Crossover
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Autore: AleDic    07/01/2020    0 recensioni
Raccolta mista multi-fandom e multi-couples.
[Seto/Kisara (Yu-gi-oh!) ∼ Steve/Natasha (MCU) ∼ Elphaba/Glinda (Wicked) ∼ Quentin/Eliot (The Magicians) ∼ Kell/Rhy (Shades of Magic) ∼ Emmett/Lucian (Il rilegatore) ∼ Mahiro/Aika (Zetsuen no Tempest) ∼????]
{Storia partecipante a “Un amore di challenge” indetta da AleDic sul forum di Efp}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Libri, Telefilm
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#3.

 

Chi può dire se sono stata cambiata in meglio

Io credo di essere stata cambiata in meglio

E perché ti ho conosciuta

Sono stata cambiata

Per sempre

 

 

 

 

 

 

Nickname sul forum e su EFP: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Fandom: Teatro > Musical > Wicked
Generi: Introspettivo, Angst, Sentimentale
Avvertimenti: //
Rating: Verde

Contesto:  finale.
Personaggi: Elphaba, Glinda
Pairings: Gelphie (Glinda/Elphaba).
Tipo di coppia: FemSlash
Prompt: 1. (a fine della storia).
Numero parole: 430.
Note d’autrice: i versi iniziali sono tratti dalla canzone “For Good” del musical.

 

 

 

 

 

 

III

 

{ 430 parole }

 

 

 

 

Sono passati anni dal suo primo incontro con Glinda, eppure adesso Elphaba si ritrova a guardarla come se la vedesse per la prima volta.
L’ha odiata come non ha mai odiato nessuno, l’ha invidiata come non ha mai invidiato nessuno – l’ha amata come non amerà mai nessun altro, nemmeno Fiyero.

(È un tipo d’amore diverso – come essere travolti da un improvviso tornado che spazza via quello che c’era prima, e porta con sé cose che non c’erano mai state, e le miscela insieme nella tempesta sicché, quando la calma ritorna e il ciclone si acquieta, quello che resta è stato cambiato per sempre.)




È passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui stare nella stessa stanza con Glinda non facesse male, non fosse per lanciarsi addosso parole che ferissero – dette per rabbia,  gelosia, stanchezza (Elphaba è talmente stanca di cercare di provare agli altri quello che è – o che non è).

(La cosa davvero estenuante è che Glinda era riuscita a vederla, la vera Elphie, e riusciva ancora a vederla, nonostante tutto – e trovare la disapprovazione negli occhi di lei era peggio di qualsiasi calunnia Oz fomentasse tra la gente.)




Ora è arrivata alla fine della storia, l’ultimo atto della grande e malvagia Strega dell’Ovest, e quando Glinda va da lei e la guarda di nuovo come faceva un tempo – come quando uno sguardo di lei era in grado di rovesciare il suo mondo – Elphaba esita.
“Non è giusto”, pensa. “Perché dovevi tornare proprio adesso e rendere tutto questo così duro?”

(Ed è solo una stupida protesta perché lasciarla per sempre sarebbe stato insopportabile comunque.)




Avrebbe voluto dirle talmente tante cose, avrebbe così tanto per cui volerle chiedere perdono – e allo stesso tempo tutto ciò che è stato fino a quel momento non importa più, tutti quegli anni separate, rancorose, sbiadiscono dalla mente quasi non fossero mai esistiti.

Elphaba la guarda adesso ed è come se la vedesse per la prima volta, con gli stessi occhi e lo stesso cuore di quando le chiese, mentre la stringeva tra le braccia, di seguirla a Oz – e poi di seguirla via da quella falsa Città di Smeraldo.

Le chiede di non cercare di ripulire il suo nome, le consegna il libro del Mago, le affida tutti i sogni che una volta erano stati suoi (loro).

(Le prende la mano e la porta alle labbra perché sa che quella è l’ultima volta che avrà la possibilità di toccarla.)

Elphaba la guarda negli occhi per la prima e ultima volta – ed è così felice (e così triste) di trovarli lo specchio dei suoi.

 

Dirti addio è la cosa più difficile che farò mai.

   
 
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