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Autore: Ely_Pommy    17/01/2020    1 recensioni
Perchè la memoria è importante? Posso dire perchè lo è per me e perchè lo è diventato il giorno a lei dedicato.
Un testo senza pretese, se non uno spunto di riflessione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni anno, mi accingo a scrivere qualcosa per il Giorno della Memoria.
Potrei come ogni anno scrivere un racconto, magari non sull’immane tragedia umana della metà del ‘900, ma sui suoi moderni e talvolta tristemente sottovalutati corrispettivi.
No…quest’anno no: ripetere cose già dette, sentimenti già espressi, rischia di diventare banale retorica e passare in sottofondo come succede quando ascoltiamo come se nulla fosse la cronaca nera dei telegiornali.
Cosa potrebbe essere interessante e al tempo stesso utile?
Mentre mi ponevo questa domanda, un altro quesito urlava dal fondo dei miei pensieri: perché la memoria è importante per me?
In effetti, ogni persona mi conosca sa che i ricordi sono estremamente importanti per me, ma non penso tutti sappiano il motivo, né tanto meno perché per me sia così importante contribuire alla luce della Memoria.
Nella mia vita i ricordi sono sempre stati un modo per non perdere niente.
I miei primi rapporti con queste entità furono un mero gioco: mio padre che mi leggeva delle poesie e che io interrompevo alla prima frase per recitare.
Non ci volle molto però, per dare a questa capacità un significato totalmente diverso: ben presto mi accorsi che i momenti passavano, così come le persone.
Furono le mie adorate nonne ad insegnarmi il valore della memoria: la nonna materna conservava ogni cosa io le dessi perché, diventata grande, potessi ritrovarla e ricordare com’ero, così come lei teneva a regalarmi degli oggetti che mi avrebbero parlato di lei; la nonna paterna invece, molto più anziana non mancava mai di ripetermi una frase: “chissà se quando non ci sarò più, mi verrai a trovare”.
Solo ora che sono grande comprendo quanto queste due donne mi abbiano influenzata: da che ricordo tentavo in ogni modo di conservare traccia dei momenti vissuti, dei giochi fatti ecc…
Pensate che, presa da non so quale delirio, a 10 anni riportai tutti i racconti e i dati di un gioco per pc su di un’agenda, per paura che il cd, come poi avvenne, non potesse più essere utilizzato dai nuovi computer.
All’asilo, alle elementari in particolare, mi capitò di dover salutare delle persone che mi avevano segnata, poiché le nostre strade prendevano strade differenti e mi accorsi che i ricordi erano ciò che mi permetteva di non sentirmi abbandonata, ma mi permettesse di godere ancora della loro compagnia nei miei pensieri.
Cominciai a scrivere un diario verso le medie, cosa che mi accompagnò fino alla metà del liceo, dove decisi di tener traccia solo dei momenti che non volessi assolutamente scordare.
I miei sforzi si rivolsero a lasciare un segno nelle persone che incontrassi e a farmi segnare da costoro.
Questo mio rapporto coi ricordi fu essenziale quando mi trovai faccia a faccia con alcuni addii definitivi: mi convinsi (e lo sono tutt’ora) che le persone non muoiono, ma vivono in noi: il segno che hanno lasciato e i ricordi che abbiamo di loro, ci hanno reso le persone che siamo: non c’è morte finché permane il ricordo.
Non vi dico quando ho visto il film di animazione Coco: la mia mente e il mio cuore sono letteralmente esplosi.
Ad ogni modo, cosa c’entra la giornata della Memoria con tutto questo? Ebbene questo è il caso più lampante di quanto il ricordo sia importante.
Se io ricordo qualcosa che ho sbagliato, è molto probabile io non sbagli più in futuro.
A metà del ‘900 a causa dell’indifferenza collettiva in primis e alla bestialità umana è potuta avvenire una delle più tragiche macchie della storia.
La memoria è personale, ma la storia è la memoria dell’umanità e appartiene ad ognuno di noi: tristemente, ciò che la storia non ricorda, non esiste: non a caso una delle pene maggiori nelle società antiche era la Damnatio Memoriae.
Comunque, la storia ci dice quali errori non commettere in futuro come umanità: parla ad ognuno di noi.
Questo è uno dei motivi per cui sento mia la giornata della Memoria: questo fu un errore dell’umanità passata ed io, come voi che leggete, sono parte dell’umanità presente.
Non credo che nessuno di noi vorrebbe trovarsi nei panni di chi subì discriminazioni, persecuzioni, torture e allo stesso modo, voglio sperare nessuno di noi vorrebbe essere la causa di tanta sofferenza.
Ogni pagina delle testimonianze che ho letto nel corso della mia vita mi portavano a provare compassione, nel vero senso della parola: soffrivo con l’autore, cercando di portare i suoi pensieri nella mia mente e le sue esperienze nei miei occhi; il dolore era grande, ma non è minimamente paragonabile a quello che realmente avrà provato chi sulla sua pelle ha vissuto o vive ancora quelle esperienze.
Sì, vive ancora: come scrissi in passato esistono vicende più o meno conosciute in cui quel dolore è ancora causato ed ancora provato.
Questo testo sgrammaticato non ha nessuna pretesa, ma vuole essere un invito da un membro della stessa umanità di te che mi leggi a tener presente la memoria che l’umanità passata ci ha lasciato: come non penso tu metterai la mano sul fuoco, una volta ustionato; così vorrei ci impegnassimo io, te e l’umanità presente a non commettere gli stessi errori del passato.
Forse se tutti ricordassimo di più, sbaglieremmo di meno e potremmo diventare un’umanità migliore.
   
 
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