Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: CrisBo    18/01/2020    3 recensioni
Il mio dosso non era l'iceberg del Titanic. Era la montagna di Maometto. Era il monte Fato appena ristrutturato. Era quel simpaticone del kraken in digiuno da quarant'anni. Era un machiavellico tranello del diavolo che persino il diavolo, vedendolo, mi aveva dato una pacca sulla spalla compatendomi. La famosa pacca di consolazione del diavolo era, in realtà, Yoongi che mi guardava con aria tremendamente
demoniaca
paradossale, sembrava che stesse pensando a 101 modi per uccidersi e, allo stesso tempo, a quale nome dare al suo futuro chiosco di carne.
************
Seoyun è innamorata del suo migliore amico, vive con Namjoon e Yoongi e dovrà affrontare, durante un'estate particolare, il grande fenomeno del tempismo effetto sorpresa, con una bolgia di amici in conflitto coi problemi che la vita comune regala. Durante la stagione più calda, frizzantina e soleggiata dell'anno cosa potrebbe andare storto, in fondo?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5 ~ I know, it's over

 
ㅇㅅㅇ




 
Dopo svariati tentativi di aggiustatore di cose da parte di Yoongi io ne approfittai per farmi una doccia e liberarmi da quel senso di polveri sottili e inquinamento che mi portavo dietro da tutto il giorno. Alla fine Yurim mi aveva chiesto esplicitamente di "farmi bella", tanto che l'avevo presa come sfida da ribelle; decisi di indossare una salopette a quadri, una camicia grigio morte di topo e un cappello del medesimo colore che teneva a bada i capelli. Sembravo una di quelle ragazze pronte a giudicare una scultura contemporanea nel museo di Bimbambì così decisi pure di abbinarci una borsa tremendamente vintage, per dare una mazzata finale a quella parvenza di fascino che non voleva uscire fuori.
Tra tutti, quello che sembrava stesse andando ad un matrimonio, era proprio Namjoon, vestito con tanto di giacca di pelle e camicia bianca, consci che sarebbe schiattato di caldo entro tre secondi e mezzo.

Alla fine si erano convinti tutti ad andare al karaoke, persino Yoongi, senza aver avuto bisogno di usare tecniche sessuali che quel depravato di Jimin chissà dove aveva imparato. Fui un po' fiera, in realtà, di quella sua nuova sicurezza interiore e mi domandai se avrebbe portato Suji. Se aveva intenzione di farla diventare una cosa seria ero quasi sicura che avrebbe cominciato a intrufolarla nel gruppo completo quasi subito.

Quando arrivammo in una zona periferica di Gangam, visto che Hoseok doveva mostrare solo i lati più chic di Seul da quanto avevamo capito, ci fermammo a prendere un paio di mochi giapponesi, aspettando gli altri. Arrivarono tutti in fila per tre col resto di due: prima Jungkook, vestito di nero e con uno sguardo da ammaliatore di folle, tanto che sapevamo già a chi chiedere per parlare con la cassiera per farci fare uno sconto. Tae e Yurim arrivarono un po' trafelati, lei mi fece un occhiolino che non capì mentre giudicava il mio outfit in silenzio. Dietro di loro si palesò una figura sconosciuta a tutti: era un collega di Yurim, laureato in lingue straniere ed era
fatemelo spiegare in parole semplici
un manzo mostruoso. Alto, spalle larghe, capelli neri e lucidi e uno sguardo addirittura più pericoloso di quello di Taehyung. Ci salutò educatamente, mentre Yurim lo spintonò in maniera poco galante proprio verso la sottoscritta. 
«Ragazzi, vi presento un mio nuovo collega, Kang Do-yun. E' uno stagista, si è trasferito da Bucheon e si sta ambientando. Ho pensato di farlo integrare, gli ho parlato molto di voi ed è stato lui a tirare fuori l'idea del karaoke tutti insieme.»

Ecco chi dovevo uccidere, quindi.

Lo salutammo tutti, sentendoci un po' a disagio. Io andai a fissare Taehyung giusto per appurare che non accusasse troppo la prestanza di quel tizio, ma a quanto pare sembrava altamente sicuro di sé. Teneva un braccio sulle spalle di Yurim e non aveva il volto di un potenziale stagisticida. Forse aveva  calibrato il suo lato geloso con metodi tibetani segreti.

«Scusate ragazzi, ma Yurim è stata  così gentile da permettermi di organizzare questa cosa e per ringraziarla pago io l'ingresso.»
Aveva già conquistato tutti, mentre io che avevo l'occhio lungo da faina, cominciai a capire le intenzioni della mia amica. Aveva cominciato a raccontarmi quello che lui era in grado di fare, come si occupava della sorellina, che era lo stagista migliore, che viveva da solo, auto munito.
Insomma, me lo stava palesemente mostrando come un prodotto da macelleria pronto alla vendita. 

Mi chiesi se Yurim fosse sotto effetto di qualche droga strana o semplicemente, a quel giro, a Tae oltre il cuore aveva donato anche il cervello. 
«Tu invece di cosa ti occupi?» Mi chiese lui, improvvisamente.
«Di giorno sono un'illustratrice di libri per bambini. Di notte lavoro ad un locale a luci rosse, sai per sbarcare il lunario.»
Non sembrava fosse una battuta, infatti non rise, ma mi guardò in maniera imbarazzata.
«Non ascoltarla, ti sta dicendo cavolate.» Namjoon salvò la situazione comparendo al mio fianco. «In realtà è una serial-killer.» 
«E ammazza solo uomini, evirandoli.» Yoongi diede manforte a quell'altro scemo, mentre io provai un vero e reale sentimento di fierezza per quei due matti. 
Alla fine scoppiai a ridere, trovando la faccia del nuovo giunto un vero spasso, un miscuglio tra confuso e terrorizzato.
«Stanno scherzando. La luna piena fa effetti strani, non ascoltarli. Però la prima cosa che ho detto è reale.»
«Oh.» Fece lui, sorridendo in maniera più che sensuale. «Peccato, come killer ti avrei vista bene.»

Se lo sguardo avesse potuto uccidere avrei sicuramente fatto passare a miglior vita la mia migliore amica, ma per sua fortuna non avevo ancora tali poteri. Sapevo perché me lo voleva propinare, era la copia sputata di uno degli attori per cui lei stravedeva. La sua propensione a volermi accasare con qualche belloccione della tv non pensavo avrebbe raggiunto mete reali, per quanto lui fosse solo un sosia alla fine.

Nello stesso istante cominciai a provare il sentore che, forse, il problema mentale ce l'avevo io. Chiunque avrebbe pagato oro per un appuntamento del genere, ma io non volevo nessun appuntamento al buio, tanto meno se a quell'incontro c'erano tutti. Tutti dannazione. Tra cui Hoseok e la sua futura moglie meravigliosa.
«Ragazzi scusate il ritardo, non riuscivamo a decidere cosa metterci e alla fine -» 
Hoseok, come richiamato da una forza superiore, comparì in quel momento insieme ad una raggiante e sorridente Emily. Erano dannatamente perfetti, in coppia, lui aveva una mano intorno alle sue spalle e - per darmi il colpo di grazia finale - erano vestiti in sintonia. Una maglietta con lo stesso disegno, un sole sorridente con gli occhiali da sole, con sfumature che passavamo dal giallo al rosa. Avevano entrambi un cappello a visiera girato, rosa e dei pantaloncini di jeans strappati. 

Lei era bella, ma lui, lui riuscì a farmi innamorare di nuovo. Mi sentivo di nuovo di troppo, di nuovo in una situazione che non potevo reggere. Persino l'arrivo di un Jimin selvatico non salvò la situazione, ritrovandomi a desiderare di sentirmi male per davvero e avere la scusa per fuggire da lì. Yurim se ne accorse, me la ritrovai di fianco, trascinandomi un po' lontano dal gruppo.
«Non uccidermi - ehi ma stai per vomitare?»
«Dimmi che la tua mente bacata non ha veramente pensato di organizzarmi un finto-appuntamento proprio stasera.» Le sibilai io, non riuscendo a contenere i battiti del mio cuore.
«No, voglio solo che ti guardi intorno. Lo so che non abbiamo parlato molto di quello che è-»
«Non ne abbiamo parlato affatto! Io voglio solo che tu capisca come mi sento. Non ho voglia di guardarmi attorno, cioè non - lo so che dovrò farlo prima o poi ma non così. So che è una cosa stupida.»
«Non lo è, io capisco come ti senti. Voglio solo che ti diverti e che non pensi a lui, almeno per stasera.»
«Come faccio a non pensarci? Ce l'ho davanti. Guardalo...dio

Stavo crollando, di nuovo. Non poteva farmi questo effetto ogni dannata volta che ce l'avevo davanti, non poteva intrufolarsi dentro la mia testa spazzando via tutto il lavoro di auto-rassegnazione che stavo coltivando in quei giorni di strazio. Mi ritrovai a pensare che mancava ancora l'unica persona che volevo veramente ci fosse, quella sera.
Mi serviva Jin.
Yurim mi avvolse la vita con un braccio e mi diede un bacio sulla guancia, vedendola così preoccupata provai a fare l'ennesimo sospiro, sorridendole nel migliore dei modi.

«Ho fatto un pasticcio, perdonami.»
«No, scusa tu, lo so che stai cercando di aiutarmi ma è difficile.»
«No, scusami tu.
» Ripetè lei, facendomi sentire in una gara di scuse amichevoli «So che sono un po' assente ultimamente, ma il lavoro in questi giorni è più duro del solito ma mi farò perdonare. Te lo prometto.»
«Hai Tae da tenere d'occhio, so che è un impegno a tempo pieno.» Scherzai, arricciando il naso in un sorriso più convinto.
«Già. Sai, con lui...»

Ma non finì mai la frase, mi ritrovai il fresco rimorchiatore seriale davanti a noi donzelle mentre indicava il resto del gruppo. 
«E' arrivato un tipo lagnandosi che gli abbiamo dato l'indirizzo del karaoke sbagliato, ma ecco ci siamo tutti, entriamo?»
Mi affacciai già conscia che il tipo lagnoso era Jin e infatti lo vidi mentre si sbracciava e parlava con Jimin e Tae, lo vidi guardarsi intorno in maniera un po' più attenta, prima di ritornare scuro in volto. Provai un sentore più calmante, tanto che mi venne da sorridere da sola. 
Feci per salutarlo ma poi qualcosa mi fulminò il cervello.
«Sì andiamo.» Fece la mia amica ma io, prima di muovermi, l'afferrai per un braccio per fermarla di nuovo.
«Gli hai dato tu l'indirizzo sbagliato, vero?»
«Cosa?» Sembrava sorpresa, ma non era mai stata un'ottima attrice, non avevo mai avuto la conferma che qualcosa in Jin non le piacesse, ma ero quasi sicura che fosse esattamente così.
«Yu.»
«Devo aver digitato male, figurati se potrei mai lasciare indietro il fantastico e meraviglioso SeokJin.»

Sembrava una sbeffeggiata bella e buona ma decisi di non indagare oltre, annuendo solamente come finta credulona.
«Dai andiamo, o il tuo nuovo collega stagista migliore del mondo potrebbe offendersi.»
Io reagì deridendo la sua riserva, senza nemmeno farlo apposta, tanto che lei piantò i piedi a terra, fermandomi me questa volta.
«Non voglio che soffri. Non è che Jin non mi piace ma ...insomma, stai attenta. Ne ho visti parecchi cominciare così.»
«Guarda che fra me e Jin non c'è assolutamente niente. Siamo amici e come amico ha superato il livello principiante, davvero.»
Lei non pareva convinta. Io non parevo convinta del suo non essere convinta, ma decidemmo che non era il luogo, il momento per parlarne, eravamo ancora troppo sobrie. Mi prese per mano e mi sorrise in maniera dolce.
«Dai andiamo, lo sappiamo tutte e due qual è il vero rimedio per la sofferenza della vita. Ci ubriachiamo fino a svenire?»
«Ah perché non era compreso nell'invito, scusa?»





«Ooooooh baby love meeeeeee / when I goooooo oooout / of your heeeeaaart / AAAAAAAAAAAA»
Yoongi si era ubriacato dopo tre secondi che eravamo entrati nella stanza del karaoke e già stava attentando alle nostre vite con una canzone di un'artista inglese sconosciuto, palesemente incline alla depressione. La stanzina era buia, con delle luminescenze rosse e blu e lucine a intermittenza che creavano quell'effetto ubriaco senza bisogno dell'alcol. Lo schermo del karaoke era gigantesco, forse era uno dei migliori a cui eravamo mai stati. Avevamo preso da mangiare, ma le portate dell'alcol erano state decisamente più importanti. L'unico sobrio pareva Jungkook. Tae aveva  bevuto solo una pinta piccola ma già stava molestando Yurim infilandole stuzzicadenti nelle orecchie. Namjoon stava parlando con lo stagista bello intelligente etc. etc. mezzo in inglese e mezzo in coreano, facendo interagire anche Emily in quella conversazione a tre. Hoseok le accarezzava i capelli, ridendo come un pazzo per la performance di Yoongi, Jimin fissava il mio coinquilino con una crisi d'asma contagiato da Jin lì vicino.

Io provavo emozioni contrastanti.

Yoongi ubriaco e canterino era uno spettacolo, come l'ottava meraviglia del mondo, ma avrei mozzato la mano di Hoseok con un lancio di boccale perfetto da quell'angolazione, avendocelo davanti al naso. 
«Ehi.» Jin mi sgomitò con un po' troppa veemenza, tanto che mi rovesciai la birra ovunque, ma lui neanche lo notò. «Chi è quel tipo?»
«Jin sei qui da tre ore, te l'ho detto mille volte. E' Dogungo. No, aspetta, Do-do.»
«Ah. E chi è?»
«Un collega di Yurim. Credo l'abbia portato qui per farmelo conoscere.»
Non mi rispose subito, notai che si era fatto serio di colpo mentre aguzzava la vista verso il ragazzo.
Doyun sembrava immerso in una conversazione approfondita proprio con Emily, nonostante lo vidi sbirciare altrove, tanto che seguì il suo sguardo. Forse potevo dare la colpa alle luci, alla sbronza molesta o forse al fatto che Yurim non era una grande esperta di appuntamenti focosi, ma notai qualcosa che mi fece ghignare.
«Vedo che lo stai conoscendo molto bene, tra un po' si ruba la ragazza di Hoseok.» Continuò Jin, bevendo un sorso di birra.
«Ooh, ehi.» Hoseok si intromise, era un po' brillo ma aveva la faccia sorridente e un indice intimidatorio alzato. «Lei è mia, non me la ruba nessuno.»
«Sarebbe scema a scegliere lui al tuo posto.» L'alcol stava facendo quell'effetto indesiderato da filtro della verità, tanto che avvertì chiaramente lo sguardo allarmato di Jin, così come quello di Jimin che si alzò di scatto rubandomi la birra.
«Cosa hai detto?» Hoseok riformulò la domanda.
«Ha detto che è uno strazio Yoongi.» Urlò Jin, mettendosi una mano di fianco alle labbra.
«Aaaah, sì. Sì lo è. Però è bravo.»
«Sì è uno strazio bravo. Magari questa la prendo io eh, Soe-nuna?» Jimin, salvatore della mia futura sorte, cercò di riparare al danno ormai troppo tardi.
«No, ho detto che sarebbe scema a scegliere quello al tuo posto.» Io urlai più forte di Jin, sentendo l'alcol prendere il sopravvento, mentre potevo chiaramente sentire quel fatidico effetto gelo  provenire da tutti i pori. Mi Sentii in colpa alcolica e andai anche a sbirciare pure verso Namjoon che, a quanto pare, mi aveva sentito vista la trasformazione del suo volto.

Jin, dopo un attimo di tepore, tentò di fare mosse strane per passarmi sopra e alzarsi in piedi. I tavolini erano posizionati vicini alle pareti e le panche non davano spazio d'uscita, bisognava scavalcarsi per passare. Fui travolta per mezzo secondo prima di sentirlo chiaramente raddrizzarmi, guardarmi con un'aria un po' grave e un po' compatita, prima di sgusciare via.

«Oh.» Hoseok drizzò la schiena, guardandomi. Poi sorrise, mettendo le mani sotto il collo, proprio sopra il cuore. «Che cosa carina che hai detto.»

Carina. 
Carina.
Ora lo ammazzo.

«Hobi ti sto facendo un super complimento altro che co-»
«VA BENE RAGAZZI, che ne dite se a questo giro canto io?»
Jin aveva preso, o meglio rubato con la forza, il microfono dalle mani di Yoongi mentre quello già si inchinava in vista di applausi e urlacci da parte di tutti. E tutti lo fecero, in effetti, compreso Jin. A quanto pare aveva deciso di salvarmi da quella situazione facendo una cosa mai fatta prima; e attirò la mia attenzione. Nessuno aveva mai sentito Jin cantare, neanche per sbaglio, quindi quel momento da pavone canoro era un fattore nuovo per noi. 
«Uuuh vai cos' Jin, facci sognare!» Jungkook urlò, ridendo come un matto. «Non pensare al dolore alla schiena!»
«Jungkook, ti curo.» Disse Jin al microfono, con un bel vaffanculo sottinteso.

Tae e Yurim erano passati alla fase successiva, avevano cominciato a strusciarsi le mani addosso, mentre Tae tentava di rubarle baci poco casti. Pregai che Hoseok e Emily non prendessero esempio ma, per ora, erano rimasti tranquilli, abbracciati a incitare un Jin coraggioso. Namjoon e lo stagista fecero altrettanto. Jimin fece sedere Yoongi vicino a lui, complimentandosi per la passione. Ero convinta di aver visto Yoongi arrossire, mentre Jimin gli abbracciava le spalle, ma l'attenzione fu tutta rivolta verso Jin e mi persi l'eventuale momento.

Lo vidi armeggiare col microfono come fosse un oggetto sconosciuto, provare anche un finto check-in che ci fece ridere tutti.
«Volete che vi delizi con una delle mie battute migliori prima di-?»
«NO!»
Non fece neanche in tempo a finire la frase che ci cimentammo in coro con un poderoso diniego, lasciandolo per un momento deluso e imbronciato. Ma poi comincio a scegliere dalla lista, soffermandosi su una canzone che non conoscevo. Restò a guardare lo schermo per un tempo indefinito, tanto che non ero sicura se stava pensando al da farsi o se si era addormentato lì in piedi, come un cavallo. 
Ma poi si decise a girarsi verso di noi, parlando ancora una volta al microfono.

«Questa la vorrei dedicare ad una persona alta 5 metri.»

Tutti reagirono con uno sguardo confuso ma io mi drizzai con la schiena di scatto. Nessuno poteva sapere che si stava riferendo a me, ma io sì. Per un momento provai un forte calore al petto, sentendo il cuore battermi forte. Era riuscito a mettermi al centro dell'attenzione senza realmente mettermici. Non ero sicura che l'alcol sarebbe riuscito ad aiutarmi con le emozioni, in quel momento. 

Quando la melodia un po' meccanica cominciò a invadere le pareti provai una forza nel petto troppo forte, pregai in ottomano che non fosse quella la reale canzone, che fosse solo uno dei suoi scherzi. L'unica mia salvezza era che cominciasse a cantare "La mucca fa uèuè quando piange / un duo e tre", ma non ero convinta che sarebbe andata così.
Non mi guardava, aveva lo sguardo fisso verso lo schermo ma riuscivo a vedere il suo profilo e notai che aveva chiuso gli occhi. Cominciò a far vibrare la voce con la gola chiusa e quel suono, il suono che uscì subito dopo, non lo avrei mai più dimenticato.

La canzone era un susseguirsi di note tremendamente tristi, toccanti, fluttuavano nella stanza mentre la sua voce vibrante, alta, con un'estensione pulita arrivava dritta ai nostri cuori. Emily si commosse, la Sentii tirare su col naso mentre si aggomitolava sullo sterno di Hoseok ma non riuscì a provare gelosia,  in quel momento.  Nel mio stato a stento riuscivo a capire il senso della canzone, ma sapevo di cosa parlava. Di me. Di quello che stavo passando. Di quello che stavo provando. E la sua voce non faceva che piantarsi dentro il mio cuore come un coltello, rigirandosi e rigirandosi, facendomi sanguinare.
Mi voltai per guardare le espressioni degli altri, erano tutti assorti. Jimin con la testa poggiata sulla spalla di Yoongi, Tae e Yurim abbracciati mentre andavano a ritmo col busto, lo stagista visibilmente sorpreso, Namjoon pensieroso, tremendamente attratto da quelle parole.

Perché non lo avevo mai sentito cantare?
Aveva una voce che ti smuoveva ogni abisso interno per portarti in piena burrasca e farti confrontare con tutte le tue emozioni interiori. Non riuscivo più a respirare bene, sentivo il cuore battere fino alle orecchie, e riuscì a rimanere salda fino a quando non lo vidi girarsi verso di me. Mi stava guardando, aveva gli occhi lucidi, si era commosso. E sotto quelle luci blu e rosse, quelle intermittenze luminose, mi accorsi di quanto fosse dannatamente bello.

Provai una contorsione allo stomaco non indifferente, dovevo prendere aria. Lui lo notò, ero sicura che mi stesse ancora guardando mentre mi defilai da quella stanza nella maniera più silenziosa possibile. Non appena richiusi la porta dietro di me cominciai a sentire la testa girarmi in maniera opprimente. Forse la soluzione migliore sarebbe stata quella di raggiungere il bagno, lavarmi la faccia, chiamare un taxi, fuggire in Perù e dimenticarmi di tutto questo.
Era una soluzione un po' estrema ma nella mia testa era perfettamente plausibile. Dovevo pensare ai bagagli, al passaporto, a qualche visto magari? Sicuramente non sapevo parlare il ... il ... perugiano

Qualcuno mi distrasse da quel piano geniale, facendomi voltare di colpo. Era Namjoon, aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto, non ero sicura che mi avesse seguito apposta ma che avesse avuto bisogno di riprendere aria da quella stanza così come era successo a me. 
«Che ci fai ferma qui?» Mi chiese, guardandosi intorno. «Il tipo che Yurim vuole farti conoscere non è così male, dovresti dargli una possibilità. Almeno eviti di rischiare le nozze-rosse prima del tempo.»
«Nam quel tipo sta sperando ardentemente che Yurim lasci Tae e finalmente lo noti, non hai visto il modo in cui la guardava? Ogni volta che quei due si baciavano sembrava che volesse tuffarcisi. O forse ama Tae, chi non amerebbe Tae?»
«In effetti avevo notato qualcosa anche io.» Disse lui. «Con Yu, non con Tae.»
«Perché non sei rimasto dentro con gli altri?» Domandai io, guardandolo. Ci eravamo poggiati contro la parete che portava ad altre camere di karaoke. 
«Per colpa della canzone di Jin.»
«Già.»
«Ti ha tirato fuori da un casotto, lo sai vero?»
«Già.»

A quanto pare non ero in grado di dire altro. Sì, forse avrei detto più del dovuto a Hoseok o forse no, forse mi sarei bloccata da sola. Per quanto volessi urlarglielo in faccia, avevo comunque rispetto per la sua relazione e, che Minseong-nim potesse perdonare il mio tradimento del manuale esistenziale, non volevo farli soffrire. Ma ora, nel cervello, nel cuore, stava brulicando qualcosa di diverso. Sentivo ancora la voce di Jin nelle orecchie, mi stava letteralmente facendo tremare. Ma non potevo spiegarlo in quel momento, ero quasi sicura che fossi troppo ubriaca e che il mio corpo stava reagendo così per quello. Eppure il cuore non smetteva di tamburellare impazzito, facendomi quasi male.

Rimanemmo in silenzio a guardare il nulla, una cameriera con un carrello delle pulizie ci passò davanti. Notammo che stava spazzolando il nulla, sventolando il piumino per aria. La cosa avrebbe dovuto farci ridere ma ne rimanemmo inquietati per svariati secondi.
«Ma cosa stava ...comunque» Namjoon interruppe il silenzio. «come ti senti ora?»
«Pensavo di scappare in Perù.»
«Oh.» Namjoon rimase in silenzio un altro po' e così lo sbirciai. Aveva ancora l'aria di chi stesse pensando a cose oscure e misteriose. Da quanto aveva quell'espressione? Era la prima volta che gliela vedevo? Forse sì ma la cosa mi provocò un lieve fastidio; ero rimasta imprigionata nei miei pensieri così tanto che, forse, mi stavo perdendo dei momenti troppo importanti, lasciandoli navigare via senza dargli importanza. Provai l'impulso di chiedergli se ci fosse qualcosa che voleva dirmi ma lui mi bloccò sul nascere, facendomi perdere l'opportunità.

«Ti dispiace se vengo con te?»
«No, al massimo se ci arrestano siamo insieme.»
Si mise a ridere e io provai a fare lo stesso, ritrovandoci come due amici solitari senza speranza mentre l'alcol continuava a farci condividere quel sentimento disfattista. 
Sentimmo la musica alzarsi improvvisamente, qualcuno stava cantando ma non era nessuna voce che conoscevo. Forse lo stagista. Ci voltammo nella direzione della nostra stanza del karaoke nel vedere Hoseok avvicinarsi a noi, con equilibrio precario.

«Ragazzi vi state perdendo lo stagista che canta con Yurim. C'è Tae omicida.»
Entrambi facemmo un risolino in sincrono, a quanto pare le nostre deduzioni da detective non erano così acciaccate.
«Avevamo bisogno di prendere un po' d'aria.» Continuò Namjoon, trovandomi d'accordo.
«In realtà siamo scappati per evitare di piangere davanti a Jin.» Dissi io. 
«Accidenti, e chi se lo aspettava che lo hyung avesse questa vocalità, eh?»
«Sapete chi è la persona alta 5 metri?» Incalzò Namjoon di colpo. «Non si sarà mica messo con una gigantessa?»
Io feci finta di non aver sentito neanche la domanda, mentre Hoseok faceva no-no con un indice dondolante. 
«Ma sai che Jin da ubriaco dice cose insensate, una volta era convinto di aver parlato con una fata.»
«Hoseok quella fata l'hai vista anche tu.» Incalzai io, dandogli una spintarella alla clavicola.
«Ah sì?»

«Ragazzi urgenza bagno, vi raggiungo subito.» Namjoon si staccò dalla parete, arrancando verso il bagno. Non so se lo fece apposta, ma in quel momento avrei voluto bloccare la sua vescica con tecniche chirurgiche ed evitargli di lasciarmi lì in quel momento. Mi venne addirittura l'impulso di seguirlo in bagno, ma sarebbe stato un po' strano. Così rimasi in balia di Hoseok.

Da sola. Con Hoseok. 
Dopo un anno.

Era davvero terribile sentirsi a disagio con lui, avrei preferito che ci avesse raggiunto qualsiasi altro, anche Emily andava bene, tanto per far capire il livello di imbarazzo che ballava nel mio cervello. 
«Ehi.» Si appoggiò alla parete, accanto a me. Non aveva più il suo solito profumo, evidentemente aveva deciso di cambiarlo. 

Eau de Gnòcc, provatelo e il vostro charme sarà on-point, effetti collaterali: può causare svenimenti, perdite di controllo, tremori alle gambe e matrimoni indesiderati. 

«Ehi.» Pigolai io, evitando di guardarlo.
«Non mi hai detto come - come ti sembra.»
«Come posto è carino, forse un po' troppo chiuso e quelle lucine a intermittenza fanno venire la nausea. E penso che la donna di servizio sia una ghostbusters.»
Notai  che Hoseok mi stava guardando in maniera un po' stralunata, non era né un sorriso né una smorfia. Ma alla fine si mise a ridere, arrossendosi in volto.
«No no» riprese fiato, guardandomi con due occhi più che felici, o allegrotti. «Intendevo ...Emily.»

Se devo valutare una percentuale puramente fisica direi che non c'è trippa per ingordi anche se le persone mancine mi hanno sempre inquietata, per colpa di mia nonna che vedeva il Diavolo in tutto ciò che c'è di "sinistro" - devo ricordarmi di non dire mai questa frase ad alta voce - se devo guardare solo il lato caratteriale provo un senso di vertigine colonizzatrice, pensando che potrebbe essere una simpaticissima e frizzante amica se non fosse che ha deciso di rubarmi l'unico essere vivente su questo pianeta che avevo scelto come futuro manovale di pannolini per i miei pargoli. Avevo addirittura pensato di uccidervi, oggi, dopo varie meditazioni ma sono talmente magnanima che mi accontenterei solo di tranciarvi un braccio per uno. Ovviamene senza offesa.

«E' ...insomma, mi piace. Sembra»
dillo
«sembra»
non farlo ci ho ripensato
«sembra perfetta per te.»

Hoseok era rimasto in apnea fino al momento di quella frase finale, a giudicare dal colorito della sua faccia. E infatti lo vidi respirare, piantandomi gli occhi addosso. Sorrise in maniera piena, di nuovo quel sorriso che avevo visto la sera in cui il mio mondo era crollato. Perché era  così ingiusto? Lui stava vivendo un sogno. Io stavo vivendo un incubo. Mi sentivo una tremenda stronza a provare così tanta rabbia, gelosia e invidia per una cosa così bella. 
Sentivo di nuovo la voce di Jin che cantava, dentro la testa

I know it’s over
And it never really began
But in my heart it was so real


e provai un magone troppo forte, tanto che riuscì a evitare di piangere per miracolo. Avevo esaurito le mie forze per quello, così tanto che non mi accorsi che le mie labbra si stavano muovendo da sole.
«Perché non me lo hai detto?»
«Come?» Hoseok sembrava confuso, tanto che il suo sorriso si spezzò di colpo. 
«Perché non mi hai detto...di lei? Perché sei tornato, dopo un anno, senza dire niente a nessuno?»
Lo vidi rimanere in silenzio a lungo, la sua espressione ebbe un cambio graduale, passando dal sorpreso al rattristato, mentre aveva preso palesemente a tergiversare. Il suo volto assumeva una strana smorfia quando non sapeva dove artigliarsi e, come effetto collaterale, si torceva le mani con fare nervoso. 
«Mi - mi sembrava una cosa troppo importante. Non volevo dirtelo al telefono, so che è stato un po' improvviso ma non l'ho fatto per tenervi questa cosa nascosta. E poi ...»
Sfumò la frase senza finirla ma non incalzai per sentire il finale, cosa avrebbe potuto dirmi?

E poi non l'ho fatto perché sono stato rapito da dei troll?
E poi mi sono scordato come si scrive un messaggio?
E poi sono diventato un maiale?

Lasciai perdere, non volevo che si rovinasse la serata per colpa mia, non volevo litigare con lui per questo. Ormai era lontano anni luce da me, se avessi fatto esplodere tutte le parole che avevo in testa l'avrei fatto trasferire direttamente su Marte.
«Scusa, è che ...mi sembra che non parliamo più. Alle volte non mi rendo nemmeno conto che tu sei davvero tornato qui.»
«E invece sono tornato, so che sembro distante ma è solo perché sto mostrando il più possibile a Emily prima di -» si bloccò di colpo, guardandomi con un'aria un po' impaurita. Quello sguardo mi fece salire un brivido lungo la schiena, mentre corrugavo la fronte.Staccai la schiena dalla parete cercando di fronteggiarlo mentre vidi Namjoon ritornare canticchiando una qualche canzone proveniente sicuro dal medioevo.
«Prima di - cosa? Deve ripartire? Ma pensavo che vi sposaste qui.»

Hoseok era ancora nella sua particolare torsione delle falangi, si guardò intorno,  captando l'arrivo di Namjoon dal bagno pubblico mentre, dalla nostra stanza del karaoke, vidi avvicinarsi anche Jimin con aria un po' persa.
«Ecco, non - cioè sì, sì ci sposeremo qui.»
«Ah, ho capito, vuoi farle vedere i posti belli di Seul così quando noterà le vie del ghetto sarà troppo tardi?» Lo presi in giro, dandogli l'ennesima pacca sulla spalla, simulando un sorriso. Continuavo a essere nervosa, quel brivido mi si era avvolto fino alle ossa e quella sua espressione non aiutava a scioglierlo.

«In - in realtà non sono sicuro  che resteremo qui - qui a vivere.»

Jimin arrivò giusto in tempo per piazzare un braccio intorno alle spalle di Hoseok, tirandoselo vicino. 
«Ooooh ragazziiiii, ho provato a cantare io ma Yoongi mi ha fatto bere tre soju di fila e penso di essere ubriaco. Sta per raggiungerci Siju, lo sapete? Lei è beeella come un campo di grilli fritti.»
«Jimin mi stai scalfendo il cervello!» Si lagnò Hoseok mentre Jimin non faceva che grattare le nocche sulla sua nuca. 
Namjoon, per par condicio, mise un braccio intorno alle mie spalle.
«Non è proprio un paragone felice, Jimin.»
«Allooora come una piscina di rane!» Intonò Jimin, ridendo da solo.
«Belle le rane, ma non dirlo mai a una ragazza.» Incalzò Namjoon mentre mi piantava un palmo sulla clavicola. Non avendo calibrato la forza ero sicura che mi avesse rotto la scapola ma neanche se mi avesse rotto tutte le ossa avrei percepito qualcosa. 

Mi persi addirittura quei felici epiteti verso Suji la rana perché, in tutto ciò, ero rimasta imbambolata davanti alla faccia di Hoseok. Credo che lui lo avesse percepito, perché non faceva che guardarmi con aria colpevole. Il suo silenzio era la condanna peggiore, sapevo che non ci stava bene sotto quel mio sguardo. Infatti con qualche mossa di judo lo vidi liberarsi dal braccio di Jimin che decise, per non ruzzolare a terra, di aggrapparsi a Namjoon mentre rideva da solo.
«Ah Hokkino, c'è la tua rossa che ti cerca. Credo che quel Doyungo la stia rimorchiando.»
«Cosa?!»
«Sì ha detto qualcosa come: "Ao uar iu biutiful ledi red.» Biascicò Jimin, drizzando il collo.
«Lo ammazzo.»
A falcate di sei metri ritornò nella stanza lasciando me, Namjoon e Jimin come tre marionette avvinghiate tra loro. Sentivo il peso degli altri due sul collo, mentre le vertebre già sgretolate da Namjoon stesso ormai chiedevano una tregua.
«Ragazzi sto per vomitare.»
«Non farlo qui, quella donna di servizio ti porterà con lei nell'aldilà.»
«Quale donna?»

«Davvero ragazzi.» Lo sentivo, nelle viscere, che qualcosa stava andando a male. Probabilmente le mie budella non erano più controllabili, tanto che sentivo l'alcol pulsare nel cervello e chiedere di espellere. 
Non volevo sembrare una posseduta così scivolai di gran fretta dalla morsa degli altri due mentre li sentivo urlacchiare qualcosa che, nel mio stato attuale, sembrava una lingua arcaica. Superai una ragazza dai capelli biondi, molto carina, mentre mi fiondai in bagno.

Arrivai appena in tempo dentro una delle cabine libere mentre l'impulso di rimettere si fece più forte, ma a parte qualche colpo di tosse non uscì niente.  Non era una nausea reale, l'avevo capito, era solo dolore. Ora capivo come si erano sentiti gli essere umani rimasti nella terra dopo che Thanos aveva schioccato le dita. Hoseok stava svanendo come polvere, stava svanendo dalla mia vita e non riuscivo a trattenerlo in nessun modo. Perché preoccuparmi di non complicargli la vita se aveva intenzione di andarsene? Perché aveva cominciato a rivelarmi delle cose così importanti come fossero colpi di scena da film? Perché doveva sparire? Perché signor Stark eh? Perché?

Non so quanto rimasi chiusa lì dentro, ma quando mi decisi a uscire, rinfrescandomi la faccia con un'acqua talmente fredda da ibernarmi le cornee, trovai tutti nella sala circolare all'ingresso, davanti a delle macchinette di cibo e bibite indaffarati su quali schifezze prendere. Il primo a notarmi fu Jin, che mi si avvicinò con passo veloce e un'aria che avrei potuto definire arrabbiata? Sì, mi sembrava la parola corretta. Avrei voluto sentirmi un po' in colpa per quell'espressione ma non ero sicura di esserne in grado, in quel momento.
«Ti sto cercando da un'ora. Non farlo mai più, mi farai diventare matto un giorno di questi.»

«Sì circa.» Risposi senza alcun senso, evitando di guardarlo in faccia. Lui continuava a fissarmi, lo sentivo quell'occhio critico da mamma-chioccia, come al solito lo stava strizzando convulsamente, ma non disse più niente. Non fece in tempo, in realtà, perché vidi avvicinarsi Doyun.
«Yurim mi ha chiesto di riaccompagnarti a casa, non si fida di Namjoon alla guida e Yoongi... penso sia svenuto.» 
Mi affacciai giusto per vedere Minno collassato su una delle panche; sembrava avesse l'aria beata in realtà, mi faceva quasi tenerezza.
«Mica li posso abbandonare qui.» Dichiarai io, un po' allibita.
«No, vi porto tutti in macchina. Credo di essere l'unico che non ha bevuto.» 
Jin mi afferrò per la spalla, tirandomi indietro così da ergersi davanti a Doyun. Erano quasi alti uguali; per un secondo mi venne da pensare che stessero per picchiarsi, forse per colpa dell'occhio ballerino di Jin. Gli tastai la schiena per un secondo, più come appoggio che come vero richiamo di pace, ma quello cominciò a fare strane mosse.
«Anche io sono sobrio, guarda!» Jin prese parola mostrando il suo personale equilibrio con una gamba alzata e un braccio spalancato, ma tra lui e la forza di gravità non poteva esserci competizione.
Lo vidi sbandare verso destra, causando una risata di strafottenza da parte dello stagista bello intelligente etc.
«Già, vedo.»
«Posso farlo anche con l'altra gamba.»
«Jin non t'ammazzare, per favore.» Incalzai io, stringendogli la maglietta conscia che non sarei mai stata in grado di salvarlo, in caso.
«Puoi dare un passaggio anche a lui? Tanto vive praticamente a casa nostra.» Chiesi a Doyung.
«Se...proprio devo.»

Mi bloccai a guardarlo, corrugando la fronte. Jin non pareva essersi accorto della risposta perché, senza apparente motivo, fu placcato da Taehyung che gli si arrampicò sulla schiena, facendolo urlare. 
«Non è un problema se non puoi, non è mica un obbligo. Ceeerto, ti perderesti il viaggio in macchina di ritorno più esilarante del mondo. Dieci punti se non lo uccidi.»
Doyun si mise a ridere, andando a guardare quello strano casino che stava avvenendo con i più piccoli del branco. A quanto pare Jungkook si era arrampicato su Taehyung, trascinando Jin addosso a Yoongi svenuto. Non vedevo Yurim da nessuna parte e neanche Jimin. Emily e Hoseok facevano una sorta di tifo di incitamento. Namjoon stava controllando il proprio telefono, in disparte, ma non aveva una bella cera.
«E va bene mi hai convinto. Però la musica la scelgo io.»






NTA: avrei voluto spiegare a parole migliori l'effetto che mi fa la voce di Jin quando canta ma meglio di così non mi usciva e ho dovuto far fruffallare Seo per uscirmene v.v comunque non so se l'avete riconosciuta ma il capitolo si chiama esattamente come la canzone che canta, dei The Smiths, tra l'altro adoro 'sta canzone e me la immagino davvero cantata da Jin e ciao addio. In tutto ciò con questo stagista magnifico ho semi-citato Il Trono del Muori perché per descriverlo mi faceva ridere il pensiero che fosse una specie di Light di Death Note ma più socievole ecco, magari con meno istinti genocidi v.v Volevo ringraziare tre di voi, che mi hanno messa nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate - anche se in silenzio sappiate che vi ho notato e grazie mi avete reso super felicissima <3 spero che vi stia piacendo, pian piano giuro che le cose si approfondiranno meglio, ma lo sclero di Seo è graduale e per una che non s'espone in pubblico va così. Muore dentro xD eee niente, se in 'sto capitolo avete visto Nam stranino sappiate che ...c'avete ragione v.v ormai devono soffrire tutti basta poracci miei. A presto <3
  
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