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Autore: Pontomedusa    06/01/2020    1 recensioni
“Al chiar di luna
Tremo, la distruzione
È sì bellezza.”
“Il sole brucia
Gli occhi, come gli aghi che
Ora son in lei.”
“Non c'è più sangue
Guidami tu, io sono
Fuori controllo.”
“Succede adesso,
Ma fuori di qui; sono
Il Minotauro.”
Il detective Nathan Adler deve trovare il colpevole dell'omicidio della giovane Baby Grace Blue; ma forse, prima ancora, deve stabilire se sia crimine o arte.
(Liberamente ispirato al concept album 1.Outside di David Bowie)
Genere: Horror, Song-fic, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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9. We prick you

 

Appena arrivato alla porta dell'appartamento di Ramona, Nathan comincia a prenderla a pugni come se volesse buttarla giù. Dopo nemmeno un minuto, l'uscio si apre e compare Ramona, con un'espressione di assoluta calma sul volto.

“Buongiorno Nathan,” dice, e gli sorride. “Non mi hai nemmeno più chiamata, dopo...quella notte. È passato quasi un mese.”

“Sono stato...occupato,” butta lì Nathan, mentre ne approfitta per osservarla bene, ora che finalmente può vederla sveglia e con un'illuminazione decente. È, indubbiamente, ancora una bella donna, e non dimostra i suoi quaranta (e forse più) anni. Può immaginarsi di portarsi a letto una così, ma decisamente non con tutto quello che sa di lei. O magari, invece, è proprio quello che aggiunge fascino a...

Cristo. Nathan si massaggia la tempia con due dita, in un gesto che ormai sta diventando tanto abituale quanto inutile. Prende i flaconi dalla tasca del cappotto e si versa un assortimento di pastiglie sul palmo della mano, per poi cacciarsi tutto quanto in gola.

Ramona si lascia sfuggire una bassa risata.

“Vieni dentro, Nathan. Forse, posso darti qualcosa di più...interessante.”

Nathan segue Ramona senza nemmeno una piccola voce nella sua testa che cerchi di richiamarlo al buonsenso.

Ha una certa sensazione di déjà-vu, mentre entra nell'appartamento di Ramona, e si siede sul divano.

“Qual è il tuo veleno? Vodka, giusto?” chiede lei, e gli mette in mano un bicchiere e due pastiglie, mentre la sensazione si fa sempre più forte.

Nathan butta giù droghe e liquore, poi si abbandona contro lo schienale.

“L'altra volta ti sono piaciute,” dice Ramona, con una risatina, e si siede a cavalcioni su di lui. Nathan vorrebbe protestare, ma pare che le pastiglie di Ramona abbiano come effetto collaterale la totale paralisi. O magari è l'effetto primario?

“Non è l'unica cosa che ti è piaciuta,” continua lei, con voce bassa, e gli slaccia la cintura per poi calargli i pantaloni. Nathan cerca di aprire la bocca, ma senza successo.

Ramona scivola ai suoi piedi, in ginocchio sul pavimento, e dimostra che, contrariamente a lui, non ha nessun problema ad aprire la bocca ed usarla.

Nathan non può fare a meno di chiudere gli occhi e concentrarsi sulle sensazioni che Ramona gli sta dando. Quando sta per venire, però, la voce di un uomo glieli fa riaprire di scatto, facendogli passare qualunque eccitazione.

“Non così in fretta, Ramona.”

Ai suoi sensi obnubilati, la voce sembra familiare, ma Nathan non riesce a recuperare a chi appartenga, nel gran casino che è ormai il suo cervello.

È come se il suo cervello stesse covando.

L'uomo è fuori dal suo campo visivo, e Nathan non può muovere la testa per guardarlo.

“Chi cazzo sei?” riesce finalmente a biascicare.

“Secondo te?” chiede Ramona, con una risata, mentre si alza in piedi.

“Tu tenevi Baby Grace prigioniera. La tenevi prigioniera...dalla nascita,” sputa fuori Nathan.

“È vero,” dice Ramona. “Ho tenuto sua madre in vita fino al parto...Ci ho poi fatto certe borsette e lampade graziosissime, con lei. Baby Grace, invece, ho deciso di conservarla per un progetto...speciale.”

“Finché ha incontrato noi,” dice l'uomo, e ora Nathan può vederlo, il suo contorno che si staglia contro la luce, impedendogli ancora di distinguerne i lineamenti.

“Noi...? Noi chi? Tu sei il Minotauro. Tu...”

“Esatto, Nathan. Noi. Il Minotauro...e il Ciclope.”

“Cosa...?”

Ramona gli infila altre due pastiglie in gola e gli copre con una mano l'occhio buono; l'altro, con la sua pupilla perennemente dilatata, fa ancora più fatica a vedere qualcosa, con quella dannata luce puntata contro.

“...Il Ciclope. Il mostro con un solo occhio, Nathan. È ora di completare la tua trasformazione, Nathan. Fino a adesso, hai avuto un occhio e mezzo. Ma ora...”

Le droghe che Ramona gli ha cacciato in gola sono già entrate in circolo, e Nathan scopre che non può nemmeno gridare, mentre il Minotauro gli cava l'occhio paralizzato con un coltello.

Quando anche l'ultimo filamento di nervo viene reciso, tutto diventa buio; almeno, finché Ramona non toglie la mano dal suo viso, lasciando libero l'unico occhio che gli è rimasto.

“Faremo qualcosa di grandioso, con questo,” dice il Minotauro; e quando se lo trova davanti alla faccia, a mostrargli il suo ormai inutile bulbo oculare, Nathan può finalmente vederlo in volto e capire chi è.

   
 
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