Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: aurora giacomini    29/12/2019    1 recensioni
Dal testo introduttivo:
Mi chiamo Esmeralda Lek. Il mio cognome può essere tradotto dal polacco come "paura", "ansia" o "terrore". Mai cognome fu più azzeccato... Sì, hai capito bene: sono una fifona.
Ma ora è meglio che mi concentri e cominci a raccontarti la storia che credo di aver finalmente elaborato. Credo di essere pronta a condividerla con te.
Ti chiedo solo un favore: non giudicarmi prima di aver concluso la storia. Avevo paura, tanta paura...
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Per un Bacio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

8

Io e Te


 


“Giovane... tutto apposto?” Mi chiede guardandomi negli occhi.

La voce nasale è così piacevole, quasi una carezza per i timpani.

“Io... sì, sai... io... non...” perché devo sottopormi a quest'umiliazione ogni volta...?

Il mio cervello è così logorroico, ma quando devo parlare con Eleonora... puff!

“Ero preoccupata... cazzo, sembravi uno zombie...” Alessia scuote la testa, “almeno ora sembri solo... solo tu...” gesticola nella mia direzione.

Devo forse ricredermi su di te, Alessia? L'hai davvero fatto perché eri in pena per me...? Grazie...

“Vado... io, penso sì... che vado, cioè... che andrò... che andrò a fumare...” ma resto immobile, non ho il coraggio di avvicinarmi ad Eleonora... figurarsi, le ginocchia tremano come gelatina sotto il cucchiaio di qualcuno molto annoiato e poco affamato...

Eleonora inclina la testa d'un lato, sorridendomi dolcemente. “Me ne offri una?”

Cavolo quant'è bella!

“Io vado da Danilo... ha il nuovo cd dei Cadaveria.” Alessia comincia ad indietreggiare verso la porta. Non mi sfugge la strana occhiata che rivolge ad Eleonora... che cos'è, come la devo interpretare...? Devo farlo?

Aspetta un momento, sola con Eleonora...?

Okay, ottima idea Ale...! No, no, no... scherzo, rimani qui...! No, vai pure... vai pure... no... non lo so, aiuto!

Alessia si chiude la porta alle spalle, approfitto del rumore per deglutire e sperare che non si sia sentito troppo.

“Non è un incontro di boxe, giovane... non mi fissare come se volessi pestarmi!” Ridacchia.

E' così che appare uno sguardo innamorato? Come qualcosa di minaccioso? Non dovrebbe essere dolce...? Forse non sono capace...

Distolgo lo sguardo. “Sc-scusami...”

“Sto scherzando! Dai, Esmeralda, mi offri quella sigaretta?”

Ho dimenticato di dire quanto mi senta strana, sì, ancora più strana, quando pronuncia il mio nome...


 

Il vento soffia ancora molto forte, ma invece di spazzare via le nuvole non fa che radunarne di più... la neve cade così fitta e violenta, tanto che non è possibile vedere a più di un metro di distanza.

“Anche io fumavo le Camel, ora però sono passata alle Malboro touch.” Dice prendendo una sigaretta dal pacchetto che le offro con mano tremante, non solo per il freddo... “hai anche l'accendino?”

“C-certo...” infilo la mano nella tasca della giacca, è talmente fredda che la cerniera mi ferisce, come fossero denti di un cane rabbioso.

“Vediamo se riesco ad accenderla...” si mette la sigaretta tra le labbra appena dischiuse, prende l'accendino e pone una mano a protezione della fiamma. Tre tentativi dopo, la bronza le illumina di arancione il viso.

Avvicina l'accendino al mio viso. “Metti le mani a coppa.”

Le mie mani tremano a tal punto che rischio di far cadere la sigaretta sulla neve.

“Ecco...” riesce ad accendermi la sigaretta al primo tentativo. Forse anche io avrei dovuto darle una mano... idiota che non sono altro...!

“Gra-grazie mille...”

Eleonora batte i piedi a terra nel tentativo di scaldarsi, prova anche a dare le spalle al vento, ma quello cambia direzione in continuo.

Mi sfilo la sciarpa e gliela porgo senza una parola.

“Ma no! Ti prenderai un accidente!” Mi sorride soffiando fuori un filo di fumo, come un fischio muto che però ha ora forma e colore.

“Non... non ho freddo...”

“Grazie...” le sue mani sfiorano le mie, vorrei tanto che fossero meno fredde per aver più sensibilità... per sentire chiaramente la sua pelle contro la mia...

“Non ti sembra strano?” Mi chiede indossando la sciarpa.

La guardo senza sapere cosa aspettarmi, non ho la minima idea a cosa si riferisca.

“Che cosa?” Le chiedo, riuscendo a non balbettare.

“Siamo gli unici clienti... eppure siamo in alta stagione. Non ho incontrato nessuno da quando siamo qui e il parcheggiò è deserto...”

Come ho fatto a non notarlo? Ah, certo... ho passato più tempo da svenuta o nella mia testa, che nell'albergo... però ha ragione: è davvero molto strano...

“Questo posto appartiene ai genitori di Greg e Danilo, ma non li ho ancora visti...” aggiunge.

Strizzo gli occhi e riesco a leggere l'insegna, effettivamente porta il loro cognome... come ho fatto a non notare neppure questo...?!

“Non ti hanno detto nulla?” Chiedo continuando a fissare le scritte.

“No... non siamo così in confidenza.” Mi risponde.

Mi volto verso di lei, chiedendomi se mi stia prendendo per i fondelli. “Vi vedo spesso insieme...”

Lei annuisce, ma non mi guarda, “Alessia fa da collante.” Poi, quando finalmente mi guarda, “Io e te non siamo così diverse, Esmeralda.”

Cosa? E questo cosa vorrebbe dire?

Rimango in attesa, ma le parole successive non risolvono molto.

“Una mosca travestita da vespa...”

Devo ammettere che però... non lo so, non mi è nuova come frase... dove l'ho sentita...? Cosa mi ricorda...?

No, non l'ho sentita... l'ho letta! Ed Eleonora mi ha fornito anche la risposta pronunciando la frase non correttamente, si dice infatti: tu ed io... Io e Te è un libro di Nicolò Ammaniti... il ragazzo protagonista ha il 'sé grandioso o super Io' si sente diverso dai compagni. Un giorno, guardando un documentario scopre delle mosche che riescono a fingersi delle vespe, in modo da confondersi fra loro ed essere lasciate in pace... il ragazzo fa la stessa cosa: confonde i suoi compagni vestendosi diversamente, firmato e tutto, come loro... li inganna... ma lui non è come loro... è diverso...

Ma cosa ci devo fare con queste informazioni...? Hanno davvero senso o semplicemente è tutto un caso e la mia testa ha fatto il solito macello?

La guardo senza sapere cosa fare.

“So che sei intelligente...” mi sorride. “Andiamo dentro, ho davvero molto freddo...”

Annuisco, “dammi il tuo mozzicone, lo butterò Io per Te...” sento il bisogno di comunicarle che ho colto il messaggio...

“Sei molto gentile, Esmeralda. Ti aspetto nella hall...”

Allontanandomi per buttare i resti della nostra fumata, mi rendo conto che ho smesso di balbettare...

Mi prendo qualche minuto prima di tornare verso l'ingresso. Il cuore mi batte forte, ma voglio aggrapparmi al barlume di speranza che mi si è acceso dentro... passerò un altro po' di tempo con lei... e forse riuscirò a non balbettare più... evvai!


Non so descriverti il dolore ed il gelo che sento quando entrando mi accorgo che la hall è deserta... non mi ha aspettata... è andata via... senza di me...

---


N.d.A: Dato che dopo domani è Capodanno, potrei metterci un po' ad aggiornare la storia. Nel caso non ci sentissimo, ti auguro un nuovo e felice anno, amico lettore <3

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: aurora giacomini