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Autore: Mercurionos    13/01/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 9 – I Saiyan Colpiscono Ancora, Parte 1 – Anno 1, 3/4 Termidoro
 
“Uffaaa! Sono stanca! Ci fermiamo da qualche parte?” Mirk si stava lamentando rumorosamente già da un po’ di tempo, ma la risposta rimaneva sempre della stessa qualità: “No.” “Stai zitta.” e senza dimenticare “Cammina, donna.” L’inconfondibile tatto di Vegeta non si smentiva mai. Mirk però non desistette: “Vegeta, adesso ci fermiamo!”
 
E Vegeta si fermò. E si girò, lentamente, verso Mirk: “Sono io in carica di questa missione. Continuiamo ancora per un po’.” Peccato soltanto che nel frattempo si era già seduta su una roccia, aveva acceso un piccolo fuoco e radunato gli altri membri del gruppo, offerto loro delle bibite e aperto un pacco di salatini. Vegeta era furioso: “Ah, è così che muore l’ordine? Sotto scroscianti sacchetti di patatine?”
 
Dopo che Vegeta si era riposato e rifocillato con gli altri, il gruppo si rimise in marcia attraverso le rocce ostili di Kagero. Il quarto e più grande pianeta del sistema assomigliava ad un’immensa distesa di pietre e sabbia, intervallata da rare montagnette coperte di neve. Nonostante l’aspetto desertico, il pianeta era caratterizzato da un clima freddo ed umido, tanto che l’acqua riusciva a rimanere liquida soltanto a basse latitudini. La debole e primitiva atmosfera era in grado di trattenere poco ossigeno, lentamente rinnovato dalle piccole colonie di alghe rossastre, sparse qua e là sulla infeconda superficie del pianeta. La squadra di Mirk era infatti costretta ad usare costantemente i respiratori per compensare la mancanza di ossigeno.
 
“Quanto pensi che ci metterà il pianeta a diventare come Neo Freezer?” Pump si rivolse a Radish, interessata dall’ambiente semisterile della piana che stavano attraversando. “Non saprei, il processo ci mette un bel po’, e qui è appena cominciato… Ehi, Tagoma!” Radish si rivolse al compagno di viaggio che lo stava seguendo con non poco sforzo.
“Sì, dimmi.”
“Sapresti dirmi quanto ci ha messo Neo Freezer a bioformarsi?”
“Il nostro pianeta? Mi sembra circa dieci anni. Il processo qui è iniziato da almeno due anni e… Aspettate, ho un segnale!”
Il gruppo si fermò di scatto. Mirk si accasciò a faccia in giù, affaticata dalla gravità elevata del pianeta. L’altro membro della squadra cinque, Namole, si avvicinò a Tagoma: “Vuol dire che mancano, quanto, dieci chilometri? In che direzione è?”
“Sono otto chilometri… Verso Sud-Est.”
 
“Finalmente!” Mirk si rialzò affaticata da terra, e Pump le diede una mano a rialzarsi. Radish si girò verso Vegeta per capire cosa avrebbero fatto: “Senti, Vegeta… Sono cosa adesso, quaranta ore che camminiamo? Siamo a metà del tempo a disposizione, abbiamo trovato il nostro obiettivo e fra meno di un’ora torna la notte. Accampiamoci qui, dai.” Vegeta non ribatté, ma si mise seduto a pensare, appoggiando il mento ad una mano. Dopo un attimo rispose, con tono sorprendentemente fiacco: “Va bene. Tirate su il rifugio e metteteci sotto questo.” Vegeta si voltò e tirò fuori dallo zaino una scatola di metallo, da cui spuntavano quattro piccole asticelle. Radish non sapeva cosa fosse, quindi attese chiarimenti da parte di Vegeta.
 
“Non l’abbiamo usato durante le altre missioni, ma è il pavimento per il rifugio. Genera uno scudo orizzontale fissato al pavimento. E se giri questa levetta… emette un campo antigravità. Impostalo circa a nove o dieci.”
“Non mi dirai forse che non sei più abituato alla gravità di Vegeta.”
“Trovo insopportabile la tua mancanza di fede nella mia forza, Radish.”
“E cosa vuoi farci, strangolarmi? Dai, vieni che preparo la cena.”
“Ci penso io, tu fai partire quel cacchio di proietta-pavimento.”
 
Dopo che il gruppetto aveva terminato di mangiare, Mirk fu la prima a prendere parola: “Ehi, Tagoma! Pensi che debba partecipare al torneo?”
Il ragazzo terminò di mettere a posto le posate, poi rispose alla fin troppo vivace ragazza: “Non saprei. Radish, voi partecipate tutti e tre?”.
Radish, il quale stava in modo poco sorprendente ancora mangiando, guardò un attimo Pump, che replicò con un noncurante cenno della testa. Per quanto riguarda Vegeta, non c’era certo il bisogno di confermare la sua voglia di combattere. Radish deglutì con non poco sforzo, e rispose: “Direi di sì. Ma che c’entra?”
Tagoma continuò la conversazione con tono distaccato e razionale, rivolgendosi a Mirk: “Non ha molto senso allora partecipare, non credi? Solo Vegeta mi sembra parecchio più forte di te.”
“Scherzi? Ehi Pump, accendi lo scouter e guarda il mio livello.”
Pump prese lo scouter dallo zaino, se lo mise sull’orecchio sinistro e cliccò il pulsante.
 
“Accipicchia.”
“Che c’è?” Radish si dimostrò interessato.
“Tò, guarda!” La ragazza gli lanciò lo scouter, senza aggiungere altro. Radish osservò il numerino che apparve sul display, accompagnato da un paio di suoni acuti.
“Oh porca… Non posso crederci.”
“Ecco perché fallirete.” Mirk ridacchiò in maniera quasi inquietante, attendendo una reazione del saiyan rannicchiato in un angolo del rifugio: “Allora, Vegeta. Non ti interessa sapere come battermi al torneo?”
 
Vegeta, che stava da qualche minuto tentando di nascondere il prorompente ingrossamento dell’arteria sulla propria tempia destra, alzò finalmente lo sguardo e disse a Radish: “Dammi lo scouter.” E Radish glielo diede.
 
Vegeta sbiancò. Un rivolo di sudore sostituì la tempia pulsante, congelando la mente del principe. Quasi terrorizzato, sbiascicò sommessamente un numero: “Otto… Mila?”
Radish tentò subito di sdrammatizzare: “Beh, Vegeta è in coma. Qualcuno vuole un dolcetto?”. Così, mentre Vegeta rimase fermo a fissare il terreno, rigido come le rocce che lo circondavano, il resto del gruppo ebbe il tempo di mangiare il dolce, andare in bagno, raccontarsi storie terrificanti come i ragazzi fighi degli anni ’80, dormire, rigirarsi nel sonno, svegliarsi, tutto senza il glorioso principe dei Saiyan, che aveva appena scoperto di essere più debole di un altro suo compagno di classe. Una donna, per giunta. Una donna decisamente gnocca.
 
La luce del mattino raggiunse in fretta il gruppo di studenti, che si risvegliarono in una landa desolata ricoperta da un sottile strato di ghiaccio. “Cosa è successo? Ehi Radish, svegliati!” Pump cominciò a scuotere piuttosto violentemente il compagno, che di risposta si svegliò di scatto, saltando per aria: “Cosa? Pump! Dove? Pericolo!”
“Stai calmo, non è successo niente! Guardati in giro piuttosto…”
“Eh? Ma cosa…? Quella è neve?”
 
Pump prese il proprio zaino e ne estrasse lo scouter; dopo esserselo messa all’orecchio, cominciò a scorrere tra le varie applicazioni del congegno. I penetranti bip dell’apparecchio svegliarono anche gli altri membri del gruppo. “Ma che… È già mattina, Radish?” Mirk fu la prima a lamentarsi. E anche la prima a rovistare nella sacca dei viveri. “Ehi! Cosa stai facendo? Aspetta un attimo che adesso mangiamo tutti.” Pump riuscì a fermare Mirk appena prima che fosse riuscita ad abbuffarsi.
“Scusate, ma Vegeta dov’è?” Namole si accorse dell’assenza di un membro del gruppo. Istantaneamente, tutti osservarono il sacco a pelo di Vegeta. Era vuoto.
 
“Merda! Merda! Dove si è cacciato adesso?” Radish era furioso. Volando a qualche centimetro dal pavimento, scrutava l’orizzonte in cerca del compagno mancante. In quel momento, Pump gli lanciò il proprio scouter: “Tieni, ho trovato il menu che cercavo.” Radish non ci pensò a lungo ed indossò lo scouter. Impallidì. Il display mostrava vari dati sull’ambiente esterno. Illuminazione, ora solare, umidità. E anche temperatura. Il valore negativo della temperatura spaventò il ragazzo saiyan. Radish restituì lo scouter, poi si rivolse a Tagoma: “Dov’è la giacca di Vegeta?”
 
Il ragazzo comprese subito i pensieri di Radish, e frugò rapidamente nel mucchio di vestiario accantonato su un lato del rifugio: “La sua giacca manca. Manca anche il suo scouter.” Radish esplose in un’imprecazione: “Brutto idiota! Strapezzente e Cafone!”
“Chi è cafone?” Una voce distorta rispose da un angolo della stanza. Radish si lanciò sul suo zaino e tirò fuori il suo scouter. Era acceso.
 
“Vegeta! Dove cavolo sei?” Radish cominciò a parlare con Vegeta tramite lo scouter. Rapidamente gli altri presenti si avvicinarono a lui per origliare.
“Mi sto allenando. La gravità qui è bella alta.”
“Ma sei scemo? Ci sono venti gradi sotto lo zero!”
“Ho la mia giacca.”
“Aaargh! Dimmi dove sei!”
“Datti una calmata, plebeo. Sono otto chilometri a Sud-Est da voi.”
“Otto chi… Tu…!”
“Hai finito o no, Radish?”
“Ti odio.”
“Lo so.”
 
Bip. La chiamata si interruppe. Tagoma, dopo aver esaminato lo schermo del suo scouter, confermò i dubbi di Radish: “Sì, si trova a due passi dal nostro obiettivo.” Radish stette in silenzio per un po’, poi si rivolse agli altri due ragazzi: “Riuscite a starci dietro se voliamo?”
Tagoma non rispose, e Namole scherzò sull’argomento: “Se non superate la barriera del suono, direi di sì.”
Tutti e cinque fecero in fretta colazione, si vestirono, smontarono il rifugio e balzarono in aria, pronti a raggiungere Vegeta.
 
Dopo un breve ma faticoso viaggio in volo, Mirk individuò Vegeta in mezzo a delle alture: “Eccolo lì! Scendiamo!”
“Finalmente! Non ce la faccio più.” L’elevata gravità di Kagero aveva stancato in fretta Namole, che non si era ancora abituato a volare con la tecnica di volo.
Vegeta stava facendo piegamenti su una mano nella neve, quando si accorse che cinque paia di occhi lo stavano fissando: “Siete arrivati, allora.” Vegeta non ebbe però il tempo di scherzare: il suo scouter emise di punto in bianco un singolo suono, e il ragazzo si catapultò rapidamente in aria. Una violenta esplosione scaraventò verso il cielo neve e terra, proprio nel punto in cui si trovava Vegeta solo un attimo prima.
 
“Vi siete bevute il cervello!? Perché cavolo mi attaccate alle spalle?” Vegeta atterrò con poca delicatezza di fronte a Mirk e Pump, le quali erano ancora in posa d’attacco con le braccia distese davanti a loro. “Qui il cretino sei solamente tu! Deficiente!” Pump sembrava decisamente furibonda, tanto che sparò nuovamente un colpo di energia verso Vegeta. Questi respinse l’attacco con un disinteressato gesto della mano, e si avvicinò alla compagna: “Sono benissimo capace di badare a me stesso, feccia.”
 
Pump si zittì. Tutti si zittirono. Anche Vegeta. In un istante, tutta l’arroganza svanì dal volto del principe, sostituita da un’espressione di velato spavento. Si era reso conto di aver esagerato? Poco importava, perché pochi secondi dopo un pugno ben assestato raggiunse il suo naso. Vegeta rimbalzò un paio di volte sul terreno congelato di Kagero prima di arrestarsi.
 
Radish non ebbe il tempo di comprendere il suo gesto. Immobile, con il pugno ancora contratto dinanzi a sé, guardava infuriato il corpo di Vegeta accasciato sul suolo. Solo poi cominciò a tremare. Era finita. Basta. Era morto. Ora Vegeta si sarebbe alzato e avrebbe cancellato la sua esistenza. Anche tutto il pianeta, se il principe dei saiyan avesse voluto.
 
Vegeta si alzò, appoggiandosi alle proprie ginocchia. Inclinò un paio di volte il collo, fino a quando non lo sentì scrocchiare. Radish cominciò a tremare ancor più violentemente, ma nessuno ebbe il coraggio di dire qualcosa.
“Un giorno ti sbaglierai anche tu e spero solo di essere lì – Vegeta fu il primo ad aprire bocca – Volevi esserci quando facevo uno sbaglio? Beh, forse ci siamo, Radish.”
 
Vegeta si raddrizzò, scostò la neve dalle sue spalle, poi si avvicinò agli altri due Saiyan. Radish e Pump scambiarono vicendevolmente un rapido sguardo con Vegeta.
Il silenzio confuse ancor di più i presenti. Non che fosse chiaro che cosa di preciso confondesse gli studenti del N.I.S.B.A.: la reazione pacata di Vegeta, quasi simile ad una scusa; lo scatto incredibile d’ira di Radish, che era per lo meno riuscito a colpire il principe saiyan; il fatto che fossero ancora tutti vivi, nonostante la presenza di Vegeta.
 
Finalmente Mirk trovò il coraggio di parlare: “Sei proprio una canaglia, Vegeta.”
“Non esagerare, ragazza.” Vegeta rivolse un’occhiata gelida alla collega, ma stranamente accompagnò il gesto con un lieve sorriso. Probabilmente Vegeta se ne accorse, dato che girò subito la testa e indossò il respiratore, che non gli serviva, in modo che nessuno potesse vederlo in faccia.
 


Note dell’Autore:
A quanto pare, QUALCUNO ha guardato Star Wars prima di partire per la missione…
 
Se vi siete accorti che siamo di nuovo su un pianeta ghiacciato, vi chiedo scusa, ma lo spazio è dannatamente freddo. Chiedo venia per la banalità della scelta.
 
Abbiamo anche incontrato Tagoma, oggi! È esattamente come ve lo immaginate, Un nerd. Come noi.
 
Non perdetevi assolutamente il finale della missione! Perché mai i sei studenti sono su un pianeta poco lontano?
 
8000, accipicchia!
   
 
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