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Autore: hilaros    29/12/2019    3 recensioni
{TROS SPOILER}
Storia ambientata dopo la fine de L’ascesa di Skywalker.
La Resistenza ha vinto contro il Primo Ordine, e l’imperatore Palpatine è stato sconfitto.
Mentre Ben viene nuovamente schiacciato dalle sue scelte e dai suoi pensieri, la giovane Rey continua il suo percorso da Jedi.
Ma una nuova minaccia sta covando dietro l’angolo.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autrice: Buongiorno a tutti e buona domenica! Non so voi, ma per me questo giorno della settimana è sacro e va assolutissimamente passato in casa a rilassarsi... ed anche ad aggiornare questa long che, ormai, sta giungendo lentamente alla sua metà-più o meno-. Allora, abbiamo potuto vedere Ben e Rey affrontare ognuno la propria, piccolissima avventura mentre si cercavano l'un l'altra. Ora, finalmente, li vedremo insieme.
E questo sarà l'ultimo capitolo che pubblicherò prima del Capodanno, per cui, vi auguro fin da subito un buon anno!

C3PO: Credo che passerò questo Capodanno insieme a R2 e Chewbecca...

Sono contenta per te, 3PO! Tutti abbiamo bisogno di passare del tempo con i nostri migliori amici, giusto? E questo Capodanno è particolarmente speciale, perché stiamo entrando in una nuova decade! E voi? Siete emozionati?
Ringrazio con il cuore tutti i recensori di questa storia, in particolare Evola Who, MorganaRoisinDubh81, Calipso19, Sakti87 e Vale_Balz, che stanno recensendo tutti(o quasi) i capitoli di questa storiella; ma ringrazio tantissimo anche i lettori silenziosi(come me) che si limitano anche soltanto a dare uno sguardo! Mi rende veramente felice il fatto che questa storia stia venendo apprezzata ^^

C3PO: Hanno tutti quanti dei nomi interessanti, non trovi, autrice?
Sono dei nickname, 3PO, non i loro veri nomi!
C3PO: Ah, sì? Cielo, fantastico!
Vai a prepararti, 3PO. È il momento per te di entrare in scena.
C3PO: Davvero? Fantastico! Corro immediatamente! Devo essere perfetto ed impeccabile! Mi dovranno tirare ben a lucido!

Beh, buona lettura! ^^"

~~~

 
 

Erano partiti senza dar conto a nessuno.

Prima della partenza, Ben si era recato immediatamente sul Millennium Falcon, che avrebbero usato come mezzo, seguito da un droide protocollare-del quale ancora non aveva ben capito l’utilità e che non faceva altro che parlare a vanvera di quanto quella fosse un’idea altamente sbagliata-, ed un astrodroide di vecchio stampo, probabilmente lo stesso droide che aveva sempre accompagnato suo zio e suo padre nelle loro vecchie avventure, che diceva di chiamarsi R2-D2.

Rey gli aveva chiesto di aspettarla lì, mentre lei avrebbe salutato gli altri, informandoli su dove sarebbe andata e su quando sarebbe tornata. Era certo che, a parte quel pilota, nessuno avrebbe davvero ben capito le sue intenzioni, ma Rey era qualcuno che aveva sempre fatto ciò che le diceva l’istinto, e di certo non si sarebbe tirata indietro per via dei suoi amici.

Così Ben, piuttosto stanco, si era seduto in cabina di comando, aspettando che la ragazza finisse i suoi stupidi convenevoli.

 

«Quindi.» asserì, rivolgendosi ai due droidi, giusto per ingannare il tempo «Voi sareste...»

«Oh, mi permetta di presentarmi: io sono C3PO, relazioni umane cyborg. E lui è la mia controparte, R2-D2. Non sono molto d’accordo con le decisioni della signorina Rey, ma lei mi capirà: sono un semplice droide protocollare.»

Il perché Rey avesse insistito nel portarsi dietro quei due gli era sconosciuto, ma a pensarci bene, non gliene importava più di tanto. Avrebbero sempre potuto rivelarsi utili per qualcosa, in fondo.

In particolare quel piccolo astrodoide... sembrava quasi avere una propria personalità, nonostante fosse impossibile. Era incredibile: sembrava fosse veramente fedele ad i propri padroni, esattamente come se si trattasse di una sorta di animale domestico.

 

 

Aveva salutato tutti, dando le sue personali spiegazioni. Non voleva sapessero che avrebbe passato così tanto tempo con Ben, c’era tempo di spiegare a tutti quale tipo di sentimento li legasse. Anche perché, prima di spiegarlo agli altri, dovevano capirlo loro.

E prima di tutto, dovevano dare la precedenza alla battaglia di Ben. Doveva aiutarlo a sconfiggere quell’oscurità che stava combattendo da fin troppo tempo, e soltanto lei, fra tanti, ci sarebbe riuscita. Soltanto lei avrebbe potuto salvare Ben.

E Rey era pronta a tutto, pur di tirarlo fuori dalla sua prigione personale.

Così, dopo aver raccolto un bel po’ di cose che sarebbero servite ad entrambi, aveva raggiunto il Falcon, chiudendo definitivamente lo sportello d’ingresso e posizionando tutti i bagagli per partire all’interno della stiva.

 

«Ho finito.» annunciò, raggiungendolo in cabina di comando.

«Ce ne hai messo, di tempo.»

«Dovevo salutare gli altri.» si sedette accanto a lui «Sai, non è facile... tutta questa situazione.»

«Lo so.» 

Aveva una ferita alla testa. Non era molto profonda, ma sanguinava ancora... accidenti, Palpatine ci era andato giù pesante, con lui. Effettivamente, anche la vita ci era andata giù pesante, con Ben.

Allungò una mano nella sua direzione, spostandogli i capelli per controllare meglio il grosso taglio che aveva sulla fronte.

«Che stai facendo?»

«Vuoi disinfettare questa ferita?» sussurrò lei, sorridendogli dolcemente «È leggermente profonda.»

«Credo che sopravviverò, sai? E io ti consiglierei di partire, perché, non so se tu te ne sei accorta, ma su questo pianeta c’è gente che vuole uccidermi.» 

Rey sorrise, mettendosi immediatamente al suo posto, pronta a prepararsi per il decollo «Sono felice che tu sia tornato.»

 

~

 

Volare sul Millennium Falcon per la prima volta in vita sua era stato pesante. 

Aveva cercato di non darlo troppo a vedere, approfittando anche della guardia abbassata di Rey, che probabilmente non stava dando peso alla forza e alle sue stupidissime emozioni mentre era impegnata a pilotare, ma essere seduto sulla nave di suo padre... su quella stessa nave che aveva tentato in tutti i modi di distruggere durante la sua carriera nel Primo Ordine, aveva causato una serie di ricordi che avrebbe tanto voluto cancellare.

L’ultima volta che ricordava essere andato veramente d’accordo con suo padre, era stato quando era bambino. Era piccolo, e Han non lo lasciava ancora salire sul Falcon... ma lui... oh, lui avrebbe tanto voluto farlo. Avrebbe tanto voluto fare un giro su quella nave insieme al suo vecchio.

E glielo aveva chiesto. Ricevendo ovviamente un no come risposta.

Ma quella volta era stato un no leggermente diverso.

Perché Han, dopo aver visto il suo viso deluso e triste, lo aveva fatto salire sulla nave, lo aveva fatto sedere in cabina di comando e, pur mantenendo il mezzo perfettamente spento, lo aveva comunque lasciato giocare; gli aveva insegnato i nomi dei comandi, gli aveva insegnato come avrebbe dovuto accenderla se un giorno avesse dovuto farlo... era stata una serata meravigliosa. L’ultima serata meravigliosa passata insieme a suo padre.

Poi... tutto era cominciato ad andare totalmente a rotoli. Così, come se all’improvviso qualcosa si fosse rotto.

E da quel momento in poi... Ben vedeva tutto nero.

«Siamo arrivati!» sentenziò Rey, una volta atterrati su un pianeta che sembrava totalmente deserto, caratterizzato da meravigliose isole montagnose di roccia nera, tutte ricoperte da fitti alberi verdi, e circondate da un mare immenso.

Un pianeta che Ben aveva già visto. Un pianeta che ricordava, ma sul quale non era mai stato.

«Dove siamo?» chiese, affiancandola.

«Su Ahch-To.» rispose la ragazza «Sai, questo pianeta... è veramente bello, non trovi?»

«Sì... sì, è bello...»

 

Non voleva dirglielo. Non ancora.

Non voleva dirgli che, proprio su quel pianeta, Luke Skywalker era andato in esilio, soltanto poco tempo fa... non voleva rivelargli i segreti di quel pianeta. Non voleva dirgli che, proprio lì, si trovava il primissimo tempio Jedi. Tempio che lo spirito del maestro Yoda in persona aveva lasciato bruciare, prima ancora che Luke stesso potesse appiccare l’incendio.

Pianeta sul quale lei aveva ricevuto il suo addestramento, sotto la guida del maestro Skywalker.

Non voleva dargli tutte quelle informazioni così, a freddo. Non in quel momento critico. 

Ma gli avrebbe detto tutto una volta arrivato il momento. Anzi, una volta arrivato il momento, tra lei e Ben non ci sarebbero stati più segreti.

E non che adesso ci fossero, anzi. Ma, quel poco che Rey si sarebbe potuta tenere per sé... beh, se lo sarebbe tenuto per sé. Almeno per un altro po’.

 

«Direi che è proprio un bel posto.» commentò C3PO «Che ne pensi, R2?»

Il robottino cilindrico emise qualche bip in risposta, che probabilmente soltanto il suo amico avrebbe potuto capire.

«Come sarebbe a dire che ci sei già stato?! E non mi ci hai portato?! Sei orribile, R2, orribile!»

«Hey, 3PO.» lo interpellò Ben, a un certo punto «Renditi utile, e dammi una mano a svuotare la stiva. Le puoi fare queste cose, o sei completamente inutile?»

«Signore, per chi mi ha preso? Ovvio che posso farlo! Questo e anche di più! Lo sa chi mi ha costruito?»

«No, e non lo voglio sapere.» fu la risposta del ragazzo, che iniziò a passargli tutti i bagagli. Al momento, gli serviva la roba per lavarsi.

Non ne poteva più di sentirsi sporco. Un bel bagno lo avrebbe aiutato a riordinare le idee ed anche a profumare un po’ di più, dato che aveva ancora il sudore della battaglia appiccicato addosso. E no. Non era bello.

Alla ricerca di qualche vestito di ricambio, si imbatté in dei vecchi abiti di suo padre, probabilmente lasciati lì per anni e mai recuperati.

Certo, era tutto ciò che aveva, e si sarebbe dovuto accontentare... ma non sopportava di dover indossare gli stessi vestiti che anni prima aveva indossato anche suo padre. Han Solo. Uno dei più grandi eroi della vecchia ribellione.

Uno dei più grandi eroi della sua vita, che nonostante tutto gli aveva voluto bene fino alla fine... fino a quel momento in cui, in preda alla paura che provava verso sé stesso, Ben non l’aveva ucciso, trafiggendolo con quella stessa spada che aveva lanciato in mare, non rivedendola mai più. La spada di Kylo Ren. La stessa spada che aveva ucciso Han... e Ben Solo. 

Ma Ben Solo stava risorgendo, non tutto era ancora perduto... doveva soltanto fidarsi. Non di sé stesso, perché non avrebbe avuto senso.

Doveva fidarsi di chi gli aveva teso la mano per aiutarlo. Doveva fidarsi di Rey.

 

«Ben, è tutto okay?» 

Era entrata nel Falcon dopo essere stata ad una delle poche strutture presenti sull’isola. C’erano ancora le vecchie governanti con le quali non era andata troppo d’accordo durante il suo addestramento con Luke che, nonostante i loro disguidi, avevano promesso di aiutarla mettendo a posto una delle capanne e offrendole due letti sui quali lei ed il suo compagno di viaggio avrebbero potuto riposare.

Sulla nave c’erano doccia e bagno*, e di quello non si sarebbero dovuti preoccupare; avevano dietro un sacco di provviste, sia cibarie che mediche, e di acqua... beh, di acqua ce n’era in abbondanza. Fortunatamente, il mare su quel pianeta non era salato**, e l’acqua era perfettamente potabile.

Avevano tutto. Cosa sarebbe potuto andare storto?

«Ben?»

Non aveva fatto neanche in tempo a pensarlo. 

Proprio mentre girava i corridoi del Falcon, si imbatté nell’ultima cosa che avrebbe voluto vedere: Ben era lì, davanti alla doccia, senza assolutamente niente addosso, pronto probabilmente a lavarsi.

Rey si irrigidì sul posto: non aveva proprio nulla addosso, e per nulla, lei intendeva n u l l a. Accidenti, era ancora meglio di quanto pensasse, e di quanto avesse già visto in precedenza, e la ragazza rischiò seriamente di svenire, come se già le sue facoltà mentali non fossero state abbastanza compromesse.

Ben era talmente impegnato nel fare le sue cose che probabilmente neanche si era accorto che lei fosse proprio sull’uscio della porta, incapace anche soltanto di muovere un muscolo... e forse era meglio così, perché di scatenare la furia di Kylo Ren per un piccolissimo incidente non se ne parlava proprio. Rey non voleva affatto morire, anche se era sicura che sarebbe morta lo stesso, perché il suo cuore avrebbe smesso di reggere tutta quella pressione, di lì a poco... ne era più che sicura.

Poteva sentire la sua faccia iniziare a scottare come lava appena fuoriuscita da un vulcano. Stava arrossendo? Sul serio? Una Jedi che arrossiva? La Jedi che aveva appena sconfitto Palpatine che arrossiva? 

Dio, sarebbe andata in pazzia se non se ne fosse immediatamente andata di lì.

«Accidenti, ma vuoi chiudere questa maledettissima porta?!» sbottò ad un certo punto, attirando l’attenzione del ragazzo, che si era voltato nella sua direzione, mostrando la... la... la parte anteriore del suo corpo.

No. Questo era troppo. Quel ragazzo doveva smetterla di attentare alla sua vita, e soprattutto doveva imparare cosa fossero le buone maniere, accidenti! Ma davvero Leia non gliene aveva insegnate neanche una parte?!

 

«Che diavolo ci fai, qui?!»

Accidenti, era entrata in bagno senza alcun preavviso! Lui pensava che sarebbe rimasta fuori a fare... non lo sapeva cos’avrebbe dovuto fare, ma di certo non sarebbe dovuta essere lì! Immediatamente, come se il suo istinto lo avesse appena quasi salvato, prese uno degli asciugamani e se lo legò frettolosamente alla vita, tentando di salvare il salvabile.

Da quanto tempo fosse lì Rey, Ben non lo sapeva. Non l’aveva sentita arrivare, e di certo non aveva i sensi così attivi da poter percepire la sua presenza con la forza.

Ma aveva già visto fin troppo, per i suoi gusti. 

Beh... per lo meno, lui non si poteva affatto lamentare del proprio corpo, e quindi non credeva che a lei fosse poi così tanto dispiaciuto, ma... ma non doveva succedere e basta, dannazione! 

Era arrossito. Poteva sentirlo benissimo.

Ed anche lei era arrossita. La sua faccia aveva letteralmente lo stesso colore della sua vecchia spada laser... anzi, forse era di un rosso addirittura più vivo.

 

«Io... tu... ah! Lascia stare! La prossima volta che hai intenzione di spogliarti, evita di farlo con le porte spalancate, grazie!»

E, detto questo, la ragazza premette il pulsante della porta del bagno, chiudendosi al di fuori della stanza ed avendo finalmente il tempo di respirare.

 

~

 

Era uscito dalla doccia rigenerato ma anche sfinito. Era stanco di fare avanti e indietro... quella giornata era infinita, e non era ancora neanche arrivata la notte.

Dopo aver indossato gli unici vestiti di ricambio che aveva trovato ed aver lavato i suoi abiti neri in modo da poterli lasciare all’aperto ad asciugare, era finalmente uscito dalla nave, respirando un po’ d’aria fresca.

Il sole era in fase di tramonto. Finalmente quella giornata stava finendo. E fu in quel momento che la vide: Rey se ne stava seduta su una delle rocce, a guardare il sole scendere, riflettendo e rilassandosi. 

Senza neanche starci a pensare, come se stesse seguendo solo ed unicamente il proprio istinto, Ben la raggiunse, sedendosi accanto a lei e rivolgendo lo sguardo solo ed unicamente a lei. Il tramonto era bello, sì, ma era qualcosa a cui era abituato... Rey, invece, non era mai stata più meravigliosa.

A Rey, lui non si sarebbe mai abituato.

 

«Quei vestiti erano di tuo padre.» gli disse, senza neanche guardarlo «Ti stanno bene, sai?»

«Rey...»

 

Non aveva il coraggio di guardarlo.

Ora che finalmente erano arrivati al dunque, ora che finalmente erano giunti al punto in cui avrebbero dovuto confrontarsi con i propri sentimenti, Rey non ne aveva il coraggio.

Aveva paura che lui non provasse la stessa cosa che provava lei. Aveva paura che lui avesse la sua stessa paura. Aveva paura di tante cose... ma il pensiero peggiore, in quel momento, era il pensiero che, un giorno, avrebbe potuto perderlo.

La paura di perderlo di nuovo era la peggiore.

L’aveva già perso troppe volte.

 

Non lo stava guardando, neanche ci provava... e lui sapeva perché. Lui percepiva perfettamente il sentore di paura che stava provando lei in quel momento. E lo percepiva soprattutto perché anche lui aveva paura.

Paura di sé stesso. Paura di sbagliare. Paura di non riuscire a sconfiggere l’oscurità... paura di farle del male anche soltanto sfiorandola.

Aveva paura di farla soffrire, di non essere abbastanza per lei... di non essere abbastanza forte da vincere contro Kylo Ren.

Aveva il terrore che Kylo Ren le facesse del male.

 

«Con me, non sei mai stato Kylo Ren.» gli disse lei, come se gli avesse appena letto il pensiero, e voltandosi finalmente nella sua direzione «No... forse una volta. Ma Ren non mi ha fatto paura allora, e non mi fa paura adesso. Ben, non aver paura di qualcuno che è più debole di te.»

«Ho paura di farti del male, Rey.»

Lei non lo stette a sentire. Lentamente, come se avesse paura di romperlo, portò una mano al suo viso, per poi carezzargli dolcemente la guancia, esattamente come aveva fatto sul pianeta dei Sith, pochissimo tempo prima. Cercò di fargli sentire al meglio il calore del suo corpo, di fargli capire che non c’era nulla di cui aver paura; che lei era forte, e che lui lo era ancora di più... che insieme ce l’avrebbero fatta.

«Io ho paura che tu ti faccia del male stando insieme a te, Ben.» gli confessò, rivolgendogli un mezzo sorriso «Ho paura di non essere abbastanza... di non essere capace.»

Avevano gli stessi timori, sentivano la stessa paura. Erano perfettamente coordinati, perfettamente sulla stessa lunghezza d’onda.

Ed era più che ovvio che entrambi provassero lo stesso sentimento l’uno per l’altra. Ma allora perché era così dannatamente difficile, in quel momento? Perché non era facile come lo era stato sul pianeta dei Sith? Perché quel dannatissimo tramonto stava rendendo le cose così complicate? 

Cercando di calmare i battiti del suo cuore impazzito, Ben carezzò dolcemente la guancia della creatura più bella che avesse mai visto... delicatamente, con il dorso della mano, come se stesse toccando un oggetto di cristallo che si sarebbe potuto spezzare da un momento all’altro. Come se Rey fosse fragile. Ma Rey non lo era affatto, non era fragile. E forse, era proprio questo che la rendeva così bella ai suoi occhi.

E proprio perché sapeva che non fosse fragile, Ben era convinto che, nonostante le paure, lei sarebbe riuscita ad andare avanti, e ad aiutare lui nel farlo. Perché lui non era come Rey, lui non era così forte... lui era fragile, era debole, era ancora troppo tormentato. Ed era per questo che si fidava di lei. Perché lei gli stava, ancora una volta, tendendo silenziosamente la mano, e stava solo aspettando che lui la prendesse.

E Ben la prese. La prese immediatamente.

Come se si trovassero di nuovo nella stessa situazione di qualche ora prima, come se fossero di nuovo l’uno di fronte all’altra dopo la dura battaglia contro Palpatine, Ben la baciò. Un bacio che, però, non somigliava affatto a quello precedente: un bacio che non rappresentava un addio, ma un nuovo inizio. Un bacio profondo, che gli permise di assaporare di nuovo le meravigliose labbra della donna che teneva stretta fra le braccia in quel momento: quel sapore dolceamaro, che sapeva di pace, di serenità... un sapore vissuto, che soltanto le labbra di Rey avrebbero potuto avere. 

 

Si era lasciata trasportare da quel bacio e da lui, permettendogli di fare tutto ciò che volesse, permettendogli di farla sprofondare con lui in quel pericoloso, ma bellissimo abisso fatto di sentimenti, paure ed emozioni.

Un meraviglioso abisso fatto soltanto di loro due.

Non avrebbe mai lasciato che paure e preoccupazioni potessero rovinare quel momento, perché quel momento era il loro... era il momento di Rey e Ben. E nessuno sarebbe mai riuscito a rovinarlo. Neanche Kylo Ren. Nessun lato oscuro si sarebbe più contrapposto tra di loro.

E questo, Rey, se lo stava ripromettendo in quel momento. Mentre, felice e più sicura di sé, assaporava le labbra dell’uomo di cui si stava innamorando sempre più, ad ogni secondo che passava.

Era riuscita a far entrare un po’ di luce nel cuore di Ben, ed era pronta a tutto, pur di aiutarlo a finire l’opera. Avrebbe fatto di tutto, pur di essere al suo fianco... e se ci avesse messo tutta la vita, beh, almeno sarebbero stati insieme per tutta la vita.

 A finire all’interno di una delle casupole di quel pianeta, non ci avevano messo troppo.

Al calar della notte, avevano entrambi spento le poche candele che illuminavano la stanza, mentre la luce della luna, che filtrava pallida attraverso l’unica finestra, era unica spettatrice di ciò che stava succedendo su quell’isola così silenziosa e solitaria, come silenziosi e solitari erano i cuori che si stavano incontrando in quel momento.

Lei si era aggrappata ai capelli di lui, quasi disperatamente, mentre lo tirava nella sua direzione, finendo per stendersi su uno dei letti, esattamente sotto il peso del corpo di lui, che invece aveva portato la propria bocca sul suo collo, succhiando un fragile lembo di pelle, lasciandovi sopra i propri segni, mentre la ragazza, istintivamente, inarcava la testa all’indietro, soffocando un gemito affannoso. 

Nel mentre, le mani di Rey erano scese fino ai lembi della maglietta di lui, e con una delicatezza quasi surreale, l’avevano sfilata, lanciandola in terra, in un angolo della stanza buia; stessa sorte subirono la cintura ed i pantaloni, così come tutti gli abiti di lei, che lui aveva tolto senza alcuna esitazione.

Lentamente, senza alcuna fretta, Rey vide Ben spostarsi, prendendo a lasciarle dolci e casti baci lungo tutto il corpo, partendo dalle leggere clavicole fino ad arrivare all’ombelico. E poi, Rey si ritrovò a dover far appello a tutte le proprie forze per non lasciarsi sfuggire qualche ansito di troppo, mentre lui, con lentezza e sensualità, le permetteva di sentire la propria lingua farsi sempre più largo in quelle pareti quasi impenetrabili, nelle quali soltanto lui aveva avuto il permesso di entrare.

Le dita di lei si piantarono in modo ancor più saldo ai capelli d’ebano di lui mentre, già stanco di quel piccolo assaggio, Ben tornava nella medesima posizione precedente e, afferrandole dolcemente i fianchi, decise di prendersela definitivamente, se lei glielo avesse permesso.

«Fallo, Ben...» sussurrò «Ti prego...»

Con gentilezza, fece combaciare alla perfezione i loro corpi, passandole una mano tra i capelli e tornando a baciarla mentre, ormai arrivato ad un punto di non ritorno, capì immediatamente che quella sarebbe stata una notte che nessuno dei due avrebbe dimenticato.

Senza staccarsi da lei, Ben la avvolse in un abbraccio dolce, delicato, ma allo stesso tempo abbastanza saldo da poter tenere il suo corpo perfettamente aderente al proprio torace, per poi lasciarsi rotolare sul letto, invertendo definitivamente le posizioni. Ora era Rey a comandare.

Ma lì non si stava lottando per nessun tipo di supremazia... no, quella non era una lotta, non era una sfida. Per la prima volta da quando si conoscevano, i due non stavano combattendo l’uno contro l’altra. 

Il ragazzo sorrise, mentre le loro mani si stringevano, lasciando che le dita si intrecciassero tra di loro. I muscoli ora tesi, ora rilassati, mentre il corpo di Rey si muoveva sinuosamente contro quello dell’uomo a cui si stava donando.

I gemiti della ragazza si mischiarono ai respiri affannosi di lui, e lentamente, entrambi percepirono di essere quasi giunti al proprio limite. Le spinte di entrambi divennero improvvisamente più profonde, quasi come se tutti e due stessero disperatamente cercando quel tanto agognato appagamento. Ben le lasciò le mani, tornando a toccare suoi fianchi lisci e ben proporzionati, stringendoli senza farle male, spronandola a non fermarsi.

Il tutto si concluse in fretta, tra capelli madidi di sudore ed occhi immersi in altri occhi; tra ansiti soffocati e baci a fior di labbra. 

Per un istante, Rey aveva creduto che sarebbe morta lì, tra le braccia di colui che, soltanto qualche tempo prima, non si sarebbe mai aspettata nemmeno di incontrare. Ben l’aveva stretta a sé ancor di più, mentre lei si sdraiava al suo fianco, poggiando la testa sul suo petto.

 

«Sei freddo.» sussurrò Rey, stremata.

Ma non era un freddo insopportabile. Anzi, era un freddo... quasi piacevole; a contatto con la sua pelle rovente, quella quasi ghiacciata di Ben creava un equilibrio perfetto.

Ed effettivamente, era proprio questo che erano. Due perfetti opposti, nella vita come nella forza; il sole e la luna, la luce ed il buio, la sicurezza e l’incertezza... tutto ciò che li costituiva era equilibrio puro. Un equilibrio che, inevitabilmente, continuava ad attirarli l’uno all’altra, come una lastra di metallo attrarrebbe una calamita.

Ben non le rispose, non disse nulla. Si limitò a lasciarle un bacio sulla fronte, prima di decidere che, forse, quella giornata avrebbe potuto giungere finalmente al suo termine.

Al sorgere del sole, lui sarebbe stato sicuramente più sereno del giorno prima... e così sarebbe stato per tutti gli altri giorni a venire.


***

*Non so se effettivamente sul Falcon ci siano bagno e doccia, ma ho pensato che, sicuramente, su una nave così grossa, ci dovrebbero essere! Soprattutto in caso di grandi traversate.

**Stessa cosa qui: non so se l'acqua del mare è dolce, ma considerando che Luke ci ha passato parecchi anni, mi sono ritrovata a pensare 'come ha fatto a procurarsi l'acqua, se era in esilio?', per cui sono arrivata immediatamente alla conclusione che l'acqua di quel mare sia potabile.



 
   
 
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