Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: NyxTNeko    05/01/2020    1 recensioni
Napoleone Bonaparte, un nome che tutti avranno letto almeno una volta sui libri di scuola.
C'è chi l'ha adorato, chi odiato, chi umiliato e chi glorificato.
Ma siamo sicuri di conoscerlo veramente? Come si sa la storia è scritta dai vincitori e lui, il più grande dei vincitori, perse la sua battaglia più importante.
Dietro la figura del generale vittorioso e dell'imperatore glorioso si nasconde un solitario, estremamente complesso, incompreso che ha condotto la sua lotta personale contro un mondo che opprime sogni, speranze e ambizioni.
Un uomo che, nonostante le calunnie, le accuse, vere e presunte, affascina tutt'ora per la sua mente brillante, per le straordinarie doti tattiche, strategiche e di pensiero.
Una figura storica la cui esistenza è stata un breve passaggio per la creazione di un'era completamente nuova in cui nulla sarebbe stato più lo stesso.
"Sono nato quando il paese stava morendo, trentamila francesi vomitati sulle nostre coste, ad affogare i troni della libertà in mari di sangue, tale fu l'odioso spettacolo che colse per primo il mio occhio. Le grida dei morenti, i brontolii degli oppressi, le lacrime di disperazione circondarono la mia culla sin dalla nascita".
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore, Periodo Napoleonico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10 agosto

Quella mattina fu particolarmente calda a Parigi, nonostante il sole fosse sorto da poco, non vi era neppure quell'umidità che Napoleone tanto detestava. Tuttavia non poteva nemmeno dire che quello fosse il caldo torrido della sua isola, anzi era assai piacevole, perlomeno non avrebbe avuto freddo. Perciò aveva trovato semplicemente assurdo udire la gente lamentarsi per l'afa insopportabile.

Stava per imbucarsi nella place di Carrousel dove alloggiava il suo amico Louis Antoine, non andava a fargli visita da un po' di tempo. Nei mesi successivi erano accadute cose che avevano coinvolto anche lui, come la nomina a capitano avvenuta il 10 luglio. Non si aspettava un simile avanzamento di carriera, che gli aveva dato persino il privilegio della retrodatazione della nomina e della paga, senza avere un incarico effettivo però, così cominciò ad ipotizzare che ci fosse qualcuno dietro a tutto ciò.

"Saliceti, non può che essere lui il responsabile" ipotizzò nuovamente "Non che la cosa mi dispiaccia, al contrario, attendevo da mesi una promozione 'regolare', sono abbastanza sorpreso nel vedere che si sia ricordato di me, soprattutto dopo il sostegno che gli ho dato sull'isola" sorrise fiero. Inoltre aveva spedito una richiesta al ministero di promuoverlo ancora, come tenente colonnello, motivandola con il fatto di appartenere alla guardia e soprattutto per essere in linea con le cariche in Corsica. Nessuno gli aveva risposto.

Non si poteva certo dire che la situazione francese fosse migliorata, tutt'altro, oramai gran parte della popolazione sospettava della fedeltà dei sovrani. Si diffuse la voce che fossero favorevoli all'invasione del Paese da parte dell'Austria e della Prussia, in quanto non avevano mosso un dito per evitare le sempre più probabili ingerenze e dichiarazioni a favore della restaurazione  dell'autorità divina del re.

Come se non bastasse, il 25 luglio a Coblenza, su suggerimento del re e della regina, fu redatto una proclama destinato ai parigini, attribuito al comandante dell'esercito austro-prussiano, Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel, in cui minacciava sanzioni gravissime in caso di attentati all'incolumità della famiglia reale e del sovrano. Venne esposto nelle strade della capitale il 1°agosto:

'S'il est fait la moindre violence, le moindre outrage à leur Majestés, le roi, la reine et la famille royale, s'il n'est pas pourvu immédiatement à leur sûreté, à leur conservation et à leur liberté, elles (les Majestés impériale et royale) en tireront une vengeance exemplaire et à jamais mémorable, en livrant la ville de Paris à une execution militaire et à une subversion, et les révoltés coupables d'attentats aux supplices qu'ils auront mérités'.

'Nel caso in cui venga usata la più piccola violenza o venga recata la minima offesa nei confronti delle loro Maestà, il re, la regina e la famiglia reale, se non si provvede immediatamente alla loro sicurezza, alla loro protezione e alla loro libertà, esse (la Maestà imperiale e reale) si vendicheranno in modo esemplare e memorabile, abbandoneranno cioè la città a una giustizia militare sommaria e i rivoltosi colpevoli di attentati subiranno le pene che si saranno meritati'.

Tale documento invece di intimorire i cittadini non fece altro che aumentare l'odio nei confronti della monarchia e un diffuso sentimento patriottico, oltre a testimoniare la tacita alleanza tra il re e le nazioni nemiche. A gran voce si pretendeva la destituzione di Luigi XVI e l'istituzione della Repubblica.

Anche Napoleone condivideva il desiderio generale di rinnovamento della nazione, il Borbone e la sua famiglia si erano dimostati incapaci di gestire e governare un regno: la Francia, patria dell'Illuminismo, era l'unico in cui quelle idee non erano attecchite, almeno pacificamente, com'era invece accaduto in Austria ai tempi di Giuseppe Il. 

Senza rendersene conto si trovò circondato da un gruppo di sanculotti che lo osservavano minacciosi e disgustati, agitavano spade, bastoni, baionette. Su di una picca vi era la testa di un uomo il cui viso era deformato dal dolore e dal quale sgorgava del sangue vivido - Ehi voi - esordì un popolano dal fisico imponente - Credete di poterla passare liscia agghindato in quel modo?

Napoleone, nonostante l'atmosfera fattasi lugubre, non perse la sua fredda calma e lo guardò quasi con aria di sfida. Poi si rimirò e notò che la sua uniforme era sì consumata, ma in confronto agli stracci che indossavano quei miserabili, pareva un abito di lusso. L'avevano scambiato per un nobile. - Gridate vive la Nation! - ordinò uno di quelli puntandogli la pistola sul petto - Oppure farete una fine peggiore del vostro collega - lo minacciò, scoppiando a ridere.

Il corso, che non accettava assolutamente l'imposizione di qualcosa, tantomeno da gentaglia simile, capì che fosse più saggio assecondarli, era da solo contro di loro, pur avendo con sé pistola e spada non avrebbe potuto vincere. Non era il momento di fare l'eroe, il loro obiettivo era un altro e quindi pensò che fosse molto meglio levarseli di torno il prima possibile "E poi non è compito mio sbarazzarsi della plebaglia, non adesso almeno". Perciò mostrò un'espressione gelida, posò la mano sul cuore e gridò a gran voce, tuonante - Vive la Nation!

Quelli vedendo il buon senso nel ragazzo e l'integrità nel suo sguardo freddo si allontanarono da lui, quasi come se avessero perso interesse. Al pari di uno sciame di api si diressero verso il palazzo delle Tuileries, urlando e minacciando di morte il re e le guardie svizzere che proteggevano il palazzo. Una volta lontani, il capitano poté riprendere il suo tragitto presso l'abitazione dell'amico, ripiombando nei suoi pensieri. Riflettè su quanto era accaduto la notte prima, che come di consueto, non fu affatto tranquilla. 

Davanti il Municipio di Parigi si era formato un corteo di insorti, a cui si unì la Guardia nazionale provinciale, costituito da volontari provenienti dalla Bretagna e dalla Provenza, oltre a 20.000 tra uomini, donne, operai, borghesi, militari, civili, parigini e provinciali, si armarono e guidati dai sanculotti si organizzarono in modo così perfetto da dimostrare una maturità inaspettata.

In realtà le vere menti di quella rivolta furono i principali capi rivoluzionari: da Marat a Hébert, a Danton, a Robespierre. Il corteo entrò nel Municipio e con la forza costrinse il consiglio a dimettersi per crearne un altro rivoluzionario denominato Comune Insurrezionale. Dopodiché la folla marciò verso il palazzo delle Tuileries, protetto dalle guardie svizzere e da alcuni nobili, che portarono il re al sicuro, nella Sala del Maneggio, sotto la protezione dell'assemblea legislativa che ivi risiedeva. 

Napoleone giunse alla casa dell'amico poco prima delle otto del mattino, corse all'immenso portone e bussò energicamente - Chi siete? - domandò un servo dalla voce flebile e sottile.

- Un amico del cittadino Bourienne - rispose prontamente Napoleone, osservavando le decorazioni incise sul portone.

- Attendete, signor....voi siete? - chiese il servo gentilmente, aprendogli la porta, trovandoselo davanti.

- Napoleone, sei arrivato finalmente! - esclamò Louis Antoine nel vederlo entrare con il suo fare dirompente ed energico.

- Louis Antoine, perdona il ritardo, ma ho avuto un piccolo contrattempo - si scusò poi togliendosi il cappello, appoggiandolo su di uno splendido divano color crema, dal legno dorato e riccamente decorato, tipicamente barocco.

- Contrattempo? Di che tipo? - lo interrogò curioso, invitandolo a visitare l'abitazione.

Napoleone allacciò le mani dietro la schiena e lo seguì - Niente di che, solo un gruppo di sanculotti che mi hanno scambiato per un nobile a causa dell'uniforme e volevano che gridassi vive la Nation per essere certi della mia lealtà - riferì d'un fiato, come se non fosse importante. Si avvicinò ad una mensola e prese ad osservare un piatto sul cui fondo vi era ritratta una giovane coppia di aristocratici che si rincorrevano nel giardino.

- Immagino tu l'abbia fatto - fece timoroso Bourienne, sporgendosi per vedere cosa stesse attirando l'attenzione del suo amico. Scrutò il suo profilo aquilino, attendendo la risposta.

- Ovviamente - emise senza spostare lo sguardo dalla mensola - Non potevo certo far riversare la loro furia su di me, erano in tanti, senza cannone non avrei potuto fare molto...

- Sei stato fortunato che ti abbiano fermato solo una volta, Napoleone - sospirò l'altro, spostando qualche ciuffo dalla fronte sudata - Io non ho più il coraggio di uscire dopo essere scampato a loro ben 3 volte...

- Basta accontentarli e il gioco è fatto - sentenziò Napoleone guardandolo fisso negli occhi. Poi riprese a camminare, incuriosito da quella casa piena di oggetti interessanti. Louis Antoine lo seguiva, più per vedere le sue reazioni che non per dargli spiegazioni. D'un tratto si fermò dinnanzi ad un tavolino e gli si illuminarono gli occhi: c'erano delle mappe antiche, un mappamondo di legno, dei cannocchiali e alcuni strumenti di misurazione - Meraviglioso! - sussurrò in italiano.

Solo allora Bourienne si decise a parlare - Sono oggetti appartenuti alle più importanti famiglie parigine e non, costrette a venderli a basso costo per poter scappare dalla Francia in tutta serenità - spiegò gesticolando. 

- Incredibile...posso toccare? - chiese poi gentilmente, aveva un'espressione innocente che mai prima d'ora aveva intravisto sul suo volto smunto.

- Certamente - annuì l'amico sorridendo. In quel momento gli sembrava un bambino, era impressionante come riuscisse a mutare completamente atteggiamento e personalità in pochi istanti. Pareva un attore intento a recitare più parti di un lungo melodramma.

Lo guardava ispezionare la stanza attraverso il cannocchiale datato, contemplare il nuovo mondo dalle mappe seicentesche,  accarezzare il globo di legno con una delicatezza incredibile, come fosse suo. Il tutto con una malinconia quasi serafica, come se quelle epoche, emerse da quegli oggetti, gli fossero familiari.

Purtroppo le grida del popolino e delle guardie interruppero quel momento felice e ridestarono Napoleone, facendolo tornare freddo e severo. Tossicchiò un paio di volte, celando così, quella parte più nascosta del suo carattere e squadrando Louis Antoine rapace per qualche breve istante, si posizionò alla finestra. Vi erano le guardie svizzere armate che stavano sparando agli insorti, già penetrati nel palazzo del re, provocando qualche centinaio di morti: famiglie, amici, lavoratori e madri, distrutti dalla violenza della guerriglia. 

Napoleone non commentava, continuava ad assistere alla scena in silenzio, i suoi occhi saettavano da una parte all'altra, avvistando già un altro gruppo di rivoltosi intenti a vendicare i loro compagni ammazzati. Bourienne tremò dalla paura, la situazione era insostenibile, di questo passo sarebbe davvero scoppiata la peggiore delle guerre: quella civile. 

Buonaparte taceva ancora, nulla pareva turbarlo, nemmeno la strage che si era compiuta, il viso imperturbabile, gli occhi spalancati e fulminei. Era talmente assuefatto dal sangue, dalla violenza, da non provare più pietà? 

D'improvviso il comandante delle guardie svizzere corse disperatamente tra i suoi uomini - Per ordine del re, ritiratevi nelle caserme - imperò loro, pur sapendo che tale gesto avrebbe portato alla fine certa. I soldati non poterono far altro che ubbidire, abbassarono i fucili, alcuni rassegnati, altri rabbiosi e cominciarono ad incamminarsi.

- Che coglione! - riferì solamente Napoleone, in italiano, riferendosi al re. "Con un solo ordine ha condannato se stesso e coloro che lo proteggevano" strinse i pugni, si morse il labbro inferiore. Il disprezzo per quel buono a nulla del re era al massimo. Bourienne pur non avendo compreso ciò che aveva detto, capì che il suo amico si stava trattenendo a fatica, doveva essere umiliante per lui assistere ad una simile manifestazione di pusillanimità. 

Com'era prevedibile la guardia svizzera fu massacrata dalla folla, il quale non si fece nessun riguardo, né scrupolo nei loro confronti. Alla fine, il bagno di sangue che il re voleva evitare ad ogni costo, peccando di eccessivo ottimismo, si compì in nome della Rivoluzione, sotto gli occhi dello stesso sovrano. Luigi XVI si rese conto per la prima volta della crudeltà del popolo. Senza freni e redini, la massa era incapace di controllarsi: 800 morti, tra guardie svizzere e nobili, fu il bilancio da parte degli insorti, mentre di questi ultimi ne perirono solamente 350.

- Per la monarchia è la fine - decretò Napoleone allontanandosi cupo e furente, inorridito da tutto ciò. A Parigi era peggio che in Corsica, non credeva che l'avrebbe pensato.

- Credo che ne approfitterò per tornare a Sens - riferì Louis Antoine all'amico. Napoleone gli posò una mano sulla spalla e, fissandolo intensamente, annuì. Cominciò a pensare che forse anche lui avrebbe fatto bene a partire per la sua isola, ma voleva aspettare che la situazione si facesse davvero drammatica, in modo da avere una giustificazione valida per portare con sé la sua sorellina. Più volte gli aveva pregato di andarsene via da quello città, divenuta infernale e invivibile.

- Fai bene, Louis Antoine - approvò il corso annuendo nuovamente - Io attenderò qualche mese prima di imbarcarmi per Ajaccio

- Allora questa è l'ultima che ci vediamo, amico mio - sussurrò rammaricato.

- Solo il destino sa ciò che ci aspetterà, Louis Antoine - fu la sua risposta secca e coincisa. Bourienne diede una sonora pacca a Napoleone e poi lo abbracciò. Quanto invidiò la forza d'animo del suo amico, in quel momento, incrollabile e fiduciosa del futuro, malgrado quello che stava succedendo. In realtà Napoleone si reggeva in piedi solo per sopravvivenza sua e della famiglia.

Era quasi buio quando il giovane capitano abbandonò l'abitazione del suo più caro amico e, mentre s'incamminava per ritornare al suo albergo a rue du Mail, si fece strada in lui la certezza di un futuro incontro con Bourienne.

Il palazzo delle Tuileries, intanto, divenne proprietà della Comune che fece decadere la monarchia e convocò una nuova assemblea costituente, la Convenzione Nazionale, incaricata di redigere la nuova costituzione democratica per la Repubblica che sarebbe sorta dalle ceneri e dal sangue della monarchia e dei suoi sovrani. Questi ultimi, nel frattempo, privati di ogni valenza e considerazione, furono rinchiusi nella prigione del Tempio, in attesa di essere processati. Quella stessa sera fu istituito un Consiglio Esecutivo provvisiorio composto da sei ministri e il segretario del consiglio: tutto era pronto. 
 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: NyxTNeko