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Autore: hilaros    28/12/2019    3 recensioni
{TROS SPOILER}
Storia ambientata dopo la fine de L’ascesa di Skywalker.
La Resistenza ha vinto contro il Primo Ordine, e l’imperatore Palpatine è stato sconfitto.
Mentre Ben viene nuovamente schiacciato dalle sue scelte e dai suoi pensieri, la giovane Rey continua il suo percorso da Jedi.
Ma una nuova minaccia sta covando dietro l’angolo.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autrice: Ciao a tutti! Eccomi tornata con il quarto capitolo di questa long ^^. Long a cui mi sto particolarmente e lentamente affezionando, e che tenterò di finire nel migliore dei modi e seguendo alla perfezione la storia che mi sono già prefissata in testa. Ma sentiamo il mio collega che cos'ha da dire a riguardo!

C3PO: *dopo aver letto il quarto capitolo* Sembra che Ben Solo assomigli davvero molto a padron Han, in questo capitolo!

Oh beh, il nostro Ben sta pian piano cominciando il suo cammino per la redenzione, e quale modo migliore esiste, se non quello di pescare lentamente ed uno alla volta, tutti gli aspetti genetici che lo caratterizzano? Ma evitiamo di spoilerare, 3PO. In fondo, poi che divertimento ci sarebbe?
Ringrazio ancora tantissimo tutti voi per le recensioni che mi state lasciando! Capita che non risponda, molte volte, ma vi assicuro che le leggo sempre(anche più di una volta loool), e mi fanno davvero molto piacere, che siano critiche, che siano complimenti, o che siano commenti neutri. Vi adoro, davvero!

C3PO: E continuate così, mi raccomando! OH, R2 CHE SUCCEDE? STIAMO PER ENTRARE IN SCENA ANCHE NOI DUE? E QUANDO? *corre via con R2*

Buona lettura! ^^

~~

 

La Base Ribelle. Già, come aveva fatto a non pensarci prima?

Certo, stava rischiando, questo era un particolare che aveva valutato immediatamente, anche prima di cambiare rotta proprio in direzione della propria destinazione.

Ma come poteva prendere in considerazione il rischio, quando la posta in gioco si chiamava Rey Palpatine? 

Palpatine... era incredibile.

Come avesse fatto quel mostro orripilante anche soltanto ad innamorarsi di una donna fino al punto di far dei figli con lei, rimaneva un mistero. Ma, almeno, quel suo lato che nessuno probabilmente conosceva, gli aveva dato Rey. Ed aveva rovinato quel bastardo per sempre.

Come si soleva dire, due piccioni con una fava, giusto?

Si guardava intorno, Ben, mentre guidava la propria nave. Era così bello vagare nell’universo e non veder nessuno combattere. Quella situazione gli dava un senso di pace... quel senso di pace che non aveva mai provato in tutta la sua vita. 

Non aveva fatto altro che combattere, ogni giorno, ogni minuto... tutto tempo sprecato. Tempo che avrebbe potuto passare insieme alle uniche due persone che, nonostante le sue azioni, non avevano mai smesso di credere in lui. 

I suoi genitori.

Prima che morisse, non aveva neanche salutato sua madre, non l’aveva mai vista di persona, mai, se non con l’utilizzo della forza. 

Era uno stupido. Uno stupido e anche un bastardo.

Non capiva perché la grazia fosse stata concessa a lui e non a Leia, non a sua madre, a colei che gli aveva voluto bene nonostante tutto, nonostante lui non gliel’avesse mai dimostrato... non gliel’aveva mai neanche detto. 

Ma ora, Ben sapeva che cos’avrebbe dovuto fare. Anche se ancora non sapeva se avrebbe avuto la forza di farlo.

 

Il flusso dei suoi pensieri si interruppe quando, proprio di fronte ad i suoi occhi di cenere, non si palesò proprio il luogo che stava cercando: il pianeta della Base Ribelle.

Finalmente era arrivato a destinazione, doveva solamente trovare una strategia per non farsi abbattere non appena messo piede lì sopra. Di sicuro, la sua presenza non sarebbe stata apprezzata, tantomeno da coloro che aveva fatto soffrire più di tutti.

Sperava soltanto che Rey fosse lì, e che non si fosse sbagliato clamorosamente.

Poi, appena un attimo prima che si decidesse ad entrare in fase d’atterraggio, lo vide: il Millennium Falcon.

Rey si trovava su quella nave, ne era più che sicuro.

Stava tornando anche lei... stava tornando, come se avesse capito che si sarebbero finalmente ritrovati lì. Lì, dove lui non avrebbe mai dovuto mettere piede. Lì, dove forse, finalmente, tutto sarebbe potuto ricominciare.

Così, senza aspettare oltre, l’ex Leader Supremo si adoperò per essere il più veloce possibile e, come se una scintilla gli si fosse appena accesa negli occhi, iniziò ad atterrare, entrando velocemente nell’atmosfera di quel pianeta pieno di verde e di natura. 

Non credeva di aver mai visto tanta vegetazione in vita sua. Era ovvio che avessero scelto quel luogo proprio per potersi nascondere nella natura, se fosse stato necessario.

 

Nel momento in cui finalmente mise piede a terra, poté sentire tutt’intorno a sé un’atmosfera di serenità. Quello era il pianeta sul quale sua madre era morta, poteva sentirlo, poteva percepirlo.

Una nota di amarezza si fece largo nei suoi pensieri, mentre si addentrava in una delle tante foreste verdeggianti, alla ricerca di qualche gruppo di persone. Una volta trovati gli altri ribelli, avrebbe trovato anche Rey.

Era totalmente disarmato, e sapeva cos’avrebbe significato questa sua condizione, ma a lui non importava: avrebbero potuto fargli di tutto, d’altronde se lo meritava... l’unica cosa che gli interessava, era riunirsi con Rey.

Ed eccoli lì, finalmente, i gruppi di ribelli.

C’era una certa confusione, in giro. Nessuno sembrava accorgersi della sua presenza, mentre si trovava dietro ad un albero, ad osservarli: c’era chi curava i feriti, chi cercava di ristabilire l’ordine, chi rideva e festeggiava per la vittoria... eppure, ovunque guardasse, persino sulle barelle di feriti, poteva sentire serenità e pace.

Erano felici che la guerra fosse finita; erano felici che, presto, tutto quello sarebbe diventato soltanto un ricordo da condividere con i posteri.

Non sapeva se quello fosse effettivamente il momento di uscire allo scoperto, ma se non l’avesse fatto, come sarebbe riuscito ad incontrarsi con lei? Come avrebbero fatto a ricongiungersi?

No, doveva farsi vedere, non importava cosa gli sarebbe successo.

Prese un bel respiro. Poi, tentando di calmare il battito impazzito del suo cuore, ricominciò a camminare in direzione del gruppo.

 

 

«Cosa?!»

 

Non si era spostato di lì, Finn. Aveva fatto esattamente ciò che gli aveva chiesto di fare Poe: era rimasto con gli altri in veste di generale, aiutando i medici a curare i feriti ed offrendo acqua e cibo a chiunque ne avesse bisogno. Si dovevano ancora tutti riprendere dal grande scossone che la guerra aveva portato, e lui doveva compiere il suo dovere.

Ma, proprio mentre se ne stava seduto sul tronco di un albero, ad osservare silenziosamente la situazione, aveva notato una presenza che non avrebbe mai più voluto-e dovuto- notare.

L’aveva visto, che camminava lentamente in loro direzione, con sguardo perso, come se non sapesse esattamente cos’avrebbe dovuto fare.

Kylo Ren era lì, senza alcuna arma in mano, che si guardava intorno.

Immediatamente, come se ormai attaccare qualcuno fosse diventato un istinto che non poteva più controllare, afferrò un fucile e, con la velocità di un fulmine, si puntò esattamente di fronte al suo unico, vero nemico.

Che diavolo ci faceva lui, lì? E perché non aveva tirato fuori la sua spada? Perché non si stava mettendo in posizione di difesa?

Lo odiava, quel mostro. E quella era la sua occasione per ucciderlo con le proprie mani.

Ma qualcosa lo stava bloccando. Qualcosa gli stava dicendo che, forse, ucciderlo non sarebbe stata la soluzione migliore, in quel momento.

Immediatamente, notò che tutte le squadre che si trovavano lì con lui avevano smesso di fare ciò che stavano facendo e, come saette, si erano posizionate proprio accanto a lui, con le armi puntate, accerchiando l’ex Leader Supremo del  Primo Ordine che, esattamente come qualche secondo prima, era rimasto fermo, senza né attaccarli, né minacciarli.

 

«Mani in alto, bastardo.» gli intimò, non venendo però minimamente ascoltato «Ho detto mani in alto!»

 

Come volevasi dimostrare, la sua presenza lì non era affatto gradita. E come avrebbe mai potuto esserlo? In fondo, per anni, era stato lui l’unico nemico dei ribelli; era stato lui a radere al suolo interi pianeti; era stato lui a scatenare quella maledetta guerra.

Aveva davanti agli occhi proprio FN-2187, quell’assaltatore che, durante uno dei loro attacchi, si era rifiutato di sparare a dei civili e, dopo aver aiutato un ribelle, era riuscito a scappare, voltando le spalle al Primo Ordine.

Avrebbe potuto riconoscerlo tra mille.

Certo, in passato avrebbe potuto vederlo come uno sporco traditore ma, in quel momento, ritrovandoselo davanti con quel cipiglio così deciso e pronto a sparargli al minimo movimento, doveva ammettere che lo stimava: era stato uno dei primi ad avere il coraggio di ricominciare, ed uno dei primi a sopravvivere nel farlo. Aveva avuto fegato. Lo stesso fegato che lui non aveva.

Non gli rispose... effettivamente, non lo stava neanche a sentire. Si limitò a guardarsi intorno, mentre squadre di ribelli lo circondavano, puntandogli addosso le armi.

Ad un minimo ordine, avrebbero potuto ridurlo ad un mucchio di cenere... lui lo sapeva.

Ma era disarmato e debole. Cos’altro avrebbe potuto fare, se non starsene fermo ed aspettare di morire? 

Assolutamente niente.  

 

«Che ti succede, sei sordo?!» lo incalzò di nuovo l’ex assaltatore «Metti quelle cazzo di mani sopra la testa, stronzo!»

«Stai calmo.» gli rispose infine Ben, facendo ciò che gli aveva chiesto ed alzando le mani, portandole esattamente dietro la nuca «Sono totalmente disarmato. Uccidermi adesso risulterebbe davvero sleale, da parte vostra, non credi?»

«Ah, adesso mi vieni a parlare di onestà? Tu?» gli si avvicinò, poggiandogli la canna dell’arma proprio sotto la gola «Ti conviene tenere quella fogna tappata, se non vuoi correre dei seri guai. Sono stato abbastanza chiaro?!»

«Non sono qui per creare casini.» ammise «Non voglio far del male a nessuno. Altrimenti lo avrei già fatto, non pensi, FN-2187?»

«Mi chiamo Finn.» lo corresse lui «Non osare mai più rivolgerti a me con quel nome, Kylo Ren. Non sei più il capo di nessuno.»

«Sai com’è, non credo che tu ti sia mai presentato civilmente a me. Come avrei potuto sapere questo tuo nuovo nome?»

 

~

 

Poe le aveva consigliato che, forse, sarebbe stato meglio tornare alla Base; lei non sapeva se fosse l’idea migliore... d’altronde, Ben sarebbe stato un pazzo, ad andarla a cercare proprio lì, dov’era pieno di persone che l’avrebbero ucciso alla prima occasione.

Ma, comunque, decise che, magari, non sarebbe stata una cattiva idea riprendersi un po’ e poi riprovare la connessione con la forza. Di sicuro, con quel metodo, sarebbe stato tutto più semplice.

Ma era provata, Rey. Esattamente come lo era Ben... o forse, un po’ di meno.

Era provata, sì, ma non lo era abbastanza per non poter sentire la sua energia farsi sempre più vicina, sempre più forte.

Forse... forse quello che aveva detto Poe aveva un senso. Forse quell’idea non era poi tanto campata in aria.

Una volta atterrati, scese immediatamente dalla nave, guardandosi intorno: non sentiva più nessuno festeggiare. Anzi, tutti quelli che erano lì sembravano tremendamente agitati, e stavano tirando fuori le armi.

Ben era lì, ormai era più che una certezza.

Era pazzo. Talmente pazzo che, probabilmente, si sarebbe addirittura fatto ammazzare.

 

«Poe...» sorrise, la giovane Jedi «È qui. Lo sento.»

«Qui?!»

 

Non ci poteva credere, non era possibile. Aveva riportato Rey alla Base per farla riprendere, non di certo perché credeva  davvero che Ren sarebbe sul serio arrivato a tanto, andando a cercare Rey proprio nel luogo che per uno come lui era un autentico campo minato. Era un pazzoide, su questo non c’era dubbio: era completamente fuori di testa, se davvero aveva pensato di fare una cosa del genere.

Vedendo la sua amica avanzare velocemente, probabilmente nella direzione nella quale si trovava il suo tanto agognato oggetto dei desideri, iniziò a seguirla, e Zorii e Chewbecca fecero lo stesso con lui.

Ad un certo punto, raggiunsero un cerchio di ribelli armati, pronti a sparare al primo ordine di colui che li stava comandando. 

Ed ovviamente, colui che li stava comandando, era proprio l’unica persona che Poe aveva lasciato al comando: Finn.

 

Lo stavano accerchiando, ma questa era un’opzione che probabilmente entrambi avevano valutato. Persino lui che, al centro, stava tentando in tutti i modi di non compiere mosse sbagliate, con Finn che, come da copione, gli stava puntando un’arma alla gola.

Ma non l’avrebbe ucciso, Rey se lo sentiva: Ben non doveva morire. Non lì. Non in quel modo. Non da ex Leader Supremo.

No. Ben sarebbe morto molto più tardi, da Jedi, da eroe, oppure semplicemente sul suo letto, al caldo, quando sarebbe stato troppo anziano.

Questa era una promessa che Rey gli aveva silenziosamente fatto... finché lei sarebbe stata in vita, avrebbe aiutato Ben a redimersi, lo avrebbe aiutato nel suo percorso da Sith a Jedi, e lo avrebbe protetto se necessario. Anche se sapeva che non avesse alcun bisogno di protezione.

 

«Fermi!» esclamò, facendosi largo nel gruppo ed entrando finalmente nel cerchio «Fermi, non sparate! Finn!»

Corse verso il suo amico, mettendo una mano sulla sua arma «Per favore, Finn, fermati. Non è venuto qui per fare del male.»

«E tu come lo sai?!»

 

Era arrivata, finalmente.

No, non era lì per far del male a nessuno, voleva dimenticare gli errori del passato, voleva redimersi... voleva ricominciare.

E forse, essersi addentrato in una base ribelle, sarebbe stato il primo passo. Forse, conoscendo meglio i modi di fare di quelle persone, avrebbe potuto integrarsi in qualche modo, farsi perdonare, o cose simili.

Lui non sapeva molto bene come funzionassero quelle cose... non aveva mai cercato di farsi perdonare da nessuno.

Però, Rey era lì affianco a lui. Al momento, contava solo questo.

Era lì, e stava chiedendo ai suoi amici di non sparare, di non fargli del male, mentre lui se ne stava ancora fermo sul posto, con le mani alzate dietro la testa.

Lui la sentiva, la preoccupazione di Rey. Esattamente come lei sentiva le sue emozioni... esattamente come entrambi potevano percepire l’uno il battito cardiaco dell’altra, che si faceva sempre più frenetico, ad ogni secondo che passava.

Rey era lì con lui. E Ben dovette chiudere gli occhi per un attimo, per accertarsi che quello non fosse soltanto un sogno.

 

«Non lo so.» ammise Rey, sorridendo all’amico «Lo sento.»

«Mi dispiace, ma al momento non sono in vena di fidarmi dei tuoi sensi da Jedi. Questo mostro è-»

«Finn!» lo interruppe Poe, alzando le mani verso gli altri «Abbassate subito le armi! È un ordine del generale, abbassatele subito!»

C’era un lato positivo, nell’essere il prescelto di Leia: tutti lo stavano a sentire. Ed immediatamente, come se non ci fosse stato alcun Kylo Ren lì con loro, tutti i ribelli abbassarono i fucili.

Certo, tutti. Tranne Finn.

Lui non sottostava agli ordini del generale, a lui non importava niente. L’unica cosa che voleva fare, era liberarsi immediatamente di quello che considerava ancora suo nemico.

«Finn, lascialo stare. Smettila.» gli disse il pilota, avvicinandoglisi «Non vedi che è disarmato? In quale modo potrebbe farti del male?»

«Datemi una sola ragione per cui non dovrei ammazzarlo!» sbottò l’ex assaltatore «Datemene soltanto una!»

«Finn, io-» cominciò Rey, ma venendo immediatamente interrotta da Poe, che mise una mano sull’arma dell’amico, abbassandola prepotentemente.

«È il figlio di Leia.» gli ricordò, strappandogli finalmente il fucile dalle mani «È il figlio della donna alla quale tutti dobbiamo la vita, ed è lei che mi ha nominato generale. Tu sarai pure il mio vice ed il mio migliore amico, ma qui sono io che comando ufficialmente. Quindi, cerca di stare calmo, ed ascolta quello che ti dico. Per favore.»

«Accidenti, ma sei serio?!» sbottò il ragazzo «Non so se ti ricordi bene chi è lui, ma non è solamente il figlio di Leia! È la causa di tutti i nostri mali, e tu lo stai difendendo! Sul serio, ma che vi prende?! È tutta colpa sua, se abbiamo combattuto fino a soltanto poche ore fa! E adesso che è finita la guerra che succede?! Amici come prima? Ma non fatemi ridere!»

«Se non sbaglio...» si intromise Zorii, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, in disparte «Prima che tu diventassi tutto questo gran paladino della giustizia che sei adesso, eri un assaltatore ad i suoi comandi e a quelli del Primo Ordine. Anche tu hai la tua buona dose di colpe sulle spalle.

Tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio, e mi dispiace, Finn, ma qui... sei l’ultimo a dover parlare.»

«Chi ti credi di essere, tu, per parlarmi in questo modo?! Non mi conosci!»

«Ragazzi, per favore.» li interruppe Rey, sfinita «Smettetela. Credete che litigare e rinfacciarsi le cose in questa maniera, sia la soluzione? Non lo è, finitela.»

 

Ben, dal canto suo, non sapeva davvero cosa dire.

Quel ragazzo, l’ex assaltatore, aveva assolutamente ragione, ed a parte Rey, non riusciva a capire come mai gli altri lo stessero difendendo in quel modo: lo capivano, forse? O avevano pietà di lui?

Non lo sapeva, ma in quel momento si stava sentendo come un vero e proprio pesce fuor d’acqua.

Forse, atterrare lì e farsi vedere da tutte quelle persone era stato un errore. Forse non avrebbe mai dovuto lasciare il pianeta dei Sith, ed aspettare di morire lentamente di fame e di sete.

Forse... addirittura essersi finalmente ritrovato con Rey, si stava rivelando un grosso errore. La stava solo mettendo nei guai, se lo sentiva.

E non poteva neanche difendersi. Perché quel ragazzo aveva ragione su tutti i fronti.

 

«Ben...» sussurrò Rey, percependo le sue preoccupazioni «Non è colpa tua.»

«Questo è quello che pensi tu, tesoro.»

Nella voce del giovane si poteva sentire un forte accenno di sarcasmo mentre, stanco di tenere le mani alzate, le abbassava, puntandole sui fianchi.

«Allora, statemi a sentire.» si intromise, stanco di giocare la parte del palo «Io non sto simpatico a voi, e voi non state simpatici a me. Ma questa è una cosa che già sapevamo tutti, no? Adesso... io sono disarmato e ferito, quindi è evidente che non sia venuto qua per fare strage di ribelli. Per cui, Finn, che te ne pare di accantonare per un attimo la tua furia e fare una piccolissima tregua?»

Era incredibile quanto somigliasse a suo padre, in quel momento. Ormai lo conosceva da tempo, ma Rey non l’aveva mai visto parlare così... non l’aveva mai visto contrattare con gli altri in maniera così pacifica, tentando addirittura di sdrammatizzare.

Quella era una parte del carattere di Ben che non aveva mai conosciuto, e doveva ammettere che non le dispiaceva affatto.

«Ma ti senti, quando parli?!» Finn sembrava ancora parecchio contrariato «Una piccolissima tregua?! Con l’essere più malvagio e pericoloso della galassia?! Proprio tu vieni a chiedere una tregua?! Di tregua, te, non ce ne hai mai data, quando eravamo noi ad averne bisogno!»

«Ma senti senti!» lo canzonò Ben, avvicinandoglisi «Quando sei scappato dall’incrociatore, avrei potuto ordinare a Hux di inseguirti per tutta la galassia, pur di staccarti dal collo quella minuscola testolina di cazzo! Eppure... oh! Pensa un po’, non l’ho fatto! Perché di te non mi importava un fico secco allora, e non mi importa un fico secco adesso! Quindi, diciamo che mi devi un favore... FN-2187.»

 

Si stava lentamente temprando, Ben, ed invece di affilare la spada, stava pian piano affilando la lingua. 

Sapeva benissimo di essere nel torto, ma non sopportava il fatto di essere continuamente insultato senza poter neanche rispondere. Tantomeno da un suo ex assaltatore, che sarebbe dovuto essere l’ultimo ad aprire bocca sul suo conto.

Ma lui sapeva per quale motivo quel Finn si stesse scaldando in quel modo.

Era innamorato di Rey, questo Ben poteva percepirlo chiaramente... e non sopportava l’idea che lei desse tanta importanza alla sua presenza. Non sopportava l’idea che lui potesse diventare più importante di quell’insolente da quattro soldi, per lei.

Ma non lo avrebbe mai detto ad alta voce. D’altronde, a nessuno piaceva che gli altri ascoltassero i propri segreti.

No... quel piccolo particolare se lo sarebbe tenuto per lui. Sempre se quel Finn avesse deciso di collaborare e di non mettergli i bastoni fra le ruote.

In quel caso, le cose si sarebbero potute mettere molto male.

Stava cercando di redimersi, certo, ma lui era pur sempre stato Kylo Ren, e Kylo Ren sarebbe potuto diventare davvero molto cattivo. Non si era spento facilmente, ed il suo percorso per cacciare totalmente quella parte di lui dalla sua vita era ancora lungo.

 

«Ragazzi, basta, suvvia!» aveva esclamato ad un certo punto Poe, per poi avvicinarsi a Finn e prenderlo per un braccio «Dato che Rey doveva proprio risolvere una cosa con lui, direi di lasciarli ad i loro affari da Jedi, o come si chiamano. Che ne dici?»

«Tu vuoi lasciarla sola con questo mostro?!» 

«Oh, santissimo cielo, finiscila!» Zorii si attaccò all’altro braccio, cominciando a tirarlo via «È lei quella con la spada laser, d’accordo? Noi saremmo solo d’intralcio!»

 

Rey non avrebbe mai ringraziato abbastanza Poe e Zorii per averla appena tirata fuori da una scomodissima situazione.

Lei non voleva problemi, voleva soltanto riunirsi a Ben e capire finalmente i suoi stupidissimi sentimenti. E finalmente avrebbe avuto la sua occasione per farlo.

Si avvicinò nuovamente a lui, incrociando finalmente i suoi occhi neri come la notte, sorridendogli come non aveva mai fatto, allungando una mano in sua direzione, sperando che lui la prendesse. Di nuovo.

Se la ricordava benissimo, la prima volta in cui aveva sfiorato la mano di Ben... la prima volta in cui aveva potuto comprendere davvero parte delle sue vere emozioni, la prima volta in cui si era accorta che loro due, in fondo, non erano poi così diversi.

No. Loro due erano uguali. 

Tutti avevano sempre cercato di conoscerla, senza esserci mai realmente riusciti; tutti avevano sempre cercato di comprendere le sue azioni, senza esserci mai realmente riusciti. Solo Ben ce l’aveva fatta, solo Ben la conosceva, solo Ben aveva potuto guardarle dentro, sfiorare il suo cuore... e poi, inavvertitamente, prenderselo.

Perché Ben se l’era preso, il suo cuore. E Rey non sapeva se l’avrebbe mai riavuto indietro. Non sapeva nemmeno se avesse voluto realmente riaverlo indietro.

«Sei tornato.» mormorò, mostrandogli quel sorriso che tanto avrebbe voluto sfoderare prima, senza poterlo veramente fare «Sei tornato sul serio.»

 

Aveva preso la sua mano, Ben. E da quel momento in poi, non l’avrebbe più lasciata andare.

Attraverso quel contatto... quello che sarebbe potuto essere un banalissimo contatto tra due persone, ma che per loro non lo era affatto, aveva potuto percepire tutte le sue emozioni, i suoi sentimenti. Gli stessi che stava provando anche lui in quel momento.

E in quell’istante, Ben poté vedere la verità palesarsi di fronte ai suoi occhi... quella verità che, per lungo tempo, era rimasta celata, nascosta dietro un oscuro velo oltre il quale non era mai riuscito a guardare. Ma ora la vedeva... la vedeva nei suoi occhi.

In quei due bellissimi occhi verdi. Quegli occhi che in quel momento non riuscivano in alcun modo a staccarsi dai suoi, così diversi ma allo stesso tempo cosi uguali.

E la verità era che la amava. Che si era incondizionatamente, inavvertitamente, inevitabilmente, innamorato di lei.

Ma lui, questo ancora non poteva capirlo... l’amore era qualcosa che lui non poteva ancora comprendere appieno, ma presto ci sarebbe riuscito. Perché aveva finalmente Rey al suo fianco.

Perché finalmente Rey aveva preso la sua mano.

Quel futuro che aveva visto tanto tempo prima, quella predizione che aveva fatto mentre combattevano contro gli uomini di Snoke; quando le aveva detto che, prima o poi, avrebbero combattuto fianco a fianco, non intendeva affatto ciò che credeva, non intendeva che sarebbe stata lei a passare al lato oscuro... ma che sarebbe stato lui a vedere la luce.

E fu solo in quel momento, che Ben poté capire davvero la visione che aveva visto tempo prima.

 

«Avevi forse qualche dubbio?» le rispose, ricambiando il suo sorriso «Non è così semplice liberarsi di me. Ormai dovresti averlo capito.»

«Sei un pazzo suicida.» scherzò lei «Venire fin qui... ti sei quasi fatto ammazzare.»

«Diciamo pure che ho perso prima i miei genitori, poi me stesso, e poi persino la guerra. Che altro avevo da perdere?»

Lei rise. 

No, decisamente non aveva mai conosciuto questo lato del suo carattere.

«Beh, allora preparati, Ben Solo.» disse «Perché stiamo per partire.»

«E dove andiamo?»

«Diciamo che non mi dispiacerebbe non essere l’unica Jedi, ma averne un altro. E quindi, ci andiamo ad allenare. Sarò io la tua maestra.»

Un Jedi.

Rey gli stava proponendo davvero questo? Voleva aiutarlo a diventare un Jedi?

Non sapeva se si sarebbe mai sentito davvero pronto... ma, in fondo, diventare un Jedi ed abbandonare definitivamente la sua natura Sith sarebbe stato il primo passo della sua redenzione, giusto? Era quello che voleva, in fondo.

E poi, lo aveva appena detto. Che cos’aveva da perdere? Si sarebbe ritrovato, oppure si sarebbe perso per sempre.

Avrebbe accettato la sfida. E questa volta, era contro sé stesso. Doveva abbattere il suo vero nemico... e quel nemico si chiamava Kylo Ren.

   
 
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