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Autore: alessandroago_94    22/01/2020    8 recensioni
Un tempo c’erano tanti Piccoli Regni, infine ne rimase uno solo; esso si era salvato dalla catastrofe solo perché era isolato su una montagna.
Questa è la storia di come quel Piccolo Regno riuscì a salvare ciò che restava degli altri, e di come riportò a fiorire la civiltà.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve piccolo regno 5

BREVE STORIA DEL PICCOLO REGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’imperatore si vestì d’oro e di diamanti.

Trasportato su una lettiga, gli schiavi che ne portavano il peso gemevano di tanto in tanto dallo sforzo.

Il suo esercito era tornato a presentarsi splendente come un tempo, anche se non più agguerrito alla medesima maniera, poiché i guerrieri avevano utilizzato più le vanghe che le spade nell’ultimo periodo. Ma tutto questo per il Conquistatore contava ben poco, tanto il Piccolo Regno della Montagna era una realtà come quelle che aveva sottomesso senza nemmeno perdere un sol uomo, quindi di rischi se ne correvano ben pochi.

Le armi erano state curate più della preparazione fisica, poiché dovevano risplendere e incutere timore.

Sicuro di sé, l’Imperatore si fece portare fino alle pendici del monte, per poi iniziare a farlo scalare dai suoi uomini.

Sembrava un luogo desolato, avvolto da un fitto bosco e con un solo sentiero percorribile, di terra battuta. Eppure, ben presto, agli occhi degli uomini affaticati dalla salita apparve una sorta di muraglia di legno, bassa ma rialzata proprio sul sentiero, e in effetti era una vera e propria porta cittadina.

Al di là si intravedeva ancora del bosco, probabilmente era lì che era stato segnato il confine.

A sorvegliare la porta c’erano tre uomini disarmati, vestiti però di lucente velluto rosso.

“Altolà” intimò uno di essi, per nulla intimorito al cospetto di tutti quegli uomini armati.

Mentre i primi giungevano al confine, tantissimi altri ancora marciavano più a valle e il clangore era assordante, ma nulla incupiva quegli strani individui.

Allora l’Imperatore fece cenno agli uomini che aveva di fronte a sé e li fece indietreggiare, per poi farsi portare da solo al cospetto degli apparentemente inermi individui.

“Signori, aprite questa porta. Vengo in pace” sancì il Conquistatore, mollemente adagiato tra gioielli e profumati cuscini. I tre uomini non fecero una piega, solo quello che aveva intimato lo stop si fece avanti di due passi, mettendosi al cospetto del grande sovrano.

“Spiacente, il confine non può essere attraversato da uomini armati” sancì subito con voce squillante, cosicché anche le prime fila dei guerrieri poté udirlo.

“Sapete chi sono io, villici?”

Il Conquistatore chiese con tono provocante, ma non ancora irritato. Tuttavia, il guardiano scosse il capo negativamente.

“Mi dispiace, non importa chi siete. Se avete uomini armati al vostro seguito, non venite in pace e non potete entrare. Deponete ogni arma e scendete dalla lettiga, se volete varcare il confine” affermò con impassibile risolutezza.

Il sovrano deglutì.

Socchiuse gli occhi, in preda all’ira; una parte di sé già suggeriva di spaccare tutto, però non voleva mostrarsi così spietato al cospetto di quelli che sembravano dei sempliciotti.

“Sono qui per parlare con la vostra Regina. Se io non posso entrare, e vi avverto, non spoglierò delle armi i miei uomini, né metterò piede sulla nuda terra, allora che sia lei a mostrare magnanimità e a venire da me”.

Anche l’ultimo intento diplomatico però andò in frantumi, poiché il guardiano scosse di nuovo il capo.

“Spiacente, la nostra Regina non può incontrare nessuno, tantomeno stranieri armati”.

Se il Conquistatore aveva ancora un pizzico di pazienza, i suoi uomini no. I suoi fratelli, che avevano udito tutto, a soli pochi passi dal colloquio, furono assaliti da una così grande rabbia che incitarono i guerrieri a fare del loro peggio.

L’Imperatore poté solo vedere le frecce incendiarie che si conficcavano sulle assi di legno della porta, e udire il fragore di migliaia di spade che venivano sguainate dai foderi.

I tre guardiani vestiti di lucente velluto furono costretti a fuggire al cospetto di così tanta ira generale e collettiva.

Dopo qualche minuto la porta cedeva e svelava il largo sentiero ghiaioso che conduceva direttamente al nucleo del Piccolo Regno di Montagna.

 

   
 
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