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Autore: Mikiri_Tohoshima    03/08/2009    2 recensioni
Sogno, Sogno o realtà? Passato, futuro o... presente? Era il passato suo o di qualcun altro? Era il futuro che lo aspettava, o era il presente di un’altra persona? Quel bambino era muto, e lui non vedeva attraverso i suoi occhi. Il passato di Logan, al momento del risveglio.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan/Wolverine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“≪Di cosa è munito?≫. ≪Di una capacità di rigenerazione incredibile. Se gli viene fatta una ferita, anche grave, si rigenera subito. È praticamente immortale!≫. Il dottore alzò la testa:≪Il termine giusto è “invincibile”. Achille Pièveloce era invincibile, altrimenti non sarebbe morto. Comunque, voglio vederlo con i miei occhi.≫. Il cacciatore premette un pulsante sulla sua ricetrasmittente:≪Portatelo qui.≫. Due soldati della squadra speciale trascinarono un ragazzino, di forse dodici anni, con lo sguardo spaventato. Il dottore si alzò in piedi, e prese un bisturi. Il ragazzo, appena fu lasciato dai soldati, guardò affascinato l’oggetto, che risplendeva. Il dottore sorrise, e gli sussurrò.≪Stai calmo...≫. Portò il coltello nel suo campo visivo, sulla sua fronte. Lui alzò la testa, sempre più ammaliato, e avvicinò una mano per toccare quel raggio di sole solido. Il dottore sorrise, e gli fece un taglio lungo tutta la fronte. Il ragazzo strizzò gli occhi, e, se avesse potuto o saputo come fare, avrebbe gridato. Il sangue gli gocciolò su tutto il viso, mentre lui apriva e chiudeva la bocca, in silenziose invocazioni di aiuto. Il dottore e i soldati lo guardavano senza dire una parola, poi la ferita scomparve, lasciando le tracce di sangue lungo il viso del ragazzo, come strisce di tintura rossa di un clan tribale. Le lacrime del giovane trasformarono il sangue in una mistura rossa inconsistente lungo le sue guancie e sulla maglietta bianca. Finito l’esperimento, il dottore si sedè alla scrivania e compilò delle carte:≪Bene, in più è anche muto. Questo risolverà il problema delle grida. Se non può gridare, sarà più facile nascondere gli esperimenti su di lui, giusto?≫.”.

Logan si risvegliò in un mare di sudore, i pugni stretti e gli artigli sfoderati. Li fece scomparire proprio nel momento che Stephanie entrava. La donna andò accanto a lui:≪Logan, ti senti bene? Hai fatto un brutto sogno?≫. Logan la guardò, e annuì. Stephanie lo abbracciò:≪Stai tranquillo, è tutto finito adesso. Nessuno ti farà del male, te lo prometto.≫. ≪Non serve che mi prometti qualcosa che so...≫. Stephanie sospirò:≪Sei troppo superbo... Non so quanti anni hai, ma questo non ti da il permesso di maltrattarmi!≫. Logan sorrise:≪Scusami... A volte non mi controllo...≫. Stephanie si alzò, e uscì:≪Domani... Domani... Domani dovrai andartene. Mio marito tornerà dalla guerra...≫. Logan portò la mano alla piastrina che portava al collo. “ 458 25243. Wolverine... ”. “Chissà cosa voleva dirmi quel sogno...”.

Sogno, Sogno o realtà? Passato, futuro o... presente? Era il passato suo o di qualcun altro? Era il futuro che lo aspettava, o era il presente di un’altra persona? Quel bambino era muto, e lui non vedeva attraverso i suoi occhi.

Stephanie lo salutò:≪Non cacciarti nei guai!≫. Logan alzò una mano:≪Tranquilla, lo farò!≫. Stephanie sospirò, chiudendo la porta. Lo aveva trovato che vagava nella foresta innevata. Lo aveva accolto, nutrito ma non aveva scoperto niente su di lui. Aveva un qualcosa del lupo...

Logan camminò vicino alla strada ricoperta di neve ingrigita dallo smog, con solo quello che gli aveva regalato Stephanie addosso. Un vento caldo e puzzolente lo sorpassò, seguito da altri, e decise di allontanarsi dalla strada.

Era solo, non aveva soldi, cibo, e non sapeva dove andare. Quando fu abbastanza lontano dalla strada e dai suoi odori, chiuse gli occhi, e si fece guidare dall’istinto. Un vago odore muschiato... Un lieve trotto... Cibo.

Dopo aver ucciso e aver mangiato la carne calda del caribù, si rese conto di cosa aveva fatto. “Sono un animale” pensò, mentre puliva gli artigli. Un lieve scalpiccio della neve lo fece girare. Un lupo grigio, attirato dall’odore del sangue si avvicinò. Wolverine rimase seduto, immobile. Il lupo lo annusò, e si accorse di avere sbagliato. Wolverine fece un verso rauco, a metà tra un ringhio e una risata, che fece arretrare di un passo il lupo, ma la fame lo fece ritornare alla carica. Quando capì che non ci sarebbe stato pericolo, si avvicinò al caribù sventrato, annusò le interiora che Wolverine non aveva avuto il coraggio di toccare e si mise a divorarle avidamente. Wolverine lo osservò divertito, senza fare movimenti bruschi per non spaventarlo, ma udì uno sparo, e cadde a terra, colpito alla spalla da un mucchio di pallini di piombo. Il lupo alzò la testa, diede una leccata alla ferita di Wolverine, ma un secondo sparo lo fece scappare. Lacrime calde dal dolore si mischiarono al sangue suo, quello del caribù morto e la neve. I pallini gli martoriavano la carne, e finché non fossero stati estratti, non avrebbe potuto guarire. Un vecchio con un fucile corse verso di lui:≪Tutto bene?≫. “Andrà tutto bene quando ti avrò infilato quel maledetto fucile dove so io”. Pensò Logan, mentre il cacciatore lo aiutava a rialzarsi:≪Perdonami, giovanotto, ma non ho più la mira di una volta, sono diventato mezzo cieco... Però i lupi continuano a darmi fastidio e devo mandarli via in un qualche modo...≫. Logan alzò lo sguardo, fino a vedere che il vecchio portava degli spessi occhiali affumicati:≪Andiamo, ragazzo, ti porto nella mia casa... Qualcuno dovrà pur toglierti quei pallini...≫. La casa era poco lontana. Una baracca di legno con un camino di alluminio dal quale usciva fumo nero. L’interno era abbastanza squallido, con un letto, un armadio, una cucina a legna e un tavolo con un paio di sedie. Il vecchio fece sedere Logan, e gli tolse il giubbotto di pelle, quello che un tempo apparteneva al marito di Stephanie. Fece per toccare la ferita, ma con un ringhio, Logan si ritraè. ≪Faccio da solo≫. Fu la sua giustificazione. Si tolse la maglietta bianca ricoperta di sangue, e attese. Il vecchio, intanto, si era tolto anche lui il vecchio cappotto di pelle, e aveva preso una bottiglia e una pinzetta. Logan fece un respiro profondo, prima che la tortura cominciasse. Ringraziò il cielo che la pelle non fosse guarita sopra i pallini, altrimenti sarebbe stato difficile da spiegare, e doloroso da curare. ≪Sei pronto?≫. Logan annuì.

Non fece tanto male. Non più di quello che si era aspettato. L’unico rumore era quello del piombo dei pallini sul piatto di ceramica. Un punto per il vecchio. Non era un chiacchierone, e si faceva gi affari suoi. Non come Stephanie, che era tutta un “Stai bene? Ti sei fatto male? Come mai sei sporco di sangue? Dove hai preso quei coltelli?”. E le sue risposte erano sempre “Si, no, affari miei, sono nato così.”.

Il vecchio contò i pallini e gli fasciò la ferita:≪Settantacinque pallini. Beh, sei stato fortunato che non ci vedo quasi più, perché settantacinque pallini dei miei ti fanno rimpiangere di avere una schiena.≫. Mise a posto gli attrezzi, e uscì un secondo. Quando rientrò, aveva in mano due bottiglie scure:≪L’unico pregio dell’inverno è che è molto utile, quando non hai un frigorifero.≫. Stappò le bottiglie e riempì due boccali, e ne spinse uno sotto il naso di Logan:≪Birra, giovanotto, mai vista? E la mia è di ottima qualità. Bevi, e poi mi spiegherai che ci facevi in mezzo ai lupi.≫. Logan prese il boccale, dubbioso sulla qualità del liquido, ma un sorso gli fece cambiare idea. “Mi piace, questa birra”. Il vecchio finì per primo la sua, e rimase a guardare con i suoi occhi quasi spenti Logan. ≪Cosa ti porta qui, tra lupi, caribù e neve?≫. ≪Niente. Sono qui e basta.≫. ≪Sai dove andare?≫. ≪No.≫. ≪Hai soldi? O qualcosa di vagamente simile?≫. ≪No.≫. ≪Il tuo nome, almeno, lo sai?≫. ≪Sì.≫. Il vecchio si grattò la testa, ricoperta di capelli bianchi. ≪Sei un tipo strano, ma te la perdono. Sei stato in guerra? O almeno, sei stato arruolato?≫. Aveva visto la piastrina. Logan non potè nasconderla, e scosse la testa:≪Non lo so, esattamente. Avevo questa...≫. ≪Quando ti sei accorto di esistere?≫. Logan alzò la testa:≪Come lo sa?≫. Il vecchio si alzò, andò verso l’armadio, aprì un cassetto, e tornò con in mano una piastrina identica a quella di Wolverine. ≪356 77829, Tigereye. Nome umano, Johan McBury, il nome dell’uomo che viveva qui prima di me. E tu chi sei?≫. ≪458 25243... Wolverine...≫. Tigereye si tolse gli occhiali affumicati. I suoi occhi erano gialli e rossi, dalle vene pulsanti. ≪Non so cosa mi hanno fatto, ma non sono vecchio. Devo avere sulla quarantina, eppure, qualunque cosa mi abbiano fatto, mi ha fatto invecchiare e quasi accecare. La stessa persona che ti ha infilato tutto quel metallo nelle ossa.≫. Logan si guardò la mano:≪Come...≫. Tigereye si indicò gli occhi:≪Vista a raggi X. È un peccato, prima potevo vedere attraverso gli oggetti. Adesso vedo solo attraverso la pelle, se non indosso gli occhiali. Comunque, gli esperimenti sui mutanti non si fermeranno mai. Io lo so, e tu ne sei la prova, Wolverine. Se vuoi continuare il tuo viaggio, io non ti fermerò. Ma accetta una cosa...≫. Cercò di nuovo nel cassetto del’armadio, e tirò fuori un fascio di banconote. ≪A me non serviranno più, ma a te... Sei ancora giovane, e di sicuro le occasioni di spenderli non ti mancheranno. Scappa da qui, non rimanere a farti ammazzare... Wolverine...≫. Wolverine annusò l’aria:≪Il vento sta cambiando... Lo accompagnerò.≫. Tigereye scoppiò a ridere:≪Hai capito al volo, ragazzo... Fai un buon viaggio, e scordati di questo vecchio mutante che ha abbandonato una vita vera solo perché il mondo lo ha nascosto.≫.

≪Logan! Va tutto bene?≫. Wolverine si voltò verso Marvel Girl:≪Sì... Ma... non mi immaginavo che fosse ancora qui...≫. Attraverso i vetri appannati della vecchia baracca, poteva scorgere qualcosa come un corpo, ma non ebbe il coraggio di entrare e bussare, perché aveva paura di quello che avrebbe potuto trovare. Quindici anni erano tanti. Annusò l’aria, percependo l’odore acre di quello che stavano cercando:≪Sabretooth è andato di là. Sta scappando... Chissà perché!≫. Seguito dai compagni di squadra, si allontanò dalla baracca. Tigereye lo aveva visto, e non se ne dispiaceva:≪Sei cresciuto Wolverine... Quindici anni sono tanti...≫. E gli occhi del vecchio mutante si chiusero, soddisfatti di essere riusciti a vedere che Wolverine, il giovane mutante dal numero 458 25243, era riuscito a trovarla, la strada. In onore di Hugh Jackman, il “Wolverine” e per i suoi 39 anni. Auguri Wolvie!



Scritta prima che uscisse il film “X-men, Le Origini: Wolverine”
  
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