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Autore: daimler    04/01/2020    11 recensioni
La storia di Natsu e Lucy due "amici" che si sopportano a stento solo per il bene dei loro amici in comune.
Una serie di eventi però li porterà a vivere a stretto contatto, contro la propria volontà, affrontando momenti di vita quotidiana, qualche avventura e forti emozioni inaspettate.
Questa è una storia che parla d'amore e di come a volte gli opposti si attraggono creando un bel po' di scompiglio!
[Nalu]
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-15-

-Stammi vicino e tienimi lontano-
 


-Natsu:


Un po' di marmellata resta appiccicata sul polpastrello ma in una leccata veloce di pollice il tutto finisce lungo il palato, la confettura si attacca poi sulle labbra e a poco serve passarci la lingua, quella sensazione zuccherosa alla fragola comunque resta.
-Wow- esclamo fiero del mio lavoro nel posare la fetta di pane tostato e marmellata sul vassoio, va a fare compagnia alla sua gemella accanto alla tazza di caffè e al succo di arancia.
Non so cosa Lucy preferisca al mattino, al momento mi sfugge anzi, non ne ho la più pallida idea di cosa le piaccia bere appena sveglia ma non ho molto tempo per rimuginarci su. Il mio sguardo si fionda nervosamente lungo il corridoio andando ad inquadrare la cornice della porta della stanza da letto, uno stato d'ansia mi colpisce in pancia, non vorrei mai che Lucy si svegliasse prima di riuscire nella mia sorpresa, ci tengo troppo a renderla felice.
Con le mani a pugno posate sui fianchi rimango fermo ad osservare la mia sorpresa per lei, la donna che mai avrei pensato nella vita avesse potuto scombussolarmi così tanto in una sola notte. Fare l'amore con Lucy stato pazzesco, folle e riduttivo definirlo bellissimo.
Un mio palmo aperto percorre ventre e petto coperti solo dal grembiule da cucina, il pensiero di come stanotte mi abbia completamente straziato di baci tutta la pelle mi infiamma, una sensazione di bruciante piacere invade la parte inferiore del mio corpo procurandomi dolore.
Se continuo a pensare alla scopata di stanotte rischio col farmelo diventare duro e non mi sembra il caso di svegliare Lucy con vassoio alla mano ed' erezione nelle mutande...
No direi proprio di no scuotendo il capo e reprimendo ogni impulso passionale.
Storco il naso nel ritornare a stornare lo sguardo verso il vassoio e fissare senza vederlo realmente un punto fisso. Il nero del caffè avviluppa un pensiero, questa sorpresa sembra mancare di qualcosa ma -Ho trovato!- esclamo a trentadue denti raggiungendo a passi frettolosi la porta d'ingresso aprirla di slancio e proiettarmi con busto e braccia verso il vaso di gerbere.
L'aria fresca del mattino invade i miei polmoni, raccolgo una boccata di ossigeno e con le dita vado a scegliere il fiore più bello del vaso, quello con i petali grandi e gialli che quasi mi sembra un girasole, che quasi mi ricorda Lucy e il suo sorriso ampio. Una leggera pressione  tra pollice e indice e spezzandone il gambo rubo un fiore a Levy ma non credo che la mia amica avrà qualcosa da ridire data la destinazione...
Sorrido visualizzando la gerbera posata tra le fette di pane e il succo, ora è tutto perfettamente perfetto e non aspettando altro mi sbarazzo del grembiule arraffando il vassoio per i manici e avviandomi a passi sicuri verso la stanza da letto dove la mia bella dorme ancora.
Io e Lucy abbiamo fatto sesso, ancora stento a crederlo, insomma dopo quel quasi bacio mi sembrava così irraggiungibile. Non riesco a non emettere un suono gutturale dalla gola nel ricordare a stanotte, a quello che abbiamo fatto, a Lucy nuda mentre urlava su di me e... scuoto la testa fermandomi un' istante alla soglia della porta. L'eccitazione nuovamente torna a formicolare in una zona precisa del mio corpo, ma che diavolo mi prende? Manco fossi un ragazzino arrapato e sopratutto, un dubbio che continua ad assalirmi da stamane,  perché non riesco a smettere di sorridere da quando mi sono svegliato?
Il dubbio sfuma nuovamente senza una risposta quando focalizzo il bozzolo di lenzuola in centro al letto, Lucy dorme rannicchiata su un lato, il suo viso sembra pienamente rilassato ed io non posso che pensare a quanto sia bella in questo momento.
Il suo volto è pulito, i capelli biondissimi scompigliati un po' e il corpo esile è avvolto nel bianco del lenzuolo, le sue forme trasparano attraverso il tessuto e cercando di non fare rumore appoggio piano il vassoio sul comodino facendomi spazio poi su quella poca porzione di materasso lasciata da lucy.
-Ei- soffio piano e ridente in un primo tentativo nel svegliarla -Lu- la chiamo piano e insistente sporgendo il viso verso il suo con l'intenzione di stamparle un bacio a fior di labbra in un romantico risveglio ma -Cazzo- urlo in maniera soffocata  portandomi immediatamente i palmi a coprire il naso ora accartocciato in un atroce dolore dato l'impatto micidiale con la fronte di Lucy.
-Oh mio Dio Natsu!- la sento strillare in un acuto colpevole ma dispiaciuto, nel svegliarsi di colpo deve aver sollevato il viso di scatto non calcolando la misera distanza che vi era dal mio naso a lei -Fammi vedere- implora allungando le braccia verso di me che ancora dolorante annaspo qualche: -Tranquilla non mi sono fatto nulla- falso.
Lucy racchiude il mio naso gonfio e pulsante di dolore tra pollice e indice -Non è rotto- dichiara in un sospiro di sollievo ignorando i miei lamenti dato la sua morsa non tanto delicata -Ma che ci facevi così vicino?- sbotta poi in un déjà vù già vissuto non molto tempo fà.
-Mi sembra chiaro che dobbiamo lavorare sulla sincronia- le faccio presente tastando con le dita il naso nell'ispirare sonoramente e scrollare la testa poi nel cercare di riprendermi dal shock appena subito, ignorando il suo sguardo perplesso.
Si mette seduta coprendosi con il lenzuolo e impedendomi la vista del suo corpo nudo.
-Buon giorno principessa- esclamo al suo indirizzo nel sorridere -Ti ho portata la colazione- e lo dico in un ghigno pressando un palmo sul bordo del materasso nel far leva col braccio e sporgermi verso di lei, voglio baciarla ma quando imprimo le mia labbra sulle sue, Lucy sembra quasi irrigidirsi e non rispondere al bacio.
Non era proprio così che mi ero immaginato il suo risveglio, trauma nasale a parte.
Ancora vicino a lei scosto solo il viso, quel tanto per inquadrare meglio il suo volto e studiare ogni piega da parte a parte -Cos'hai?- domando pungente nascondendole un principio di allarme che mi infilza in due il cervello.
Ha la faccia tirata ed evita i miei occhi e la cosa mi disturba parecchio ma -Nulla- soffia sgusciando via dalla mia morsa nel spingermi piano con la mano mentre l'altra è dedicata al lenzuolo stretto sul petto. Il mio sguardo si indurisce e cercando di non dare peso a una brutta sensazione che invade i miei pensieri, resto fermo ad osservala nel ruotare il busto e stare lì fermo, seduto sul materasso caldo dove Lucy mi ha appena lasciato da solo.
Si guarda intorno nervosa raccogliendo uno ad uno i suoi indumenti sparsi per il pavimento, infila la canottiera al volo senza curarsi di mettere il reggiseno sotto, poi gli slip e con la gonna stretta tra le dita in maniera nevrotica sembra bloccarsi a quel mio richiamo.
-Sei di fretta?- sillabo ina una domanda non domanda, ho un tono di accusa infatti perché la sua sembra una fuga e ciò mi sta facendo incazzare.
Indugia un po' nel guardami, le mia braccia sono conserte, il mio sguardo affilato -No, ho la giornata libera oggi- ammette rigirandosi tra le dita la gonna, poi piomba uno strano silenzio assordante quanto un urlo.
-Quella era per te- la informo quando noto il suo sguardo ricadere sul vassoio che sosta abbandonato sul comodino ma la sua gola si contrae in uno spasmo -Lucy che succede?- chiedo stanco dei suoi silenzi -Ieri notte noi...- sto per dirle quanto per me è stato meraviglioso ma non finisco la frase, Lucy sospira incassando le spalle.
-E' questo il problema? Quello che è successo stanotte?- insisto ma con voce piatta, sento come se il pavimento stesse per cedere da un momento all'altro.
-Non è un problema quello che è successo tra di noi- ma non serve a farmi sentire meglio, Lucy infatti mi guarda a stento e la sua voce è molle, priva di calore -Mi chiedo soltanto ora che cosa succederà tra te e me- soffia, quella gonna tra le mani sempre più aggrovigliata intorno alle sue dita.
-Non sei la scopata di una notte-  mi sollevo coprendo in un paio di passi la distanza che ci divide.
-Lo so che non è stata solo una scopata- replica e dal modo in cui lo dice ne percepisco la convinzione, allora qual' è il problema? Non capisco. Perché è così fredda se ha capito che le mie intenzioni non erano sporche stanotte?
-Anche perché l'abbiamo fatto quattro volte- sdrammatizzo ghignando sonoramente al ricordo -Quatto scopat- sto per aggiungere con tanto di dita a contarne le prestazioni se non fosse per la brusca intrusione della mano di Lucy sulla mia interrompendomi. Continuo a ghignare nel vederla imbarazzata a morte.
-Si ho presente quante volte l'abbiamo fatto- e quasi bisbiglia, le sue dita restano agganciate alle mie, in un movimento delicato le faccio intrecciare facendo scivolare il braccio verso il basso.
-Iniziamo una storia- butto sicuro e sincero, quello che voglio al momento è vivere qualcosa con lei ma Lucy ancora una volta serra la mascella.
-Non è così facile...- mormora facendomi strabuzzare gli occhi interrogativi.
-Io ti voglio e tu mi vuoi, basta questo- sbotto incredulo.
-Non basta solo questo-
-E che cosa vuoi di più?-
-Mi vuoi?- chiede e quasi non gli rido in faccia dato l'assurdità della domanda.
-Ti voglio da impazzire, perché tutte queste paranoie?-
-Come hai voluto tutte le altre?-  balzo da lei un passo indietro, non posso credere che mi stia già facendo una scenata di gelosia del genere ma -Natsu ho bisogno di capire- e mi irrigidisco quando il suo tono appare del tutto implorante.
No. non è gelosia, Lucy è in preda a qualc0s'altro ma che al momento non mi permette di comprendere.
-Con te è diverso- dico deciso e lo penso davvero, lei mi fa sentire diverso come mai nessun'altra finora, non so dare nemmeno io una spiegazione alla sensazione che provo ogni volta che stiamo insieme so solo che non mi sono mai sentito così vivo, in panico e fragile al contempo, così meravigliosamente bene.
Ma non riesco ad esprimerle a parole tutto quello che provo al momento, mi limito al silenzio. Mi incalza quando mi pone quella domanda a primo impatto strana.
-Cosa fai ogni volta dopo aver passato una serata con qualcuna?-
-Cosa?-
-Rispondi- insiste portando le mani intorno ai fianchi.
-Dove vuoi arrivare?- domando ancora ma Lucy attende una risposta ed è piuttosto eloquente quel suo cenno del mento -Preparo la colazione- sbuffo nell'aver capito dove volesse arrivare -Ma che c'entra?- sbotto battendo le mani sulle cosce.
E' vero, è una sorpresa che ho sempre fatto a tutte ma non capisco dove sia il problema.
-E che cosa pensi che ci sia di diverso con me allora-
Sono troppo arrabbiato per registrare il suo tono di voce fin troppo triste e non accusatorio, insomma era una sorpresa e lei con le sue accuse e paranoie sta rovinando tutto.
-Volevo solo fare qualcosa di bello- sbotto, porto poi indice e pollice tra il ponte del naso per inspirare rumorosamente nel tentare di darmi una calmata.
Ma serve a poco -Perché devi sempre rendere tutto così difficile?- e non mi accorgo di stare ringhiando, Lucy si scherma il petto con una mano come in un gesto di difesa -Insomma ieri sembravi un'altra persona mentre adesso sei ritornata la solita...- non concludo la frase, Lucy agita le mani in aria -Sono sempre questa Natsu! Io sono sempre la stessa come tu sei sempre lo stesso!- strepita.
-Io e te non ci siamo sopportati una vita, voglio solo farti capire che...- ma spezzo a metà quella sua frase che al momento poco mi importa della conclusione.
Stiamo litigando e mi sento terribilmente incazzato tanto da parlarle sopra -Allora se non mi sopporti come ci siamo finiti a quello?- domando rabbioso indicando con l'indice il letto sfatto.
Ammutolisce di colpo e la sua mancata risposta mi indigna a livelli tali da cercare con gli occhi i vestiti, raccattare poi jeans e maglietta, indossarli con lei sottofondo che mi chiede il perché mi stia vestendo -Sto facendo quello che stavi facendo tu, sto scappando- la informo sfilando indice e medio tra Converse e tallone una volta calzata.
Si è pentita di quello che è successo è la cosa mi spezza in due, tanto da volere andare via.
-Io non volevo scappare- Si giustifica, sento le sue mani sulle spalle che mi invitano a voltarmi.
-Non te ne andare arrabbiato-
-Lucy dimmi che cosa vuoi- le domando in ultimatum -Non vuoi una storia, non vuoi che vada via, non volevi andare via, cosa vuoi?- elenco spazientito, i suoi occhi diventano più grandi e quasi mi ci perdo, sono arrabbiato con lei ma non nego che avrei una gran  voglia di baciarla ora.
-Ieri mi sono lasciata andare ma stamattina da lucida ho pensato a noi, non potrebbe mai funzionare-
Sospiro tra me e me -Ti sei pentita e pensi sia stato un errore, ok- formulo metallico ignorando i suoi: -Non ho detto questo- come risposta.
-Eri in astinenza e volevi una bella ripassata allora?- insinuo maligno  senza pensare a ciò che dico, mi sento offeso e tradito.
-Brutto stronzo- Grida spingendomi via con rabbia e con i palmi fino a farmi indietreggiare verso la soglia della porta.
-Sai che ti dico? Vaffanculo!- esclamo al colmo dell'esasperazione voltandogli le spalle per dirigermi verso la porta e catapultarmi al di fuori di qui il più presto possibile, non ho più voglia di tutto questo.
Non sento i suoi passi raggiungermi, Lucy non cerca di fermarmi ma va bene, chissenefrega! Non merita la mia presenza, non merita le mie sorprese. Cerco di ignorare il dolore dentro al petto e la nausea che sale fino in gola per quello che le ho detto, non volevo e ora mi sento in colpa ma scaccio via anche quest'ultimo pensiero nel fiondarmi fuori e andarmene via da questo incubo che solo qualche ora fa mi sembrava il più bello dei sogni.
 

***

 

-Lucy:


Il mio pollice scorre verso il basso slittando contro la superfice piatta del mio Smartphone, corrucciata osservo l'ultimo accesso di WhatsApp di Natsu notando con frustrazione di come abbia ripetutamente ignorato il mio misero messaggio di scuse inviato ormai tre giorni fa, a poche ore dalla nostra litigata.
Oggi è il terzo giorno consecutivo che non ho sue notizie, è uscito di casa sbattendo la porta quella maledetta domenica in cui abbiamo discusso e si è ben guardato dal farsi vedere, Natsu non abita più in questa casa, almeno ufficiosamente. Tutta la sua roba è ancora qui ma è della sua presenza che questa casa è sprovvista, probabilmente dorme altrove ma io sono troppo vigliacca per andare a cercarlo direttamente. Un groppo poi mi sale in gola nel pensare che Natsu pur di evitarmi non sta nemmeno vedendo Happy e so quanto tiene al suo gatto, se è arrivato a chiudersi così  in se stesso e solo colpa mia e delle mie stupide paranoie.
In una leggera pressione di polpastrello blocco  la schermata del cellullare, il nero la inghiotte e  in un sospiro mi rannicchio sul divano abbandonando lo Smartphone accanto a me.
Ho provato a contattarlo subito dopo nonostante il dolore che mi aveva inferto, io in quel momento volevo solo chiarezza ma lui non ha capito niente e la situazione è precipitata, è stato un attim0: io che lo spingo lui che se ne va e la rabbia mi ha paralizzata impedendomi di fermalo. Ma dopo qualche minuto la rabbia si è trasformata in dolore, sono stata davvero egoista e pretendere da lui chissà quale sicurezza, l'ho messo in difficoltà ma l'esigenza di sapere che per lui la nostra storia non sarebbe stata al pari delle altre mi ha offuscato ogni tipo di pensiero rendendomi insopportabilmente paranoica.
Porto indice e pollice a sfregare gli occhi stancamente, sono giorni che mangio poco e dormo male e lui mi manca da impazzire a tal punto da piangere quando penso a come siamo riusciti a rovinare tutto, insomma la notte prima è stata un sogno bellissimo e io non mi sono per nulla pentita di quello abbiamo fatto al contrario di come Natsu pensa ma al mattino ogni mia certezza si è sgretolata.
Mi sono sentita al pari di tutte le sue altre storie con quel suo atteggiamento da romantico risveglio, mi sono sentita sullo stesso livello di tutte quelle sue ex del quale Natsu sembrava innamorato follemente ma scaricate dopo poco tempo  una ad una per i più futili dei motivi.
Mi stringo in un abbraccio solitario, forse avrei dovuto dirgli cosa provo per lui realmente, solo cosi avrebbe potuto capire il mio atteggiamento, so di averlo ferito a morte ma come faccio a dirgli che io me ne sono innamorata perdutamente?
Il mio sguardo ricade sconfitto verso il cellulare, Natsu non mi cerca e non ha risposto nemmeno ai miei messaggi, probabilmente a lui è già passata sia l'incazzatura che l'infatuazione verso di me. Non è quel tipo di persona che insiste quando le cose diventano troppo difficili e io sono troppo orgogliosa per andare in contro ad una strada a senso unico senza nessuno ad aspettarmi dall'altra parte.
Il trillo del citofono sconquassa ogni mio pensiero paranoico verso Natsu, le visioni di lui già nelle braccia di un'altra  mi si proiettano nel cervello facendo tamburellare il mio cuore in maniera veloce, dirigendomi verso la porta ricaccio dentro qualsiasi emozione triste cercando di apparire il più normale possibile.
L' immagine della porta d'ingresso scompare facendo spazio alla figura snella di Juvia, mi appare un sorriso sincero nel mettere a fuoco la mia amica e di conseguenza parte un abbraccio con tanto di schiocco di baci sulle guance.
-Che ci fai qui? Entra dai- la invito sorpresa, non aspettavo sue visite.
Juvia sfila gli occhiali da sole incastrati tra le ciocche cobalto dal capo posandoli poi insieme alla sua borsa su un tavolino d'arredamento -Juvia è venuta a trovarti, a parte di sfuggita in ospedale  non ci stiamo più vendendo- mi spiega facendomi annuire consapevole.
Nastu non è l'unico che si è chiuso in se stesso dopo il casino che è successo, praticamente sto uscendo di casa solo per andare a lavoro evitando con scuse banali le uscite al Fairy. E' paradossale di come voglia vedere Natsu da impazzire dato la sua mancanza micidiale ma al contempo stia evitando intenzionalmente di incontralo per caso, non so se riuscirei ad affrontare tutto con ostentata indifferenza.
Sono pronta a dimenticare quello che è successo tra di noi ? Non lo so...
-Juvia pensa che sei un po' triste e pensierosa in questi ultimi giorni, è forse successo qualcosa?- interviene Juvia riportandomi accanto a lei, i miei pensieri mi avevano momentaneamente estraniato dalla realtà.
-No tranquilla- mento in un sorriso tirato tentando il più possibile di apparire sincera ai suoi occhi preoccupati -Sono solo un po' stanca, questo caldo mi toglie energia- aggiungo sentendomi patetica, Juvia mi sorride in un cenno confortante ma sappiamo entrambe che sto mentendo spudoratamente e lei è molto buona con me nel non volere approfondire, rispettando i miei tempi.
-Per questo Juvia ha fatto in modo di farti avere la serata libera - mi informa unendo le mani a coppa, io batto le palpebre sorpresa mugolando qualche mormorio stringendomi poi nelle spalle -Non era necessario-  sussurro.
Avrei dovuto iniziare a lavorare fra qualche ora coprendo il turno notturno ma a quanto pare Juvia, agevolata dal suo ruolo di coordinatrice in ospedale, ha pensato bene di concedermi un giorno di ferie forzate.
-Ma questa non è l'unica sorpresa di Juvia- aggiunge trillante e potrei giurare di aver tradotto un qualche segnale terrificante in quei due occhioni blu ora un po' più scintillanti in mia direzione -Devi sapere che...- sta per raccontarmi se non fosse per l'improvvisa suoneria altisonante che piomba in mezzo a noi interrompendo Juvia. La vista rotola repentina sul display del cellulare e visualizzando il nome in chiamata sono costretta a rispondere chiedendo a Juvia un momento di attesa.
Mi allontano di qualche metro accostando il cellulare all'orecchio l'istante dopo aver accettato la chiamata -Capitano Clive- prorompo non troppo sorpresa, gli avevo lasciato il mio numero nel caso avesse avuto bisogno di contattarmi.
Dall'altra parte della cornetta il papà di Cana replica con voce calda e serena trasmettendomi un senso di tranquillità istantanea, ci mancava solo fosse successo una qualche altra catastrofe.
-Lucy ci tenevo personalmente a informarti che tutti i controlli opportuni sono stati effettuati- mi informa, il mio silenzio permane -E che quindi non sono più necessari i sigilli al tuo appartamento, tu puoi rientrare domani mattina-  conclude  lasciandomi a corto di parole, sopraffatta dalla notizia resto silente almeno finché i richiami di Gildart Clive mi ridestano.
-Lucy tutto bene?-
-Certo, perdonami ne sono sorpresa- balbetto in un mormorio accennando poi una lieve risata nevrotica.
-Hai visto, tutto si è aggiustato- dice in un tono un po' meno formale e questa volta mi strappa un sorriso sincero a labbra distese, sa di paterno tanto da scaldarmi il cuore.
La chiamata termina con i miei ringraziamenti, la voce di Gildart che mi saluta e un mio sospiro a comunicazione interrotta.
Dovrei essere felicissima, saltare di gioia e invece un senso di instabilità mi pervade tutta, mancavano quattro giorni alla conclusione di questa ultima settimana di convivenza con Natsu e invece  finirà esattamente oggi.
Scuoto il capo nel sorridere amaramente, in realtà è già finita da un pezzo solo che io non avevo smesso di sperare nel suo ritorno ora invece con la chiamata di Gildart, ora è tutto finito davvero.

 

***

 

-Natsu:


-Credi che sia qualcosa che abbia mangiato?-
-Non direi mangia appena da giorni-
Un mio occhio si schiude puntando la vista in direzione dei bisbigli appena registrati, ricurvo totalmente sul bancone del Fairy continuo a restare con la faccia ben spiaccicata contro il legno che ne ricopre la struttura ignorando Mavis e Zeref  distanti da me ma non abbastanza da non sentirli parlare della mia persona.
-Magari ha un qualche problema di salute imbarazzante e si vergogna a dirlo- squittisce Mavis curandosi bene dal coprirsi la bocca con la mano ma: -Vi sento- borbotto io un lamento tornando a chiudere gli occhi nell'azzittirli ma è solo una questione provvisoria, passano un paio di istanti e i due tornano a commentare il mio evidente malandato stato di salute supponendo di ogni e strappandomi un sospiro scocciato.
Non posso fargliene una colpa se si stanno preoccupando per me: sono piombato a casa loro tre giorni fa, parcheggiandomi sul loro divano e non fornendo a Zeref nessuna spiegazione se non un: -Non ne voglio parlare.
Le mie giornate trascorrono tra lo jogging sfrenato al mattino e lo zapping pomeridiano, alla sera mi rifugio qui al Fairy ma nonostante sia circondato da molta gente è sempre un senso di solitudine che mi fa compagnia impedendomi di reagire ai contatti esterni.
-Amore mio sai quanto voglia bene a Natsu ma sono tre sere di fila che muore su quel bancone e mi rattrista i clienti- commenta Mavis.
-Non so che fare è completamente chiuso in se stesso, forse dovremmo parlare con Lucy magari lei sa dirci cosa è successo- ma al suono di quel nome mi ridesto, sollevo il mento osservandoli torvo -Sto bene- sillabo meccanico non convincendoli neanche un po' ovviamente.
-Davvero ragazzi sto bene- mormoro nel tirarmi su con la schiena, le mia dita scivolano tra  i capelli spettinati in una fugace sistematina mentre il senso di colpa si fa largo tra stomaco e cuore, sono preoccupati per me e io li respingo solo a causa del mio malumore.
-Avete altre preoccupazioni più importanti al momento- commento aspro puntando l'indice contro il pancione di Mavis, dovrebbero pensare al bambino e non a me.
-Il cesareo è previsto tra due settimane- liquida la faccenda lei in un svolazzare di mano ma Zeref le cinge le spalle con le mani -Natsu ha ragione devi riposare ora, andiamo a casa-  ignora le flebili proteste della moglie spingendola delicatamente verso l'uscita non prima di avermi lanciato un'occhiata di ammonimento, un : -Natsu durerà poco questo tuo silenzio- nascosto tra i lineamenti tirati del suo volto mi fa serrare la mascella, Zeref mi sta concedendo solo un po' di tempo prima di costringermi con le cattive a vuotare il sacco ma io non sono ancora pronto ad affrontare la realtà.
Porto il palmo a reggere il volto nel puntellare il gomito, al contatto con la guancia sento quell'accenno di barba ispida punzecchiare i polpastrelli. Tutto sembra essersi fermato dal giorno in cui ho litigato con Lucy, ne sono passati ben tre in realtà ma io mi sento in balìa di me stesso, non ho più voglia di fare le cose.
-Sicuro che non vuoi mangiare?-  Mira mi sorride, al di là del bancone mi osserva senza rimproveri, lei è l'unica dalla quale non ho ricevuto interrogatori. Scuoto il capo in senso di diniego ma le sorrido.
-Ho poco appetito- mi limito a rispondere intanto lo Smartphone inizia a vibrare e con due dita lo sfilo dalla tasca dei jeans ignorando la vana speranza di chi possa essere.
Non credo che Lucy riproverà a cercarmi, l'ha già fatto ma io da stupido coglione orgoglioso ho ignorato i suoi messaggi, ero troppo incazzato in quel momento.
Me ne sono pentito troppo tardi, ormai sarebbe solo sciocco risponderle o forse è solo una scusa per nascondere la mia vigliaccheria: sono giorni che non mette piede al Fairy Tail probabilmente non vorrà vedermi manco morto e non riuscirei a sopportare un altro rifiuto da parte sua.
-Mi sta chiamando il tuo ragazzo-  affermo con ironia ad un Mira divenuta di colpo ridente, so che con Laxus non sono ancora quel livello ma scommetto che non manchi poi molto al livello successivo.
-Io non me ne starei chiuso in ufficio fino a quest'ora della sera sopratutto se c'è la più bella barista del mondo in servizio proprio ora- esordisco nell'osservare Mira scuotere la testa divertita.
-Fai meno lo spiritoso Dragneel- replica lui con voce piatta -Volevo informarti che l'audizione dei Grimore Heart è andato bene-
-Ne ero sicuro- rispondo senza esserne poi così sorpreso, i ragazzi hanno dato il massimo ieri durante il provino, il mio investimento su di loro è stata l'unica fonte di distrazione, l'unica cosa che mi ha impedito di non pensare a Lucy costantemente.
-Portali domani da me, firmeranno il contratto con la casa discografica che prevedrà per loro il primo singolo ufficiale da passare in tutte le radio-
-Contaci amico-
-Dragneel io e te non siamo amici- ci tiene a farmi sapere ma senza che io ne prenda in considerazione la veridicità, la chiamata si conclude e fissando il display sorrido -Che bella notizia- mormoro.
Ne sono felice davvero anche se la reazione non sembra quella di una persona al settimo cielo -I ragazzi hanno passato il provino- informo Mira nel percepire il suo sguardo su di me, c'è qualcosa che mi impedisce di esternare la totale felicità e quella cosa è Lucy.
E' l'unica persona con cui vorrei condividere questa notizia, la prima a cui ho pensato appena Laxus me l'ha detto.
-Lucy ne sarà felice- e scatta il magone alle parole di Mira ma -Già- mugugno.
-Ci teneva molto quella sera- continua -Dovrebbe essere la prima a saperlo no?- domanda pungente facendomi inarcare un sopracciglio in sua direzione, ho l'impressione che lo stia facendo apposta a pungolarmi così.
-Corri a dirglielo allora- insiste, con le mani è intenta a  passare uno straccio all'interno di boccali di vetro, il suo sguardo resta puntato sui cristalli il mio sempre più perplesso rimane a fissarla.
-Be' appena la vedrò- sto per mormorare se non fosse per il suo scatto repentino tanto da crearmi un sussulto, poggia i palmi sulla superfice del bancone guardandomi in tralice -Natsu corri adesso da Lucy a dirle quello che le devi dire prima che sia troppo tardi- ordina creandomi uno brivido lungo la schiena, è terrificante quando cambia umore così, passa dall'essere dolce ad un demonio in zero virgola tre secondi, chissà se Lax ne è al corrente?
-Per noi donne è importante sentirci dire certe cose- soffia dolce piegando il capo di lato come se  la metamorfosi in demone non fosse appena avvenuta sotto i miei occhi.
Il mio sguardo resta ancora incollato su di lei, la gola si contrae in piccoli spasmi e il sorriso furbo di Mira mi smuove qualcosa dentro.
Ero felice ma non lo sarò mai abbastanza se non posso condividerlo con lei.
Devo andare da Lucy ora, devo dirle quanto mi è mancata e quanto sono stato coglione a trattarla in quel modo, devo chiederle scusa e sopratutto dire che la voglio prima che sia davvero troppo tardi. Non voglio perderla.
-Perché sei ancora qui?- mi domanda lei mostrandomi i denti bianchi in un sorriso tirato scuotendomi dall'orgia di pensieri di cui ero preda.
Lo sgabello dietro le mia ginocchia quasi non casca data la foga con cui mi sollevo -Vado- esclamo scattando in piedi non badando più a niente se non a caracollarmi fuori dalla porta con un tale trasporto da colpire in piena spallata Grey colpevole di essere sulla mia stessa traiettoria.
-Natsu ma che...- mi sbraita contro azzittendosi basito quando le mie mani intrappolano le sua braccia -Sposala ok? Ami Juvia, lei ti ama e per le donne è importante sentirsi dire certe cose- ho il cuore a mille e mi sento obbligato a dire queste cose a Gray, penso di averlo capito solo ora di cosa sia davvero amare una persona e quando ami devi anche dimostrarlo.
-Ok sono giorni che sei strano, tu stai male ora andiamo a sederci e...-
-Non sono mai stato così bene- esclamo in un sorriso che è tutto un programma e -Sposala prima che sia troppo tardi- urlo lasciandomi Gray e la sua faccia sempre più perplessa dietro le spalle.
Amore aspettami sto arrivando.
 


Mi fiondo verso la porta d'ingresso ricoprendo la distanza in una sola falcata, un sospiro di sollievo trapela dalle labbra quando in uno scatto di polso la maniglia si abbassa garantendomi l'accesso senza usare le chiavi, Lucy è in casa.
Mi ritrovo all'interno e all'improvviso tutta la frenesia avuta finora sembra smaltirsi, mi guardo intorno vago ma non c'è bisogno che la cerchi per le stanze, Lucy sbuca all'improvviso dalla cucina, ha lo sguardo distratto verso il basso mentre con entrambe le mani si aggiusta un orecchino.
Si blocca nel mettermi a fuoco, poi posa le mani sul ventre e io le soffio: -Ciao- smorzando un po' tutta la tensione di cui siamo preda.  La osservo nel muovermi verso di lei, ha i capelli raccolti e un vestitino rosso che le fascia a pennello tutte le forme, rosso come il rossetto che ha sulle labbra e che smuove un po' quando ormai sono vicinissimo a lei.
E' bellissima stasera.
-Sei tornato- mormora scostando lo sguardo.
-Sì ecco ho ricevuto una chiamata fantastica- ghigno e lei torna a guardarmi ma -Si sono stata avvisata anche io- fa' lasciandomi momentaneamente spiazzato non solo perché non ho la minima idea di come faccia a saperlo, le uniche persone a conoscenza della notizia siamo io e Mira e non ho nemmeno informato i ragazzi ancora, ma anche la spietata freddezza con cui lo dice, pensavo ci tenesse davvero alla band.
-E' per questo che sei corso qua- continua tagliente ma il trillo del campanello mi scuote facendomi voltare di scatto la faccia verso la porta ma per poi ignorare il tutto l'stante dopo.
-Sì sono venuto di corsa ma volevo dirti anche altro- continuo nervoso, ora che ho Lucy davanti è molto più difficile esprimere i miei sentimenti.
-Natsu la porta, hanno suonato-
-Se è urgente chiameranno- taglio corto afferrandole la mano nel voltarla verso di me e impedirgli di andare ad aprire.
Secondo trillo sottofondo.
-Senti Lu è importante, quando abbiamo litigato io mi sono comportato da schifo e mi dispiace, ma voglio dirti...- digrigno i denti irritato nel registrare l'ennesimo trillo -Aspetta qui un attimo ok?- le intimo a denti stretti nel lasciarle la mano e dirigermi verso la porta. Liquido chiunque sia e ritorno da lei, è troppo importante per rimandare la questione.
Spalanco la porta pronto a richiuderla in un paio di frasi se non fosse per la persona che mi ritrovo davanti.
Completo elegante, mazzo di rose alla mano, capelli perfettamente pettinati e quel stupido sorriso perfetto da pubblicità del dentifricio: Dan Straight.
Strabuzzo gli occhi mentre l'intuizione collega le immagini di mister chirurgo dietro la porta di casa nostra e le manda al cervello collegando il tutto.
-Natsu- mi saluta goliardico e con tanto di pacca sulla spalla sorpassandomi nel varcare la soglia senza un mio invito.
- Me-ra-vi-gli-osa - la elogia monosillabico quando vede Lucy creando in me uno spasmo di acidità, nel richiuderla non posso evitare di schiantare la porta con una manata creando un tonfo così sonoro da far saltare lievemente mister chirurgo.
-Dan- mastico in un sorriso plastificato intanto che l'interdizione di Lucy lascia il posto ad un'occhiataccia tutta rivolta a me naturalmente.
-Qual buon vento ti porta qui?- soffio tentando di apparire casualmente interessato, tentando al contempo di mantenere il sorriso ma presumo che al momento sia lo stesso di It quello che aleggia sulle mia labbra.
-L'appuntamento con Lucy- mi spiega indicandola a palmo pieno. Solo ora noto che Lucy è in tiro: il vestitino elegante, i capelli raccolti, il trucco e i tacchi alti, agghindata per un'uscita insomma, che cretino me ne sono accorto solo ora, sento che il mio sistema nervoso sta per andare a farsi fottere quando vedo Dan chiaramente apprezzare quello che ha davanti.
-Quelle sono per me?- soffia lei tesa in un risolino nevrotico nel puntare fugacemente gli occhi verso il mazzo di rose che Dan ha ancora in pugno.
-Questi fiori costosi non valgono quanto te- vanta nel porgerglieli ma non ci vedo nulla di elegante in quella frase se non sottolineare il valore economico di quel regalo.
L'affermazione di Dan-pallone gonfiato mi fa storcere gli occhi al cielo, ok forse la mia gerbera strappata da un vaso nemmeno mio non  può  competere con il suo super mazzo di rose ma a Lucy non frega niente dei regali di lusso, lei è fatta di panna e cuore.
-Grazie non era necessario, vado a metterli in un vaso- mormora a testa bassa, il fatto che non mi sembri così entusiasta di quei stupidi fiori mi rallegra.
-Sì ma fai presto, ci aspettano al Fleuve d'etoiles ho prenotato per le nove- le dice nell'alzare di volume la voce mentre lei si appresta a raggiungere la cucina in un tacchettio dovuto ai tacchi alti.
-Il ristorante più costoso di Magnolia- ci tiene poi a farmi sapere nel sogghignare e fare una sorta di suono strascicato con la lingua.
-Immagino- replico secco degnandolo di poche attenzioni -Ti do una mano con il vaso- urlacchio a una Lucy assente dal nostro campo visivo ma la raggiungo subito l' istante dopo.
Quando varco la cucina me ne resto sulla fermo sulla soglia, lei è di spalle china sul lavandino, le rose buttate nel lavabo -Lu- la chiamo e quando si volta a guardarmi mi sento morire, i suoi occhi al cioccolato mi scrutano in un mix di sofferenza e desiderio.
-Non andare con lui- mormoro -Non... ti prego non andare con lui- sembra quasi una supplica a bassa voce la mia, i suoi occhi si fanno lucidi, le sua labbra si piegano verso il basso e io mi avvicino a lei tanto da prenderla per i fianchi e poggiare la fronte sulla sua.
Inspiro il suo profumo buono, Cazzo quanto mi è mancata -Tu vuoi stare qua con me- le bisbiglio ad occhi chiusi e quasi non tremo anche io quando la sento tremarmi tra le braccia.
-Natsu non è un gioco per me- sussurra sospirando forte quando con un palmo le racchiudo una porzione di viso -Lu devi ascoltare quello che ho da dirti, è importante- insisto nel puntare le pupille verso le sue.
Tentenna ma -Non posso sempre aspettare che ti giri bene- mi dice sciogliendo la morsa che ci vedeva legati -Dan mi sta aspettando- mugugna.
In un impeto di disperazione volto lo sguardo da un'altra parte, sto per insistere se non fosse per ciò che i miei occhi  intercettano in un lampo casuale.
-Perché la tua valigia è lì?- domando interrogativo notando il trolley chiaramente di sua proprietà, vi è accanto anche la scatola di cartone con all'interno tutta la cianfrusaglia inutile che Lucy portò qui ed è questo secondo elemento che mi fa balzare indietro e farmi incazzare a un livello tale da sbraitarle contro nel collegare il tutto.
-Vai ad abitare da lui?- ringhio così forte da non riuscire a contenere lo schifo che sto provando in questo momento, non ci credo che mi abbia rimpiazzato con il perfetto Dan in così poco tempo.
Lucy sembra osservarmi stralunata, mugugna un: -Che cosa diavolo stai dicendo?- ma io sono troppo fuori di me per ragionare-E io che credevo di essermi...- innamorato di te ma non concludo la frase -Goditi la serata e il soggiorno dal tuo mister chirurgo- sbotto invece creandole una smorfia disgustata.
-Non capisci mai niente come al solito, salti sempre alle tue cavolo di conclusioni- si limita a dire arraffando la borsetta e sorpassarmi senza più guardarmi, la scia del suo profumo mi resta nel naso ma le mie narici si dilatano a causa dell'ira di cui sono schiavo.
Registro il tonfo della porta d'ingresso, Lucy è uscita.
-A me dice che salto alle conclusioni- lagno ad alta voce senza che nessuno mi ascolti  -Intanto non mi ha dato mezza possibilità perché pensa sia impossibile stare con me!- sto strepitando e dal nervoso tiro un calcio alla palla di Plue facendola balzare in qualche punto remoto del corridoio ma non basta a placare l'odio che ho dentro.
Sono fuori di me così totalmente da farmi venire in mente un'idea distorta quanto malvagia quanto gratificante.
-Fleuve d'etoiles hai detto eh?- dico tra me e me in un ghigno maligno...

 

ANGOLINO DAIMLER- Buona sera amici, volevo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno recensito e anche solo letto il capitolo scorso di Miele, sono stata assente per ben due anni e non mi aspettavo una tale affluenza, non so davvero come esprimere la mia felicità e gratitudine nei vostri confronti! Intanto ecco a voi il quindicesimo capitolo sperando che sia all'altezza degli altri.
Un bacio grande, come sempre.

   
 
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