Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    23/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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XXVIII.
ADDIO
 
Anna trascorre la giornata nel suo studio occupandosi di trattati commerciali e incontri per non pensare a sua sorella.

“Che stanchezza” sussurra tra sé e sé la regina dopo aver parlato con cinque ambasciatori. Anna, sola nella grande sala, comincia a stiracchiarsi e sgranchirsi le gambe dimenticando, così, la postura educata e regale di una sovrana.

“Vostra maestà! Gradirebbe una pausa?” chiede Gerda entrando nello studio dopo aver ricevuto il consenso.

“Sì Gerda, è proprio quello che mi ci vuole” risponde Anna aspettandosi una buona bevanda rigenerante.

Gerda si allontana per qualche secondo per poi ritornare con in braccio il piccolo Giacomo allegro e giocoso.

“Ciao cucciolo!” saluta Anna facendo per avvicinarsi a lui ma ricevendo subito l’ammonizione della balia più fidata.

“Vostra maestà, restate lì dove siete. Guardate come è diventato bravo!” aggiunge Gerda mettendo il bambino a quattro zampe.
Giacomo si guarda intorno spaesato per poi, appena vista la mamma in lontananza, cominciare a gattonare lentamente verso di lei.

“Oddio tesoro!” esclama Anna con le lacrime agli occhi, portandosi le mani alla bocca e inginocchiandosi davanti a lui.

“Sapevo che le avrebbe fatto piacere questo nuovo traguardo!” commenta Gerda sorridendo di fronte a quella bellissima scena.

“Assolutamente sì, non voglio perdermi nulla della sua crescita!” dice Anna felice accogliendo tra le sue braccia il piccino che, con una fragorosa risata, comincia a giocare con la madre aiutandola a dimenticarsi delle sue mansioni e preoccupazioni per qualche minuto.

Anna e Giacomo si divertono assieme quando, inaspettatamente, qualcuno bussa alla porta dello studio.

“Venite avanti” risponde Anna continuando a ridere mentre è intenta a fare il solletico al piccino.

“Anna, sono io!” annuncia una voce con forza.

“Elsa!?” esclama la sovrana balzando in piedi con il bambino e gettandosi tra le braccia dell’amata sorella.

“Sei qui! È andato tutto bene allora? Cosa è successo racconta!” la bombarda di domande Anna lasciandole prendere in braccio Giacomo che finalmente può tornare con sua zia.

Elsa si limita a non rispondere e permette alla figura alle sue spalle di avanzare. Anna, dopo aver riconosciuto Rapunzel, indietreggia istintivamente per poi scuotere la testa e farsi avanti di nuovo coraggiosa.

“Fai bene ad allontanarti, io vi ho recato troppo male!” commenta Rapunzel prendendosi le sue responsabilità.

“No, è sbagliato avere paura di te. La tua presenza qui dimostra la riuscita della missione di Elsa” risponde in modo diplomatico la regina avvicinandosi di più alla sconosciuta cugina.

“Rapunzel è uguale a me. Anche io sono stata esclusa e divorata dalla paura. Solo l’amore per te, Anna, è riuscito a salvarmi seppure io abbia rischiato di ucciderti. Mi occuperò io di Rapunzel e l’aiuterò a controllare i poteri, dopodiché diventerà la regina di Winstel…proprio come avrebbe voluto zia Ester” spiega Elsa convinta, abbassando lo sguardo sull’ultima difficile affermazione.

“Aspetta, che? …avrebbe voluto?” chiede Anna sorpresa conoscendo già, in cuor suo, la cruda e triste risposta.

“Mia madre non c’è più. Ha donato la sua vita per la mia salvezza” si aggiunge Rapunzel cominciando a piangere silenziosamente per poi continuare dicendo:

“So di avervi distrutto un regno, sottratto delle vite, provocato dolore e sofferenze ma vi prometto che cercherò di ripagarvi in ogni modo appena mi sarà possibile. Non renderò vano il gesto e il sacrificio di mia madre”

“Rapunzel, nessuno può comprenderti meglio di noi. Hai il nostro perdono. Da oggi i nostri regni saranno uniti di nuovo, per sempre” conclude Anna porgendo la mano alla cugina e stringendo il patto più importante della sua vita diplomatica e personale.


Qualche mese dopo…


“Sei pronta?” domanda Elsa sistemando l’abito della cugina che trema e continua a sospirare.

“Penso di sì” risponde emozionata Rapunzel.

Da diversi mesi era tornata nel proprio regno, aveva imparato a gestire il suo potere grazie all’aiuto di Elsa, si era riappacificata con il fratello che le donava affetto costante e a tutti gli abitanti era stata riconsegnata la memoria. Inizialmente fu difficile ristabilire l’equilibrio e permettere al popolo di fidarsi della futura sovrana ma, una volta notata la calma degli spiriti e niente più disastri naturali, non risultò difficile innamorarsi di quella principessa smarrita che, con i suoi poteri e i suoi occhioni verdi, donava amore e gioia a tutti i bambini e gli adulti bisognosi di Winstel.

“La mamma sarebbe fiera di te” si intromette un ragazzo alto e muscoloso, con i capelli neri e gli occhi scuri, avvicinandosi alla futura regina.

“Sei tu il vero re Fergus. Hai sempre portato pazienza e hai respirato tutte le sofferenze della nostra famiglia. Non avrei mai immaginato di poter meritare il tuo perdono” risponde Rapunzel prendendo a braccetto il fratellino.

“I nostri genitori hanno commesso degli sbagli. Tu hai fatto quello che hai fatto, ma anche io non sopportavo nostro padre. Mi obbligava ad allenarmi giorno e notte per diventare un uomo vigoroso. MI picchiava quando piangevo e non ha mai capito che io sono un tipo timido, timoroso e che non desidero il trono perché mi spaventa. Tu, cara sorella, sei tutto ciò che mi rimane e sono sicura che questa corona metterà fine ad ogni dolore” spiega il fratello sorridendo e posandole un bacio sulla fronte permettendole, poi, di stringere forte il suo braccio per essere accompagnata fuori di fronte a tutti i sudditi.

“Rapunzel, regina di Winstel” annuncia una guardia dopo aver battuto il bastone a terra per attirare l’attenzione del popolo.

“Che emozione!” sussurra Anna all’orecchio di Kristoff che, in quei mesi, aveva deposto l’ascia di guerra con la parente acquisita constatandone il cambiamento.

Rapunzel riceve la corona sul proprio capo e, con le lacrime agli occhi, rivolge sorrisi e inchini a quel popolo che già l’amava e la colmava di affetto e applausi.

La regina, dopo aver calorosamente salutato tutti, si dirige verso il centro della piazza facendo segno ai presenti di posizionarsi attorno a un grande oggetto misterioso coperto da un telo grigio.

“Che cosa è?” bisbiglia Elsa all’orecchio della sorella.

“Non ne ho idea, sei tu il suo mentore mica io!” risponde a bassa voce Anna continuando ad applaudire.

“Questo è un mio regalo per noi” afferma Rapunzel commossa afferrando la mano del fratello e invitandolo a rimuovere il telo.

Quel regalo inaspettato sorprende il popolo che, folgorato dall’immagine di una possente statua d’oro ritraente Ester, si porta le mani alla bocca per lo stupore.

“Ora vi invito ad accendere con me queste lanterne e al mio via le faremo volare in cielo” annuncia poi Rapunzel preparando una lanterna e invitando i presenti a fare lo stesso.

“Questa statua e questo gesto che tra poco compiremo, sono solo dei simboli per ricordare una donna fantastica. Ester non era solo una regina. Era una moglie fedele sottomessa a un marito padrone, era una vera e propria signora capace di mettere da parte i suoi dolori per aiutare il popolo e molto altro” comincia a dire Rapunzel interrompendosi per colpa dello shock dovuto al ricordo del proprio defunto genitore. Elsa ed Anna, accorte del momento, si avvicinano alla nuova regina e le stringono la mano in segno di vicinanza.

“Ester è il simbolo della madre per eccellenza. Una madre che addirittura ha dato la vita per salvarmi e si è sacrificata per me e, per concludere, Ester incarna anche la figura della zia perfetta in grado di amare i propri nipoti e, nonostante la debolezza, difenderli e donare tutto di sé anche per loro” conclude Rapunzel guardando negli occhi Elsa che, commossa dall’ultima affermazione, stringe con più forza la mano dell’amata cugina.

Segue un conto alla rovescia, delle urla di gioia e, in poco tempo, ecco una miriade di lanterne levarsi verso l’alto in onore di Ester. Anna, Elsa e Kristoff ammirano la scena a bocca aperta felici, finalmente, di assistere alla fine delle loro sofferenze e godendosi un momento sensazionale. Rapunzel sorride e, continuando a piangere silenziosamente, osserva quelle stupende lanterne volteggianti orgogliosa di essere la figlia di una grande donna.

“Grazie mamma, ti voglio bene!” sussurra a bassa voce la neo sovrana per poi, avvolta dall’affetto di un regno puro di cuore, vivere una giornata ricca di festeggiamenti e felicità.


La sera ad Arendelle…


Grazie ai poteri di Elsa, la famiglia ritornò nel proprio regno in tarda serata. Kristoff, Anna ed Elsa erano stanchi e assonnati ma, colmi delle bellezze vissute durante il giorno, non potevano che sentirsi leggeri e felici.

“Prima di andare a mangiare e vedere Giacomo, è meglio se ci fermiamo nello studio a firmare le ultime carte riguardanti i nuovi accordi con Winstel” spiega Anna determinata nonostante desiderasse abbracciare il piccino che, per l’età, avevano preferito lasciare ad Arendelle.

“Sua maestà, venga presto!” afferma Gerda preoccupata interrompendo il discorso della regina e chiedendole di accorrere. Anna, scura in volto, abbandona l’idea proposta ai parenti e, dopo aver guardato perplessa Kristoff ed Elsa, corre dietro alla domestica insieme a loro.

“Che cosa succede?!” domanda lei entrando in soggiorno e notando molti camerieri preoccupati. Sul divano, infatti, era sdraiato Giacomo che, rosso in volto e completamente sudato, respirava affannosamente.

“Amore mio” afferma Anna spaventata inginocchiandosi sul suo bambino e cominciando ad accarezzargli freneticamente il volto.

“È bollente! Che cosa è successo?!” grida Anna terrorizzata dando poi ordine di chiamare il medico e di portarle dell’acqua fredda.

“Siamo stati via per poco tempo! Si può sapere che cosa è accaduto?!” domanda furioso Kristoff mangiato dalla paura.

“Non lo sappiamo Vostra Maestà! Quando siete partiti per Winstel aveva già un po’ di tosse ma voi stessi ci avete detto di stare tranquilli!” risponde Gerda terrorizzata.

“Dov’è il medico?! Dov’è?!” continua ad urlare Anna non riuscendo a parlare mentre tampona con acqua fresca la fronte del suo piccolo. Elsa si avvicina immediatamente e, grazie ai suoi poteri, crea una piccola lastra di ghiaccio che posiziona sulla fronte del nipote. Tempo qualche secondo e la lastra già si scioglie.

“Ha la febbre altissima!” constata Kristoff prendendo per mano il proprio bambino che fatica a respirare e cerca di tenere gli occhi aperti per guardare la sua mamma che lo accarezza premurosamente.

Alcuni secondi, pochi minuti e le condizioni peggiorano vertiginosamente.

“Dottore, ci aiuti!” implora Anna permettendo al medico di avvicinarsi senza però allontanarsi dal bambino. Il medico tasta le tonsille del piccolo e ne ausculta il respiro, per poi alzarsi e fare cenno di no con la testa rivolto ai parenti.

“Cosa? Cosa?!” domanda la giovane mamma, sedendosi sul divano e prendendo tra le braccia il proprio bambino.

“La mamma è qui, amore, la mamma è qui” sussurra lei dondolando leggermente come per cullarlo e farlo calmare. Lo stringe tra le braccia, avverte la sua pelle bollente e i capelli fradici di sudore. Si sente impotente, inutile e non capisce quale atteggiamento debba assumere. Giacomo, però, non pare preoccupato. Soffre e respira male ma continua a guardare il volto della sua mamma ed assaporarne l’affetto. La sua mamma lo stava custodendo tra le braccia e nulla di male sarebbe potuto accadere.

“Ha una polmonite acuta. Deve essersi raffreddato qualche giorno fa per colpa dell’arrivo dell’inverno. La malattia però è incurabile per un adulto, figuriamoci per un bambino di quasi un anno” afferma il medico a bassa voce rivolto ad Elsa mentre Kristoff continua a tenere la mano al proprio figlio.

“Dottore?! Perché non respira più?! Perché non respira più?!” strilla Anna con tutta l’aria che ha in corpo, accortasi dell’improvvisa immobilità di Giacomo che ha ormai chiuso gli occhi e si è accasciato tra le sue braccia. Seguono attimi interminabili di silenzio dove, tutti i presenti, spalancano gli occhi impietriti dalla scena e realizzano la cruda realtà.

“Elsa, aiutami!” riesce a dire Anna cominciando a singhiozzare sull’esile corpicino senza vita della propria creatura e permettendo a Kristoff di cingerla in un abbraccio nel quale, però, non riesce a trovare forza.

Elsa rimane ghiacciata di fronte a una situazione così brutta. I suoi poteri, questa volta, non potevano fare nulla. Alla morte non si comanda…anche quando arriva così presto e distrugge i sogni di un’intera giovane famiglia.
  
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