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Autore: hilaros    04/01/2020    2 recensioni
{TROS SPOILER}
Storia ambientata dopo la fine de L’ascesa di Skywalker.
La Resistenza ha vinto contro il Primo Ordine, e l’imperatore Palpatine è stato sconfitto.
Mentre Ben viene nuovamente schiacciato dalle sue scelte e dai suoi pensieri, la giovane Rey continua il suo percorso da Jedi.
Ma una nuova minaccia sta covando dietro l’angolo.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: Buonasera a tuttiiiii *corre in direzione dei lettori* spero stiate bene ed in salute, e soprattutto in vena di leggere e recensire, perché da ora in poi soltanto capitoli bomba!
Finalmente Ben ha potuto incontrare suo nonno Anakin: cosa si diranno e, soprattutto, quali informazioni riguardo la sua vita racconterà Anakin a suo nipote? Questo lo scopriremo soltanto continuando a leggere.
So che vi mancherà, ma per oggi niente C3PO. È impegnato a risolvere delle faccende per Ben sull'isola, e credo che se non lo farà, finirà in groooossi guai ^^"

Buona lettura!!

~~~~~

 

«Chi sono io?» chiese il ragazzo, sorridendo sghembo «Sono tuo nonno.»

 

Era sicuro di non aver sentito male: quel fantasma, quel... Jedi, gli aveva appena detto di essere suo nonno.

Ma ciò non era possibile: suo nonno, Darth Vader, il Sith che aveva servito sotto l’imperatore Palpatine durante tutti gli anni dell’Impero galattico, non poteva essere diventato un fantasma della forza. Non era assolutamente possibile.

Eppure... eppure gli sembrava di averlo già visto; in sogno, forse, o addirittura nel proprio riflesso allo specchio. Quel ragazzo aveva una strana connessione, con lui. Era quasi come se si conoscessero da una vita.

 

«Non è possibile.» sentenziò «Mio nonno era un Sith, non un Jedi. E sono abbastanza sicuro che sia morto quando era molto più vecchio di te.»

«Sai, quello che dicono è vero...» il ragazzo sembrò non averlo neanche sentito «Se vivi abbastanza a lungo, puoi vedere gli stessi occhi... in persone diverse.»

Ben non rispose, si limitò semplicemente ad ascoltare. Non sapeva se fidarsi o meno, ma d’altronde, perché colui che gli stava parlando avrebbe dovuto mentirgli sulla propria identità? Che cosa ci avrebbe guadagnato? 

«Tu hai lo stesso sguardo di tua nonna.» gli disse, sorridendo aspramente «Le somigli in tutto... anche nelle insicurezze.»

Sua nonna. Nessuno gli aveva mai parlato di lei... effettivamente, neanche sua madre l’aveva mai menzionata, forse anche perché non l’aveva mai conosciuta. Sapeva soltanto che fosse morta durante il parto, dando alla luce suo zio e sua madre, e che era stata senatrice... insomma, una persona molto importante. Ma sentimentalmente... emotivamente, sua nonna, colei che aveva amato Darth Vader, com’era stata? Forse, era arrivato per lui il momento di conoscere cose della sua famiglia che non aveva mai saputo. 

«Mi vedi così giovane, perché era questo il mio aspetto, quando ero ancora un Jedi.» continuò lui, avvicinandoglisi «Sai, ero un ragazzo con molte risorse e molti sogni. Volevo diventare un Jedi e salvare mia madre dalla schiavitù... volevo diventare un eroe.»

Nel momento in cui lo vide appoggiarsi alla scogliera, Ben tornò a sedersi. Ormai era lì... che senso avrebbe avuto non ascoltarlo, in fondo? 

«Il mio maestro fu buono, con me, nonostante fosse di pochissimo più vecchio. Eravamo come fratelli... crescemmo insieme, ed insieme affrontammo tante avventure. Era l’unico a conoscere la relazione tra me e tua nonna, quando il consiglio dei Jedi vietava qualsiasi tipo di attaccamento sentimentale.» 

Il ragazzo si voltò verso colui che raccontava di essere il proprio nonno, sgranando gli occhi. Luke non gliel’aveva mai insegnato, questo: non gli aveva mai spiegato che un Jedi non potesse avere alcun tipo di relazione sentimentale, neanche una volta. Probabilmente, questa stramba regola si era andata a perdere con il tempo... oppure, suo zio la riteneva inutile. In fondo, Luke non era mai stato un Jedi come tutti gli altri; era sempre stato diverso, e questo Ben lo aveva sempre saputo.

«Tua nonna si chiamava Padme.» lo spirito sorrise... un sorriso pieno di amarezza, di malinconia, di tristezza «Era bellissima... la donna più bella dell’intera galassia, un angelo, qualcuno che non si meritava di vivere in un mondo così duro, che non meritava di vivere nella guerra. No... tua nonna si meritava molto di più. Meritava un mondo sereno, non un mondo in cui era costretta a scappare per paura di essere uccisa. Era coraggiosa, e credeva nei sentimenti e nell’altruismo delle persone... credeva in me. Forse era l’unica, oltre al mio maestro, a farlo. E io... io li ho delusi entrambi.»

«Perché?» 

Fu l’unica parola che riuscì a pronunciare, il povero Ben. Sentendolo parlare, non gli sembrava affatto che quelle parole uscissero dalla bocca di quello che era stato uno dei Sith più temibili dell’intera galassia... quelle erano le parole di un uomo distrutto. Di un uomo che non era riuscito nel proprio intento. Di un uomo profondamente pentito.

Eppure, Palpatine gli aveva sempre detto che Darth Vader era senza pietà, che Darth Vader aveva disseminato terrore nell’universo, che Darth Vader era un esempio da seguire, per diventare un vero leader nel lato oscuro. Ma sentendolo parlare... sentendo parlare il cavaliere Jedi che era stato Darth Vader prima del proprio crollo, Ben poteva soltanto sentire dolore, sofferenza, delusione. Le stesse emozioni che sentiva lui, ogni volta che pensava di non riuscire nei propri intenti.

«Perché sei passato al lato oscuro?» chiese ancora «Perché lo hai fatto, se avevi un maestro che credeva in te ed una persona che ti amava?»

«Perché ero debole.» rispose semplicemente lui «Ero debole, eppure pensavo di essere forte. Ero vulnerabile, eppure pensavo di essere imbattibile. E questo, il consiglio dei Jedi lo capì prima di me... nessuno si fidava veramente di me, nessuno si è mai realmente fidato di Anakin Skywalker. Perché coloro che avrebbero dovuto riporre fiducia in me, coloro che sarebbero dovuti essere i miei fratelli, coloro che avrebbero dovuto insegnarmi le vie della forza... nei miei occhi vedevano soltanto Darth Vader.»

Sentendo quelle parole, a Ben sembrò di rivedere sé stesso. Sentendo quell’amarezza nella voce di colui che gli stava parlando, a Ben sembrò di risentire la stessa amarezza che aveva sentito lui, quando aveva capito che Luke, suo zio, il suo maestro, aveva avuto paura di quel ragazzo che aveva soltanto bisogno di essere aiutato. Perché Ben sapeva cosa si provasse quando tutto il mondo, persino i propri genitori, non ripongono fiducia nel proprio figlio... l’aveva vissuto sulla propria pelle, Ben Solo, ed era questa mancanza di fiducia che l’aveva portato ad odiarsi. Ad odiarsi così tanto da credere di meritare il peggio, da credere di meritare la sofferenza che si prova nel lato oscuro.

«Ho perso la fiducia nei Jedi, quando si sono rifiutati di considerarmi uno di loro. Perché è questo che stavano facendo... non mi volevano tra i piedi, non volevano che io diventassi un maestro, mi consideravano pericoloso. Ma io... io volevo soltanto completare il mio percorso. Volevo soltanto dimostrare di essere degno.

Ero da solo, Ben. Da solo, e vagavo nell’oscurità più assoluta. E poi... proprio quando tutte le mie preoccupazioni più grandi sono venute a galla... è arrivato Palpatine.» si bloccò per un istante, per poi girarsi a guardarlo «Lui ha usato le mie debolezze contro di me, e le ha usate per farmi il lavaggio del cervello. Voleva che io mi azzerassi, il suo unico obiettivo era quello di cancellare ogni misero sprazzo di luce che si trovasse ancora dentro di me... inclusa Padme. E alla fine c’è riuscito. Alla fine, anche l’unica persona che fino all’ultimo ha creduto che ci fosse del buono in me, l’ultima luce della mia vita... si è spenta per sempre. Ed io con lei. Mi sono azzerato, mi sono spento, sono diventato una marionetta nelle mani di un malvagio burattinaio. E non sono riuscito a salvarmi.»

Anakin Skywalker aveva avuto un’ultima speranza, quindi, prima che tutto finisse... Anakin Skywalker aveva conosciuto l’amore prima ancora che si unisse al lato oscuro. Anakin Skywalker aveva avuto una possibilità di salvezza, ma non era mai riuscito a salvarsi. Neanche Padme era riuscita a salvarlo.

Era triste, quella storia. Così triste che, per un attimo, Ben pensò di voler piangere per il crudo destino che era stato riservato a suo nonno. 

«Ma tu puoi ancora uscirne, Ben.» furono le parole successive «Puoi ancora uscire dal baratro nel quale sei caduto, perché ti stai già salvando. L’unica cosa che devi fare, è aggrapparti con tutta la forza che hai a coloro che credono in te.

Fidati di lei, Ben. È lei la tua speranza. Non fare la mia stessa fine... non respingerla, accoglila.»

Rey era la sua speranza? Rey provava davvero gli stessi sentimenti che aveva provato Padme per Anakin? Davvero c’era ancora una possibilità, per lui?

Ben non ne era certo... ma, d’altronde, glielo stava dicendo suo nonno, colui che più di tutti poteva comprendere ciò che stesse provando. Cos’aveva da perdere? Perché aveva così paura di provare? 

Se avesse fallito, si sarebbe tolto la vita prima ancora di far del male a qualcun altro.

Sì... avrebbe fatto così. Se il lato oscuro l’avesse chiamato nuovamente, si sarebbe tolto di mezzo, eliminando il problema.

«Tu sei un guerriero, Ben. Il più forte di tutti, perché sei riuscito a ribellarti, sei riuscito a tagliare i fili ai quali il burattinaio ti teneva appeso... hai fatto quello che io non ho fatto mai.» continuò Anakin «Devi solo prendere la mano della persona che ti ama ed affidarti a lei... perché è lei la luce. Segui la luce, Ben. Hai nelle vene il sangue di mia figlia, hai nelle vene il mio sangue... il sangue degli Skywalker. Noi saremo con te, qualsiasi cosa accada. Ben, tu sei... uno Skywalker.» 

Lo spirito di suo nonno svanì prima ancora che lui potesse rispondergli, e Ben, tutto d’un tratto, si sentì meno solo. 

Tornò a guardare il cielo, alzando leggermente la testa, notando che persino esso si stesse schiarendo nuovamente, lasciando spazio allo stesso sole che aveva illuminato l’isola fino a poco prima.

Si sentì meno solo, Ben, mentre respirava a pieni polmoni l’aria fresca della tarda mattina... si sentì meno solo, perché finalmente aveva capito cos’avrebbe dovuto fare. E si sentì più sicuro di sé stesso, perché finalmente aveva capito che, se voleva davvero seguire il consiglio di suo nonno, se davvero voleva seguire il consiglio di Anakin... doveva agire.

Si alzò in piedi, Ben Solo. Si alzò in piedi e strinse i pugni, incamerando tutta la propria concentrazione su sé stesso e sulle proprie emozioni mentre, stanco di dover costantemente contare sugli altri, arrivava alla consapevolezza che avrebbe dovuto fare da solo... lui si doveva salvare da solo, e poteva farlo soltanto affidandosi a ciò che il cuore gli diceva di fare. E il cuore, in quel momento, gli diceva che Rey era la sua luce da seguire... Rey era la sua salvezza, l’unica persona che, nonostante tutto, aveva creduto in lui. Perché soltanto in quel momento, Ben si rendeva conto che neanche i suoi genitori l’avevano fatto; no, i suoi genitori non ci avevano mai creduto, e fin da subito erano passati ai ripari, mandandolo da Luke per insegnargli le vie del lato chiaro della forza. 

Stavolta avrebbe dimostrato ad entrambi che avevano torto. Gli avrebbe dimostrato che lui era più forte dell’oscurità che lo attanagliava, che era più forte persino della luce, e che luce ed oscurità non erano altro che metafore... metafore che gente come i Jedi e i Sith usavano a proprio piacimento.

Non voleva diventare un Jedi, no... ma non voleva neanche restare un Sith. Voleva essere qualcos’altro... voleva essere il primo che, per la prima volta nella storia, avrebbe abbracciato entrambi i lati della forza, tenendosi in equilibrio fra di essi, usandoli entrambi se necessario.

Sarebbe diventato un guerriero. Il guerriero più forte della galassia.

E soltanto affianco a Rey, questo sarebbe potuto accadere.

 

«Ben...»

L’aveva visto in piedi su una scogliera, lo sguardo rivolto all’orizzonte.

Quando era corso via, affermando che non potesse scegliere una delle due spade che ancora teneva in mano, aveva deciso di non seguirlo: Rey sapeva quanto fosse dura affrontare le proprie battaglie personali, e non poteva in alcun modo intromettersi, doveva dargli i suoi spazi, esattamente come lui le avrebbe dato i propri, se fosse stato necessario. 

Ma quando aveva percepito la sua frustrazione farsi sempre più debole, aveva deciso di raggiungerlo, per stargli accanto. Perché, oltre ad aiutarlo a scatenare la tensione con quelle maledettissime spade laser-d’altronde, l’addestramento era soltanto un pretesto... lui non ne aveva alcun bisogno-, il suo obiettivo principale era quello di stargli accanto più che potesse, per aiutarlo a compiere il suo destino, a convertirsi completamente... o forse, semplicemente a ritrovare sé stesso.

Si avvicinò lentamente, Rey, raggiungendolo sulla superficie fredda e rocciosa e guardando l’orizzonte insieme a lui, senza parlare. Avrebbe aspettato che fosse lui a farlo, avrebbe aspettato che si sentisse pronto.

Non voleva rovinare tutto senza neanche cominciarlo... non voleva rischiare che Ben perdesse la fiducia in lei, perché Rey si stava pian piano rendendo conto che anche lei aveva bisogno di lui. Per un sacco di cose. E anche perché, ogni minuto che passava, si rendeva conto di quanto si stesse innamorando.

Ma d’altronde, molto probabilmente, erano sempre stati destinati a quello. 

Senza neanche provare ad incrociare il suo sguardo, la ragazza gli prese delicatamente la mano, permettendogli di scegliere se stringerla o meno.

E lui lo fece. La strinse più forte che poté, intrecciando le proprie dita a quelle di colei che più di tutti gli stava dimostrando di essergli vicino. Le strinse la mano e, lentamente, si voltò nella sua direzione, sorridendole dolcemente.

«Stai meglio?» sussurrò lei, timorosa anche soltanto di parlare, per paura di rovinare quel momento così bello.

Lui annuì «Rey... addestriamoci.»

Non ne era completamente sicura, ma la giovane Jedi, in quel momento, avrebbe potuto affermare di aver visto, per un brevissimo attimo, gli stessi occhi di Leia, in quelli del ragazzo di fronte a lei. Aveva quella stessa luce negli occhi... la luce di qualcuno che voleva farcela, contro qualsiasi difficoltà ed abbattendo qualunque ostacolo. 

E fu in quel momento che Rey capì il motivo per il quale Ben fosse davvero morto, sul pianeta dei Sith, per poi tornare quasi miracolosamente a vivere.

Ma non lo disse ad alta voce: probabilmente, lui non era ancora pronto per conoscere quella verità; anche se, in fondo, Rey era convinta che già la conoscesse.

 

~

 

«Stammi dietro, Finn.»

«Ricevuto.»

 

Grazie alle navigazioni fornite dalla base, non sarebbe stato difficile raggiungere il punto preciso nel quale si trovava quella famigerata nuova Base Starkiller di cui tutti, a quanto pareva, avevano una gran paura.

Anche Poe, a dir la verità, cominciava ad avere un serissimo timore che tutto ciò potesse rivelarsi reale; ma lui non poteva permettersi di mostrare timore: era il generale, e doveva infondere coraggio e speranza alla sua squadra. Perché era questo che Leia faceva... lei non perdeva mai la speranza, lei riusciva sempre a risollevare gli animi delle persone, e a portarle dalla sua parte.

E lui, nonostante fosse felice che lei lo avesse scelto, non era molto sicuro di essere in grado di diventare bravo come lei: Leia era il suo generale, la sua principessa, era stata come una seconda madre, per lui, e non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza per tutto l’affetto e gli insegnamenti che gli aveva sempre dato. 

 

«Poe! Eccola! Credo di riuscire a vederla!»

 

Il flusso dei suoi innumerevoli pensieri fu interrotto dalla voce di Finn che, attraverso il microfono, riusciva a parlargli esattamente come se si trovassero sulla stessa nave. E Poe, dopo aver trovato il coraggio di guardare di fronte a sé, la vide... ed improvvisamente, il sangue gli si gelò nelle vene, come se avesse appena visto un fantasma.

Ma aveva appena visto decisamente di peggio.

Un enorme, gigantesco, mastodontico pianeta esattamente identico alla Base Starkiller alla quale erano sempre stati abituati, ma mille volte più grande, si stagliava immenso proprio di fronte agli occhi dei due soldati della Resistenza, che si ritrovavano a non aver più alcuna parola da dire. Era spaventoso. 

Era qualcosa che persino la mente di Palpatine in persona non avrebbe mai potuto partorire; era così grande, che improvvisamente, ai due sembrò che l’intero universo fosse appena scomparso per dare spazio a quella... a quella specie di cosa.

 

«Oh mio Dio...» si ritrovò a mormorare Poe, col fiato corto «Questo è...»

«È il colmo.» lo interruppe l’amico «Ma non vedi quanto è grossa? Torniamo indietro, Poe, non siamo al sicuro.»

Il giovane pilota deglutì «Non saremmo al sicuro nemmeno altrove, amico mio.»

 

Veloci com’erano arrivati, così se ne andarono, a tutta velocità, alla volta della base. Dovevano assolutamente avvertire tutti: l’illusione che la guerra fosse finita, purtroppo, era durata ben poco, ed ora si ritrovavano ancora una volta a doversi armare per combattere e, soprattutto, per nascondersi fin quando non avessero trovato un piano.

Ma Poe doveva fare anche un’altra cosa.

L’addestramento di Kylo Ren avrebbe dovuto aspettare, perché in vista di certi guai, decisamente più grossi di quanto Ren fosse mai stato, c’era bisogno di un Jedi. O di due, se l’ex Leader Supremo avesse accettato di aiutarli.

Solo lui conosceva la posizione di Rey, e solo lui era incaricato di andarla a cercare in caso di emergenza... e quella era decisamente un’emergenza.

 

«Finn, torna alla base.» disse «Avverti tutti. Io devo andare da Rey.»

«No.» fu la risposta dell’ex assaltatore «Stavolta, voglio venire con te.»

«Qualcuno dovrà pur avvertire gli altri del pericolo!»

«Non credi sarebbe meglio portarsi appresso Rey, prima? Abbiamo bisogno dei Jedi! Non possiamo di certo avanzare da soli!» 

Finn non avrebbe accettato una seconda volta di dover stare alla larga da Rey. Questo Poe lo sapeva. Ma non potevano non avvertire prima il resto della Resistenza: era dovere del generale essere con gli altri in caso di pericolo.

Rey avrebbe aspettato, dunque.

«Okay, allora prima torniamo alla base.» tagliò corto il pilota «Buttiamo giù un piano, e quando lo avremo avuto, andremo insieme da Rey.»

«Bene. Ci sto.»

 

 

I due amici non potevano di certo sapere che, intanto, alla base della Resistenza, qualcuno era già accorso ad avvertire i ribelli di ciò che stava accadendo nella galassia.

Maz Kanata, infatti, insieme a Chewbecca e a Zorii, che ormai si era integrata alla perfezione all’interno del gruppo, aveva accolto alla base due viandanti, che dicevano di essere loro sostenitori, e che avevano delle preziose informazioni da dare alla Resistenza.

Erano un ragazzo ed una ragazza, apparentemente due soldati ben addestrati, a giudicare dal loro andamento; completamente vestiti di nero, erano arrivati a bordo di due vecchi cacciabombardieri pieni di acciacchi, ma che avevano sulle ali lo stemma dell’alleanza ribelle.

 

«Sono felice che ci siano dei sostenitori così giovani e forti, nella galassia.» fu il commento di Maz, mentre il gruppo si sedeva in quelli che erano diventati i suoi alloggi «Fa sempre comodo un po’ d’aiuto in più.» 

«Chi siete?» chiese Zorii.

«Io sono Yatae, e lui è mio fratello, Yadan.» rispose la ragazza «I nostri genitori operavano nell’alleanza ribelle della Vecchia Repubblica. Siamo vostri alleati fin dalla nascita.»

«Siamo venuti ad informarvi che un grosso pericolo è in vista. La guerra non è ancora finita.»

«Si tratta di quella, vero?» Maz si mise gli occhiali per poterli guardare meglio «La nuova Base Starkiller?»

«Proprio così.» rispose lei «Al comando c’è il secondogenito di Darth Sidious. Un potentissimo Sith che prende il nome di Shumal. Si dice che abbia atteso nell’ombra per tutto questo tempo, aspettando la morte del padre per prendere il suo posto e formare un nuovo Impero. La prima cosa che faranno sarà attaccare la Resistenza per avere un vantaggio, approfittando del fatto che stanno operando in incognito, e credendo che nessuno sappia del loro piano.»

«Ma se noi attaccassimo per primi, li prenderemmo alla sprovvista, e potremmo far saltare in aria la Base Starkiller prima ancora che loro se ne accorgano.» continuò il ragazzo «E si dia il caso che noi conosciamo perfettamente quel luogo, e possiamo aiutarvi, nel caso in cui decideste di agire in questo modo.»

«Quindi... fatemi capire.» si intromise Zorii «Noi andiamo alla Base Starkiller, voi due ci guidate. Ci infiltriamo senza farci notare e facciamo saltare in aria tutti partendo dal cuore del pianeta, giusto?»

«Giusto.»

La ragazza sorrise, poi guardò Maz «Può funzionare.»

«Già, ma finché non torna il generale, non se ne fa nulla.» fu la risposta dell’anziana «Aspettiamo il ritorno di Poe e Finn. Poi si vedrà.»

Zorii non replicò, ma era sicura che Poe avrebbe accettato quel piano: tutto, pur di partire in vantaggio. E poi, conosceva quel vecchio sbruffone da troppo tempo per non poter indovinare fin da subito i suoi intenti.

Sperava soltanto che tornasse presto.

   
 
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