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Autore: K ANTHOS    15/01/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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                                  CAPITOLO TERZO

 

All’inizio di maggio le condizioni climatiche migliorarono e cominciarono a presentarsi più assiduamente in casa le amiche che aveva da sempre frequentato: Carla, Angela ed Emilia, anche loro figlie di avvocati molto noti in città. Con loro si intratteneva volentieri a casa per un tè oppure le seguiva ubbidiente per andare a vedere le vetrine delle modiste.

-E’ incredibile come la moda cambi al giorno d’oggi! - Emilia era tra le quattro quella che più seguiva la tendenza del momento ed era preoccupata di non riuscire a starle dietro.

-Io sto cercando un vestito per un pranzo a casa di parenti ma ancora non ho deciso il colore- disse Carla preoccupata.

Angela più che ai vestiti era interessata a guardare i giovanotti che con passo frettoloso si spostavano per affari tra i vari uffici della città.

-Andiamo a bere un tè da Schenardi? Ti andrebbe Anna?- chiese Angela.

-Sì, magari con qualche pasticcino- aggiunse ridacchiando Carla.

-Sì, volentieri- fece Anna.

-Guarda, guarda chi si vede! Laggiù c’è il figlio del notaio Fanelli. Ha un’aria molto indaffarata, sapete se ha già cominciato a lavorare con il padre? Mia madre dice che è molto intelligente e potrebbe dare molto alla comunità. Forse si dedicherà alla carriera politica…Chissà se è fidanzato….- Angela ora sembrava parlare a se stessa e seguiva il filo dei suo pensieri a voce alta.

-Di certo è uno dei ragazzi più desiderati dalle madri per le loro figlie…- rispose, non senza ironia, Carla.

-Io preferisco la famiglia del giudice Felicetti- fece Emilia.

-Forse volevi dire che preferisci la compagnia di Matteo Felicetti solamente…- la piccò Carla.

Anna con loro si sentiva a casa, a suo agio, e in alcuni momenti anche spensierata: non le facevano mai domande su quello che era successo al padre, dei suoi assurdi affari commerciali e meno che mai le facevano domande su come avrebbe affrontato la sua vita da quel momento in poi: non sapeva dire se si fossero messe d’accordo o se tutte avessero adottato inconsapevolmente quella tecnica di approccio nei suoi confronti. Era grata di una sola cosa: che avessero ancora piacere di andare a farle visita e che nessun familiare avesse loro proibito di farlo.

-Il mese prossimo vado dai miei parenti vicino ad Ancona e credo che rimarrò con loro per tutta l’estate. Voglio fare passeggiate a cavallo e andare a tante feste- Emilia era molto emozionata per il viaggio ed era tutta concentrata nei preparativi.

-Anna, i miei genitori vorrebbero sapere se ti piacerebbe venire con noi a Firenze per due settimane: ci sono tanti posti da visitare e la città non dovrebbe essere ancora troppo calda- le chiese Carla.

-Ringrazia tantissimo da parte mia la tua famiglia Carla ma credo che accetterò l’invito di mia zia Costanza, andrò da lei per l’estate- mentì Anna.

-Che peccato Anna, potevamo divertirci davvero molto insieme- le rispose Carla dispiaciuta.

Qualcosa era cambiato dentro di lei, sorrideva e parlava pacatamente con loro ma il suo cuore era stremato. Questa improvvisa e inaspettata sofferenza l’aveva fatta maturare suo malgrado prima delle compagne d’infanzia: le guardava con un distacco via via crescente soprattutto quando gli argomenti si facevano frivoli. Rispondeva per monosillabi o annuendo eppure, nonostante questo, apprezzava sinceramente i loro tentativi di tirarla su di morale.

-Potremmo fare un giro in carrozza uno di questi giorni se vi va…- fece Carla.

-Sì, certo. A proposito, il prossimo lunedì devo andare dalla modista, potremmo andarci insieme e prendere le misure per un vestito estivo o una camicetta…- Emilia era emozionata al solo pensiero.

-Io preferirei fare una passeggiata al Corso…- sentenziò Angela.

-Già, non ti stanchi mai di osservare il figlio del notaio Fanelli…Però io ti vedo bene con il figlio dell’avvocato Gatti…- fece Carla.

-Chi? Riccardo Gatti? Sai bene che non mi piacciono i ragazzi con i capelli rossi!- rispose Angela indispettita.

-Lo so, ma un giorno potrebbe diventare calvo come il padre ed il tuo problema sarebbe risolto…- sghignazzò Carla.

Argomenti futili e leggeri come questi potevano occupare la mente delle sue amiche per ore: Anna si distraeva con loro ma tornava poi immancabilmente a cercare nella solitudine il conforto dai suoi tristi pensieri.

   
 
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