Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    19/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXV.
DA OGGI IL DESTINO APPARTIENE A ME

 
 
Rapunzel è tornata nella sua grotta dorata e ripensa all’incontro con Elsa. Mille sono le sensazioni e le emozioni che ronzano dentro la sua mente. Dopo tanto tempo aveva finalmente incontrato quella cugina così simile a lei che la sua famiglia aveva preferito allontanarle. Rapunzel sentiva di odiarla, di volerla uccidere, di volerle dimostrare di essere lei la migliore della famiglia in modo da avere giustizia su un passato crudele che l’aveva identificata come un mostro.

“Sei contenta ora?” la distrae una voce alle sue spalle.

“Che cosa ci fai qui?!” domanda Rapunzel girandosi di scatto verso l’intruso.

“Sono anni che convivo con la tua ipnosi, spesso riesco a ribellarmi e avere la forza per continuare ad essere tua madre” spiega Ester visivamente distrutta. La donna era pallida, magra e con gli occhi deboli e assonnati.

“Elsa è più forte di me” risponde Rapunzel con amarezza.

“Figlia mia, ti prego. Metti da parte l’odio! Possiamo ricostruire tutto! Elsa non è la risposta e soprattutto non c’entra nulla” cerca di convincerla Ester alzando il tono della voce.

“No! Ti rendi conto di quello che mi avete fatto?! Avete sempre accettato Elsa nella vostra famiglia, ma avete rifiutato me! Questa cosa non la posso tollerare… perché lei sì e io no?! Io e lei siamo uguali! Lei, però, ha avuto tutto…io invece non ho avuto niente” urla Rapunzel stringendo i pugni e rilasciando un’altra scarica di energia che si infrange come un’onda contro le pareti dorate.

“Io so perché ti stai comportando così” inizia a dire Ester facendosi forza, consapevole di aver toccato un tasto dolente.

“Non osare parlare di quello che è accaduto!” l’avverte Rapunzel fremendo di rabbia e di paura.

“In tutti questi anni hai cercato un modo per redimerti da un passato ingiusto. Cerchi vendetta su una cugina che ti abbiamo tenuto lontana e sei diventata crudele solo per nascondere la tua sofferenza. Figlia mia, te lo dico ora: non è colpa tua se sono morti quei ragazzi quando eri piccola… non…”

“MADRE! Non osare andare oltre!” urla la ragazza non riuscendo a trattenersi e permettendo all’energia dentro di sé di creare un uragano.

“Non è colpa tua se hai perso il controllo e hai ucciso anche…”

“BASTA!” grida la ragazza permettendo all’uragano carico di saette di muoversi da solo nella stanza. Una nube dorata avvolge l’ambiente e, una volta tornato tutto limpido, Rapunzel nota Ester chinata a terra con una mano sul cuore.

“Madre! Ti ho fatto male di nuovo! Hai visto?! Non mi dovevi provocare! Io sono pericolosa!” riesce a dire Rapunzel iniziando a piangere. La giovane permette alla madre di rialzarsi da sola e non trova il coraggio per avvicinarsi e assicurarsi che stia bene. Quel gesto riapre in Ester una serie di ricordi.

Molti anni prima…

“Madre! Guarda, Pascal mi adora!” annuncia Rapunzel finalmente felice, intenta a giocare e correre con il piccolo camaleonte. Quasi cinque anni in quelle mura dorate eppure nessuna delle due si era accorta che l’amore di Rapunzel nei confronti di Pascal aveva tranquillizzato la ragazza e, come per magia, aveva permesso alle pareti di tornare del loro colore naturale.

Ester guarda sua figlia sorridente e gioisce nell’essere riuscita, per quanto possibile, a risollevarla e tranquillizzarla. Dentro di sé, però, avverte la morsa dei sensi di colpa, la paura verso suo marito e la rabbia di non essere mai riuscita ad imporsi ad un volere crudele che le ha strappato la figlia dalle braccia. Ester sente trapelare il rimorso di non averla mai vista crescere come si deve, di non averle dato un’adolescenza serena, di non averla fatta giocare nei prati con gli altri bambini e di non averla consolata di notte per colpa degli incubi. Rapunzel, ormai grande, era cresciuta con la paura di sé stessa, con l’idea di essere un’assassina, con il trauma di essere stata abbandonata da un padre padrone e dimenticata da un regno, con la speranza di redimersi da un peccato, da una colpa che, in realtà, erano la sua essenza.

“Madre, ormai controllo i miei poteri! Questo significa che presto potrò tornare da voi! Anche da mio padre! Sarà fiero di me e dei progressi che ho fatto!” continua Rapunzel osservando Pascal intento ad arrampicarsi sulle pareti. Ester si limita a non rispondere, turbata da qualcosa che la divora dentro.

“Madre? Perché siete così triste? Cosa c’è che non va?” domanda Rapunzel facendosi scura in volto e non capendo l’apatia del genitore.

“Non penso che potrai tornare…” inizia a dire Ester con lo sguardo basso e i pugni serrati che stringevano tutta la rabbia che nutriva dentro di sé.

“Aspetto un bambino figlia mia” annuncia poi Ester con amarezza e disgusto, consapevole di aver appena sganciato una bomba.

È proprio quell’ultima affermazione che risveglia Rapunzel e le fa intuire la verità. Tutti quegli anni rinchiusa sperando di poter tornare a casa, tutta quella fatica nel cercare di migliorarsi e di domare il suo maledetto potere, tutti quei pianti e gli sguardi verso l’orizzonte sognando di tornare a casa.

“Ora ho capito. Mi avete sostituita. Padre non vorrà mai il mio ritorno! Voi volete un altro figlio per dimenticarvi di me per sempre!” urla la ragazza cominciando a riattivare il proprio potere.

“No! Io questo figlio non l’ho mai voluto…per me esisti solo tu!” le spiega Ester con le lacrime agli occhi cercando di avvicinarsi.

“Perché è così difficile?! Perché non posso essere me stessa?! Non ho scelto io questi poteri! Io vorrei solo una famiglia!” piange Rapunzel cadendo a terra e stringendosi le gambe con le braccia, scossa dai singhiozzi.

“Amore mio…” cerca di consolare Ester toccando con la mano la spalla della giovane nel tentativo di consolarla ma, in quel preciso istante, una fonte di energia sembra esplodere dal corpo di Rapunzel e, in poco tempo, Ester si ritrova scaraventata dall’altra parte della grotta.

“Madre! Io, io…non volevo!” dice Rapunzel correndo incontro alla donna e portandosi le mani alla bocca spaventata e distrutta da quanto successo.

Ester si rialza a fatica e, tenendosi stretta il braccio sinistro sanguinante, sorride alla propria figlia e si dirige fuori pronta a tornare nel proprio regno.

“Che cosa è successo?!” domanda re Jason furente dando ordine alle balie di chiamare il medico di corte per medicare la moglie.

“Sono solo scivolata e caduta” mente Ester piegata in due dal dolore.

“Tu sei una bugiarda! Sei piena di tagli e il braccio è sicuramente rotto! Sei stata dal mostro di nuovo e ti ha ridotto così!” la accusa lui arrabbiato.

“Non è un mostro! È nostra figlia! La nostra unica vera figlia!” riesce ad urlare Ester ribellandosi alle esclamazioni del consorte.

“Il mio unico figlio è quello che porti in grembo! L’unico nato durante un matrimonio. Sarà sicuramente un maschio forte e vigoroso pronto a governare un regno ma, soprattutto, sarà sano!” ribatte lui collerico facendo intendere di considerare i poteri magici come una sorta di malattia.

“Rapunzel è mia figlia e lo sarà per sempre. Non mi importa dei suoi poteri o del fatto che sia stata concepita prima del matrimonio! Se solo l’avessimo aiutata insieme a gestire la sua magia ora lei non sarebbe così!” cerca di farlo ragionare Ester tenendosi ancora stretto il braccio ferito.

“Da oggi in avanti tu non potrai più vedere quella creatura. Ti bloccherò i passaggi, aumenterò la sicurezza. D’ora in poi resterai chiusa in questo castello e penserai solo a far nascere mio figlio” ordina lui pronto ad allontanarsi dopo l’emanazione della nuova e crudele legge.

“Ricorda una cosa Jason. Tu non riuscirai a strapparmi di nuovo mia figlia. L’avremo pur concepita prima del matrimonio, ma almeno in quel periodo ti amavo per davvero. Il bambino dentro di me è frutto di una violenza domestica che tu sfoghi contro di me da quando hai allontanato Rapunzel. Se bisogna parlare di mostri, il vero mostro qui…sei proprio tu” conclude Ester per poi scoppiare a piangere e lasciarsi curare inerme, senza fare resistenza.

Dal giorno seguente Ester cominciò a preparare una sorta di sorpresa segreta. Tutte le sere, prima di coricarsi, saliva sul tetto del castello e, con cautela, accendeva una lanterna che innalzava in cielo sperando che potesse raggiungere il punto più alto ed essere avvistata dalla figlia.

“Tesoro mio, spero tu possa vedere queste lanterne che accenderò ogni sera finché non ti riavrò con me. Sono il segno del mio amore. Io ti perdono per avermi fatto male e ti perdonerò sempre. La colpa è solo nostra che, come genitori, non ti abbiamo aiutata a credere in te stessa ma ti abbiamo riempita di paura. Non cedere Rapunzel! Vincerai tu e io un giorno potrò tornare da te. Ti voglio bene”

Rapunzel, però, da quel giorno in avanti peggiorò drasticamente. La mancata visita giornaliera di sua madre dopo averla ferita gravemente, era segno di aver perso tutto, persino il suo amore. Rapunzel era ormai sola, immersa in un mondo dorato, colma di rabbia e infelicità.

“Da oggi basta lamentarsi. Mi hanno additata come cattiva. Ora vedranno veramente chi è la cattiva” aggiunge corrucciata.

Basta un gesto della mano e, in pochi secondi, tutta l’atmosfera si modifica. Rapunzel crea un vestito nero caratterizzato da piccoli fiori dorati e, con fare malefico, nasconde il proprio viso sotto il cappuccio. Lo stesso Pascal si spaventa di fronte alle sembianze della nuova padrona e, timoroso, si nasconde in un buco nel muro.  La stanza cambia immediatamente aspetto: tutto si fa più terrificante e luminoso e un ghigno compare sul volto di una ragazza che, per colpa della troppa cattiveria ricevuta, non può fare altro che rifletterla.

“È ora di lasciare andare tutto. Da oggi il destino appartiene a me” 
  
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