Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    19/01/2020    5 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap6 L'inizio del viaggio

Il popolo di Arendelle si riunì in cima alla rupe, lì sembravano al sicuro dalla catastrofe naturale che imperversava ormai su Arendelle.
Tutti si diedero da fare come potevano: Kristoff distribuiva coperte e viveri, Olaf intratteneva i bambini mentre Elsa cercava di trasmettere parole di rassicurazione.
Anna però strattonò per un braccio la sorella allontanandola dalla massa, sembrava arrabbiata.
“Cos’è tutto questo?”
“Ecco io… negli ultimi giorni sentivo una voce che mi chiamava e…”
Provò a risponderle ma fu subito interrotta nuovamente dalla sorella.
“Cioè io non capisco: sentivi una voce e non ti è venuto in mente di dirmelo?”
“Non volevo ti preoccupassi!”

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“Ci eravamo promesse di non nasconderci nulla! Vuoi dirmi cosa succede?”
“Ho risvegliato gli spiriti della foresta incantata!”
Anna ispirò stupefatta sgranando gli occhi.
“Bene, decisamente non era quello che mi aspettavo di sentire… aspetta! La foresta incantata? Quella da cui ci ha messe in guardia papà quando eravamo piccole?”
“Sì”
“Foresta incantata?”
Le interruppe una voce, entrambe si girarono verso di lui.
“Jack? Ci stavi ascoltando?”
Disse Elsa sorpresa.
“Era una discussione privata”
Protestò Anna.
“Perché? Non merito di sapere la verità?”
“Non è questo… non vogliamo generare il panico”
Rispose Elsa.
“So tenere un segreto e poi ho già ascoltato il resto del vostro discorso sugli spiriti e tutto il resto…”
“E pensi che siamo pazze?”
Domandò la regina, sicura di sapere già la risposta.
“Al contrario, sono solo un po' deluso”
“Deluso?”
Chiese Elsa sorpresa.
“Bé sì: io credo nelle leggende quindi mi è facile credere che tutto questo sia proprio come dite, ma pensavo che tu Elsa non lo facessi!”
La stuzzicò lui riferendosi a quando aveva negato l’esistenza di Jack Frost. Elsa rispose imbarazzata, stupita che quel ragazzo credesse così facilmente ad una cosa simile.
“Bé questa volta è diverso: non si tratta di favole per bambini, ho sentito gli spiriti e li ho visibilmente risvegliati a quanto pare!”
Sembrava che Jack, risentito per quelle parole, stesse per dire qualcosa ma Anna li interruppe; troppo curiosa di conoscere la verità.
“Ma Elsa perché lo hai fatto?”
“Per via della voce: lo so che sembra assurdo, ma credo che chiunque mi stia chiamando sia buono”
“Come puoi dirlo? Guarda il nostro regno!”
“Lo so ma la mia magia riesce a sentirlo… io riesco a sentirlo!”
“Io ti credo!”
Rispose Jack con aria decisa e convinta, cosa che lasciò nuovamente allibita Elsa: non solo quel ragazzo credeva alla sua storia (che sarebbe sembrata assurda a chiunque) ma addirittura credeva in lei, nonostante la conoscesse da poco. Non sapeva se fosse una persona che si fidava troppo facilmente o solo un incosciente, eppure era contenta di non essere presa per pazza o per un mostro per una volta.
“Bé se ci crede Jack non vedo perche non dovrei farlo io!”
Disse Anna. Elsa le sorrise, felice di sapere di poter contare ancora una volta su sua sorella.
Sentirono di nuovo la terra muoversi ma questa volta erano i troll di montagna: il loro capo Granpapà, si precipitò da Elsa ed Anna.
“Spero che tu sia preparata per ciò che hai fatto Elsa! Degli spiriti magici furiosi non sono per i deboli di cuore”
“Perché sono furiosi? Cosa centra tutto questo con Arendelle?”
Chiese sempre più perplessa Anna.
“Vediamo cosa vedo”
Granpapà usò i suoi poteri, con i quali dava forma alle sue visioni con fumi colorati.

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“Il passato non è come sembra… un torto va riparato! Arendelle non è sicura: la verità va trovata, senza verità…”
Si interruppe per qualche attimo prima di continuare, come se quello che aveva visto lo avesse turbato.
“Non vedo futuro”
“Niente futuro?”
Chiese Anna preoccupata.
“Quando non si vede più un futuro, l’unica soluzione è fare ciò che è giusto!”
“Fare ciò che è giusto… per me è andare nella foresta incantata a nord delle montagne e trovare quella voce!”
Disse convinta Elsa per poi proseguire rivolta a Kristoff.
“Kristoff mi presti il tuo carro e Sven?”
“Non mi convince molto questa idea”
Rispose perplesso lui, ricordandosi cosa era successo l’ultima volta che Elsa si era isolata tra le montagne.
“Non andrai da sola!”
Disse decisa Anna.
“Anna no! I miei poteri mi proteggono, tu non li hai!”
“Scusami: ho scalato le montagne del nord, sono sopravvissuta ad un cuore ghiacciato e ti ho salvata dal mio ex… e tutto questo senza poteri!”
Elsa stava per controbattere, ma fu interrotta nuovamente dalla sorella prima che potesse aprire bocca.
“Sappi che vengo”
“Anche io”
Disse Kristoff.
“Io porto la merenda!”
Disse allegramente Olaf mentre cercava di intrattenere ancora i bambini.
“Ci sto anche io! Quando si parte?”
Chiese Jack con un sorriso, notò la titubanza nell’espressione di Elsa, quindi decise di fornirle una motivazione in più.
“Dovete oltrepassare le montagne giusto? Si dia il caso che io sia un esperto dei monti qui intorno: vi saprò indicare il percorso più breve”
Era vero, nella sua epoca con Elsa aveva passato molto tempo tra quei monti a far nevicare o a giocare con i bambini dei villaggi vicini, ormai li conosceva come le sue tasche.
“Anche tu non hai poteri, è troppo pericoloso e poi ci conosci a malapena!”
“Oh quindi lo strano e misterioso Jack è anche totalmente privo di buon senso! Bé non ti preoccupare tutti non hanno qualcosa: io non ho i vestiti ad esempio!”
Disse Olaf con un sorriso.
“Conoscervi a malapena? Pensavo mi consideraste almeno un amico ormai! O ancora non vi fidate di me?”
Disse Jack risentito alzando un sopracciglio. Elsa rispose imbarazzata.
“Non intendevo questo! Ma non esiste che vieni anche tu, discorso chiuso”
Concluse Elsa.
“Oh quindi io no ed il pupazzo di neve sì? E poi ci divertiremo molto di più tutti insieme!”
“Non è un gioco Jack! Io sono l’unica ad avere i poteri di ghiaccio qui e non posso proteggervi tutti!”

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Iniziò a pensare di essere anche l’unica ad avere realmente del buon senso.
“Ma io so badare benissimo a me stesso”
Rispose lui agitando il bastone davanti a sé a dimostrazione che l’avrebbe potuto usare come arma. Elsa sospirò.
“Non penso sia sufficiente…”
“Me lo farò bastare e poi come fareste senza di me?”
“Ad arrivare velocemente?”
Chiese Elsa.
“No! A rendere il viaggio anche divertente: sai che noia sennò! Avete decisamente bisogno del mio aiuto”
Rispose lui fissandola con un sorriso.
Elsa sospirò nuovamente, arresa al fatto che tutti sembravano decisi più che mai a venire con lei: non riusciva a trovare altre scuse per convincerli a desistere, ma iniziava a pensare che niente avrebbe potuto farlo.
Possibile che nessuno di loro a parte lei riuscisse a valutare il reale pericolo di quel viaggio?
“Ok, come volete!”
Disse con tono esasperato per poi rivolgersi a Granpapà.
“Puoi occuparti tu del popolo di Arendelle in nostra assenza?”
“Certo”
“Bene, informiamoli”
Stavano per andare tutti via ma Granpapà fermò Anna e Jack.
“Anna, Jack…”
I due si avvicinarono al troll.
“Sono preoccupato per Elsa: abbiamo sempre temuto che i suoi poteri fossero troppo per questo mondo… ora dobbiamo sperare che bastino!”
“Non permetterò che le accada nulla!”
Disse Anna.
“Nemmeno io!”
Confermò  Jack, con una convinzione nello sguardo che sembrò quasi strana ad Anna. Granpapà scosse la testa.
“Elsa è forte ed ama le persone che le sono intorno, ma ha sete di conoscenza, vorrebbe accontentare tutti ma allo stesso tempo vuole sempre di più, ignorando ciò che la circonda. Ho paura che si spinga troppo in là e che questo possa risultare fatale per lei”
Sia Jack che Anna ebbero un sussulto a quelle parole, terrorizzati alla sola idea di un’eventualità simile. Granpapà si rivolse a Jack.
“Jack non capisco perché tu sia qui ma sento che il destino di Elsa dipende anche da te: solo tu potrai capire qual è la cosa giusta da fare quando sarà il momento”
Fare la cosa giusta?
Per Jack doveva essere assolutamente far tornare Elsa nella sua epoca e con i suoi ricordi!
“Non ti preoccupare lo farò”
Lo avrebbe fatto a qualsiasi costo.

 

 

 

Elsa, Anna, Jack, Olaf e Kristoff partirono appena possibile con il carro trainato da Sven: seguivano la direzione indicata dalla voce di Elsa, ma facendo attenzione alle indicazioni di Jack per scegliere il percorso più breve.
“Wow pensavo di essere un esperto dei monti di Arendelle, o almeno delle strade che portano a nord dove si raccoglie il ghiaccio… ma a quanto pare tu mi batti! Come mai conosci così bene questi luoghi?”
Chiese curioso Kristoff a Jack.
“Diciamo che adoro passare le giornate in montagna a giocare con la neve, quindi le esploro spesso”
Rispose lui in quella che decise di considerare come una mezza verità.
Il viaggio non era breve e Olaf iniziò a parlare senza sosta, riempiendoli di bizzarre curiosità.
“Lo sapete che l’acqua ha memoria? È molto dibattuto ma è vero! Lo sapete che gli uomini hanno sestuple probabilità di essere colpiti da un fulmine? Lo sapete che sbattiamo le palpebre quattro milioni di volte al giorno?”
“Olaf da quando sei così interessato a tali curiosità?”
Chiese Jack, stupendosi del suo comportamento.
“Oh è che sto crescendo, quindi ora ho la testa piena di mille domande e passo ore a cercarne le risposte! Sto formulando anche tante teorie interessanti sai?”
“Davvero? Tipo?”
Chiese Jack curioso con un sorriso.
“Non incoraggiarlo!”
Protestò Kristoff che non ne poteva più di sentire solo la sua voce da ore.
“Per esempio quella del progresso tecnologico come nostra salvezza e condanna!”
Jack rimase sorpreso da un pensiero tanto profondo, soprattutto perché conoscendo il futuro in parte lo riteneva vero.
“Interessante Olaf! Penso ci sia una serie che parli proprio di questo!”
“Mhmm serie… non riesco a cogliere il significato di questa parola nel contesto che hai usato… pensi che sia io che debba ricontrollare i possibili utilizzi di questo termine o che sia tu a dover ricontrollare l’utilizzo della lingua italiana?”
Disse il pupazzo di neve. Jack rise.
“Devo proprio rispondere a questa domanda?”
“No! Però posso fornirvi altre curiosità: lo sapete che…”
Ma fu anticipato da Kristoff prima di riuscire a concludere la frase.
“Lo sapete che dormire tranquilli nei lunghi viaggi impedisce di impazzire?”
Olaf rise.
“Questo lo hai inventato tu!”
“Invece è vero”
Anche gli altri confermarono, cosa che fece risentire Olaf.
“Bé è stato un plebiscito ma controllo appena arrivati a casa!”
“Direi che è un’ottima idea dormire un po’, soprattutto tu Elsa dovresti riposarti: hai detto di aver dormito davvero poco!”
Disse Jack.
“Non posso, devo seguire la voce e…”

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Aveva un’aria seria e preoccupata: la questione del seguire quella voce stava diventando esistenziale per lei. Quel suo comportamento iniziava a preoccupare Jack, motivo per cui la interruppe.
“Niente obiezioni: siamo sul sentiero più breve alla direzione indicata dalla voce e ci resteremo almeno fino al prossimo incrocio, che sarà tra un bel po’. Quindi ora ti riposerai come l’ho fatto io quando stavo male, non vorrai svenire dal sonno quando saremo a pochi passi dal nostro obiettivo vero?”
Elsa aveva dei dubbi in merito, incrociò lo sguardo della sorella ma sembrava totalmente in accordo con quanto appena asserito da Jack. A quanto pare non aveva molte vie di scampo: almeno che non volesse iniziare una discussione di ore dalla quale sarebbe probabilmente uscita sconfitta.
E non lo voleva.
“E va bene… ma se io riposo tu dovrai prendere queste!”
Elsa tirò fuori dalla sacca l’ultima cosa che Jack voleva vedere in quel momento, ovvero le erbe medicinali che gli aveva dato il dottore.
“Hai portato quella roba qui?”
“’Quella roba’ è la tua medicina e se vuoi venire con noi la devi prendere una volta al giorno come consigliato dal medico! Non vorrai svenire dalla febbre quando saremo a pochi passi dal nostro obiettivo vero?”
Replicò Elsa, pronunciando l’ultima frase con una perfetta imitazione della voce di lui di poco prima, sfoggiando un sorriso compiaciuto.
Jack si ricordò che a volte odiava quella sua capacità di tenergli testa, ma di certo non si sarebbe arreso facilmente: aveva sempre adorato le sfide ed Elsa da sempre aveva rappresentato una delle più grandi della sua vita. Motivo in più per cui le piaceva probabilmente… iniziò a chiedersi se ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto ciò!
“Oh ma che peccato… temo di aver dimenticato il bollitore a casa: credo proprio che dovrò aspettare di tornare al castello per prenderle!”
Rispose con un vispo sorriso, fingendo palesemente di essere dispiaciuto. Eppure Elsa non sembrava minimente sfiorata da quelle parole, anzi gli mise una mano sulla spalla.
“Non ti devi preoccupare Jack, vedi queste sono erbe che possono essere assunte anche masticandole!”
Elsa fissò con aria di vittoria la faccia sbiancata di Jack.
“Stai scherzando vero?”
“No”
Rispose lei con un sorriso. Jack deglutì, si guardò intorno in cerca di aiuto ma sembravano tutti divertiti alla sola idea di vederlo masticare quella roba. Aveva tutta la voglia di prendere quelle erbe e scaraventarle giù dal carro, ma non amava rinunciare ad una sfida, inoltre doveva cercare di riconquistare Elsa e di farle tornare la memoria, anche se non era per niente sicuro di stare sulla buona strada.
Afferrò le erbe dalla mano di Elsa e le mise in bocca iniziando a masticare: non appena ne percepì il sapore dovette farsi forza per resistere alla tentazione di sputarle. Come temeva erano ancora peggio di quando ne aveva bevuto l’infuso!
La sua faccia stava probabilmente parlando più di lui perché tutti scoppiarono improvvisamente a ridere. Masticò giusto lo stretto necessario prima di ingoiare finalmente quella dannata roba.
“Spero che tu sia contenta adesso! E non capisco perché ridiate tanto: erano davvero orribili!”
Protestò lui.
“Jack dovresti essere contento: avevi detto che eri qui per farci divertire e lo stai facendo no?”
Jack incrociò le braccia al petto sconfitto nuovamente dalle parole di Elsa, lasciandosi scivolare lungo il bordo del carro.
Elsa si rannicchiò nel suo angolo di carro e lo stesso fece Olaf accanto a lei, prima di addormentarsi si rivolse nuovamente a Jack, ma questa volta senza ironia.
“Però forse avevi ragione, infondo ne avevamo bisogno… buonanotte!”
In effetti ora si sentiva più tranquilla e riuscì a chiudere gli occhi col sorriso sulle labbra senza pensare troppo alla voce.
Jack rimase sorpreso da quella parole, ma era contento di sapere che forse non stava risultando tutto vano e che in qualche modo si stava piano piano riavvicinando ad Elsa.
“Dovresti riposare anche tu Jack, non ti preoccupare io e Kristoff vi sveglieremo non appena arrivati allo svincolo”
Disse Anna che sedeva nella parte anteriore del carro accanto a Kristoff.
Jack annuì, in effetti era stata una giornata intensa anche per lui: si sdraiò sul lato opposto a quello di Elsa ed Olaf.
Prima di chiudere gli occhi diede un’ultima occhiata ad Elsa.

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Sembrava serena e nonostante non si ricordasse ancora di lui, la cosa non poteva che fargli piacere.
“Buonanotte”
Sussurrò, ma la sua voce fu quasi un sibilo quando aggiunse:
“Regina di ghiaccio”

 

 

 

Elsa riuscì ad addormentarsi senza problemi, ma quando iniziò a sognare si ritrovò nella sua stanza ad Arendelle: sarebbe stato un sogno come un altro se non fosse stato che la camera era ricoperta di ghiaccio. Non si trattava di un ghiaccio qualsiasi, bensì di bellissime rose che suscitavano in lei quella stessa sensazione che aveva provato ultimamente nei suoi sogni.
Si fermò a fissarle per qualche istante, affascinata dalla bellezza che il ghiaccio poteva suscitare, ma poi si riconcentrò su quella sensazione: quel ragazzo doveva essere vicino!
Si voltò e ritrovò infatti il ragazzo accovacciato verso una persona evidentemente bassa, di cui non riusciva a scorgere il volto in quanto era coperto dalla figura di lui.
Che fosse la stessa bambina dell’altra volta?
Dalla gestualità lui sembrava starle spiegando qualcosa mentre creava altri decori di ghiaccio con i suoi poteri lungo la parete accanto a loro: eppure non riusciva ad udire nessun suono dalla sua bocca.
“Chi sei e cosa vuoi da me?”
Nuovamente non ebbe nessuna risposta e la cosa iniziava ad innervosirla.
“Perché mi compari in sogno se non rispondi alle mie domande? Sto seguendo la voce, cos’altro dovrei fare?”
Ma il silenzio fu nuovamente l’unica risposta che ricevette. Furiosa avanzò verso il ragazzo, gli stava per poggiare una mano sulla spalla per costringerlo a voltarsi e a fissarla negli occhi quando sentì una voce chiamarla.
“No, non adesso!”
Ma niente da fare, la voce la svegliò: era Kristoff che li avvertiva che erano arrivati allo svincolo.
Mai tempismo fu più sbagliato, come faceva a capirci qualcosa se continuava ad interrompere i suoi sogni?
“Quindi Elsa: se dobbiamo seguire la direzione che ci hai indicato prima dovremmo arrivare lassù, giusto?”
Disse Kristoff indicando un punto vicino alla cima.
“Esatto”
Si limitò a confermare lei, ancora arrabbiata per il suo sogno interrotto, nonostante il povero Kristoff non ne potesse sapere niente.
“Bene allora dobbiamo continuare su questo sentiero?”
Chiese nuovamente lui.
“No, la strada più breve è questa!”
Si intromise Jack, anche lui sveglio da poco, indicando la parete rocciosa che avevano alla loro destra che conduceva dritto verso la cima.
“Stai scherzando vero? Questo vorrebbe dire scalare la montagna e poi come farei a portare il carro lassù?”
Obiettò Kristoff.
“Dai non si tratta proprio di scalare è più una salita molto ripida: saliremo dal quel percorso tra le rocce, vedrete ci divertiremo! Il carro puoi lasciarlo qui: lo riprenderemo al ritorno”
Rispose Jack con un sorriso, anche se non sembravano tutti convinti.
“Se è la strada più rapida prenderemo questa! Se qualcuno non se la sente può restare qui”
Disse decisa Elsa, sperando ancora che qualcuno di loro potesse ripensarci e tornare indietro: cosa che ovviamente nessuno sembrava voler fare.
A quelle parole Anna avanzò con convinzione.
“Se vai tu, vado anche io!”
Quindi iniziò a salire, ma dopo pochi passi stava per scivolare: la afferrò Kristoff.
“Ehi aspetta furia scatenata!”
“Dove va mia sorella vado anche io, inoltre Kristoff ho già scalato la montagna del nord ricordi? Questa sarà uno scherzo in confronto: è molto meno ripida!”
“Me lo ricordo… è proprio questo il punto! Facciamo così: vado avanti io e ti mostro dove fare presa ok?”
Anna guardò Kristoff con tutta l’aria di chi sapeva bene di potersela cavare anche da sola, ma doveva ammettere che di certo lui era molto più esperto di lei nelle scalate.
“Ok”
Mugugnò.
Kristoff legò Sven sull’addome con una fune in modo da facilitargli la salita, quindi tutti iniziarono ad incamminarsi.
Il percorso era ripido e non di certo dei più brevi, dopo diversi minuti Jack iniziò a sentirsi il fiatone: non credeva che arrampicarsi potesse essere così faticoso, ma infondo non lo faceva da secoli e di certo era fuori allenamento. La sua nuova condizione da umano non aiutava di certo a migliorare le cose: ora più che mai avrebbe voluto i suoi poteri per volare direttamente sulla cima, come era solito fare.
Anna notò lo sforzo di Jack nel continuare a salire e ne approfittò per punzecchiarlo con un sorriso.
“Non ti stai divertendo Jack? Pensavo fossi esperto di cose simili!”
“Infatti ho detto che sarebbe stato divertente, non che non sarebbe stato faticoso!”
Replicò lui iniziandosi a chiedere se fosse saggio iniziare a contare fino a dieci prima di parlare, ma già sapeva che non era decisamente nel suo carattere.
“Serve una mano?”
Ridacchiò Elsa porgendogliela con un sorriso: era poco più avanti di lui.
“Non ce n’è bisogno!”
Rispose imbarazzato, continuando a salire. Era pervaso da strane sensazioni: sapeva solo che in quel momento avrebbe preferito restare senza fiato piuttosto che farsi aiutare da Elsa davanti a tutti.
“Perché non ascoltare qualche curiosità per passare il tempo? Lo sapete che nell’arrampicata si impiegano tutti i muscoli del proprio corpo? Lo sapete che affrontare una scalata è più un percorso mentale che fisico? Lo sapete che aumenta l’autostima e la capacità di soluzione dei problemi?”
Bé di certo Jack avrebbe voluto che bastasse quello per risolvere i suoi attuali problemi.
“Lo sapete che… ”
Stava per continuare Olaf, ma fu interrotto nuovamente da Kristoff.
“Lo sapete che parlare mentre si scala fa mancare il fiato?”
“Davvero?”
Chiese Olaf, ma questa volta fu Elsa a rispondere.
“Sì, quindi impiegate più fiato per scalare e meno per parlare o avremmo fatto prima a scegliere la strada più lunga!”
Sentenziò lei, cosa fece calare il silenzio finché tutti non raggiunsero la cima.
Una volta arrivati fecero tutti una breve pausa per riprendere fiato, ad un tratto Elsa sentì nuovamente la voce.
“Da questa parte venite!”
Li incitò lei correndo avanti, Jack face lo stesso seguito da tutti gli altri ma si fermarono non appena videro qualcosa davanti a loro: una nebbia fittissima a perdita d’occhio.
“Incredibile!”
Disse Elsa. Kristoff avanzò provando a toccare la nebbia ma la sua mano fu respinta indietro, come se gli impedisse di entrare.
“E ora?”
Chiese lui, tutti fissarono la nebbia interdetti.

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“E’ come nella storia che ci raccontava nostro padre: una nebbia impedisce a qualsiasi umano di entrare o uscire!”
Asserì Anna.
“Bé, in questo caso forse dovremmo far provare a qualcuno con i poteri…”
Disse Jack indicando Elsa con un cenno della testa e fissandola con una convinzione che iniziava a metterla a disagio. Infondo lei non sapeva se avrebbe funzionato.
E se non lo avesse fatto?
Aveva quasi paura di scoprirlo: sarebbe stato come ammettere che tutto quel girovagare era solo il frutto di una sua fantasia.
Mentre titubava Anna le strinse la mano, quel contatto la riportò in sé, in quel momento capì che erano solo dubbi vani: lei aveva sentito quella voce, aveva visto quel ragazzo nel sogno e per quanto non le dessero risposte l’avevano condotta fino a lì e ci doveva essere un motivo.
Avanzò decisa insieme a sua sorella ed allungò una mano fino a toccare la nebbia: al contatto questa si dissolse in parte, svelando i monoliti con i simboli dei quattro spiriti che sigillavano l’ingresso.
Vedendo l’ingresso Anna iniziò ad avere paura, ma non di quello che le poteva accadere in quel posto, piuttosto provava una strana sensazione: sentiva che andando avanti avrebbe davvero potuto perdere sua sorella come aveva predetto Grapapà. Le strinse la mano più forte prima di rivolgerle la parola.
“Promettimi che lo faremo insieme, d’accordo?”
“Te lo prometto!”

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Insieme fecero strada: i poteri di elsa aprirono un valico nella nebbia permettendo a tutti di passare.
Nonostante ora riuscissero ad attraversaela, la visibilità era comunque quasi del tutto oscurata, fu Olaf a rompere il glaciale silenzio che si era creato.
“Lo sapete che una foresta incantata è un luogo di trasformazione? Bé non so cosa vuol dire, ma non vedo l’ora di vedere l’effetto che avrà su ciascuno di noi!”
Lo disse con un tono tanto sincero quanto inquietante, tutti si guardarono tra di loro con aria preoccupata: come se sentissero che qualcosa in quella foresta li avrebbe cambiati per sempre.
Ad un tratto un fortissimo vento iniziò a soffiare su di loro, spingendoli fino alla fine della nebbia.
“Cosa è stato?”
Chiese Kristoff turbato. Elsa provò ad utilizzare nuovamente i suoi poteri sulla nebbia che si era appena chiusa dietro di loro ma questa volta non sembravano funzionare.
“Siamo in trappola! Forse c’era da aspettarselo”
Disse Anna, ma c’era qualcosa che distolse Elsa dalla voce della sorella: si voltò ad osservare la foresta che sembrava enorme e con dei bellissimi colori autunnali.
“Questa foresta è bellissima!”
Disse lei, sperando che un luogo così affascinante non potesse riservare dei pericoli mortali.
Tutti si fermarono ad osservare quel luogo, Anna avanzò fino ad un dirupo da cui si poteva osservare una diga.
“La diga, tiene ancora! Nostro padre aveva detto che era stato un dono del popolo di Arendelle ai Northuldri”
Disse lei, rivolta a Kristoff che le era accanto.
“Grazie al cielo è ancora in buono stato!”
“Che vuol dire?”
“Bé, se la diga crollasse provocherebbe un’onda così grossa da spazzar via ogni cosa su questo fiordo”
“Ogni cosa? Ma Arendelle è su questo fiordo!”
Rispose lei visibilmente preoccupata, cosa che allarmò Kristoff.
“Non succederà nulla ad Arendelle non ti preoccupare Anna! Vieni qui…”
Rispose lui abbracciandola.

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Il verso di Sven gli fece venire un’idea: infondo sembrava un’ottima occasione per provare a farsi avanti con lei con la proposta.
“Sai, in altre circostanze questo sarebbe un posto piuttosto romantico, non credi?”
Ma quella frase non ebbe proprio l’effetto desiderato perché Anna si staccò subito dall’abbraccio.
“In altre circostanze? Intendi con qualcun’altra?”
Rispose lei preoccupata ancora una volta di aver sbagliato tutto, come con Hans.
“Che? No! Volevo dire… in caso non riusciremo ad uscire vivi da qui…”
“Aspetta, che? Credi che non usciremo vivi da qui?”
“No. Cioè volevo dire: no! In realtà la vedo un pochino complicata ma… in caso morissimo…”
Stava per inginocchiarsi per fare la proposta, ma Anna lo afferrò per il bavero della giacca in preda al panico.
“Credi che moriremo!”
“No! Cioè moriremo prima o poi…”
“Dov’è Elsa? Ho giurato di starle sempre accanto!”
Chiese lei preoccupata non vedendola vicino a loro.
“In un futuro molto lontano moriremo!”
Urlò lui mentre Anna andava via alla ricerca della sorella. Sbuffò, rimproverando se stesso per quel ridicolo tentativo di proporsi alla sua ragazza.
Sven lo stava fissando, Kristoff scosse la testa alzando un sopracciglio.
“Non farmi la predica!”
“Ok, come vuoi!”
Kristoff sussultò nel sentire quella voce provenire non dal suo amico a quattro zampe, bensì da qualcuno dietro di lui. Si voltò per scoprire che si trattava di Jack.
“Tu cosa ci fai qui? Non eri indietro con Elsa ed Olaf?”
“No!”
“Ed hai sentito tutto?”
Chiese, conoscendo già la risposta.
“Già”
Ridacchiò Jack, cosa che fece innervosire Kristoff.
“Fantastico! Ti sarà sembrato patetico immagino…”
“Assolutamente no! Più che altro pensavo che tu ed Anna foste già sposati”
Rispose lui, ed era vero: nella sua realtà Anna e Kristoff si erano sposati prima di allora. Iniziò a chiedersi se la sua sola presenza o meno nelle loro vite avesse potuto portare a così tanti cambiamenti.
“Quindi dici che sembriamo sposati…?”
Chiese imbarazzato Kristoff, quasi felice della cosa ma il suo volto si rabbuiò di nuovo quando proseguì.
“Peccato che io sia un totale disastro: è da ieri che cerco di farle la proposta ma combino sempre un casino”
Sembrava molto amareggiato, Jack gli mise una mano sulla spalla.
“Non ti preoccupare, hai solo scelto il momento sbagliato”
“Per due volte?”
Disse Kristoff perplesso.
“Bé non c’è due senza tre no? Sono sicuro che la terza sarà la volta buona!”
“Vorrei solo averne la tua stessa certezza”
“A volte in amore si ha la percezione di sbagliare tutto, ma spesso questo dipende solo dal fatto che abbiamo semplicemente paura di perdere le persone a cui teniamo davvero! Ma tu non dovresti avere paura: si vede lontano un miglio che tu ed Anna siete fatti l’uno per l’altra!”
“Mi vuoi dire che tu saresti una specie di esperto in amore?”
Kristoff lo fissò, incredulo che un ragazzo apparentemente dedito solo al divertimento potesse saperne tanto di amore.
“Nessuno è davvero esperto in amore, tutti abbiamo paura quando si tratta di esternare i propri sentimenti, chi più chi meno… ed è proprio questo il punto: sarà sempre difficile! Quindi tanto vale provarci, no?”
“Forse in parte hai ragione”
Kristoff abbozzò un sorriso, era strano: quel ragazzo all’apparenza svogliato e spensierato in qualche modo era riuscito a tirargli su il morale.
“Bene, allora torniamo dagli altri”
Rispose Jack dandogli un leggero buffetto sulla spalla.

 

 

 

Pitch aveva osservato il gruppo oltrepassare la nebbia, anche lui fece stesso senza problemi, anche se da un punto diverso rispetto a quello dove era passato il resto del gruppo: infondo la magia della nebbia non aveva nessun effetto sulle leggende o gli spiriti, che potevano entrare ed uscire liberamente.
Una volta arrivato alla foresta incantata osservò da lontano il gruppo.
Ma che carini, si sono dati tanto disturbo per arrivare fin qui, mi spiace quasi che io debba stroncare questo momento di gioia… no aspetta non mi dispiace affatto!”
Ridacchiò tra sé.
Ma prima diamo la caccia a qualche spirito!
Pensò fissando la pietra rubata al castello che stringeva ancora tra le mani.


 

 

 

In questo capitolo ho trattato con maggiore dettaglio il viaggio dei nostri eroi. Sia perché in Frozen 2 ho trovato il viaggio di per sé un po' sbrigativo, sia perché volevo soffermarmi maggiormente anche su come lo affronteranno insieme e come evolverà il rapporto tra tutti i membri del gruppo durante questo. Mi sono divertita a rappresentare lo strano rapporto di amicizia che si sta formando con il nuovo arrivato e come tutti interagiscono tra loro, spero vi sia piaciuto e che abbiate trovato tutti ic (ho sempre l’incubo dell’OCC che mi preoccupa XD !).
Ovviamente come sempre si accettano consigli e suggerimenti se li avete
J
Con Olaf Jack parla di una serie tv che tratta del progresso tecnologico come nostra salvezza e condanna: è una citazione a ‘Black Miorrow’ una serie che trovo davvero originale e interessante, anche se allo stesso tempo angosciante. Io ne ho visto solo alcuni episodi sporadici (sono tutti scollegati tra loro) ed aprono davvero spunti e ragionamenti interessanti, ma allo stesso tempo lasciano anche un senso di inquietudine, e dopo l’ultimo che avevo visto non ho più avuto il coraggio di continuare XD comunque consiglio a tutti di provare a vederne almeno qualche episodio, anche solo per curiosità.
Mi piace il fatto che Olaf in parte rappresenti anche lo status attuale di Elsa, infatti dice a Jack che sta crescendo e che nella sua mente si stanno affollando mille domande esistenziali.
Ho dovuto riproporre la scena di Kristoff che prova a dichiararsi perché mi avevano fatto davvero tenerezza i suoi continui tentativi nel film e non potevo non riportarli! Jack prova a dargli una mano e forse Kristoff inizia a non vederlo più solo con sospetto come all’inizio.
Comunque scrivendo del verso di Sven mi sono chiesta che verso facciano le renne voi lo sapete? L’ho chiamato genericamente ‘verso’ per il momento per sicurezza ahahaha.
Dopo la profezia di Granpapà ognuno ha un’idea diversa di “fare la cosa giusta”ma chi avrà ragione? Pitch cosa avrà in mente? Elsa inoltre continua a fare quei sogni…
Ah quasi dimenticavo… mentre scrivevo questo capitolo ho buttato giù un po' di idee per un’altra oneshot ambientata subito dopo la prima fic “la regina di ghiaccio”, volevo provare a scriverla in prima persona e dal punto di vista di Elsa, sperando di non fare casini e restare ic! Se tutto va bene dovrei scriverla e pubblicarla dopo questo capitolo e prima del successivo… se vi va di leggerla mi farebbe piacere come sempre avere un vostro parere anche perché come sapete non sono molto avvezza allo scrivere in prima persona.
Grazie a tutti che mi state seguendo e consigliando, siete davvero tutti adorabili e mi date la forza di continuare e migliorarmi! Ci vediamo al prossimo cap!

PS: da oggi ho un nuovo slogan: “Dona un soldo ai capelli pietosi di Jack colorati da me!” ahahah magari divento ricca, datemi solo un Ranuncolo che me la canta XD

   
 
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