«A cosa pensi?»
«Hänsel e Gretel.»
«Anselm e... come?»
«Niente. Lascia perdere, è una cosa Babbana.»
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato, come se avesse appena pronunciato una parolaccia al tavolo della colazione. Ma Narcissa era sempre stata un'ottima padrona di casa, e alla fine gli rivolse il più gentile dei sorrisi.
«Si tratta di qualcosa di sconveniente?» chiese, a voce molto bassa. Cospiratrice, una ragazzina di quarant'anni. Avrebbe voluto chiederle come potesse esistere qualcosa di più sconveniente della situazione attuale - ma lei era lì, tranquilla, appoggiata a un gomito, nuda. Nuda come un osso, quasi altrettanto chiara.
«No, non proprio. Solo una favola per bambini.»
«Raccontamela, non farti sempre strappare le parole di bocca. È una cosa irritante, sai?»
«Lo è anche la favola. C'è una strega cattiva...»
«E sarei io?»
«Se davvero vuoi che parli, sarebbe almeno cortese non interrompermi.»
«Va bene, scusa. Sia mai. Vai pure avanti.»
«Due bambini vengono abbandonati nel bosco. Fratello e sorella.»
«E perché mai...»
«Narcissa.»
«Scusa, scusa.»
«Si sono persi. Non è stata colpa loro, avevano provato ogni stratagemma per ritrovare la strada di casa. E ci erano riusciti, ma ogni volta sono stati riportati nel bosco, e stavolta hanno perso ogni speranza di tornare indietro. Così continuano a camminare, senza meta, mano nella mano. Sono affamati. E trovano una casa, una casa fatta interamente di dolci...»
«Bel finale.»
«Narcissa. Ora lo stai facendo di proposito.»
«Forse» ammise lei, sorridendo, ma la sua fronte era aggrottata. «Non è una metafora, vero? Questa storia. Non riguarda noi.»
«No. È stato solo un caso di libera associazione, seguivo i miei pensieri.»
«Attento a non perderti, Severus.»
«E, comunque, odio le metafore.»
Narcissa gli posò un bacio sulla fronte, come la ricompensa per il trucchetto buffo di un cane. L'odore di pulito della sua pelle lo faceva sentire solo lievemente inadatto, un granello di polvere in un ingranaggio perfetto. Espirò piano, senza guardarla davvero, proprio perché si sentiva i suoi occhi addosso.
«Ti amo» mormorò poi la donna, con una mano appoggiata sulla sua, dimenticata lì come per sbaglio. Lily aveva qualche cicatrice sottile sulle nocche, di quelle che sbiadivano con il tempo. Le mani di Narcissa, invece, sembravano nuove. Appena uscite dalla confezione, usate solo da un altro uomo. Severus spostò la mano, la usò per nascondersi gli occhi. Scoppiò a ridere, scosse la testa - e, dopo un attimo, rideva anche lei.
«Hai ancora delle maniere orribili, Severus. Non c'è proprio verso di cambiarti. Ti pare la reazione giusta?»
«No, in effetti no» ammise lui, rigido e un po' gobbo tra le lenzuola buone, scuro e spigoloso come uno scarabocchio, solo di poco meno sbagliato delle linee nere incise all'interno del suo avambraccio. Narcissa scivolò giù dal letto, rabbrividì appena sentendo il marmo freddo sotto le piante dei piedi. Pallidi, curati, vivaci come pesciolini. La portarono più lontano di qualche passo.
«Amo mio marito» disse, con tutta la pacatezza di una verità assoluta, voltandogli la schiena.
«Lo so» rispose Severus, senza traccia d'ironia nella voce bassa e lenta.

L'attimo di comprensione non aveva bisogno di altre parole, e il corpo di Narcissa era molto freddo quando tornò sotto le lenzuola. Avrebbero potuto parlare ancora, di favole o di sciocchezze, oppure del figlio lasciato nella sua beata ignoranza appena una rampa di scale sopra di loro. Della mano che Lucius non posava più sulla spalla di Severus, in segno di incoraggiamento, in segno d'amicizia, di come fossero stati i Dissennatori e non il tradimento segreto a portargli via quel gesto. Avrebbero potuto parlare di guerra o di amore, di come Narcissa pensasse di nascondere il servizio buono nella Gringott, di come fosse strano e giusto attaccarsi alla decorazione delicata sul bordo di un piatto mentre il futuro sembrava sgretolarsi sotto i suoi piedi. Poteva dirle come la ciminiera a Spinner's End sembrasse sempre giudicare proprio lui, e lei avrebbe riso piano, con le dita davanti alla bocca.
La conversazione era l'unico atto naturale, tra di loro. Fare l'amore sembrava ancora scomodo e sbagliato: lei, abituata da sempre a un altro uomo e lui, abituato solo a se stesso. Ma la pelle di Narcissa era così fredda, il mondo fuori dal letto così complicato, che il silenzio non si ruppe - e il respiro cambiò.



Rieccomi, stavolta con la coppia het. In realtà, quando mi ero iscritta alla challenge, ero partita a bomba con una Severus/Lily. Ma, una volta che mi è cascato l'occhio sull'OTP di LadyPalma, mi sono detta... perché no? Suonava bene, ed era solo di mezzo passo fuori dalla mia comfort zone. Anzi, scrivendola mi sono accorta di non essermi allontanata neanche di mezzo passo: ho un debole per le relazioni nate dall'amicizia, come probabilmente si era intuito dall'OTP. Anche se, a proposito di debolezze... le storie romantiche non sono esattamente il mio forte. Spero che questa funzioni comunque, e che i due piccioncini siano riusciti a rimanere IC!