«Cazzate. Sono tutte cazzate, Kidou, e lo sai meglio di me. Dici di comprendermi e invece non fai altro che illudermi. Mi compatisci… eppure non ho minimamente bisogno della tua, della vostra insulsa empatia. Non sono come te, Kidou. Non cerco la luce, quella ripugnante luce che ti ostini testardamente a nominare. E così il Demone del Campo sarebbe in cerca della luce, eh? Ma non farmi ridere. Da quando il Diavolo anela così disperatamente alla luce? Essa non si confà al mio diabolico essere. Mi nutro costantemente di odio rabbioso, l’acredine furente è il mio insipido pane quotidiano. Nel mio sangue scorre e ribolle impetuoso un inesauribile rancore a stenti represso eppure straordinariamente prorompente, un rancore destinato a divorare veracemente la vostra insulsa, ingenua, ripugnante felicità. Ed ecco, Kidou, vedi? Le vene mi si squarciano, il sangue – quel sangue indigesto di cui mi sono nutrito per anni – fuoriesce, bruciante, ora a zampilli, ora a fiotti. E scorre, scorre celermente, senza sosta, senza posa. I battiti del mio cuore s’intensificano e i muscoli si contraggono involontariamente… Dal tuo sguardo traspare della preoccupazione, Kidou. Perché ti preoccupi? Tutto ciò è così... dilettevolmente divertente! Non trovi?
Perché non ridi?
Non osare, non osate neanche pensare di poter porre dei limiti alla mia furia, è tempo che ciò che è stato represso per anni erutti, indomabile, con tutta la sua incoercibile potenza: il vaso è finalmente traboccato, è caduto rovinosamente a terra frantumandosi in centinaia di migliaia di pezzi; il suo incandescente contenuto si è inesorabilmente riversato sul suolo freddamente desolato dell’Inferno... sì, l’Inferno, Kidou, hai capito bene, quel posto da cui tu stesso, come un vigliacco, sei fuggito! Sì, Kidou, togliti quegli occhiali e guardami attentamente! Non appartengo a nessun luogo se non all’Inferno... Perché diavolo sorridi? Ma sì, è così divertente prendersi gioco di un povero diavolo in preda al delirio, non è vero? Perché ti ostini a volermi mostrare la luce, Kidou? Spiegamelo! Anzi, no, non voglio stare a sentirti, taci soltanto e guardami!» Il ragazzo dai capelli grigio cenere si avvicinò di scatto al ragazzo dagli occhi cremisi e lo prese aggressivamente per il bavero, fissandolo negli occhi. Rimase quasi traumatizzato. La propria impetuosa collera si trasformò ben presto in una dolorosa, tacita disperazione. La vista gli si appannò. Delle lacrime cominciarono silenziosamente a rigargli le guance. Tuttavia, ciò che vide nei profondi occhi cremisi del giovane coi rasta è destinato a rimanere un indicibile, arcano segreto.»