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Autore: Harry Fine    13/01/2020    3 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
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Quando King riaprì gli occhi, per un attimo attorno a sé vide tutto nero: il suo corpo era in qualche modo diverso, lo poteva sentire, ma non riusciva a vedere un cavolo! Si tastò immediatamente il volto per capire cosa fosse successo e sotto il polpastrelli sentì la stoffa vellutata di una benda.

Rimase un attimo confuso, ma poi ricordò cosa era successo: l'assalto alla prigione, il Dottor Ishley, l'arrivo al Bunker, tutte quelle spiegazioni cervellotiche e… la sua trasformazione in uno Yorha!

Si guardò di nuovo le mani, rendendosi conto subito dopo che riusciva effettivamente a vederle nonostante portasse quella benda e questo gli diede conferma: era un androide. Non aveva idea di come fosse possibile… ma lo era.

Ricadde pesantemente sul lettino. 《King Evans, in che razza di casino ti sei cacciato stavolta?》 Si chiese, dandosi le mani in faccia, prima di accorgersi di non essere solo.

Accanto al suo lettino ce n'erano altri. Tanti e tanti altri, ognuno con un androide apparentemente addormentato sopra; tutti avevano delle divise nere con inserti bianchi simili alla sua e su ogni volto era ben evidente una benda. Ma doveva esserci qualcun altro sveglio come lui, perché sentì distintamente un rumore di passi delicati avvicinarsi, probabilmente di una donna visto il ticchettio dei tacchi.

Infatti poco dopo vide arrivare una giovane donna, anche lei un'androide, giudicando dal vestito nero che portava; era minuta e dalle forme delicate, il viso dai tratti orientali era incorniciato da un caschetto capelli candidi come la sua pelle, lasciata scoperta dallo scollo a barca e gli spacchi laterali del vestito, sotto al quale portava dei lunghissimi stivali a tacco alto.

Tra le mani guantate teneva una cartellina e appena lo vide muoversi si avvicinò con un sorriso. 《Ciao! Ben svegliato, unità 56B, come ti senti?》 Gli chiese.

Lui la osservò per un attimo confuso; come lo aveva chiamato?《Chi… chi sei tu? Quanto tempo è passato?》

Lei controllò i fogli. 《Il mio nome è Momoko Takashi, ma sono conosciuta come l'unità 11H del progetto Yorha, un modello predisposto per uso medico, mentre tu invece, King Evans, sei stato rinominato 56B, un modello da battaglia, e hai subito la tua transizione esattamente un mese fa.》

 

Il ragazzo battè le palpebre, mentre si metteva seduto, cercando di metabolizzare. Un mese, aveva passato un mese a dormire in quell’enorme scatola per sardine.

《Che succederà ora?》 Chiese alzandosi, mentre la ragazza gli faceva segno di seguirlo.

《Molto presto verremo mandati tutti in superficie per combattere. La situazione a Chicago… non è positiva: ci sono state moltissime vittime tra i civili, la città è un cimitero ormai. Tutti i superstiti che non si sono offerti per il progetto Yorha sono stati prelevati e portati in salvo: molto presto verranno espatriati con gli altri cittadini del mondo.》

《Espatriati?》 Chiese King, facendo del suo meglio per non perdere l'orientamento in quel cunicolo gigantesco di corridoi bianchi.

La ragazza annuì. 《Andranno via dalla Terra: a quanto pare i creatori del progetto Yorha hanno predisposto navicelle spaziali per portare tutti sulla Luna, dove verranno trasformate in abitazioni per loro fino a quando non avremo vinto la guerra, così che le battaglie possano causare ulteriori vittime tra gli umani.》

Il ragazzo non seppe che dirle, ormai dopo tutto quello che era successo non si stupiva più di nulla: se loro erano stati trasformati in androidi, il fatto che le persone sarebbero andate a vivere sulla Luna doveva essere una bazzecola.

 

Momoko lo condusse velocemente in una sala ancora più grande di quella in cui avevano accolto lui e gli altri carcerati la prima volta, solo che questa era piena di persone: c'erano otto stendardi neri, ognuno con sopra una lettera, B, C, D, E, G, H, O e S, e sotto di essi si erano formati dei grandi gruppi di Yorha, che osservavano l'enorme schermo proiettato sul muro.

King riconobbe lo chignon rosso della guardia volontaria, Becky Kater, sotto quello col simbolo G, ma non vide altre facce conosciute.

La ragazza orientale accanto a lui gli sorrise un attimo. 《Non devi essere nervoso, vedrai che andrà tutto bene durante la battaglia.》

Lui non sapeva esattamente se quello che sentiva era nervosismo, ma annuì ugualmente mentre la guardava allontanarsi verso il gruppo sotto il simbolo H: quella era la sola persona che gli si fosse mostrata cortese in anni! E inoltre sembrava che anche lei avesse bisogno di farsi coraggio.

 

Si avvicinò anche lui al gruppo sotto il simbolo B e rimase in attesa fino a quando non si aprì l'ennesima porta si aprì sul muro e un manipolo di persone vestite stranamente di bianco fece la sua entrata.

King notò immediatamente che tra di loro c'era il Dottor Ishley, insieme a vari uomini e donne che dovevano essere i suoi colleghi, ma due figure in particolare attirarono il suo sguardo: un uomo e una donna che emanavano autorità da ogni poro.

Il primo aveva un ghigno sicuro di sé, i lineamenti marcati e spigolosi e i capelli castano chiaro tagliati corti e anche se non aveva una benda la sua  candida tenuta attillata, composta da una giacca militare senza maniche, pantaloni a zampa e guanti, lo identificava come Yorha.

L’altra invece, un'androide anche lei apparentemente, era una bella donna dal fisico giunonico, dato dal seno importante, l'alta statura e i fianchi larghi. Aveva lunghi capelli platinati legati in su e una tenuta bianca più simile ad un vestito da sera a maniche lunghe, stivali fino alle cosce e guanti.

Lei si fece avanti. 《Ben Svegliati, coraggiosi volontari. Io sono il generale Weiss e lui è mio fratello, il colonnello Schwarz; siamo stati entrambi scelti per guidare il Bunker e l'esercito dell’America del Nord per la durata della guerra e abbiamo chiamato tutti voi che avete già ripreso conoscenza per informarvi su ciò che è successo durante la vostra stasi.》

Il fratello si fece avanti. 《Chicago è stata invasa quasi completamente nel giro di pochi giorni. Lo stesso vale per Seattle, Los Angeles, New York, San Francisco e molte altre. E la stessa situazione si sta verificando anche in altri continenti. Le biomacchine hanno attaccato a sorpresa e fatto strage della popolazione; la parte restante si sta dirigendo verso le misure di fuga in questo momento.》

 

Dietro di lui sullo schermo venne proiettata l'immagine di decine di persone dirigersi verso quelle che sembravano delle enormi navi spaziali simili a quelle dei film.

《Presto partiranno tutti alla volta della Luna, mentre noi resteremo qui e lanceremo tra tre ore il nostro primo attacco contro quei mostri proprio qui a Chicago.》

La notizia alzò un chiacchiericcio in parte eccitato e in parte timoroso da parte degli Yorha, condiviso anche da King: sapeva che alcuni sarebbero morti, ma se avrebbero aspettato così poco voleva dire che erano pronti. E poi era curioso di vedere cosa sapesse fare quel corpo. Non aveva sentito praticamente nulla di diverso, se non la consistenza sintetica della pelle, ma forse in battaglia sarebbe stato diverso.

Vide i due fratelli scendere da quella specie di palco su cui stavano, mentre il pavimento si apriva e un assortimento di armi a dir poco mastodontico fece la sua comparsa.

A quella vista, il ragazzo sentì di volerne assolutamente una per sé, non importava quale, e gli altri androidi dovevano essere d'accordo, perché si avvicinarono tutti con aria impaziente.

King, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò davanti ad una lunga spada  giapponese dalla lama bianca: aveva il filo era dritto, un’elsa nera finemente decorata e appena la prese in mano si adattò perfettamente, lasciandolo sorpreso. Si sarebbe aspettato un peso immane o qualche tipo di difficoltà, invece era leggera e maneggevole per il suo pugno.

Vide poco lontano Momoko prendere in mano delle armi molto singolari, degli eleganti ventagli dall'aria letale, mentre la guardia Becky imbracciava un lungo fucile di precisione.  Poco dopo, tutti i presenti avevano scelto e il generale e sua sorella li osservavano soddisfatti.

《Ora che siete armati, la guerra comincia; dirigetevi all'hangar e prendete gli aereoscheletri, molto presto la battaglia inizierà. Ovviamente sarà un conflitto molto lungo e ci saranno difficoltà e morti, ma grazie a voi la Terra verrà liberata dai suoi invasori. Gloria all'umanità!》 Esclamò la donna portandosi la mano al petto.

《Gloria all'umanità!》 Risposero d'istinto tutti gli androidi, replicando il gesto, per poi riversarsi verso i fantomatici Hangar.

 

King credeva di non avere idea di dove stesse andando, ma invece si mosse sicuro fino ad uno spazio simile ad una grande pista di lancio in cui si trovavano delle strane navicelle: grandi il triplo di una persona, dotate di grandi ali rigide, oltre che di parti fatte per ricordare braccia e gambe e con uno spazio aperto sufficiente per un androide. Dovevano essere gli aereoscheletri.

Il ragazzo ci salì e di colpo dei componenti si aprirono come a fungere da supporto affinchè non cadesse, facendo tornare quella sensazione di profonda eccitazione che aveva sentito quando aveva impugnato la sua spada. E il momento del decollo fu ancora migliore!

Si muovevano nell'aria con una tale naturalezza che sembrava quasi lo facessero da sempre! Però la loro attenzione fu attirata da un’interfaccia che si aprì davanti ai loro volti, mostrando la faccia del colonello.

《Yorha, il bersaglio che dovrete raggiungere in volo è situato nella prigione in cui sono apparse le biomacchine la prima volta. Ce n'è una grande concentrazione e sarà il primo passo per scacciarle, ma non potrete usare gli aereoscheletri a causa delle difese antiaeree, dovrete farlo da terra. Le unità B, C, D ed E saranno la parte principale della carica, mentre le G e C adatte a combattere a distanza forniranno copertura. Le unità S saranno nelle retrovie e le H dovranno rimanere distanti il più possibile e fornire supporto fuori dalla mischia.》 .

Tutti annuirono e continuarono a sorvolare Chicago fino ad arrivare alla prigione, trovando ad aspettarli quella che pareva una città fantasma: gli edifici erano già stati danneggiati e scoperchiati in maniera seria, le strade erano costellate di spaccature e macchie rosse di sangue rappreso.

Anche il loro obiettivo non era messo meglio, visti i muri spaccati e le recinzioni distrutte, ma a King provocò un sorriso: aveva odiato quel posto con tutto sé stesso, vederlo ridotto in rovina era un piacere. Ma sicuramente non lo era la vista delle centinaia di biomacchine che brulicavano ovunque; avevano invaso la città nel giro di un mese!

 

Scesero tutti di quota, iniziando a disporsi come gli era stato ordinato e lui strinse la sua spada appena si dispose tra le linee: tra poco avrebbero cominciato a combattere e anche se sentiva di nuovo quell’eccitazione, sperava seriamente che quel corpo fosse all'altezza delle aspettative. Lui sarebbe rimasto vivo e avrebbe finalmente riavuto la sua libertà una volta finita quella storia!

Le biomacchine, appena sentirono i loro passi, si girarono e quegli inquietanti occhi vuoti si illuminarono di rosso, mentre un esemplare di piccole dimensioni iniziava a muoversi veloce verso di loro.

Un secondo dopo un proiettile lo perforò e quello esplose, dando il via alla battaglia! I loro nemici emersero da sottoterra, da davanti e scesero persino dal cielo, cogliendoli di sorpresa, ma vennero accolti da frecce e proiettili, mentre le loro lame facevano il resto.

King si muoveva leggero, più veloce di qualsiasi umano, attaccando la sua spada senza sforzo, tagliando, trapassando e spezzando qualunque biomacchina gli capitasse a tiro. Ormai aveva capito che oltre al corpo dovevano anche avergli impiantato delle tecniche di combattimento, ma non si sarebbe mai aspettato di sentirsi così!

Era ancora meglio che drogarsi! Quella sensazione di fare nemici a pezzi, di vedere quella ferraglia tranciarsi come burro… lo riempiva di estasi! Ne voleva ancora e ancora!

Continuò ad avanzare, ma un nemico alto circa due metri e mezzo gli si piazzò davanti, cogliendolo di sorpresa con un pugno e risvegliandolo da quella sensazione assuefacente. Si rese conto subito che moltissime biomacchine erano state uccise, ma anche molto androidi giacevano per terra in pozze di olio rosso coi petti trapassati o arti tagliati.

《Cazzo!》 Imprecò, alzando poi la spada per bloccare l'assalto del suo nuovo nemico. Sapeva che c'era la possibilità di essere stato in qualche modo… riprogrammato, ma non in quel modo! Li avevano resi dipendenti dal comabattere! Se solo fossero stati lì, probabilmente avrebbe fatto fuori quei cretini del progetto Yorha.

 

Spinto dalla rabbia, tagliò via il braccio della macchina davanti a lui, rifilandole poi un calcio, ma un Sai sbucato dal nulla la raggiunse nella testa prima che lui potesse attaccare ancora.

《Lieto di aiutare.》 Disse una voce fin troppo conosciuta alle sue spalle. Ishley era davanti a lui, con i capelli sciolti, e un lungo completo nero in stile vittoriano composto da una mantella elegante, pantaloni aderenti e gilet pieni di cinghie con sotto una camicia bianca, guanti e stivali alquanto lunghi, ma soprattutto la benda che lo contraddistingueva come Yorha e Un Altro Sai In Mano.

Lui sorrise davanti alla sua faccia sbigottita e recuperò la Sua Arma. 《Unità 1S, per servirvi.》 Disse con un Inchino.

L'altro gli avrebbe volentieri tirato un pugno in faccia e poi fatto di mille domande, ma un poderoso scoppio li portò entrambi a girarsi; una gigantesca biomacchina dalle gambe simili a quelle di un grillo stava falciando via tutto quello che incontrava a suon di cannonate!

I due si guardarono e partirono subito verso il nuovo obiettivo, ci sarebbe stato tempo per parlare più tardi, ma entrambi vennero di colpo superati da un'altra unità, un ragazzo imponente e con una montagna di muscoli che reggeva in mano uno scudo a Torre grande come una persona.

Sfondò le linee nemiche come se fosse stato un Bulldozer, mentre lame e proiettili sembravano rimbalzare su di lui, dirigendosi verso la macchina più grossa, accompagnato da quello che sembrava un ragazzino alquanto minuto armato di spada e una giovane alta, dai voluminosi capelli rossi e con una enorme falce in mano.

 

Si aprirono la strada a colpi d’arma senza fermarsi e King ed Ishley si accodarono immediatamente, cercando di tenere a bada più macchine possibile: la battaglia non sembrava star andando troppo bene. Entrambi saltarono addosso ad un'altra di quelle biomacchine con le gambe da grillo, distruggendola davanti agli altri tre, causando un'esplosione che spazzò via molti dei nemici vicini e permise a tutti e cinque di entrare nell'edificio.

《Grazie. Non avremmo retto ancora per molto.》 Disse il ragazzo altissimo, spostando i lunghi capelli castani e frisé dal viso bendato, mentre la giovane donna dai lunghi capelli rossi e il ragazzino, un biondino pallido dall'aria agguerrita, guardavano oltre la parete.

Un numero massiccio di biomacchine brulicava nelle stanze ed erano tutti raccolti intorno ad uno strano macchinario scintillante.

《Quello è il nostro obiettivo.》 Sussurrò Ishley indicandolo.

《Si tratta di un server per la rete nemica, serve a coordinarli. Le lo facciamo saltare, tutte le macchine in un certo raggio smetteranno di funzionare.》

《Ci occorre un diversivo allora.》 Disse allora la ragazza con un marcato accento russo.

《Lasciate fare a me.》 Disse il ragazzino, mentre dalle sue mani iniziavano ad emergere delle specie di lunghi fili dorati. 《Come Scanner, li posso hackerare e far esplodere a piacere.》

《Permetti che ti dia una mano allora.》 Commentò il dottore, mentre dalle sue dita emergevano le stesse propaggini. L'altro sembrò guardarlo storto per un attimo, ma annuì ed entrambi si mossero silenziosi lungo il muro, mentre gli altri tre si preparavano. Appena le esplosioni sarebbero cominciate, avrebbero dovuto attaccare.

 

Un attimo dopo, una sequenza di botti diede loro il segnale e scattarono insieme, evitando le schegge di ferro rilasciate dagli scoppi, e dirigendosi verso il Server.

La falce, la spada e lo scudo fecero a pezzi tutto ciò che gli passava davanti e alla fine si piantarono nel macchinario. L'esplosione che seguì li scaraventò via subito.

King con la vista annebbiata vide le pareti attorno a lui crollare e le biomacchine immobili. La ragazza si lanciò nella voragine per salvarsi dal crollo e il ragazzone, tenendo il biondino in spalla, correre via. Ishley non era da nessuna parte, ma doveva fuggire anche lui!

Provò a tirarsi su, ma sentì un forte dolore alla gamba che lo fece crollare, mentre del liquido iniziava ad uscire. Maledizione, non poteva morire così!

Tentò nuovamente di mettersi in piedi, ma poi sentì due paia di braccia prenderlo per le spalle e trascinarlo via, fino a quando non fu fuori dall'edificio ormai distrutto. 《Tranquillo, ora va tutto bene.》 Disse una voce maschile e rassicurante.

   
 
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