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Autore: ArrowVI    11/01/2020    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 8-9: Speranza

 

Quando Seryu riaprì gli occhi, sentì il suo corpo molto debole. Provò a muoversi, ma gli sembrò quasi come se fosse legato al letto su cui era disteso.

Non era più in quel posto oscuro, nella fabbrica Aberon. La luce del sole illuminava la stanza attraverso una grossa porta finestra alla sua sinistra che dava su un vasto giardino in fiore. 
Si guardò intorno, comprendendo ben presto di essere all'interno di una infermeria: c'erano svariati scaffali con libri, siringhe, medicine e una infinità di strumenti medici.
Provò ancora una volta ad alzarsi dal letto, quando finalmente guardò alla sua destra: fu in quell'istante che comprese dove si trovasse.


Appoggiata sul letto a fianco al suo c'era Jessica, addormentata. Nella stanza c'erano solo loro due, e quella scena bastò al ragazzo per fargli capire che fosse, in quale modo, tornato a Camelot.

In quel preciso istante i ricordi cominciarono a riaffiorare uno dopo l'altro in un incessante flusso di memorie caotiche.

Sua madre, sua sorella, le parole che gli dissero... Poi quell'intenso raggio di luce, qualcuno con indosso una scintillante armatura e poi il vuoto.


Si portò una mano alla testa, digrignando dal dolore.
Gli antidolorifici che gli erano stati dati non erano abbastanza forti.
Non indossava i suoi abiti, ma un camice azzurro scuro da paziente.


Sentendo quel mugolio dolorante, Jessica riaprì gli occhi. 
Un grosso sorriso apparve nel suo volto quando notò che il suo compagno si fosse svegliato: quindi saltò dalla sedia su cui era seduta.

<< Si è svegliato! >>
Esclamò verso la porta della stanza, cogliendo Seryu alla sprovvista.

<< Cosa vuoi dire...? >>
Domandò il ragazzo, confuso dalle sue parole.

<< Per quanto ho dormito? >>
Continuò.

Jessica guardò un orologio appeso sul muro dall'altro lato della stanza.

<< Hai dormito per cinque ore. Arthur era preoccupato che non ti saresti risvegliato... >>
Gli disse.
Seryu non riuscì a credere a quelle parole. Fissò la sua compagna con uno sguardo confuso, ma la porta dell'infermeria si spalancò di colpo, attirando l'attenzione dei due ragazzi ancor prima che potesse farle qualsiasi altra domanda.


Arthur fu il primo a mettere piede nella stanza: il suo sguardo era cupo, il passo rapido e pesante.
Aveva ancora indosso una scintillante armatura con una lama, corta, legata alla cinta e una più lunga e larga legata dietro la schiena. Era l'armatura da combattimento pesante di Arthur, preziosa e resistente, che gli fu regalata da Ehra in persona: un'armatura che, secondo alcune voci, era stata impregnata da una magia sconosciuta che l'avrebbe resa quasi del tutto impenetrabile.

<< Ti sei svegliato, finalmente. >>
Ringhiò il soldato, senza levargli di dosso quel suo sguardo minaccioso e autoritario.

<< Come avete fatto a- >>
Seryu venne bloccato ancora prima di poter finire quella domanda.

<< Hai la benché minima idea di quanto hai appena rischiato? >>
Gli domandò il soldato.
Seryu non gli rispose. Abbassò lo sguardo.

<< Ragazzino, guardami negli occhi quando ti sto parlando. >>
Lo rimproverò Arthur, notando la sua reazione.

Seryu, titubante, sollevò lentamente lo sguardo, mostrandogli due occhi pieni di rammarico e tristezza.

<< Non riesco a credere che tu abbia preso una scelta così impulsiva e pericolosa. E per cosa? Per seguire una strada che, ultimamente, non ti ha condotto a nulla?! >>
Ringhiò il soldato, muovendosi di nuovo verso di lui.

<< Dovevo- >>
Anche stavolta Seryu venne rapidamente interrotto prima di poter finire quella frase.

<< No! Non "dovevi" fare nulla! >>
Lo rimproverò Arthur, indicandolo minacciosamente con una mano. I suoi occhi erano spalancati, colmi di rabbia e, più in fondo, preoccupazione.

<< L'unica cosa che ho chiesto a voi ragazzini, in cambio della mia fiducia, era che voi rimaneste qui a concentrarvi su ciò che accadrà nelle prossime ore. >>
Continuò il soldato, senza dare neanche un secondo a Seryu per rispondergli.

<< Non hai la benché minima idea di quanto possano essere pericolosi i Doppelganger! Non riesco a credere che tu abbia veramente messo in pericolo la tua vita per seguire una strada che non ti avrebbe portato a nulla! >>
Concluse subito dopo.

<< Ho trovato qualcosa, li dentro. >>
Quelle parole colsero Arthur di sorpresa. 
Era stato all'interno della fabbrica Aberon personalmente, non era possibile che Seryu avesse trovato qualcosa che lui stesso non era riuscito a trovare.

<< Di cosa stai parlando? >>
Gli domandò, incuriosito e scioccato da quella rivelazione.

<< C'era... Una grossa porta metallica, simile a quella di un caveau. Ho provato ad aprirla, inutilmente. Ho anche provato ad abbatterla con la forza, ma era troppo resistente e le vibrazioni avrebbero fatto crollare i muri sopra di me, quindi ho dovuto fermarmi. >>
Quelle parole lasciarono Arthur sorpreso per qualche istante. 

<< Non c'era nulla, li, Seryu. >>
Stavolta fu Seryu a venir colto alla sprovvista dalle parole del soldato.

<< Cosa? Ma sono sicuro che- >>
Rispose, incredulo, venendo interrotto ancora una volta.

<< Mi sono guardato intorno, quando ti ho recuperato, e posso assicurarti che non c'era alcuna porta metallica in quel corridoio. >>
Gli rivelò Arthur, lasciando Seryu senza parole.

<< Ma... >>
Borbottò, abbassando lo sguardo e fissando le coperte bianche del letto su cui era seduto.

<< Qualunque cosa tu abbia visto o sentito... Era opera dei Doppelganger, una illusione. Non c'era nulla, li, non c'era nessuno tranne te e quel Doppelganger. Se fossi arrivato qualche minuto più tardi, non sarei riuscito a salvarti. Non hai idea di quanto possano essere pericolosi... Io si. >>
Stavolta il tono di Arthur si fece più calmo, quasi triste.

Sospirò, levando lo sguardo da Seryu e stropicciandosi la fronte.

<< Nessuno di voi è autorizzato a lasciare il palazzo, a meno che non vi sia dato il permesso. I tuoi compagni sono già stati avvertiti, ho voluto assicurarmi che tu ricevessi questo messaggio da me personalmente. Sono stato chiaro? >>
Quelle parole lasciarono Seryu sconvolto. All'inizio pensò di controbattere, ma ben presto realizzò che non avrebbe portato a nulla.

Sospirò, per poi rispondere con un, deluso, cenno positivo del capo.


In quell'istante Arthur posò il suo sguardo su Jessica, mostrandole due occhi amareggiati.
Le scompigliò delicatamente i capelli con una mano, facendole una semplice richiesta:

<< Tienilo d'occhio, Jessica. >>
Non appena disse quelle parole, Arthur lasciò rapidamente la stanza, permettendo a Xane di entrare al suo interno.
Era solo.


<< Dove sono gli altri? >>
Domandò Seryu al suo compagno, ancora amareggiato da tutto ciò che Arthur gli aveva appena detto.

<< Michael si sta allenando con Neptune e Vermilion. A quanto pare Neptune vorrebbe aiutarlo a trovare il modo per "lasciarsi andare", ma non so esattamente cosa voglia fare. Sarah li sta tenendo sotto controllo, considerando che sono accompagnati da quella donna-demone; anche Tesla è con loro, voleva semplicemente assistere. >>
Gli spiegò Xane, rapidamente.

<< "Donna-demone"? Parli di Iris? >>
Domandò Seryu al compagno.

<< Si, quella tipa. Mai mi sarei aspettato d'incontrare un demone "amichevole", se così si può chiamare. >>
Confermò Xane.

<< E' davvero strana, non riesco a capire cosa le passi per la testa. Ho come l'impressione che ci stia nascondendo qualcosa, ma non riesco a capire di cosa si tratti. A quanto pare mia sorella sembrerebbe fidarsi di lei, nonostante mi abbiano raccontato del loro "primo incontro"... Quindi sicuramente sa qualcosa che io non so. >>
Aggiunse subito dopo.


<< Come ha fatto Arthur a rintracciarmi così rapidamente? >>
Domandò Seryu ai suoi compagni.

In quell'istante, Xane indicò Jessica con una mano.

<< E' grazie a lei se ce ne siamo resi conto. >>
Rispose al compagno, cogliendolo alla sprovvista.

<< Cosa significa? >>
Domandò ancora una volta Seryu, confuso dalle sue parole.

<< Dopo la discussione con Arthur tu lasciasti la stanza dicendo che ti "serviva qualche minuto da solo per pensare" giusto? Nessuno di noi si aspettava che saresti sgattaiolato fuori da Camelot, senza farti scoprire, quindi ti lasciammo semplicemente andare. Poco tempo dopo, però, Jessica cominciò a preoccuparsi del fatto che tu non fossi ancora tornato. E, quando è andata a cercarti nella stanza che ti era stata affidata, non ti ha trovato. E' quindi andata ad avvertire Arthur che non ha avuto dubbi su dove tu fossi andato. >>
Spiegò Xane, in poche parole, al suo compagno.

<< Scusatemi se non vi ho detto nulla ma... Non volevo che qualcuno di voi mi seguisse. Sapevo che sarebbe potuto essere pericoloso e non volevo mettervi in pericolo per soddisfare un mio capriccio. >>
Il tono di Seryu si fece più debole e tremante. Evitò lo sguardo dei suoi compagni e cominciò a stringere con forza le coperte che lo avvolgevano.

<< Semplicemente... >>
La sua voce tremò.

<< ... Non volevo più sentirmi in quel modo... >>
Lacrime cominciarono a scorrere sulle sue guance, mentre provò inutilmente a bloccarle.

<< Così debole, così... Impotente. E poi, la rivelazione: lei era ancora viva, da qualche parte, dopo tutti questi anni. Non sono riuscito a pensare lucidamente, ero accecato da quella luce, da quella... Speranza. >>
In quell'istante Seryu si bloccò: le sue lacrime amare si fermarono improvvisamente e il suo corpo smise di tremare.

<< E poi ho fallito... Ancora una volta. Suppongo avesse ragione, dopotutto. Non sono in grado di farlo.. >>
Aggiunse subito dopo, mentre le parole che qualche ore prima sentii dire da sua sorella e sua madre gli tornarono in mente.


Xane rimase a fissare il suo compagno per qualche secondo, in silenzio, prima di dire qualsiasi cosa.

<< Qualunque cosa tu abbia visto, Seryu, non era reale. Ho trovato un libro, nell'ufficio di mia sorella, inerente i Doppelganger. Non sono demoni potenti, ma le loro capacità illusorie sono terrificanti. Qualunque cosa tu abbia visto, o sentito... Non era vera. Stavano cercando di farti abbassare la guardia, di farti provare sentimenti negativi. >>
Gli disse, cercando di fargli capire che non avesse dovuto prendere sul serio le immagini che aveva visto.



I Doppelganger sono dei demoni di medio livello che, solitamente, si muovono in piccoli gruppi, solitamente inferiori alla dozzina. Sono creature antropomorfe e, allo stesso tempo, spettrali dal colore variabile ma solitamente scuro, come il nero o il viola.
Due occhi solitamente rossi come il fuoco, bocche enormi e arti lunghi e rinsecchiti con dita affilate come rasoi. 

La loro stazza è, solitamente, nettamente superiore a quella di un comune essere umano. Alcuni descrivono queste creature addirittura come "Gigantesche statue spettrali". 
La loro caratteristica principale è quella di essere intangibili. Possono attraversare muri e pavimenti di qualsiasi materiale e non possono essere danneggiati da alcuna magia esistente. A loro volta, i Doppelganger non possono fisicamente ferire le loro vittime, ma ciò non li rende meno pericolosi.

La loro capacità principale consiste nel creare illusioni molto potenti che hanno come scopo quello di nascondere la loro vera identità ai loro bersagli, assumendo l'aspetto di una persona a loro cara per avvicinarsi senza destare sospetti.
I Doppelganger si nutrono di sentimenti negativi, ragion per cui avvicinano persone che hanno perso da poco una persona cara, vittime di abusi o violenze e, in alcuni casi, sopravvissuti di guerra. Questi sono bersagli che i Doppelganger possono avvicinare molto facilmente, essendo in grado di far pressione su avvenimenti particolari per risvegliare sentimenti negativi di cui si cibano come la paura o il senso di colpa.

Una volta risvegliati questi sentimenti, li amplificano fino a spezzare la forza di volontà del loro bersaglio.
Riusciti nel loro intento, i Doppelganger assorbiranno l'energia vitale del loro bersaglio lasciandoli privi di forze e in balia dei loro sentimenti negativi.

Raramente le vittime dei Doppelganger si sono riprese dopo un attacco. 
Uno dei sintomi più comuni nelle vittime di un Doppelganger consiste nella totale perdita della "voglia di vivere".
Non è raro, per le vittime dei Doppelganger, suicidarsi dopo appena poche ore con il loro incontro.

I Doppelganger odiano la luce che, dopo svariati esperimenti, sembrerebbe essere l'unica arma capace di ferirli. 
Qualunque forma di luce, inclusa la luce del sole, può ridurli in cenere nel giro di pochi secondi.



<< E' così che si nutrono. Non devi prenderlo sul ser- >>
Aggiunse subito dopo, venendo però bloccato dal suo compagno prima di poter finire quella frase.


<< Ne sono perfettamente consapevole. >>
Ringhiò Seryu, cogliendo il suo compagno di sorpresa.

<< So che non era reale... Mia sorella adesso sarebbe molto più grande di quella che ho visto oggi, nella fabbrica Aberon. >>
Continuò, posando il suo sguardo spento sul suo compagno.

<< Non era reale... Ma ciò non significa che ciò che mi hanno detto non fosse vero. >>
Quelle parole fecero venire la pelle d'oca a Xane. Per un attimo pensò che Arthur non fosse stato abbastanza veloce da salvare il suo compagno dalle grinfie del Doppelganger.

<< Sei sicuro di stare bene, Seryu? >>
Gli domandò, con uno sguardo preoccupato.
Seryu gli rispose con un cenno positivo del capo, abbassando poi lo sguardo.

<< Penso tu necessiti di qualche minuto per pensare e riprenderti, stavolta per davvero. Non pensare di lasciare una seconda volta il palazzo, Arthur ha fatto aumentare la sicurezza. >>
Disse Xane, dopo qualche secondo, per poi posare il suo sguardo su Jessica.

<< Non preoccuparti. Non sto andando da nessuna parte, stavolta. >>
Rispose il ragazzo, posando il suo sguardo verso il giardino sull'altro lato.


In quell'istante Xane si chinò vicino a Jessica, sussurrandole qualcosa all'orecchio.

<< Io torno dagli altri. Sei sicura di poterlo tenere sotto controllo? >>
Le domandò, sottovoce.

Jessica gli sorrise, facendogli l'OK con una mano.

<< Arthur è nella stanza a fianco. Ha detto che posso chiamarlo per qualsiasi necessità, non preoccuparti. >>
Gli rispose la ragazza, sorridendo.


Non appena Jessica disse quelle parole, Xane le rispose con un rapido cenno con il capo. Posò per un istante lo sguardo su Seryu, il quale non aveva smesso di fissare il giardino dall'altra parte della porta finestra. 
Erano al piano terra, quindi Xane non aveva molta paura.

Lasciò lentamente la stanza, chiudendo la porta alle sue spalle, con la speranza che il motivo nascosto dietro la tristezza di Seryu fosse solamente amarezza e non frutto del suo incontro con il Doppelganger.


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Fine del capitolo 8-9, grazie di avermi seguito e alla prossima con l'ultimo capitolo del volume 8!




 

   
 
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