Dicembre aveva portato con se' un freddo gelido addirittura inconsueto per Matera.
“Beati voi che al sud avete un clima mite” pensava Monica riparandosi dal vento sferzante col
cappuccio ricordando quando i compagni di scuola le facevano quel genere di discorsi.
“Tutte stronzate” disse ad alta voce entrando in ufficio.
La Tataranni era gia li' e parlava al telefono con qualcuno in tono furente: non volendo irritarla
ulteriormente e scatenare ancora di piu' le lamentele di Vitali, Monica si ritiro' quieta nel suo
ufficio e inizio' a lavorare.
Neanche venti minuti dopo se la ritrovo' vicino alla sua porta mentre borbottava “e adesso chi mi
aiuta...”
“Qualcosa non va?” chiese ad alta voce.
“Eh? No niente...” rispose Imma agitando la mano.
“Oggi ha deciso di depauperare lo zoo” penso' Monica vedendo la Tataranni indossare una maglia
leopardata con sopra una giacca pitonata completata dall'immancabile gonna nera.
“Manca solo la borsa di coccodrillo e c'e' tutto”.
“No, davvero...se ha bisogno...” disse ad alta voce.
“Non riguarda il lavoro...devo decorare casa per Natale ma mio marito e mia figlia sono da mia
suocera e quindi dovro' aspettare” sbuffo' Imma.
“Se non e' un problema posso darle una mano io procuratrice...” si offri' Monica ricordando
i pomeriggi della sua infanzia in cui aiutava i genitori con albero e presepe.
“Ma no si figuri...” si schermi' lei senza lasciar trasparire lo stupore: perche' mai quella ragazza si
offriva di aiutarla per qualcosa che non riguardava il lavoro?
“Di solito me la cavo in queste cose” insistette Monica stupendosi del suo stesso coraggio.
“Allora...allora va bene. Questa sera pero', quando avro' finito di lavorare. E quando avra' finito
anche lei” le rispose nel solito tono sbrigativo dandole le spalle ed entrando nel suo ufficio.
Dopo i colloqui con i compagni di classe di Simona le indagini a riguardo si erano intensificate ma
nulla di nuovo era venuto realmente fuori ed Imma non sapeva piu' come nascondere la propria
disperazione: se non fosse spuntato fuori nulla di nuovo avrebbero dovuto chiudere le indagini e
Simona non avrebbe mai avuto giustizia.
Aveva mandato di nuovo Calogiuri e Matarrazzo in esplorazione al liceo ma senza grandi risultati se
non fosse che a detta dei professori Fabiola Sileo e Guglielmo Andrisani, i primi con cui Imma
aveva avuto il colloquio, fossero tutt'altro che studenti modello: pareva facessero a gara a chi
collezionava piu' insufficienze ed era molto difficile inculcargli che dovevano impegnarsi.
“Tanto piu'” aveva detto l'insegnante di inglese “che i genitori di entrambi li spalleggiano
rimproverando me e i colleghi di essere troppo severi, a detta loro i figli studiano dalla mattina alla
sera ma sappiamo tutti benissimo che non e' cosi: piu' di una volta li abbiamo beccati a trascorrere
il pomeriggio al parco o al bar e il guaio e' che non puoi bocciarli a meno che non superino un
determinato numero di assenze”.
Erano praticamente punto e a capo.
“Allora: la corda l'abbiamo legata alla sbarra e quindi dovrebbe scendere...”
Imma era inginocchiata sul balcone e reggeva una cordicella cui era attaccato un Babbo Natale
intento ad arrampicarsi su una scala che sarebbe dovuta scendere al di sotto del balcone mentre
Monica legava le due estremita': la ragazza era rimasta piacevolmente colpita dalla semplicita' della
casa della pm, si era aspettata un arredamento molto piu' chiassoso del divano bianco del salotto.
“Probabilmente avra' il tappeto e la tovaglia leopardati” pensava.
“O un leopardo legato in salotto”.
“Finito. Che faccio, lascio?”
“Vai”
Monica mollo' le estremita' ma il babbo natale anziche' scendere dritto poco sotto al balcone in
modo tale da sembrare arrampicarsi sulla scaletta giro' su se stesso fino ad arrotolarsi mezzo legato
dal collo in giu'.
“Ma che e'?” disse Imma in un tono talmente tra il brusco ed il sorpreso che Monica dovette
trattenersi dallo scoppiare a riderle in faccia.
“Cara, va bene tutto, ma impiccare i babbi natale non ti sembra un po' troppo?” disse una voce
maschile da un paio di piani di sotto.
Pietro e Valentina erano appena tornati e la ragazzina rideva di cuore a vedere il lavoro maldestro
della madre.
“Veramente si e' impiccato da solo” rispose Imma.
“Colpa mia signor De Ruggieri: avrei dovuto controllare meglio la lunghezza della corda” ammise
Monica.
“Ma si figuri signorina, non e' mica grave: ora lo metto a posto io” rispose Pietro chinandosi sulla
cordicella.
“Grazie per l'aiuto comunque” disse Imma rivolgendole un piccolo sorriso che la stupi' ancora di piu'.
“Ah mamma, dovremo ricomprare la borsa dell'acqua calda: si era talmente rovinata che l'ho
buttata” disse Valentina mentre Monica si metteva il cappotto.
“Certo certo” rispose Imma apprestandosi a rimettere lo scatolone delle decorazioni nello
sgabuzzino.
Ovviamente nessuna delle due il giorno dopo si sogno' di menzionare in ufficio quel tempo
extralavorativo trascorso assieme: Monica temeva addirittura che Vitali la licenziasse se l'avesse
saputo.
“Sto diventando paranoica” disse a se stessa battendo sui tasti come al solito.
Mancavano due settimane a Natale ma per fortuna Monica aveva comprato tutti i regali da tempo,
almeno non doveva affannarsi in quella bolgia umana che erano le strade.
“In realta' ne mancherebbe uno” penso'
E sapendo che se ne sarebbe pentita nel momento esatto in cui ci avrebbe cliccato sopra si
appresto' ad esplorare amazon.
D'un tratto senti' la voce di Diana.
“E' arrivata la signorina Nole'”
“Falla entrare” rispose Imma.
Da li' in poi Monica non senti' piu' nulla.
L'ultimo giorno di lavoro aspetto' che Vitali se ne andasse e raccogliendo tutto il coraggio che
aveva busso' all'ufficio della Tataranni.
“Avanti” senti' dire la sua voce.
Monica spero' ardentemente che non ci fosse Diana ma purtroppo venne delusa.
“Beh meglio lei della Moliterni” penso'.
“Mi dica signorina Parisi, e' successo qualcosa?” chiese Imma mettendosi in guardia come sempre.
“No procuratrice”
“Allora mi dica cosa posso fare per lei” disse Imma sistemando i fogli sparsi sulla scrivania.
“Ecco...io...volevo darle questo” rispose sentendosi arrossire e poggiando un sacchettino dorato sul
ripiano.
Uno sguardo di puro stupore compari' sul volto del magistrato e della sua assistente.
“Buon natale procuratrice. Mi perdoni ma mi sono permessa di prenderle un piccolo pensiero. Non
deve ricambiare non importa” disse Monica il piu' in fretta possibile.
“Beh...grazie” rispose Imma prendendo il sacchetto.
“Di nulla” rispose la ragazza congedandosi.
“Strana ragazza” commento' Imma quando Monica si fu allontanata.
“Le sarai simpatica” disse Diana.
“Non capisco perche'” bofonchio' Imma.
“Forse perche' ha capito che sei migliore di quanto sembri” rispose l'altra.
La mattina di Natale la famiglia De Ruggieri stava scartando i regali di Natale quando ad Imma
capito' in mano quell'ultimo sacchetto.
“E questo di chi e'? di Diana?” chiese Valentina.
“No, mi ha regalato il bracciale. Deve essere quello di Monica” rispose sua madre.
“Vitali non ti regala niente ma lo fa la sua segretaria. Strano” osservo' Pietro.
Imma apri' il sacchetto e ci infilo' la mano incuriosita.
“Non ci posso credere” commento' quasi scioccata mentre marito e figlia ridevano.
“Ma non credo che volesse prenderti in giro mamma, avra' pensato di farti un regalo utile e
insomma ti vede tutti i giorni
avra' capito i tuoi gusti...” disse
Valentina.
Era una borsa dell'acqua calda.
Leopardata.