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Autore: sincerely_larry    19/01/2020    0 recensioni
Cosa fai quando l'amore della tua vita dimentica chi sei?
E se ci fosse un posto in cui puoi andare per avere una persona - e tutto il dolore che ha causato - cancellata per sempre dai tuoi ricordi?
Louis Tomlinson non è del tutto sicuro del perché si sia svegliato un giorno e si sia sentito una persona diversa. Inoltre, non sa chi sia lo straniero dagli occhi verdi che conosce il suo migliore amico Zayn, ma quando si ritrova nello stesso ascensore di Harry Styles, sa che vuole scoprirlo.
L'intera vita di Harry è definita da un momento: l'incidente che gli ha fatto dimenticare anni della sua vita. C'era stato un ragazzo... ma non riusciva a ricordare chi fosse. E ora, un incontro casuale con un affascinante custode di una libreria gli fa capire che forse il passato non ha così tanta importanza. Improvvisamente, le cose che non avevano mai avuto senso stavano iniziando ad avere di nuovo senso.
O
Quella in cui Harry ha l'amnesia, Louis non riesce a gestire il dolore, e Lacuna Inc offre un servizio unico: la capacità di cancellare una persona dai tuoi ricordi.
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Ps: la storia non è mia, ma una traduzione.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Meet Me In Montauk 

 




Capitolo XVI.




                                             







Presente.





“Per favore, dimmi il tuo nome e il motivo per cui sei qui,” disse una voce maschile.
“Mi chiamo Louis Tomlinson e sono qui per cancellare Harry Styles dai miei ricordi.”
“Qual è il tuo rapporto con Harry?”
“Era il mio fidanzato.”
Era.
“Puoi per favore fornirci un po’ di informazioni sul perché vuoi che i tuoi ricordi su di lui vengano cancellati?”
Ci fu un momento di silenzio, solo un debole fruscio di carte in sottofondo. 
“Lo scorso dicembre,” la voce di Louis era tremolante. “Harry è stato investito da un’auto e ora soffre di amnesia. Non ricorda chi sono e non vuole vedermi.”
“Quindi i tuoi ricordi di lui sono diventati troppo dolorosi per te da gestire. Vuoi avere un qualche tipo di sollievo tramite il servizio che offriamo, è corretto?”
Louis si schiarì la gola. “Io- io lo rivoglio indietro, ma i dottori mi dicono che non accadrà. Non vedo come posso continuare a vivere così e ogni persona nella mia vita mi dice questa è la cosa giusta da fare. Penso che potrebbero avere ragione. Finché avrò ricordi di lui, della vita che abbiamo avuto e vissuto, starò male. Sto soffrendo troppo. Questa è l’unica scelta che ho.”
“Raccontami del giorno in cui hai incontrato Harry.”
Di nuovo ci fu un momento di silenzio, e Louis dovette controllare di non aver messo in pausa la registrazione per sbaglio. Poi sentì la sua voce. 
“Ero un po’ ossessionato dal collezionare vecchi libri di medicina quando ero un adolescente. Avevo una libreria preferita ed era un sabato, lo ricordo come se fosse ieri. Ero lì da solo, a sfogliare un libro ingiallito dal tempo, quando ho notato Harry entrare. Giocavo nella squadra di calcio dell’università e avevo riconosciuto Harry. Era amico del mio migliore amico, Zayn. Si sedevano sempre insieme durante le partite, ma per qualche ragione non l’avevo ancora conosciuto ufficialmente. Così, naturalmente, l’ho pedinato lungo i corridoi e poi ho accusato lui di pedinare me.” C’era un affetto così profondo nel modo in cui Louis pronunciò quelle parole. Era evidente che questo ricordo era uno dei più belli. “E poi l’ho convinto a prendere un caffè con me e siamo andati alla festa del nostro compagno quella sera e... immagino che il resto sia storia, almeno per ora. Presto, immagino che non rimarrà più nulla di tutto questo.”
L’altra voce si schiarì la gola e poi parlò di nuovo. “Raccontami alcuni dei tuoi ricordi preferiti di Harry.”
“Io- onestamente, non ne ho uno. Sono tutti i miei preferiti. Ogni momento che ho trascorso con Harry è stato il più felice che abbia mai vissuto. È un po’ il motivo per cui sono qui, sai?”
“Ancora una volta, signor Tomlinson, mi dispiace così tanto del fatto che ci siamo incontrati in queste circostanze."”
Ancora silenzio. 
“Farà - farà male? Voglio dire, l’intera parte della cancellazione? C’è una possibilità di danni al cervello?”
“Tecnicamente, Louis, la procedura in sé è un danno cerebrale, ma no, non farà male. I nostri tecnici realizzeranno una mappa del tuo cervello usando gli oggetti che hai portato che ti ricordano Harry e li distruggeremo nel loro nucleo.”
Louis deglutì a fatica. “E se cambiassi idea un giorno?”
“Temo che non sia un’opzione, con una procedura come questa. Non si può ‘tornare indietro’. I tuoi ricordi spariranno. La distruzione sarà completa solo quando saremo sicuri di aver cancellato tutti i nuclei emotivi. La procedura è efficace perché siamo accurati, e temo non ci sia modo di ripristinare i ricordi. Quando ti sveglierai domani mattina, non riconoscerai il nome Harry Styles. Mi dispiace che tu sia dovuto arrivare a questo, Louis, ma sono felice di poterti dare un po’ di sollievo emotivo.”



 
Louis mise in pausa il video, appoggiando la testa contro la scrivania. Il suo respiro era affaticato, la sua mente correva in mille direzioni diverse. Per quanto folle fosse tutta questa faccenda, per quanto Louis volesse credere che fosse tutta finzione, la prova era lì. Aveva una vita passata. Una vita passata che forse non sarebbe mai riuscito a ricordare, ma che le prove che gli venivano presentate una ad una gli rendevano impossibile negare. 
Aveva già amato Harry. 
Erano le maledette sette di mattina ed era rimasto sveglio tutta la notte a guardare i video di se stesso e di Harry, eppure questa, questa sua registrazione audio nella quale parlava con il dottore che gli aveva cambiato la vita, questa era la cosa che lo spinse oltre il limite.
 




...




 
Louis si passò le dita tra i capelli, fissando il buco nero che era il suo armadio. Perché faceva sempre così? Sua madre sarebbe venuta a prenderlo tra un’ora per accompagnarlo a Heathrow e non aveva preparato nulla. Faceva sempre così. Odiava fare i bagagli, ma era ridicolo. Sapeva che era una cosa ridicola. Aveva visto Harry iniziare a fare le valigie settimane prima dei suoi viaggi, eppure ogni volta che arrivava il suo momento di partire per incontrare Harry, procrastinava come se quello fosse il suo lavoro. 
Si strinse nelle spalle; tra circa venti ore sarebbe atterrato a New York e avrebbe incontrato il suo Harry nella casa sulla spiaggia che avevano affittato, in una città di cui non aveva mai sentito parlare. Montauk. 
Con questa consapevolezza nel cuore, aprì il cassetto delle mutande e iniziò a svuotare il contenuto per infilarlo nella valigia. Non gli importava davvero cosa mettesse in valigia. Harry aveva di sicuro tutte le cose più importanti ed essenziali come shampoo, dentifricio, bagnoschiuma. Doveva solo presentarsi con una quantità abbastanza ragionevole di vestiti. ‘Portati un costume da bagno, Lou’ era quello che Harry gli aveva ripetuto più e più volte, quindi tirò fuori il costume da bagno e lo gettò sulla montagna della biancheria intima al centro della sua valigia. 
All’improvviso sentì il suo telefono vibrare vicino alla sua valigia. Lo afferrò e sorrise quando vide la foto di Harry sullo schermo, vestito tutto elegante per la laurea di Gemma qualche anno fa. Era una delle sue foto preferite. Premette all’istante il pulsante di accettazione chiamata e si premette il telefono all’orecchio. 
“Non puoi starmi lontano, eh? Pensavo fosse ora di andare a letto per te, signor Styles.” Avevano smesso di parlare a telefono solo venti minuti prima. 
Harry rise. “Sai che tra un po’ non potrai più chiamarmi signor Styles, vero?”
Louis sorrise. “A proposito di questo, stamattina sono sgattaiolato fuori prima del mio solito tè e ho messo gli inviti nella posta. Non puoi più tirarti indietro ora, Curly, o la nostra lista di invitati sarà completamente devastata. E anche io. Sarei devastato anche io.”
Harry non rise per la giocosa presa in giro di Louis. “Niente al mondo potrebbe impedirmi di sposarti, Lou.”
“Niente? Nemmeno una guerra nucleare? E se mi crescesse una terza gamba a causa delle radiazioni?”

“La tua terza gamba è comunque la mia gamba preferita,” Harry adesso faceva lo sfacciato e Louis si sentì arrossire.
“Aw, Haz, mi piace quando mi dici che ho un grosso cazzo. Ma la mia terza gamba non ha nulla a che vedere con la tua, piccolo.”
“Mi manchi,” borbottò Harry, probabilmente per la milionesima volta da quando era partito per questo tour di due mesi per visitare il Nord America. 
“Non tanto quanto tu manchi a me... e alla mia terza gamba. Non vedo l’ora di vederti. Sono così stanco del sesso telefonico. Detto questo, se mi mandi un’altra foto del tuo cazzo di sicuro non mi arrabbierei.”
Harry rise. “Quando verrà a prenderti tua mamma?”
“Tra un’ora,” disse Louis, incastrando il telefono tra l’orecchio e la spalla in modo da poter iniziare a prendere le magliette dal suo armadio per metterle in valigia. “Quindi se mi manderai quella foto, fallo presto. Non voglio spaventarla o altro.”
Harry rise più forte. “Onestamente, Lou, sei davvero troppo. Non vedo l’ora di mostrarti il posto in cui alloggeremo. Non vedo l’ora di baciarti.”
Louis guardò il suo vecchio maglione dell’Università di Manchester e lo gettò nella valigia. “Posso solo dirti che sono davvero serio quando ti dico che non penso mi mancherebbe uno dei miei arti tanto quanto mi sei mancato tu nelle ultime settimane.”
“Davvero? Ti manco più di quanto ti mancherebbe la tua terza gamba?”
Louis ridacchiò mentre gettava nella sua valigia dei pantaloni (non stava piegando nulla, immaginate quanto tempo avrebbe perso nella sua vita se avesse piegato ogni capo di abbigliamento che possedeva? Onestamente, questa era una tecnica per velocizzare le cose, dal momento che aveva cose migliori da fare con il suo tempo). “Certo che mi manchi di più. Ad essere sinceri, non ha assolutamente senso che io abbia un cazzo a meno che non ci sia tu in giro. Anche se, sento che se dovessi perdere quell’arto, forse sarei un partner molto meno attraente per te.”
“Nah,” disse Harry, e Louis capì che era raggomitolato tra le sue lenzuola, tutto comodo e con la speranza di addormentarsi grazie al suono della voce di Louis. “Adoro un sacco di cose di te.”
“Ah si? Dimmene tre.”

“La tua risata. Il modo in cui ti prendi cura delle ragazze. Il modo in cui ti prendi cura di me.”
Ah — Louis sentì quelle parole risuonare nel suo petto. C’era una piacevole sensazione di calore lì adesso, e Louis si sentiva come se stesse fluttuando in cima al mondo. “Quindi mi ami.”
“Più di quanto sia possibile amare qualcuno su questa terra.”
“Impossibile.”
“Mmm,” mormorò Harry felice. “Non vedo l’ora che tu arrivi qui. Non vedo l’ora di ubriacarmi di giorno con te e baciarti finché non riesci più a respirare. Non vedo l’ora di comprarti una vera ciambella di New York perché, fidati di me, c’è una netta differenza. Non vedo l’ora di vedere il tuo sorriso.”
“Anch’io, Hazza,” disse Louis, rannicchiandosi sul letto e sorridendo come un fottuto pazzo. “Non vedo l’ora di sposarti. Non riesco a credere che ci sia voluto così tanto tempo. Sei la cosa migliore della mia vita, lo sai, vero?” 
C’era stato un tempo, nella vita di Louis, in cui gli piaceva fingere di essere figo, uno di quelli che non esternavano mai le loro emozioni, uno di quelli che nascondeva il suo essere disgustosamente romantico, ma non si era mai comportato così con Harry. Non poteva rischiare che ci fosse un momento nella sua vita in cui Harry non pensasse di essere il vero centro del suo universo. 
“Non so come ho fatto ad essere così fortunato, ma ti dirò una cosa adesso, Hazza. Non rovinerò mai le cose tra di noi. Non lascerò mai che qualcosa ci divida. Sarò sempre qui. Sei una parte di me - la parte migliore di me. Abbiamo avuto così tante avventure meravigliose insieme e a volte devo ancora pizzicarmi un braccio per rendermi conto del fatto che tu sia reale. Sei troppo perfetto per questo mondo, Haz, ma soprattutto sei troppo buono per me. So che non ci credi, ma tu mi hai dato uno scopo. So che potresti avere quello che vuoi, ogni volta che vuoi, eppure sei qui con me, e lasci che io mi prenda cura di te. Mi dai un motivo per svegliarmi al mattino. Un motivo per inseguire i miei sogni in modo che io possa essere l’uomo che meriti. Hai dato alla mia vita più significato di quanto io abbia mai meritato, e non lo dico così per dire. Ti amo. Ti amo più di quanto sia possibile amare. Tu sei tutto per me.”
Oh Dio. 
Ci siamo.
Questo era l’ultimo. L’ultimo ricordo. Questa era stata l’ultima volta che aveva parlato con Harry prima di partire per New York. Non erano rimasti più ricordi e ora stavano per strappargli anche quest’ultimo. Louis non poteva permettere che ciò accadesse. 

“Harry-” gracchiò al telefono.
“Non lasciare che facciano questo,” la voce di Harry arrivò dalla porta. Era in piedi lì, bello da togliere il fiato, esattamente come Louis voleva ricordarlo. I riccioli gli cadevano morbidi sulle spalle ed i suoi occhi erano verdiverdiverdi, due gemme preziose.
Louis chiuse gli occhi. 
Perché stava facendo questo? Non sarebbe meglio passare i prossimi dieci anni della sua vita in attesa che Harry ritorni da lui? Harry era tutto. Era il sole, la luna, le stelle, l’intera fottuta galassia e tutto il resto. Come poteva Louis lasciarlo andare così? 
Cosa avrebbe potuto dire a Harry per migliorare la situazione? Come poteva provare a dirgli che questo era per il meglio? Come aveva fatto ad accettare tutto questo, come poteva dire addio a tutte le parti migliori di lui?
 



Aprì gli occhi poi, il panico si impossessò delle sue membra mentre guardava sé stesso. Eccolo lì, disteso sul letto che lui e Harry avevano condiviso per anni. Alcune macchine erano agganciate al suo corpo e due uomini erano seduti ai piedi del suo letto con un computer portatile. Erano loro! Erano lì, nel loro appartamento, per cancellare i suoi ricordi. Tutto quello che doveva fare adesso era attirare la loro attenzione e dire loro di smettere. Anche se gli fosse rimasto solo l’ultimo ricordo, almeno avrebbe saputo. Almeno avrebbe saputo che Harry era la risposta a ogni domanda.
“Ehi!” Urlò Louis da dove si trovava, quasi librato sopra la scena. “Ehi! Riuscite a sentirmi? Non lo voglio più! Voglio annullarlo!” 
Non si mossero. La voce di Louis si alzò ancora di più ma loro non riuscirono comunque a sentirlo. Era davvero lì? Era solo parte del suo sogno? Avrebbero cancellato anche questo?
“Ehi!” Urlò di nuovo, più forte che poté. “Svegliatemi! Non lo voglio! Ehi! Lasciate che lo tenga con me!”
Louis guardò mentre il suo corpo si contraeva sul letto, ma le persone nella stanza, quelle che stavano distruggendo i suoi ricordi, non lo sentirono. Doveva fermarlo. 
“Non possono sentirti,” la voce di Harry arrivò accanto a lui. 
Louis si girò a guardarlo. La faccia del riccio era stranamente calma per le parole che stava dicendo.
“Non credo che possiamo più fermarlo, Lou. Penso che ormai sia finita.”

Louis non riusciva a parlare. Sentì solo la bile salirgli in gola. Abbassò lo sguardo su di sé, gli era rimasto solo un ultimo ricordo di Harry, un’ultima possibilità di aggrapparsi a tutto ciò che avevano costruito. 
All’improvviso, vide il Louis steso sul letto aprire gli occhi. Si alzò di scatto, facendo sussultare le persone nella stanza. 
“Cosa sta succedendo. Louis, sei sveglio?” Chiese uno degli uomini.
Il Louis sul letto non rispose, fissò semplicemente davanti a sé.
“Dovete fermarvi! Vi sto chiedendo di smettere! Non voglio questo - voglio tenerlo, voglio tenere Harry!” Urlò Louis da sopra di loro. 

Tuttavia, non sentirono una parola. 
“Louis, quando ti sveglierai, io me ne andrò,” sussurrò Harry al suo fianco. 
“No, no, no!” Gridò Louis, le lacrime che gli colavano dagli occhi mentre guardava i tecnici armeggiare con le loro attrezzature, cercando di farlo riaddormentare. “Non voglio svegliarmi se non ci sei.”
“Va tutto bene, Lou,” disse la voce dolce di Harry. “Questa non è l’ultima che mi vedrai. Ti troverò. Ti troverò sempre, finché avrò fiato in corpo. Non può finire così, Louis. Questa non può essere la fine della nostra storia.”
“Fermatevi!” Louis lanciò un altro grido alle persone sotto di lui. 

Guardò la versione di se stesso sul letto chiudere di nuovo gli occhi e ricadere sul letto, addormentato.
“L’ho trovato. È proprio qui, nell’ultimo ricordo,” disse il secondo tecnico, indicando il laptop. 

“Ti amo, Louis,” sentì dire da Harry prima di chiudere gli occhi per le troppe lacrime. “A presto.”
Quando Louis riaprì gli occhi, era tornato ad essere raggomitolato sul letto, accanto a una valigia piena di vestiti. Il suo telefono era premuto contro l’orecchio e poteva sentire Harry respirare dall’altra parte. 
“Ti amo, Louis. Sempre. Non c’è un altro posto al mondo in cui preferirei essere se non accanto a te. Tu pensi che io ti abbia dato uno scopo, ma Louis… anche tu me ne hai dato uno. Ho inseguito i miei sogni grazie a te, perché mi hai lasciato essere ciò che volevo. Devo tutto a te. Amarti sarà sempre la cosa più grande che io abbia mai fatto.”
Harry fece una pausa e Louis lo ascoltò. Aveva questa conversazione stampata in testa, e ricordava ogni singola parola, il tono di voce di Harry ed ogni suo piccolo respiro. Quella era l’ultima cosa che Harry gli aveva detto e quella era l’ultima volta che gli avrebbe sentito dire quelle parole.  
“Non vedo l’ora di vederti, Louis. Fai buon viaggio. Arriva qui tutto d’un pezzo, okay? Ti amo e non vedo l’ora di vederti. Ci vediamo a Montauk.”
La stanza precipitò nell’oscurità e Louis non sapeva cosa sarebbe successo quando si sarebbe svegliato, ma sapeva una cosa certa - doveva trovare Harry. Doveva spostare le montagne e riempire tutti gli spazi vuoti dentro di sé e fare tutto il necessario per tornare al suo posto legittimo – accanto ad Harry. 
 





...





 
Presente.
 



La mano di Louis era sudata mentre allungava il braccio per bussare alla grande porta rossa di fronte a lui. Era stato lì prima. Era un dato di fatto, in qualche modo nel profondo ormai lo sapeva, ma sembrava comunque tutto nuovo. Non ricordava chi ci sarebbe stato dall’altra parte, anche se avrebbe dovuto. Deglutì mentre aspettava che la porta si aprisse. Erano le otto e mezza del mattino e lui non aveva ancora dormito. Aveva passato tutta la notte a scrutare una storia che non ricordava, ma della quale voleva disperatamente sapere tutto. 
Lentamente, la porta si aprì. Lì, in piedi di fronte a lui, c’era una faccia gentile, un volto che avrebbe dovuto ricordare, ma che era comunque sconosciuto. Aveva occhi dolci e capelli lunghi e scuri - la stessa tonalità di quelli di Harry. La somiglianza era sbalorditiva. Louis sapeva esattamente chi stava guardando, e anche lei lo riconobbe. Anne Twist, la mamma di Harry – Louis la riconobbe dal video esplicativo che aveva visto sul canale di Harry. Il suo bel sorriso gli ricordava tanto quello del riccio.
“Louis,” disse, e non era una domanda. Sapeva esattamente chi si trovava di fronte a lei. 
“Colpevole,” mormorò lui, facendo un sorrisino imbarazzato. Allungò la mano per poter afferrare la sua e stringerla. “Immagino che forse l’abbiamo già fatto, prima?”
Lei annuì. Gli afferrò la mano e non per stringerla, ma per tirarlo verso di sé e abbracciarlo forte. Quando si tirò indietro incontrò i suoi occhi, un sorriso sul suo volto. “Sì, lo abbiamo fatto.”
Louis si morse l’interno della guancia. “E... io ti piaccio? O ero uno di quelli che ‘non sarà mai all’altezza del mio bambino?’”
“Ti adoravo,” non esitò affatto a rispondere e Louis sentì il cuore battere forte nel suo petto. Perché si sentiva già così a suo agio qui quando non sapeva nemmeno come fossero le cose dall’altra parte della soglia?
Tutta questa faccenda era assurda, gli sembrava di vivere un sogno, ma per qualche ragione non aveva paura. 
“Su per le scale, ultima porta a destra,” la faccia di Anne era morbida e Louis si sentiva meno come un intruso e più come qualcuno a cui piacerebbe abituarsi a passare del tempo a casa sua. 
 




...






 
Harry emise una specie di singhiozzo quando aprì la porta e vide Louis dall’altra parte. Louis sperava sinceramente che fosse un singhiozzo felice e non deluso. Harry sbatté le palpebre due volte prima che Louis parlasse. 
“Ciao.”
Dio, Louis aveva così tante cose da dire. C’era così tanto nella sua testa che non sapeva da dove iniziare. Harry sembrava non aver dormito e c’era una paura evidente nei suoi occhi. 
“Sembra che tu abbia passato una notte infernale,” disse, battendo il piede contro quello del riccio e sorridendogli cauto.
Harry annuì solo una volta, con la testa inclinata verso il pavimento.
“Anch’io,” Louis disse piano, allungando una mano per afferrare dolcemente il mento di Harry tra pollice e indice e fargli così alzare il viso. Guardò profondamente negli occhi verdi del più piccolo e tutto ciò che vide fu un mare di mille scuse. Per cosa si stava scusando Harry? Louis era quello che li aveva distrutti. Peggio ancora, aveva pagato una squadra di persone per distruggere completamente la loro storia e tutte le prove della vita che avevano condiviso. Era lui il cattivo qui, non Harry. “Credo proprio che ora riesco a capire cosa hai provato quella sera in cui sei uscito di corsa dal mio negozio come se avessi visto un fantasma.”
Ancora una volta, Louis cercò di sorridere, e di nuovo Harry cercò di inclinare la testa verso il basso. Louis si aggrappò al suo mento, sempre con delicatezza però, costringendolo a rimanere concentrato su di lui e a non abbassare lo sguardo.
“Le tazze, quelle nel mio negozio - me le hai date tu quelle, vero?”
Harry si morse il labbro, una sola lacrima gli scivolò sulla guancia mentre annuiva contro la mano di Louis. 
Oh, fanculo. Louis avvolse le braccia attorno al riccio e baciò con dolcezza la sua guancia, seguendo la scia bagnata. Harry singhiozzò di nuovo, un suono strozzato proveniente dal profondo del suo petto, e Louis lo strinse ancora di più a sé. 
“Montauk,” sussurrò Louis. “Avrei dovuto incontrarti lì, e l’ho fatto in un certo senso, no? Ci sono voluti alcuni anni, ma ce l’abbiamo fatta, eh? Ho dovuto costruire una mia Montauk personale per catturare così un Harry Styles selvaggio, ma l’ho fatto, no?”
La risata di Harry era più simile a gorgoglii, mentre le lacrime continuavano a cadere copiose, ma Louis era lì e si sarebbe preso cura di lui, adesso. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Harry ed avrebbe accettato tutto ciò che il ragazzo gli avrebbe proposto, perché non aveva passato tutto questo per non finire insieme a lui. La loro storia si poteva riassumere così: ragazzo incontra ragazzo, al ragazzo gli viene orribilmente strappato l’altro ragazzo, e poi il ragazzo trova di nuovo il suo ragazzo. Non c’era altra conclusione possibile per la loro storia impossibile, se non con un lieto fine.
“Mi dispiace, Louis. Mi dispiace così tanto di averti mentito.”
“Woah, woah,” disse Louis. “Non mi hai mentito, Harry. Mi hai mostrato la verità prima ancora che io sapessi cosa stesse succedendo. Mi hai travolto come un uragano e sei entrato nella mia vita una seconda volta. Sei stata la prima cosa che avesse un senso dopo anni di solitudine. Ti amo Harry.”
Le lacrime di Harry non si fermarono. Si aggrappò a Louis. “Quindi vuoi ancora stare con me? Anche se non ricordi il perché?”
“Certo che sì,” disse Louis, tirando indietro Harry in modo che potesse guardarlo in quegli occhi verdi meravigliosi. “Diavolo, sì, voglio continuare a stare con te. Posso anche non ricordare, ma lo sento, Harry. Ti sento in tutti i posti in cui sono stato vuoto per tutto questo tempo. Ho chiamato la mia dannata libreria come la spiaggia su cui dovevamo incontrarci e non lo sapevo nemmeno, Curly. Credo che il vero problema qui sia… pensi di poterti accontentare di avere come fidanzato il proprietario di un’umile libreria e non il medico che pensavi sarei diventato?”
Questa volta Harry sorrise, un vero sorriso. Louis si premette di nuovo contro il suo petto, respirando profondamente il conforto di sapere finalmente cosa significasse la parola casa. Casa era Harry. 
“Certo, Lou. Certo che ti voglio. Ti farò innamorare di nuovo di me.” Harry sussurrò piano quelle ultime parole, le dita sepolte nei capelli di Louis. 
Il giovane si tirò indietro, con un sorriso sul volto. “Troppo tardi,” sussurrò anche lui, sporgendosi verso le labbra di Harry. “Sono già innamorato di te – sono ancora innamorato di te.”
“Anche io sono ancora innamorato di te, Lou.”
Harry consolidò le sue parole con un bacio rude - proprio come piaceva a Louis (passato e presente). Louis ormai sentiva che tutti i pezzi erano tornati al loro posto, ed era certo di una cosa: sarebbe sempre tornato qui. Non importava ciò che avrebbero dovuto affrontare lungo la strada lui ed Harry, tornerebbe sempre a questo. Avrebbe potuto vivere altre mille vite e sarebbe sempre tornato da Harry. Si troveranno sempre, che sia nello stato di New York o in una libreria di Manchester - Louis avrebbe trovato Harry ovunque lo portasse il suo cuore. Ovunque fosse Montauk. Ovunque fosse casa.
 








Fine. 




 
   
 
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