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Autore: Ghostclimber    13/01/2020    7 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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-Cosa cazzo mi è venuto in mente.- mormorò Rukawa mentre si lasciava trascinare dalla folla.

-Ehi, Kitsune, non rimanere indietro che se no ti ritroviamo dopodomani!- sbraitò Sakuragi; una mano spuntò dalla folla e ghermì la maglietta di Rukawa.

-Dai, da dove vuoi cominciare?- chiese Sakuragi.

-Fai tu.- rispose Rukawa, cercando invano di mostrarsi entusiasta.

-Dai, il Tensai ti sfida al tiro a segno! Vieni, Haruko-chan!- Rukawa prese Sakuragi per un polso e piantò i piedi a terra: -Ehi, mi molli la maglietta sì o no?- Sakuragi si voltò, mano nella mano con Haruko, e disse: -Oh, scusa. Pren... AHIA!- il polso di Sakuragi era appena stato intrappolato da Mito, che con una faccia decisamente fin troppo esaltata urlò: -HANA! Al tiro a segno mettono in palio un pupazzo a forma di Kurt Cobain, me lo vinci? Daiii!

-Sì, va bene, te lo vinco, tutto quello che... OI!- Mito cominciò a trascinare via Sakuragi, e Rukawa si sentì per un istante smarrito. Poi, una manina si chiuse sul suo polso, e la voce di Haruko disse: -Non dividiamoci!- di malavoglia, ma concordando con la decisione di restare uniti in quella bolgia malefica che era il luna park di Yokohama, Rukawa rigirò il braccio e prese la mano di Haruko, lasciandosi trascinare verso il banchetto del tiro a segno.

Non fece in tempo a riprendersi dalla corsa e dagli insopportabili ma inevitabili strusciamenti contro gli sconosciuti, che già Sakuragi gli stava agitando davanti alla faccia un fucile e una pistola: -Allora, Rukawa, preferisci corto o lungo?- Rukawa ghermì la pistola, sentendosi arrossire.

-Ah, hai ragione...- affermò Sakuragi con aria saggia, caricando i pallini di plastica nel fucile, -Non importa quant'è lungo, importa come lo sai usare!

-Già, chi non è capace invece punta sulla lunghezza. Parli per esperienza?- rispose a tono Rukawa. Mito era spalmato sul bancone del tiro a segno, mezzo soffocato dalle risate, e Haruko era impietrita, con le guance di un discretissimo bordeaux. -Ah sì? Vedremo chi non lo sa usare, adesso.- Sakuragi rivolse a Rukawa un sorriso che lo fece sentire grato a tutte le persone che lo circondavano: senza un adeguato sostegno, probabilmente sarebbe stramazzato a terra per l'emozione. Il rosso si voltò, si portò il fucile alla spalla con un movimento languido e sparò cinque colpi. Tutti andarono a segno. Rukawa spalancò la bocca per lo stupore e Haruko disse: -Wow!

-C'è un motivo se ho chiesto a lui di vincermi il pupazzo!- affermò Mito, gonfiandosi di orgoglio per l'amico, che dopo aver ricevuto un bacio da Haruko come premio per il proprio valore si voltò di nuovo e riprese a sparare.

Rukawa si mise di fianco a lui, a gambe divaricate, con la pistola tra le mani tese; sparò un colpo e rischiò di accecare il proprietario della bancarella, che protestò: -Ehi! Ragazzo, fai attenzione!- Sakuragi, sparato il quindicesimo colpo e abbattuto il quindicesimo microscopico bersaglio, si voltò verso Rukawa, che era arrossito per la vergogna: -Come cazzo stai tenendo quella cosa, scusa?

-Che ne so! L'avrò visto in tv!- Sakuragi sospirò.

-Nel basket sei bravino, ma in questo proprio no.

-Bravino un caz... che cazzo fai?!- Rukawa si irrigidì al tocco della mano di Sakuragi sulla propria e oppose resistenza. Sakuragi disse: -Scemo, ti sto insegnando a sparare. Metti giù il braccio sinistro, quello non ti serve. Tienilo per le pippe.

-Non sono mancino.

-Metti che la destra è impegnata.

-A far cosa, a cambiar canale?

-Metti che non sei da solo, una volta tanto.- Sakuragi prese la spalla sinistra di Rukawa e la tirò indietro; sollevò il suo braccio destro fino a portare la pistola all'altezza dei suoi occhi e gli si accostò all'orecchio: -Chiudi l'occhio sinistro. Col destro guarda la canna della pistola, e fa' in modo che sia al centro del bersaglio. Punta un po' più verso il basso e premi il grilletto.- Rukawa mosse la mano, grato del fatto che ci fosse ancora quella di Sakuragi a reggerlo. Se l'avesse lasciato, lui avrebbe cominciato a tremare in maniera incontrollata: con lui così vicino, a sussurrargli nell'orecchio, si sentiva sull'orlo di lacrime commosse e sentiva che sarebbe potuto morire felice se un terremoto avesse scelto proprio quel momento per spaccare in due la terra e risucchiarlo.

Sparò, e il pallino colpì il bersaglio quasi al centro, senza tuttavia farlo cadere. Sakuragi gli mollò una tremenda pacca sul braccio e disse: -Vai così! Il Genio è un Genio anche ad insegnare!

-Solo perché l'allievo è dotato, Do'aho.- ribatté Rukawa, piccato. Sakuragi rise e riprese in mano il fucile. Con fatica, Rukawa riuscì a piazzare una ventina di colpi su cento, e il proprietario della bancarella, intenerito, gli diede in premio un portachiavi a forma di volpe.

Sakuragi, invece, l'aveva completamente sbancato. Aveva fatto centro pieno con tutti i colpi, cosa che l'aveva promosso al round finale: in un minuto, doveva centrare quanti più bersagli in movimento riusciva. Mise a segno trentacinque colpi su quaranta. Il proprietario, impressionato, si sfregò le mani: lo spettacolo aveva richiamato una bella folla, e molti avevano dichiarato di volerci provare. Strinse la mano a Sakuragi, gli piazzò in mano dei pupazzi e si rivolse al cliente successivo, già pregustando lauti guadagni.

-Youhei, ecco il tuo Kurt Cobain. Haruko-chan, una Baby Spice per te! To', Rukawa, così non ti dimentichi di me!- sorpreso e col cuore in gola, Rukawa si trovò tra le braccia una scimmietta di peluche grande come un pallone da basket; prima che potesse ringraziare o tentare una battuta, Sakuragi si era già chinato per lasciarsi baciare da Haruko, felice e orgogliosa del fidanzato.

Soddisfatto, Hanamichi trascinò tutti sulla nave dei pirati, sul tagadà e sui go-kart, poi Haruko insistette per salire sul Brucomela. Discussero per un po', poi con un colpo al cuore Rukawa vide Sakuragi allontanarsi da Haruko, e la ragazza che si dirigeva verso la discutibile giostra insieme a Mito, un po' rabbuiata.

In silenzio, Sakuragi si mise di fianco a Rukawa, che gli lanciò uno sguardo interrogativo. Sakuragi disse: -Si è arrabbiata per le battute di prima.

-Quali battute?- chiese Rukawa. Era tutto il giorno che Sakuragi non stava zitto un attimo.

-Quelle al tiro a segno. Quelle sulle seghe. Pensa che le ho dette per vantarmi che... ah, ma tu non lo sai. Io e lei finalmente abbiamo fatto qualcosa!

-Oh!- fece Rukawa, sentendosi sprofondare. Suo malgrado, non riusciva a non immaginare la mano di Haruko che si chiudeva sul pene di Sakuragi, e si sentiva bruciare di gelosia. -Sono contento per te.- aggiunse, con voce spezzata. Sakuragi gli passò un braccio sulle spalle: -Vedrai che prima o poi il tuo bello cederà al tuo fascino.

-Come no, quando mi farò crescere una vagina.- ribatté Rukawa di getto. Sakuragi non sembrò trovare una risposta; si limitò a stringergli un po' di più le spalle.

-Comunque non avrei mai fatto il collegamento.- disse Rukawa, quando finalmente gli parve di essere riuscito a ingoiare le lacrime.

-Infatti, non mi riferivo a quello. Figurati se vado in giro a dire una cosa del genere.

-Infatti.- disse stupidamente Rukawa, aggrappandosi alla scimmietta di pezza. Dopo qualcosa come seimila anni di attesa, finalmente Haruko e Mito scesero dal Brucomela e Mito annunciò: -Hana, Haruko ti deve dire una cosa!- la ragazza arrossì, e Sakuragi la guardò in apprensione.

-Ho sbagliato ad arrabbiarmi, Hana-kun. Erano solo delle battute con un amico, e non una presa in giro per... cose che...- Haruko stritolò tra le mani il pupazzo delle Spice Girls e guardò di sottecchi Rukawa, che disse: -Ma tu non eri una mia fan?

-Eh?- chiese lei, sconvolta, sbattendo le palpebre.

-Uno mi prende in giro perché non sono fidanzato e tu non mi difendi?- ribatté Rukawa. Non sapeva da dove gli uscisse quella prontezza di spirito, ed era sulle spine: prendendosi confidenza con Haruko avrebbe potuto far indispettire Sakuragi, oppure la cosa gli avrebbe fatto piacere. La verità era che l'unica altra cosa che avrebbe voluto dirle era “Stupida testa di cazzo, darei un braccio per essere al tuo posto, e me ne vanterei anche”. Dopo un eterno istante di sospensione, Haruko sembrò rilassarsi e rise emozionata. Percosse giocosamente Sakuragi con il pupazzetto e disse: -Cattivo Hana-kun! Prendi in giro Rukawa!

-Eh, non è colpa mia se non vuole approfittare della sua posizione!

-Te l'ho già detto, gradirei mettermi con qualcuno che possegga della materia grigia!- ribatté Rukawa. Mito rise: -Buona fortuna a trovare della materia grigia a Kanagawa!

-Fly down,- consigliò Noma, -Comincia a puntare ad una che non ti abbia mai dato del mestolone.

-O del maschione.- aggiunse Takamiya.

-O del cotechino.- infierì Ohkusu. Rukawa li guardò uno ad uno, scettico, ma non sembrava esserci malizia o cattiveria nelle loro battute.

-Conviene che mi trasferisco.- bofonchiò, e Sakuragi rise forte.

-Che ne dite, facciamo un giro sulla ruota panoramica?- chiese Sakuragi. Takamiya, già provato dal tagadà e per niente incline a starsene appeso a venti metri d'altezza, sbiancò e disse: -Io mi sa che vado ad assaggiare le frittelle!

-Ma l'hai appena fatto!- disse Mito.

-Sì, ma non ho capito bene il sapore...- ribatté Takamiya, con aria da intenditore.

-Vengo con te!- dissero all'unisono Noma e Ohkusu.

-Ci vediamo tra un mezz'oretta alla casa degli orrori?- propose Hanamichi. Tutti concordarono, e Rukawa seguì Haruko e Sakuragi al fianco di Mito, che gli si avvicinò e disse: -Lasciamoli soli...

-Nh.- ribatté Rukawa, per niente incline a farlo. Ma sapeva di non poter pretendere che Sakuragi sacrificasse un momento romantico in compagnia di Haruko per trascorrerlo con lui. Acquistarono i biglietti, e con un peso sul petto Rukawa vide Sakuragi e Haruko che si chiudevano in una delle cabine. Si rifugiò nella successiva insieme a Mito, e con sommo dispiacere notò che dalla loro non si vedeva la prima. Trattenne un sospiro di delusione: non poteva certo esporsi di fronte al migliore amico del ragazzo che amava.

-Vedo che ve la intendete bene, tu e Hana.- disse Mito poco dopo. La cabina si fermò con uno scossone: il giro in ruota panoramica comprendeva una sosta di due minuti in cima, e questo significava che il giro sarebbe stato atrocemente lungo perché ogni cabina doveva fermarsi. Rukawa rimpianse di non essere andato anche lui ad affogare la propria sofferenza con una disgustosa, cicciosissima frittella ripiena di Nutella.

-Nh.- rispose a Mito, che sorrise: -Guarda che non mordo, se parli.

-Non sono abituato a parlare con la gente.- ribatté Rukawa. Mito si stravaccò al suo fianco e disse: -Ti capisco. Ma non ti preoccupare, con noi, l'importante è che ci provi.- la cabina ripartì, portandoli qualche metro sopra all'orizzonte. Il luna park, con le sue luci variopinte, si stendeva sotto ai loro piedi. Mito proseguì: -Anche Takamiya era molto timido, quando ha cominciato ad uscire con noi. Ha sempre avuto problemi di peso e, beh, i ragazzini sono stronzi. Hana l'ha visto piangere e gli si è avvicinato, credo che Nozomi abbia pensato che voleva suonargliele. Invece, Hana gli ha chiesto se gli andava di andare a mangiare dei takoyaki con noi.

-Mi chiedevo in effetti come vi foste conosciuti.- commentò Rukawa, troppo stupito per ostentare ritrosia; la cabina chiusa che si muoveva a scatti nel nulla, inoltre, lo faceva sentire chiuso in un bozzolo, protetto dalle invasioni del mondo esterno.

-Praticamente siamo una banda di gatti randagi. Io e Hana ci conosciamo dall'asilo, Chuichiro e Yuji invece li abbiamo conosciuti alle elementari, al doposcuola. Nozomi è con noi dalle medie.

-Nh.- rispose Rukawa, incerto su cosa dire. Le chiacchiere riempitive non facevano per lui, proprio per niente. Mito sorrise: -Ed ecco che con l'acquisizione di Kaede Rukawa, Youhei Mito perde il titolo di “Quello Silenzioso”!

-Ti resta quello di “Palle d'Acciaio”. Sono, cos'è? Tredici anni che conosci Sakuragi e ancora non l'hai ammazzato per esasperazione?

-Il titolo di “Palle d'Acciaio” è ambitissimo, cosa credi?- Mito avvicinò la spalla a quella di Rukawa: -Piuttosto, davvero non ti sei mai fatto nessuna delle tue fan?

-Non riesco a immaginare di mantenere il cazzo dritto con una di loro che mi urla nell'orecchio.

-Kami, non ci avevo pensato, è vero! Dovresti comprare una barca di Viagra.

-O scolpirmi direttamente un cazzo finto da usare al posto del mio.- Mito rise sonoramente: -Quanto impegno, potresti semplicemente comprare un cazzo di gomma!

-Nh...- ribatté Rukawa, dubbioso.

-Ok, afferrato, sei il tipo che non entrerebbe in un sexy shop per niente al mondo! Ehi, quand'è il tuo compleanno?- Rukawa sbatté le palpebre, perplesso dal repentino cambio di argomento: -Ehm... primo gennaio, perché?

-Se entro il primo gennaio non hai ancora trovato una ragazza, te ne regaliamo uno noi, così puoi arrivare al sodo in un modo o nell'altro!- Rukawa lo fissò come se fosse pazzo, poi si mise a guardar fuori: di colpo, il pensiero di ricevere un dildo in regalo da parte anche di Sakuragi lo stava infiammando. Si immaginò, cercando invano di pensare ad altro, di usarlo su se stesso e di fingere che fosse il cazzo di Sakuragi, ed era sul punto di buttarsi dalla ruota panoramica per andare a farsi una sega in santa pace quando Mito disse: -Secondo me quei due stanno facendo zozzerie in quella cabina, tu che dici?- la risposta onesta e sarcastica sarebbe stata “Grazie per avermi fatto smosciare il cazzo in tempo zero”, quindi Rukawa si limitò ad un neutro: -Nh.

-Dieci a uno che almeno una sega e una sditalinata ci partono.- aggiunse Mito, apparentemente ignaro del turbamento che stava scatenando in Rukawa, che non rispose.

 

Scesi finalmente da quel giro terrificante sulla ruota panoramica, Mito corse verso Sakuragi e Haruko, entrambi con stampati in volto due identici sorrisi ebeti e con i vestiti un po' stazzonati: -Ehi, Hana, io e Rukawa abbiamo scommesso che vi siete dati alla pazza gioia, abbiamo ragione?

-Io non ho scommesso.- puntualizzò Rukawa. Haruko, imbarazzata, si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e distolse lo sguardo. Rukawa si mise a fingere di cercare la casa degli orrori: sapeva che, se avesse continuato a guardare Haruko, avrebbe finito per cercare segni che confermavano la fondatissima teoria di Mito, e una parte particolarmente perversa della sua mente gli restituì l'immagine di se stesso che, avvistata una minuscola traccia di sperma, si buttava a terra per leccargliela via dalla mano. Rabbrividì alla propria perversione.

-Ehi, Volpe, hai freddo?

-Eh? No.- Rukawa non guardò negli occhi Sakuragi, che gli si accostò e insistette: -Sei rabbrividito. Ehi, non è che ti fa schifo quello che io e Haruko abbiamo...

-No, è per un discorso che ho fatto con Mito. Voi avete fatto bene, è una cosa...- (orribile? Disgustosa? Cielo, come fai a toccarla? Non preferiresti un bel cazzo duro, il mio in particolare?) -...romantica. E poi sono affari vostri.

-Grazie. Lo diresti anche ad Haruko? La vedo presa male, Mito ha fatto proprio una cazzata a dire quella cosa.- Rukawa esitò. Maledì tutti i Kami che conosceva, gli Dèi dell'Olimpo e Odino per averlo messo in quella situazione orrenda, poi disse: -Ok.- rallentò il passo fino a trovarsi di fianco ad un'imbronciatissima Haruko, mentre Mito coglieva la scusa per fuggire da lei e correva avanti per mettersi di fianco a Sakuragi; dal suo atteggiamento era chiaro che stesse chiedendo scusa.

-Ehi.- disse Rukawa, abbassando appena lo sguardo su Haruko. Lei non reagì, e Rukawa sospirò prima di continuare: -Guarda che non è uno scandalo. Era un momento romantico, chiunque avrebbe approfittato della privacy.

-Rukawa, per una femmina è... una brava ragazza deve...

-Gli adulti raccontano un sacco di cazzate su cosa è giusto e cosa è sbagliato.- disse Rukawa, e stava esprimendo ad alta voce il proprio pensiero; era strano, ma forse sapere che lei non gli sarebbe saltata addosso da un momento all'altro lo faceva sentire un po' più a suo agio del solito: -Fai quel che ti senti di fare e basta. Non ci mettiamo certo a giudicarti.

-Davvero?- chiese Haruko, alzando gli occhi speranzosa.

-Davvero.- si erano involontariamente avvicinati a Sakuragi e Mito; quest'ultimo, che aveva sentito l'ultima frase, aggiunse: -Davvero. Insomma, Hana è uno sfigato, Rukawa un sociopatico, Takamiya mangia compulsivamente, Noma ha quei cazzo di baffetti che mi fanno rabbrividire e Ohkusu soffre di dipendenza da tinta per i capelli, chi siamo per giudicare?

-Non hai parlato di te stesso.- sottolineò Rukawa.

-Perché non hanno ancora inventato una parola per dire quanto è stronzo.- spiegò Sakuragi, e tutti risero, compresi i restanti membri della Gundan, che avevano raggiunto davanti alla casa degli orrori. La sera stava scendendo rapidamente, per cui si diressero alla cassa ed entrarono; un cartello invitava le persone a stare in fila indiana e tenersi per mano. Sakuragi era già mano nella mano con Haruko, che allungò l'altro braccio all'indietro senza voltarsi. Rukawa vide la sua mano destra tesa, pensò che non l'aveva vista andare in bagno dopo essere scesa dalla ruota panoramica e i suoi ormoni decisero per lui; la prese, intrecciando le dita alle sue. Gli parve di sentirle un po' ruvide, non appiccicose ma qui e là coperte da piccole, sottilissime scagliette. Quasi impercettibili, e irriconoscibili a chi non avesse mai visto dello sperma ormai secco. Rukawa ringraziò la penombra che li avvolgeva: avrebbe nascosto la sua dolorosa erezione.

La casa dell'orrore era fatta molto bene. Più di una volta Haruko strillò, alla vista del pagliaccio assassino Sakuragi fece un salto di mezzo metro e quasi le salì in braccio, e persino Rukawa dovette trattenere un urlo quando dal nulla piovvero enormi ragni di plastica. Colto alla sprovvista, fece un salto in avanti e si aggrappò al braccio di Haruko: era terribilmente aracnofobico. Haruko urlò, più per la sorpresa che per lo spavento, e il braccio di Rukawa aderì al suo, schiacciando la collezione di braccialetti di stoffa che le ornava il polso. Vi fu una sensazione di umido che Rukawa non registrò subito, troppo impegnato a non spaccare la faccia a Sakuragi, che stava apertamente ridendo di lui. Se ne accorse dieci minuti dopo, all'uscita del luna park, mentre tutti si fermavano per concedere a Sakuragi di ascoltare un ragazzo che cantava e suonava la chitarra al bordo della strada. Rukawa, infastidito dalla sensazione di avere la manica della maglietta umidiccia, abbassò lo sguardo e vide che sulla stoffa scura spiccava una piccola striscia di fluido bianco.

Il suo cuore perse un battito, poi cominciò ad agitarsi frenetico per recuperare con gli interessi. Rukawa indietreggiò, portandosi fuori dal campo visivo degli altri, si cavò con cautela un fazzoletto dalla tasca e lo usò per pulirsi la manica; ripose il prezioso tesoro all'interno del portafoglio.

Più tardi avrebbe deciso cosa farsene.

 

 

 

 

 

Rieccoci con il tanto atteso capitolo del luna park!

Rukawa dalla regia: -Devo essere deficiente.

Mitsui: -Di' piuttosto... perveeersooo!

Ragazzi, BUONI! Uff... ogni tanto sono davvero ingestibili, credetemi!

Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto, compresa questa piccola dimostrazione di come Rukawa non sia bravo proprio in tutto /dalla regia Hanamichi ride trionfante/ e il piccolo istante di perversione finale... dubito che Rukawa se ne farà qualcosa, ma ricordo che ai tempi del liceo conservavo come un tesoro una biro che il tipo che mi piaceva si era messo in bocca senza pensarci, quindi....... e no, nessuno ha mai lasciato altre sostanze alla mia portata.

I miei più grandi ringraziamenti ad Alexis77, cicci783, MaryFangirl, Ste_exLagu e ThelviaBB, che mi sono sempre di grande supporto anche quando mi faccio prendere dai miei deliri, dalle paranoie e dalle incazzature random per come gira il mondo. Grazie davvero, come dice Stephen King: “E per ultimo, ma non meno importante, grazie a te, Fedele Lettore, perché tu sei infine il destinatario di questo lavoro. Senza di te, sarebbe un giro vizioso.”

Come sempre, battete un colpo se gradite!

XOXO

 
   
 
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