Crossover
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Autore: AleDic    05/01/2020    1 recensioni
Raccolta mista multi-fandom e multi-couples.
[Seto/Kisara (Yu-gi-oh!) ∼ Steve/Natasha (MCU) ∼ Elphaba/Glinda (Wicked) ∼ Quentin/Eliot (The Magicians) ∼ Kell/Rhy (Shades of Magic) ∼ Emmett/Lucian (Il rilegatore) ∼ Mahiro/Aika (Zetsuen no Tempest) ∼????]
{Storia partecipante a “Un amore di challenge” indetta da AleDic sul forum di Efp}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Libri, Telefilm
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#2.

 

Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi

 
non avrò vissuto invano

 

 

 

 

Nickname sul forum e su EFP: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Fandom: Film > Marvel > The Avengers
Generi: Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: //
Rating: Verde

Contesto:  Avengers: Endgame
Personaggi: Steve Rogers, Natasha Romanoff
Pairings: Romanogers (Steve/Natasha).
Prompt: 5. (a fine della storia).
Numero parole: 328.
Note d’autrice: i versi iniziali sono tratti dalla poesia “Se io potrò impedire” di Emily Dickinson.

 

 

 

 

 

II

 

{ 328 parole }

 

 

 

A volte le persone sono come specchi: benché completamente diverse o provenienti dall’altra parte del mondo o perfino separati da epoche lontane, riescono a trovarsi le une nelle altre.

 
Steve ha passato più tempo nel lutto e nella perdita di quanto ne avesse effettivamente vissuto.
     Battaglie, guerre, Apocalissi, la fine di metà universo, erano tutti intervalli scanditi dal numero di persone che non avrebbe più trovato una volta giunti al termine.
Non sapeva se credere o meno a cose come il Destino, ma spesso si scopriva a pensare che fosse quello – che fosse tutto quello – che era nato per essere: Il Soldato, l’uomo per cui non ci sarebbe mai stato altro che un campo di battaglia e le sue conseguenze.
     E l’ultima – ancora troppo fresca per non sentire una fitta acuta al cuore al solo pensiero – l’aveva lasciato con nient’altro che un mucchio di cenere tra le dita.
(I suoi fantasmi non hanno nessun lenzuolo a coprirli, piuttosto indossano facce che a volte non ha mai visto, altre che conosce talmente bene da poterne tracciare i lineamenti a occhi chiusi – tutte perdute, tutte impossibili da dimenticare.)
     Certi giorni ha paura perfino a guardarsi intorno, temendo che sia arrivato il momento in cui non troverà più nessuno accanto, che l’attimo in cui è rimasto completamente solo sia arrivato – invece quello che trova è (sempre) una chioma rossa che ricambia e riflette il suo sguardo.
«Sei ancora qui» dice ogni volta, e non sa se sia più sollievo o incredulità a riempirgli la voce.
     «Sei ancora qui» gli risponde Natasha, e un sorriso piccolo ed esitante – ma sincero, sempre sorprendentemente, dolorosamente sincero – le si forma sul volto stanco.

 
A volte le persone sono come specchi. Che Natasha sia il suo e lui quello di lei, è allo stesso tempo senza senso e la cosa più logica del mondo.
     È anche la ragione per cui riescono a trovare ancora la forza di combattere, un giorno per volta.

 

 

Grazie per essere sempre al mio fianco.

   
 
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