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Autore: Red_Coat    08/01/2020    1 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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Resta sempre con me, prendi qualunque forma, fammi perdere il senno!
Solo, non lasciarmi in questo abisso dove non riesco a trovarti!
Oh, Dio! Non so come dirlo!
Non posso vivere senza la mia vita!
Non posso vivere senza la mia anima!
 
Cime Tempestose, Emily Bronte
 



Mi chiamo Victor Osaka, sono nato a Midgar, il 16 novembre di 29 anni fa da una famiglia come le altre che abitava in una vecchia casa del settore 8 di fronte al HQ della Shinra, ormai trasformatosi in un rudere abbandonato ... al centro di una città fantasma.
...
Sono un ex-first class.
Ho combattuto e vinto ogni tipo di scontro, ho vissuto attimi orribili e altri capaci di farmi provare l'estasi da combattimento più profonda e soave.
Ho fatto promesse ... che non ho mantenuto.
Addestrato reclute che poi sono morte, amato una donna che non meritavo e perso un figlio sotto le macerie di questo mondo. Un'altra figlia … volevo chiamarla Aicha, che significa Vita … l'ho persa senza nemmeno avere il tempo di conoscerla ...
...
Ho mandato all'inferno un numero incalcolato di persone, la maggior parte delle quali innocenti, e ho fatto ogni cosa Sephiroth mi chiedesse di fare.
...
Qualunque ... davvero, qualunque cosa, Sephiroth ...
...
L'ho fatto si, fino a desiderare di regalargli la morte del Pianeta, e non me ne vergogno.
Perché lui è il mio Generale, a cui ho giurato estrema fedeltà.
È il mio Maestro, l'unico che ha saputo dare risposta alle mie domande sul chi sono, sul perché sono nato così ... diverso dagli altri.
L'unico che ha saputo darmi un senso, un motivo per combattere.
Ma, prima di questo ...
È mio fratello.
L'unico.
Il solo a cui devo questa vita.
Sephiroth è il mio dio, la mia luce, il mio elisir, il mio tutto.
È il mio passato e il mio futuro, lo scopo ultimo della mia vita, il motivo per cui esisto.
E ora ...
Sephiroth ...
Lui è ...
Morto.
È morto. Per sempre.
Ed è colpa mia... solo colpa mia, perché … non sono stato abbastanza.
Abbastanza sveglio da capire che mi stavano ingannando, abbastanza forte da riuscire a spezzare le catene del Pianeta e correre da lui, in suo soccorso.
Mph ...
Lo so ... Sephiroth ... lui non ha ... non ha mai avuto bisogno di aiuto.
Lui è ...
Sigh ...
Era … quanto di più meraviglioso potesse esserci al mondo, la parte più affascinante della morte.
In tutta la sua carriera mai una volta, una sola volta, i suoi nemici lo hanno visto vacillare, cadere in ginocchio, arrendersi sconfitto.
Mai!
Non era mai finita per lui, fino a questo giorno.
Fino a ... Cloud Strife.
Un ragazzetto neanche in grado di reggere l'onere di una divisa da first.
Cloud ...
L'ha fatto di nuovo. L'ha ucciso, e stavolta ... per sempre.
E io ... io non ... non ho ... sigh ... non ho potuto fare altro che ... guardare; guardare, e urlare. Smarrito. Incredulo.
Perché non è ... non è possibile che ... tutto questo sia ... vero.
Non è ... non può ...
...
Non ...
Deve ...
...
Sephiroth.
...
Sigh ... Mph ... ma con chi mi ostino a parlare? Lui ... non può più ascoltarmi ormai.
 
"...me-mem..."
 
È solo nella mia testa adesso.
Solo ...
 
S.:" ... be a memory ... "
 
***
 
S.:"... la mia tristezza?  Di cosa devo essere triste?  Sono il prescelto.  Sono stato scelto per essere il capo di questo Pianeta. Ho l'ordine di riprendere questo pianeta da voi stolti, per ridarlo ai Cetra.
Di cosa dovrei essere triste?"
 
***
 
Non ho mai smesso di urlare.
Dal momento in cui l'ho visto cadere, non ho mai più smesso di cacciare fuori tutto il fiato che ho, come se servisse ancora a qualcosa.
È come se mi fossi cristallizzato in quel momento, come se non riuscissi a uscirne.
Continuo a sognarlo, e ogni volta il finale è sempre diverso. A volte è quello che conosco, e finisco per dare di matto.
Mi alzo in piedi, urlo rabbioso, do sfogo ai miei poteri.
Chi vuoi che mi senta, tanto?
Non è rimasto più nessuno, qui nel piano SOLDIER.
L'HQ della Shinra è un palazzo fantasma e io sono lo spettro che lo infesta. Non so perché mi sono risvegliato qui, ma non importa.
È un bene.
Del resto gli spettri tornano ai luoghi ai quali si sentono più legati, quelli nei quali sono stati meglio.
Io stavo bene, qui con (te) ... Sephiroth.
Ora invece mi sembra di impazzire. Ma forse l'ho già fatto, per questo sto urlando di nuovo senza un motivo valido, nel buio che mi circonda.
Mph ... ahahahahah!
...
Come se non avessi una buona ragione per farlo.
 
***
 
La lama di Zack cala su di me, vedo i suoi occhi fissi nei miei, mi si mozza il fiato e non riesco a muovermi.
Sento di non riuscire a farlo, anche se vorrei.
Piango, e le lacrime le sento appiccicate sulla pelle calda delle guance; qualcuna scivola lungo il collo, altre raggiungono le labbra.
Hanno il sapore del sangue, quello che subito dopo schizza a macchiare il nero che mi circonda.
Riaprì gli occhi di scatto, senza nemmeno rendermi conto di essere sveglio.
Ho la nausea, mi gira la testa, sono completamente dolorante.
Quando mi sono addormentato?
Ho trascorso l'ultimo svenimento sul freddo linoleum della sala di simulazione, dopo aver forse camminato a lungo.
Mi guardo intorno, mi sforzo di ricordare.
Zack ... quel … traditore ... lui ... non dovrebbe avermi ucciso?
Si? No?
Spero di essere morto.
Intanto tremo, come se mi scuotesse un terremoto. E piango ingurgitando le mie lacrime.
Non ho che qualche flashback dalla mia parte, ricordi frammentati che non so se appartengono all'ennesimo sogno oppure no. Non so … nemmeno a chi appartengono, se a me o a lui.
Perché ... non so ...
Quando mi sono svegliato?

L'ho fatto?
La testa mi scoppia, me la prendo tra le mani, cado in ginocchio in mezzo all'arena e urlo di nuovo, fino a non avere più voce.
Quando potrò tornare?
 
***
 
Sono ... stanco ...
Come un non morto mi trascino per i corridoi deserti del quartier generale, non so nemmeno più dove vado, né che ore sono.
Da dietro il vetro del salottino nel piano SOLDIER vedo il sole calare e sorgere, è il mio unico punto di riferimento con l'esterno.
Con ... il reale.
Reale …
Non lo so, se lo è davvero.
Da quando mi sono svegliato non so più cosa è vero e cosa no, non mi preoccupo nemmeno di saperlo.
Mi muovo per istinto, e basta.
Credo ... Credo che la fame e la sete stiano iniziando a dare i loro effetti.
Quando mi sono svegliato la gola ardeva, era secca, lo stomaco era chiuso, non sentivo alcun bisogno di nutrirmi.
Ho svuotato la borraccia che mi sono ritrovato ad avere, poi ho iniziato a vagare senza una meta, guidato dai ricordi.
Ora però, mentre osservo il me stesso più giovane combattere contro Sephiroth al di là del vetro della sala di addestramento, credo ... in un attimo di lucidità qualcosa mi dice che dovrei darmi una regolata, che non posso stare così.
Quanto tempo è passato?
Non lo so.
Non riesco ... non riesco a ricordarlo ... e non mi sforzo neanche di cercare.
Devo uscire. Cercare acqua e cibo, rimettermi in sesto. Lo so, devo farlo.
Il problema è ...
Che ...
Sigh ...
Declino il capo, mi prendo la testa tra le mani e ricomincio a singhiozzare, senza riuscire più a fermarmi.
Non ce la faccio.
Non ho abbastanza forza per farcela, e non c'è nessuno qui in grado di scuotermi. Non è ... Non è rimasto più nessuno, qui dentro.
Il Sephiroth che vedo, il 2nd class che sono stato ... Sono solo immagini, registrazioni proiettate all'interno della sala. Le ho trovate per caso, dopo aver tirato un pugno alla consolle dei comandi all’esterno, in un momento di rabbia. Nemmeno pensavo esistessero ancora. Ma da allora sono il mio unico conforto.
L'unica fonte di luce nel buio che mi circonda e in quello dei miei pensieri.
Mi guardo, guardo il me di allora e non riesco a fare a meno di pensare a quanto sono stato stupido, un idiota, esattamente come diceva il ragazzo del mio sogno.
A proposito ...
È sparito anche lui … credo abbia sprecato troppa energia per lo scontro finale.
Uno sforzo inutile ... visto che abbiamo perso.
Abbiamo perso.
Perso.
Perso.
Come ho fatto a far si che accadesse?
Come ho fatto a ...?
...
Oh, ero così ingenuo, quando ero ancora un 2nd!
Non avevo nessuno.
Non avevo Hikari, né Keiichi o Aicha; non avevo mia madre, mio padre o il dottor Fujita.
Solo Sephiroth. E Zack.
Ho voltato le spalle a entrambi, ma Sephiroth...
Lui non se lo meritava...
Avrei dovuto dirglielo. Avrei dovuto dirgli che mi fidavo prima che partisse per Nibelheim, e avrei dovuto rivelargli che sapevo cosa sarebbe successo, che lo sapevo dal principio.
Avrei dovuto uccidere Cloud, far sparire il corpo o farlo passare per un incidente, oppure avrei dovuto andare con loro a Nibelheim, non perderlo di vista neanche per un secondo.
Avrei dovuto lasciare il mio corpo e seguirlo nel lifestream, forse ... sarebbe stato meglio per me, se fosse successo.
Sephiroth ... Se solo glielo avessi detto, probabilmente lui sarebbe stato in grado di dirmi cosa fare.
Invece ... guardati, Vic.
Guarda quella maledetta simulazione!
Che ingenuo...
Che bambinetto impertinente e immaturo che sei stato!
Tutto questo ... è solo colpa tua.
Sephiroth non avrebbe dovuto fidarsi di te.
È stato uno sbaglio che gli è costato la vita …
 
***
 
Fame ...
Ho fame ...
Cazzo, da quando la fame sa essere così fastidiosa?!
Quando cazzo ha imparato la sete ad essere così insistente?!
Mph ... lo fossi stato io, a quest'ora non sarei qua.
Mph ...
Già ...
Ahahahaha! Ngh!

Perché cazzo stai ridendo, Vic? Non trovi nient'altro di meglio da fare?
Cado incespicando nei miei stessi passi, e sfondo il linoleum del corridoio a forza di pugni, fino a ritrovarmi pezzi di metallo in mano e le ossa doloranti. Guardo incredulo la mia opera, nella semi oscurità illuminata solo dalle luci di emergenza.
Oh, bene. Non ho la forza per camminare, ma sono riuscito comunque a sfondare il pavimento del piano SOLDIER.
Rido, senza nemmeno accorgermi di farlo.
Congratulazioni, Osaka. Non perdi il tuo smalto.
Ahahahah! Al diavolo, non è divertente!!
Ho fame, cazzo!! Ho una fame bestia, la gola secca, non riuscirei nemmeno a ricordare dove cazzo io sia se non fosse per il numero 49 che campeggia scritto in rosso ovunque!
Odio il rosso!
LO DETESTO, CAPITO??
Un pugno di fuoco sfonda la porta del reparto materie, ormai inservibile.
Mi fermo a contemplarla come se fosse la più bella opera d'arte del mondo. Sono ... stato io?
Guardo la mia mano destra che non smette di tremare, e nel darmi la risposta riprendo a ridere come quel pazzo di Hojo, ritornando a trascinarmi dietro il peso del mio corpo, e a piangere senza volerlo, e a ridere e poi ancor a dar sfogo alla mia rabbia fino a ritrovarmi a pezzi, seduto contro la parete della sala rifornimenti.
In tutto il piano non c'è l'ombra di una barretta proteica, o di una di quelle schifose bottigliette d'acqua avvelenata di Mako. Potrei andare a cercarmele, ma ... non so dove.
E a dirla tutta il panorama fuori non è molto incoraggiante.
Ritorno a ridere, ma stavolta lo faccio consapevolmente.
Prima di andarsene Sephiroth ha fatto un ultimo regalo a questo suo fratellino incapace: Ha ucciso la Shinra, trascinandosela dietro.
Rido, godendomela.
Ah!
Ah, cagnacci rognosi!!!
Dove siete adesso, ah?!?
 
«Dove sei, Mr. President?? AH!!» urlò, sfidando il silenzio «Non ti sento!! Dov'è il tuo potere adesso?? Dove sono i tuoi maledetti TURKS, QUANDO SERVONO, AH?!?!?»
 
Poi mi accascio di nuovo sul metallo della parete, mi prendo il volto tra le mani e ricomincio a frignare, patetico.
 
«Dove cazzo vuoi che siano, Vic?» mi dico, con una smorfia sulle labbra che non so come classificare «E smettila di parlare da solo, brutto idiota. Non c'è un cazzo di nessuno, chi vuoi che ci senta?»
 
Oh ...
Oh, bene ...
Ho raggiunto un nuovo livello di follia, ora tra me e me intrattengo anche interessantissime conversazioni, mandandomi pure a fanculo quando serve. Cioè sempre.
Fanculo Victor!
 
***
 
Biiip.
 
Riapro gli occhi, faticando a mettere a fuoco, risvegliato da quello strano rumore.
Mi sembra famigliare, ma davvero non riesco decifrarlo, avvolto in uno strano torpore che mi suona anche un po’ ostile, fin troppo ingombrante.
Sto perdendo ... sto perdendo anche la … lucidità mentale necessaria a pensare.
Quanto ... quanto tempo ... da quanto tempo sono sveglio?
Faccio per guardare il mio orologio da polso ma non ci riesco.
Non sta ... il mondo non sta fermo.
Mi gira la testa, non vedo niente!
E ho sete, e fame.
Una fame ... che morde la bocca dello stomaco fino a farmi male!
Cazzo, adesso capisco i cannibali. Quando non si ha altro a cui appigliarsi anche i propri simili diventano interessanti, sotto quel profilo.
Peccato che io sia solo, qui dentro.
Completamente solo …
Vorrei ricominciare a ridere, ma non ce la faccio più nemmeno a fare quello.
Sei proprio arrivato alla frutta, Osaka.
Sempre il solito sfigato ...
La mia solita ... maledetta sfiga.
Tch!
 
***
 
Biiiip!
 
Uh?
Che ...?
Cosa...?
Ah, già. Quel bip. Cosa è ...? Cos'è stato?
Devo ... Devo essermi addormentato di nuovo…
Mi guardo in giro, riconosco appena i contorni della sala rifornimenti e una luce verdastra un po’ più intensa del solito, che sembra provenire dalla mia destra.
Ma non riesco a darmi una regolata e riconoscerne la fonte, fino a che alla mia mente, come un improvviso sprazzo di lucidità, si affaccia un ricordo.
Sembra scomposto con tutto il resto, ma è intenso, e solo dopo capisco.
Ma certo: capsule! Sono capsule!
Ogni soldato ne aveva una, anche io. Sephiroth mi ha spedito le materie e la katana attraverso di essa, ed è ...
Oh, cazzo!! È lei!! È proprio la mia capsula!!
Non so come sia possibile, ma si è aperta!!
E dentro c'è esattamente quello che speravo! Cibo (o meglio barrette, ma meglio di niente) e acqua.
Oh! Acqua!!
Acqua!!
Cioè, bleah! Fa schifo, ma è buonissima!!
Fresca!! Dissetante!!
Mi scolo quella maledetta bottiglia con la paura di vedermela scomparire da un momento all'altro, lo stesso faccio con le barrette, ma per fortuna non sono miraggi.
No!
Oh, no che non lo sono! Sia ringraziato il cielo!!
Grazie, chiunque sia stato a lasciare quella roba lì dentro. Ah, chiunque l'abbia avuta dopo di me non doveva tenere molto alle sue scorte, ma dovrei augurargli ogni bene visto che mi ha letteralmente salvato la vita!!
 
***
Silenzio.

Shhh …
Siiilenzzzio …

Shhhhh!
Se c'è una cosa che non sopporto, ora come ora, è il silenzio! Questo stramaledettissimo, assordante silenzio! E Il buio…
Sembra non ci sia altro che questo, qui dentro.
Buio e Silenzio.

È ... La metafora della mia vita di adesso.
Sigh ...
Io ... senza Sephiroth non sono altro che questo.
...
Buio …
E Silenzio …

Sigh!
Se solo trovassi la mia arma, la farei finita seduta stante.
 
***
 
Mi gira la testa ...
Che ci faccio qui?
La mia testa ... Ah! È così ... confusa.
Sto camminando, ma non riesco più a ricordare dove volevo andare.
Probabilmente ...
Basta. Devo fermarmi a riprendere fiato o vomiterò di nuovo.
L'ultima volta non è stato per niente piacevole, forse non avrei dovuto ingozzarmi in quel modo con le ultime barrette rimaste, ma ...
Blah, ho ancora quel saporaccio amaro in bocca. Non mi succedeva dall’ultima sbronza, quindi … si, prima di Keiichi. Quanto tempo è passato, da allora?

Bleah, che schifo! Bile mista a proteine liofilizzate, ha il sapore del fiele e odore di uova marce e non so che altro. Ora vomito … d-davvero … d-di n-nuovo …
Ugh! Se solo riuscissi a trovare un altro po’ di ...
 
***
 
Acqua!!
Ahahahah! Acqua!! E cibo!!!
Che stupido!!
Come ho fatto a non pensarci prima, di venire qua?!
Nei dormitori i soldati "in trasferta" trovano tutto quello di cui hanno bisogno. Vitto, alloggio, cibo e la benedetta acqua!!
La cucina è ancora ben fornita, gli ho dato l'assalto mangiando il mangiabile e mettendo da parte qualcos'altro per dopo, mi sono scolato non so quante bottiglie d'acqua ma la sete non passa, continuo a bere anche ora che sono sotto la doccia.
Ah, acqua! Buona, buonissima acqua!!
Ah! Non è mai stato così bello come ora farsi una bella, lunga doccia!
L'acqua e fredda ma non m'importa, a questo punto può solo servire a svegliarmi dal torpore in cui la mia mente è rimasta sprofondata per troppo tempo.
Credo che la mancanza di nutrimento abbia giocato a mio svantaggio, non riuscivo a ragionare lucidamente prima.
Ora invece ... ora invece si.
Anche troppo.
...
Come ho potuto pensare che andasse tutto bene?
Come ho potuto ...?
Permettere una sconfitta così ...
Permettere ... che il mio Generale ...
 
"Missione Fallita, SOLDIER Osaka. Inciderà sul tuo curriculum."
 
...
...
Già ...
...
Come ...?
...
Tch! Quando ho iniziato a fare così schifo?
Sigh ...
Già, quando?
Fortuna che ci pensa l'acqua a spegnere le lacrime acide che mi sfuggono dagli occhi, altrimenti il mio viso sarebbe già in fiamme.
 
***
 
Divise non assegnate. Ce n'è un intero scompartimento.
Dovrei cambiare la mia?
A ben pensarci, questa che ho addosso mi ha accompagnato per parecchio tempo, ma è quasi inservibile adesso. Se non è rotta è solo per un miracolo.
Miracolo ... Già.
Ne prendo una nuova e la ficco dentro ad un borsone col marchio Shinra assieme ad un paio di spallacci, guanti e anfibi. Non la userò, ma non si sa mai.
Poi mi guardo intorno.

E adesso?
Il corridoio di fronte a me è lungo e buio, l'unica cosa che lo rischiara sono le luci di emergenza poste accanto alla porta di ogni stanza.
Mi si chiudono gli occhi, le gambe non reggono.
La testa torna a girare e far male.
Forse ... forse dovrei ...
Lascio cadere il borsone, non riesco a reggerne il peso.
 
«Cretino.» mormoro, con un mezzo sogghigno amaro.
 
"Dove vuoi andare, ah? Non sei più in battaglia."
 
«La guerra è finita e tu hai perso.»
 
Dormire.
Voglio ... Solo ...
Barcollo aggrappandomi alla parete liscia e fredda, verso la prima stanza, ma per quanto io insista a premere il bottone di apertura, l'uscio continua a rimanere chiuso.
Perché??
Continuò a insistere fino quasi a sfondarlo, poi mi snervo e passo oltre. Anche le altre due successive sono sigillate, la quarta la salto, non so perché. Non mi ispira.
La quinta ... È aperta.
Mi fermo ad osservare sulla soglia.
Sul letto ben fatto c'è una spada che luccica, un pugnale, e una pistola.
Sono ...
Sono ...
Le mie.
Come ... Come fanno ad essere qui?!
 
«Era ora che ci arrivassi.»
 
Mi paralizzò, trattenendo il fiato e voltandomi.
Sephiroth.
Un brivido gelido percorre la mia spina dorsale, ghiacciato come la doccia di poco fa.
Quella però era reale.
La sagoma che vedo adesso invece è solo frutto della mia mente. Deve esserlo!
Devo … i-io devo … devo essere ancora troppo ... s-sconvolto.
Cado in ginocchio e mormoro il suo nome, mentre nella penombra che avvolge i suoi lineamenti lui mi guarda. Immobile, in silenzio.
Lo sento che mi sta guardando. Come quella volta ... durante lo scontro finale.
È solo un'ombra indistinta, quella che mi sta di fronte. Ma io lo so che mi sta accusando, per nulla soddisfatto adesso.
Come potrebbe, dopo che ...
 
«... scusami!» lo supplico, a mani giunte, la fronte a terra «Perdonami, Sephiroth! Ti ... t-ti ho lasciato morire ... i-io non sono stato degno di essere tuo fratello! Non sono degno di essere tuo!» singhiozzo come un moccioso senza riuscire a fermarmi, prendendomi il viso tra le mani e battendomi il petto, sprofondando cercando di nascondermi da quella sensazione.
 
Colpevole. Mi sento così …
Reo, inutile … vuoto…
Poi all'improvviso la mia mente si accende: mi alzo di nuovo in piedi, guardo la sua ombra ma ... è già sparita.
Non ... forse non c'è mai neanche stata.
...
Non ha importanza! Non ha alcuna importanza, adesso so cosa devo fare.
Mi fiondo sulla spada, la sfodero e chiudo gli occhi, che si riempiono di nuovo lacrime inutili.
 
S.:"It's over..."
 
La impugno con entrambi le mani e la punto verso di me.
Ricomincio a piangere tremando, e non mi concedo nemmeno un freno. Non importa, non m'importa morire piangendo! È ciò che deve fare uno come me! Inutile! Essere inutile! SONO UN ESSERE INUTILE, MERITO LA MORTE, ECCO COSA FARO! MORIRO’!!!
Lo ... lo devo fare!!
E allora mi preparo, e aspetto ... di trovare … il coraggio per farlo.
Ma ... sembra ...
Che non mi riesca nemmeno questo.
 
S.:"overconfidence will destroy you..."
 
Sigh… Idiota!!
All'improvviso torna a farmi male la testa, ricordi del passato tornano a farsi strada a furia di sferzate e colpi bassi, i miei si confondono ai suoi.
È come se d'un tratto qualcun'altro prendesse a muovere i fili di questo patetico burattino.
La mia mano è lì che stringe convulsamente l'elsa. La vedo aprirsi di colpo e lasciarla andare, e mi vedo. Mi vedo mentre urlo di dolore, incapace perfino di scagliare un qualsiasi incantesimo.
Non ho forza.
Quello che riesco a fare però e affondare le mani nei capelli e tirare, tirare quasi fino a farmi male.
La ciocca bianca.
La vedo.
E vedo tutto il resto, ma mi sembra di non riconoscermi.
Inutile! Penoso! Irrecuperabile!!
Questo ...
Questo patetico omuncolo ... sono io?
Cado in ginocchio, ricomincio a piangere invocando un perdono che non avrò, e davanti ai miei occhi passano tutti i peggiori momenti della mia vita. Nessuno è paragonabile a questo.
Nessuno, perché...
Mph...
No ...
Nient'affatto, quel miserabile … non posso essere io.
 
***
 
Rannicchiato in un angolo della stanza buia, la schiena contro il muro, le braccia attorno alle gambe e le ginocchia al petto.
Trema come quello di un bambino questo vecchio corpo indolenzito.
Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho smesso di piangere? Non lo so… forse appena una manciata di minuti; il mio orologio da polso ha smesso di funzionare. Credo non ticchettasse più dal mio risveglio, ma non è questo ...
Non è importante...
Nulla lo è più.
...
Scuoto il capo, per scacciare la nebbia.
Nebbia ...
Tanta nebbia.
... Ah! ... ora ricordo!
Devo essermi addormentato, ma è già da parecchio che sono qui.
E il mio orologio da polso è sparito, ha lasciato il posto a un taglio netto ancora grondante.
Rido, sbattendo la testa contro il muro fino a sentire la nuca dolere.
Il pugnale, si ...
Il pugnale che mi ha regalato Hikari.
Visto che non riuscivo a suicidarmi mi sono tagliato, e per un attimo il dolore mi ha aiutato a sentire di meno il male al cuore.
Poi ...
La manica del mio soprabito è ancora bagnata. Deve aver fermato l'emorragia, la maledetta.
Vorrei strapparla ma, mph, è l'unico che ho, questo soprabito sgualcito. E sto ancora tremando.
Fa freddo qui dentro. Un freddo secco, persistente, pernicioso.
Un gelo che ti entra dentro, nell’anima, e la soffoca, la spegne, ti prende per la gola …
Senza questo addosso lo sentirei ancor di più, e non riuscirei più a star fermo.
 
«Idiota...» mormoro, ripiegando la testa sul duro alluminio che ricopre la parete alle mie spalle.
 
E mentre chiudo gli occhi ad un altro carico di stanchezza che m’avvince, mi domando se non avrei fatto meglio a tagliare anche l'altro polso. Forse sarei riuscito a farcela, se lo avessi fatto.
O magari ... È proprio questo il punto?
 
***
 
Il trillo di un telefono, il mio.
Giunge a svegliarmi ma sono talmente intontito da non riuscire a rendermene conto, e quando finalmente apro gli occhi e realizzo è troppo tardi, ha già smesso.
Sospiro, e torno a dormire.
L’odore del mio sangue riverso sul pavimento e rappreso sui miei vestiti è così forte da legarsi attorno alla mia gola come un cappio. Non respiro!
 
***
 
Stavolta sono due.
Due chiamate, ben distinte l'una dall'altra.
Non so quanto tempo passi tra ognuna di esse, ma entrambi sono lunghe, come per darmi tutto il tempo di rispondere.
La prima la sento, ma non è sufficiente a svegliarmi.
Mi sono ...
Mi sono fatto male di nuovo.
Non so come ho fatto in realtà, non è stato voluto. Devo essermi mosso mentre dormivo, forse quando ha iniziato a mancarmi il fiato. La manica che era rimasta incollata si è staccata, la ferita si è riaperta e ho ripreso a sanguinare.
Quando riesco a riaprire gli occhi ho il braccio totalmente insanguinato, mi gira le testa e ...  ho freddo.
Tanto freddo.
Ancora più di prima, talmente tanto che non mi sento più la mano.
Ho ... paura? Io ... Io ho...
Eheheeheh ... Ahahahahah! Ugh!
Io ...
Elisir. Ho bisogno di un Elisir!
Devo... Devo averne un paio nella bisaccia, se solo riuscissi ad arrivarci.
Mi alzò, aggrappandomi a qualunque cosa possa aiutarmi a rimettermi in piedi. Per fortuna almeno la ferita si è chiusa da parecchio.
Ma quanto cazzo ho dormito??
Cado, incespico nei miei stessi passi, ruzzolo come il peggiore degli sbronzi ma alla fine, anche cadendo di faccia e picchiando lo stomaco sul ferro duro dell'intelaiatura della brandina, riesco a raggiungerlo.
Ahia! Che botta, cazzo!!
Ho picchiato così forte lo stomaco che per poco non m'è uscito fuori dalla gola! Un altro conato dal retrogusto di bile: sto per vomitare, dannazione!!
Altro che Elisir, qua ci vorrebbe una coda di fenice! Sarebbe troppo bello averne una …
Mi tiro su, mi metto a sedere trattenendo i conati sempre più frequenti e svuoto la bisaccia sul materasso.
Non ho tempo di frugare, devo mandar giù qualcosa prima di svenire.
Come volevasi dimostrare, non ho altro che elisir e pozioni, ma per fortuna me ne basta una fiala dei primi per riprendermi.
Esito un attimo, prima di berlo.
Rimango lì a fissare il liquido bluetto semitrasparente, e all'improvviso ritorno a farmi sempre la solita domanda: Non potrei semplicemente lasciarmi morire?
No ...
No, che non posso. Non ce la faccio.
È come se ... come se ... non riesco a spiegarlo. Come se non … non c-ci riuscissi! Come se ... non dovessi.
Lo so, forse sembra stupido, ma ... riesco a pensare solo questo, vedo di accontentarmi.
Ho trovato un po’ di gel medico nello scomparto dei medicinali di emergenza: gel, disinfettante, garza.
Ora dovrei avere abbastanza forza per riuscire a raggiungere l'armadietto e medicarmi da solo. Forse dovrei mettere anche qualche punto?
No, meglio di no.
Non sarei in grado adesso, e poi la ferita non è tanto profonda... credo.
 
***
 
Ah!!
Aaaah! AAAAAH! Cazzo!! Cazzo, cazzo, cazzo!! Merda! Pessima idea!! Davvero, davvero pessima idea il voler mettere i punti a tutti i costi, senza nemmeno tentare un'anestesia locale o parziale!!
Aaaah!! Cazzo, che dolore!!
 
***
 
Dolore ...
Talmente tanto che sono svenuto, cretino che non sono altro...
Almeno però ho ancora una buona mano. I punti hanno retto, per fortuna, ma resterà la cicatrice.
La ferita era profonda.
...
Fanculo! Che cazzo mi è saltato in mente?
 
***
 
Il telefono suonò di nuovo due giorni dopo.
Intanto, Victor Osaka trascorse le ore seduto sul letto a pensare.
Pensare, pensare, pensare ...
Immerso nel buio, nel silenzio che amplificava i suoi sensi di colpa, gli incubi e le allucinazioni, e in un torpore che di rado si attenuava, lasciandolo in preda alla disperazione più profonda.
Non rispose nemmeno allora, anzi lo lasciò squillare, ma subito dopo quella chiamata ce ne fu un’altra e poi un'altra ancora, fino a che infastidito non fu costretto ad estrarlo dalla tasca e guardare chi fosse il mittente: Casa.
Mamma!
E inorridì, prendendo all'ultimo la chiamata senza neanche avere il coraggio di parlare.
 
\\\
 
Il breve bip che annunciava che la chiamata era iniziata le giunse chiaro attraverso il silenzio oltre la cornetta.
Erriet, seduta sulla poltrona che era stata di suo padre prima e di suo figlio e suo marito poi, si ridestò, rianimandosi speranzosa.
Erano passati quasi quattro mesi dalla fine del mondo. Lo aveva aspettato, ma invano.
Alla fine, tormentata da incubi e da un'ansia stranamente angosciante, aveva deciso di prendere in mano il telefono, e quando alla prima chiamata lo aveva sentito squillare aveva sperato.
Ma era caduta nel vuoto, così come le successive, fino a questa.
Questa era diversa. Qualcuno aveva risposto, anche se non sentiva alcun rumore, nemmeno il respiro, dietro la cornetta.
 
«Mh? Victor? ...» mormorò, una mano sul cuore «Victor, mi senti?»
 
La sua voce non era più salda come un tempo. Da qualche giorno si sentiva stanca, come gravata da un peso costante che le toglieva tutte le energie. Era stato anche questo a spingerla a cercarlo.
Aveva pensato: "Voglio vederlo prima di morire."
Si fece attenta, le sembrò ... di sentire un singhiozzo strozzato.
Sorrise.
C'era ... la stava ascoltando. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Parlò.
 
\\\
 
«Tesoro, come stai? Dove sei?»
 
Nel buio, la voce di sua madre rimbombò sulle pareti di acciaio rompendo il silenzio, sciogliendolo e riscaldandolo con la sua tenerezza.
La tenerezza di sempre.
Ma ... la sua voce ... se ne accorse subito, la sentì lontana e flebile, nonostante il volume del vivavoce fosse al massimo.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime, senza che potesse controllarlo un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra.
Se le coprì con la mano ferita, soffocando il dolore.
"Mamma!"
La sentì sorridere.
"Mami ... Come ho fatto a dimenticarmi di lei?"
E avvicinò l'apparecchio all'orecchio per sentirla meglio.
 
«Tesoro, dove sei? Ormai ... è passato un po' da quando sei partito, non ho voluto chiamarti per evitare di disturbarti ma ... Victor ...»
 
La sentì annaspare e poi tossire, si preoccupò. Quando riprese a parlare sembrava affannata.
 
«Qui a Midgar non è rimasto più nessuno, sono tutti fuggiti o morti a causa della meteora o del geostigma. Io ...» sorrise di nuovo «Ho voluto aspettarti. Grazie a ... Yukio, sono riuscita a farcela ma ... non sono eterna, lo sai?»
 
Seguì un lungo attimo di silenzio. Erriet tacque, aspettando che fosse lui a parlare.
Ma lui riuscì solo a piangere in silenzio, all'improvviso rendendosi conto della realtà.
Quanto tempo era passato dalla caduta di Meteor? Midgar ... Era una città fantasma, adesso?
Quanto tempo era rimasto ... lì?
Le aveva chiesto ... lui ... da buon egoista quale era sempre stato le aveva chiesto di aspettarlo, di non morire prima del suo ritorno.
Come se ... come se potesse deciderlo!
Come se una donna vedova e anziana potesse ribellarsi alla legge del Pianeta che l'aveva creata!
Singhiozzò di nuovo, sentendosi un verme.
Si era sempre comportato così, lui. Da egoista. Anche con Sephiroth, per questo era morto.
Lui aveva voluto fidarsi di Aerith, aveva dimostrato di sopravvalutare le proprie capacità, lei lo aveva ingannato, e alla fine Sephiroth era morto a un passo dalla vittoria.
Per colpa sua.
Solo ... soltanto colpa del signorino Victor Osaka.
E adesso sua madre ... l'aveva lasciata sola quando aveva più bisogno di lui, lei si era fatta da parte, perché ... mph, il cuore di una madre è sempre più grande e generoso di quello dei suoi figli.
Lei era stata anche troppo generosa con quel suo figlio degenere.
La sentì sospirare.
 
«Non vuoi proprio parlare, eh?» sorrise, e gli ricordò quando lui era piccolo e testardo.
 
Si arrabbiava per una sgridata di papà Yoshi, si chiudeva a riccio con tutti fino a che Erriet non riusciva a scioglierlo con qualche carezza, un bacio della buona notte e quella domanda, un'intonazione più tenera nella voce.
 
«Va bene, allora ... l'importante è aver saputo che sei vivo.» concluse, una nota drammatica nella voce «Ma ... tesoro ...» sospirò, intristendosi «Mi piacerebbe davvero tanto vederti ancora, prima di ...»
 
Sorrise.
Rimase ancora qualche altro secondo in attesa, poi chiuse la chiamata con un flebile
 
«Ti voglio bene, tesoro mio ... Ciao ...»
 
Lasciandolo nuovamente solo, coi suoi incubi e la sua coscienza martoriata.
Rimase a piangere per parecchio tempo, fino a non avere più la forza nemmeno di alzarsi.
Si addormentò, ma si risvegliò all'improvviso con un unico pensiero in testa.
"Mamma è viva!! Lei è ancora viva, puoi ancora ... puoi stare con lei, adesso!!"
Non era del tutto solo, non ancora.
Certo, sembrava non stare bene. Ma se fosse tornato, se gli fosse stato di nuovo vicino, avrebbe potuto restituirle speranza e voglia di vivere. Ce l'avrebbe fatta, era una donna forte.
Doveva solo tornare da lei, e smetterla di piangersi addosso.
   
 
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