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Autore: Carlo Di Addario    14/01/2020    1 recensioni
"In fondo, non dobbiamo far altro che salire le scale" mormorò Lyra, facendogli l'occhiolino.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lyra Belacqua, Roger Parslow
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Inizialmente si studia l'aletiometro, s'apprendono i simboli e le corrispondenze, s'intuisce l'arcano che si annida tra le sue lancette e i suoi ingranaggi. Ma quando si comprende davvero l'aletiometro, ecco che diventa solo dannoso a una comprensione più profonda, un suppellettile superfluo e fastidioso. Bisogna, per così dire, usare l'aletiometro come nella metafora della scala: salire per esso, con esso e infine, raggiunta la cima, andare oltre esso, oltre quanto la scala può portare, abbandonandosela dietro. Non ho più bisogno dell'aletiometro ormai, che sia andato distrutto è solo un bene. Sono io l'aletiometro ora. Sono io il tramite tra la polvere e questo mondo"

La bambina tese la mano all'amichetto, che la strinse forte, tremando. Era ricoperto di neve impregnata di sangue, ne aveva perso molto, ma era ancora vivo. Al suo collo stava avviluppata una strana sciarpa pelosa, che sembrava dotata di vita propria.
Anche la bambina aveva qualcosa di simile sulla testa: uno strano animale simile a un curioso miscuglio tra un topo volante e un colbacco russo.
"T-torniamo indietro, Lyra... ti prego..." mormorò il bambino, visibilmente stravolto. Aveva l'aria spaventata, il respiro affannato, sentiva il freddo artico nelle ossa.
"Non possiamo... stanno arrivando i moscoviti, se ci trovassero ci ucciderebbero, o peggio..." rispose Lyra.
Roger deglutì: aveva visto orrori peggiori della morte lì a Svalbard, sapeva a cosa si stesse riferendo l'amica. "Ci uccidiamo allora?" propose, meditando seriamente di porre fine alle sue sofferenze anzitempo, prima che potessero compiere esperimenti indicibili sul suo fragile corpo. La sciarpa pelosa, anch'essa un curioso miscuglio tra un furetto e chissà cosa, gli si avviluppò ancor di più attorno al collo.
"No, non credo sia necessario" gli rispose la bambina, accarezzandolo. Era particolarmente serafica, sembrava infusa di una tranquillità innaturale, quella tranquillità di chi conosce il presente e prevede il futuro, la tranquillità degli Dei. Indicò dietro di loro una scala di polvere d'oro che s'innalzava verso l'aurora boreale e molto più su, in un regno sovraceleste la cui visione era tanto sublime quanto perturbante.
"Ma lì... lì è dov'è andato... lui..." mormorò Roger, evitando persino di dire il nome dell'uomo che intendeva, di una crudeltà rara e abominevole.
"È la nostra unica salvezza" replicò Lyra, sorridendogli. Gli diede un bacio in fronte e gli fece cenno di seguirla.
"Come fai a esserne così sicura?!" esclamò Roger, mentre le loro gambe iniziavano a salire quella scalinata celeste: "Come fai a essere sicura che non ci porterà alla morte, questa scala?!"
Lyra allargò il suo sorriso: infine era giunta alla comprensione ultima sul funzionamento dell'aletiometro: mai qualcuno era stato così "vicino" alla polvere, a udirne il sussurro ultraterreno. In quel momento era l'essere umano più vicino a Dio. "Lo so, io so tutto" si limitò a rispondere.
Roger esitò un'attimo, contemplando la bambina: apparentemente era ancora la sua più cara amica, una bellissima bambina dal capello biondo e la candida carnagione. Ma in lei vi era qualcosa di molto diverso e sovrannaturale. Gli incuteva timore e meraviglia allo stesso tempo. Spirò un vento gelido. Roger tremò forte, fermandosi: "S-sei a-ancora tu, L-Lyra...?" gli domandò, infreddolito.
La bambina annuì, mantenendo quell'espressione serafica: "Si, e non sono mai stata meglio"
Roger esitò un attimo e, infine, scelse di fare un'atto di fede: strinse la mano dell'amica e tornò a camminare su quella scala di polvere. "In fondo, non dobbiamo far altro che salire le scale" mormorò Lyra, facendogli l'occhiolino.
Roger annuì deglutendo, dando un'ultima occhiata sotto di loro, scrutando la distesa artica in tutta la sua lugubre e fredda desolazione.
   
 
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