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Autore: Nephertiti    05/01/2020    1 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 17 - A new race -

 

 

 

 

Quando io, Ruki e Subaru entrammo nel suo studio, Reiji passò in rassegna i nostri volti, restando di stucco nel trovarsi davanti il capo famiglia dei Mukami.
"Che sta succedendo?", domandò, mentre ci veniva incontro.
Rivolse a me e al fratellastro uno sguardo di rimprovero, non avremmo dovuto farlo entrare in casa.

"Ho chiesto io di parlarti, Mitsuko non c'entra."
Per l'ennesima volta, nello stesso giorno, mi meravigliai di Ruki.
Reiji si appoggiò sulla scrivania e rimase ad ascoltare.
"Ha incontrato vostro padre."
Il vampiro dai capelli viola ne rimase impressionato, ma cercò di non darlo a vedere.
"Mi ha detto che devo scegliere uno di voi."
"Nulla che già non sappia." m'interruppe Reiji.
Ma Ruki intervenne nuovamente.
"Ha creato scompiglio tra i Cacciatori, con questa storia di Adamo ed Eva."

"Qualcuno mi potrebbe spiegare cosa comporta scegliere un Adamo?"
Lo chiesi con un tono piuttosto irato, capii che Ayato non mi aveva raccontato tutta la storia.
I tre vampiri si scambiarono sguardi fugaci.

Reiji prese la sua tazza di thè nero e ne bevve un sorso.
Successivamente si schiarì la voce e cominciò a parlare.

"Mio padre tenta di formare una nuova razza da secoli."
Quella frase bastò per lasciarmi a bocca aperta, ma il racconto era appena iniziato.
"Ha sposato tre donne diverse per condurre i suoi esperimenti sulle specie. Ha scelto tua madre poichè era una discendente di Eva e, secondo la leggenda, se lei si fosse unita ad un Adamo, un vampiro, avrebbe dato alla luce una creatura più forte dei vampiri stessi."
Reiji sorseggiò ancora un po' il suo thè.
"Ma lei aveva già avuto te."
"Così ha pensato bene di accoppiarmi con uno di voi."
Ruki annuì.
"Si, per creare una nuova razza. Ha ingaggiato anche noi, ma siamo vampiri solo per metà, e non ha funzionato."
Scossi il capo, mi sentivo in dovere di confortarlo, dopo tutto quello che aveva fatto per me, quel giorno.
"Non è colpa vostra, lui stesso non sapeva se avrebbe funzionato. E, il motivo reale per cui nessuno di voi ha avvertito un cambiamento, nel bere il mio sangue, è perché devo essere io a scegliere un Adamo."
Ero certa che la mia teoria fosse giusta.

Reiji posò la tazzina sulla scrivania e inforcò gli occhiali sul naso.
"Ci occuperemo dopo della leggenda, adesso dobbiamo pensare ai Cacciatori. Se conoscono la storia, non chiuderanno un occhio, come hanno fatto fin'ora con le spose sacrificali."
Subaru annuì e notai pura preoccupazione nel suo sguardo.
"Chiamiamo gli altri, dobbiamo comunicargli quello che sta accadendo."

Detto fatto, mi ritrovai nel salone principale, divenuto ormai la stanza in cui solitamente si svolgevano le riunioni familiari, sebbene quel giorno ci fosse un "intruso".

Ayato aveva dato di matto nel vedere un Mukami dentro la sua dimora, ma l'intervento di Reiji era servito ad acquietare gli animi.
Anche Kanato fissava lo straniero con diffidenza e disprezzo.
Raito se ne stava in un angolo in disparte, aveva salutato Ruki con un cenno del cappello, come se la sua presenza non lo toccasse minimamente, ma non mi staccava gli occhi di dosso.
Come a voler studiare i miei movimenti e le mie espressioni facciali.
Cosa cercava di capire?

Ad ogni modo, tutti si calmarono quando pronunciai il nome del loro padre.
Spiegai loro che mi aveva "fatto visita" e accennai la storia dei Cacciatori.
Reiji spiegò meglio la situazione, facendo scaturire una certa angoscia anche nei fratellastri.
"Questo non porterà a nulla di buono.", commentò Shu, mezzo assopito come al solito.
Invidiai la sua spensieratezza, quando invece era evidente che ci attendevano grossi guai.

"Tutto ciò che possiamo fare, per ora, è attendere." concluse Reiji.
"Dovremmo aspettare i comodi di quegli insulsi esseri? - protestò Ayato. - Non potremmo semplicemente farli fuori?"
Kanato assentì con entusiasmo.
"Nostro padre aveva un patto con loro, non saremo noi a romperlo."
Li ammonì Reiji.
"Temo che vostro padre lo abbia già infranto."
Fu Ruki ad intromettersi nella conversazione.
"La Chiesa vi ha sempre donato una Sposa Sacrificale, per soddisfare la vostra fame. In cambio, Karl Heinz ha promesso di non minacciare la sicurezza di questa città e del mondo stesso."
Seguii il discorso attentamente.
"Ma adesso vuole distruggere questo mondo per crearne uno nuovo, dare vita a una nuova razza di vampiri. Credete che lasceranno correre?"
Il discorso del Mukami non faceva una piega.
"Ha ragione."
Ancora una volta Subaru si trovò d'accordo.
"Non è detto che conoscano la leggenda. O che la conoscano abbastanza da capire quali siano le vere intenzioni di mio padre.", fece notare Reiji.
La sua compostezza era snervante.
"E non credo che la Chiesa voglia mettersi contro il Re dei vampiri."
Sollevai le sopracciglia.
Karl Heinz era il re dei vampiri?

Ruki non sembrava del tutto convinto, ma non aggiunse altro.
"Potete andare." annunciò Reiji.

Notai che Shu era già scomparso nel nulla.
Io e il secondogenito ci scambiammo un'occhiata complice, probabilmente anche lui aveva pensato di risolvere la questione "Yuma".
Si avvicinò e tolse gli occhiali, strofinando un fazzoletto sulle lenti.
"Sembra che dovremo rimandare."
"Immagino di si."
Dunque si avviò nel suo studio.

Constatai che anche Raito si era dileguato.
Insieme agli altri Sakamaki.
Rimasi a bocca aperta, rendendomi conto che, nonostante la situazione fosse grave, tutti erano tornati alle proprie faccende.

Iniziai a chiedermi se fossero veramente interessati alla mia incolumità.
Perfino Subaru era andato via.
Mi avevano lasciato da sola con Ruki, che rimaneva in piedi, vicino alla finestra, assorto in chissà quali pensieri.

Mi avvicinai a lui e notai che il suo zigomo era ancora tumefatto.
"Aspetta qui." annunciai.
Ruki continuò a contemplare l'esterno ed io mi diressi nel bagno, per prendere delle garze e del ghiaccio.
Quando tornai, il vampiro era ancora dove lo avevo lasciato.

"Potresti accomodarti sul divano?"
Non mi degnò d'attenzione.
Gli posai una mano sul braccio e sussultò.
"Mh?"
"Potresti... - indicai il sofà - siediti, su."
Ruki mi osservò stupito, di certo chiedendosi cosa avessi in mente.
Ma stranamente obbedì.
Così presi le garze e le avvolsi intorno al ghiaccio.
Avvicinai quella sorta di bendaggio alla guancia di Ruki, ma questo mi bloccò per un polso.
"Che fai?"
"Ricambio il favore.", dichiarai, alludendo a quando lui mi aveva medicato il taglio sulla mano.
Così rilassò i muscoli e mi lasciò fare.
"Non ho bisogno di cure, la ferita si rimarginerà da sola."
Non badai alle sue parole e iniziai a tamponare la parte violacea, notando il vampiro storcere il naso.
Probabilmente più per il fastidio di essere "soccorso" che per il dolore.

Ero tutta presa dal medicare quel livido, ma quando alzai lo sguardo, Ruki mi fissava di nuovo con l'espressione di prima, la stessa di quando eravamo stati vicino al cancello.
Ricordai, con un certo imbarazzo, che si era avventato sul mio collo, senza tuttavia morderlo.
Mi allontanai rapidamente e, nel farlo, notai Ayato passare dal salone.

"Perché è ancora qui?". domandò scocciato, venendoci incontro.
Posai il ghiaccio sul tavolino e il Mukami scattò in piedi.
"Non preoccuparti, non mi tratterrei qui neppure se me lo chiedeste in ginocchio."
Ayato divenne una maschera d'odio.
"Tu... brutto pezzo di-"
"Gli ho chiesto io di restare!" intervenni, prima che i due si azzannassero a vicenda.

Il vampiro dai capelli rossi vide il ghiaccio e poi tornò a guardare l'altro, intuendo cosa fosse accaduto.
Mi fissò contrariato.
"Devo chiedergli un favore.", annunciai, ignorando la sua occhiata di rimprovero.
Ruki mi guardò incuriosito.

"Vorrei che parlassi a Yuma della sua infanzia..."
Ayato rimase ad ascoltare, anche lui interessato.
"Quand'era bambino... il suo vero nome era Edgar. Ed era il migliore amico di Shu.
Reiji bruciò il suo villaggio, perché era geloso, ma lui è sopravvissuto, sebbene non ne abbia più memoria."
Entrambi i vampiri rimasero sbalorditi.
"Lo so, è stato davvero crudele, ma si è pentito."

"Era un essere insignificante, perché avrebbe dovuto pentirsi?"
Si affrettò a domandare Ayato e questo mi deluse.
Ignorando il suo egocentrismo, speravo fosse un minimo più umano.
"È un essere vivente proprio come te, non meritava ne' di morire ne' di perdere i suoi cari. Ed era amico di tuo fratello!", gli rimproverai.
Come poteva essere così insensibile?

"Sprechi il tuo tempo - esclamò Ruki, inaspettatamente - loro non sanno cosa significhi tenere a qualcuno."
Ayato strinse la mano a pugno, pronto ad attaccare, ed io poggiai la mia sul suo braccio, per trattenerlo dal fare qualcosa di stupido.
"E tu sai che significa?", gli chiese il rosso.
Giurai di aver visto gli occhi di ghiaccio di Ruki posarsi su di me, per un breve istante.
Tuttavia non ci badai.
Non sarei stata in grado di riconoscere quel tipo di attenzioni da altri, in quel momento, se non da Raito.

"Ragazzi state sviando il discorso. - mi rivolsi a Ruki - puoi aiutarlo a ricordare?"
Il vampiro impiegò del tempo per rispondere, come se stesse valutando che decisione prendere.
E probabilmente se meritassi favori.
"Farò quel che posso."
Sorrisi appena.
"Grazie."
"È giusto che Yuma sappia la verità.", aggiunse, guardando Ayato dritto negli occhi.
Certamente per fargli capire che lui teneva a sua fratello, al contrario del rosso.
Come dargli torto...
"Spero che della feccia come te non si presenti più in casa mia." proferì Ayato rabbioso.

Così Ruki si congedò, promettendo di non mettere più piede in questa villa per nulla al mondo.
E il mio -celato- desiderio di vedere le due famiglie di vampiri unite, sfumò in un secondo.
Come avevo potuto pensare che sarebbero andati d'accordo, un giorno?
Così diversi e, tuttavia, così accomunati da uno stupido orgoglio.

 Una volta chiusa la porta, Ayato dichiarò di dovermi parlare.

   
 
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