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Autore: Red Saintia    11/01/2020    8 recensioni
Le festività, soprattutto quelle natalizie, hanno la capacità di tirare fuori il meglio e il peggio di noi. Perché anche le cose belle ognuno di noi le vive in modo personale.
Uno spaccato di vita reale con un leggero brivido thriller, per una ricorrenza che, in qual si voglia modo, va festeggiata. E voi... di che Natale siete?
Questa storia partecipa a "Xmas Song, indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contro Natale: # Prompt 24 - Scartare un pacco di Natale e trovarci un arto amputato, una testa mozzata o una frase inquietante.


 
“Guarda che se resti fossilizzata ancora un po’ davanti a quella finestra potremmo tranquillamente scambiarti per un addobbo natalizio.”

La voce di Rachel mi distolse dai miei pensieri facendomi voltare, seppur controvoglia, regalandole un mezzo sorriso.
“Scusami, stasera sono un impiastro lo so” una giustificazione patetica che non avrebbe di certo nascosto il reale motivo del mio comportamento.

“Ascolta Elena… credo che tu ti stia preoccupando per niente, vedrai che arriverà. Un ritardo ci può stare, metti che Thomas abbia avuto un contrattempo o qualsiasi altro imprevisto, noi non possiamo saperlo. Giusto?”

“Sì giusto, può essere, però…”

“Però niente! Basta farti le tue solite paranoie mentali. Guarda lì, sotto l’albero c’è persino il suo regalo per te, quindi arriverà.”

Cercai di lasciarmi convincere dalle spiegazioni di Rachel, un po’ per darle soddisfazione e un po’ perché avevo bisogno di scrollarmi di dosso quel senso opprimente di ansia e angoscia che mi accompagnava da quando quella serata era cominciata.

Il nostro era un gruppo di amici ben affiatato, ci conoscevamo da sempre, ed era ormai consuetudine che trascorressimo insieme la vigilia di Natale. Alcuni di noi facevano coppia fissa, come me e Thomas, altri erano semplicemente amici. Anche se qualche simpatia nascosta serpeggiava da tempo, ma nessuno osava mettere becco in faccende personali, soprattutto se non richiesto.
Ecco perché la discussione del giorno prima tra me e Thomas era passata quasi inosservata a tutti, tranne a Rachel, Patrick e Trish.

Discussione tra l’altro di cui io non avevo nessuna colpa. Erano quasi due settimane che ricevevo strani messaggi sia nella buca della posta che al cellulare. Chiamate senza risposta e mazzi di fiori avvizziti erano il risveglio che quotidianamente mi aspettava sullo zerbino della mia porta.
Thomas insisteva che andassi alla polizia, ma io non ero convinta fosse la cosa giusta da fare. Temevo ripercussioni sulla mia famiglia e anche su di lui. Così… invece di comprendere i miei timori lui si convinse che non volessi sporgere denuncia perché in qualche modo volevo proteggere il mio 'pseudo' corteggiatore perché in fondo ne ero lusingata.
Delle assurdità senza senso che sfociarono presto in una lite accesa dai toni tutt’altro che concilianti. Il culmine avvenne quando mi diede una spinta allontanandomi da lui con scherno, e sbattendo la porta mi disse che alla consueta cena della vigilia a casa di Rick non ci sarebbe stato.

Eppure… quando io e le altre ci incontrammo per i preparativi della serata, sotto l’enorme albero che troneggiava nel salone di Rick c’era un pacco finemente decorato con su scritto: “Affinché tu possa portare qualcosa di mio sempre con te. Con amore Thomas.”

Quella frase e quel regalo mi avevano fatto ben sperare, forse aveva compreso di aver esagerato e quello era un modo per appianare la situazione. Ma le ore passavano… tutti ci riunimmo consumando l’aperitivo che avrebbe anticipato la cena della vigilia. A mezzanotte poi avremmo, come di consueto, scartato i regali. Di Thomas però non c’era traccia. Nessuno lo aveva sentito per tutto il giorno e il suo cellulare squillava a vuoto per interminabili minuti.
Neppure i suoi sapevano dove fosse, era come se dal giorno precedente fosse stato inghiottito nel vuoto. Subito pensai che era un velato tentativo di farmela pagare, d’altronde sapevo bene che se voleva Thomas poteva essere al quanto vendicativo, facendoti poi pesare la cosa fino a renderti inconsapevolmente colpevole.

“Ancora niente Elena?”

“Non so cosa pensare Rachel credimi… è da oggi che provo a contattarlo ma niente, non risponde.”

“Il fatto è che neppure a noi risponde, quindi non si nega solo a te. Però poteva almeno avvisare se ha avuto qualche contrattempo.”

“Sono io il suo contrattempo, vuole farmela pagare.”

“Ma vaaa… eppure deve essere passato di qui altrimenti come ci è arrivato quel pacco sotto l’albero?”

“Già… giusta osservazione. Aspetta un attimo Rachel” mi guardai attorno fino a quando non intravidi la cameriera che prestava servizio a casa di Rick. Lei ci conosceva tutti da anni, ci avrebbe distinti anche ad occhi chiusi. “Leonor ascolta, hai per caso intravisto Thomas aggirarsi da queste parti oggi?”

Lei ci pensò un attimo perdendo il suo sguardo nel vuoto e scavando tra i ricordi di quella lunga giornata.
“Mi pare proprio di no signorina Elena, qui non si è fatto vedere.”

Un buco nell’acqua che mi gettò ulteriormente nello sconforto.

“E allora come ci è finito quel regalo a mio nome sotto l’albero?” tutte e tre ci guardammo sperando in qualche modo di venirne a capo.

“Potrebbe anche darsi che nessuno di noi l’abbia visto? Siamo comunque impegnati da questa mattina presto, è possibile che sia passato di fretta senza essere notato.” Leonor non aveva tutti i torti, allora perchè nessuna di quelle spiegazione riusciva a convicermi?

Io e Rachel ci scambiammo uno sguardo dubbioso.

“Potrebbe essere…” rispose lei, cercando la mia approvazione.

“Tutto potrebbe essere mie care fanciulle… anche se trovo oltre modo scortese introdursi in casa di una persona, seppur un vecchio amico, senza lasciargli neppure un saluto. Non trovate?”
L’arrivo di Rick, e la sua conseguente occhiata ammonitrice nei confronti di Leonor, fecero tornare la donna alle proprie faccende in pochi secondi.

“Cercavamo semplicemente di giustificare la sua assenza e insieme la presenza del regalo per Elena” disse Rachel

“Ho compreso credimi… ed io non volevo di certo intromettermi nella vostra conversazione. Ero solo passato ad avvisarvi che la cena è quasi pronta, dovremmo accomodarci.” Le sue parole accompagnate da un gesto mellifluo del braccio celavano una certa premura e mi irritarono non poco.

“Thomas non è arrivato… e nessuno sembra sapere che fine abbia fatto” gli feci notare.

Rick mi guardò come se quello che gli avevo appena detto fosse un ovvietà del tutto irrilevante.
“Ho notato anch’io la sua assenza Elena, tuttavia se risulta irreperibile potrebbe anche darsi che non voglia essere trovato. Sono le 21:30, direi che è ora di cominciare. Se vorrà unirsi a noi sa dove trovarci.”
Stava esercitando in modo sfrontato e palese il fatto di essere il padrone di casa, e quella sua ostentata superiorità era la cosa che spesso e volentieri me lo faceva detestare. Decisi però di lasciar perdere, presi Rachel sotto braccio e raggiunsi gli altri in sala prendendo posto accanto a lei a Patrick e Trish.

“Notizie di Thomas?”

“No Trish… nessuna, e sembra che stavolta voglia mantenere i suoi propositi.”

“Magari ti farà una sorpresa a mezzanotte, quando scarteremo i regali?”

“Chissà…”

La cena cominciò, tra l’allegria generale, canti improvvisati e battute varie. A nessuno sembrava interessare o preoccupare l’assenza di Thomas. Eppure le parole di Patrick mi risuonarono in testa per tutta la cena. Che davvero voglia presentarsi a mezzanotte per darmi di persona il suo regalo?
Lo avrei scoperto presto, anche se le tre ore successive sembrarono un’eternità.

“Avanti ragazzi ci siamo quasi, manca poco a mezzanotte, prendete i vostri bicchieri e fiondatevi sotto l’albero!”
Le parole di Rick mi risuonarono nel cervello come una sveglia fastidiosa. Così, dopo l’ultima mano a carte, ci recammo tutti a scartare i vari regali che ci eravamo scambiati.

“Avanti Elena aprilo… chissà che non ci sia qualche indizio lasciato da Thomas per una mega sorpresa nascosta.” L’ottimismo e l’allegria di Rachel erano le uniche cose che mi avevano fatto passare indenne quella vigilia di Natale.

“Ok va bene… vediamo un po’ che si è inventato. Anche se questa assenza ingiustificata la dovrà pagare.”

Raccolsi il pacco da sotto l’albero maneggiandolo con cautela. Non sapevo cosa contenesse, e non so perché ma averlo tra le mani mi provocava un brivido lungo la schiena… e non era affatto piacevole. Accanto a Rachel si affiancarono presto anche Trish, Patrick e gli altri, curiosi forse più di me del contenuto di quella scatola.
Euforici e felici per i doni ricevuti mi contagiarono inevitabilmente con il loro ottimismo. Così mi apprestai a rompere il fiocco e l’involucro di carta…

Il cuore cominciò a battermi forte, ma più che felicità provavo un inspiegabile terrore. La scatola era di colore nero decorata con intarsi dorati, al quanto inusuale considerando il tipo di festività. I miei amici cominciarono a bisbigliare tra loro commenti e risatine sommesse. Io li guardavo… ma ero totalmente assente.

Sollevai il coperchio, aspettandomi qualcosa di prezioso o inaspettato…
E in parte il mio desiderio venne esaudito.

“Allora? Che cos’è?”

“Cosa ti ha regalato?”

“Dai Elena non farci stare sulle spine?”

“E dai forza!”

Non sentivo niente, non vedevo nessuno, ero immobile impietrita. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dall’interno di quella scatola, da quello che conteneva… dall’odore che emanava, da quel rosso vivo e acceso e da quell’anello ancora così lucente che portava inciso il mio nome e la data di quando ci eravamo messi insieme.
Brillava maestoso tra il rosso del sangue, ancora attaccato all’anulare che però era staccato da tutto il resto…

Affinché tu possa portare qualcosa di mio sempre con te

Così recitavano le parole del biglietto, e dall’interno della scatola un’iride verde smeraldo mi osservava immobile e vacua dandomi conferma che parti di Thomas erano state con me per tutto quel tempo senza che io lo sapessi.
Le mani mi cominciarono a tremare e attorno a me le risatine si tramutarono in sussulti perplessi e dubbiosi.

Le urla arrivarono dopo… quando mi voltai rovesciando a terra l’intero contenuto del mio stomaco e la conseguente cena.

La scatola mi cadde dalle mani imbrattando il parquet. Solo allora… il panico esplose incontrollato.




Ben trovati cari lettori abituali ed occasionali. Devo dire che questi "prompt contro" sono un'ispirazione che mi piace particolarmente, diciamo che tirano fuori la mia vena dark che da sempre fa parte di me.
Come avrete notato le storie si alternano tra i pro e i contro, giusto per far altalenare anche le emozioni di chi legge. Spero davvero di avervi tenuto una piacevole compagnia con questa lettura. Buona serata e arrivederci alla prossima.

 
 
   
 
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