Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    24/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXIX.
ULTIMI SALUTI


 
“Svegliati Giacomo, dai svegliati!” piange disperata Anna sperando di poter avvertire il cuoricino del piccolo ritornare a battere colmo di vitalità come prima.

“Anna, non possiamo più fare niente!” le dice Kristoff con voce roca scosso dal pianto. Il marito, dopo quell’ora interminabile trascorsa sul corpo inerme del figlio, soffre nel vedere la moglie ancora speranzosa e cerca di mostrarle la realtà in modo da poterla affrontare insieme.

“Anna, non si può fare nulla ti ho detto!” afferma con più convinzione Kristoff cercando di allontanarla da Giacomo.

“No, lasciami! Forse possiamo invece!” grida lei liberandosi dalla presa di lui con uno strattone.

“Anna! Non c’è più! Se ne è andato lo capisci?!” urla lui ricominciando a piangere tentando di spostarla di nuovo. Anna prova in ogni modo a resistere ai gesti del marito per poi cedere e accasciarsi tra le sue braccia continuando a singhiozzare.

Elsa è rimasta in disparte per un’ora intera, senza dire nulla, guardando il vuoto e lasciando che la nuvola di incontrollati fiocchi di neve accanto a lei parlasse da sé.

“Mi date il permesso di portarlo da Granpapà?” chiede Elsa a bassa voce rompendo quell’assordante silenzio disturbato solo dalle grida, dai pianti e dal suono dell’orribile rintocco della campana dei defunti.

“Sì…portalo dove ritieni opportuno” risponde Kristoff consapevole che allontanare il bambino li avrebbe aiutati a insaccare il colpo. Anna si stacca da Kristoff e, con gli occhi gonfi e il corpo tremante, accarezza il volto ormai freddo e rigido di quel bambino che, in così poco tempo, aveva migliorato la vita di tutti.

“Non accetterò mai quello che ti è successo. Giacomo, ti prego…non lasciarmi mai da sola! Ti voglio bene” piange la sua mamma con il cuore spezzato per poi posargli un bacio sulla fronte e consegnarlo a Elsa.

Elsa prende tra le braccia il nipotino e, per la prima volta nella sua vita, avverte qualcuno più freddo di lei. Per non cedere alle emozioni e ai sentimenti, la maggiore si allontana in modo sbrigativo con la speranza di ricevere qualche aiuto o grazia da Granpapà.

Con l’aiuto di Nokk raggiunge velocemente la collina dei troll e cerca di non rivolgere mai lo sguardo al bambino per paura di non poter controllare la propria emotività.

“Granpapà!” chiama Elsa con voce insicura tenendo stretto il bambino. La terra comincia a tremare e, in men che non si dica, il re delle rocce compare dinanzi a lei.

“Sapevo che saresti venuta qui da me!” constata il vecchio saggio mostrando già un filo di tristezza nella propria voce.

“Ti prego, dimmi che puoi salvarlo!” lo supplica Elsa mostrandogli il bambino senza vita.

“No Elsa, non posso fare niente. Alla morte io non posso rispondere. Il bambino si è ammalato e la vita ha voluto così per lui” risponde lui dispiaciuto, chinando il capo.

“Solo una cosa posso dirti di fare” annuncia poi lui fermando Elsa che se ne stava andando.

“Porta il bambino ad Athohallan. Lui era il custode dei ricordi e quella è ora la sua vera casa. Così facendo Elsa, tu che sei il quinto spirito, potrai collegarti a lui e accedere alle sue memorie”

“Che cosa? Questo significa che potrei entrare di nuovo in contatto con lui? Io spesso posso vedere il passato dei miei genitori che si manifesta attraverso nuove statue di ghiaccio, ma cosa c’entra Giacomo?” domanda perplessa e speranzosa Elsa sentendo il cuore rimbalzarle nel petto.

“Giacomo è il custode dei ricordi per eccellenza, ciò significa che la sua anima potrebbe essersi riunita a quella dei tuoi genitori. Non sono certo di questo Elsa, dovrai provare ad entrare in contatto con lui ma non so se questo possa realmente funzionare” chiarisce Granpapà nel tentativo di non darle false speranze.

“Un ultimo avvertimento. So che Anna è disperata. Presta attenzione Elsa…tua sorella potrebbe crollare. Oggi è morta una parte di lei, se non si presta attenzione potrebbe morire del tutto e non rialzarsi mai più” conclude il re delle rocce mostrandosi distrutto e preoccupato, sicuro di aver già professato un futuro incerto e doloroso.

Il rumore di una porta che si apre accende nuove speranze in Anna e Kristoff che, soli e in silenzio di fronte a un camino, dimostrano di essere rimasti immobili nella stessa posizione da diverso tempo.

“Hai novità?” domanda Kristoff con stanca.

“Non c’è nulla da fare” risponde Elsa abbassando lo sguardo e cercando di trattenersi.

La frase spiazza di nuovo Anna che, distrutta, torna a singhiozzare nascondendo la testa nei cuscini del divano.

“Ci sarà lutto in tutti i regni e domani allora procederemo con la sepoltura” afferma con dolore Kristoff ancora incredulo che tutto ciò stia accadendo proprio a lui.

“Io vorrei chiedervi un’altra cosa… Granpapà ha detto che, visti i poteri di Giacomo, ora la sua casa è Athohallan ossia il tempio del passato e dei ricordi. Se lo porto lì per sempre forse prima o poi potrei tornare in contatto con lui” spiega Elsa accendendo la speranza negli occhi vuoti di Kristoff.

“Per me lo puoi fare, tanto non cambierà nulla. I nostri genitori a parte offrirci statue di ghiaccio non si sono mai mostrati a noi. Figurati se lo farà Giacomo” dice con cattiveria Anna esternando, così, solo un piccolo spicchio della rabbia che sente ribollire dentro di sé.

“Voglio restare qui con Giacomo se mi è ancora possibile! Voglio rivederlo!” aggiunge ancora la regina ricominciando a piangere alzandosi in piedi di scatto facendo segno a Elsa di darle il corpo del figlio. Quel brusco gesto, però, le costa caro e Anna, distrutta, perde sensibilità nelle gambe cadendo per terra.

“Anna, basta…devo portarti a letto” afferma Kristoff prendendola in braccio.

“Non voglio! Lasciami qui” biascica Anna senza però ribellarsi, appoggiando la testa sulla spalla del marito, trafitta dal dolore e troppo debole per reagire.

“Porta subito il bambino ad Athohallan. Mi fido di Granpapà e di te. Se quello è il posto giusto, forse tenerlo qui complica le cose” dice Kristoff rivolto a Elsa per poi osservare il piccino ormai pallido e duro come il marmo.

“Addio piccolino…mi sarebbe tanto piaciuto crescere con te, giocare assieme a te e imparare ad essere un uomo migliore, proprio perché tu, nei tuoi pochi mesi, avevi già dimostrato di esserlo. Porterò sempre nel cuore i tuoi sorrisi, i tuoi meravigliosi occhi, i tuoi capelli che hai preso da me e la capacità che ti rendeva capace di unirci tutti. Avrei tanto voluto regalarti una renna… ma sicuramente un giorno ti rivedrò. Vigila sulla mamma…sempre! Ti voglio bene”

È questa la dedica strappalacrime che Kristoff, un padre semplice e premuroso, dedica a suo figlio trovandosi di fronte a uno specchio rotto, a burrone, a un muro e alla parola fine.
Kristoff bacia il piccino sulla fronte e, senza aggiungere altro, si dirige verso la camera da letto per provare a far riposare la moglie che, ormai, giace scioccata tra le sue braccia.

Elsa ascolta il consiglio di Kristoff e, chiamato di nuovo Nokk, raggiunge al più presto Athohallan. La regina cammina nei corridoi ghiacciati in silenzio, senza guardare il nipote, trovandosi incapace di accettare la cruda realtà. Ormai si conosceva bene: il dolore era il suo punto debole, in grado di distruggerla e mandarla in crisi. Ogni volta che soffriva preferiva allontanarsi dal mondo, razionalizzare da sola, incolparsi, odiarsi e solo alla fine affrontare la fonte del suo dolore. Lei aveva fatto così nei confronti del suo potere, dei suoi genitori, di Anna e dello stesso regno.

Ora, lo stava facendo anche con Giacomo: ignorare la cosa e ghiacciare il cuore le permetteva di superare più velocemente l’ostacolo.

Elsa raggiunge il misterioso burrone nel quale lei stessa si era tuffata e, mentre nelle orecchie risuona la ninna nanna di sua madre, si prepara a salutare definitivamente l’amato nipote. La regina crea una piccola nube di ghiaccio e neve sulla quale posiziona il corpo di Giacomo. Lo osserva per qualche secondo, gli accarezza le guance e, appena avverte il dolore manifestarsi di nuovo in lei, muove la mano dando l’ordine alla sua nube di accompagnare Giacomo all’interno di Athohallan.

Elsa osserva il bambino immergersi nel fiume e cerca di immaginarne la fisionomia, anche quando lui scompare, inghiottito dalle acque scure.

“Giacomo…mi manchi già. Quando vuoi, mostrati” conclude la regina faticando ad aprire il suo cuore per affermare quella semplice frase.

L’inverno perenne pareva tornato, l’amore finito, la speranza svanita e una regina di ghiaccio era rinata in lei.
  
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