Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    03/01/2020    2 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXIII.
IL PASSATO

 
Elsa rimane in compagnia del piccino che, disteso sul fianco sinistro, è intento ad esplorare con le mani un piccolo pupazzo donatogli proprio dalla zia.

“Ciao Giacomo” saluta Elsa chinandosi sul bambino che, riconosciuta la voce, le rivolge subito lo sguardo e il sorriso.

Elsa si emoziona di fronte a quell’improvvisa reazione e, con fare materno, solleva il piccolo e lo stringe forte a sé. Giacomo si lascia coccolare da quelle braccia ghiacciate ma così calde e familiari nelle quali si sente capito, compreso e amato.

“Ora so cosa devi subire. Sei più maturo della tua età, conosci molte cose e, anche se non puoi ancora parlare, mi stai comunicando tanto. Io ti capisco Giacomo, mostrami ciò che vuoi” inizia a dire Elsa posizionando il bambino sul letto matrimoniale e sedendosi davanti a lui sorreggendolo con le braccia.

Il bambino continua a guardare Elsa, sbattendo le palpebre ogni tanto ma senza mai interrompere il contatto con quegli occhi azzurri e glaciali identici ai suoi.

Tra i due si crea un momento di silenzio finché il piccolo, serio in volto, tocca con la mano la bocca di Elsa per mostrarle il passato.

Elsa si ritrova catapultata ad un ballo di molti anni prima. Una giovane dai lunghi capelli castani e gli occhi color smeraldo è intenta a ballare con un uomo dai folti capelli di un biondo fragola e gli occhi simili ai propri.

“Cosa ti succede sorellina? Non sei felice delle imminenti nozze?” domanda il ragazzo di nome Agnarr notando un certo dolore nello sguardo della più piccola.

“Fratello mio, ti devo confidare un segreto” afferma lei dopo un agitato sospiro e, guardandosi intorno per avere la certezza di non essere osservati, lo prende per mano e lo invita ad uscire in veranda.

“Jason di Winstel, colui che sposerò, non si sta dimostrando l’uomo di cui mi sono innamorata” sbotta subito la giovane abbassando lo sguardo.

“Perché lo dici? Vi ho visti così uniti! Sono sicuro che la vostra unione sia dettata dall’amore e non solo dalla convenienza economica!” risponde Agnarr spostandole una ciocca di capelli dal viso.

“Aspetto un bambino Agnarr. Per questo il re vuole sposarmi così velocemente” rivela lei cominciando a tremare consapevole di aver infranto il codice regale e spaventata dalle conseguenze.

All’epoca una gravidanza causata da rapporti prematrimoniali era vista come una maledizione. Agnarr, austero e severo, avverte dentro di sé una sensazione di ambiguità e conflitto. Lui, così giusto e legato alle regole, aveva di fronte una situazione che mai avrebbe pensato di dover affrontare.

“Non importa sorella mia. Tu sei la prima ad avermi aiutato nella relazione con Iduna. Nostro padre non mi avrebbe mai permesso di sposare una donna comune, proveniente da un mondo magico. Ora io ricambio il favore. Un bambino è sempre un dono e so già che questa creatura porterà gioia nelle vostre vite. Il figlio è comunque legittimo quindi non sarà difficile mascherare la gravidanza. Non ti preoccupare!” la conforta il sovrano di Arendelle una volta messa da parte la dura corazza che lo contraddistingue.

Ester accenna un sorriso, sollevata nel ricevere il conforto e l’approvazione del fratello. Lei, però, cela nel suo cuore un dolore più grande dovuto a un amore malato nutrito verso un uomo che, una volta di fronte alla notizia della gravidanza, l’aveva trattata in modo brusco e rude mostrando un lato di sé che la mise in allerta.

La vista di Elsa si fa scura e offuscata e la ragazza si ritrova improvvisamente in un nuovo luogo.

In una stanza del castello di Winstel due persone sembrano discutere animatamente.

“Hai visto cosa ha fatto prima?! Quella bambina è stregata!” accusa un uomo dai capelli neri come la pece e il corpo muscoloso, additando il fagottino che Ester teneva stretto a sé.

“Questa bambina è anche tua figlia! Ha un dono magico, perché dici che sia una cosa negativa?!” risponde la giovane donna dai capelli castani e gli occhi verdi alzando la voce e cercando di imporsi, per una volta, sul volere del marito padrone.

“La magia è sempre dovuta a delle maledizioni! La piccola ci porterà solo problemi! Dobbiamo allontanarla!” afferma lui convinto senza guardare in volto la moglie che, scioccata da quanto detto, si avvicina all’uomo obbligandolo a rivolgerle lo sguardo e a osservare la piccola che dormiva beata tra le sue braccia.

“Non è una maledizione! Rapunzel è spaventata! Non sa cosa le sta succedendo e io mi rifiuto di rinunciare alla vita che ho creato. Ha solo pochi mesi, prima le si è semplicemente illuminata la manina e ti ha dato una scossa. Può essere un caso! Mi occuperò io di lei. La terrò d’occhio e farò in modo che non eserciti mai il suo potere” decide determinata Ester con le lacrime agli occhi, nascondendo la paura e il tremore alle gambe.

“D’accordo. Al primo segno di cedimento, però, lei se ne andrà” acconsente il re brusco, dando le spalle alla moglie e dirigendosi fuori.

Un altro viaggio all’interno di una confusa nuvola di vapore bianco ed Elsa vede scorrere velocemente una serie di ricordi. Nel fumo che l’avvolge si muovono fiumi di immagini riguardanti Agnarr, Ester, Re Jason, Elsa stessa, Rapunzel e Iduna fino a fermarsi improvvisamente e mostrare una nuova vicenda.

Una bambina dai lunghi capelli biondi è intenta a giocare con dei pupazzi in un maestoso giardino.

“Hey Pascal! Come va?” parla tra sé e sé la piccola immaginando la voce del suo peluche preferito.

“Oh guardate, parla ancora da sola!” afferma una voce dietro di lei. Rapunzel si gira di scatto e, spaventata, salta in piedi nascondendo dietro la schiena il suo piccolo camaleonte di pezza.

“Vi ricordo che sono la principessa e voi non potreste stare qui!” li minaccia lei con aria di sfida cercando di nascondere le gambe tremanti a quella banda di cinque coetanei che la prendevano spesso in giro.

“Oh stiamo tremando di paura!” ridono in coro i bulli avvicinandosi a lei e circondandola.

“Cosa abbiamo qui?!” chiede uno di loro strappando dalle mani il peluche della giovane.

“Ridatemelo subito!” urla lei stringendo i pugni e avvertendo una strana sensazione crescere dentro di sé.

“Hai quasi undici anni e ancora giochi con i pupazzi di pezza?! Ragazzi, questa sarà la nostra regina ci credete? Inginocchiamoci a sua maestà Rapunzel, la sovrana dei peluches!” propone il leader del gruppo prostrandosi in segno di scherno ed invitando tutti gli altri a fare lo stesso.

Il gesto che segue smuove completamente Rapunzel perché, infatti, la giovane assiste a uno dei suoi pari estrarre un coltellino e sminuzzare il suo piccolo amico di pezza. Pascal era tutto per lei.

Rapunzel era cresciuta da sola, ignorata dal padre, dimenticata dalle balie e dalle cameriere, isolata dagli amici e nascosta al regno per un motivo che manco conosceva. L’unica ad esserle sempre stata vicina era sua madre che le aveva donato quel piccolo pupazzo per giocare e sentirsi amata.  

La visione della distruzione di Pascal e le continue risate dei giovani la infastidiscono parecchio. Rapunzel avverte un miscuglio di rabbia e paura invaderla e, non sa per quale motivo, si sente come pervasa da una forza elettrica. La piccola stringe i pugni, sentendosi finalmente forte ed invincibile e punta lo sguardo verso quel gruppo di ragazzi antipatici. La giovane, mossa dal desiderio di ribellarsi, rilascia la presa delle mani ed urla a gran voce:

“Io sono forte e voi la pagherete per questo!”

Una scarica di energia si libera dalle sue mani, i suoi capelli brillano e gli occhi si tingono d’oro. Rapunzel avverte un capogiro, chiude gli occhi e si appoggia all’albero vicino respirando con affanno per colpa di quella strana fatica provata e quella forza scagliata dal suo corpo.

“Rapunzel! Che cosa hai fatto?!” esclama la voce di sua madre correndole incontro e portandosi le mani alla bocca.

Rapunzel riapre a fatica gli occhi, continuando a cercare aria con cui poter tornare a respirare normalmente ed è allora che li vede: tutti i ragazzi che l’avevano infastidita giacevano a terra, immobili, pallidi e privi di vita.

“Ester! Cos’è stato tutto questo trambusto?!” domanda il re accorso anche lui nel giardino del castello ed è allora che si immobilizza, di fronte a quei ragazzini a terra. Ester non risponde e, tremante, si avvicina alla figlia abbracciandola e stringendola a sé. Rapunzel non comprende quanto appena accaduto e continua a tenere lo sguardo sui cadaveri dei suoi coetanei.

“È un mostro! L’ho sempre saputo fin da quando è nata! Ti avevo avvertita Ester! Dovevamo allontanarla quando ancora era piccola e nessuno la conosceva! Ora come faremo a spiegare al regno che ha ucciso dei nostri sudditi?!” urla il sovrano stringendo anche lui i pugni e sbattendo i piedi sul prato.

“Era spaventata! Non l’ha fatto apposta! Per dieci anni non ha mai mostrato il suo potere! Pensavo che l’episodio avvenuto a quattro mesi fosse solo un caso. Non mi interessa del regno! Lei dovrà vivere tutta la vita con il rimorso per aver ucciso dei compagni, ma l’aiuteremo! Non era sua intenzione e…”

“BASTA ESTER!” la interrompe di nuovo il sovrano avvicinandosi alle due donne e strappando Rapunzel dalle braccia della madre.

“No, padre ti prego! Non mandarmi via! Io ho solo tanta paura e non capisco che cosa mi stia succedendo!” scoppia a piangere la piccola senza però ribellarsi al volere del padre che la sta trascinando via seguito da Ester che implora di liberarla.

“Non chiamarmi più così. Da oggi tutto il regno si dimenticherà di te e ti allontanerò in un posto nascosto all’orizzonte dove vivrai da sola con i tuoi poteri. Sei un mostro e non ti permetterò mai di distruggere il mio regno! Non ti ho mai vista come mia figlia”

Elsa si risveglia dall’ipnosi provocata dai ricordi e, incredula, mette di nuovo a fuoco con fatica ogni elemento della stanza. Non poteva credere a ciò che aveva appena visto! Ester aveva sempre lottato per la propria bambina e l’aveva cresciuta da sola nascondendole i poteri. Rapunzel aveva un potere estremamente forte che si innescava grazie alla rabbia e alla paura.

Elsa sa di non aver visto ancora tutto ma ora è consapevole di avere di fronte una parente inesperta che, proprio come lei, è stata vittima del terrore e dell’isolamento per molto tempo.

Elsa si risveglia da quei pensieri e nota il piccolo Giacomo, sdraiato di fronte a lei, intento a piangere disperato e a sollevare il pancino in modo frenetico scosso dai singhiozzi.

“Ssshh… vieni qui amore mio, è tutto finito, è tutto finito” lo rassicura Elsa non esitando a stringerlo tra le sue braccia per calmarlo e infondergli sicurezza. Al piccino basta quel gesto per placarsi immediatamente e si addormenta esausto.

“Grazie Giacomo, ora so che cosa devo fare. Ti voglio bene e ti prometto che risolveremo ogni cosa” afferma la zia abbozzando un sorriso per poi posare un delicato e silenzioso bacio sulla fronte del nipotino che, finalmente, riposa sereno.  
  
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