male del tuo piccolo mondo, e lanciarlo lontano insieme ai sassi su uno stagno ghiacciato per sentire il rumore di ritorno. Oppure puoi annegarlo di risate fino alle lacrime, quando hai un amico che te le strappa fuori a forza.
Passano le ore, semplicemente, e due ragazzi di tredici anni alla fine si accorgono che non è così male essere fuori casa in quel modo, anche se fa freddo. Anche se hanno entrambi fame, adesso.

 

Si avviano insieme, spalla a spalla, di nuovo verso il centro.

 

“Pranzi da noi?” dice Fred, con un sorriso acceso sul volto arrossato dal freddo.

FP accetta, annuendo.

 

Forse non è più Natale, ma questo è molto meglio.

 

   
 
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