Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    19/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXVI.
L’ULTIMO RICORDO

 
“Quindi sei in partenza per parlare con Rapunzel?” domanda Anna prendendo la mano della maggiore, pronta ad uscire dalla camera da letto nella quale si trovavano.

“Sì, ci proverò. Voglio chiudere questa faccenda. Te lo prometto Anna: finirà tutto e torneremo a vivere serenamente!” la saluta Elsa accarezzando la guancia lentigginosa della più piccola.

“Certo zia, noi ti aspettiamo qui!” risponde Anna prendendo in braccio Giacomo e facendolo dondolare.

“Non sorride…” constata Anna avvertendo il piccolo rigido e impietrito con gli occhi celesti fissi sul volto della zia.

Le sorelle rimangono in silenzio per alcuni minuti cercando di intuire le ragioni dello strano comportamento del bambino.

“Ho capito! Vuole mostrarmi qualcosa prima che io parta. Vieni Giacomo, dimmi tutto!” si accorge la maggiore prendendo il piccolo tra le braccia e toccandogli la fronte con la mano.

Molti anni prima…

“Zia Ester, hai visto che cosa capace di fare?” domanda una bambina di circa cinque anni. La fanciulla aveva la pelle bianca e candida come la neve, gli occhi più azzurri di una limpida sorgente e i capelli biondi raccolti in una treccia perfetta. La piccola Elsa indossava un abitino azzurro e, sorridente, era intenta a creare tante piccole sculture di ghiaccio che mostrava orgogliosa alla zia.

“Sei davvero bravissima tesoro” risponde Ester con le lacrime agli occhi. Erano anni che non vedeva la sua Rapunzel e, nel frattempo, lei ed Iduna avevano dato alla luce Elsa e Fergus. A rallegrare l’atmosfera ci pensava anche la piccola Anna che, con i suoi capelli rossi e le lentiggini giocose, zampettava e correva freneticamente nel castello catturando l’attenzione di tutti i presenti. L’immagine di una bella famiglia felice! Una famiglia all’apparenza regale e perfetta ma che celava un segreto in grado di distruggere il cuore di Ester.

La donna, infatti, non riusciva a dare amore al suo secondogenito. Fergus era stato il frutto di una costante violenza domestica, nato per cancellare l’esistenza di una figlia giudicata impura e cresciuto sotto lo sguardo e le cure estreme di un padre padrone che, purtroppo, lo stava rendendo sempre più simile a sé stesso.

Elsa era stata una vera e propria gioia. L’arrivo di Elsa aiutò Ester a reagire ed aiutare il fratello Agnarr a non compiere lo stesso terribile gesto che suo marito aveva effettuato. Elsa era la sua rivincita! La prova perfetta per dimostrare che i poteri sono un dono e non una stregoneria! Ester, quindi, trascorreva molto tempo con la nipotina sperando, un giorno, di poter riabbracciare la propria figlia.

“Elsa, ora dobbiamo andare” interrompe Iduna entrando nella porta e facendo segno alla piccola di seguirla.

“Ciao zia Ester! Grazie per il pomeriggio trascorso insieme. Ci vediamo presto! Ti voglio bene!” la saluta la piccola cingendole il collo in un abbraccio per poi raggiungere i genitori.
Ester rimane da sola nella stanza e, sorridente, nasconde l’ennesima costruzione di ghiaccio di Elsa in un armadio segreto che teneva nascosto a Jason. Il marito, infatti, non era a conoscenza dei poteri della nipotina perché, altrimenti, avrebbe chiuso ogni sorta di rapporto con i parenti di Arendelle togliendo alla moglie la possibilità di rialzarsi e ricucire la sua sanguinante ferita.

“È inutile che li nascondi. Io li ho visti!” afferma una voce misteriosa alle sue spalle.

Ester sobbalza e chiude velocemente l’armadio, rischiando di distruggere le piccole sculture della nipotina. Timorosa e tremante si gira lentamente verso l’origine della voce, con la paura di essere stata scoperta dal marito.

“Chi sei tu?!” domanda sorpresa la donna trovandosi di fronte a una figura incappucciata.

“Non mi riconosci?” ironizza lo sconosciuto abbassando il cappuccio e scuotendo la testa che, ormai libera, riversa sulla schiena una folta chioma di capelli dorati.

“Rapunzel! Sei veramente tu?!” si meraviglia Ester avvertendo il cuore battere all’impazzata per l’emozione provata. Come era cambiata! Rapunzel aveva i capelli lisci e lucenti, i lineamenti da giovane donna, il fisico magro e dei meravigliosi occhi verdi che, però, sembravano riflettere le fiamme dell’inferno.

“Salve madre” saluta Rapunzel avvicinandosi all’armadio e guardando i piccoli animaletti di ghiaccio.

“Come hai fatto ad uscire dalla grotta?! Come sei giunta qui?” chiede Ester con un filo di timore nei confronti della figlia che pareva imprevedibile. Rapunzel, infatti, sembrava come ipnotizzata, padrona e allo stesso tempo vittima dei suoi poteri.

“Mi avete sottovalutato. Anni rinchiusa in una caverna dorata, abbandonata e sola. Il potere è diventato il mio unico amico. Sono qui per riprendermi tutto ciò che mi spetta” continua sicura la giovane accarezzando le piccole costruzioni della cuginetta.

“Vedo che avete fatto alla svelta a sostituirmi. Quella bambina ha dei poteri, come me! Per quanto volevate tenermela nascosta?! Perché lei sì ed io no?” afferma Rapunzel afferrando una salamandra di ghiaccio.

“Io non posso fare nulla Rapunzel. Tuo padre non sa dei poteri di Elsa! Io non volevo condannarla al futuro ingiusto al quale sei stata destinata tu! Non passa giorno che io non pensi a te!” sussurra Ester con voce spezzata, distrutta nel notare la figlia malvagia caratterizzata da un cuore ricco di odio e di ingiustizie.

“Non sei stata abbastanza forte a quanto pare. Vedi di non incontrare più mia cugina o io la ucciderò. Anzi…quando sarà grande, combatterò contro di lei e vedremo chi merita di far parte di questa famiglia!” ringhia Rapunzel frantumando la scultura di ghiaccio dimostrando, quindi, di voler attaccare la parente di soli cinque anni.

Pochi secondi e rimbomba un grido.

“TU!” esclama Jason irrompendo nella stanza furente e spaventato.

“Come hai fatto a fuggire da quel luogo?!” continua lui collerico, imbestialito nei confronti dei troll che non gli avevano dato un incantesimo abbastanza potente.

“Padre!” afferma Rapunzel mostrando un attimo di debolezza. Nei suoi occhi, infatti, compaiono diverse lacrime. La ragazza non vedeva il genitore da quel lontano giorno e, in tutti quegli anni, aveva escogitato piani su piani per poter meritare di nuovo la sua protezione e il suo amore.

“Io non sono tuo padre! Vattene! Sei solo un mostro e non ti permetterò di distruggere il mio regno!” grida l’uomo estraendo addirittura la spada.

“Io volevo solo una famiglia. Un padre, una madre, un fratello, magari anche qualche animale da compagnia. Tu, invece, hai rinchiuso una bambina disperata in una grotta condannandola a un destino crudele. Hai sottomesso mia madre e l’hai allontanata da me. Pagherai per tutto questo!” urla Rapunzel stringendo i pugni e permettendo a silenziose lacrime di rigarle il viso. Per un attimo Rapunzel non sembrava più preda del suo potere. I suoi occhi mostravano il desiderio sincero di ricevere amore dal genitore e, dall’altra parte, riflettevano la rabbia e la sofferenza di essere praticamente orfana.

“Non mi pentirò mai di ciò che ho fatto. La magia è un male per chiunque!” conclude il sovrano chiamando a sé le guardie, pronto ad attaccare la sua stessa creatura.

“Basta! Smettetela!” grida a squarciagola Ester notando la figlia intenta a caricare il suo potere e divorando con lo sguardo il padre. È proprio l’ultima affermazione del padre a riempire di timore Rapunzel che, cancellata ogni forma di sentimento umano, torna sotto l’effetto di quella strana ipnosi e, collerica, scaraventa una scossa elettrica contro il petto del padre.

“L’hai ucciso?!” esclama Ester preoccupata correndo verso il consorte sdraiato a terra immobile e constatandone la morte.

Rapunzel si limita a non rispondere, anzi la giovane comincia a tremare mossa da alcune strane convulsioni. Ester, preoccupata da quella strana reazione, scatta in piedi e si avvicina alla figlia scuotendola con forza come a volerla risvegliare da qualcosa.

“Figlia mia! Non cedere alla malvagità! In te c’è del buono! Io lo so! Non andare oltre! Il tuo potere ti sta consumando! Ribellati a lui, non permettergli di comandarti!” piange la donna abbracciando con forza la primogenita che, come per magia, cessa istantaneamente di muoversi.

“Lasciami stare. Io sono un mostro e questo era solo l’inizio. Comanderò questo regno, combatterò contro Elsa quando avrà l’età per farlo e dimostrerò una volta per tutte la forza dei miei poteri!” divaga Rapunzel spingendo la madre e staccandosi dall’abbraccio, come a voler allontanare qualsiasi distrazione d’amore.

“Me l’hai appena dimostrato! Non sai controllare i tuoi poteri! Ti prego figlia mia, permettimi di starti accanto. Non allontanarmi!” la prega Ester continuando a piangere e unendo le mani in segno di supplica.

“I miei poteri li controllo benissimo! Da oggi in avanti tu sarai sotto la mia ipnosi e il mio volere. Questo è l’unico modo che ti è concesso per aiutarmi!” conclude Rapunzel scagliando una piccola fonte di magia contro Ester che, da quel momento, comincia la sua battaglia di amore e resistenza nei confronti di una figlia che amava con tutto il cuore.

Fine del Flashback…

Elsa respira affannosamente e si trova tra le braccia il piccolo Giacomo che, disperato, piange e si dimena.

“Amore mio, vieni qui!” afferma Anna prendendo il figlio e stringendo la piccola testolina bionda di lui al proprio petto, nella speranza di calmarlo dal pianto.

“Elsa! Capisco questa cosa dei ricordi…ma io ho paura per Giacomo! Ha solo qualche mese e vive degli shock così profondi, perché piange così?!” continua Anna preoccupata ciondolando leggermente e dicendo delle parole di conforto al proprio bimbo che tiene appresso a sé.

“Tranquilla Anna. È l’ultimo ricordo brutto che si teneva dentro. Mi ha mostrato finalmente tutto e nulla lo turberà di nuovo. D’ora in avanti solo ricordi belli. Io ora devo andare” la rassicura Elsa baciando il nipotino sul capo e accarezzando la guancia della sorella, per poi sorridere ed allontanarsi diretta verso Rapunzel.  
  
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