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Autore: hilaros    08/01/2020    4 recensioni
{TROS SPOILER}
Storia ambientata dopo la fine de L’ascesa di Skywalker.
La Resistenza ha vinto contro il Primo Ordine, e l’imperatore Palpatine è stato sconfitto.
Mentre Ben viene nuovamente schiacciato dalle sue scelte e dai suoi pensieri, la giovane Rey continua il suo percorso da Jedi.
Ma una nuova minaccia sta covando dietro l’angolo.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Nuovo personaggio, Poe Dameron, Rey
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice: PENSAVATE DI ESSERVI LIBERATI DI ME, E INVECE NO, RIECCOMI QUA!
Sembravo scomparsa, scusatemi, ma ormai le vacanze sono finite ed anche per me è arrivato il momento di tornare allo studio, purtroppo.
Voi come avete affrontato il rientro a scuola/lavoro? Spero che non sia stato tragico come il mio ^^"
Oggi non ciancerò troppo... vi lascio al capitolo! Buona lettura!!

~~~~

 

«Quindi, fatemi capire.» sentenziò Poe, dopo aver ascoltato il piano dei due ragazzi che li erano venuti a trovare, tuttavia dubitando fortemente di loro e della loro presenza alla base «Noi andiamo alla Base Starkiller e facciamo esattamente la stessa cosa che abbiamo fatto con quella vecchia.»    

«Beh, effettivamente...» fu il commento di Maz, che aveva assistito alle azioni della Resistenza fin dall’inizio della guerra contro il Primo Ordine «L’ultima volta ci erano andati Han, Rey e Finn, giusto?»    

Chewbecca lanciò un lamento di dissenso, nell’udire quelle parole.    

«Lo so, Chewbe...» la donna gli mise una mano sulla spalla «Han manca a tutti...»    

«E ho sentito dire che ha funzionato, giusto?» si intromise Yatae «Io sono abbastanza sicura che questo piano possa ancora funzionare. Vi prego di fidarvi di noi.»    

Poe si mise a riflettere: certo che avrebbe funzionato, d’altronde era piuttosto sicuro che quella Base Starkiller funzionasse esattamente come la vecchia, nonostante fosse decisamente più grossa e sicuramente molto più attrezzata ed avanzata. Avrebbero dovuto lavorarci un po’ di più, ma con un po’ d’impegno sarebbero sicuramente riusciti a farla saltare in aria: d’altronde, l’ultima volta ci erano riusciti benissimo, nonostante la tragica perdita di Han che aveva scosso moltissimo tutti... soprattutto Leia.    

«Pensandoci, non avremmo neanche bisogno di Rey, in questo caso.» commentò il generale «E se saremo bravi ad entrare e uscire in silenzio, non ci sarà neanche bisogno di combattere.»    

Finn gli mise una mano sulla spalla, stringendogliela in segno di fiducia «Qualsiasi cosa decideremo di fare, amico... io sono con te.»    

Aveva una gran voglia di rivedere Rey, Finn; aveva una gran voglia di confessarle i propri sentimenti una volta per tutte... ma, al momento, doveva dare precedenza alla Resistenza e a quella nuova, grande minaccia.    

«Okay, facciamolo.» sentenziò Poe «Voi due siete sicuri di poterci guidare?»    

«Certo che sì.» fu la risposta di Yadan «Fidatevi di noi.»    

    

~    

    

Usare sia il lato chiaro che quello oscuro della forza. Sarebbe stato davvero possibile?    

Nessuno gli aveva mai parlato di qualcuno che era stato in grado di farlo, ma quando era diventato allievo di Luke, aveva letto in diversi testi Jedi che esisteva una spada adatta a chi era in grado di utilizzare entrambi i lati della forza: era una spada laser come tutte le altre, ma il suo colore era insolitamente violaceo*. Forse, in futuro, se fosse riuscito nel suo intento, sarebbe stata la sua spada. Forse, in futuro, Ben Solo sarebbe stato completo.    

Nel frattempo, però, si stava allenando con la spada di sua madre... una spada blu, quella che usavano i padawan e i bravi spadaccini; nell’usarla, Ben sentiva una strana sensazione: era come se quella fosse la sua spada da sempre, era come se ad usarla, in quel momento, fosse Leia e non lui. E mentre combatteva con Rey, in netto vantaggio, si ritrovò a pensare ad una grossa possibilità sulla quale non aveva ancora riflettuto, da quando si era risvegliato sul pianeta dei Sith, scoprendo di essere miracolosamente ancora in vita.    

Rey era veloce, e sicuramente anche forte, ma i suoi colpi erano decisamente troppo deboli per contrastare quelli del ragazzo, chiaramente più potenti e piazzati; combattendo contro di lei, gli sembrò improvvisamente di essere tornato indietro nel tempo, al loro primo duello nella foresta... il loro primo incontro.    

Ricordava di essere rimasto colpito fin da subito, Ben, da quella ragazza così inesperta nella forza ma allo stesso tempo così promettente; ricordava di essere rimasto affascinato da come quella creatura meravigliosa si destreggiasse con tanto coraggio nella battaglia, nonostante le sue insicurezze e paure. Perché Rey, prima di scoprire le vie della forza, era esattamente come lui: insicura... un’anima vagante alla ricerca del suo posto nel mondo, qualcuno che aveva un viscerale bisogno di una guida, di qualcuno che le mostrasse la via.    

Ma Rey, la via l’aveva trovata da sola... mentre a Ben sarebbe servito un po’ più di tempo. Ancora un po’ più di tempo.    

Approfittando di un momento di distrazione da parte di lei, l’atterrò, posizionandosi esattamente sopra il suo corpo e fendendo la spada in sua direzione, ma venendo bloccato dalla sua arma: aveva riflessi ben sviluppati, la ragazza, questo doveva ammetterlo.    

«Non hai intenzione di arrenderti?» le intimò, rivolgendole un mezzo sorriso.    

Lei sorrise, spegnendo definitivamente la spada laser, credendo ciecamente nel fatto che lui non l’avrebbe colpita.     

E fu esattamente ciò che fece: spense la spada anche lui, appoggiandola al terreno, per poi abbassarsi sulla sua spalla, inspirando quello che, per lui, era il profumo più buono del mondo: il profumo di Rey, della donna che amava.     

Perché Ben ne era tremendamente innamorato... questo l’aveva capito da tempo, ma aveva sempre avuto paura di dirglielo a parole; forse non faceva parte del suo carattere, forse aveva semplicemente timore che per lei non fosse lo stesso. Anche se sapeva che non fosse affatto così, sapeva che lei provava esattamente le stesse cose... l’aveva capito fin da subito, fin dal primo momento in cui certi pensieri avevano iniziato a manifestarsi.    

    

«Come sei serio...» mormorò la ragazza, passando una mano tra i suoi folti capelli color ebano «Che ti succede?»    

«Niente.» rispose «Sono solo rilassato.»    

    

Delicatamente, lei poggiò le proprie labbra sul suo collo, lasciandogli una serie di umidi e dolci baci, mentre il ragazzo si limitava ad accarezzarle una gamba, che stava pian piano salendo lungo il suo corpo, posizionandosi esattamente sulla schiena, come se avesse l’intento di non lasciarlo andare.    

Passare da un combattimento ad una situazione come quella non era nuovo a nessuno dei due: c’era sempre stata chimica, una sorta di attrazione di qualche tipo che li aveva sempre spinti ad avvicinarsi in quel modo l’uno all’altro... ma fino a poco tempo prima, era rimasta soltanto una cosa completamente psicologica, mentre ora stava diventando qualcosa di sempre più reale, più vero, e nessuno dei due sapeva ancora come comportarsi di fronte alla situazione che stavano vivendo.    

Ma stavano bene, si sentivano bene... questo era certo.    

Lentamente, lui girò la testa per poterla guardare negli occhi e, ancora come se fosse la prima volta, la baciò intensamente, mentre con la mano risaliva il suo corpo e sfilava quasi con urgenza i suoi vestiti, poggiandoli malamente sull’erba, esattamente dove pochi secondi prima aveva poggiato la sua spada.     

«Ben... Ben.» lo interruppe la ragazza «Siamo sul prato...»    

«E?»    

«E...» le venne da ridere «E niente, continua.»    

Con una fretta quasi innaturale da parte sua, Ben si tolse la giacca di pelle, passando poi alla maglia, rimanendo totalmente a petto nudo e Rey, approfittando del fatto che si trovasse esattamente sotto si lui, si alzò a sedere, prendendo a lasciare leggeri baci lungo tutto il suo torace, soffermandosi sull’ombelico, sopra il quale lasciò un evidente, rossissimo succhiotto; per poi scendere sempre più giù, arrivando ai pantaloni fin troppo stretti che fasciavano le sue gambe e la sua vita. Rey li slacciò, senza neanche pensarci troppo.    

Poi, guidata solo ed unicamente dal proprio istinto, si concentrò su ciò che aveva davanti, passandoci sopra la lingua per più di una volta, per poi inebriarlo del calore della sua bocca, succhiando e leccando... lentamente, senza fretta, con una sensualità che nemmeno lei sapeva di avere.    

Lui ansimò. A quel punto, il passo fu breve.    

La prese per i fianchi e, di peso, la fece rotolare sull’erba, sbattendola al suolo con forza e ritrovandosi nuovamente sopra di lei.    

Passando un dito lungo tutta la lunghezza del suo torace, alla fine le strappò via i pantaloni, lanciandoli via e permettendole di aprire le gambe, attorcigliandole intorno alla sua vita; si abbassò di nuovo su di lei, concentrandosi sui suoi capezzoli, che morse e succhiò fino a sentirli duri, mentre la ragazza cercava a stento di trattenere qualche ansito di troppo, che però fu fin troppo udibile. Dopo averle bloccato i polsi con entrambe le mani, il ragazzo entrò senza porsi altri problemi, affondando completamente in lei, udendola gemere sommessamente, mentre gli permetteva di tornare sulle sue labbra, lasciando che la lingua di lui trovasse il proprio spazio nella sua bocca.     

Quel momento... quel momento era completamente diverso da quello passato la notte scorsa. Era molto più intenso, molto più istintivo, era come se stessero gareggiando, come se si stessero facendo del male; ma nessuno dei due stava provando dolore, neanche i polsi di lei che erano ancora stretti nelle mani di lui, quasi con le unghie conficcate nella pelle.    

No, non era dolore, le piaceva.    

Era sesso. Era amore. Era competizione. Era una combinazione perfetta tra tutt’e tre le cose. Come per sottolineare il fatto che fossero in competizione, alla fine la ragazza decise di fare forza sui propri polsi, liberandosi e spingendo lui, fino ad invertire le posizioni; si guardarono per un attimo... uno sguardo carico di sfida e di ammirazione, di desiderio e di amore.    

Fregandosene completamente di trattenere il proprio desiderio, la ragazza prese a muoversi su di lui in modo frenetico, mantenendo saldamente il controllo della situazione; le mani di lui, nel frattempo, si posarono sui suoi fianchi, con una presa decisa, con tutta l’intenzione di agevolarla nei suoi movimenti.    

Tuttavia, sul volto del ragazzo apparve un sorriso sghembo, che arrestò immediatamente la supremazia di lei: facendo presa sui suoi fianchi, Ben la rovesciò nuovamente sul terreno, per poi affondare nuovamente in lei, con un’impulsività che faceva assolutamente parte del proprio carattere; la ragazza lo strinse a sé, incrociando le braccia intorno al suo collo e le gambe attorno alla sua vita, in modo da accompagnare il suo bacino nel movimento. Ormai non le importava più neanche di giocare: l’unica cosa che le interessava, in quel momento, era il piacere che stava provando... che stavano provando entrambi. 

Lui strinse ancor di più la propria presa sui fianchi della ragazza, prendendo a muoverla contro di sé, con un ritmo decisamente più rapido, rendendo le spinte ancora più profonde, quando i due raggiunsero finalmente l’apice del piacere.

Si staccarono in modo svogliato, quasi come se nessuno dei due avesse veramente voglia di allontanarsi dall’altro; Ben tornò a distendersi sull’erba, con lo sguardo al cielo ancora sereno, totalmente inebriato dai colori del tramonto; Rey, accanto a lui, si appoggiò delicatamente al suo petto, chiudendo gli occhi e rilassandosi.

Era un momento perfetto, forse anche migliore della notte precedente, e niente e nessuno avrebbe mai potuto rovinarlo.

 

Già. Niente e nessuno.

Tranne forse Kylo Ren.

 

Nel momento in cui si ritrovò a chiudere gli occhi, Ben si sentì improvvisamente trascinare in un luogo pieno di oscurità... un luogo buio, freddo, che continuava a chiamarlo a gran voce, nella speranza di essere varcato. Lo chiamava, e Ben improvvisamente si sentì cadere... sempre più in basso, senza nessuno che riuscisse a tirarlo su, a farlo ritornare coi piedi per terra, sotto la calda luce del tramonto, dove sarebbe stato al sicuro.

All’improvviso... Ben si ritrovò da solo.

Si guardava intorno, e vedeva soltanto oscurità; cercava la mano di Rey, ma non riusciva a trovarla. L’unica cosa che riuscì a sentire, l’unica cosa che riuscì a vedere... fu proprio Rey.

Ma la ragazza non aveva quell’espressione docile e rilassata che le aveva visto in faccia soltanto pochi secondi prima, no... stava soffrendo; il povero Ben poteva sentirlo dalle urla disperate e strozzate dal pianto che gli stavano martellando la testa e le orecchie. E quegli occhi... quegli occhi pieni di lacrime. Gli occhi di qualcuno che stava tentando in tutti i modi di resistere a un dolore insopportabile. Un dolore che, forse, non aveva mai provato in vita sua.

E lo chiamava a gran voce.

«Ben! Ben, aiuto! Ben!»

«Rey!»

 

«Ben! Ben!»

 

Aveva iniziato a tremare. 

Rey non sapeva che cosa gli stesse succedendo, ma tutto d’un tratto, come se fosse improvvisamente entrato in uno stato di trance, il ragazzo non accennava ad aprire gli occhi; e tremava, si lamentava, come se qualcosa o qualcuno lo stesse torturando. 

Si era di nuovo addentrato nell’oscurità? Era questo che stava facendo?

Ma perché? Perché proprio in quel momento?

Incurante di essere ancora totalmente nuda, la ragazza si mise a cavalcioni su di lui, iniziando a scuoterlo per le spalle, nella speranza di farlo tornare alla realtà. Per lo meno, doveva provarci... non poteva starsene con le mani in mano. No, non doveva.

«Ben!» urlò «Ben, resisti! Fermati!»

 

«Rey!»

 

Aprì improvvisamente gli occhi, come se avesse appena preso una scossa elettrica.

E se la ritrovò di fronte, proprio sopra di lui, che lo guardava con occhi colmi di preoccupazione e timore... non sapeva se il timore fosse scatenato da lui, o se ne avesse per lui; e a Ben, questa volta, non andava di addentrarsi nei meandri della mente di Rey.

Non l’avrebbe mai più fatto, questa era una cosa che si era già ripromesso.

Ma, inebriato da quell’enorme sensazione di sollievo, e dannatamente felice di vederla star bene, si alzò a sedere, abbracciandola più forte che potesse. Con più foga di quanto si aspettasse di fare, in realtà.

E lei non disse niente, ricambiò e basta, lasciandolo sfogare.

Quella visione che aveva avuto... cos’era? Perché la forza stava cercando di avvertirlo? Sarebbe forse successo qualcosa a Rey? Era in pericolo?

Questo non poteva saperlo... ma Ben avrebbe fatto di tutto, affinché quella visione non si avverasse; aveva già rischiato di perdere Rey una volta, non lo avrebbe fatto di nuovo. Non ora che erano felici ed erano insieme.

No, non adesso.

 

«Ho avuto una visione.» ammise, con voce tremante, mentre la stringeva a sé «C’eri tu... e mi chiamavi. Piangevi, sentivi dolore. Chiedevi aiuto.»

Inevitabilmente, in quel momento, come se fosse improvvisamente stato schiacciato da tutto il peso che era costretto a portare sulla schiena, Ben pianse. Pianse in modo quasi disperato, singhiozzando sommessamente, preso da una pura, naturalissima crisi di nervi. Un sentimento totalmente umano, chiunque avrebbe potuto dire, ma per lui... per lui quel pianto era una sconfitta; e si sentiva così debole, in quel momento, che quasi non riusciva a guardare la sua amata negli occhi, mentre le raccontava tutto. Mentre si rendeva conto che, ancora una volta, l’oscurità aveva deciso di trascinarlo via con essa, e che lui non aveva fatto assolutamente niente per opporsi.

In quel momento, comprese la paura che i suoi genitori avevano avuto... comprese la paura che aveva avuto Luke, e comprese anche la paura che aveva avuto lui, quando tutto aveva cominciato ad andare inevitabilmente a rotoli.

«Ben...» lei lo strinse dolcemente, lasciandolo sfogare «Non mi succederà niente di brutto. Nessuno mi farà del male, io lo so... so che abbatterai quest’ostacolo. Tu sei forte, Ben. Siamo forti entrambi.»

«E se invece non fosse così? Se fossi tu a sbagliarti?»

Lei sorrise, tendendogli la mano «Ben, a volte, questo tipo di visioni non sono altro che questo. Visioni. Anch’io avevo avuto una visione nella quale ero seduta sul trono dei Sith, eppure eccomi: non sono una Sith... e di certo, non mi succederà niente di brutto, finché mi starai accanto.» 

Lui non disse niente, si limitò a prenderle la mano, mentre la ragazza lo aiutava ad alzarsi «Rivestiamoci, adesso. Ho fame, e poi credo che con l’allenamento abbiamo finito, per oggi.»

 

~

 

Il Millennium Falcon sfrecciava nello spazio profondo, perdendosi in quella miriade di stelle e pianeti che, a quanto pareva, non sarebbero mai stati tranquilli: di certo, gli eroi della Resistenza non potevano affatto dire di avere una vita noiosa, anzi; ogni volta che pensavano che il pericolo fosse scampato, ecco che all’orizzonte ne appariva un altro ancora più spaventoso e potente.

Poe, Finn, Chewbecca ed i due misteriosi fratelli si stavano velocemente dirigendo alla seconda Base Starkiller, con tutto l’intento di farla saltare in aria prima ancora che potesse diventare operativa; non si poteva rischiare un’altra guerra, non di nuovo... dovevano evitare in tutti i modi possibili di costringere nuovamente persone giovani ed ancora piene di vita a combattere di nuovo, a rischiare di nuovo, a dare di nuovo tutti loro stessi per una causa molto più grande di loro. 

«Forza, bellezza, corri.» mormorò Poe, riferendosi a quella che ormai era diventata la sua nave, lanciando uno sguardo d’intesa a Chewbe che, seduto al suo fianco, compiva il salto a velocità luce, facendoli sfrecciare dritti in bocca alla morte.

Ed eccola lì, di nuovo: la Base Starkiller che tutti temevano era proprio di fronte ai loro occhi, e Poe e Finn, che l’avevano purtroppo già potuta ammirare, rimasero nuovamente col fiato sospeso, nel constatare quanto quel lavoro fosse fatto bene; era un gioiellino, quello glielo dovevano riconoscere. Era un vero peccato che appartenesse al nemico.

«Bene, eccoci.» annunciò il pilota, girando il sedile in direzione della ragazza «Come ci entriamo?»

Lei gli rivolse un sorriso sghembo mentre, da una tasca interna della sua casacca, tirava fuori uno stemma: un simbolo che nessuno dei soldati presenti poté riconoscere, e che probabilmente apparteneva alla nuova armata guidata dal figlio di Palpatine. Accidenti, ma come aveva fatto a convincere una qualsiasi donna ad amarlo e addirittura a dargli non uno, ma ben due figli? Le cose erano due: o era una pazza svitata, oppure quel maledetto aveva usato i suoi strani poteri da Sith su di lei per convincerla.

«Che cos’è quello?» chiese Finn.

«Questo... ci permetterà di disattivare tutti i sistemi di sicurezza della Base per un minuto.» infilò lo strano stemma in un marchingegno passatole dal fratello, per poi premere qualche pulsante «In questo modo, potremo infiltrarci tranquillamente e nessuno si accorgerà di noi per un minuto buono. Puoi andare, generale.»

~~~


*: Nella trilogia dei prequel, il personaggio di Mace Windu utilizzava una spada di colore viola, che in realtà è stata scelta appositamente dall'attore; ma si è anche ipotizzato che questa spada venisse utilizzata da cavalieri Jedi che utilizzavano sia il lato chiaro che il lato oscuro della forza.

   
 
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