Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Segui la storia  |       
Autore: xShieru    09/01/2020    1 recensioni
“Quindi come in Step Up?”
Allura scrollò le spalle. “Se la metti così… Sì. Immagino che sia proprio come in Step Up.”
Il sorriso che rivolse a Shiro, accompagnato da un timido cenno della mano, ugh, era a dir poco stomachevole e Lance ancora non credeva nei corsi di danza.
-
La carriera di danza di Lance McClain inizia e finisce con Keith.
Keith vuole solo scoprire che cosa nasconde Lance.
Genere: Angst, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allura, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Keith fece faticare il suo gruppo fino a tarda notte, non curandosi molto delle lamentele che seguirono. Lance notò tristemente che stava subendo il peso della sua ira.
 
Oh si domandava proprio il perché.
 
Venne degradato da ‘Lance’ detto in tono stronzo a ‘McClain’ e quella fu decisamente la più grande sconfitta che subì.
 
Keith era un maledetto bastardo, si ripeteva Lance con convinzione quando veniva richiamato una volta di troppo o quando finiva con il litigare inutilmente per l’ennesima volta con l’istruttore. Era arrogante e gironzolava impettito come se fosse questo gran figo e comandasse tutti lì dentro – tecnicamente funzionava così, ma a Lance faceva comodo dimenticare quel dettaglio. Era decisamente insopportabile e così gentile con i ballerini confusi che non capivano qualcosa e avevano bisogno di rivedere la combinazione di passi che quasi lo faceva vomitare.
 
Lance era geloso da morire, ma non l’avrebbe mai ammesso. Si limitava a serrare la mascella e a restare al passo, la maglietta inzuppata di sudore. Che schifo.
 
“Potresti insegnarmi a spostare bene il peso quando-” Chiese una ragazza bassa dai capelli biondi e ricci, e invece di provare a descriverlo fece un gesto con la mano alla “fanculo” e ripeté la combo. Provò a molleggiare all’indietro dalla punta dei piedi per poi accovacciarsi, ma le venne così male che le persone intorno soffocarono le risate con le mani.
 
Anche Lance si sarebbe lasciato sfuggire uno sbuffo, ma sapeva esattamente cosa stesse cercando di fare. Ricordava la sua ambizione che lo aveva lasciato con un muscolo stirato. Si ricordava anche di essere sembrato un idiota.
 
Keith le rivolse un piccolo sorriso e lanciò un’occhiata al gruppo che ridacchiava, minaccioso. Poi arrotolò un po’ i suoi pantaloni per permettere alla ragazza di vedere meglio il movimento delle sue gambe. Lance si bevve la spiegazione, le dita in preda agli spasmi per raggiungere il telefono. Oh, ci siamo, ci siamo.
 
Una volta finito, Keith si strofinò insieme i palmi delle mani. “Okay, è abbastanza semplice. Ti ho fatto vedere come spostare il peso, ora guarda attentamente quello che faccio.”
 
‘Oh, certo che sto guardando.’ Pensò Lance freneticamente e si sentì un ladro quando tirò fuori il telefono con nonchalance. Poteva anche essere al settimo cielo, ma sarebbe finito all’inferno per quello.
 
Keith ripeté la mossa lentamente ed era pazzesco come riuscisse a mantenere l’equilibrio così bene mentre teneva delle pose alquanto difficili per un lungo periodo di tempo. Quando ci provava, Lance riusciva a malapena a tenersi dritto mentre cercava di eseguirle veloce tanto quanto gli RB.
 
Scivolò all’indietro con un saltello. Lance si morse il labbro. “Hai visto cos’ho fatto? Tieni sempre le mani o i gomiti sulle gambe.” No no no, non farlo, giuro che chiamo la polizia, gridò Lance dentro di sé quando Keith affondò il gomito nella coscia, la schiena che si inarcava, magnifica. “Dipende tutto dal tuo senso di equilibrio. Se ti sporgi in avanti, inarcati all’indietro. Sposta il tuo centro di gravità sui talloni senza togliere le mani e...” Continuò la parte facile della combo a velocità normale, aprendo le gambe in quel movimento veloce e ondeggiante che faceva venire le gambe molli anche al più etero degli uomini. Keith sistemò la sua postura con naturalezza, saltò in piedi e si avvitò dolcemente verso destra per poi chiudere. Lance si fece mentalmente il segno della croce mentre trafficava con il telefono. “Capito?”
 
Lance contò circa cinque persone nella stanza che non erano diventate paonazze.
 
La ragazza – il cui viso pallido era ora di un’interessante sfumatura magenta – annuì brevemente e imitò il piccolo spettacolino di Keith. Non era perfetto, il suo equilibrio era ancora un po’ traballante, ma era decisamente meglio di prima.
 
Lance inviò velocemente a Pidge il video di quattro secondi con allegato FANNE UNA GIF.
 
Passò un’altra ora piena di ‘dai, McClain, pensavo che fossi bravo’ e ‘se sei troppo stanco puoi sempre mollare e tornartene a casa’, e alcune risposte sferzanti come ‘oh, mi sto solo scaldando, Mullet’, seguite da ‘non ti libererai di me così facilmente, paura che sia troppo per te?’. Nonostante la sua arroganza, alla fine dell’allenamento Lance si sentiva come se stesse morendo – aveva già dimenticato cosa volesse dire allenamento intensivo. Si lamentò con Em di quanto facesse schifo il sudore che si raffreddava finché lei, mossa a pietà, non gli diede la vecchia felpa degli AC/DC, lanciandogliela sulla faccia accaldata. Avrebbe preferito di gran lunga fare altri dieci allenamenti con Keith che dormire con i vestiti sudati.
 
La doccia fredda fece meraviglie per la sua pelle arrossata e Allura gli offrì gentilmente uno degli asciugamani dello staff. Strisciò fino al terzo piano, dove avrebbero dovuto srotolare i sacchi a pelo per la notte, e rubò velocemente un pouf, trascinandolo nella stanza buia accanto, troppo agitato per dormire vicino ai ragazzi della street gang. Lo avevano tenuto d’occhio per tutta la notte, come se stessero davvero progettando di accoltellarlo nel sonno. E no, Lance non era affatto drammatico.
 
Fortunatamente non c’era nessuno in giro e Lance si stiracchiò, i muscoli che dolevano piacevolmente. Gli erano mancati quei momenti. Passò la successiva mezzora a messaggiare con Hunk e a sfottere pesantemente Keith prima di scivolare nel sonno.
 
Aveva il sonno leggero – tranne quando non era abbastanza riposato – perché di solito quando i suoi fratelli minori avevano gli incubi, venivano nella sua stanza per cercare conforto. Nessuno di loro voleva disturbare Ma’ e Pa’ perché lavoravano tutto il giorno per loro e per tenere in piedi quel caos di casa – e questo i fratelli McClain l’avevano capito già in tenera età.
 
Quindi inutile dire che Lance si sfregò la sabbia magica via dagli occhi nel momento in cui sentì qualcosa muoversi non troppo lontano da lui. Le luci della città baluginavano di un tenue arancione sulla pelle del ragazzo e Lance sbatté le palpebre un paio di volte, pensando che, per essere un sogno, era davvero vivido.
 
Keith stava frugando dentro un borsone, senza maglietta, i capelli che gocciolavano a rivoli lungo la sua schiena ben definita. Lance gemette in silenzio, ma il suono non sfuggì a Keith, che scrutò la stanza con occhi attenti.
 
Il loro sguardo si incrociò per un paio di secondi, finché il cervello di Lance non percepì un qualche tipo di segnale. Mormorò qualcosa che potrebbe essere tradotto come ‘sei tu, Keith?’ ma che suonò più come un ‘Shei uuu, kisht?’ e il soprammenzionato ragazzo ritornò a fare qualunque cosa stesse facendo.
 
“Stai sognando.” Finalmente parlò al moro come un suo pari, la voce spoglia di arroganza e non c’era nessun ghigno o occhiataccia in vista. Sembrava tranquillo e l’atmosfera sarebbe stata quasi serena se non fosse stato per dei sussurri soffocati che provenivano dall’altro lato della spessa tenda che separava la stanza dall’atrio principale.
 
Lance allungò le gambe indolenzite e continuò a fissare il suo idolo con uno sguardo affettuoso e smielato. Keith si mise un tank top nero e controllò il telefono, sibilando al lampo di luce. Era strano vederlo mentre si comportava come un essere umano per una volta.
 
Un sentimento strano e tiepido gli gorgogliò nel petto e risalì in gola sotto forma di parole dettate dal sonno: “Lo sai, non sei davvero… così male. E poi, sei carino.” Lance sbadigliò e Keith si irrigidì visibilmente, sollevando lo sguardo dal telefono.
“Um, cosa?” Lo stesso sguardo sorpreso di quando si erano incontrati per la prima volta travolse il volto di Keith.
 
La sua voce riportò Lance alla realtà. Con un colpo di tosse pieno di vergogna, Lance si rigirò nel suo letto di fortuna e si tirò il cappuccio sulla testa, il collo bollente. “Ho detto che stai facendo casino, buonanotte!”
 
Sentì a malapena il ‘coglione’ contrariato di Keith, ma dopo un secondo il ragazzo digrignò un rabbioso ‘buonanotte anche a te!’ in risposta.
 
Ci fu il suono di una tenda scostata e il ballerino dai capelli neri se ne andò.
 

 
Lance si svegliò alle 11:30.

Il suo primo pensiero fu ‘dove cazzo sono’, seguito da ‘non mi sento più il collo’ e poi ‘oh merda’.

Allora, non era un genio o chissà che, ma non ce ne voleva uno per capire che aveva dormito troppo.

Non ebbe il tempo di fare praticamente niente. Si alzò di scatto dal pouf e saettò giù per le scale, sudando a litri quando incontrava persone che lo guardavano storto, sussurrando qualcosa su di lui. Per poco non incespicò nelle tende e le sue scuse erano a un volume così alto da costringere Keith a marciare furiosamente verso l’impianto stereo per fermare la musica. Gli sguardi che gli studenti lanciarono a Lance non erano certo di simpatia.

“Guarda un po’ chi ha deciso di unirsi a noi,” Keith incrociò le braccia e la sua anca sporse verso l’esterno. La maglietta che indossava era decisamente troppo attillata.

Lance si sforzò per mantenere la concentrazione. “Ero ormai sicuro che fossi sulla strada di casa, McClain.”

Lance aggrottò le sopracciglia. “Sarebbe troppo facile per te.”

Keith cercò di mantenere la calma, ma quel suo tic al sopracciglio lo tradì. Camminò in modo altero verso Lance, guardandolo di traverso e con aria di sfida. “Sei proprio un chiacchierone irritante, tu.”

“Onorato di sapere che hai colto i più raffinati tratti della mia personalità. Ormai sono un libro aperto per te.”

“Oh, ti so leggere eccome, McClain.” La folla intorno a loro trattenne il fiato, osservando lo scambio. Probabilmente lo volevano tutti a casa, quei bastardi. “Sei un ragazzino dal culo pesante che crede che il mondo gli giri intorno. Lascia che ti dica una cosa, non sei la star di nessuno qui. Non sono la luna che gira intorno alla tua Terra-”

“Stai cercando di rimorchiare con frasi romantiche? Mi hai quasi convinto.”

Keith gli affondò un dito nel petto. Ouch, gli avrebbe lasciato un livido. “Sono il tuo dannato superiore e mi tratterai come tale. Se non hai sentito le cinque sveglie che ho impostato per te-”

Gli occhi di Lance si spalancarono per la sorpresa, sinceramente colpito. “Hai impostato una sveglia per me?”

Keith scelse di ignorarlo, le sue guance leggermente rosate. Finì con l’andarsene, il mento alto. “Facci vedere quello che hai imparato, McClain, e ci sarà una piccola possibilità che non butti fuori di qui il tuo patetico culo da cascamorto a calci.”

“Quindi ammetti che stavamo flirtando?”

“Adesso!”

“Okay, eccheccazzo! Non urlare, oh.” Lance indietreggiò, le mani alzate a mo’ di difesa. Keith continuò a sbuffare e si affrettò per raggiungere il suo iPod collegato all’impianto stereo. Il bruno iniziò pigramente a fare stretching, guardando il culo di Keith. Indossava dei leggings quel giorno. Fico. “Sai, dovresti riposare anche tu, sei proprio intrattabile. Non fa bene alla salute.” Keith lo ignorò, il pollice che scrollava la playlist. “E poi dovresti smetterla di cercare di umiliarmi di fronte a mia sorella.”

Dal fondo della sala sentì Em urlare “Fottiti!”

“Ti voglio bene anch’io, zuccherino!” Brontolò Lance e si mise in piedi dopo una terza flessione nel momento in cui il ritmo di ‘Bubble butt’ iniziò a suonare. Si addiceva al suo umore, in fondo.

Lance non amava molto ballare su canzoni K-pop – o qualunque cosa fosse quel misto musicale – ma quello era l’impero di Keith, il suo regno, e Lance doveva obbedire. La canzone era orecchiabile e i suoi muscoli adesso erano più sciolti di dodici ore prima, permettendogli di lanciarsi facilmente nel ritmo. Non sentiva di star facendo freestyle fino a quando non eseguì un perfetto air flip; alcuni studenti sussultarono per l’ammirazione mentre sua sorella lo incitava e batteva le mani entusiasta. Invece di camminare all’indietro come avrebbe dovuto fare sul finale della canzone, fece alcuni passi molleggiati verso Keith, imitando la sua posa con le mani incrociate e l’anca teatralmente in fuori.

La faccia di Keith era priva di emozioni quando fermò la musica e studiò il sorrisetto compiaciuto di Lance. “Quando ti ho detto di fare freestyle?”

Il sorriso del moro svanì.

La stanza divenne silenziosa.

Keith gli diede qualche pacca sulla spalla, facendo un sorriso beffardo, il mento sollevato. Era una falsa consolazione. “Congratulazioni, McClain, il tifo di tua sorella ti ha salvato la vita. Però-” non gli piaceva come suonava, “per aver fatto quella cazzata e avermi disobbedito, potresti benissimo darti il benvenuto all’inferno. Un’ora di questa routine fino a quando non ti ritengo degno abbastanza e ti dico di fermarti.”

Si girò bruscamente su un tallone e Lance sentì il bisogno di tirargli un pugno in faccia. Così tanto. “Non puoi-” Iniziò, indignato, e Keith lo guardò con un sorriso sbilenco.

“Uh, posso e l’ho appena fatto. Divertiti.”

‘Stronzo.’ Lance si sentiva ribollire e guardò la schiena del suo ‘istruttore’ che si allontanava. Esalò un sospiro, ‘Odio vedere che te ne vai, ma amo guardarti mentre lo fai.’

La musica ricominciò.
 

 
Nome della chat di gruppo: tresche al campo di ballo & centro scommesse
sirlancealot (Lance McClain): non importa quello che ho detto su keith è satana e ha bisogno di essere esorcizzato subito
per favore venite a esorcizzarlo
esercitatelo lol
pornbot justice (Pidge Gunderson): Sapevo che prima o poi ci avresti pregato di salvarti il culo da questo incubo.
sirlancealot (Lance McClain): abbiate pietà
pornbot justice (Pidge Gunderson): Okay, che ha fatto?
Beach hunk (Hunk Garrett): Non ti è piaciuto essere sollevato alla ‘dirty dancing’ o qualcosa del genere??? Ti ha fatto cadere???
pornbot justice (Pidge Gunderson): Ti ha detto che non gli piacciono gli stronzi?
sirlancealot (Lance McClain): …più o meno
Beach hunk (Hunk Garrett): Mai perdere la speranza giovane aspirante cavalletta!! :) Sono sicuro che cambierà idea
sirlancealot (Lance McClain): okay amico satana incarnato a parte
Beach hunk (Hunk Garrett): Keith a parte???? questa è bella :O chi sei e cos’hai fatto a Lance???
sirlancealot (Lance McClain): che cosa keith ha fatto a me più che altro e amico ha fatto fin troppo non penso che riuscirò più a sentire il mio corpo dopo questa sessione
pornbot justice (Pidge Gunderson): Necessito di contesto, figliolo.
sirlancealot (Lance McClain): KEITH A PARTE non posso più vivere così. sto morendo qui. non posso farmi vedere in pubblico così e il pubblico è ovunque anche quando faccio una pausa per pisciare e tra dieci minuti devo incontrare shiro e allura e guardate qua
sirlancealot (Lance McClain) ha inviato l’apocalisse.png
VEDETE COS’È QUELLA ROBA. LA VEDETE. È FOTTUTA BARBETTA. B A R B E T T A
NON POSSO FARMI VEDERE COSÌ SEMBRO UN CAZZO DI BARBONE CON UNA RASATURA DI MERDA
pornbot justice (Pidge Gunderson): Sinceramente? Non me ne sono accorto fino a quando non ce l’hai fatto notare. Non pensavo che potessi avere la barba dato che sei tipo dodicenne nell’anima. Pensavo che in qualche modo il tuo cervello influenzasse l’aspetto fisico.
sirlancealot (Lance McClain): sì sono un dodici su una scala da uno a dieci e fanculo
Beach hunk (Hunk Garrett): Dai Lance ti sta bene!!! Anzi ti dona
sirlancealot (Lance McClain): sembro un cavernicolo fratello orso
pornbot justice (Pidge Gunderson): Se vuoi vedere un vero cavernicolo dai un’occhiata alle mie gambe. Non me le faccio dal Natale scorso. Ora smettila di piangere per ogni singola cosa. Non morirai senza il tuo beauty.
sirlancealot (Lance McClain) ha inviato monteeverest.png
UH HUH ALLORA GUARDATE QUESTO
Beach hunk (Hunk Garrett): Uh, cosa dovremmo vedere?
sirlancealot (Lance McClain): QUESTO. IL BRUFOLO. NON NE AVEVO UNO DA QUANDO AVEVO DICIASSETTE ANNI. CHE SCHIFO.
pornbot justice (Pidge Gunderson): Tragico.
sirlancealot (Lance McClain): smettetela di cazzeggiare e venite qui. prendete tutta la mia roba. Tutte e tre le borse HAI CAPITO PIDGE??????? oh e dell’acqua santa e del sale per keith
Beach hunk (Hunk Garrett): Intanto torna a farti sollevare alla ‘dirty dancing’
sirlancealot (Lance McClain): e il mio cappello. non posso raggiungere il mio massimo livello di swag senza
 


In confronto a Keith, Shiro era un dono di Dio. Era morbido e caldo come purè di patate e così bello da mozzare il fiato. Lance non vedeva l’ora di vedere come sarebbero stati i suoi futuri bambini con Allura. Poteva vedere la chimica che c’era tra di loro, ma erano palesemente a quello stadio in cui non sapevano di piacersi, anche se iniziavano a rendersene conto.

Inoltre, Shiro non si fece domande quando Lance trascinò le sue sneakers sulla superficie del morbido tappeto persiano per chiedergli un autografo. Per la sua piccola sorellina innamorata, ovviamente!

Shiro gliene fece due, facendogli l’occhiolino con aria sorniona quando Lance gliene chiese il perché. “È meglio averne due nel caso in cui tu ne perda uno,” Spiegò.
Inutile dire che Lance era felice di vedere che almeno uno dei suoi idoli rientrava nella categoria ‘idoli da prendere a modello’.

“Non capisco perché Keith mi odi così tanto,” Borbottò, accasciandosi sulla comoda poltrona della stanza dello staff. Il profumo di menta e tè al mango che aleggiava nella stanza lo rilassava. Cercò di non grattarsi il brufolo, decisamente imbarazzato dalla vicinanza di Shiro che irradiava quella – quell’energia. Energia che le altre persone di bell’aspetto là fuori non emanavano affatto.

Shiro appoggiò la tazzina di tè e sbatté le palpebre, le lunghe ciglia ondeggianti. “Non ti odia.” Lo rassicurò con un piccolo sorriso. “Non è molto bravo a socializzare e questa situazione è già di per sé una sfida per lui. Non si sente a suo agio, ti prego di capire.”

“Non gli dà certo il diritto di comportarsi da stronzo.”

Il sorriso di Shiro divenne dolorosamente imbarazzato. “Lui è… testardo sarebbe dir poco, ma non è cattivo. So che vede del talento in te. Ne sono certo.” Annuì saggiamente e Lance ebbe la sensazione che Keith si fosse lamentato di lui con il ragazzo più grande la scorsa notte, ma Shiro stava cercando di contenersi e di non spiattellare i pensieri di Keith. “Dagli un po’ di tempo, sono sicuro che la situazione si risolverà.”

Allura – che era terribilmente silenziosa e si era limitata ad ascoltarli e a fantasticare palesemente su Shiro – si strofinò via i granelli di zucchero dalle labbra. “Lance, sai perfettamente anche tu di avere dei problemi di disciplina. Non puoi far ricadere tutta la colpa su Keith.”

Lance sussultò e si strinse il petto. “Non posso credere che tu stia prendendo le sue difese! Dopo che mi ha costretto a ripetere la stessa routine per almeno tre ore solo perché non ho sentito la sveglia, io-”

“Un momento,” Lo interruppe Shiro, le sopracciglia corrugate. “Te l’ha fatto fare davvero?”

“Sì!” Urlò Lance e alzò le braccia al cielo, afferrandosi le corte ciocche castane. Non erano più così morbide senza aver visto il balsamo per due giorni interi. “È uno schiavista e tu stai cercando di dirmi che è okay! Sono certo che sia una gigantesca violazione dei miei diritti-”

Lance si zittì quando scorse il sorriso di Shiro, cautamente coperto dal bordo della tazzina in ceramica. “Bene, Lance, immagino che ora tu abbia un motivo per cui essere impaziente!”

“Intendi il dolce abbraccio della morte perché è l’unica cosa che voglio al momento!”

Gli occhi zaffiro di Allura studiarono la strana espressione di Shiro finché non le brillarono di comprensione, le sue labbra rosse che formavano una ‘o’. Lance fu colto alla sprovvista dalla sua reazione. “Che c’è?”

Allura si alzò, lo spandex luccicante del suo body che scintillava. Shiro distolse lo sguardo, arrossendo. “Torna ad allenarti!” Comandò prima che il moro potesse aprir bocca per protestare. Lo spinse fuori dalla porta, cercando di fargli coraggio nel mentre. “Lavora sodo e fidati di me, ne varrà la pena!”

Lance per poco non inciampò. “Lo sai, se vi serviva un momento per stare soli e farvi le faccine sbaciucchiose, avreste semplicemente potuto chiedermi di-”

Gli chiuse la porta in faccia.

“…andarmene.”
 


“Okay, di nuovo. Destra, sinistra, qui molleggiate due volte, con le punte, le punte! Oddio, fermi!” Keith fece un gesto con la mano e un ragazzo mise in pausa la musica. Lance si sentiva molto più nel suo elemento ora che stava ballando sulle note della sua dea – Rihanna.

“E adesso che c’è?” Si lamentò Lance, rimettendosi dritto. Aveva tutto il diritto di sentirsi acciaccato e voleva soltanto che la pausa pomeridiana arrivasse prima del suo collasso o del suo correre in bagno per vomitare i lemon puff che aveva mangiato a pranzo.

Keith si era raccolto i capelli in una coda spettinata, la nuca che luccicava di sudore. Si avvicinò a Lance con passo austero e si sporse verso di lui, le mani sui fianchi, gli occhi che lo squadravano. “La transizione lenta con il robot. Falla di nuovo.”

Lance sospirò per l’assenza di musica e le fin troppe occhiate giudicanti che lo circondavano, abbassò il peso mentre muoveva il braccio davanti a sé ad altezza petto, piegato per rendere l’esecuzione più precisa, “rallentata”. La parte superiore del suo corpo fluì come acqua e fece lo stupido sinistra, destra, sinistra, seguito da uno saltello idiota prima che Keith decidesse di tirare verso l’alto la stoffa dei suoi pantaloni fino a quando solo le punte delle sneakers di Lance toccarono il suolo. Per poco non inciampò in avanti a quell’azione improvvisa.

“Te l’ho detto – sulle punte,” Disse Keith lentamente come se il moro fosse un bambino petulante, le sopracciglia corrucciate, fissando le gambe di Lance come se avesse avuto un qualche tipo di epifania. Lance avrebbe voluto urlare. “Dev’essere un passo molleggiato, non un qualche tipo di strano tiptap al ritmo delle canzoni polka del momento. E poi devi calciare verso l’esterno.”

Keith ripeté la mossa in maniera impeccabile, portando la sua gamba destra – ancora con quelle cazzo di punte, Cristo, avrebbe dovuto insegnare danza classica – in un perfetto semicerchio, e poi calciando verso l’esterno due volte, con forza.

Lance ci riprovò e il sopracciglio di Keith ebbe uno spasmo, come se guardarlo ballare gli causasse dolore fisico. Si massaggiò le tempie, esasperato. “Non funziona,” Commentò. “Hai un controllo invidiabile sulla parte superiore del tuo corpo che nemmeno io posso eguagliare.”

Lance rimase a bocca aperta. Le persone intorno iniziarono a mormorare. Si strofinò gli azzurri occhi stanchi – aveva sentito bene? Keith che dispensava complimenti? Dov’era Ashton Kutcher che urlava ‘punk’d’? Ma ovviamente, tutte le cose belle avevano una fine. “Però, non so come la tua parte superiore possa farti andare avanti quando le tue gambe non ti obbediscono per niente. È come se,” Keith calciò l’aria a caso e si sentirono dei risolini, “non so, come se tu cercassi di diventare un campione di calcio qui? Non puoi farlo così, dev’essere più preciso. E gran parte dello slancio deve partire dai fianchi che, a proposito, non stai usando. Per niente.”

Lance si sentì proprio offeso. “Scusami?! Se proprio vuoi saperlo, ho i fianchi migliori del mondo e che anche se non sono Shakira-”

“Vieni qui, McClain,” Keith interruppe il suo egocentrico sproloquio e lo tirò per la manica della felpa pregna di sudore. Se continuava così, avrebbe sviluppato il suo proprio ecosistema, Dio, dov’erano Pidge e Hunk?! Lance si lasciò sfuggire un gridolino sorpreso quando Keith lo afferrò per le spalle e lo fece girare in modo che si vedesse negli specchi a muro. La sua faccia era madida di sudore, arrossata per lo sforzo e per il contatto fisico improvviso.

Per un secondo, incontrò i bellissimi occhi indaco di Keith nel riflesso dello specchio, ma il ragazzo dai capelli corvini abbassò lo sguardo e Lance sentì una sneaker che gli allargava i piedi. Lo lasciò fare, sentendo un calore improvviso.

Non lo preparò affatto a quello che sarebbe successo. Si sentì un po’ morire dentro. Anche fuori, probabilmente.

La sua faccia esplose in una miriade di sfumature bordeaux quando Keith gli allargò le cosce con un colpo di ginocchio e non tolse la gamba, lasciandola lì. La sua voce non era altro che un sussurro nell’orecchio in fiamme di Lance. “Dimmi, Lance, hai mai ballato in discoteca?”

Lance emise un gorgoglio che poteva essere tradotto come un ‘sissignore’.

“Quindi ti dovrebbe ricordare qualcosa.”

Le sue dita erano cinque diversi punti ardenti sulla parte bassa della schiena di Lance. Il moro fece un respiro tremante e pregò Dio onnipotente di dargli la forza di non sfoggiare un’erezione di fronte a tutti – che erano troppo divertiti per togliergli gli occhi di dosso.

“Apri le gambe, abbassati di più e sporgiti in avanti,” Comandò Keith e Lance chiuse gli occhi per tre secondi, inspirando.

Fece come gli era stato detto, sforzandosi di fare un ghigno compiaciuto. “Non sapevo che il tuo kink fosse l’esibizionismo.”

Le dita di Keith affondarono nella sua schiena come avvertimento. “Muoviti verso il basso, razza di idiota.”

“Vuoi davvero vedere quanto mi muovo bene? Che razza di metodo di insegnamento è? Almeno portami fuori a cena prima.” Lance sblaterò nervosamente e cercò di eseguire gli ordini, usando i fianchi, grato che il ginocchio di Keith fosse almeno a qualche centimetro di distanza da quella zona.

Appoggiò la parte alta della schiena contro di lui solo per tenere alta la sua reputazione da stronzo, premendo contro le sue dita. Poi lanciò uno sguardo incuriosito alle sue spalle, morendo dalla voglia di vedere la reazione dell’altro, solo per vedere Keith guardarlo di rimando con occhi sgranati, come se non avesse mai preso in considerazione che Lance avrebbe potuto reagire a quel modo e dargli corda. Lance si morse il labbro per quanto erano vicini e Keith scosse la testa. Cercò di liberare la gamba, ma Lance serrò la stretta con le sue cosce, bloccandola.

“Ti è piaciuto, Mullet?”

Keith, per una volta, non aveva niente di tagliente da dire.

“Prendetevi una stanza!” Gridò Em e ci fu il flash di una fotocamera.
 


pornbot justice (Pidge Gunderson): Non fate gli animali fino a quando non arriviamo con una scatola di preservativi, cazzo, Lance. Tieni il tuo pene al guinzaglio.
 


Lance trascorse la breve pausa a beccarsi merda per aver flirtato con l’istruttore e gestendo un mucchio di teenagers arrapati in cerca di consigli, tutti molto colpiti dal loro spettacolino.

Fece amicizia con una ragazza alta di nome Shay, l’unica che lo guardasse con estrema gentilezza invece che con odio e gelosia. Lo superava in altezza quasi con tutta la testa e probabilmente aveva bicipiti più grossi di quelli di Lance e Pidge messi insieme, ma la sua faccia abbronzata era gentile e carina.

“Ho sentito dire che alla fine del quinto giorno, le persone selezionate dal campo faranno un’esibizione,” Disse e gli porse una bottiglia d’acqua. Lance la accettò con gratitudine e se la versò sul petto nudo. Si sentiva già abbastanza rivoltante, cambiava poco. “Sei performance singole rispettivamente per quelli di danza classica e di street dance e poi tre miste.”

Em li raggiunse trotterellando e lo spintonò per mostrargli affetto. “Le esibizioni combinate sono la vera figata! Ho sentito che si ballerà con Shiro! Filmeranno tutto e lo caricheranno nel loro vecchio account YouTube! Non è fantastico?! Ovviamente io sto puntando a quello.” Fama e gloria su Internet, huh. Niente male.

Shay incrociò le braccia come per abbracciarsi; sembrava triste. “Non credo che sia vero. Shiro è… del tutto fuori dai giochi. È più un consulente e un coreografo che un istruttore. Alcune delle mosse più difficili che richiedono molta forza nel torso le esegue Keith.” I suoi occhi ambrati saettarono verso l’ex duo degli RB; Shiro si stava strofinando il tessuto che gli fasciava il braccio ferito e Keith guardava quel movimento, attento, gli occhi pieni di apprensione.

Lance guardò Shiro che mostrava a Keith delle mosse, spiegando esaustivamente ogni passaggio, e vide il suo volto contrarsi in una smorfia di fastidio nel momento in cui dovette tirare indietro il braccio. Fece rabbrividire persino lui. Keith gli fu subito vicino, muovendo le mani freneticamente. Shiro sembrava imbarazzato per quella sgridata.

Finalmente la realtà colpì Lance in pieno.

“È davvero fuori dai giochi, uh.”
 

 
Keith trovò Lance che ascoltava la stupida canzone di Rihanna che lo rendeva sempre confuso per le emozioni che provava, mentre si allenava alacremente nel movimento del calcio.

Indugiò sulla porta con le braccia incrociate, appoggiandosi contro l’arco elegante, e continuò a guardarlo con un sorriso affettuoso fino a quando lo sguardo di Lance non si poggiò sul suo riflesso nello specchio. Smise di ballare, ansimando pesantemente, il ritmo di ‘Needed Me’ che rimbombava di sottofondo.

Keith entrò con naturalezza con piccoli passi molleggiati, le mani unite dietro la schiena, e si sforzò di non lasciar vagare troppo lo sguardo nella vaga direzione degli addominali di Lance, in tensione per lo sforzo e guizzanti sotto la sua pelle bruna ad ogni respiro.

“Non punti più alla FIFA,” Keith cercò di rompere il ghiaccio.

Lance si asciugò il viso con un asciugamano, nascondendo il rossore nella stoffa soffice, e forse gridandoci un po’ dentro per la felicità che lo aveva assalito. “Ecco che se ne va il mio sogno d’infanzia, allora.”

Keith dondolò avanti e indietro, spostando il peso dalle punte ai talloni. “Non conosco i tuoi sogni d’infanzia, ma penso che comunque non saresti stato un bravo calciatore. Avevi quel calcio da ballerino dentro di te. Dovevi solo trovare il modo di tirarlo fuori. Continua, uh. Continua a lavorare anche sui fianchi.” Quell’esitazione imbarazzata non sfuggì a Lance. Sentì un sorriso tirargli le labbra.

Keith si girò di scatto, le guance rosso scuro. Tossì nel pugno e gli si avvicinò, sistemandosi i leggings imbarazzato. “Okay, quindi… devi solo- ugh, ti sembrerà un allenamento di kickboxing, ma funziona.” La sua spiegazione era delicata e il modo in cui calciava sfruttava così tanto i fianchi che Lance ebbe subito dei flashback della festa di Halloween. “Devi solo, uh. Piano, capito? Molleggia, scuoti, calcia. Non come se dovessi tirare un calcio a un tizio già a terra.” E mosse la gamba in un piccolo arco acuto e Lance sentì una risata gorgogliargli in gola.

“E tu sai bene cosa si prova a farlo, giusto?”

Keith assottigliò lo sguardo, confuso, e scrollò le spalle. Lance prese la sua reazione come un silenzioso comando a imitarlo. Ripeté la mossa con un giocoso molleggio nei suoi passi e gli occhi di Keith si illuminarono. “Bene. Più morbido, però. Come se fosse tuo figlio.”

In quel momento Lance sì che scoppiò a ridere. Si strinse il petto nudo fino a quando non gli uscirono lacrime dagli occhi. Keith rimase congelato sul posto, come un cerbiatto davanti ai fanali di un’auto. “Non è… il modo giusto di usare quella frase, um.”

“N-no…” Lance ansimò per prendere fiato, “sembra che tu prenda a calci dei bambini.”

E riprese a sghignazzare di nuovo, solo per spaventarsi al grugnito soffocato che sentì vicino a lui. Lo guardò, completamente incantato, quando sentì che Keith poteva esprimere autentica gioia. Della gioia pura e genuina per l’uso stupido che aveva fatto di una metafora.

Keith ridacchiò sommessamente e diede un pugnetto a Lance sulla spalla. “Okay, okay, ho capito.” Sembrava che stesse trattenendo un’altra ondata di risa, un sorriso che gli decorava quel volto bellissimo. Lance sorrise fino a quando non sentì le guance fargli male e fino a quando non memorizzò la posizione delle fossette sulle guance di Keith, i denti perfetti che si intravedevano. “Era una cosa stupida da dire.” L’istruttore diede una spinta a Lance con il fianco. “Continua ad allenarti, stupido.”

“Aww, è il nome più carino con cui tu mi abbia chiamato oggi.”

Keith scrollò le spalle e si avviò verso l’uscita. “Non montarti la testa, McClain.”

Ouch. Ma ehi, Lance amava le sfide e Keith era di gran lunga quella più interessante.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: xShieru