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Autore: Nao Yoshikawa    11/01/2020    15 recensioni
Raccolta partecipante alla "Challenge delle sei coppie" , indetta da GiuniaPalma/Lady Palma sul forum di efp".
1 - Johnlock: Dignità, si disse.
John aveva il fiato corto, come se avesse corso. E in effetti così era stato. Raggiunse Sherlock, cercando di sistemarsi la cravatta, sperando che non volesse ucciderlo.
«Eccomi», ansimò. «Quanto ho fatto tardi?»
«Ventidue minuti, circa», rispose Sherlock, continuando a non guardarlo. «Come ti è venuto in mente di arrivare in ritardo proprio oggi?»
2 - Sherlolly: «Già di mio non vorrei essere qui. Se poi hai anche quell’espressione funebre è ancora peggio», dichiarò Sherlock Holmes con la sua solita indelicatezza.
3 - Euriarty: Lui le sfiorò il collo con le dita e respirò ancora una volta – non gli bastava mai quell’odore, mai – il profumo sui suoi capelli, il profumo di un vento pericoloso e mortale, che magari avrebbe finito con l’uccidere anche lui.
4- Adlolly: Non in molti sapevano che Irene Adler ci sapesse fare anche con le donne, oltre che con gli uomini. E quella sera aveva adocchiato la sua preda. Facendosi elegantemente spazio tra la gente, Irene si avvicinò alla ragazza seduta sul divano. Molly alzò lo sguardo, sentendosi molto poco lucida, un po’ estraniata dal mondo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Eurus Holmes, Jim Moriarty, John Watson, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frammenti di cuore
 
1 – OTP John/Sherlock            
 
Me before you
 
Se c’era una cosa che Sherlock Holmes poteva affermare con certezza era che odiava i matrimoni. 
Ma quella volta in particolare non aveva avuto altra scelta che esserci.
Anche se iniziava a spazientirsi, a guardare l’orologio che teneva al polso. In ritardo esattamente di diciassette minuti e quaranta secondi… quarantuno… quarantadue…
Cosa gli era saltato in testa?
Il solo pensiero di essere stato mollato lì lo faceva impazzire.
Che non osasse, non lo avrebbe mai perdonato. E poi perché John non avrebbe dovuto presentarsi?
D’accordo, ultimamente aveva avuto un carattere più difficile del solito, ma in fondo era giustificato.
Teso e rigido come un bastone, Sherlock si torturò le mani fino a farsele arrossare. Dava le spalle alle persone dietro di sé che sussurravano chissà cosa. Meglio non saperlo.
«John è in ritardo. Vuoi che lo chiami?» domandò Lestrade, che da bravo testimone stava cercando di non far agitare gli animi.
«Chiamarlo? Perché? Arriverà a breve», affermò Sherlock, con tono fermo.
Doveva arrivare.
Accidenti, perché non arriva?
«Ma sei proprio sicuro che arriverà? Non saresti il primo che viene mollato il giorno del suo matrimonio», affermò Mycroft tranquillo.
Sempre così delicato, lui.
Lestrade tossì, schiarendosi la voce.
«… Ma sicuramente non è questo il caso, vero Mycroft?»
«Perché? Stavo solo esponendo una delle possibilità.»
Sherlock decise di rimanere in silenzio. Non avrebbe fatto scenate, anche se fosse stato mollato avrebbe affrontato la cosa con dignità, dopo un bel pianto, ovviamente.
Rimase rigido anche quando sentì la gente dietro di lui mormorare “è arrivato!”.
Gli venne quasi da piangere per il sollievo, ma non lo fece.
Dignità, si disse.
John aveva il fiato corto, come se avesse corso. E in effetti così era stato. Raggiunse Sherlock, cercando di sistemarsi la cravatta, sperando che non volesse ucciderlo.
«Eccomi», ansimò. «Quanto ho fatto tardi?»
«Ventidue minuti, circa», rispose Sherlock, continuando a non guardarlo. «Come ti è venuto in mente di arrivare in ritardo proprio oggi?» sussurrò con mal trattenuto nervosismo,  a denti stretti.
«Mi dispiace, c’era traffico. Non sarebbe successo se fossimo venuti insieme, praticamente già viviamo insieme!»
«John… taci», proferì lapidario Sherlock. Era già abbastanza teso e nervoso e guardandolo John poté scorgere i suoi occhi lucidi e il leggero tremore delle sue labbra. Gli venne da sorridere.
«Sei bellissimo, Sherlock.»
Questo è giocare sporco.
Si schiarì la voce.
«Grazie… lo sei anche tu… ma non ti ho ancora perdonato.»
«Hai ragione, in effetti la sposa sei tu, dovevi essere tu quello a ritardare», lo prese in giro, dolce.
«Io sono…? John Watson, piantala o questo matrimonio finirà prima di cominciare», lo zittì, in realtà per niente offeso.
Adesso che lui era lì, poteva anche smettere di avere paura e respirare.
Quello era il momento che spaccava la sua vita a metà e la divideva: c’era lui, prima di John. E c’era lui, dopo.
 
Nota dell’autrice
Come ho anche scritto nell’introduzione, questa storia partecipa a La challenge delle sei coppie indetta da GiuniaPalma. Non c’è stato niente da fare, quando l’ho letta ho detto: devo farla su Sherlock. Poi è anche un buon modo per tornare in un fandom in cui non scrivo da troppo, vergogna a me. Ovviamente, per prima ho scritto sulla mia OTP, la Johnlock… e doveva essere una flash introspettiva e angst, invece è uscita una cosa completamente fluff e comica… così.
In effetti mentre scrivevo mi sono ritrovata a pensare che sia tutto abbastanza canon considerando quando Sherlock sia una drama queen… per ventidue minuti di ritardo già stava sclerando, venisse ai matrimoni a cui sono stata io e poi ne riparliamo, va.
Comunque nel mio canon Mycroft e Lestrade fanno da testimoni e il primo fa innervosire Sherlock, mentre il secondo cerca di mettere la buona (senza successo, ma dettagli).
Spero che questa flash vi sia piaciuto, scrivere sulla mia OTP è stato facile, è il resto che mi preoccupa :D
 
 
   
 
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