Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    03/01/2020    4 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 4 Vita a palazzo

Jack riaprì lentamente gli occhi ma si sentiva ancora intontito, motivo per il quale gli ci volle qualche secondo prima di riconoscere la figura di Elsa in piedi davanti al letto dove era steso.
“Elsa sei tu? Lo sai che ho fatto un sogno stranissimo…?”
Il suo sguardo si posò anche sulla figura accanto alla regina.
“Oh Anna ci sei anche tu!”
Gli ci volle qualche attimo per metabolizzare la cosa.
“ASPETTA ci sei anche TU?”
Con uno scatto improvviso alzò il busto fino a ritrovarsi seduto sul letto, solo allora realizzò cosa era successo e che purtroppo non si trattava assolutamente di un sogno.

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Era nel castello di Arendelle con Elsa, Anna, Kristoff ed Olaf insieme ad un uomo che aveva tutta l’aria di essere un medico. Tutti lo fissavano in maniera sconcertata, ma lui continuava a guardare la principessa come se fosse morta, ed in effetti per lui lo era da tempo.
Quindi Pitch aveva detto la verità! Il che lo preoccupava ancora di più perché voleva dire che non aveva la minima idea del reale motivo per cui lui lo avesse aiutato, di certo non per far felice Elsa o per sua anima caritatevole!
“Anna tu conosci questo tipo?”
Chiese perplesso Kristoff indicando Jack.
“No”
Confermò Anna chiedendosi perché la stesse fissando in quel modo preoccupante, quindi si rivolse alla sorella, ma anche lei alzò le spalle.
Olaf le sussurrò portando una mano davanti alla bocca per non farsi sentire.
“Poverino deve essere pazzo… non ti preoccupare ci penso io!”
Sorrise a Jack e con aria tranquilla lo salutò agitando la mano.
“Ciao strano e misterioso sconosciuto totalmente sospetto, io sono Olaf!”
“Ehi io non sono sospetto!”
Protestò lui, ma fu interrotto dal medico.
“Capisco le vostre condizioni di salute, ma quello che intendeva Olaf penso fosse che dovreste rivolgervi in maniera più appropriata alla regina e alla principessa di Arendelle, soprattutto se come sembra non le conoscete di persona!”
“Condizioni di salute? Cosa intendi?”
Chiese Jack preoccupato. Il medico sospirò vedendo che anche a lui gli si rivolgeva col ‘tu’ invece che col ‘voi’, iniziò a domandarsi se fossero le sue condizioni a parlare o la sua maleducazione, stava per dire qualcosa quando Kristoff lo anticipò.
“Una mia amica ti ha trovato svenuto nella parte alta delle montagne dove ci sono già ghiaccio e neve, non avevo mai visto nessuno così folle da stare da solo in un luogo simile a piedi scalzi, devi ringraziare che ci fosse lei o saresti potuto morire assiderato!”
“Lo svenimento è dovuto o ad uno sbalzo di temperatura improvviso o ad uno shock, grazie alle medicine che vi ho somministrato state meglio e la temperatura è tornata stabile, ma dovete stare riguardato e al caldo”
Concluse il medico, gli lasciò sul comodino delle erbe medicinali “Bevetene un infuso al giorno mi raccomando. Penso che il mio ruolo qui sia finito, se permettete vostra altezza…”Pronunciò l’ultima frase rivolgendosi ad Elsa che annuì col capo.
“Certo, vi ringrazio per il vostro prezioso aiuto, andate pure”
“Fatemi chiamare per qualsiasi necessità”
Rispose lui prima di andar via, lanciando un’occhiata al povero Jack: probabilmente nutriva qualche sospetto su di lui o semplicemente non tollerava la sua poca educazione.
Elsa fissò Jack con aria incerta, qual ragazzo aveva decisamente un’aria familiare, eppure era sicura di non averlo mai conosciuto prima.
“Chi siete voi?”
Quelle parole arrivarono come fredde lame ghiacciate nel cuore di Jack. Era solo dovuto al suo attuale aspetto o davvero si era scordata di lui? Aveva dimenticato tutto il tempo passato insieme? Non era nemmeno sicuro di voler scoprire la risposta alle sue domande.
“Sono Jack, ma vi prego datemi del tu”
“Jack come? Avrai anche un cognome immagino”
Esordì con aria sempre più sospettosa Kristoff. Jack esitò a rispondere, Elsa non aveva sbattuto ciglio quando gli aveva sentito pronunciare il suo nome e se davvero non ricordava nulla, sarebbe di certo risultato ancora più pazzo se avesse detto di essere Jack Frost.
“Pensate che lo svenimento e il freddo gli abbiano causato anche una perdita della memoria o semplicemente lo strano e misterioso sconosciuto totalmente sospetto ci sta nascondendo qualcosa?” chiese Olaf.
“Ehi io sono qui! E comunque ce l’ho un cognome…”
Doveva capire quanto Elsa si ricordasse di Jack Frost ma non era decisamente quello il momento di rischiare, quindi decise di dare un altro nome, un nome che non dava da tempo.
“Jackson Overland, ma voi potete chiamarmi Jack”
Esordì, quindi fu di nuovo Kristoff a rispondergli.
“Bene JACK, da dove vieni e come mai eri sulle montagne di Arendelle? Ti sei anche rivolto ad Anna ed Elsa come se le conoscessi, eppure dalle loro reazioni parrebbe di no…”
Ok, a malapena si era abituato al fatto di ritrovarsi di nuovo come essere umano, non aveva la minima idea di come rispondere a tutte quelle domande! Improvvisò le prime risposte che gli vennero in mente cercando di essere il più naturale possibile.
“Io ecco… vengo da un piccolo villaggio a nord di Arendelle, ma persino lì tutti conoscono di nome la regina e la principessa, per non parlare delle loro vicissitudini! Ero curioso di riuscire ad incontrarle e volevo vedere di persona gli incredibili poteri di Elsa!”
“E ti sei ritrovato ad attraversare i monti di Arendelle da solo e SCALZO?”
Chiese Kristoff ancora dubbioso.
“Bé io non ero scalzo, non dall’inizio almeno…”
“Ah no?”
“No!”
“E come ci si ritrova scalzi nel mezzo di un ghiacciaio? Illuminaci!”
“Bé è semplice… io… stavo facendo… un gioco!”
“Un gioco?”
“Sì era più una scommessa diciamo… avevo scommesso con i miei amici cha sarei stato per cinque minuti scalzo su un ghiacciao, ma non avendolo mai fatto volevo fare un tentativo quando nessuno mi poteva guardare… per non fare figuracce insomma!”
Dalle espressioni che fecero, Jack capì che a loro risultava assurdo almeno quanto a lui nel momento in cui aveva pronunciato quelle parole. Ormai era fatta, quindi si decise a concludere il bizzarro racconto sperando di non essere rinchiuso in un manicomio o in qualsiasi cosa simile ci fosse ad Arendelle a quell’epoca.
“Poi sono scivolato, facevo fatica anche solo a stare in piedi sul ghiaccio per tornare indietro, il freddo ha preso il sopravvento… ed il resto lo sapete”
Nessuno sembrava convinto al cento per cento, ma almeno nessuno obiettò cosa che Jack considerò quasi una vittoria visto come stava degenerando la situazione. Mai avrebbe potuto pensare di invidiare i tempi in cui non era visibile agli adulti: sincerità, divertimento, niente strani malesseri, poteri…
Ma quell’ultimo pensiero gli riportò alla mente una cosa fondamentale.
“Dov’è il mio bastone?”
Chiese con aria visibilmente preoccupata. Non poteva usarlo ma era deciso a trovare un modo per riportare tutto alla normalità ed il suo bastone gli sarebbe stato essenziale prima o poi, per non parlare del fatto che erano anni che non se ne separava mai. Sentiva quasi come se facesse parte di sé.
“Intendi questo?”
Quando Kristoff prese un bastone che era stato appoggiato al muro, Jack diede un sospiro di sollievo riconoscendolo.
“Si grazie, lo so che è solo un bastone ma non me ne separo mai”
Disse mentre Kristoff glielo consegnava, ma nell’osservarlo fu Elsa stavolta a trasalire.
Aveva già visto quel bastone… assomigliava tremendamente a quello tenuto dal ragazzo nel suo sogno! Non aveva senso, probabilmente era solo una coincidenza, ma voleva accertarsene.
“Dove hai preso quel bastone?”
Gli chiese incuriosita. Jack sperò che quella domanda fosse dovuta al fatto che non lo avesse ancora dimenticato del tutto.
“L’ho trovato tempo fa su un lago di ghiaccio, mi ha aiutato a salvare mia sorella e da allora non me ne separo mai”
Per la prima volta da quando si era risvegliato sentì di aver detto la verità. Purtroppo se voleva procedere con cautela era un lusso che sapeva di non potersi permettere a lungo; sospirò prima di continuare a parlare, accennando un sorriso.
“Lo considero una specie di portafortuna! E poi si dice che sia appartenuto a Jack Frost!”
“Jack Frost, la fiaba per bambini?”
Quelle parole trafissero Jack più di quanto potesse fare una spada: nonostante come umano fosse visibile ad Elsa, gli face davvero male avere la conferma che non credesse più in lui e che non si ricordasse del loro passato insieme.
Era arrivato tardi.
“Bé alcune leggende hanno il loro fascino”
Rispose Jack con più amarezza del dovuto.
“Ma che maleducati! Mi sono accorta solo ora che non ci siamo presentati”
Li interruppe Anna, per poi proseguire con le presentazioni di tutti. Jack annuì fingendo stupore, nonostante li conoscesse ovviamente già tutti.
“Ora però forse è il caso che ti lasciamo riposare come ha detto il dottore”
Esordì Elsa, quindi tutti lo salutarono, l’ultimo fu Olaf.
“Ciao strano e misterioso Jack, totalmente sospetto!”
Anna lo guardò male, ma Jack rise.
“Bé almeno non sono più ‘sconosciuto’, lo considererò come un passo avanti!”
Appena uscirono tutti, Jack diede un sospiro di sollievo: era sicuro di non aver detto tante bugie in una volta sola in tutta la sua esistenza.

 

 

 

 Jack provò a riposare come gli avevano suggerito ma non ci riusciva: continuava a pensare a ciò che gli era accaduto e a come diavolo avrebbe potuto fare ad uscire da quella situazione e a far tornare i ricordi ad Elsa.
Senza i suoi ricordi Elsa non sarebbe potuta tornare e Pitch di sicuro lo sapeva, come probabilmente sapeva anche cosa sarebbe successo a lui… li aveva ingannati ancora ed il solo pensiero lo faceva ribollire dalla rabbia.
Sopraffatto dai suoi pensieri decise di alzarsi, si avvicinò allo specchio della camera e fissò il suo riflesso.
Ancora faticava a riconoscersi, si sorprese a chiedersi se così sarebbe piaciuto lo stesso ad Elsa.
Ma a che cavolo stai pensando Jack? Ci sono decisamente cose più serie di cui preoccuparsi al momento!
Si rimproverò, ma sussultò quando d’improvviso qualcuno entrò nella camera.
Era Elsa, la quale si sorprese nel vederlo in piedi.
“Dovreste stare a letto e a riposo!”
“‘Dovresti’, ti ho già detto di darmi del tu, inoltre non penso che riuscirò a stare fermo a letto un minuto di più!”
Rispose lui con un sorriso alzando le spalle. Elsa sospirò, ma non poteva di certo obbligarlo… quindi gli porse due paia di scarpe.
“Queste erano di mio padre… prova a vedere se ti calzano! Purtroppo Kristen non ha trovato le tue scarpe sul ghiacciaio”
Jack provò entrambe le paia, per poi indossare quelle che gli andavano più giuste.
“Sicura che posso prenderle?”
Chiese mentre le allacciava.
“Certo, ormai non sono più utili a nessuno!”
A quelle parole abbassò lo sguardo. Jack odiava vederla così quindi provò a tirarle su il morale.
“Ehi, allora cosa fate qui per divertirvi?”
Elsa spalancò gli occhi aggrottando un sopracciglio.
“Frena, tu dovresti stare a riposo e prendere le tue erbe!”
Gli indicò la tisana alle erbe medicinali che aveva portato in camera.
Jack alzò gli occhi al cielo avvicinandosi alla tazza che conteneva uno strano liquido verdastro fumante: aveva l’aria di essere bollente. Prese in mano la tazza, quindi vi soffiò sopra prima di darvi un sorso: fece una smorfia per il sapore, probabilmente era composta da qualche strana erba medicinale ma a lui sembrava steppa ammuffita.
Elsa rise nel vedere la faccia di Jack.
“Te lo sogni se pesi che io beva questa roba!”
Protestò lui allontanando la tazza dopo il primo sorso.
“Cos’è hai sei anni per caso? Penso che tu sia abbastanza grande da bere una medicina che ti fa bene anche se il sapore non ti piace!”
Lo riproverò ironica lei, spingendo nuovamente la tazza verso di lui. Jack fissò la tazza come se fosse l’ultima cosa che desiderava bere al momento.
“Ok, facciamo così: se la bevi tutta ti prometto che ti porto a fare un giro del castello, all’interno ovviamente! Così non rischi ricadute, anche se qui in città non fa ancora molto freddo, d’altronde siamo solo in autunno”
Jack pensò che se avessero passato del tempo insieme magari le sarebbero tornati i ricordi prima o poi! Avrebbe provato di tutto pur di tornare alla normalità ed un imbevibile intruglio verde non lo avrebbe potuto uccidere giusto? Anche se nel vederlo gli sembrava tutto l’opposto.
“Affare fatto”
Disse lui, quindi chiuse gli occhi e buttò giù l’infuso di erbe medicinali il più velocemente possibile. Il sapore era tremendo ed il fatto che fosse caldo non aiutava, ma non aveva la minima intenzione (o il coraggio) di sorseggiare per ore quella roba. Una volta finito di bere fece una smorfia disgustata ancora più evidente di quella di prima; Elsa rise nuovamente.
“Non c’è niente da ridere è stato orribile e crudele! Come minimo mi aspetto che questo castello sia fantastico adesso!”
Rispose lui con una punta di ironia.
“Spero che tu ti senta davvero in forze perché sono molte stanze!”
Elsa fece visitare a Jack le numerose stanze del castello spiegando ognuna di essa per cosa fosse utilizzata.
Jack si portò dietro il suo bastone, a quanto pare era vero che non se ne separava mai, Elsa lo trovò bizzarro ma comunque dolce se effettivamente gli ricordava il salvataggio di sua sorella.
Nel corridoio incontrarono Kristoff intento a dire qualcosa a Sven, Elsa si avvicinò.
“Tutto bene?”
A quelle parole Kristoff fece un salto, non aspettandosi di incontrare la regina. Stava provando con Sven le parole da dire ad Anna per dichiararsi: voleva fargli la proposta di matrimonio, cosa che assolutamente non doveva sapere nessuno, soprattutto sua sorella. Nascose velocemente in tasca l’anello sperando che nessuno l’avesse visto.
“C-certo, stavo solo… ecco… raccontando a Sven del nostro nuovo ospite inatteso!”
Indicò Jack accanto a lei prima di proseguire.
“A proposito cosa ci fa qui?”
Dal suo tono Jack capì che ancora era ritenuto sospetto.
“Ha insistito per fare un giro del castello, e che regina sarei se non fossi gentile con i nostri ospiti?”
“Ok ma fa attenzione mi raccomando, spero tu sappia quello che fai”
“Kristoff non ti preoccupare so badare a me stessa!”
Rispose lei con aria sicura.
“Oh lo so bene, io mi riferivo a Jack infatti!”
Jack si sentì strano, non era abituato a tanta diffidenza nei suoi confronti, ma d’altronde era plausibile: sapevano poco di lui e di certo non aveva dato una spiegazione che fosse tra le più credibili nell’universo!
Proseguirono il giro lasciando Kristoff, quindi arrivarono in un’enorme salone.
“Wow e questo per cosa viene utilizzato?”
È la sala da ballo, la utilizziamo per feste o ricevimenti”
Il viso di Jack si illuminò immaginandosi milioni di persone che si divertivano in quella sala.
“Bé allora dovremmo ballare!”
Disse lui porgendole la mano con un sorriso ma lei indietreggiò: non era solita ballare, figuriamoci con uno sconosciuto!
“Mi spiace ma io non ballo”
Tagliò corto lei, per poi invitarlo a seguirla nella stanza successiva. Jack rimase male per quella risposta, ma d’altronde doveva accettare che al momento era poco più di uno sconosciuto per Elsa: era comunque deciso a non arrendersi.
Arrivarono in una sala piena di quadri, Elsa spiegò che lì tenevano tutti i quadri più importanti ed iniziò a mostrargliene qualcuno spiegando cosa rappresentava. Arrivarono davanti ad un quadro con al centro due giovani circondati dalla folla.

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“Questo quadro lo trovo molto bello,  rappresenta il primo ballo tra due giovani che sancirà l’inizio della loro relazione”
Jack fissò attentamente il quadro per qualche minuto.
“E…?”
Elsa lo fissò stranita non capendo a cosa si riferisse, quindi lui proseguì.
“C’è un altro dettaglio molto importante rappresentato nel quadro che non hai spiegato!”
“Cosa?”
Domandò lei dubbiosa, chiedendosi se lui avesse già visto in qualche modo quel quadro.
“Quelle tre persone alle spalle del ragazzo infondo: lui sta facendo notare alla ragazza quanto sia disastroso il vestito di lei e la signora dietro di loro ride divertita della cosa!”
Elsa rise.
“Ma non è vero!”
“Ah no? E come fai a saperlo? A me sembra proprio sia andata così, devi imparare a vedere oltre ciò che ti mostrano gli altri”
“Ma un artista non avrebbe mai rappresentato qualcosa del genere!”
“E perché non avrebbe dovuto? È molto più divertente così! Dai prova anche tu!”
“Cosa?”
“Dimmi cosa vedi in quel quadro!”
Jack gli indicò un quadro con una donna sull’altalena spinta da un uomo.

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“Oh questo dovrebbe essere un parente del duca del regno del sud al suo primo appuntamento… lei sembra stia pensando… a quanto sia gentile ad offrirsi di spingerla per così tanto tempo?”
Tentò di improvvisare Elsa con l’ultima frase ma Jack scosse la testa ridendo.
“Disastroso primo appuntamento vorrai dire!”
Lei lo fissò dubbiosa.
“Guarda non vedi che la sua scarpa vola via?”
Disse indicandola nel quadro.
“Non lo avevo mai notato”
“Ecco, appena se ne è accorta hanno passato l’intero pomeriggio a cercarla nel bosco e lei si è rovinata tutto il vestito: un vero disastro!”
Elsa rise nuovamente.
“Assurdo!”
“Ti do un’altra possibilità: questa volta mettici più impegno mi raccomando”
Indicò un altro quadro con numerose persone.

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“In questo quadro la donna a destra con il suo fidanzato vengono presentati alla marchesa e a suo marito sulla sinistra”
“E…”
La incitò Jack. Elsa era decisa a sorprenderlo stavolta, quindi con entusiasmo indicò la ragazza sulla destra pronta a sfoderare tutta la sua immaginazione.
“E... se vedi bene è sorpresa del fatto che nonostante sia lei la nuova arrivata, tutti stanno guardando la marchesa: probabilmente sta pensando ‘se solo avessi messo dei tacchi più alti forse le cose sarebbero diverse adesso’”

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Entrambi scoppiarono a ridere.
È stato stupido!”
Sentenziò Elsa.
È stato divertente!”
La corresse Jack.
“Anna approverebbe, lei passava moltissimo tempo qui a fantasticare sulla vita dei personaggi dei quadri prima che aprissimo le porte del castello”
Il viso di Elsa si incupì leggermente nel ricordare la loro infanzia separata, Jack intuì il perché, infondo lui aveva osservato per anni Elsa chiusa nella sua stanza: fino ad allora però non aveva mai pensato al punto di vista di Anna ed in quel momento gli dispiacque molto anche per lei.
“E chi è la donna in quel quadro invece?”
Chiese più seriamente Jack indicando un quadro con una donna con’armatura.
“Oh quella è…”
“Giovanna!”
Disse una voce alle loro spalle che fece girare entrambi: era Anna.
“Vedo che Elsa ti ha già fatto fare un noioso giro del castello!”
Continuò lei con tono scherzoso.
“Diciamo che abbiamo trovato il modo di renderlo divertente! Non che ce ne fosse molto bisogno, insomma è un castello davvero enorme e molto bello”
“Ne ho parlato prima con Elsa e vi ho raggiunti proprio perché eravamo d’accordo nel dirti che… si insomma non siamo state accoglienti… cioè non che non lo siamo state, ci abbiamo provato, ti abbiamo fornito un medico, ma comunque non è stato carino ciò che ti abbiamo detto… cioè non tutto ovviamente ma qualcosa…”
“Quello che mia sorella sta cercando di dirti è che come regina e principessa di Arendelle ci scusiamo per averti tempestato di domande appena ti sei svegliato, non è stato molto educato da parte nostra e dei nostri amici”
La interruppe Elsa ma poi Anna continuò.
“Purtroppo siamo un po’ diffidenti con gli sconosciuti da quando…”
È successa la questione di Hans”
La anticipò Jack, cosa che sorprese le due sorelle.
“E tu come lo sai?”
“Bé ecco… tutti conoscono la storia del traditore di Arendelle ormai!”
Disse lui conscio del fatto che non avrebbe potuto scordare quel demonio nemmeno tra altri trecento anni!
“Immagino sia così, ma qui ad Arendelle siamo anche famosi per la nostra ospitalità, quindi potrai rimanere come nostro ospite a palazzo fin quando deciderai di restare in visita, è il minimo che possiamo fare”
Disse Elsa.
“Vi ringrazio infinitamente”
Rispose lui un po’ imbarazzato e sperando vivamente che quella visita non dovesse durare troppo: le cose dovevano tornare alla normalità il prima possibile.
Anna improvvisamente si ricordò di qualcosa.
“Ah Elsa ricordati che stasera abbiamo la serata mimi!”
“Mimi? Fantastico, io sono un asso in questo gioco!”
Disse Jack, cosa che lasciò un attimo entrambe interdette: la serata mimi normalmente era una cosa che facevano in famiglia, allo stesso tempo non volevano risultare nuovamente scortesi con il loro ospite.
Jack notò il loro silenzio, capendo imbarazzato che forse l’invito non era rivolto anche a lui.
“Oh… cioè io credo che dovrei riposare! Non è un problema andate voi”
Era sicuro di essere arrossito più del necessario, iniziava ad odiare la sua condizione di umano.
“Di solito la serata mimi la facciamo in famiglia, ma forse potremmo fare un’eccezione per una volta?”
Chiese Anna rivolgendosi alla sorella, sentendosi ancora in un misto tra l’essere in colpa per come avevano trattato Jack ed il riservarsi ancora dei sospetti nei suoi confronti.
Elsa rifletté un attimo prima di rispondere, anche lei nutriva ancora dei dubbi su quello strano ragazzo ma era sembrato gentile fino ad adesso ed un gioco di certo non li avrebbe uccisi, anzi forse avrebbero potuto scoprire qualcosa in più sul misterioso straniero.
“Potremmo fare un’eccezione ma Jack ha ragione, deve riposare. Quindi potrai unirti a noi solo se ora tornerai in camera e non vi uscirai fino a stasera… intesi?”
“Affare fatto”
Rispose lui con aria felice dalla notizia di poter partecipare, quindi salutò le due sorelle e tornò in camera.

 

 

 

Finalmente Jack riuscì a riposare. Quando si svegliò era già sera ma si sentiva decisamente meglio, controllò l’ora sull’orologio a pendolo fisso alla parete, ma mancavano quasi due ore all’appuntamento con Anna ed Elsa.
Trovò accanto al letto qualcosa di caldo da mangiare: probabilmente l’aveva lasciato la servitù per non svegliarlo.
Si sedette sul bordo della finestra a mangiare mentre fissava il panorama: Arendelle era poco illuminata ma comunque si intravedeva la gente che girava per la strada, il suo sguardo si posò su alcuni bambini che giocavano a rincorrersi. Adorava fissare i bambini divertirsi, anche se in quel momento non era più Jack Frost, era una cosa che lo metteva sempre di buon umore.
Quando i bambini uscirono dal suo campo visivo spostò il suo sguardo sul resto del paesaggio: intravide il percorso che faceva solitamente in volo per andare a trovare Elsa, sorrise al solo ricordo di quei momenti che adesso gli sembravano distanti secoli. Vide poi più avanti l’inizio della foresta di Arendelle che al buio sembrava oscura più che mai, in qualche modo quel posto lo inquietava, ma come mai?
Ci rifletté per qualche istante, finché non se ne ricordò il motivo: tempo fa Elsa gli aveva detto di aver incontrato lì per la prima volta Pitch.
Iniziò a passargli per la mente un’idea davvero assurda, ma doveva fare qualcosa e forse quella era la sua unica possibilità e visto quanto fosse disperato, non vedeva molte alternative. Quindi per quanto folle e probabilmente inutile sarebbe potuto essere decise che ci avrebbe almeno provato, il suo unico problema era che non poteva uscire o la servitù lo avrebbe riferito sicuramente ad Elsa ed Anna.
Pensa Jack pensa.
Disse a se stesso per incoraggiarsi mentre si guardava intorno, finché non vide i rami dell’albero che si ergeva davanti alla sua finestra: con un po’ di fortuna forse ci si sarebbe potuto arrampicare per scendere e salire senza farsi notare… infondo era solo al primo piano.
Aprì la finestra ed osservò l’albero: con i suoi poteri sarebbe stato uno scherzo volare giù, ma anche da umano un tempo se la cavava bene ad arrampicarsi, solo che non lo faceva da anni.
Dai Jack puoi farcela, sarà divertente vedrai!
Si fece coraggio, quindi si sedette sul bordo e portò entrambe le gambe sul cornicione, si allungò verso il ramo facendo attenzione a non sbilanciarsi troppo, quindi con un piccolo salto arrivò con entrambi i piedi sul ramo dell’albero. Purtroppo non si sentiva affatto stabile, cercò di tenere l’equilibrio ma lo perse definitivamente cadendo di lato, cercò di aggrapparsi in qualsiasi modo: rimase appeso per le ginocchia al ramo dell’albero a testa in giù.
Non sapeva come fare e non poteva di certo rimanere così in eterno! Osservò il ramo sotto di lui e decide che era la sua unica possibilità, quindi si lasciò cadere e lo afferrò con entrambe le mani. Il ramo tenne il suo peso solo per pochi minuti prima di spezzarsi facendolo cadere a terra: non aveva fatto un gran volo per fortuna e i cumuli di foglie secche a terra avevano attutito la caduta, ma comunque si sentiva leggermente dolorante.
Grande idea Jack ora vediamo quanto risulterà ancora più geniale la prossima!
Si rimproverò tra sé mentre si avviava verso il bosco.

 






 

Questo capitolo è nato realmente dal nulla, nel senso che nei miei appunti di idee per la fic questo pezzo era ‘Jack si sveglia e tutti fanno domande’ poi in teoria si doveva passare direttamente ai due eventi che ritroverete ormai nel prossimo capitolo (sempre che non inizio a scrivere cose come adesso ahahah), ma invece scrivendo le disavventure al risveglio di Jack mi è venuta voglia di scrivere anche la sua visita al palazzo, spero quindi vi sia piaciuto il capitolo! A me fa troppa tenerezza Jack che deve inventarsi le peggio bugie dal nulla poverino! (sì, sono tornata con il mio dualismo da autrice vs fangirl ahahah)
Non so se lo avete notato ma i quadri nel palazzo sono proprio quelli presenti nel film di frozen!
Cosa farà ora Jack?

Comunque volevo chiedervi un consiglio in merito alle canzoni di frozen 2 che vorrei citare ed inserire nella storia. Nella precedente storia ‘La regina di ghiaccio’ avevo inserito la citazione di ‘let it go’ tramite i pensieri del personaggio, ovvero ho descritto le sensazioni che Elsa provava durante la canzone citando spesso il testo. In questa fic, almeno per una canzone (se non per tutte) vorrei provare ad inserire proprio il testo della canzone cantata dal personaggio (mettendola in grassetto corsivo allineato al centro o comunque diversamente dal testo) alternata ad i pensieri del personaggio. Non avendolo mai fatto vorrei sapere da voi:

1) Se vi piace come idea o se pensate che il cantato in una fic possa risultare strano da leggere
2)
Se in caso lo applichereste a tutte le canzoni che voglio inserire nella fic (2 o 3 al massimo) o solo ad una lasciando il resto solo tramite pensieri del pg (come avevo fatto per let it go) per non appesantire troppo il testo
3) il testo della canzone lo mettereste in inglese o in un italiano tradotto letterale dall’inglese essendo una fic italiana? (mi voglio basare sulla versione inglese perché il testo è molto più adatto a quello che voglio rappresentare rispetto alla versione tradotta nel film, quindi al massimo fare una traduzione io letterale in italiano della versione inglese). Ditemi che ne pensate anche se secondo me meglio in inglese ma non so se vi fa strano avere inglese ed italiano nella stessa fic
Grazie tante a chiunque risponderà, e buon anno nuovo dato che è iniziato da poco!

PS: ok lo ammetto le immagini con i capelli orribili di Jack colorati a mano di marrone le ho fatte io! Purtroppo non ci sono molte immagini di Jack umano quindi vi dovrete accontentare dei miei orrori ahahah. Ovviamente se avete consigli per farle meglio ditemi pure :)

   
 
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