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Autore: OneDayYoureGonnaFly    03/01/2020    0 recensioni
"Lo seguo senza troppe esitazioni, come la notte segue il giorno, come se lo avessi sempre fatto, fidarmi di lui mi sembrava una cosa così naturale..."
"Ed è così che la nostra storia è iniziata, come un lampo a ciel sereno in un giorno di piena estate. Come un treno che passa veloce in un paesaggio deserto e lo sconvolge, facendo tremare le foglie e piegare i fili d’erba..."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, luglio, la città sembra andare a rilento. Il caldo sale dall’asfalto e appanna la mente delle persone. “Sembrano tutti un po’ storditi e molto sudaticci” penso guardando fuori dalla finestra, appoggiato con il gomito al davanzale e la mano che mi sorregge il mento. In casa mia si sta bene, il condizionatore mi sta salvando la vita. Mi metto al pianoforte, rigorosamente in mutande, non posso pensare di sopravvivere con i vestiti, e lascio che i tasti scivolino sotto le mie dita. Passa il tempo veloce e non me ne accorgo, guardo l’orologio, sono le 13.00.
Questa mattina ho saltato la colazione, non mi capacito di come io abbia fatto a resistere fino ad ora di pranzo per mettere qualcosa sotto i denti. Mi alzo e saltando mi dirigo verso il frigorifero. Preparo un sandwich e prendo una bottiglia di acqua fresca. “È importante rimanere idratati con questo caldo” dico con voce buffa, come quella delle persone negli spot pubblicitari. Rido arricciando il naso pensandomi a condurre un qualche programma di televendita. Mangio e mi rimetto al pianoforte.
Suona il telefono, e mi chiedo a quest’ora chi possa essere. È Marc, un amico, mi chiede se stasera ho da fare, ma mi obbliga quasi a dire di essere libero. Vuole portarmi a tutti i costi ad una festa un po’ fuori città con lui e Alex. Dice che ci sarà musica e tanto da bere. “Well” - mi dico io stretto in me- “andiamo, perché no”. Ultimamente le feste non mi attirano, sarà per il troppo caldo, ma l’idea di ballare tutti sudati e appiccicosi non mi piace più di tanto. Al nascere di questo pensiero storco il naso e sulla mia faccia compare una smorfia di disgusto, ma prima che io possa ritrattare Marc con voce sorridente interrompe i mie pensieri: “Bene a dopo, alle 19.00 sono lì. Michael puntuale, mi raccomando”, “Promesso!” replico e metto giù.
Ma cosa è tutta questa fretta e voglia di portarmi fuori casa? Penso. Sicuramente Marc e gli altri stanno tramando qualcosa, o forse hanno solo voglia di vedermi. Con questo caldo non esco da settimane con loro. Scrollo le spalle e rido di nuovo pensando che forse semplicemente vorrebbe che io fossi in orario…per una volta!
Prendo una birra dal frigorifero e mi butto sul divano. Perso nei miei pensieri, mi addormento e la birra mi si rovescia addosso. “Cazzo, che bel risveglio di merda” esclamo notando di aver sporcato tutto il divano. Guardo l’orologio, ho dormito un’ora e mi chiedo come faccio a non aver fatto cadere la birra prima. “Mi piace troppo la birra e non volevo lasciarla andare, unica spiegazione possibile” dico con voce soddisfatta e ironica. Ultimamente parlo da solo e questa cosa mi fa spesso sorridere. Forse sto diventando pazzo. Mah, in realtà hanno detto che chi parla da solo è più intelligente! Stretto in questa convinzione vado sotto la doccia. I ricci bagnati mi arrivano alla punta del naso. Lascio che l’acqua cada lentamente su di me e appoggio la testa contro la muro. Nella mia testa c’è solo musica.
Ho fatto una promessa, devo essere in orario. È tardi, molto tardi. Mi sono perso via, ho cantato e ballato con una spazzola in mano e in accappatoio. Quando mi prendono i cinque minuti do il meglio di me, e penso che se dovessi essere davanti ad un pubblico la cosa che vorrei di più è che tutti si divertissero ballando, proprio come mi diverto io.
Mi infilo dei jeans scuri e una t-shirt bianca girocollo. Profumo, ne metto tanto, e deodorante. Non vorrei mai finire come quelli che alle feste ti impediscono anche di passargli vicino dalla puzza. E poi diciamocelo, il profumo è una delle cose più belle da sentire su una persona. Quando ti avvicini a lei e senti il suo profumo entri in un qualche modo nel suo mondo. Io adoro tutto ciò.
Sono le 19.00 e puntuale -mi meraviglio di me stesso-, esco di casa e aspetto. Ho le spalle appoggiate alla porta e una gamba sollevata indietro, guardo in alto e perso nei miei pensieri non mi rendo nemmeno conto che sono arrivati. 19.10, penso sia la prima volta che mi capita di anticiparli. Marc mi fa cenno con la mano destra, e sorridente mi invita a raggiungerli e salire in macchina. “Ci vorrà un po’ ad arrivare, ma niente paura la festa inizia alle 22.00, abbiamo tutto il tempo, a quest’ora uscire dalla città sarà un delirio”, dice. Prima di salire in macchina Marc mi abbraccia “Finalmente, chi non muore si rivede” ride e si sorprende per la mia strana, molto strana, puntualità. Saluto anche Alex, improvvisamente mi sento bene, ho voglia di divertirmi. Sono giovane e chissenefrega del domani, delle persone sudaticce e se starò male perché avrò bevuto troppo, voglio solo ballare e non pensare a niente!
Arriviamo al pub, è molto carino e la musica si sente già dal parcheggio. Entriamo e anche se è molto presto decidiamo di prendere una birra aspettando che arrivi un po’ di gente. La birra fresca mi bagna le labbra e adesso che ho fatto un sorso sono proprio contento che Marc non mi abbia lasciato modo di dirgli no.
Parliamo del più e del meno, mentre le birre da una diventano due e poi tre. La gente inizia ad arrivare e io mi butto a ballare nel centro del pub. Ho creato un effetto a catena, Marc e Alex mi seguono, qualcuno doveva pur rompere il ghiaccio e quando si tratta di ballare il sottoscritto si butta sempre. Il ragazzo alla console suona Pump it up the jam, con un braccio al cielo e l’altro che solleva il bicchiere di birra mi lascio andare e chiudo gli occhi.
Quando li riapro incrocio lo sguardo con quello di un ragazzo. Non l’ho mai visto prima. Ma ehi, a proposito di non vedere, gli altri dove sono? Prendo il telefono, un messaggio di Marc “Torniamo subito, Alex non sta bene… ha bevuto troppo. Facciamo due passi”, “Va bene, fammi sapere come sta” rispondo e guardo l’orario. In effetti da quando mi sono buttato in pista sono passate due ore, come ho fatto a non accorgermene? Ops, troppa birra…e poi la musica. Si dai, diamo la colpa alla musica!
Torno a guardare nel punto in cui avevo visto quel ragazzo. Non c’è più.
Dovevo trovarlo.
Il suo sguardo mi aveva catturato, qualcosa in lui mi aveva catturato.
Mi giro, è lì. Sta ballando vicino a me. Mi avvicino, sento il suo profumo. Dolce e forte. Ha qualche nota di orientale, mi piace. Alza lo sguardo, ha gli occhi azzurri che le luci della discoteca fanno risaltare ancora di più. Ha la pelle chiara, i lineamenti dolci e i capelli rossicci e dritti. È il mio opposto. Sta sorridendo. Avvicina la sua testa al mio orecchio “È per te, ho visto che balli da tanto, magari hai sete”. Noto solo ora che in mano ha due bicchieri di birra, sorrido e annuisco. Allungo la mano per prenderlo, lui fa lo stesso per porgermelo. Le nostre dita si sfiorano…
   
 
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