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Autore: alessandroago_94    17/01/2020    9 recensioni
Un tempo c’erano tanti Piccoli Regni, infine ne rimase uno solo; esso si era salvato dalla catastrofe solo perché era isolato su una montagna.
Questa è la storia di come quel Piccolo Regno riuscì a salvare ciò che restava degli altri, e di come riportò a fiorire la civiltà.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve storia cap 2

BREVE STORIA DEL PICCOLO REGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venne un giorno in cui l’idilliaco equilibrio vacillò.

Dopo un lungo viaggio, dal remoto Sud giunse un principe dalle vesti sontuose e il modo di fare alquanto superbo; colui era seguito da un grande esercito e le sue insegne raffiguravano un rapace intento a dilaniare un coniglio.

Gli abitanti dei Piccoli Regni restarono interdetti e tanti Re lo invitarono al loro desco, ma egli non era giunto per tergiversare. Le sue spade si fecero valere, imponendosi immediatamente su tutti i sudditi inermi.

Quell’estate non vide gli uomini della valle occuparsi dei frutti, e nemmeno i vecchi ben disposti a raccontare qualche storia sull’uscio di casa; essi erano diventati schiavi del tiranno, che aveva conquistato tutti i Piccoli Regni della valle in meno di tre mesi.

Tutti i pacifici sovrani erano stati catturati, imprigionati e successivamente costretti a diventare i servi del Re del Sud; essi portarono il peso delle pietre con cui fu costruito un nuovo e sfarzoso palazzo imperiale.

I Regni divennero parte di un Impero, e i sudditi divennero schiavi.

Nessuno sapeva però che il superbo e spietato Re proveniente dal Sud aveva nelle vene l’indole bellica, essendo discendente dei cosiddetti Conquistatori, giunti nel meridione da terre ancora più meridionali mettendole in ginocchio e rendendole schiave. Egli, che adesso si faceva chiamare semplicemente Imperatore, aveva quella mentalità e niente e nessuno poteva mutarla.

Suo padre l’aveva cresciuto combattendo e non voleva rinunciare alla guerra.

La sete di potere l’aveva portato a lasciare le terre paterne per portare avanti un’avventura nuova, come avevano fatto i suoi antenati diverso tempo addietro. Era acciecato da questa rabbia primordiale e quelle persone inadatte alle armi lo facevano ridere forte.

Li trattò da guitti, facendoli schernire dai suoi fedeli soldati, alcuni dei quali erano anche imparentati con lui. Infatti, nella sua guardia personale erano inclusi i quattro spietati fratelli minori che l’avevano seguito alla ricerca di gloria e di fama. Essi erano ancora più bigotti del maggiore e non avevano rimorsi nella loro ferocia.

Durante quella misera estate, diressero tutti i loro sforzi nel distruggere i ricchi frutteti dei Piccoli Regni, e ciò in vista dell’inverno, senza ascoltare le suppliche degli inermi sudditi, che invece si erano sempre scaldati con i resti delle potature autunnali e non con i tronchi.

I Conquistatori non vollero ascoltare, mentre il loro fratello maggiore già si crogiolava tra immense ricchezze.

E così venne il primo inverno da trascorrere in schiavitù per i popoli della valle, e quell’inverno fu lunghissimo, fatto di fame e di freddo.

Quando tornò l’estate, gli uomini ormai senza diritti furono impiegati nello scavare pozzi per fornire acqua corrente alla reggia imperiale, così non ci fu raccolto se non quel poco di radici che le donne riuscirono a far essiccare.

L’inverno successivo fu ancora peggiore e la gente morì a frotte, soprattutto i bambini e gli anziani.

Immerso nei suoi agi, l’Imperatore lo trascorse tuttavia molto bene, senza importarsi degli schiavi. I suoi fratelli l’attorniavano e si divertivano più di lui, scaldati dai tronchi degli alberi da frutto, che continuamente crepitavano nei grandi camini in pietra. Mai la loro esistenza era stata così facile.

Il terzo inverno dopo la conquista fu però rovinoso anche per la corte imperiale, giacché gli alberi da frutto erano finiti e non c’era più un solo albero da abbattere per scaldarsi.

Gli schiavi superstiti avevano lavorato all’estrazione di minerali utili alla forgiatura di nuove armi, e non c’era stato tempo per mandarli tra i boschi delle montagne a raccogliere legname.

Ci provarono l’estate successiva, ma quei boschi erano così lontani e gli schiavi così provati, magri e stanchi che fu tutto inutile.

Solo allora la sua attenzione si focalizzò sull’unico Regno vicino con cui finora non aveva mai avuto contatti; quello della Montagna.

 

   
 
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