BREVE STORIA DEL PICCOLO REGNO
Per giorni interi l’Imperatore attese una risposta.
Quando il suo uomo fece ritorno, l’accolse con un grande
sorriso e tante speranze, che furono infrante dall’espressione abbattuta
dell’uomo.
“Mio Imperatore, ho fatto tutto il possibile” affermò,
allargando le braccia con impotenza, “ma questa Regina proprio non ne vuol
sapere di sposarsi”.
Il Conquistatore imprecò malamente, passandosi una mano sulla
fronte prima di tornare a parlare.
“L’hai vista? Come ti è sembrata?”
Al cospetto di quella domanda, il messo sbiancò.
“Oh, no! Non l’ho vista, a nessun straniero è concesso
incontrarla”.
Il sovrano s’irrigidì ed esplose, al cospetto di tale
risposta.
“Come osi rispondermi che non l’hai nemmeno vista? Somaro, ma
che razza di ambasciatore sei…! Dovevi parlare con lei e insistere affinché ti
concedesse un’udienza”
Di fronte all’ira del proprio signore, l’ambasciatore chinò
il capo e rimase smorto e pallido finché lo sfogo non fu concluso.
“Mi spiace, ho fatto tutto il possibile, però le sentinelle
non lasciano attraversare a nessuno il confine” provò a scusarsi, ma inasprì
soltanto il suo nobile interlocutore.
“Ogni notte, da mesi, frotte di lerci schiavi attraversano
quel confine e vengono accolti con calore dentro le mura. E tu cosa sei, più
ignorante e incapace di uno schiavo? Vattene, prima che ti faccia punire”.
L’improvvisato ambasciatore non se lo fece ripetere due
volte.
Sconsolato, affamato e agghiacciato, il Conquistatore rimase
immobile per ore senza sapere più che pesci pigliare. Promise che avrebbe
punito ogni affronto e che quella Regina presto sarebbe stata piegata al suo
volere. Però avrebbe dovuto attendere la buona stagione, per agire.
E, nonostante i mille e più patimenti, la buona stagione
tornò e le giornate ripresero ad allungarsi.
La grande Valle, povera, si risvegliò dal gelo invernale
ancora più provata dell’anno precedente.
Quella buona stagione, tuttavia, non sarebbe stata come
quelle prima. Un unico ordine risuonò ovunque; ogni schiavo doveva lavorare
ogni lembo di terra disponibile e coltivare tutta la verdura possibile.
Si doveva produrre grano per il pane e i mulini dovevano
essere rimessi presto in sesto.
Anche gli uomini del Conquistatore furono messi a lavorar la
terra e questi se ne lagnarono molto, per mesi, eppure a fine stagione
nonostante i grandi sforzi erano riusciti a riacquistare peso e ad avere la
dispensa piena.
A quel punto, giunse il momento di agire.