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Autore: aurora giacomini    18/01/2020    2 recensioni
Dal testo introduttivo:
Mi chiamo Esmeralda Lek. Il mio cognome può essere tradotto dal polacco come "paura", "ansia" o "terrore". Mai cognome fu più azzeccato... Sì, hai capito bene: sono una fifona.
Ma ora è meglio che mi concentri e cominci a raccontarti la storia che credo di aver finalmente elaborato. Credo di essere pronta a condividerla con te.
Ti chiedo solo un favore: non giudicarmi prima di aver concluso la storia. Avevo paura, tanta paura...
Genere: Mistero, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Per un Bacio'
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13

Il Mostro

 

 

Se te lo stai chiedendo, la risposta è: no. Non sono entrata in bagno a causa di bisogni da soddisfare... no... non penso sarebbe elegante riportare alcuni fatti...!

Quindi, perché sono entrata in bagno?

Perché Flavia ha i capelli tinti.

Bravo, vedo che anche tu sei piuttosto sveglio! Non ho chiaro perché il mostro evocato dai miei compagni di classe sia così selettivo, né perché esegua gli ordini ricevuti da un branco di idioti, se mi è concesso esprimere un giudizio... ma queste sono le regole del gioco, quindi giochiamo!

La fortuna ha deciso di sorridermi: appoggiato sopra al lavello c'è una confezione di tintura per capelli... viola... te l'ho detto che quella ragazza non... ah, sai cosa? Non sono qui per giudicare gli altrui gusti estetici, anche perché questo potrebbe salvarmi il sedere.

Non mi sono mai fatta un tinta in vita mia, ma se ci riesce quella testa vuota di Flavia... okay, okay, devo smetterla di attaccarla in modi tanto bassi...

Vediamo... le istruzioni non sembrano complicate da seguire... okay... ah, circa venti minuti di posa... per fortuna ho già i capelli chiari: non avrei tempo di farmi una decolorazione...!

Bene, ti aggiorno quando i miei capelli avranno mutato pigmentazione...

Sai, inizialmente non avevo intenzione di raccontarti questa storia 'parlandoti', ma pian piano mi sono affezionata a te, non importa se non conoscerò mai il tuo volto, non ha davvero nessuna importanza... ormai le pagine di questo quaderno stanno giungendo al termine e non ne troverò un altro tanto facilmente... dunque a me la scelta narrativa, no?

Devo dire che il colore non mi dispiace... lo che non è il momento, ma cavolo... il viola abbinato al blu dei miei occhi, fidati, ci sta!

Esco dal bagno e, anche se non mi piace, frugo nel primo borsone che trovo... non è quello di Eleonora: non sento il suo odore, ma la cosa non è rilevante, non ora.

Ecco ciò che cercavo: occhiali da sole! No, non esserne stupito, ho capito che non siamo in spiaggia, ma gli occhiali da sole sono molto utili in montagna: il bianco della neve, soprattutto se c'è sole, è davvero abbagliante, può anche causare danni alla vista! Ero sicura che ne avrei trovati almeno un paio... e pensare che io li avevo dimenticati a casa... vabbè questo non c'interessa ora.

Il mio aspetto dovrebbe essere sufficientemente camuffato ora, ma non sono ancora soddisfatta... lo so che pensi che io stia perdendo tempo, ma cavolo, se stai leggendo questa storia vuol dire che l'ho scritta, dunque che sono viva, no? Abbi ancora un po' di pazienza: le cose o le fai bene o ne le fai! Questo penso.

Ah, scusami... sono un po' agitata... non farci caso... divento un po' aggressiva...

Devo cambiare anche il mio odore, è solo una precauzione: so che Martina e la Professoressa avevano un odore diverso dal mio, ma la prudenza non è mai troppa!

Anche se sono alla fine dell'adolescenza, i miei ormoni sono ancora un po' sballati, inoltre ho sudato e sicuramente puzzo di paura, e non avendo tempo di farmi una doccia, anche perché sarebbe inutile, (suderò di nuovo e avrò ancora paura) devo trovare un'altra soluzione...

Sì, una boccetta di profumo è quello che fa al caso mio.

Ne trovo una quasi nuova nel medesimo borsone. Non ci vado leggera: spezzo la parte in plastica con i molari e tirò fuori il resto del tubicino... me la verso direttamente in testa, facendomi una doccia di profumo.

Bene, ora sono uno strano punk che 'profuma' come un adolescente pieno di brufoli... se sei un'adolescente non prendertela, ma voi maschietti usate troppo profumo a quell'età... nulla di personale.

Okay, è il momento di uscire dalla stanza, da questo luogo che stava cominciando ad essermi famigliare... mamma mia quanto puzzo di buono, non penso che penserei mai di mangiarmi... dicevo... ah sì, cominciavo a sentirmi a mio agio qui... ma ora è davvero il momento di agire!

So dove cercare Eleonora? No... certo che no... ma questo non mi fermerà...! Non mi sono conciata in questo modo solo per fuggire, no, fuggirò da qui, sì, ma con Eleonora... questo 'travestimento' mi occorre solo per girare più liberamente in quella che è diventata la gabbia del leone... o il labirinto del Minotauro... scegli pure quella che preferisci.

Ma fosse solo il mostro il problema... devo stare attenta anche ad evitare quei tre farabutti... se mi vedono e riconoscono, beh, capiranno che ho capito... e non penso che sarà una chiacchierata piacevole... no... decisamente... mi copano (uccidono) se mi prendono...

Okay, basta davvero ora! Andiamo!

Il secondo posto in cui, trovo ragionevole provare a cercare, è la camera di Alessia... ovvero la mia, e quella di Greg e Danilo... andiamo...

 

La nostra stanza è vuota.

Ti dirò, ho omesso tutti i dettagli della mia passeggiata alla Splinter Cell fra i corridoi e la mia lunga esitazione prima di far scorrere la chiave magnetica nell'apposita... cosa per sbloccare la porta...

Non è che io abbia perso la mia chiacchiera, no, semplicemente sto finendo la carta e anche la matita sta cominciando ad essere corta e scomoda da maneggiare... noterai che la calligrafia si è fatta più minuta e 'stretta'...

Ma andiamo avanti...

La prossima stanza da controllare è quella dei due fratelli...

Busso e basta: non voglio che riconoscano la voce. Certo, non penso siano dentro, ma sai... la prudenza...

Dall'altra parte... il silenzio ronzante dell'impianto di riscaldamento...

Che faccio? Continuo a bussare, sperando che Eleonora, se è là dentro, trovi il modo di svelare la sua presenza (anche se imbavagliata, dovrebbe comunque riuscire a mugugnare... no?) o sfondo la porta...? Il rumore potrebbe attirare il mostro...? Non ne ho la minima idea...

Cavolo che situazione di cacca!

Eh, niente... aspetta un momento, devo trovare il modo di ottenere un'altra matita: è talmente corta che le mie dita sfregano contro la carta, rischio di cancellare qualcosa e, in ogni caso, così non si può davvero scrivere... torno subito, spero...

 

Vabbè, tu non lo noterai, ma è passata una settimana... ho buone notizie: sono riuscita a trovare una matita decente... ma di carta... niente da fare...

Dov'ero rimasta... ah sì, okay.

 

Tentenno a lungo, ma alla fine opto per il rischio: non potrei perdonarmi il fatto di essermene andata senza sapere se Eleonora fosse davvero là dentro... sfondo la porta... sì, ho delle cosce niente male...! Va bene... ci sono voluti sei calci al massimo della mia potenza, per aprirla... contento ora?

Non ti nascondo che, vedendo la stanza deserta, ho provato un mix di sconforto e sollievo. Sconforto perché non l'ho trovata, e sollievo perché non l'ho trovata morta... sì, ho valutato anche quest'ipotesi... sono matti quei tre, matti ti dico! Ma... beh, l'avrai capito anche da solo...

Devo smetterla di divagare o finisce che, scusa la ripetizione, finisce il quaderno e tu non saprai come sono sopravvissuta...

Ma devo per forza fermarmi a riflettere un secondo... devo capire cosa fare e dove andare... non c'è verso... non abbandono Eleonora!

Non posso riportarti tutti i ragionamenti che hanno portato a queste conclusioni, sai no... la carta... ti basti solo sapere che spero che sia giusta la mia prima ipotesi, perché davvero non ho voglia di andare fuori... la tormenta non fa che aumentare d'impeto... ah, giusto, se non te la dico, tu come puoi indovinarla...? Colpa mia... sono sempre più agitata...!

Ipotizzo che Eleonora possa trovarsi in un luogo in cui, difficilmente, qualcuno andrebbe a guardare: le cantine... sotterranei... o qualunque cosa ci sia sotto ai miei piedi... sicuramente hanno un posto in cui conservare il vino e i salumi, quale posto migliore di una cantina, no?

 

Non riesco a trovare le parole, neppure ora, per descriverti lo stupore che ho provato nel vedere ciò che ho visto, percorrendo la hall in cerca delle scale per le cantine... sì, il libro rosso...!

Come fa a non essere una trappola?

Mi guardo attorno, ma non vedo nessuno... presto ascolto ma non odo nulla... mi concentro cercando di percepire... sì, di percepire la vita attorno a me... ma non avverto nulla...

No, davvero, come fa a non essere una trappola...?!

Cacca... mi avvicino cautamente al libro, quasi come se temessi che esso possa prendere vita ed aggredirmi...

Sulla superficie malandata ci sono delle macchie, alcune vecchie e sbiadite come la stessa copertina, altre più fresche... umide addirittura... quando lo prendo tra le dita capisco anche di cosa si tratta... sangue... ma il sangue di chi? Non te l'ho detto, ma mi pareva strano, nel caso in cui non fosse una trappola, che quei tre lo lasciassero abbandonato...

E se fosse il sangue di Alessia...?

M'importa? Dovrebbe fregarmene qualcosa? No, non dovrebbe... eppure sento una fitta di dolore e paura... non voglio che lei soffra... lo so... ma non voglio lo stesso.

E' la curiosità a spingermi ad aprire il libro. Faccio solo in tempo a capire che è scritto in Inglese che... eh, come te lo spiego...?

Abbi pazienza... davvero non so come scriverlo...

“What are you doing? Creature, you must await the completion of the first rite, before conjuring a second one.” Mi dice, l'enorme licantropo che ho davanti.

Eh, vedi che non è facile da scrivere...!?

I suoi occhi sembrano in grado di trapassarmi l'anima... sono così vivi ed eterni... vanno dal giallo al rosso, passando per l'arancione come in una strana danza... qualcosa di quasi ipnotico e meravigliosamente sbagliato...

“Ehm... I'm sorry... I... ehm...” no, non chiedere... leggi e basta... sarà più facile per tutti...

“Scusami, forse ho sbagliato linguaggio.” La sua voce non ha tempo, dimensione, forma o colore... non appartiene a questo mondo...

Non te lo nascondo... mi sto facendo pipì addosso, posso sentire il liquido caldo scendermi lungo le cosce ed inzuppare le brache e i calzetti al suo passaggio...

“Io... posso... se vuoi... parlare in Inglese...” è tutto ciò che riesco a dire, fissando l'enorme, muscoloso, nero ed irsuto mostro che ho davanti.

“Non crucciarti, ma ti ripeto: creatura, devi aspettare la fine del primo rito, prima di evocarne un secondo.”

Beh, almeno è cortese... se solo sapesse con chi sta parlando...! No, perché io ho ben chiaro chi ho davanti... il mio assassino... o presunto tale...

“Non volevo disturbarti... se è ciò che ho fatto, ti chiedo scusa...”

“Sei una strana creatura.” Dice, annusandomi.

Se non avessi appena svuotato la vescica, beh, molto probabilmente me la farei addosso di nuovo...

“Posso chiederti... posso chiederti, se non ti offendi... chi sei?”

Mi mostra le zanne... enormi denti bianchi come il latte comprato... quello appena munto ha un colore diverso... ma questo non centra ora... non sembra un minaccia... no, è un sorriso... un sorriso triste.

“Sono sbagliato. Sono qualcosa che dovrebbe incuterti timore.” Mi risponde, guardandomi con quei suoi occhi di brace.

“Ho... ho paura di te... ma non perché penso che tu sia sbagliato... semplicemente.... sei... diverso da ciò che sono abituata a concepire...” gli rispondo, cercando di non offenderlo.

E la cosa più simile ad una risata, quella che gli sfugge delle zanne aguzze, “sei davvero una strana creatura.”

Beh, come dargli torto...

“Hai ucciso, questa notte...?” Mi sfugge dalle labbra prima che io possa farci qualcosa.

Mi guarda per un momento, sembra incerto su cosa fare o dire, “la cosa ti ha recato dolore?”

“Sì...”

Annuisce, “me ne dolgo. Sappi che non provo piacere nel cagionare sofferenza.”

“Va bene... cioè, no, non va bene... ma... non lo so...”

“Hai ragione,” mi sorride, credo... “non va bene.”

“Perché lo fai... allora?”

“Non ho altra scelta.” Mi risponde, “sono stato creato per obbedire agli umani che mi evocano.”

“Sei antico?”

La curiosità è una mia prerogativa, non posso farci proprio nulla...

Fatto sta che ho finito il quaderno... prima di andare avanti devo trovare qualche altro foglio... non sarà facile, ma non preoccuparti, troverò il modo...

 

  
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