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Autore: aurora giacomini    10/01/2020    2 recensioni
Dal testo introduttivo:
Mi chiamo Esmeralda Lek. Il mio cognome può essere tradotto dal polacco come "paura", "ansia" o "terrore". Mai cognome fu più azzeccato... Sì, hai capito bene: sono una fifona.
Ma ora è meglio che mi concentri e cominci a raccontarti la storia che credo di aver finalmente elaborato. Credo di essere pronta a condividerla con te.
Ti chiedo solo un favore: non giudicarmi prima di aver concluso la storia. Avevo paura, tanta paura...
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per un Bacio'
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11

Le Morti Sbagliate


 

E' adagiata lì... morta. Morta anche lei. Spezzata come una bambola. Ma quella bambola fu persona... fu viva e bellissima...


Un passo indietro...


Sono rimasta in quel corridoio ancora qualche minuto dopo che Alessia ha esposto il suo pensiero su di me. Sono rimasta lì con il cuore spezzato, la mente in tumulto e l'anima frammentata... sono rimasta sola.

Guarda che lo so: non aveva tutti i torti... ma non sono malata, al massimo... al massimo disturbata... sbagliata, se vuoi... non malata...

E' allettante il pensiero di lasciarsi cadere, di arrendersi e rassegnarsi alla Dea dal Cappuccio Nero, tanto arriverà... arriva per tutti.

Ma come ho detto prima: devo trovare la Prof e convincerla che qui non è sicuro per noi.

Dovrei pensare a trovare anche Eleonora... l'amore è egoismo... no? Ma certo che sì.

Mi ha mollata là come un mona (un idiota), ma sono testarda e illusa: voglio credere che ci fosse una buona ragione. Ora ho bisogno di crederlo... ne ho bisogno! Mi starebbe bene, anche se per nulla sexy, che avesse avuto mal di pancia e se la stesse facendo nei jeans... giuro, mi starebbe benissimo... sarebbe perfetto!

Muoversi è difficile: i piedi sembrano ancorati a pesanti blocchi di cemento. Una sensazione non troppo dissimile alla prima volta in cui ho sperimentato la cannabis. Ma cammino, avanzo verso la porta numero 9...

So che i miei compagni sono già alla sua ricerca e che, molto probabilmente, hanno già bussato... ma io mi fido solo di me.

“Professoressa? Mi scusi?!” Urlo, battendo sul legno.

Certo, se non è uscita con quel chiasso... ma io insisto: “mi scusi?” Perché sono stupida...

No. Ora basta! Sto facendo la cretina! Quest'atteggiamento da vittima mi costerà caro e basta, cosa voglio dimostrare? A chi, soprattutto...? Dato che son sola... e la colpa è mia...

Inizio a correre. Voglio sentire le gambe faticare e vedere gli oggetti scorrermi di lato, voglio sfogarmi e accelerare i tempi.


 

La corsa viene frenata da due, forse tre ragazzi in fondo al corridoi dell'ala ovest. Sono troppo distante per riconoscerli, ma una cosa mi salta all'occhio: una macchia rossa... il libro rosso!

Ormai la mia non è che una lenta passeggiata. Non si sono accorti di me, ma io ora so chi sono loro: Alessia Greg e Danilo...

Stanno parlando, forse urlando ma non capisco le parole... non chiedermi perché stia evitando di palesare la mia presenza, ma non ti mentirò: non è solo per Alessia... voglio capire perché il loro atteggiamento mi insospettisca... e voglio proprio vedere come si possa leggere delle storielle porche in un momento del genere... esatto, so che anche tu non ci hai mai creduto. Fino ad ora ti ho riportato ogni cosa fedelmente, con l'ignoranza e la mancanza di consapevolezza che avevo mentre vivevo i fatti... mi sto perdendo... torniamo nel corridoio...
Basterebbe solo che alzassero la testa e verrei vista... devo avvicinarmi abbastanza da sentire il loro discorso e nascondermi dietro la grossa pianta di Areca Dypsis Lutescens... mi piace la botanica...

Ancora pochi passi...

Forse, sì forse sono una cretina che gioca a Splinter Cell... anche tu avevi il gioco per gba da bambino?

... okay, scusa...

Il mio istinto mi dice di farlo... e francamente, non sbaglia spesso.

Tenete la testa bassa... non c'è nulla da vedere nel corridoio... forza... forza... non c'è nulla nel corridoio... forza...!

Con il cuore in gola riesco a raggiungere e nascondere il mio corpo dietro la pianta... sono ormai abbastanza vicina. Posso sentire le loro parole...

“...ho capito, ma cazzo!” Sta dicendo Alessia.

“Abbiamo sbagliato qualcosa.” E' la voce di Greg o Danilo...

“Un corno! Guarda qui, abbiamo seguito tutto alla lettera!” No, questa è la voce di Greg: lui ha una cadenza diversa, di poco, ma diversa da quella di Danilo.

Ormai è palese... quello non è un libricino di storielle sozze... allora cosa diavolo è?!

“Ma... siamo nella merda! E se sbagliasse ancora? Se uccidesse uno di noi?!” Grida Danilo.

“Abbassa quella cazzo di voce, o ti metterò con Eleonora! Cazzo... se avesse voluto uccidere noi l'avrebbe fatto prima nel bosco, no?! Cazzo, ma ragiona!”

Eleonora? Cosa le hanno fatto? Dove l'hanno messa? Per quale motivo? Cosa ha fatto? Era d'accordo con loro? Ma d'accordo su cosa, esattamente?! E chi hanno incontrato nel bosco, no, meglio: cosa...?!

Provo un terrore sordo. E' diverso dal terrore normale... non so come descrivertelo, semplicemente è sbagliato... troppo sbagliato e appiccicoso...!

Hanno il controllo sulla cosa che ha ucciso Martina? Di cosa si tratta? Perché... perché nulla sembra avere senso...?!

Cosa dovrei fare? Cosa si aggira tra noi? Come faccio a impedire che uccida ancora? Ucciderà ancora...? E' probabile... ma... può essere fermata...?!

Ormai la linea è stata varcata... siamo al punto di non ritorno.

Qualunque cosa capirò o deciderò di fare ora, be', non c'è rimedio a ciò che è avvenuto: solo alla morte non c'è rimedio, e la morte ha già camminato fra noi... non fermerà la sua fredda mano ed il suo lento ma inesorabile passo, non finché non capirò come salutarla, almeno per un po'...

Pensa diamine, pensa!

Ma a cosa dovrei pensare esattamente?

La morte sbagliata...! Già, hanno detto: 'e se sbagliasse ancora?' dunque vi è una vittima, almeno una vittima designata... cacca... ciò implica che morirà di sicuro almeno un'altra persona! La morte prenderà qualcun altro questa notte... la notte fra la Vigilia ed il Natale...

Chi è la vittima prescelta? Devo trovarla! E se fosse Eleonora...? No, improbabile... ma anche se trovassi quella giusta... sì, esatto: l'essere con cui abbiamo a che fare è fallace... può sbagliare ancora... non mi serve a nulla sapere chi è...!

No, no, no...!

Devo fare qualcosa!

Okay, ora calmati... calmati e respira... respira affondo, Esmeralda, pensa e calmati...

La chiave è il quel cavolo di libro... devo prenderlo!

Alessia mi è fisicamente inferiore, ma Greg e Danilo, per quanto esili, sono pur sempre due giovani uomini: il testosterone conferisce loro maggior forza muscolare di quella che potrò mai scatenare. Anche ricorrendo all'adrenalina, come doping naturale, loro avrebbero comunque dalla loro il testosterone e la stessa adrenalina... tre contro una, magari due contro una... no, non posso vincere...

Pensa!

La velocità! Sono estremamente veloce, ma pecco di resistenza... grazie sigarette... se ne esco viva smetto, giuro che smetto di fumare (non ho mai smesso, se te lo stai chiedendo...) un rapido scatto e mi nascondo, solo un rapido scatto... è tutto ciò che posso fare...!

Certo che ho pensato anche ad un confronto civile, ma la mente ha subito scartato l'idea: non avrebbe funzionato, cento per cento... sono d'accordo con lei.

No, ho solo un'occasione... solo una...!

Purtroppo devo affidarmi completamente all'istinto e alla memoria: non posso studiare un percorso né sapere in che posizione, esattamente, si trova il libro... non posso sporgermi oltre la pianta... no, dovrò scattare, afferrare saldamente il libro e correre... correre come se da quella corsa dipendesse la mia vita... cosa molto probabile...

Ma se mi sbagliassi? Perderei tempo prezioso...

No! Non mi sbaglio! La risposta è in quel dannato di libro, lo so!

Okay, al tre...

Uno...

Calmati... calmati...

Due...

Okay... okay... cuore, ti prego pompa così forte quando i miei muscoli ne avranno davvero bisogno... ti prego, rallenta solo un po'... solo un po'...! L'udito mi serve per mantenere un buon equilibrio, non posso permettermi di cadere, ti prego!

Al diavolo...

Tre!

Ecco, ora si che mi ucciderei con le mie stesse mani...

L'ho fatto di nuovo: mi sono estraniata, ho perso il contatto con la realtà. Intanto il tempo ha continuato a scorrere... perché avrebbe dovuto fermarsi? Per me? Ma per piacere...!

Sono un'idiota, un'inutile idiota!

Non posso far altro che fissare il corridoio vuoto e chiedermi: cosa ho fatto...? Cosa ho fatto...?!

Ho perso l'unica cosa che mi era fondamentale preservare: il tempo!

“Dai...! Cavolo...!” Mi lascio cadere in ginocchio. Mi pizzicano le narici e sento i miei occhi, no, proprio li percepisco... di solito non 'sentiamo' come non vediamo, non lo so, per esempio la punta del naso: i nostri occhi lo 'cancellano' automaticamente dal campo visivo... ah, lascia stare...! Fatto sta che li sento, li sento piangere...

A cosa serve un buon cervello se non lo puoi usare quando serve? Quando serve davvero... come ora, ora che la vita di almeno un altro essere vivente è in pericolo...?

A cosa servo io...?

A niente, ecco a cosa...

La moquette viola del corridoio è morbida e calda... assorbe facilmente le lacrime, trasformandole in precisi cerchi scuri.

Mi metto giù, rannicchiandomi in posizione fetale: voglio sentirmi bene... voglio abbandonarmi, voglio ricordare com'era stare nel ventre materno... al sicuro... inerme... un posto in cui la tua vita dipendeva completamente da qualcun altro... un luogo in cui non avevi potere né obblighi... un ambiente caldo e piacevolmente umido in cui eri senza essere, ma era giusto così... era giusto e bellissimo... non essere prima di diventare...

Ma ora sono...? Sono davvero...?

Sì, certo che sono... so di esistere...

Una volta qualcuno mi disse: 'la percezione di noi stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri' gli altri mi percepiscono... lo so, dunque esisto... ma forse non dovrei... sono sbagliata...

E' uno strano lamento quello che sfugge dalle labbra dischiuse, qualcosa di strano... quasi estraneo, come se non mi appartenesse per nulla... come se non avesse nulla di umano... non mi piace, mi fa paura!

Devo cancellarlo, devo ucciderlo...!

E allora urlo, urlo fino a farmi bruciare la gola... è un bruciore rosa e bianco, freddo e frastagliato... ma è qualcosa che riconosco come mio: è il mio dolore quello che sto urlando.


 

Forse sono passate ore, forse minuti o pochi secondi... non lo so e forse neppure m'importa: ho capito che il tempo mi è nemico. Non posso andare più veloce di fotone di luce, non posso rallentarlo o fermarlo... ma della teoria della relatività del genio di Einstein, be', ne parliamo un'altra volta... fatto sta che ho capito i miei limiti...

E so bene che non posso tornare indietro né cancellare ciò che è stato... non posso riportare l'anima di Martina nel suo involucro di carne, ossa, capillari, pelle e così tante altre cose che per elencarle tutte finirei questo quaderno prima di farti conoscere la fine di questa storia, e nel posto in cui scrivo queste mie memorie... be', sappi solo che la carta non è merce così scontata... ma sto correndo troppo. Non posso ancora rivelarti quali mura leggano le mie parole subito dopo di me e subito prima di te, non è ancora il momento...

Mi rialzo mossa da un desiderio fatto di semplice egoismo umano... nient altro che semplice egoismo... devo trovare Eleonora...!

Seppur instabili, le gambe riescono a reggermi... è già qualcosa... ora non resta che raggiungere l'altro corridoio, verso la camera numero 21: la stanza di Eleonora...

Come faccio a conoscere il numero della sua stanza, mi chiedi? Oh, è molto semplice: ero tutt'orecchi quando ci sono state le assegnazioni...

No, non penso di trovarla in stanza... anche se potrebbero averla, che ne so, legata o altro... ma quello è il punto in cui la mia ricerca comincerà...!

Sì, giudicami pure! Me ne sto fregando altamente dei miei compagni di classe. Persone che probabilmente sono vittime quanto me... ma io non sono un eroe, hai capito?! Sono solo una ragazzina spaventata che ha capito di essere debole... sono davanti a qualcosa che non posso vincere... qualcosa che non posso comprendere...

Smetterò di cercare risposte? No, certo che no... ma le mie priorità sono cambiate... ora m'importa solo di salvarmi il sedere e salvare quello di Eleonora... voglio essere il suo eroe... punto.

Le domande e le risposte che si affiancheranno alla mia via, d'ora in poi, non saranno altro che deboli e fugaci antagonisti... o almeno... cercherò di renderli tali. Non sono molto convincente... lo so...

Eleonora si è ribellata, in un modo e per un perché che non conosco, al piano del suo gruppo, qualunque esso sia... no, certo che non dimentico né ignoro che, con ogni probabilità, ne fosse parte integrante, ma sai cosa? Chissenefrega!


 

E' voltato l'angolo che il mio essere si riempe di raccapriccio...

La Prof di ginnastica... lei... lei è... morta...

Il ventre è dilaniato, posso vederne l'interno con chiarezza... i suoi occhi sono spalancati e pieni di cieco terrore... cieco come il suo sguardo... uno sguardo che non mi guarderà, che non vedrà mai più... mai più... nulla.

Mi inginocchio al suo fianco senza prestare attenzione al sangue che infradicia i jeans al livello delle ginocchia. Non è per mancarle di rispetto, voglio solo dirle addio...

“Prof...” deglutisco cercando di impedire la nascita e la caduta di nuove lacrime, “Prof... lei mi mancherà davvero tanto... non posso fare nulla per riportarla indietro, lo vorrei tanto... ma... ma non posso... la prego di perdonarmi... ero dietro l'angolo, letteralmente dietro l'angolo... ma anche se ha gridato... io... io sono... sono rimasta sorda al suo grido... non perché non volevo sentirla o aiutarla... lo giuro... io... avrei voluto...” il pianto mi sorprende di nuovo, spezzandomi le parole in bocca, parole dal sapore amaro, tiepide e verdi...

“Lei, Prof è stata... è stata davvero buona come me... e non mi riferisco solo a prima... lei mi ha sempre vista... senza limitarsi a guardarmi... no, lei mi ha davvero vista e percepita... e anche se questo potrebbe non importale o non fare alcuna differenza, le prometto Professoressa che la porterò sempre nel cuore come persona, e come ricordo indelebile nella mente... lei è tutto ciò che vorrei essere da adulta, un essere umano vero... mi perdoni se può...” le chiudo gli occhi, sono del mio stesso blu, ma più adulti... più vivi, persino ora, ora che il buio li ha avvolti... rubati come fossero preziose gemme di tanzanite...

Anche Martina era bionda con gli occhi blu... come la Prof... come me...

No, non saltiamo a conclusioni affrettate!

Ma le morti sbagliate potrebbero essere almeno due... se la Prof non è quella giusta, in quel caso le morti sbagliate diventerebbero tre e così via...!

Rallentiamo... o almeno andiamo a fare questi ragionamenti lontano dal suo corpo violato. Non ho più il tempo di piangere la sua morte, non servirebbe a nulla, ma non per questo non sento dolore... perché ti giuro che il mio cuore sta sanguinando... sento tanto freddo e dolore... ma devo trovare Eleonora, devo farlo!

  
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