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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    24/01/2020    0 recensioni
[Regalo per la fantastica Hanta96] [Sheith; Attori AU]
"“Sì, sembra interessante.” Concordò Shiro, ancora incerto, sperando che l'intuito del suo manager avesse ragione e che questa serie potesse aiutarlo con la sua carriera.
“Perfetto!” Esclamò l'altro alzandosi entusiasta. “Prepara le valige.”
“Cosa?”
“Si parte per l'America!”
[...]
“C'è solo un modo per scoprirlo.” Keith lo interruppe, abbassando prima lo sguardo per qualche secondo prima di tornare a guardarlo, accennando un sorriso.
Shiro lasciò che continuasse incapace di distogliere lo sguardo.
“La persona che desidera saperlo deve almeno prima invitarmi a cena.”
Un sorriso spontaneo nacque sulle labbra di Shiro mentre si riprometteva che, un giorno, sarebbe stata proprio lui quella persona riuscendo a sentire quella storia."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gunderson Pidge/Holt Katie, Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dietro le quinte

(Dove la fine è solo l'inizio)


* * *




Shiro osservava il soffitto bianco di quella stanza piccola, ma che gli aveva permesso di vivere degnamente da quando aveva lasciato la casa dei suoi genitori, ancora fermo sotto le coperte. Era rimasto ad osservalo per svariati minuti, ormai, dopo aver spento malamente la sveglia sul comodino accanto al letto ponendo fine alle sue sofferenze, facendola cadere sul pavimento, e a quel suono fastidioso che aveva finalmente smesso di riecheggiare per tutta la stanza.

Emise un lungo sospiro, decidendo che era arrivato il momento di alzarsi ed iniziare la giornata anche se un po' controvoglia.

Infilandosi le pantofole, si diresse in cucina a piccoli passi per preparare la colazione. Niente di complicato, Shiro non poteva vantarsi di essere un maestro nelle arti culinarie a suo malincuore.

Prese il piatto con le sue uova e bacon, era riuscito a non bruciarle – un ottimo traguardo per gli standard di Shiro convincendosi che fosse un buon segno per la giornata – , e si sedette strofinandosi gli occhi ancora assonnato. Fare due lavori era molto faticoso.

Shiro iniziò a gustarsi la sua colazione ripensando a ciò che gli aveva detto il suo manager la notte scorsa. Gli aveva consigliato di concentrarsi sulla sua carriera da attore, provando a fare provini su provini e lasciare il suo lavoretto part time per evitare che gli levasse le energie e il tempo, ma Shiro aveva sempre rimandato. Per quanto una parte di sé voleva fare come gli era stato consigliato, e fare della sua passione il suo unico lavoro, sapeva di non essere ancora molto conosciuto nel campo e di essere un piccolo attore in una piccola cerchia.

Per quanto fosse bravo, eccellere in questo ambito era difficile e i registi preferivano lavorare con persone già conosciute o che avevano lavorato insieme a loro altre volte. Nonostante ciò, Shiro non si era mai arreso ed ogni volta che gli era possibile si presentava ad un provino.

Il cellulare squillò attirando l'attenzione di Shiro che, dando un'occhiata allo schermo, vide che si trattava proprio del suo manager.

Mandò giù un boccone velocemente per poi prendere in mano il cellulare e rispondere.

Shiro!” Sentì chiamarsi quasi in un urlo, facendogli allontanare il cellulare dall'orecchio d'istinto. “Si può sapere dove sei?”

Che intendi dire?” Chiese confuso. “Sono a casa.”

Cosa? Ma dovevamo vederci oggi.”

Shiro corrucciò la fronte nel sentirlo, girandosi a guardare il calendario appeso al muro. Aveva ragione.

Oh giusto, scusami, l'avevo completamente dimenticato.” Disse Shiro sinceramente dispiaciuto. “È che ho – ho i pensieri altrove ultimamente.”

Sentì un sospiro provenire dall'altra parte. “Lo so, difficile non notarlo ma non importa. Piuttosto hai già fatto colazione?”




L'odore di caffè lo invase piacevolmente mentre la cameriera gli porgeva la tazza che aveva ordinato, non lasciandosi sfuggire lo sguardo del suo manager quando notarono che la cameriera indugiava nel lasciare il tavolo continuando a chiedere se avessero bisogno di qualcos'altro rendendo evidente il suo voler rimanere.

Shiro era consapevole del suo bell'aspetto e il suo manager non gli dava mai l'opportunità di dimenticarlo, utilizzando spesso quella qualità come punta di lancio durante gli incontri di lavoro. Nonostante Shiro gli ripetesse in continuazione che voleva fare l'attore e non il modello, per poi ricevere sempre la risposta pronta dell'altro di quanto non poteva nemmeno immaginare quanto avere una bella presenza fosse importante in questo ambito.

Shiro le sorrise gentilmente chiarendo, ancora una volta, che andava tutto bene non lasciando altra alternativa alla cameriera di allontanarsi, un po' delusa di non essere riuscita a rimediare un invito a cena o un numero di cellulare.

Tornò a guardare il suo manager seduto di fronte a sé, che portava ancora un sorrisetto sornione dipinto sul viso, mentre prendeva la tazza tra le mani sperando che il calore di essa portasse via il suo disaggio.

Bene, iniziamo.” Disse il manager, decidendo che era arrivata finalmente l'ora di parlare di lavoro e Shiro non riuscì a non notare come il suo viso si illuminò al pensiero. Sembrava più eccitato lui per questo lavoro.

Quindi, so che non accetti una parte se non sai bene di cosa si tratta.” Iniziò a dire ancora sorridendo mentre rovistava nella sua valigetta.

Era vero, gli aveva sempre ripetuto che durante la preparazione di un film gli piaceva conoscere il personaggio per farlo diventare una parte di sé. In questo modo gli veniva tutto più naturale e non era più lui che diventava il personaggio, ma il personaggio che diventava una parte di sé. Per questo motivo se il personaggio non gli piaceva, o non riusciva a vederlo affine a sé, non poteva accettare la parte.

Perciò ti ho portato il copione del primo episodio.” Concluse porgendoglielo.

Shiro lo prese di riflesso, iniziando ad esaminarlo. “Episodio?”

Esattamente.” Confermò l'altro. “È così che funzionano le serie TV.”

Il titolo gli era familiare, ma non riusciva bene a ricordare dove lo aveva già sentito.

È una sci-fi.” Spiegò il suo manager. “So che è il tuo genere preferito. Ho un buon presentimento riguardo questa serie.”

Sì, sembra interessante.” Concordò Shiro, ancora incerto, sperando che l'intuito del suo manager avesse ragione e che questa serie potesse aiutarlo con la sua carriera.

Perfetto!” Esclamò l'altro alzandosi entusiasta. “Prepara le valige.”

Cosa?”

Si parte per l'America!”




Shiro rivolse lo sguardo fuori dal finestrino dell'auto mentre sentiva le mani sudare dall'ansia. Osservava gli edifici, i negozi, le persone, tutto ciò che incrociasse il suo sguardo per cercare di distrarsi e rilassarsi.

Non era mai stato in America prima di allora, nonostante ne avesse sempre sentito il desiderio. L'avevano sempre elogiata come il paese delle opportunità e la curiosità era cresciuta sempre di più nel corso degli anni, da quando aveva capito di voler fare l'attore. Sperava che l'America potesse portargli un po' di fortuna.

Si sentiva come un bambino, eccitato ed emozionato di stare in un luogo dove non era mai stato prima e, allo stesso tempo, un'adolescente agitato per il suo futuro. Un turbinio di emozioni che non davano tregua alla bocca dello stomaco.

La macchina arrestò la sua lenta corsa, tra le macchine e i numerosi taxi, per fermarsi davanti ad un lussuoso hotel e Shiro non poté fare a meno di rimanere incantato dalla luminosa insegna, accesa tanto quanto elegante. Sembrava che non avessero badato a spese per il cast di questa serie e Shiro non sapeva bene come sentirsi al riguardo.

Lo sportello della macchina si aprì, venendo accolto dal suo manager che seguì, una volta sceso, mentre si dirigeva all'ingresso rimanendo sorpreso quando superò la reception senza quindi chiedere la chiave della propria camera.

Dove stiamo andando?”

Il regista ha insistito per far incontrare gli attori prima di iniziare le riprese.” Spiegò mentre pigiava il pulsante per richiamare l'ascensore. “Crede che recitare sia anche un gioco di squadra.”

Le porte dell'ascensore si aprirono ed entrambi si ritrovarono davanti due figure, una donna ed un ragazzo molto somiglianti tra loro, talmente belli che Shiro poté giurare fossero modelli, ignorando completamente il suo manager – che entrò nell'ascensore – quando il suo sguardo si posò sul ragazzo. I capelli, lunghi e scuri, ricadevano leggermente sul viso. Non indossava nulla di particolarmente sfarzoso od elegante, una giacca sopra una maglietta semplice ed un paio di jeans, ma non era necessario. Nessun abito sarebbe stato in grado di rendere giustizia alla sua bellezza, avrebbe potuto indossare persino uno straccio e sarebbe stato comunque il protagonista di qualsiasi stanza in cui lui fosse stato presente, ma ciò che aveva attirato la sua attenzione era il suo sguardo simile a quello della donna. Deciso e profondo.

Entrambi fissavano dritti davanti a sé, in attesa, ed inevitabilmente gli occhi del ragazzo finirono su Shiro studiandolo a sua volta.

Shiro!” Si sentì chiamare, riportandolo alla realtà, notando che il suo accompagnatore stava tenendo con una mano la porta dell'ascensore per evitare che si chiudesse. “Faremo tardi.”

Shiro si schiarì la voce, in imbarazzo entrando a sua volta, arrossendo quando non gli sfuggì il mezzo sorriso nato sul volto del ragazzo accanto.

La camera dell'ascensore non era molto spaziosa e in quattro, in essa, cominciava a diventare troppo stretta ed inevitabilmente il braccio di Shiro finì per sfiorare quello del ragazzo. Shiro volse la testa verso di lui notando che anche l'altro lo stava guardando per poi far ritornare il suo sguardo difronte a sé arrossendo leggermente, ma prima che Shiro potesse dire qualcosa le porte dell'ascensore si aprirono accompagnate da un suono acuto ad indicare che erano giunti al piano destinato.

La donna e il manager di Shiro uscirono per primi, lasciando i due ancora l'uno accanto all'altro. Shiro si girò verso di lui ancora una volta e, senza neanche pensarci, gli sorrise invitandolo educatamente con la mano ad uscire per primo. Il ragazzo ricambiò il sorriso, accettando l'invito, uscì ringraziandolo in un sussurro che Shiro riuscì a sentire appena.

L'ascensore li aveva portati in una grande stanza lussuosa. Al centro vi era un tavolino circondato da due poltrone ai lati ed un divano nella quale vi erano seduti dei ragazzi più o meno della stessa età. Shiro si fermò su un tappeto vicino all'entrata, probabilmente un persiano, ad osservarli quando anche loro rivolsero lo sguardo alla porta per vedere chi fosse entrato.

Era ora.” Esclamò ad alta voce un ragazzo avvicinandosi.

Smettila di urlare, Lance.” Si lamentò una ragazza seduta sulla poltrona in maniera scomposta, con le gambe appoggiate ad un braccio della poltrona e la schiena appoggiata sull'altro, mentre si portava le mani alle orecchie per enfatizzare il suo fastidio.

Mi scuso per il ritardo.” Disse sinceramente Shiro.

Non farci caso sta solo esagerando, non stiamo aspettando da così tanto.” Lo rassicurò un'altra figura raggiungendolo. “Piacere, io sono Allura.” Si presentò porgendogli una mano.

La strinse sorridendole. “Potete chiamarmi Shiro.”

E tu sei?” Chiese girandosi verso il ragazzo accanto a lui.

Keith.” Rispose semplicemente senza avvicinarsi.

Aspetta.” Si intromise la ragazza sulla poltrona raddrizzando la schiena. “Takashi?”

Nel sentire il suo nome, Shiro si girò verso di lei. “Sì?”

Sono io, non mi riconosci?” Chiese correndo verso di lui. “Sono Katie, bhé il mio nome d'arte è Pidge, ti ricordi adesso?”

Il viso di Shiro si illuminò al ricordo, allargando le braccia per avvolgerla in un abbraccio. “Pidge! Guarda quanto sei cresciuta.”

Pidge rise ricambiando il segno d'affetto. “Già, è passato tanto tempo dalle ultime riprese in Giappone con mio fratello.”

Shiro sciolse l'abbraccio per guardarla meglio in viso. “Aspetta, vuoi dire che – ”

Sì, anche mio fratello è qui e sarà felicissimo di vederti. Eravamo stanchi dei soliti film per famiglie, sfruttare la nostra somiglianza aveva portato solo a trame ripetitive, non potevamo lasciarci sfuggire questa occasione.”

Uhm.” Una voce titubante attirò la loro attenzione. “Mi dispiace interrompere, ma per quanto tempo pensate che ci terranno ancora qui?”

Non preoccuparti, Hunk.” Disse Lance appoggiando il gomito sulla sua spalla. “Adesso che siamo tutti qui, sono sicuro che ci chiameranno presto, forse stanno preparando una festa per noi.” Concluse senza guardare un punto preciso, perso già nelle proprie fantasie.

Lo sguardo di Shiro scivolò nuovamente su Keith rimasto in un angolo senza essersi allontano dalla donna che lo aveva accompagnato che, adesso, lo stava guardando dolcemente con la mano sulla sua spalla come ad incoraggiarlo.

Non credo che ci siamo presentati io e lei.” Si intromise il manager di Shiro, porgendole una mano mentre le mostrava un ampio sorriso.

La donna fece scorrere lo sguardo dal viso alla mano, quasi infastidita dall'interruzione. Nonostante ciò gliela strinse. “Krolia, sono la manager di Keith e anche sua madre.”

Cosa?” Quasi urlò Lance, e non era l'unico ad essere rimasto sorpreso. Aveva un aspetto giovanile e un fisico da far invidia a chiunque ma almeno questo spiegava la somiglianza.

Bhé.” Ritrasse la mano in un'improvviso imbarazzo. “Spero che Shiro e Keith possano andare d'accordo. Sono sicuro che tutti voi lo farete.” Continuò, tornando al fianco di Shiro. “Non siete eccitati di iniziare a lavorare assieme?”

Shiro non seppe bene se fosse per l'emozione di aver rincontrato una vecchia amica ma sentiva di esserlo davvero.




I primi giorni di riprese andarono molto bene, più di quanto Shiro avesse immaginato.

La trama della serie iniziava a coinvolgerlo ed ad appassionarlo al ruolo che stava interpretando e lavorare con gli altri si rivelò davvero semplice, quasi naturale. Anche quando qualcuno di loro sbagliava una battuta o la dimenticava, non c'era mai un momento di tensione nell'aria o di rabbia anzi esso diventata uno spunto per scherzare tutti insieme.

Il regista era soddisfatto del rapporto che si era restaurato tra di loro, non riuscendo comunque ad evitare di innervosirsi quando il momento di diletto superava quello professionale.

Avevano persino iniziato ad uscire tutti insieme, dopo una giornata di lavoro, anche solo per prendersi un caffè. A Shiro piaceva molto la loro compagnia e rimase sorpreso di come potesse nascere l'inizio di un'amicizia sul set e di quanto più la loro complicità cresceva, fuori, più lavorare dietro le telecamere diventava semplice rendendo evidente la loro intesa anche nella recitazione.

Keith, in particolare, aveva attirato fin da subito la sua attenzione con il suo vizio di estraniarsi sempre un po' dalle conversazioni, con il suo carattere un po' introverso finiva per isolarsi dal gruppo e puntualmente Shiro spuntava al suo fianco. Nonostante fosse un ragazzo piuttosto riservato con gli altri, con lui Keith aveva iniziato a parlare di sé, certo ancora pochi accenni, ma Shiro era grato della fiducia che poneva nei suoi confronti.

Shiro si sentiva a suo agio con lui, libero di essere se stesso, e la voglia di conoscerlo di più crebbe uscita dopo uscita. Avevano una bella chimica come aveva detto un giorno il loro regista, iniziando a ripeterlo ogni volta che erano l'uno di fianco all'altro in un'inquadratura mentre il cuore di Shiro sussultava ogni volta che lo sentiva.

Era consapevole di essersi preso una bella cotta, sperando che non fosse troppo evidente a Keith o agli altri. Non sapeva nemmeno cosa Keith pensasse di lui, o se gli desse fastidio il sentirsi ripetere ogni volta quanto stessero bene insieme, ma più le voci iniziavano a girare più diventava difficile concentrarsi sul set. Ogni volta che Shiro doveva stargli accanto in una scena, o recitare una battuta, non riusciva a non pensarci. Non che Keith gli rendesse il compito più semplice, sorridendogli ogni volta che il loro sguardo si incrociava o come la sua espressione si addolciva quando, a sua volta, ricambiava il gesto.

Shiro sospirò frustrato, fermandosi davanti alla porta del bar dove si erano dati appuntamento lui e gli altri. Entrò, in quello che era diventato ormai il loro luogo di ritrovo per trovarsi solo Keith seduto al loro solito tavolo con lo sguardo perso ad osservare fuori dalla finestra.

Si fermò incerto, ancora vicino all'entrata, non erano mai rimasti soli prima. Keith non si era ancora accorto della sua presenza e, per un attimo, l'idea di uscire ed aspettare gli altri fuori gli accarezzò la mente.

Shiro?” Keith lo chiamò ancor prima che potesse prendere una decisione.

Ehi.” Lo salutò Shiro sforzando un sorriso, visibilmente teso, mentre si avvicinava al tavolo per sedersi difronte a lui.

Dove sono gli altri?” Chiese guardandosi intorno quando notò che era solo.

Non sono ancora arrivati.” Spiegò Shiro. “Immagino di essere in anticipo, come te.”

Keith sorrise abbassando lo sguardo sulle proprie mani, appoggiate sul tavolo.

Shiro lasciò che i suoi occhi si beassero della bellezza della figura difronte a sé, facendoli vagare su di essa approfittandosi della distrazione dell'altro.

La loro attenzione venne catturata dal cameriere che portò una tazza di tè a Keith che spostò lo sguardo dal tavolo al viso di Shiro. “Scusami.” Disse. “Avevo ordinato nell'attesa.” Continuò sorridendogli, e Shiro poté già sentire le proprie guance scaldarsi.

Non preoccuparti.” Rispose, cercando di ricordare chi avesse difronte e comportarsi normalmente. Lui e Keith erano solo amici.

Sono contento di come stanno andando le riprese.” Iniziò a raccontare Shiro mentre Keith beveva un sorso della sua bevanda calda, evitando che cadesse un silenzio imbarazzante. Adesso che erano soli, Shiro si sentiva stranamente agitato. Nulla da commentare sul set, o riguardo una scena o una particolare scelta presa dal personaggio. Erano solo loro due, e non i loro personaggi.

Anche io.” Confessò Keith, posando nuovamente la tazza sul tavolo. “È facile lavorare con te.”

Shiro lo guardò sorpreso ma prima ancora che potesse rispondere, Keith aggiunse un po' imbarazzato. “E con gli altri, certo.” Si morse il labbro inferiore. “Tu sei molto... bravo.”

Shiro arrossì nel sentire il complimento, imbarazzato e lusingato che venisse proprio da Keith. “Grazie.” Rispose, mostrandogli un ampio sorriso. “Sei troppo gentile.”

Dico solo la verità.” Insistette l'altro, arrossendo a sua volta. “A volte, quando mi guardi sul set, e mi guardi in quel modo mi dai l'impressione di provare davvero un forte sentimento nei miei confronti. Mi serve sempre qualche minuto per ricordarmi che è solo finzione.”

Shiro si morse la lingua nel tentativo di trattenere l'ansia che già si stava facendo strada nel suo petto manifestandosi in una risatina nervosa.

Allora.” Shiro cercò di cambiare argomento, facendo parlare l'altro. “Come ci sei finito in mezzo a questa banda di matti?”

Keith rise alla definizione che Shiro aveva attribuito anche a se stesso, prima di rispondere. “Trovo sempre molto buffo quando la gente me lo chiede perché non sono molto bravo a relazionarmi con gli altri e in questo lavoro è fondamentale. A dire il vero è una cosa che mi spaventa parecchio ma la recitazione mi aiuta molto a superare questa paura. Interpretare un ruolo è più facile che lasciare che gli altri possano vedere il vero me.” Raccontò quasi a bassa voce, come se se ne vergognasse. “Più gli anni passavano più la recitazione diventava una sorta di terapia e poi una vera e propria passione. Attraverso anche scene quotidiane, e a furia di leggere copioni con le scelte e convinzioni di ogni personaggio, sono riuscito a riscoprire un po' di me stesso.”

Shiro lo osservò riprendere in mano la tazza di tè in silenzio, piegandosi in avanti come a volersi chiudere a riccio. Era la prima volta che lo vedeva farlo. Sembrava così piccolo e, Shiro, dovette combattere contro ogni centimetro del suo corpo per evitare di allungare una mano e toccarlo.

Grazie per avermelo detto.” Disse invece, sinceramente, Shiro.

Che mi dici di te?” Chiese Keith appoggiando la testa fra le mani.

Credo anche io che la recitazione sia un ottimo strumento per esprimere se stessi, ma fin da piccolo sono sempre rimasto affascinato dall'arte della recitazione. Mi piace raccontare una storia, un'emozione attraverso un personaggio che interpreto trovando un punto in comune con lui, cercando di far emozionare anche chi mi guarda. Ero sempre in prima fila alle recite scolastiche a differenza dei miei compagni che lo odiavano.”

Shiro si fermò dal raccontare non appena udì la fragorosa risata di Keith all'immagine dell'altro da piccolo, fiero con addosso probabilmente un costume ridicolo, e non riuscì ad evitare di unirsi a lui.

È molto dolce.”

Bhé, peccato che non tutti la pensavano in questo modo.” Disse con ancora il sorriso sulle labbra. “In ogni caso, ho accettato questo ruolo semplicemente perché mi piaceva il personaggio e la trama della serie, ma ammetto che anche l'insistenza del mio manager ha fatto la sua parte. Sono felice di aver accettato.”

Anche io ne sono felice, ma non ti dirò il motivo per la quale ho accettato questo ruolo. Non ancora almeno.” Disse Keith raddrizzando la schiena.

Oh.” Si lasciò sfuggire Shiro, sorpreso e un po' deluso di non poter portare avanti quella conversazione. “Scusami, non volevo farti sentire in obbligo di dover raccontare – ”

C'è solo un modo per scoprirlo.” Keith lo interruppe, abbassando prima lo sguardo per qualche secondo prima di tornare a guardarlo, accennando un sorriso.

Shiro lasciò che continuasse incapace di distogliere lo sguardo.

La persona che desidera saperlo deve almeno prima invitarmi a cena.”

Un sorriso spontaneo nacque sulle labbra di Shiro mentre si riprometteva che, un giorno, sarebbe stata proprio lui quella persona riuscendo a sentire quella storia.




Il tempo passò in fretta, troppo, e le riprese della prima stagione terminarono.

Erano tutti un po' tesi alla piccola festa di fine riprese. Se la prima stagione avesse avuto successo ci sarebbero stati gli espedienti per registrarne una seconda. Shiro, però, era molto fiducioso. Il trailer aveva già riscosso molto successo sui social e la gente cominciava a palarne, e ciò significava che avevano abbastanza attenzione per avere una possibilità.

Shiro prese in mano un bicchiere senza reale interesse in esso, continuava a fissarlo senza bere perso nei suoi pensieri. Non aveva ancora avuto l'occasione di parlare da solo con Keith dopo quella sera al bar sorbendosi persino una ramanzina da parte di Pidge che, dopo averle raccontato come era finita la loro conversazione, lo aveva rimproverato di non aver saputo cogliere i segnali. Shiro non aveva idea di che cosa stesse parlando o a quali segnali lei si stesse riferendo, sapeva solo che dopo questa festa non lo avrebbe forse più rivisto e, Shiro, non aveva ancora trovato il coraggio di chiedergli di uscire nonostante avesse la scusa perfetta per farlo. Non sapeva nemmeno come riprendere il discorso o se dovesse specificare che la loro uscita non sarebbe stata da semplici amici ma da qualcosa di più. Sarebbe stato imbarazzante e Shiro non voleva rovinare la sua amicizia con Keith.

Avrebbe tanto voluto avere il coraggio di quella sera, come l'avrebbe avuto il personaggio che interpretava nella serie, forse quel ruolo gli aveva dato troppo alla testa.

Si sentì toccare una spalla, sussultando pensando per un solo attimo che il soggetto dei suoi pensieri fosse giunto al suo fianco. Girandosi, invece, trovò Pidge che lo guardava con un sorrisetto sornione sul viso, come se avesse intuito a cosa stesse pensando l'altro.

Mi dispiace deluderti, ma sono solo io.”

Non so assolutamente di cosa tu stia parlando.” Ribatté sorridendo per cercare di nascondere la delusione dipinta sul suo volto.

Perché non vai a parlargli?”

Parlare a chi?”

Shiro.” Pidge lo richiamò con tono di rimprovero, incrociando le braccia.

Shiro sospirò, sapendo che far finta di non capire non l'avrebbe scoraggiata. “Per dirgli cosa?”

Non so, per chiedergli di uscire?” Pidge si guardò intorno, ignorando le proteste di Shiro. “Ehi, Keith!” Lo chiamò da lontano, agitando una mano per farsi notare.

Mi ringrazierai più tardi.” Aggiunse prima di dileguarsi in mezzo agli altri quando Keith si avvicinò a loro.

Ehi.” Lo salutò sorridendo. “Dove sta andando?” Chiese confuso, indicandola.

Uhm.” Biascicò Shiro colto di sorpresa, sentendo improvvisamente il nodo della cravatta troppo stretto. “Conosci Pidge, è sempre di fretta.” Disse allentandosi il nodo.

Keith rise e Shiro iniziò a rilassarsi al suono della sua risata.

Ti stai divertendo?” Chiese Keith cordialmente, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri che mettevano in risalto la camicia rossa.

Sì, anche se non riesco a fare a meno di pensare che non ci vedremo più spesso come prima.”

Già.” Concordò Keith. “Mi mancherà... tutto questo.”

Shiro rivolse lo sguardo ai suoi piedi, sospirando cercò qualcosa da dire che potesse risollevare l'umore ad entrambi.

A proposito.” Iniziò Shiro, alzando lo sguardo. “Lance ha avuto questa idea di creare una chat per rimanere aggiornati sulle critiche della serie e, lo sai, per restare in contatto noi tutti. Quindi – ”

Sì.” Lo interruppe Keith facilitando il compito a Shiro, chiaramente in difficoltà, facendo un passo in avanti d'istinto. “Dammi il tuo cellulare.” Disse mentre allungava una mano verso di lui.

Shiro fece come gli era stato chiesto prendendo il cellulare dalla tasca interna della giacca, sorpreso dall'entusiasmo dell'altro.

Lo osservò digitare i numeri, una volta preso tra le sue mani, per poi restituirglielo con un leggero rossore sulle guance. “Aggiungimi quando lo crea.” Disse quando si assicurò che il cellulare tornasse nelle mani del proprietario.

Oh, e stai davvero bene in giacca e cravatta.” Aggiunse prima di raggiungere Pidge.

Shiro non riuscì ad evitare che uno stupido e largo sorriso nascesse sulle sue labbra con ancora lo sguardo fisso sullo schermo del proprio cellulare, grato che Keith non potesse vederlo in quel momento.

Ora tutto ciò che doveva fare era convincere Lance a creare un gruppo facendogli credere, però, che l'idea fosse venuta a lui.




Tornare in Giappone portò con sé una strana sensazione che Shiro non seppe riconoscere inizialmente, come se mancasse qualcosa in quel piccolo appartamento.

I giorni passavano lentamente e l'unico momento in cui sentiva lo scorrere della giornata più leggero, era quando prendeva il cellulare in mano per parlare con i ragazzi. Inevitabilmente, Shiro, diventò più pratico con i social. Iniziò, ogni tanto, a controllare cosa la gente scrivesse sulla serie solo per cercare di intuire se essa avesse un futuro o almeno questo era quello che continuava a ripetere a se stesso perché, per quanto si fosse innamorato della storia e adorasse lavorare con gli altri del cast, era ben consapevole che una parte di sé desiderava che essa avesse successo per poter rivedere Keith.

Ogni volta che la sua mente finiva lì, si dava mentalmente dello stupido sentendosi un'adolescente alle prese con la sua prima cotta.

Shiro riprese a scrollare sulla sua time line di Twitter, sdraiato sul letto, quando il titolo di un articolo attirò la sua attenzione.

Intervista esclusiva con gli scrittori della serie. Seconda stagione in arrivo?

Shiro si alzò di scatto e, ancora prima che potesse aprire il link, qualcuno gli inviò un messaggio. Il suo sguardo si spostò sull'anteprima della notifica, leggendola.

Congratulazioni, Golden Boy.

Ci rivedremo l'anno prossimo.

Shiro aggrottò la fronte riconoscendo il sopranome dato al suo personaggio da alcuni fan su internet.

Un sospetto gli fece palpitare il cuore e senza perdere altro tempo aprì il messaggio.

Non era il suo manager, né uno dello staff ad avergli inviato quel messaggio. Era Keith.




Tornare sul set era sembrato così naturale come respirare, come se non fosse mai andato via davvero. Rivedere i ragazzi aveva commosso tutti. Rivedere Keith gli aveva tolto il fiato, ancora più bello di quanto ricordasse.

Hai fatto crescere i capelli.” Fece notare Shiro, facendo un cenno con la mano.

Sì.” Rispose Keith, toccandoseli. “Non ho avuto il tempo di tagliarli e alla fine ho deciso che mi piacevano anche così.”

Ti stanno bene.” Disse Shiro mentre Keith continuava a guardarlo con ancora delle ciocca di capelli tra le dita, leggendo la domanda non detta nei suoi occhi.

Grazie.” Sussurrò l'altro arrossendo mentre abbassava la mano per porgergliela. “Sono felice di poter lavorare ancora una volta con te.”

Anche io.” Sorrise Shiro stringendogli la mano.




I ragazzi hanno detto che non verranno.” Shiro informò Keith che lo guardava dalla panchina in cui era seduto mentre rimetteva in tasca il cellulare.

Okay.” Mormorò semplicemente l'altro, sfregandosi le mani nel tentativo di riscaldarsi come meglio gli era possibile in quel momento.

Avranno avuto un contrattempo.” Continuò Shiro sedendosi a sua volta, certo che ci fosse lo zampino di Pidge dietro a tutto questo.

Potremmo sempre rimanere qui, non è male.” Disse Keith stiracchiando le gambe in avanti, mentre si perdeva nell'osservare la danza delle foglie cadute a terra mosse dal vento.

Vieni spesso?”

Non mi piace uscire spesso, in realtà, ma mi piace la pace che c'è qui.”

Ma ti piace uscire con noi.” Lo stuzzicò Shiro, riuscendo già a sentire la nascita di una risata.

Ho le mie buone ragioni.” Ribatté Keith girandosi a guardarlo per sorridergli ma quando una coppia passò di fianco a loro, tenendosi per mano attirando la sua attenzione, distolse lo sguardo velocemente da essi come in imbarazzo e Shiro non poté faro a meno di notarlo.

Non mi sono mai ritrovato in una scena del genere, nella recitazione intendo.” Disse ad alta voce Shiro riflettendo.

Davvero? Non hai mai recitato in un film romantico?”

Come mai così sorpreso?”

Non lo so.” Rispose Keith, abbozzando un sorriso. “Difficile da credere, saresti perfetto per la parte.” Aggiunse, guardandolo con la coda dell'occhio mentre un sorriso sornione nasceva sulle labbra.

Mi sembra di sentir parlare il mio manager.”

Keith rise. “Vero.”

Spostò lo sguardo sui propri piedi prima di alzarsi dalla panchina e tendere una mano verso Shiro. “Alzati.”

Shiro lo guardò sorpreso, facendo vagare gli occhi dalla mano di Keith al suo viso, tuttavia non dovette farselo ripetere due volte prima di accettarla e posizionarsi difronte a lui.

Con ancora le mani intrecciate, Keith gli sorrise notando il disaggio dell'altro. “Cosa c'è che non va?”

Uhm.” Biascicò Shiro, spostando il peso da un piede all'altro. “Non sono bravo in queste cose.”

Rilassati.” Cercò di calmarlo. “Sono solo io.” Aggiunse mentre allungava l'altra mano verso il viso di Shiro che sussultò al contatto non appena gli sfiorò una guancia.

Scusami, avrei dovuto avvisarti.” Ritrasse subito la mano Keith.

No, è solo, è fredda.” Spiegò l'altro stringendo, di riflesso, la mano di Keith ancora nella propria.

Oh.” Sussurrò Keith non riuscendo comunque a distogliere lo sguardo da Shiro. Provando di nuovo, riavvicinò la mano per farla scendere lungo il viso dell'altro osservandone tutti i particolari. Armonico, era delicato al tatto e dovette trattenersi dal passare la mano tra quel buffo ciuffo che gli piaceva tanto. Lo sguardo vagò sul taglio degli occhi, fissi a loro volta su Keith, per poi scendere lungo il naso e finire sulle labbra screpolate per il freddo.

Shiro rabbrividì ancora una volta quando una folata di vento li invase, riportando Keith alla realtà mentre si schiariva la voce.

Forse non è questo il momento adatto per esercitarsi.” Disse iniziando ad allontanarsi, sciogliendo a malincuore la presa dalla mano di Shiro. “Se mai ne avrai bisogno, puoi sempre chiedere.”

Grazie Keith.” Sorrise dolcemente Shiro. “Lo apprezzo molto.”




Shiro fissò la tinta per capelli, che gli aveva consegnato la parrucchiera dello staff, con una smorfia di disappunto dipinta sul volto.

Cos'è quella faccia?” Rise Keith, avvicinandosi divertito.

Il suo sorriso si allargò quando gli occhi si posarono sulla tinta. “Giusto, il tuo personaggio, quasi dimenticavo. Cosa c'è che non va, hai paura?”

Shiro sospirò continuando a fissare l'oggetto tra le mani. “Se devo essere sincero... Sì, parecchio.” Confessò girandosi a guardare a Keith accanto a lui, provocandogli un'altra sonora risata.

Che c'è? Il famoso Shiro non ha mai avuto una fase di ribellione da piccolo?”

Davvero? Ribellione con la tintura dei capelli?” Chiese sarcastico.

Bhé, tutto sembra un atto di ribellione da piccoli. Hai bisogno di una mano con quella?” Chiese infine Keith indicandola.

Penso di potermela cavare. È il risultato finale che mi preoccupa.”

Non hai bisogno di preoccuparti.”

Shiro inarcò un sopracciglio.

È il colore dei capelli che cambierà, non il tuo meraviglioso viso.”




Shiro non aveva mai rilasciato un'intervista in diretta televisiva prima di allora.

Il non essere solo, certo, lo consolava eppure non riuscì ad evitare che il nervosismo prendesse possesso del suo corpo facendo muovere la gamba in un tic fastidioso.

Keith – seduto accanto a lui dietro Lance, Hunk ed Allura – non poté fare a meno di notarlo. “Stai bene?”

Sì.” Mentì Shiro, guardandosi attorno alla ricerca di qualche segno che gli facesse capire quanto mancasse all'inizio dell'intervista.

Prendi un respiro profondo.” Gli raccomandò Keith, posando una mano su quella dell'altro per attirare la sua attenzione.

Non appena sentì il contatto, Shiro fermò la sua disperata ricerca per guardarlo dritto negli occhi e seguire il suo consiglio mentre continuava a tenere lo sguardo incatenato a quello di Keith.

Finirà ancora prima che tu te ne accorga.”

Shiro annuì, senza dire nulla, la convinzione di Keith in ciò che stava dicendo bastò a calmarlo. Keith gli sorrise prima di lasciare andare la sua mano e Shiro poté già sentirne la mancanza.

L'intervista consisteva in delle domande fatte a tutti riguardo la serie – momenti preferiti, i più emozionanti, cosa ne pensava ognuno della crescita del proprio personaggio e non – per poi postarsi ai singoli con domande più specifiche.

Sentire gli altri rispondere insieme a lui aveva messo Shiro a suo agio nel corso dell'intervista, iniziando a divertirsi, lanciando degli sguardi a Keith tra le risate quando venne mostrato un video di bloopers.

Si rilassò mentre appoggiava le spalle sullo schienale della sedia, ascoltando distrattamente l'intervista singola dei suoi colleghi. La sua sarebbe stata la penultima, prima di quella di Keith.

Le domande non erano poi così diverse da quelle che si sentivano in televisione, un modo per conoscere anche l'attore al di fuori del loro personaggio e Shiro era più che felice di rispondere finché vide l'intervistatrice irrigidirsi mentre il suo sguardo scorreva sulla cartella che teneva in mano, probabilmente leggendo velocemente le domande successive. Alzò lo sguardo da essa per rivolgerlo alle persone dietro i cameraman che le fecero segno di continuare.

Uhm.” Si schiarì la gola. “Chiedo scusa.” Aggiunse cercando di ricomporsi.

Gira voce che lei e Keith abbiate una forte chimica, talmente forte che addirittura molte scene non erano scritte sul copione, è vero?”

Shiro perse un battito. “Sul set, certo.”

Deve essere difficile avere una relazione stabile al di fuori del set, viaggiando continuamente per le riprese.” Incalzò ancora lei.

Mi perdoni, ma qual è la domanda?” Chiese Shiro cominciando a spazientirsi.

Abbiamo ricevuto varie segnalazioni.” Spiegò l'intervistatrice, mentre l'immagine nello schermo cambiò e dalla reazione sorpresa del pubblico a Shiro non serviva guardarla per capire a quale foto si stesse riferendo. “Sembrate molto intimi qui al parco.”

Con la coda dell'occhio Shiro vide Keith osservarla e si sentì morire per averlo coinvolto.

Non credo che la mia vita privata – ” Cercò di ribattere.

Sto solo dicendo che noi fan ci siamo accorti – ”

Siamo solo amici.”

Non c'è alcun bisogno di essere timidi – ”

Basta.” Si intromise Keith, alzandosi in piedi. “Shiro ha già risposto alla sua domanda. Siamo amici.”

Shiro osservò Keith risedersi sulla propria sedia, composto dopo esser riuscito a convincere l'intervistatrice a cambiare argomento ma, Shiro, non riuscì più a concentrarsi per tutto resto dell'intervista lasciando che le ultime domande e rispose diventassero solo un rumore di sottofondo ai suoi pensieri.

Non appena l'intervista terminò, Keith lo raggiunse dietro le quinte. Nervoso, continuava a muovere le mani ansiosamente – sfregandosi le mani fra loro, strofinandosi il braccio, come se non sapeva bene cosa farne con esse – , avvicinandosi a piccoli passi mentre ripensava alla cosa giusta da dire.

Mi dispiace.” Disse, invece, non appena se lo ritrovò difronte.

Perché ti stai scusando?”

Perché è tutta colpa mia. Sono stato un'irresponsabile al parco, non mi era nemmeno passato per la testa che qualcuno avrebbe potuto vederci e fraintendere. È solo che non sono abituato a questo tipo di attenzioni, ad avere sempre gli occhi puntati addosso e adesso penseranno che le voci siano vere a causa del mio comportamento di poco fa.”

Smettila di dire che è colpa tua.” Disse Shiro, accarezzandogli un braccio per consolarlo. “Anzi, ti ringrazio per avermi difeso.”

Keith corrucciò la fronte, insoddisfatto della risposta dell'altro. “Come fai a stare così tranquillo mentre una menzogna sul tuo conta è in giro liberamente? Tutti pensano che siamo una coppia.”

Noi sappiamo che non è vero. Io – non mi pesa.”

Come?” Si irritò Keith, strattonando il braccio.

Aspetta, non è quello che intendevo.”

Non ti importa ma dovrebbe.” Replicò Keith abbassando il tono di voce. La rabbia si era placcata lasciando il posto a qualcos'altro. “A me importa.” Aggiunse prima di uscire a gran velocità dallo studio, sotto gli occhi di tutti i membri dello staff.




Da quel giorno in poi il rapporto tra Shiro e Keith si freddò al punto che si parlavano a malapena.

Shiro di tanto in tanto, ancora, coglieva Keith in flagrante nell'osservarlo da lontano per poi distogliere lo sguardo velocemente quando incrociava il suo o cambiare stanza. Sentiva la nausea ogni volta che accadeva o ci pensava.

Anche gli altri avevano iniziato a notarlo e per Shiro divenne impossibile concentrarsi.

Sono mortificato, mi dispiace.” Disse Shiro dopo l'ennesima battuta sbagliata quella sera.

Hai bisogno di una pausa?” Chiese Keith difronte a lui incrociando le braccia, sembrava un po' annoiato. Recitare con lui, in particolare, era diventato difficile.

No, posso farcela.” Insistette Shiro.

Sono d'accordo con Keith, meglio se ti riposi un po'.” Si intromise il regista. “Facciamo tutti una pausa.” Esclamò alzando il tono di voce per far sì che tutti potessero sentirlo.

Shiro si morse il labbro inferiore, imbarazzato e frustrato, mentre gli altri iniziavano ad uscire sentendo ancora lo sguardo di Keith addosso.

Lo vide addolcire lo sguardo solo per pochi secondi, preoccupato, prima di girarsi e dirigersi verso l'uscita insieme agli altri.

Shiro sentì il desiderio di seguirlo e, d'istinto, fece un passo verso la sua stessa direzione prima di sentire le preoccupazioni dell'assistente del regista espresse in un sussurro.

Queste riprese non vanno bene, bisogna rifarle.” Sospirò. “Sembrano lontani anni luce.”

Shiro sentì una fitta all'altezza del petto nel sentirlo, avevano perso la loro chimica, ma non riuscì a fare a meno di pensare che avesse ragione.




Le riprese continuarono e ben presto, e con un po' di fatica, arrivano all'ultimo episodio della stagione.

Le cose tra Shiro e Keith si erano calmate sul set, il tempo aveva aiutato entrambi, lasciando posto solo al rimpianto.

Avevano ripreso ad uscire insieme ai ragazzi, scambiandosi ancora poche parole durante una discussione, ma il desiderio di tornare come erano prima era evidente da parte di entrambi e Shiro era consapevole di non poter perdere altro tempo. Sapeva di aver ferito Keith e di dover trovare il coraggio di parlargli, e non solo per scusarsi.

La paura che lo aveva assalito durante la pausa dalla prima stagione era tornata, facendogli capire di non voler tornare in Giappone senza aver chiarito prima con Keith ed essere stato sincero riguardo a come si sentiva nei suoi confronti.

Non volendo aspettare ulteriormente Shiro approfittò di una serata organizzata per festeggiare gli ultimi giorni di lavoro per poter parlare con Keith, afferrandolo delicatamente per un braccio per fargli segno di camminare al suo fianco e distaccarsi dagli altri. Erano appena usciti da un ristorante poco conosciuto e non molto in vista, ormai era impossibile per loro incontrarsi al loro solito bar senza attirare l'attenzione, ma almeno in questo modo non dovettero preoccuparsi di occhi indiscreti.

Keith lo guardò confuso, rivolgendo un'occhiata veloce al gruppo che sembrava non essersi accorti di nulla, ma non si oppose.

Shiro lasciò andare la presa non appena Keith rallentò il passo.

Ehi.” Tastò il terreno Shiro, dandosi mentalmente dello stupido.

Ehi.” Lo imitò l'altro, non sembrava infastidito dal gesto.

Come stai?”

Lo sai già come sto.” Rispose con tono pacato Keith. “Stanco, le ultime riprese sono state dure.”

Shiro si morse in labbro inferiore di riflesso, sentendosi responsabile del disagio dell'altro.

Scusa, non intendevo dire che è colpa tua.”

Va tutto bene.” Lo interruppe Shiro. “Sarebbe comunque la verità, è innegabile che io abbia fatto schifo in questi giorni.”

Keith unì le labbra in una linea sottile, continuando entrambi a fissare dritto di fronte a loro senza più proferir parola.

Non mi piace vederti così.” Spezzò il silenzio improvvisamente Keith, girandosi verso di lui. Il suo sguardo era sincero. “Vali molto più.”

È colpa mia, per tutto.”

Shiro – ” Cercò di chiamarlo mentre si fermava.

No, per favore.” Iniziò Shiro, fermandosi a sua volta a guardarlo negli occhi. “Non avrei dovuto lasciare che le voci si spargessero,me ne ero accorto e avrei dovuto chiarire fin da subito.”

Keith abbassò lo sguardo lasciando che continuasse.

Quando ho detto che non mi pesava era vero ma non perché non mi importa, ma perché mi stavo cullando su una fantasia. Sono stato egoista e ti chiedo scusa.”

Keith alzò il viso a guardarlo di nuovo.

Quello che intendevo dire è che mi piaceva l'idea di noi come coppia ma non avrei dovuto scegliere anche per te.”

Keith sgranò gli occhi sorpreso mentre le sue guance iniziarono a tingersi velocemente di rosso e Shiro poté giurare di averle rosse tanto quanto quelle di Keith.

Una dichiarazione coraggiosa per uno che deve ancora chiedermi di uscire almeno una volta.” Scherzò sorridendo Keith.

Eh?”

Quella sera, al bar, non stavo del tutto scherzando ma quando non ricevetti nessuna risposta ho creduto di aver osato troppo e ho deciso di lasciarti i tuoi spazi fingendo che non fosse mai accaduto.”

Sono negato in queste cose.” Sospirò Shiro scusandosi.

L'ho notato.” Rise Keith.

Keith.”

Hhm?” Canticchiò non riuscendo a trattenere un sorriso Keith, sapendo già cosa l'altro gli stava per chiedere.

Usciresti con me?”

Finalmente. Sì, Shiro, mi piacerebbe molto.”

Shiro sentì nascere un sorriso a trentadue denti spontaneo sulle proprie labbra, felice e sollevato, quando si sentì sfiorare la mano con quella dell'altro che lo incoraggiava a riprendere a camminare, stringendola forte mentre continuavano a godersi la loro intimità lontani dal gruppo.

Quindi, adesso che mi hai chiesto di uscire posso anche dirtelo.”

Dirmi cosa?” Scherzò Shiro guadagnandosi un'occhiataccia da Keith. “Certo che mi ricordo, ma mi mancava tutto questo. Scherzare con te.”

Anche a me, ma se continui a interrompermi potrei cambiare idea.”

Scusa, scusa.” Rise Shiro.

Sai, ero davvero felice quando lessi il tuo nome nella lista del cast.”

Davvero?”

Keith annuì per poi rivolgere lo sguardo altrove. “Mi piacciono i film indie, li preferisco a quelli popolari quindi, ti conoscevo già. Sono una specie di tuo fan, fan del tuo lavoro.”

Cosa?” Esclamò Shiro sorpreso.

Sì, avevo una cotta per te. Bhé, non proprio una cotta ma... sì.” Confessò Keith. “Ironico, non è vero? Ma sono felice di aver conosciuto il vero te.”

Avete finito voi due piccioncini?” Sentirono urlare Lance da lontano, notando che adesso anche il gruppo si era fermato, aspettandoli.

Lance!” Lo rimproverò Allura.

Che c'è? Va bene adesso, si tengono persino per mano.”

Ehi, è vero.” Sussurrò Allura notando solo in quel momento le loro mani intrecciate. “Questo è incredibile!”

Cosa? Che finalmente quei due si siano decisi a uscire insieme o che Lance per una volta abbia ragione?” Chiese Pidge, ridendo alla reazione di Lance che si finse offeso.

Keith sorrise, girandosi verso Shiro mentre si dirigevano verso di loro. “Certo, sarà strano vederti col il tuo colore naturale di capelli di nuovo.”

Già, ho cambiato così tante volte che ho quasi dimenticato come siano.” Disse toccandosi il ciuffo.

Hai idea di quando tornerai in Giappone?” Chiese Keith titubante.

Non ho ancora fatto nessun piano, e non ho nessuna fretta di farli.”












NdA: Buon compleanno sweetie, Hanta !!
Innanzitutto ti auguro di passare una splendida giornata e di divertiti il più possibile!
Spero che questo piccolo regalo ti sia piaciuto e che i salti temporali non siano stati troppo confusionari.
Ancora una volta sei stata una grande fonte di ispirazione per me quindi spero che questo AU ti piaccia. Non sono molto brava con le parole, in questi casi, ma sei davvero una persona unica e speciale e ti meriti davvero tanto e spero di essere riuscita a trasmetterlo almeno un po' nella mia storia.
Sarò sempre grata a questo fandom per varie ragioni ma sicuramente per avermi permesso di conoscerti!
Buon compleanno ancora sweetie!

Grazie di aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
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