Jack
riaprì
lentamente gli occhi ma si sentiva ancora intontito, motivo per il
quale gli ci
volle qualche secondo prima di riconoscere la figura di Elsa in piedi
davanti
al letto dove era steso.
“Elsa sei
tu? Lo sai che ho fatto un sogno stranissimo…?”
Il suo
sguardo si posò anche sulla figura accanto alla regina.
“Oh Anna ci
sei anche tu!”
Gli ci volle
qualche attimo per metabolizzare la cosa.
“ASPETTA ci
sei anche TU?”
Con uno
scatto improvviso alzò il busto fino a ritrovarsi seduto sul
letto, solo allora
realizzò cosa era successo e che purtroppo non si trattava
assolutamente di un
sogno.
Era
nel
castello di Arendelle con Elsa, Anna, Kristoff ed Olaf insieme ad un
uomo che
aveva tutta l’aria di essere un medico. Tutti lo fissavano in
maniera
sconcertata, ma lui continuava a guardare la principessa come se fosse
morta,
ed in effetti per lui lo era da tempo.
Quindi Pitch
aveva detto la verità! Il che lo preoccupava ancora di
più perché voleva dire
che non aveva la minima idea del reale motivo per cui lui lo avesse
aiutato, di
certo non per far felice Elsa o per sua anima caritatevole!
“Anna tu
conosci questo tipo?”
Chiese
perplesso Kristoff indicando Jack.
“No”
Confermò
Anna chiedendosi perché la stesse fissando in quel modo
preoccupante, quindi si
rivolse alla sorella, ma anche lei alzò le spalle.
Olaf le
sussurrò portando una mano davanti alla bocca per non farsi
sentire.
“Poverino
deve essere pazzo… non ti preoccupare ci penso io!”
Sorrise a
Jack e con aria tranquilla lo salutò agitando la mano.
“Ciao strano
e misterioso sconosciuto totalmente sospetto, io sono Olaf!”
“Ehi io non
sono sospetto!”
Protestò
lui, ma fu interrotto dal medico.
“Capisco le
vostre condizioni di salute, ma quello che intendeva Olaf penso fosse
che
dovreste rivolgervi in maniera più appropriata alla regina e
alla principessa
di Arendelle, soprattutto se come sembra non le conoscete di
persona!”
“Condizioni
di salute? Cosa intendi?”
Chiese Jack
preoccupato. Il medico sospirò vedendo che anche a lui gli
si rivolgeva col
‘tu’ invece che col ‘voi’,
iniziò a domandarsi se fossero le sue condizioni a
parlare o la sua maleducazione, stava per dire qualcosa quando Kristoff
lo
anticipò.
“Una mia
amica ti ha trovato svenuto nella parte alta delle montagne dove ci
sono già
ghiaccio e neve, non avevo mai visto nessuno così folle da
stare da solo in un
luogo simile a piedi scalzi, devi ringraziare che ci fosse lei o
saresti potuto
morire assiderato!”
“Lo svenimento
è dovuto o ad uno sbalzo di
temperatura improvviso o ad uno shock, grazie alle medicine che vi ho
somministrato state meglio e la temperatura è tornata
stabile, ma dovete stare
riguardato e al caldo”
Concluse il
medico, gli lasciò sul comodino delle erbe medicinali
“Bevetene un infuso al
giorno mi raccomando. Penso che il mio ruolo qui sia finito, se
permettete vostra
altezza…”Pronunciò l’ultima
frase rivolgendosi ad Elsa che annuì col capo.
“Certo, vi
ringrazio per il vostro prezioso aiuto, andate pure”
“Fatemi
chiamare per qualsiasi necessità”
Rispose lui
prima di andar via, lanciando un’occhiata al povero Jack:
probabilmente nutriva
qualche sospetto su di lui o semplicemente non tollerava la sua poca
educazione.
Elsa fissò
Jack con aria incerta, qual ragazzo aveva decisamente un’aria
familiare, eppure
era sicura di non averlo mai conosciuto prima.
“Chi siete
voi?”
Quelle
parole arrivarono come fredde lame ghiacciate nel cuore di Jack. Era
solo
dovuto al suo attuale aspetto o davvero si era scordata di lui? Aveva
dimenticato tutto il tempo passato insieme? Non era nemmeno sicuro di
voler
scoprire la risposta alle sue domande.
“Sono Jack,
ma vi prego datemi del tu”
“Jack come?
Avrai anche un cognome immagino”
Esordì con
aria sempre più sospettosa Kristoff. Jack esitò a
rispondere, Elsa non aveva
sbattuto ciglio quando gli aveva sentito pronunciare il suo nome e se
davvero
non ricordava nulla, sarebbe di certo risultato ancora più
pazzo se avesse
detto di essere Jack Frost.
“Pensate che
lo svenimento e il freddo gli abbiano causato anche una perdita della
memoria o
semplicemente lo strano e misterioso sconosciuto totalmente sospetto ci
sta
nascondendo qualcosa?” chiese Olaf.
“Ehi io sono
qui! E comunque ce l’ho un cognome…”
Doveva capire quanto Elsa si ricordasse di Jack Frost ma non era
decisamente
quello il momento di rischiare, quindi decise di dare un altro nome, un
nome
che non dava da tempo.
“Jackson
Overland, ma voi potete chiamarmi Jack”
Esordì,
quindi fu di nuovo Kristoff a rispondergli.
“Bene JACK,
da dove vieni e come mai eri sulle montagne di Arendelle? Ti sei anche
rivolto
ad Anna ed Elsa come se le conoscessi, eppure dalle loro reazioni
parrebbe di no…”
Ok, a
malapena si era abituato al fatto di ritrovarsi di nuovo come essere
umano, non
aveva la minima idea di come rispondere a tutte quelle domande!
Improvvisò le
prime risposte che gli vennero in mente cercando di essere il
più naturale
possibile.
“Io ecco…
vengo da un piccolo villaggio a nord di Arendelle, ma persino
lì tutti
conoscono di nome la regina e la principessa, per non parlare delle
loro
vicissitudini! Ero curioso di riuscire ad incontrarle e volevo vedere
di
persona gli incredibili poteri di Elsa!”
“E ti sei
ritrovato ad attraversare i monti di Arendelle da solo e
SCALZO?”
Chiese
Kristoff ancora dubbioso.
“Bé io non
ero scalzo, non dall’inizio almeno…”
“Ah no?”
“No!”
“E come ci
si ritrova scalzi nel mezzo di un ghiacciaio? Illuminaci!”
“Bé è
semplice… io… stavo facendo… un
gioco!”
“Un gioco?”
“Sì era più
una scommessa diciamo… avevo scommesso con i miei amici cha
sarei stato per cinque
minuti scalzo su un ghiacciao, ma non avendolo mai fatto volevo fare un
tentativo quando nessuno mi poteva guardare… per non fare
figuracce insomma!”
Dalle
espressioni che fecero, Jack capì che a loro risultava
assurdo almeno quanto a
lui nel momento in cui aveva pronunciato quelle parole. Ormai era
fatta, quindi
si decise a concludere il bizzarro racconto sperando di non essere
rinchiuso in
un manicomio o in qualsiasi cosa simile ci fosse ad Arendelle a
quell’epoca.
“Poi sono
scivolato, facevo fatica anche solo a stare in piedi sul ghiaccio per
tornare
indietro, il freddo ha preso il sopravvento… ed il resto lo
sapete”
Nessuno
sembrava convinto al cento per cento, ma almeno nessuno
obiettò cosa che Jack
considerò quasi una vittoria visto come stava degenerando la
situazione. Mai
avrebbe potuto pensare di invidiare i tempi in cui non era visibile
agli
adulti: sincerità, divertimento, niente strani malesseri,
poteri…
Ma
quell’ultimo pensiero gli riportò alla mente una
cosa fondamentale.
“Dov’è il
mio bastone?”
Chiese con aria
visibilmente preoccupata. Non poteva usarlo ma era deciso a trovare un
modo per
riportare tutto alla normalità ed il suo bastone gli sarebbe
stato essenziale prima
o poi, per non parlare del fatto che erano anni che non se ne separava
mai. Sentiva
quasi come se facesse parte di sé.
“Intendi
questo?”
Quando
Kristoff prese un bastone che era stato appoggiato al muro, Jack diede
un
sospiro di sollievo riconoscendolo.
“Si grazie,
lo so che è solo un bastone ma non me ne separo
mai”
Disse mentre
Kristoff glielo consegnava, ma nell’osservarlo fu Elsa
stavolta a trasalire.
Aveva già
visto quel bastone… assomigliava tremendamente a quello
tenuto dal ragazzo nel
suo sogno! Non aveva senso, probabilmente era solo una coincidenza, ma
voleva
accertarsene.
“Dove hai
preso quel bastone?”
Gli chiese
incuriosita. Jack sperò che quella domanda fosse dovuta al
fatto che non lo
avesse ancora dimenticato del tutto.
“L’ho
trovato tempo fa su un lago di ghiaccio, mi ha aiutato a salvare mia
sorella e
da allora non me ne separo mai”
Per la prima
volta da quando si era risvegliato sentì di aver detto la
verità. Purtroppo se
voleva procedere con cautela era un lusso che sapeva di non potersi
permettere
a lungo; sospirò prima di continuare a parlare, accennando
un sorriso.
“Lo
considero una specie di portafortuna! E poi si dice che sia appartenuto
a Jack
Frost!”
“Jack Frost,
la fiaba per bambini?”
Quelle
parole trafissero Jack più di quanto potesse fare una spada:
nonostante come
umano fosse visibile ad Elsa, gli face davvero male avere la conferma
che non
credesse più in lui e che non si ricordasse del loro passato
insieme.
Era arrivato
tardi.
“Bé alcune
leggende hanno il loro fascino”
Rispose Jack
con più amarezza del dovuto.
“Ma che
maleducati! Mi sono accorta solo ora che non ci siamo
presentati”
Li
interruppe Anna, per poi proseguire con le presentazioni di tutti. Jack
annuì
fingendo stupore, nonostante li conoscesse ovviamente già
tutti.
“Ora però
forse è il caso che ti lasciamo riposare come ha detto il
dottore”
Esordì Elsa,
quindi tutti lo salutarono, l’ultimo fu Olaf.
“Ciao strano
e misterioso Jack, totalmente sospetto!”
Anna lo
guardò male, ma Jack rise.
“Bé almeno
non sono più ‘sconosciuto’, lo
considererò come un passo avanti!”
Appena
uscirono tutti, Jack diede un sospiro di sollievo: era sicuro di non
aver detto
tante bugie in una volta sola in tutta la sua esistenza.
Senza i suoi
ricordi Elsa non sarebbe potuta tornare e Pitch di sicuro lo sapeva,
come
probabilmente sapeva anche cosa sarebbe successo a lui… li
aveva ingannati
ancora ed il solo pensiero lo faceva ribollire dalla rabbia.
Sopraffatto
dai suoi pensieri decise di alzarsi, si avvicinò allo
specchio della camera e
fissò il suo riflesso.
Ancora
faticava a riconoscersi, si sorprese a chiedersi se così
sarebbe piaciuto lo
stesso ad Elsa.
Ma a che cavolo stai pensando Jack? Ci sono
decisamente cose più serie di cui preoccuparsi al momento!
Si
rimproverò, ma sussultò quando
d’improvviso qualcuno entrò nella camera.
Era Elsa, la
quale si sorprese nel vederlo in piedi.
“Dovreste
stare a letto e a riposo!”
“‘Dovresti’,
ti ho già detto di darmi del tu, inoltre non penso che
riuscirò a stare fermo a
letto un minuto di più!”
Rispose lui
con un sorriso alzando le spalle. Elsa sospirò, ma non
poteva di certo
obbligarlo… quindi gli porse due paia di scarpe.
“Queste
erano di mio padre… prova a vedere se ti calzano! Purtroppo
Kristen non ha trovato
le tue scarpe sul ghiacciaio”
Jack provò
entrambe le paia, per poi indossare quelle che gli andavano
più giuste.
“Sicura che
posso prenderle?”
Chiese
mentre le allacciava.
“Certo,
ormai non sono più utili a nessuno!”
A quelle parole
abbassò lo sguardo. Jack odiava vederla così
quindi provò a tirarle su il
morale.
“Ehi, allora
cosa fate qui per divertirvi?”
Elsa
spalancò gli occhi aggrottando un sopracciglio.
“Frena, tu
dovresti stare a riposo e prendere le tue erbe!”
Gli indicò la
tisana alle erbe medicinali che aveva portato in camera.
Jack alzò
gli occhi al cielo avvicinandosi alla tazza che conteneva uno strano
liquido
verdastro fumante: aveva l’aria di essere bollente. Prese in
mano la tazza,
quindi vi soffiò sopra prima di darvi un sorso: fece una
smorfia per il sapore,
probabilmente era composta da qualche strana erba medicinale ma a lui
sembrava steppa
ammuffita.
Elsa rise
nel vedere la faccia di Jack.
“Te lo sogni
se pesi che io beva questa roba!”
Protestò lui
allontanando la tazza dopo il primo sorso.
“Cos’è hai
sei anni per caso? Penso che tu sia abbastanza grande da bere una
medicina che
ti fa bene anche se il sapore non ti piace!”
Lo riproverò
ironica lei, spingendo nuovamente la tazza verso di lui. Jack
fissò la tazza
come se fosse l’ultima cosa che desiderava bere al momento.
“Ok,
facciamo così: se la bevi tutta ti prometto che ti porto a
fare un giro del
castello, all’interno ovviamente! Così non rischi
ricadute, anche se qui in
città non fa ancora molto freddo, d’altronde siamo
solo in autunno”
Jack pensò
che se avessero passato del tempo insieme magari le sarebbero tornati i
ricordi
prima o poi! Avrebbe provato di tutto pur di tornare alla
normalità ed un
imbevibile intruglio verde non lo avrebbe potuto uccidere giusto? Anche
se nel
vederlo gli sembrava tutto l’opposto.
“Affare
fatto”
Disse lui,
quindi chiuse gli occhi e buttò giù
l’infuso di erbe medicinali il più
velocemente possibile. Il sapore era tremendo ed il fatto che fosse
caldo non
aiutava, ma non aveva la minima intenzione (o il coraggio) di
sorseggiare per
ore quella roba. Una volta finito di bere fece una smorfia disgustata
ancora
più evidente di quella di prima; Elsa rise nuovamente.
“Non c’è
niente da ridere è stato orribile e crudele! Come minimo mi
aspetto che questo
castello sia fantastico adesso!”
Rispose lui
con una punta di ironia.
“Spero che
tu ti senta davvero in forze perché sono molte
stanze!”
Elsa fece
visitare a Jack le numerose stanze del castello spiegando ognuna di
essa per
cosa fosse utilizzata.
Jack si
portò dietro il suo bastone, a quanto pare era vero che non
se ne separava mai,
Elsa lo trovò bizzarro ma comunque dolce se effettivamente
gli ricordava il
salvataggio di sua sorella.
Nel corridoio
incontrarono Kristoff intento a dire qualcosa a Sven, Elsa si
avvicinò.
“Tutto
bene?”
A quelle
parole Kristoff fece un salto, non aspettandosi di incontrare la
regina. Stava
provando con Sven le parole da dire ad Anna per dichiararsi: voleva
fargli la
proposta di matrimonio, cosa che assolutamente non doveva sapere
nessuno,
soprattutto sua sorella. Nascose velocemente in tasca
l’anello sperando che
nessuno l’avesse visto.
“C-certo,
stavo solo… ecco… raccontando a Sven del nostro
nuovo ospite inatteso!”
Indicò Jack
accanto a lei prima di proseguire.
“A proposito
cosa ci fa qui?”
Dal suo tono
Jack capì che ancora era ritenuto sospetto.
“Ha
insistito per fare un giro del castello, e che regina sarei se non
fossi
gentile con i nostri ospiti?”
“Ok ma fa
attenzione mi raccomando, spero tu sappia quello che fai”
“Kristoff
non ti preoccupare so badare a me stessa!”
Rispose lei
con aria sicura.
“Oh lo so
bene, io mi riferivo a Jack infatti!”
Jack si
sentì strano, non era abituato a tanta diffidenza nei suoi
confronti, ma
d’altronde era plausibile: sapevano poco di lui e di certo
non aveva dato una
spiegazione che fosse tra le più credibili
nell’universo!
Proseguirono
il giro lasciando Kristoff, quindi arrivarono in un’enorme
salone.
“Wow e
questo per cosa viene utilizzato?”
“È la
sala da ballo, la utilizziamo per feste o ricevimenti”
Il viso di
Jack si illuminò immaginandosi milioni di persone che si
divertivano in quella
sala.
“Bé allora
dovremmo ballare!”
Disse lui
porgendole la mano con un sorriso ma lei indietreggiò: non
era solita ballare,
figuriamoci con uno sconosciuto!
“Mi spiace
ma io non ballo”
Tagliò corto
lei, per poi invitarlo a seguirla nella stanza successiva. Jack rimase
male per
quella risposta, ma d’altronde doveva accettare che al
momento era poco più di
uno sconosciuto per Elsa: era comunque deciso a non arrendersi.
Arrivarono
in una sala piena di quadri, Elsa spiegò che lì
tenevano tutti i quadri più
importanti ed iniziò a mostrargliene qualcuno spiegando cosa
rappresentava. Arrivarono
davanti ad un quadro con al centro due giovani circondati dalla folla.
“Questo
quadro lo trovo molto bello, rappresenta
il primo ballo tra due giovani che sancirà
l’inizio della loro relazione”
Jack fissò
attentamente il quadro per qualche minuto.
“E…?”
Elsa lo fissò
stranita non capendo a cosa si riferisse, quindi lui
proseguì.
“C’è un
altro dettaglio molto importante rappresentato nel quadro che non hai
spiegato!”
“Cosa?”
Domandò lei
dubbiosa, chiedendosi se lui avesse già visto in qualche
modo quel quadro.
“Quelle tre
persone alle spalle del ragazzo infondo: lui sta facendo notare alla
ragazza
quanto sia disastroso il vestito di lei e la signora dietro di loro
ride
divertita della cosa!”
Elsa rise.
“Ma non è
vero!”
“Ah no? E
come fai a saperlo? A me sembra proprio sia andata così,
devi imparare a vedere
oltre ciò che ti mostrano gli altri”
“Ma un
artista non avrebbe mai rappresentato qualcosa del genere!”
“E perché non
avrebbe dovuto? È
molto più divertente così! Dai prova anche
tu!”
“Cosa?”
“Dimmi cosa
vedi in quel quadro!”
Jack gli
indicò un quadro con una donna sull’altalena
spinta da un uomo.
“Oh
questo
dovrebbe essere un parente del duca del regno del sud al suo primo
appuntamento…
lei sembra stia pensando… a quanto sia gentile ad offrirsi
di spingerla per
così tanto tempo?”
Tentò di
improvvisare Elsa con l’ultima frase ma Jack scosse la testa
ridendo.
“Disastroso
primo appuntamento vorrai dire!”
Lei lo fissò
dubbiosa.
“Guarda non
vedi che la sua scarpa vola via?”
Disse indicandola
nel quadro.
“Non lo
avevo mai notato”
“Ecco,
appena se ne è accorta hanno passato l’intero
pomeriggio a cercarla nel bosco e
lei si è rovinata tutto il vestito: un vero
disastro!”
Elsa rise
nuovamente.
“Assurdo!”
“Ti do un’altra
possibilità: questa volta mettici più impegno mi
raccomando”
Indicò un
altro quadro con numerose persone.
“In
questo
quadro la donna a destra con il suo fidanzato vengono presentati alla
marchesa
e a suo marito sulla sinistra”
“E…”
La incitò
Jack. Elsa era decisa a sorprenderlo stavolta, quindi con entusiasmo
indicò la
ragazza sulla destra pronta a sfoderare tutta la sua immaginazione.
“E...
se vedi
bene è sorpresa del fatto che nonostante sia lei la nuova
arrivata, tutti
stanno guardando la marchesa: probabilmente sta pensando ‘se
solo avessi messo
dei tacchi più alti forse le cose sarebbero diverse
adesso’”
Entrambi
scoppiarono a ridere.
“È
stato stupido!”
Sentenziò
Elsa.
“È
stato divertente!”
La corresse
Jack.
“Anna
approverebbe, lei passava moltissimo tempo qui a fantasticare sulla
vita dei
personaggi dei quadri prima che aprissimo le porte del
castello”
Il viso di
Elsa si incupì leggermente nel ricordare la loro infanzia
separata, Jack intuì
il perché, infondo lui aveva osservato per anni Elsa chiusa
nella sua stanza:
fino ad allora però non aveva mai pensato al punto di vista
di Anna ed in quel
momento gli dispiacque molto anche per lei.
“E chi è la
donna in quel quadro invece?”
Chiese più
seriamente Jack indicando un quadro con una donna
con’armatura.
“Oh quella è…”
“Giovanna!”
Disse una
voce alle loro spalle che fece girare entrambi: era Anna.
“Vedo che
Elsa ti ha già fatto fare un noioso giro del
castello!”
Continuò lei
con tono scherzoso.
“Diciamo che
abbiamo trovato il modo di renderlo divertente! Non che ce ne fosse
molto
bisogno, insomma è un castello davvero enorme e molto
bello”
“Ne ho
parlato prima con Elsa e vi ho raggiunti proprio perché
eravamo d’accordo nel
dirti che… si insomma non siamo state
accoglienti… cioè non che non lo siamo
state, ci abbiamo provato, ti abbiamo fornito un medico, ma comunque
non è
stato carino ciò che ti abbiamo detto…
cioè non tutto ovviamente ma qualcosa…”
“Quello che
mia sorella sta cercando di dirti è che come regina e
principessa di Arendelle
ci scusiamo per averti tempestato di domande appena ti sei svegliato,
non è stato
molto educato da parte nostra e dei nostri amici”
La
interruppe Elsa ma poi Anna continuò.
“Purtroppo
siamo un po’ diffidenti con gli sconosciuti da
quando…”
“È
successa la questione di Hans”
La anticipò
Jack, cosa che sorprese le due sorelle.
“E tu come
lo sai?”
“Bé ecco…
tutti conoscono la storia del traditore di Arendelle ormai!”
Disse lui
conscio del fatto che non avrebbe potuto scordare quel demonio nemmeno
tra
altri trecento anni!
“Immagino
sia così, ma qui ad Arendelle siamo anche famosi per la
nostra ospitalità,
quindi potrai rimanere come nostro ospite a palazzo fin quando
deciderai di
restare in visita, è il minimo che possiamo fare”
Disse Elsa.
“Vi
ringrazio infinitamente”
Rispose lui
un po’ imbarazzato e sperando vivamente che quella visita non
dovesse durare
troppo: le cose dovevano tornare alla normalità il prima
possibile.
Anna
improvvisamente si ricordò di qualcosa.
“Ah Elsa ricordati
che stasera abbiamo la serata mimi!”
“Mimi?
Fantastico, io sono un asso in questo gioco!”
Disse Jack,
cosa che lasciò un attimo entrambe interdette: la serata
mimi normalmente era
una cosa che facevano in famiglia, allo stesso tempo non volevano
risultare
nuovamente scortesi con il loro ospite.
Jack notò il
loro silenzio, capendo imbarazzato che forse l’invito non era
rivolto anche a
lui.
“Oh… cioè io
credo che dovrei riposare! Non è un problema andate
voi”
Era sicuro
di essere arrossito più del necessario, iniziava ad odiare
la sua condizione di
umano.
“Di solito
la serata mimi la facciamo in famiglia, ma forse potremmo fare
un’eccezione per
una volta?”
Chiese Anna
rivolgendosi alla sorella, sentendosi ancora in un misto tra
l’essere in colpa
per come avevano trattato Jack ed il riservarsi ancora dei sospetti nei
suoi
confronti.
Elsa rifletté
un attimo prima di rispondere, anche lei nutriva ancora dei dubbi su
quello
strano ragazzo ma era sembrato gentile fino ad adesso ed un gioco di
certo non
li avrebbe uccisi, anzi forse avrebbero potuto scoprire qualcosa in
più sul
misterioso straniero.
“Potremmo
fare un’eccezione ma Jack ha ragione, deve riposare. Quindi
potrai unirti a noi
solo se ora tornerai in camera e non vi uscirai fino a
stasera… intesi?”
“Affare
fatto”
Rispose lui
con aria felice dalla notizia di poter partecipare, quindi
salutò le due
sorelle e tornò in camera.
Finalmente
Jack riuscì a riposare. Quando si svegliò era
già sera ma si sentiva
decisamente meglio, controllò l’ora
sull’orologio a pendolo fisso alla parete,
ma mancavano quasi due ore all’appuntamento con Anna ed Elsa.
Trovò
accanto al letto qualcosa di caldo da mangiare: probabilmente
l’aveva lasciato
la servitù per non svegliarlo.
Si sedette
sul bordo della finestra a mangiare mentre fissava il panorama:
Arendelle era
poco illuminata ma comunque si intravedeva la gente che girava per la
strada, il
suo sguardo si posò su alcuni bambini che giocavano a
rincorrersi. Adorava
fissare i bambini divertirsi, anche se in quel momento non era
più Jack Frost,
era una cosa che lo metteva sempre di buon umore.
Quando i
bambini uscirono dal suo campo visivo spostò il suo sguardo
sul resto del
paesaggio: intravide il percorso che faceva solitamente in volo per
andare a
trovare Elsa, sorrise al solo ricordo di quei momenti che adesso gli
sembravano
distanti secoli. Vide poi più avanti l’inizio
della foresta di Arendelle che al
buio sembrava oscura più che mai, in qualche modo quel posto
lo inquietava, ma
come mai?
Ci rifletté
per qualche istante, finché non se ne ricordò il
motivo: tempo fa Elsa gli
aveva detto di aver incontrato lì per la prima volta Pitch.
Iniziò a
passargli per la mente un’idea davvero assurda, ma doveva
fare qualcosa e forse
quella era la sua unica possibilità e visto quanto fosse
disperato, non vedeva
molte alternative. Quindi per quanto folle e probabilmente inutile
sarebbe
potuto essere decise che ci avrebbe almeno provato, il suo unico
problema era
che non poteva uscire o la servitù lo avrebbe riferito
sicuramente ad Elsa ed
Anna.
Pensa Jack pensa.
Disse a se
stesso per incoraggiarsi mentre si guardava intorno, finché
non vide i rami
dell’albero che si ergeva davanti alla sua finestra: con un
po’ di fortuna
forse ci si sarebbe potuto arrampicare per scendere e salire senza
farsi notare…
infondo era solo al primo piano.
Aprì la
finestra ed osservò l’albero: con i suoi poteri
sarebbe stato uno scherzo
volare giù, ma anche da umano un tempo se la cavava bene ad
arrampicarsi, solo
che non lo faceva da anni.
Dai Jack puoi farcela, sarà
divertente
vedrai!
Si fece
coraggio, quindi si sedette sul bordo e portò entrambe le
gambe sul cornicione,
si allungò verso il ramo facendo attenzione a non
sbilanciarsi troppo, quindi
con un piccolo salto arrivò con entrambi i piedi sul ramo
dell’albero.
Purtroppo non si sentiva affatto stabile, cercò di tenere
l’equilibrio ma lo
perse definitivamente cadendo di lato, cercò di aggrapparsi
in qualsiasi modo: rimase
appeso per le ginocchia al ramo dell’albero a testa in
giù.
Non sapeva
come fare e non poteva di certo rimanere così in eterno!
Osservò il ramo sotto
di lui e decide che era la sua unica possibilità, quindi si
lasciò cadere e lo
afferrò con entrambe le mani. Il ramo tenne il suo peso solo
per pochi minuti
prima di spezzarsi facendolo cadere a terra: non aveva fatto un gran
volo per
fortuna e i cumuli di foglie secche a terra avevano attutito la caduta,
ma
comunque si sentiva leggermente dolorante.
Grande idea Jack ora vediamo quanto
risulterà ancora più geniale la prossima!
Si
rimproverò tra sé mentre si avviava verso il
bosco.
Questo capitolo è nato realmente dal
nulla,
nel senso che nei miei appunti di idee per la fic questo pezzo era
‘Jack si
sveglia e tutti fanno domande’ poi in teoria si doveva
passare direttamente ai
due eventi che ritroverete ormai nel prossimo capitolo (sempre che non
inizio a
scrivere cose come adesso ahahah), ma invece scrivendo le disavventure
al
risveglio di Jack mi è venuta voglia di scrivere anche la
sua visita al
palazzo, spero quindi vi sia piaciuto il capitolo! A me fa troppa
tenerezza Jack
che deve inventarsi le peggio bugie dal nulla poverino! (sì,
sono tornata con
il mio dualismo da autrice vs fangirl ahahah)
Non so se lo avete notato ma i quadri nel
palazzo sono proprio quelli presenti nel film di frozen!
Cosa farà ora Jack?
Comunque volevo chiedervi un consiglio in
merito alle canzoni di frozen 2 che vorrei citare ed inserire nella
storia.
Nella precedente storia ‘La regina di ghiaccio’
avevo inserito la citazione di ‘let
it go’ tramite i pensieri del personaggio, ovvero ho
descritto le sensazioni
che Elsa provava durante la canzone citando spesso il testo. In questa
fic, almeno
per una canzone (se non per tutte) vorrei provare ad inserire proprio
il testo
della canzone cantata dal personaggio (mettendola in grassetto corsivo
allineato al centro o comunque diversamente dal testo) alternata ad i
pensieri
del personaggio. Non avendolo mai fatto vorrei sapere da voi:
1) Se vi piace come idea o se pensate che il
cantato in una fic possa risultare strano da leggere
2)
Se
in caso lo applichereste a tutte le
canzoni che voglio inserire nella fic (2 o 3 al massimo) o solo ad una
lasciando il resto solo tramite pensieri del pg (come avevo fatto per
let it
go) per non appesantire troppo il testo
3) il testo della canzone lo mettereste in
inglese o in un italiano tradotto letterale dall’inglese
essendo una fic
italiana? (mi voglio basare sulla versione inglese perché il
testo è molto più
adatto a quello che voglio rappresentare rispetto alla versione
tradotta nel
film, quindi al massimo fare una traduzione io letterale in italiano
della
versione inglese). Ditemi che ne pensate anche se secondo me meglio in
inglese
ma non so se vi fa strano avere inglese ed italiano nella stessa fic
Grazie tante a chiunque risponderà, e buon
anno nuovo dato che è iniziato da poco!