Il
popolo di
Arendelle si riunì in cima alla rupe, lì
sembravano al sicuro dalla catastrofe
naturale che imperversava ormai su Arendelle.
Tutti si
diedero da fare come potevano: Kristoff distribuiva coperte e viveri,
Olaf
intratteneva i bambini mentre Elsa cercava di trasmettere parole di
rassicurazione.
Anna però
strattonò per un braccio la sorella allontanandola dalla
massa, sembrava
arrabbiata.
“Cos’è tutto
questo?”
“Ecco io…
negli ultimi giorni sentivo una voce che mi chiamava
e…”
Provò a
risponderle ma fu subito interrotta nuovamente dalla sorella.
“Cioè io non
capisco: sentivi una voce e non ti è venuto in mente di
dirmelo?”
“Non volevo
ti preoccupassi!”
“Ci
eravamo
promesse di non nasconderci nulla! Vuoi dirmi cosa succede?”
“Ho
risvegliato gli spiriti della foresta incantata!”
Anna ispirò
stupefatta sgranando gli occhi.
“Bene,
decisamente non era quello che mi aspettavo di sentire…
aspetta! La foresta
incantata? Quella da cui ci ha messe in guardia papà quando
eravamo piccole?”
“Sì”
“Foresta
incantata?”
Le
interruppe una voce, entrambe si girarono verso di lui.
“Jack? Ci
stavi ascoltando?”
Disse Elsa
sorpresa.
“Era una
discussione privata”
Protestò
Anna.
“Perché? Non
merito di sapere la verità?”
“Non è
questo… non vogliamo generare il panico”
Rispose
Elsa.
“So tenere
un segreto e poi ho già ascoltato il resto del vostro
discorso sugli spiriti e
tutto il resto…”
“E pensi che
siamo pazze?”
Domandò la
regina, sicura di sapere già la risposta.
“Al
contrario, sono solo un po' deluso”
“Deluso?”
Chiese Elsa sorpresa.
“Bé sì: io
credo nelle leggende quindi mi è facile credere che tutto
questo sia proprio
come dite, ma pensavo che tu Elsa non lo facessi!”
La stuzzicò
lui riferendosi a quando aveva negato l’esistenza di Jack
Frost. Elsa rispose
imbarazzata, stupita che quel ragazzo credesse così
facilmente ad una cosa
simile.
“Bé questa
volta è diverso: non si tratta di favole per bambini, ho
sentito gli spiriti e
li ho visibilmente risvegliati a quanto pare!”
Sembrava che
Jack, risentito per quelle parole, stesse per dire qualcosa ma Anna li
interruppe; troppo curiosa di conoscere la verità.
“Ma Elsa
perché lo hai fatto?”
“Per via
della voce: lo so che sembra assurdo, ma credo che chiunque mi stia
chiamando
sia buono”
“Come puoi
dirlo? Guarda il nostro regno!”
“Lo so ma la
mia magia riesce a sentirlo… io riesco a sentirlo!”
“Io ti
credo!”
Rispose Jack
con aria decisa e convinta, cosa che lasciò nuovamente
allibita Elsa: non solo
quel ragazzo credeva alla sua storia (che sarebbe sembrata assurda a
chiunque)
ma addirittura credeva in lei, nonostante la conoscesse da poco. Non
sapeva se
fosse una persona che si fidava troppo facilmente o solo un
incosciente, eppure
era contenta di non essere presa per pazza o per un mostro per una
volta.
“Bé se ci
crede Jack non vedo perche non dovrei farlo io!”
Disse Anna.
Elsa le sorrise, felice di sapere di poter contare ancora una volta su
sua
sorella.
Sentirono di
nuovo la terra muoversi ma questa volta erano i troll di montagna: il
loro capo
Granpapà, si precipitò da Elsa ed Anna.
“Spero che
tu sia preparata per ciò che hai fatto Elsa! Degli spiriti
magici furiosi non
sono per i deboli di cuore”
“Perché sono
furiosi? Cosa centra tutto questo con Arendelle?”
Chiese
sempre più perplessa Anna.
“Vediamo
cosa vedo”
Granpapà usò
i suoi poteri, con i quali dava forma alle sue visioni con fumi
colorati.
“Il
passato
non è come sembra… un torto va riparato!
Arendelle non è sicura: la verità va
trovata, senza verità…”
Si interruppe
per qualche attimo prima di continuare, come se quello che aveva visto
lo
avesse turbato.
“Non vedo
futuro”
“Niente
futuro?”
Chiese Anna
preoccupata.
“Quando non
si vede più un futuro, l’unica soluzione
è fare ciò che è giusto!”
“Fare ciò
che è giusto… per me è andare nella
foresta incantata a nord delle montagne e
trovare quella voce!”
Disse
convinta Elsa per poi proseguire rivolta a Kristoff.
“Kristoff mi
presti il tuo carro e Sven?”
“Non mi
convince molto questa idea”
Rispose
perplesso lui, ricordandosi cosa era successo l’ultima volta
che Elsa si era
isolata tra le montagne.
“Non andrai
da sola!”
Disse decisa
Anna.
“Anna no! I
miei poteri mi proteggono, tu non li hai!”
“Scusami: ho
scalato le montagne del nord, sono sopravvissuta ad un cuore ghiacciato
e ti ho
salvata dal mio ex… e tutto questo senza poteri!”
Elsa stava
per controbattere, ma fu interrotta nuovamente dalla sorella prima che
potesse
aprire bocca.
“Sappi che
vengo”
“Anche io”
Disse
Kristoff.
“Io porto la
merenda!”
Disse
allegramente Olaf mentre cercava di intrattenere ancora i bambini.
“Ci sto
anche io! Quando si parte?”
Chiese Jack
con un sorriso, notò la titubanza nell’espressione
di Elsa, quindi decise di
fornirle una motivazione in più.
“Dovete
oltrepassare le montagne giusto? Si dia il caso che io sia un esperto
dei monti
qui intorno: vi saprò indicare il percorso più
breve”
Era vero,
nella sua epoca con Elsa aveva passato molto tempo tra quei monti a far
nevicare o a giocare con i bambini dei villaggi vicini, ormai li
conosceva come
le sue tasche.
“Anche tu
non hai poteri, è troppo pericoloso e poi ci conosci a
malapena!”
“Oh quindi lo
strano e misterioso Jack è anche totalmente privo di buon
senso! Bé non ti
preoccupare tutti non hanno qualcosa: io non ho i vestiti ad
esempio!”
Disse Olaf
con un sorriso.
“Conoscervi
a malapena? Pensavo mi consideraste almeno un amico ormai! O ancora non
vi
fidate di me?”
Disse Jack
risentito alzando un sopracciglio. Elsa rispose imbarazzata.
“Non
intendevo questo! Ma non esiste che vieni anche tu, discorso
chiuso”
Concluse
Elsa.
“Oh quindi
io no ed il pupazzo di neve sì? E poi ci divertiremo molto
di più tutti
insieme!”
“Non è un
gioco Jack! Io sono l’unica ad avere i poteri di ghiaccio qui
e non posso
proteggervi tutti!”
Iniziò
a
pensare di essere anche l’unica ad avere realmente del buon
senso.
“Ma io so
badare benissimo a me stesso”
Rispose lui
agitando il bastone davanti a sé a dimostrazione che
l’avrebbe potuto usare
come arma. Elsa sospirò.
“Non penso
sia sufficiente…”
“Me lo farò
bastare e poi come fareste senza di me?”
“Ad arrivare
velocemente?”
Chiese Elsa.
“No! A
rendere il viaggio anche divertente: sai che noia sennò!
Avete decisamente
bisogno del mio aiuto”
Rispose lui
fissandola con un sorriso.
Elsa sospirò
nuovamente, arresa al fatto che tutti sembravano decisi più
che mai a venire
con lei: non riusciva a trovare altre scuse per convincerli a
desistere, ma
iniziava a pensare che niente avrebbe potuto farlo.
Possibile
che nessuno di loro a parte lei riuscisse a valutare il reale pericolo
di quel
viaggio?
“Ok, come
volete!”
Disse con
tono esasperato per poi rivolgersi a Granpapà.
“Puoi
occuparti tu del popolo di Arendelle in nostra assenza?”
“Certo”
“Bene,
informiamoli”
Stavano per
andare tutti via ma Granpapà fermò Anna e Jack.
“Anna,
Jack…”
I due si
avvicinarono al troll.
“Sono
preoccupato per Elsa: abbiamo sempre temuto che i suoi poteri fossero
troppo
per questo mondo… ora dobbiamo sperare che
bastino!”
“Non
permetterò che le accada nulla!”
Disse Anna.
“Nemmeno
io!”
Confermò Jack,
con una convinzione nello sguardo che
sembrò quasi strana ad Anna. Granpapà scosse la
testa.
“Elsa è
forte ed ama le persone che le sono intorno, ma ha sete di conoscenza,
vorrebbe
accontentare tutti ma allo stesso tempo vuole sempre di più,
ignorando ciò che
la circonda. Ho paura che si spinga troppo in là e che
questo possa risultare
fatale per lei”
Sia Jack che
Anna ebbero un sussulto a quelle parole, terrorizzati alla sola idea di
un’eventualità simile. Granpapà si
rivolse a Jack.
“Jack non
capisco perché tu sia qui ma sento che il destino di Elsa
dipende anche da te:
solo tu potrai capire qual è la cosa giusta da fare quando
sarà il momento”
Fare la cosa giusta?
Per Jack
doveva essere assolutamente far tornare Elsa nella sua epoca e con i
suoi
ricordi!
“Non ti
preoccupare lo farò”
Lo avrebbe
fatto a qualsiasi costo.
Elsa,
Anna,
Jack, Olaf e Kristoff partirono appena possibile con il carro trainato
da Sven:
seguivano la direzione indicata dalla voce di Elsa, ma facendo
attenzione alle indicazioni
di Jack per scegliere il percorso più breve.
“Wow pensavo
di essere un esperto dei monti di Arendelle, o almeno delle strade che
portano
a nord dove si raccoglie il ghiaccio… ma a quanto pare tu mi
batti! Come mai
conosci così bene questi luoghi?”
Chiese
curioso Kristoff a Jack.
“Diciamo che
adoro passare le giornate in montagna a giocare con la neve, quindi le
esploro
spesso”
Rispose lui
in quella che decise di considerare come una mezza verità.
Il viaggio
non era breve e Olaf iniziò a parlare senza sosta,
riempiendoli di bizzarre
curiosità.
“Lo sapete
che l’acqua ha memoria? È
molto dibattuto ma è vero! Lo sapete che gli uomini hanno
sestuple probabilità di essere colpiti da un fulmine? Lo
sapete che sbattiamo
le palpebre quattro milioni di volte al giorno?”
“Olaf da
quando sei così interessato a tali
curiosità?”
Chiese Jack,
stupendosi del suo comportamento.
“Oh è che
sto crescendo, quindi ora ho la testa piena di mille domande e passo
ore a
cercarne le risposte! Sto formulando anche tante teorie interessanti
sai?”
“Davvero?
Tipo?”
Chiese Jack
curioso con un sorriso.
“Non
incoraggiarlo!”
Protestò
Kristoff che non ne poteva più di sentire solo la sua voce
da ore.
“Per esempio
quella del progresso tecnologico come nostra salvezza e
condanna!”
Jack rimase
sorpreso da un pensiero tanto profondo, soprattutto perché
conoscendo il futuro
in parte lo riteneva vero.
“Interessante
Olaf! Penso ci sia una serie che parli proprio di questo!”
“Mhmm serie…
non riesco a cogliere il significato di questa parola nel contesto che
hai
usato… pensi che sia io che debba ricontrollare i possibili
utilizzi di questo
termine o che sia tu a dover ricontrollare l’utilizzo della
lingua italiana?”
Disse il
pupazzo di neve. Jack rise.
“Devo
proprio rispondere a questa domanda?”
“No! Però
posso fornirvi altre curiosità: lo sapete
che…”
Ma fu anticipato
da Kristoff prima di riuscire a concludere la frase.
“Lo sapete
che dormire tranquilli nei lunghi viaggi impedisce di
impazzire?”
Olaf rise.
“Questo lo
hai inventato tu!”
“Invece è
vero”
Anche gli
altri confermarono, cosa che fece risentire Olaf.
“Bé è stato
un plebiscito ma controllo appena arrivati a casa!”
“Direi che è
un’ottima idea dormire un po’, soprattutto tu Elsa
dovresti riposarti: hai
detto di aver dormito davvero poco!”
Disse Jack.
“Non posso,
devo seguire la voce e…”
Aveva
un’aria seria e preoccupata: la questione del seguire quella
voce stava
diventando esistenziale per lei. Quel suo comportamento iniziava a
preoccupare
Jack, motivo per cui la interruppe.
“Niente
obiezioni: siamo sul sentiero più breve alla direzione
indicata dalla voce e ci
resteremo almeno fino al prossimo incrocio, che sarà tra un
bel po’. Quindi ora
ti riposerai come l’ho fatto io quando stavo male, non vorrai
svenire dal sonno
quando saremo a pochi passi dal nostro obiettivo vero?”
Elsa aveva
dei dubbi in merito, incrociò lo sguardo della sorella ma
sembrava totalmente
in accordo con quanto appena asserito da Jack. A quanto pare non aveva
molte
vie di scampo: almeno che non volesse iniziare una discussione di ore
dalla
quale sarebbe probabilmente uscita sconfitta.
E non lo
voleva.
“E va bene…
ma se io riposo tu dovrai prendere queste!”
Elsa tirò
fuori dalla sacca l’ultima cosa che Jack voleva vedere in
quel momento, ovvero
le erbe medicinali che gli aveva dato il dottore.
“Hai portato
quella roba qui?”
“’Quella
roba’ è la tua medicina e se vuoi venire con noi
la devi prendere una volta al
giorno come consigliato dal medico! Non vorrai svenire dalla febbre
quando
saremo a pochi passi dal nostro obiettivo vero?”
Replicò
Elsa, pronunciando l’ultima frase con una perfetta imitazione
della voce di lui
di poco prima, sfoggiando un sorriso compiaciuto.
Jack si
ricordò che a volte odiava quella sua capacità di
tenergli testa, ma di certo
non si sarebbe arreso facilmente: aveva sempre adorato le sfide ed Elsa
da
sempre aveva rappresentato una delle più grandi della sua
vita. Motivo in più
per cui le piaceva probabilmente… iniziò a
chiedersi se ci fosse qualcosa di
sbagliato in tutto ciò!
“Oh ma che peccato…
temo di aver dimenticato il bollitore a casa: credo proprio che
dovrò aspettare
di tornare al castello per prenderle!”
Rispose con
un vispo sorriso, fingendo palesemente di essere dispiaciuto. Eppure
Elsa non
sembrava minimente sfiorata da quelle parole, anzi gli mise una mano
sulla
spalla.
“Non ti devi
preoccupare Jack, vedi queste sono erbe che possono essere assunte
anche
masticandole!”
Elsa fissò
con aria di vittoria la faccia sbiancata di Jack.
“Stai
scherzando vero?”
“No”
Rispose lei
con un sorriso. Jack deglutì, si guardò intorno
in cerca di aiuto ma sembravano
tutti divertiti alla sola idea di vederlo masticare quella roba. Aveva
tutta la
voglia di prendere quelle erbe e scaraventarle giù dal
carro, ma non amava
rinunciare ad una sfida, inoltre doveva cercare di riconquistare Elsa e
di
farle tornare la memoria, anche se non era per niente sicuro di stare
sulla
buona strada.
Afferrò le
erbe dalla mano di Elsa e le mise in bocca iniziando a masticare: non
appena ne
percepì il sapore dovette farsi forza per resistere alla
tentazione di
sputarle. Come temeva erano ancora peggio di quando ne aveva bevuto
l’infuso!
La sua
faccia stava probabilmente parlando più di lui
perché tutti scoppiarono
improvvisamente a ridere. Masticò giusto lo stretto
necessario prima di
ingoiare finalmente quella dannata roba.
“Spero che
tu sia contenta adesso! E non capisco perché ridiate tanto:
erano davvero
orribili!”
Protestò
lui.
“Jack
dovresti essere contento: avevi detto che eri qui per farci divertire e
lo stai
facendo no?”
Jack
incrociò le braccia al petto sconfitto nuovamente dalle
parole di Elsa,
lasciandosi scivolare lungo il bordo del carro.
Elsa si
rannicchiò nel suo angolo di carro e lo stesso fece Olaf
accanto a lei, prima
di addormentarsi si rivolse nuovamente a Jack, ma questa volta senza
ironia.
“Però forse
avevi ragione, infondo ne avevamo bisogno…
buonanotte!”
In effetti
ora si sentiva più tranquilla e riuscì a chiudere
gli occhi col sorriso sulle
labbra senza pensare troppo alla voce.
Jack rimase
sorpreso da quella parole, ma era contento di sapere che forse non
stava
risultando tutto vano e che in qualche modo si stava piano piano
riavvicinando
ad Elsa.
“Dovresti
riposare anche tu Jack, non ti preoccupare io e Kristoff vi sveglieremo
non
appena arrivati allo svincolo”
Disse Anna
che sedeva nella parte anteriore del carro accanto a Kristoff.
Jack annuì,
in effetti era stata una giornata intensa anche per lui: si
sdraiò sul lato
opposto a quello di Elsa ed Olaf.
Prima di
chiudere gli occhi diede un’ultima occhiata ad Elsa.
Sembrava
serena e nonostante non si ricordasse ancora di lui, la cosa non poteva
che
fargli piacere.
“Buonanotte”
Sussurrò, ma
la sua voce fu quasi un sibilo quando aggiunse:
“Regina di
ghiaccio”
Elsa
riuscì
ad addormentarsi senza problemi, ma quando iniziò a sognare
si ritrovò nella
sua stanza ad Arendelle: sarebbe stato un sogno come un altro se non
fosse
stato che la camera era ricoperta di ghiaccio. Non si trattava di un
ghiaccio
qualsiasi, bensì di bellissime rose che suscitavano in lei
quella stessa
sensazione che aveva provato ultimamente nei suoi sogni.
Si fermò a
fissarle per qualche istante, affascinata dalla bellezza che il
ghiaccio poteva
suscitare, ma poi si riconcentrò su quella sensazione: quel
ragazzo doveva
essere vicino!
Si voltò e
ritrovò infatti il ragazzo accovacciato verso una persona
evidentemente bassa,
di cui non riusciva a scorgere il volto in quanto era coperto dalla
figura di
lui.
Che fosse la
stessa bambina dell’altra volta?
Dalla
gestualità lui sembrava starle spiegando qualcosa mentre
creava altri decori di
ghiaccio con i suoi poteri lungo la parete accanto a loro: eppure non
riusciva
ad udire nessun suono dalla sua bocca.
“Chi sei e
cosa vuoi da me?”
Nuovamente
non ebbe nessuna risposta e la cosa iniziava ad innervosirla.
“Perché mi
compari in sogno se non rispondi alle mie domande? Sto seguendo la
voce,
cos’altro dovrei fare?”
Ma il
silenzio fu nuovamente l’unica risposta che ricevette.
Furiosa avanzò verso il
ragazzo, gli stava per poggiare una mano sulla spalla per costringerlo
a
voltarsi e a fissarla negli occhi quando sentì una voce
chiamarla.
“No, non
adesso!”
Ma niente da
fare, la voce la svegliò: era Kristoff che li avvertiva che
erano arrivati allo
svincolo.
Mai tempismo
fu più sbagliato, come faceva a capirci qualcosa se
continuava ad interrompere
i suoi sogni?
“Quindi
Elsa: se dobbiamo seguire la direzione che ci hai indicato prima
dovremmo
arrivare lassù, giusto?”
Disse
Kristoff indicando un punto vicino alla cima.
“Esatto”
Si limitò a
confermare lei, ancora arrabbiata per il suo sogno interrotto,
nonostante il
povero Kristoff non ne potesse sapere niente.
“Bene allora
dobbiamo continuare su questo sentiero?”
Chiese nuovamente lui.
“No, la
strada più breve è questa!”
Si intromise
Jack, anche lui sveglio da poco, indicando la parete rocciosa che
avevano alla
loro destra che conduceva dritto verso la cima.
“Stai
scherzando vero? Questo vorrebbe dire scalare la montagna e poi come
farei a
portare il carro lassù?”
Obiettò
Kristoff.
“Dai non si
tratta proprio di scalare è più una salita molto
ripida: saliremo dal quel
percorso tra le rocce, vedrete ci divertiremo! Il carro puoi lasciarlo
qui: lo
riprenderemo al ritorno”
Rispose Jack
con un sorriso, anche se non sembravano tutti convinti.
“Se è la strada
più rapida prenderemo questa! Se qualcuno non se la sente
può restare qui”
Disse decisa
Elsa, sperando ancora che qualcuno di loro potesse ripensarci e tornare
indietro: cosa che ovviamente nessuno sembrava voler fare.
A quelle
parole Anna avanzò con convinzione.
“Se vai tu,
vado anche io!”
Quindi
iniziò a salire, ma dopo pochi passi stava per scivolare: la
afferrò Kristoff.
“Ehi aspetta
furia scatenata!”
“Dove va mia
sorella vado anche io, inoltre Kristoff ho già scalato la
montagna del nord
ricordi? Questa sarà uno scherzo in confronto: è
molto meno ripida!”
“Me lo
ricordo… è proprio questo il punto! Facciamo
così: vado avanti io e ti mostro
dove fare presa ok?”
Anna guardò
Kristoff con tutta l’aria di chi sapeva bene di potersela
cavare anche da sola,
ma doveva ammettere che di certo lui era molto più esperto
di lei nelle
scalate.
“Ok”
Mugugnò.
Kristoff
legò Sven sull’addome con una fune in modo da
facilitargli la salita, quindi
tutti iniziarono ad incamminarsi.
Il percorso
era ripido e non di certo dei più brevi, dopo diversi minuti
Jack iniziò a
sentirsi il fiatone: non credeva che arrampicarsi potesse essere
così faticoso,
ma infondo non lo faceva da secoli e di certo era fuori allenamento. La
sua
nuova condizione da umano non aiutava di certo a migliorare le cose:
ora più
che mai avrebbe voluto i suoi poteri per volare direttamente sulla
cima, come
era solito fare.
Anna notò lo
sforzo di Jack nel continuare a salire e ne approfittò per
punzecchiarlo con un
sorriso.
“Non ti stai
divertendo Jack? Pensavo fossi esperto di cose simili!”
“Infatti ho
detto che sarebbe stato divertente, non che non sarebbe stato
faticoso!”
Replicò lui
iniziandosi a chiedere se fosse saggio iniziare a contare fino a dieci
prima di
parlare, ma già sapeva che non era decisamente nel suo
carattere.
“Serve una
mano?”
Ridacchiò Elsa porgendogliela con un sorriso: era poco
più avanti di lui.
“Non ce n’è
bisogno!”
Rispose imbarazzato,
continuando a salire. Era pervaso da strane sensazioni: sapeva solo che
in quel
momento avrebbe preferito restare senza fiato piuttosto che farsi
aiutare da
Elsa davanti a tutti.
“Perché non
ascoltare qualche curiosità per passare il tempo? Lo sapete
che
nell’arrampicata si impiegano tutti i muscoli del proprio
corpo? Lo sapete che
affrontare una scalata è più un percorso mentale
che fisico? Lo sapete che
aumenta l’autostima e la capacità di soluzione dei
problemi?”
Bé di certo Jack avrebbe voluto che bastasse quello per
risolvere i suoi
attuali problemi.
“Lo sapete
che… ”
Stava per
continuare Olaf, ma fu interrotto nuovamente da Kristoff.
“Lo sapete
che parlare mentre si scala fa mancare il fiato?”
“Davvero?”
Chiese Olaf,
ma questa volta fu Elsa a rispondere.
“Sì, quindi
impiegate più fiato per scalare e meno per parlare o avremmo
fatto prima a
scegliere la strada più lunga!”
Sentenziò
lei, cosa fece calare il silenzio finché tutti non
raggiunsero la cima.
Una volta
arrivati fecero tutti una breve pausa per riprendere fiato, ad un
tratto Elsa
sentì nuovamente la voce.
“Da questa
parte venite!”
Li incitò
lei correndo avanti, Jack face lo stesso seguito da tutti gli altri ma
si
fermarono non appena videro qualcosa davanti a loro: una nebbia
fittissima a
perdita d’occhio.
“Incredibile!”
Disse Elsa. Kristoff
avanzò provando a toccare la nebbia ma la sua mano fu
respinta indietro, come
se gli impedisse di entrare.
“E ora?”
Chiese lui,
tutti fissarono la nebbia interdetti.
“E’
come
nella storia che ci raccontava nostro padre: una nebbia impedisce a
qualsiasi
umano di entrare o uscire!”
Asserì Anna.
“Bé, in
questo caso forse dovremmo far provare a qualcuno con i
poteri…”
Disse Jack indicando Elsa con un cenno della testa e fissandola con una
convinzione che iniziava a metterla a disagio. Infondo lei non sapeva
se
avrebbe funzionato.
E se non lo avesse
fatto?
Aveva quasi
paura di scoprirlo: sarebbe stato come ammettere che tutto quel
girovagare era
solo il frutto di una sua fantasia.
Mentre
titubava Anna le strinse la mano, quel contatto la riportò
in sé, in quel
momento capì che erano solo dubbi vani: lei aveva sentito
quella voce, aveva visto
quel ragazzo nel sogno e per quanto non le dessero risposte
l’avevano condotta
fino a lì e ci doveva essere un motivo.
Avanzò
decisa insieme a sua sorella ed allungò una mano fino a
toccare la nebbia: al
contatto questa si dissolse in parte, svelando i monoliti con i simboli
dei
quattro spiriti che sigillavano l’ingresso.
Vedendo
l’ingresso Anna iniziò ad avere paura, ma non di
quello che le poteva accadere
in quel posto, piuttosto provava una strana sensazione: sentiva che
andando
avanti avrebbe davvero potuto perdere sua sorella come aveva predetto
Grapapà.
Le strinse la mano più forte prima di rivolgerle la parola.
“Promettimi
che lo faremo insieme, d’accordo?”
“Te lo
prometto!”
Insieme
fecero strada: i poteri di elsa aprirono un valico nella nebbia
permettendo a
tutti di passare.
Nonostante
ora riuscissero ad attraversaela, la visibilità era comunque
quasi del tutto
oscurata, fu Olaf a rompere il glaciale silenzio che si era creato.
“Lo sapete
che una foresta incantata è un luogo di trasformazione?
Bé non so cosa vuol
dire, ma non vedo l’ora di vedere l’effetto che
avrà su ciascuno di noi!”
Lo disse con
un tono tanto sincero quanto inquietante, tutti si guardarono tra di
loro con
aria preoccupata: come se sentissero che qualcosa in quella foresta li
avrebbe
cambiati per sempre.
Ad un tratto
un fortissimo vento iniziò a soffiare su di loro,
spingendoli fino alla fine
della nebbia.
“Cosa è
stato?”
Chiese
Kristoff turbato. Elsa provò ad utilizzare nuovamente i suoi
poteri sulla
nebbia che si era appena chiusa dietro di loro ma questa volta non
sembravano
funzionare.
“Siamo in
trappola! Forse c’era da aspettarselo”
Disse Anna,
ma c’era qualcosa che distolse Elsa dalla voce della sorella:
si voltò ad
osservare la foresta che sembrava enorme e con dei bellissimi colori
autunnali.
“Questa
foresta è bellissima!”
Disse lei,
sperando che un luogo così affascinante non potesse
riservare dei pericoli
mortali.
Tutti si
fermarono ad osservare quel luogo, Anna avanzò fino ad un
dirupo da cui si
poteva osservare una diga.
“La diga,
tiene ancora! Nostro padre aveva detto che era stato un dono del popolo
di
Arendelle ai Northuldri”
Disse lei,
rivolta a Kristoff che le era accanto.
“Grazie al
cielo è ancora in buono stato!”
“Che vuol
dire?”
“Bé, se la
diga crollasse provocherebbe un’onda così grossa
da spazzar via ogni cosa su
questo fiordo”
“Ogni cosa?
Ma Arendelle è su questo fiordo!”
Rispose lei
visibilmente preoccupata, cosa che allarmò Kristoff.
“Non
succederà nulla ad Arendelle non ti preoccupare Anna! Vieni
qui…”
Rispose lui
abbracciandola.
Il
verso di
Sven gli fece venire un’idea: infondo sembrava
un’ottima occasione per provare
a farsi avanti con lei con la proposta.
“Sai, in
altre circostanze questo sarebbe un posto piuttosto romantico, non
credi?”
Ma quella
frase non ebbe proprio l’effetto desiderato perché
Anna si staccò subito
dall’abbraccio.
“In altre
circostanze? Intendi con qualcun’altra?”
Rispose lei
preoccupata ancora una volta di aver sbagliato tutto, come con Hans.
“Che? No!
Volevo dire… in caso non riusciremo ad uscire vivi da
qui…”
“Aspetta,
che? Credi che non usciremo vivi da qui?”
“No. Cioè
volevo dire: no! In realtà la vedo un pochino complicata
ma… in caso
morissimo…”
Stava per
inginocchiarsi per fare la proposta, ma Anna lo afferrò per
il bavero della
giacca in preda al panico.
“Credi che
moriremo!”
“No! Cioè
moriremo prima o poi…”
“Dov’è Elsa?
Ho giurato di starle sempre accanto!”
Chiese lei
preoccupata non vedendola vicino a loro.
“In un
futuro molto lontano moriremo!”
Urlò lui
mentre Anna andava via alla ricerca della sorella. Sbuffò,
rimproverando se
stesso per quel ridicolo tentativo di proporsi alla sua ragazza.
Sven lo
stava fissando, Kristoff scosse la testa alzando un sopracciglio.
“Non farmi
la predica!”
“Ok, come vuoi!”
Kristoff
sussultò nel sentire quella voce provenire non dal suo amico
a quattro zampe,
bensì da qualcuno dietro di lui. Si voltò per
scoprire che si trattava di Jack.
“Tu cosa ci
fai qui? Non eri indietro con Elsa ed Olaf?”
“No!”
“Ed hai
sentito tutto?”
Chiese,
conoscendo già la risposta.
“Già”
Ridacchiò
Jack, cosa che fece innervosire Kristoff.
“Fantastico!
Ti sarà sembrato patetico immagino…”
“Assolutamente
no! Più che altro pensavo che tu ed Anna foste
già sposati”
Rispose lui,
ed era vero: nella sua realtà Anna e Kristoff si erano
sposati prima di allora.
Iniziò a chiedersi se la sua sola presenza o meno nelle loro
vite avesse potuto
portare a così tanti cambiamenti.
“Quindi dici
che sembriamo sposati…?”
Chiese imbarazzato
Kristoff, quasi felice della cosa ma il suo volto si rabbuiò
di nuovo quando
proseguì.
“Peccato che
io sia un totale disastro: è da ieri che cerco di farle la
proposta ma combino
sempre un casino”
Sembrava
molto amareggiato, Jack gli mise una mano sulla spalla.
“Non ti
preoccupare, hai solo scelto il momento sbagliato”
“Per due
volte?”
Disse
Kristoff perplesso.
“Bé non c’è
due senza tre no? Sono sicuro che la terza sarà la volta
buona!”
“Vorrei solo
averne la tua stessa certezza”
“A volte in
amore si ha la percezione di sbagliare tutto, ma spesso questo dipende
solo dal
fatto che abbiamo semplicemente paura di perdere le persone a cui
teniamo
davvero! Ma tu non dovresti avere paura: si vede lontano un miglio che
tu ed
Anna siete fatti l’uno per l’altra!”
“Mi vuoi dire
che tu saresti una specie di esperto in amore?”
Kristoff lo
fissò, incredulo che un ragazzo apparentemente dedito solo
al divertimento
potesse saperne tanto di amore.
“Nessuno è
davvero esperto in amore, tutti abbiamo paura quando si tratta di
esternare i
propri sentimenti, chi più chi meno… ed
è proprio questo il punto: sarà sempre
difficile! Quindi tanto vale provarci, no?”
“Forse in
parte hai ragione”
Kristoff
abbozzò un sorriso, era strano: quel ragazzo
all’apparenza svogliato e spensierato
in qualche modo era riuscito a tirargli su il morale.
“Bene,
allora torniamo dagli altri”
Rispose Jack
dandogli un leggero buffetto sulla spalla.
Pitch
aveva
osservato il gruppo oltrepassare la nebbia, anche lui fece stesso senza
problemi, anche se da un punto diverso rispetto a quello dove era
passato il
resto del gruppo: infondo la magia della nebbia non aveva nessun
effetto sulle
leggende o gli spiriti, che potevano entrare ed uscire liberamente.
Una volta
arrivato alla foresta incantata osservò da lontano il gruppo.
Ma che carini, si sono dati tanto disturbo
per arrivare fin qui, mi spiace quasi che io debba stroncare questo
momento di
gioia… no aspetta non mi dispiace affatto!”
Ridacchiò
tra sé.
Ma prima diamo la caccia a qualche spirito!
Pensò
fissando la pietra rubata al castello che stringeva ancora tra le mani.
In questo capitolo ho trattato con maggiore
dettaglio il viaggio dei nostri eroi. Sia perché in Frozen 2
ho trovato il
viaggio di per sé un po' sbrigativo, sia perché
volevo soffermarmi maggiormente
anche su come lo affronteranno insieme e come evolverà il
rapporto tra tutti i
membri del gruppo durante questo. Mi sono divertita a rappresentare lo
strano
rapporto di amicizia che si sta formando con il nuovo arrivato e come
tutti
interagiscono tra loro, spero vi sia piaciuto e che abbiate trovato
tutti ic
(ho sempre l’incubo dell’OCC che mi preoccupa XD !).
Ovviamente come sempre si accettano consigli
e suggerimenti se li avete J
Con Olaf Jack parla di una serie tv che tratta
del progresso tecnologico come nostra salvezza e condanna: è
una citazione a
‘Black Miorrow’ una serie che trovo davvero
originale e interessante, anche se
allo stesso tempo angosciante. Io ne ho visto solo alcuni episodi
sporadici
(sono tutti scollegati tra loro) ed aprono davvero spunti e
ragionamenti
interessanti, ma allo stesso tempo lasciano anche un senso di
inquietudine, e
dopo l’ultimo che avevo visto non ho più avuto il
coraggio di continuare XD
comunque consiglio a tutti di provare a vederne almeno qualche
episodio, anche
solo per curiosità.
Mi piace il fatto che Olaf in parte
rappresenti anche lo status attuale di Elsa, infatti dice a Jack che
sta
crescendo e che nella sua mente si stanno affollando mille domande
esistenziali.
Ho dovuto riproporre la scena di Kristoff
che prova a dichiararsi perché mi avevano fatto davvero
tenerezza i suoi
continui tentativi nel film e non potevo non riportarli! Jack prova a
dargli
una mano e forse Kristoff inizia a non vederlo più solo con
sospetto come
all’inizio.
Comunque scrivendo del verso di Sven mi sono
chiesta che verso facciano le renne voi lo sapete? L’ho
chiamato genericamente
‘verso’ per il momento per sicurezza ahahaha.
Dopo la profezia di Granpapà ognuno ha
un’idea diversa di “fare la cosa
giusta”ma chi avrà ragione? Pitch cosa
avrà in
mente? Elsa inoltre continua a fare quei sogni…
Ah quasi dimenticavo… mentre scrivevo questo
capitolo ho buttato giù un po' di idee per
un’altra oneshot ambientata subito
dopo la prima fic “la regina di ghiaccio”, volevo
provare a scriverla in prima
persona e dal punto di vista di Elsa, sperando di non fare casini e
restare ic!
Se tutto va bene dovrei scriverla e pubblicarla dopo questo capitolo e
prima
del successivo… se vi va di leggerla mi farebbe piacere come
sempre avere un
vostro parere anche perché come sapete non sono molto
avvezza allo scrivere in
prima persona.
Grazie a tutti che mi state seguendo e consigliando,
siete davvero tutti adorabili e mi date la forza di continuare e
migliorarmi! Ci
vediamo al prossimo cap!
PS: da oggi ho un nuovo slogan: “Dona un
soldo ai capelli pietosi di Jack colorati da me!” ahahah
magari divento ricca,
datemi solo un Ranuncolo che me la canta XD