Aurora
è
assieme alle domestiche da quando i suoi genitori hanno lasciato il
castello
senza spiegazioni.
Qualcosa
la preoccupa, soprattutto per via del cielo che sembra presagio di una
catastrofe.
“Se
giochiamo un po' con Sven? Lui è nella stalla ed
è solo soletto” – propone una
delle cameriere, per distogliere l’attenzione della bambina
dal pensiero dei
parenti.
“Oppure
chiamiamo Olaf” – suggerisce un’altra.
“Non mi
servono distrazioni. Vorrei solo sapere perché mamma e
papà non tornano. Ho un po'
di paura…” – confessa la piccola,
ricevendo subito l’abbraccio della più
anziana delle donne di servizio.
Il pupazzo
di neve arriva, saltellando e canticchiando, proprio in quel momento.
Sembra
tranquillo, e come al solito vive in un mondo tutto suo.
“Hey
principessina, come mai ancora in piedi?” – le
domanda, sorpreso.
“Non ho
sonno” – spiega lei, sedendosi sul divanetto
accanto al camino spento.
“Volete
che vi legga un bel libro? Così vi rilassate e vi
addormentate” – si offre la
più giovane delle domestiche.
“No,
Lisa.
Grazie, aspetterò sveglia” – comunica
Aurora. Tutti sanno quanto è cocciuta la
bambina, esattamente come Anna. Perciò è inutile
insistere.
Le donne
della servità si dedicano alle ultime faccende, sperando di
rivedere i signori
varcare i cancelli di palazzo il prima possibile. La situazione inizia
a
preoccupare anche loro ormai.
Una volta
rimasti da soli, la principessina e Olaf chiacchierano del
più e del meno.
Il pupazzo
le racconta quello che ha combinato durante la giornata. Gli incontri
fatti, le
passeggiate nel regno, circondato da numerosi bambini… poi
si sofferma su un
dettaglio.
“Il
cielo
all’improvviso ha emesso un rumore assordante, la terra ha
tremato per un
istante e tutto è diventato nero” –
racconta, mostrandosi agitato al solo
ricordo.
“Si,
anche
noi ci siamo accorti di questo cambiamento. Infatti poco dopo, i miei
genitori
hanno lasciato il palazzo. Non mi hanno detto dove stavano andando,
però io li
conosco. MI stanno nascondendo qualcosa”
“Tranquilla,
magari si sono impensieriti per il popolo e stanno girovagando di casa
in casa
per accertarsi che stiano bene, tutto qua” –
ipotizza Olaf.
Aurora non
aveva considerato quell’opzione e infatti, trovando in essa
l’unica spiegazione
logica, comincia finalmente a rilassarsi.
“Ora
vai a
letto. Sai che Anna si arrabbia se ti vede ancora in piedi a
quest’ora” – le consiglia
il pupazzo di neve.
La bambina
obbedisce e si avvia per raggiungere la sua camera.
“Notte,
Olaf. Ti voglio bene” – gli dice, poi lo abbraccia
e si congeda.
Non
immagina che presto ci sarà un trambusto al castello che le
impedirà di dormire
sogni sereni.
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“Io non
riesco a crederci” – continua a ripetere a se
stessa Anna, mentre stringe a sé la
primogenita,ancora priva di conoscenza.
“E’
bene
affrettarsi. Granpapà ha detto che la Natura ora
è stata in qualche modo
immobilizzata dalla luce magica di Ineke. Quando lei
riaprirà gli occhi, essa
tornerà in moto e la cercherà ”
– Elsa riporta fedelmente le parole del saggio
troll.
A passo
spedito, i tre percorrono il sentiero che li conduce ad Arendelle.
Durante il
tragitto, le sorelle sono totalmente distaccate l’una
dall’altra.
La
maggiore vorrebbe parlare, però trova davanti a
sé il muro innalzato dalla più
giovane.
Anna non
riesce neppure a guardarla in volto, figurarsi a conversare con chi le
ha
recato un dolore immenso.
Bjorgman
invece pensa e ripensa a sua madre. Di lei non ha neppure
un’immagine, un
ricordo. A detta della sua defunta nonna, era molto bella con i capelli
biondi
come il grano e gli occhi color nocciola. Adesso cerca di disegnarla
nella sua
mente.
E’ Elsa
a
rompere il ghiaccio con suo cognato, sperando che almeno lui abbassi
l’ascia di
guerra.
“Di tuo
padre non sai nulla?” – domanda.
“Lui
lavorava
il ghiaccio. Era un montanaro, proprio come lo ero io”
– risponde il giovane
re.
“Cosa
ti
raccontava tua nonna di lui?”
“A te
cosa
importa?” – si intromette Anna, attaccandola.
“Amore,
per favore…” – la zittisce il compagno,
trovando inopportuno quell’ intervento.
“Anna,
lo
so che mi odi. Hai tutte le ragioni del mondo. Però se
vogliamo salvare Ineke,
dobbiamo superare le ostilità e collaborare”
– aggiunge Elsa.
“Se ti
parlo ancora è soltanto per questa ragione.
Sappilo” – conclude la seconda,
affrettando il passo e distanziandosi dai due di qualche metro.
“Perdonala,
vedrai che con il tempo le passerà” –
dice Bjorgman, dispiaciuto del
trattamento che sua moglie riserva alla giovane.
“Già”
–
risponde Elsa, consapevole che quello difficilmente accadrà.
“Mi
chiedevi di mio padre… ebbene, so poco di lui. Nonna mi
raccontava che i miei
ci fu una forte passione che durò poco. Quando Ingrid
scoprì di essere incinta,
non gli disse nulla perché venne addirittura a sapere che
lui era sposato”
“Caspita! Davvero?”- esclama, scioccata la ragazza.
“Si.
Ora
mi sorge un dubbio. Sapendo che lei non doveva nutrire amore verso
nessuno a
causa del cuore di cristallo, come può essersi innamorata
senza rischiare lo scioglimento”
– riflette Kristoff, perplesso.
“Evidentemente
sapere che lui era sposato deve aver distrutto in poco tempo il
sentimento che
nutriva verso tuo padre. Così si è salvata.
Però dal tuo amore non poteva salvarsi
e abbandonarti era l’unica soluzione” –
sostiene lei, amareggiata dal destino
toccato in sorte ad Ingrid.
“Sta di
fatto che ho dovuto imparare a cavarmela da solo.Se le cose non fossero
andate
così, oggi non avrei sposato Anna. Non avrei due figlie e
non sarei re di
Arendelle”
“Esatto. Il destino ha voluto questo per te”
– gli sorride Elsa, appoggiando
amichevolmente una mano sulla spalla del cognato.
I due si
guardano e si ritrovano in uno sguardo complice.
“Mi sei
mancata” – si commuove il montanaro, abbracciando
quella che è a tutti gli
effetti sua sorella.
“Anche
tu,
spero di potermi ricongiungere anche con Anna”
“Ti
aiuterò io a farlo. Prima però…
dobbiamo salvare Ineke”
“Certo.
Farò di tutto per proteggerla. Nessuno le torcerà
un capello. Giuro” – conclude
la regina di Athohallan.
Poi
riprendono il passo.
Pochi
metri ed eccoli che giungono alla meta.
“Bentornata a casa”
– afferma Bjorgman ad Elsa.
“Arendelle”
– si commuove la ragazza, rivedendo il luogo delle sue
origini: posto di tanto
dolore e di tante gioie.
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“Finalmente
siete tornati. Che fine avete fatto?” – domanda
Olaf, correndo incontro ai
sovrani.
Scorge da
lontano, però, che i due non sono soli.
Kristoff
ha sulle spalle una bambina ed è affiancato da una figura
adulta.
Una donna.
“Ciao
Olaf! Lo vuoi un caldo abbraccio?”
Quella
voce familiare scalda il cuore del pupazzo che esclama, elettrizzato
– “ Elsaaaa!!!”
Anna
prosegue verso la stanza di Aurora, notando che dorme beata nel suo
lettone.
Poi sposta
lo sguardo su Ineke, ancora assopita e riconosce nelle sue due figlie
una
somiglianza allucinante, paragonabile a quella sua e di Elsa.
“Se si
sveglia cosa le diciamo?” – chiede Bjorgman alla
moglie.
“Beh
che
siamo i suoi genitori. Che la amiamo e che nessuno ci
dividerà più” – aggiunge,
decisa, Anna.
“Ehm…ecco
non
è così facile la situazione.
C’è un particolare che ignorate”
– precisa la
regina di ghiaccio, toccando un tema delicato.
“Quale?
Cos’altro
c’è?” – si altera subito la
secondogenita di Agnarr ed Iduna,
portandosi le mani sui fianchi.
“Lei
crede
che sia io sua madre” – rivela la maggiore,
preparandosi a ricevere l’ennesimo
attacco della
sorella minore.
“Cosa
hai
detto?” – e infatti, Anna alza tono di voce,
infuriata come mai prima nella
vita.
“Non
solo
l’hai strappata dalle mie braccia ma le hai anche fatto
credere che fossi tu ad
averla partorita? Ma è assurdo”
“Calmati,
tesoro” – le sussurra Kristoff.
“Calmarmi?
Ti rendi conto che adesso dovrò sopportare che Ineke chiami
“mamma” mia sorella?”
– con gli occhi colmi di lacrime e la rabbia che le ribolle
dentro, Anna corre
via richiudendosi nel suo isolamento, quello che per anni
l’ha cambiata
profondamente.
“Mi
odierà
a vita, lo so” – commenta Elsa.
Kristoff le
cede Ineke ed insegue sua moglie.
Olaf,
scioccato dai racconti della persona che credeva incapace di recare
dolore agli
altri, va via deluso.
Così,
la
ex regina di Arendelle si ritrova sola, un’altra volta, tra
le mura di un
palazzo che per anni ha coperto il suo segreto, tutelandola
dall’esterno.
“Ho
combinato un casino. L’ennesimo” – si
colpevolizza, non riuscendo a darsi pace
per il duro colpo inflitto ai suoi cari.
Poi una
vocina in lontananza la fa sobbalzare, distraendola dai cattivi
pensieri.
“Tu chi
sei?”
Allora
Elsa si volta, lentamente, e a pochi passi da lei
c’è una bambina dai capelli
biondi e l’aria assonnata.
Lo sguardo
è fin troppo familiare. Difficile non capire di chi si
tratta.
“Ehm…
tu
sei Aurora?”
“Si, ci
conosciamo?” – domanda la piccina.
La
principessina nota subito la presenza di una minore come lei e si
avvicina,
incuriosita.
“Chi
siete
e cosa volete? Come mai siete qui nel castello?”
“Ecco
noi…
siamo parenti” – confessa, trovando nella
verità l’unica soluzione.
“Parenti?
Davvero?”-
esclama, piacevolmente sorpresa, la bambina.
A quel
punto, senza porre altre domande, Aurora accarezza la mano di quella
che ignora
essere sua sorella e così Elsa, per un attimo, rivede se
stessa e Anna tempo
addietro.
Il tocco
della principessina risveglia bruscamente Ineke. Il colore della sua
pelle si
normalizza e lo stesso vale per gli occhi.
“Madre,
dove siamo?” –è la prima domanda che
pone.
“Al
sicuro, tesoro” – la abbraccia forte a
sé.
Poi si
volta verso Aurora e la presenta – “Lei
è la principessina di Arendelle”
“Arendelle? Si chiama così questo posto?”
“Si,
vedrai ti piacerà. Ti mostrerò ogni angolo
segreto del castello. Anche i posti
più divertenti” – le propone,
entusiasta, la piccina.
Elsa volta
lo sguardo sul cielo. E’ ancora nero, però si
è innalzato il vento.
“Brutto
segno” – pensa tra sé e sé.
La natura
si è risvegliata. Adesso sì che il pericolo
è alle porte.